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Autore: lady lina 77    23/05/2021    2 recensioni
L'omicidio di una donna e il salvataggio dei suoi due figli porteranno i Poldark dentro a un grande segreto da tenere celato a qualsiasi costo. Una storia che nasce nel freddo dei ghiacci di Oslo per poi approdare in Cornovaglia dove Ross, assieme a due misteriosi gemellini (già conosciuti in una mia vecchia fanfiction ma quì in ruoli diversi), lotterà per poter tenere fede a una promessa.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Furono due settimane di viaggio accompagnate da un mare perennemente agitato e in tempesta, com’era d’altronde tipico dei periodi invernali.
Il povero Jones aveva passato gran parte del tempo sul pontile, preda di un mal di mare che non lo aveva lasciato un attimo, a maledire tutti gli dei di Norvegia per quel viaggio infernale in cui si era incappato.
Ross dal canto suo se la rideva perché quando Jones era di cattivo umore e iniziava a borbottare, era quanto di più comico potesse esistere. Aiutato dal fatto che per lui il mal di mare non fosse un problema e che i gemellini erano bravi la maggior parte del tempo, aveva trascorso quei giorni di navigazione perennemente chiuso in cabina a compilare i resoconti per il Governo sul contrabbando di pesce e preziosi dai paesi del nord mentre i piccoli dormivano.
In realtà era davvero stupito che quei due bambini, la cui nascita e prime settimane di vita era stata travagliata e trascorsa nell’oscurità di un nascondiglio, fossero tanto tranquilli. A volte pensava che avessero sviluppato uno strano senso di conservazione che aveva fatto loro comprendere la necessità di fare i bravi, a volte pensava invece di essere davvero fortunato perché di fatto, a parte qualche pianto stizzito di Daisy quando era affamata, dormivano sempre e quando erano svegli se ne stavano tranquilli nella loro cesta senza fare troppo rumore. I loro brevi pianti erano spesso celati dal rumore del mare e da quelli della nave e di solito, se frignavano, bastava prenderli in braccio e dar loro retta per calmarli. Il maschietto, Demian, era la pace fatta persona, la bambina era più vispa e sembrava solo chiedere attenzioni quando era sveglia, ma entrambi erano decisamente meno rumorosi dei suoi figli alla stessa età. Soprattutto, rispetto a Bella. La figlia minore aveva avuto da subito una voce acuta e forte e i suoi pianti si sentivano probabilmente fino a Truro nei momenti in cui era più arrabbiata, i gemellini scandinavi invece piangevano più sommessamente ed erano più facilmente consolabili.
Ross non vedeva però l’ora di scendere a terra perché comunque fino a che non fosse stato lontano da occhi indiscreti, qualcuno avrebbe potuto notare la presenza dei piccoli e chiedere spiegazioni. Si chiedeva come i suoi pedinatori avessero preso la sua frettolosa partenza in Norvegia, se i bambini fossero ancora cercati e se Inge fosse al sicuro, ma purtroppo non era certo che avrebbe mai avuto risposte a questi quesiti. L’importante era portare in salvo i bambini e finché non fosse stato a casa, questo non poteva metterlo con assoluta certezza in conto.
E così fu solo quando la nave attraccò, con l’ultimo pericolo di essere scoperti scendendo a terra, che poté tirare un sospiro di sollievo.
Poco prima di arrivare in porto, come aveva fatto Inge a Oslo, aveva lavato i bambini, li aveva vestiti con abiti pesanti e li aveva nutriti e poi li aveva messi nuovamente nella fascia legata in vita, vicini e nascosti sotto al suo mantello. Aveva preso le sue cose, era sceso dalla nave preceduto da Jones che ne celava la figura ed era sceso a terra al porto di St. Ives, deciso a raggiungere poi casa a piedi per evitare carrozze e occhi indiscreti. I bimbi erano bravi ma meglio evitare di sfidare ulteriormente la fortuna…
Appena scesi a terra, con le sacche sulle spalle e intabarrati per difendersi dal freddo, si accorsero che nevicava.
Allontanandosi dal porto, Jones iniziò a borbottare di nuovo. “Che sia maledetto il cielo, l’inverno e questa diavolo di neve che ci accompagna da Oslo assieme a un mare MAI piatto come una tavola. E sia maledetto tu Poldark, pessimo compagno di viaggio, procacciatore di guai e ora anche di mostricciattoli urlanti”.
Ross alzò gli occhi al cielo. “L’unico che urla sei tu” – gli rispose pacatamente, incamminandosi in un sentiero scosceso, felice di essere a casa, circondato da paesaggi conosciuti e famigliari.
Jones insistette. “Lo sai come sto? Ho perso dieci chili a furia di star male”.
Infatti ora hai un bel figurino che potrai sfoggiare a Londra ai balli e alle feste!”.
Al diavolo i balli e le feste”.
Ross rise. “Niente vita mondana quindi?”.
Jones lo raggiunse, allungando il passo. “Ridi, ridi pure. Ma quando arriverai a casa tua coi due marmocchi e tua moglie ti metterà alla porta pensando alle corna, NON pensare a me e alla mia casa per cercare riparo! Un bel ponte, ecco sotto cosa devi dormire”.
Ross per un attimo si oscurò, sperando che Demelza non traesse le conclusioni errate. Anche se, se lo avesse fatto, fatti e parole passate potevano darle il timore che lui… Ma scosse la testa, erano ormai uniti e Demelza sapeva leggergli nell’animo meglio di chiunque altro, sapeva quanto la amasse, sapeva che per lui lei era tutto e quindi avrebbe capito, avrebbe usato il suo buon senso e tutto si sarebbe risolto con l’idonea collocazione per i bambini. “Non avrò bisogno di te!” – disse, vago.
Jones scosse la testa. “Sai che farò, appena giunto a Londra?”.
Cosa?”.
Mi sposerò! Cercherò moglie, metterò la testa a posto, diventerò il più integerrimo membro di Westminster e la farò finita con queste missioni con te. Voglio PACE!!!”.
Ross a quelle parole scoppiò a ridere. Jones? Una vita di pace? Lui? “Potresti farti prete a questo punto” – lo prese in giro.
Jones lo fulminò con lo sguardo. “Ridi, ridi pure… Mi troverai con una splendida moglie diciottenne, al nostro prossimo incontro”.
Ross rise più forte. “Certo, certo… Invece scommetto che ti troverò con una pinta di birra in mano in un porto, arrabbiato col mondo, zitello e pronto a ripartire di nuovo”.
Quanto ci scommetti?”.
Ross ci pensò su. “Un mese di guadagni della mia miniera”.
Jones alzò gli occhi al cielo. “Sei odioso”.
E tu una brava spia! Riporta a Londra questi resoconti, salutami Wickman e datti alla vita mondana della capitale. E tieniti pronto per il prossimo viaggio” – disse Ross, mollandogli in mano i documenti segreti per la Corona.
Un vagito da sotto il cappotto fece sobbalzare entrambi. Ross lo allentò, mostrando il visino di Daisy che si era svegliata. “Vuoi salutare Jones?”.
Il suo socio guardò la bambina in cagnesco. “Mocciosetta, ti lascio proprio in cattiva compagnia. Ma con gioia, ti dico che ti saluto e spero di non aver nulla a che fare con voi in futuro”.
Ross rise. “Dai, un po’ ti sei affezionato”.
Al diavolo! Mai visti esseri viventi far tanta cacca in vita mia! Ora tornerò a Londra e mi dimenticherò che siano mai esistiti. Come del resto vuoi tu”.
Ross si fece serio. “Mi raccomando”.
Sarò muto e smemorato. Già non ricordo i loro nomi, tranquillo”.
Ross gli diede una amichevole pacca sulla spalla. “Sei un amico”.
Jones sospirò, preoccupato. “Che farai ora, con loro?”.
Devo ancora ragionarci con calma. Ma credo che lo farò al sicuro, fra le mura di casa mia. Ora non ho la testa per decidere nulla e devo scegliere con cura come dar loro il miglior futuro possibile”.
Jones sorrise, erano ormai giunti al bivio della strada. “Buona fortuna e a presto” – sussurrò, mentre la neve attorno a loro imbiancava tutto.
A presto”.
Si separarono e Ross lo vide dirigersi verso una diligenza. Lui prese la strada opposta, inoltrandosi fra la brughiera sferzata da quel vento impetuoso ma che faceva parte di quelle terre.
Ricontrollò i bambini. Demian dormiva rannicchiato contro sua sorella, lei si mordicchiava la manina. Un fiocco di neve raggiunse il visino di Daisy, posandosi sulla punta del suo naso e Ross temette che scoppiasse a piangere. Ma la bimba lo stupì, si toccò il naso e poi rise, agitando le gambette come se trovasse divertente quella sensazione di freddo. Anche Ross rise, prendendole la mano. “Sei proprio una piccola orsa vichinga. Come tu faccia a trovare divertente il freddo, per me resterà sempre un mistero… E’ un po’ come per me che trovo piacevole il vento della Cornovaglia mentre molti che non sono nati qui lo trovano odioso. Sono cose che abbiamo nel sangue, giusto?”. Lei strinse la sua mano, attenta alle sue parole. Una cosa che Daisy, a differenza del fratello, adorava, era che qualcuno le parlasse e le desse attenzione. Demian dormiva per la maggior parte del tempo ma lei era più curiosa, vivace e adorava ascoltare le voci di quelli che le stavano attorno. Erano piccolissimi, quasi identici di aspetto ma dimostravano già delle indoli totalmente opposte.
Ricoprì la bimba perché rimanesse comunque al caldo, la cullò affinché si addormentasse e poi si incamminò verso casa.
Il tempo imbruniva, il cielo plumbeo anticipava il buio della sera e il freddo era sferzante e anche se non lontanamente paragonabile a quello di Oslo, gli faceva battere i denti. Camminava a passo spedito usando le mille precauzioni che aveva adoperato ad Oslo per muoversi nei meandri della città dopo l’incontro con Jasmine e i successivi pedinamenti. Era stupido ma si sentiva braccato anche lì, in Cornovaglia, come se nell'ombra ci fossero mille occhi a scrutarlo e a studiarne ogni mossa. Dannazione, che idiota che era, nemmeno da ragazzino aveva avuto paura di muoversi nell’oscurità della brughiera e ora si stava facendo condizionare dalle mille ombre della sera che piante e scogli lanciavano sul suo cammino. Era un uomo, era solo, aveva usato ogni accorgimento e nessuno lo seguiva, che cosa c’era da preoccuparsi? O forse era semplicemente la voglia di casa, di pace e di famiglia a fargli avvertire il desiderio di arrivare presto alla sua meta dopo tutto l’orrore visto e percepito nel grande nord? O forse era la stessa consapevolezza che aveva animato la scelta di Jasmine ad allontanarsi dai suoi piccoli a renderlo inquieto? Coloro che cercavano i bambini erano persone potenti che di certo non si sarebbero arrese, avevano occhi ed orecchie ovunque e lui forse, portando con se i piccoli, stava esponendo la sua stessa famiglia a un grosso pericolo... Che aveva da stare tranquillo? Poteva davvero dirsi al sicuro? Certo, al momento probabilmente lo era ma dal nord forse, presto o tardi, le ombre che ora sentiva su di se sarebbero rispuntate sul serio e lui avrebbe dovuto farci i conti. Osservò i bambini, due piccoli dall'aspetto angelico che nessuna colpa avevano e di certo non potevano nemmeno lontanamente immaginare il pericolo che rappresentavano per qualcuno. Ma guardandoli, gli venne da sorridere davanti al loro sonno tranquillo, il sonno dei giusti, il sonno di chi è in pace col mondo. E quindi, se erano tranquilli ora, perché doveva agitarsi lui? Al momento tutto era filato liscio come l'olio e forse il tempo avrebbe cancellato quella pagina nera che aveva ucciso i genitori dei bambini. O forse tutto si era risolto con la fuga da Oslo... In fondo ora ritrovare i bimbi equivaleva a trovare un ago in un pagliaio e sicuramente sarebbe stata un'impresa impossibile per chiunque. E quindi al resto ci avrebbe pensato dopo, quando a casa avrebbe rivisto la sua luce, Demelza. Con lei accanto ogni ombra sarebbe sparita e tutto sarebbe sembrato più semplice.
Quando vide Nampara in lontananza, con la neve che scendeva sempre più copiosa sotto a un cielo nero come pece, si fermò un attimo a guardare i due bambini sotto al suo mantello. Prese le loro manine e in loro vece, disse addio alla loro vecchia vita. "Sigrid, Olav, da ora questi vostri nomi non esistono più. Non esiste più il vostro passato, non esiste più la vostra terra e sarà come se nasceste adesso a vita nuova. Sarete Daisy e Demian, due bambini della Cornovaglia... E sarà l'unico passato che potrete raccontare". I bimbi dormivano e Ross pregò di fare la scelta giusta perché li stava privando delle loro origini, del loro essere più intrinseco, della loro storia e di quella dei loro genitori e avi. Era la cosa da fare per la loro salvezza eppure non poteva non chiedersi se dentro di loro, crescendo, avrebbero sentito un vuoto, il richiamo di una terra lontana e la mancanza di radici... Se lui fosse stato allontanato dalla Cornovaglia da piccolo, come si sarebbe sentito crescendo? Sarebbe stato felice? O avrebbe sentito che qualcosa di lui mancava?
E con questi quesiti a cui solo il tempo avrebbe potuto rispondere, Ross si avviò verso casa. Tutte le luci erano spente eccetto quella in salotto dove il camino e qualche candela davano ancora un pallido bagliore ai vetri e all'esterno.
Pochi istanti e poi avrebbe potuto riabbracciare sua moglie...

...

Demelza ricontrollò i bambini prima di scendere in salotto a finire di ricamare una tenda. Jeremy dormiva abbracciato a un libro, Clowance se ne stava rannicchiata sotto due coperte, freddolosa come suo padre, Bella era nel mondo dei sogni da ore, abbracciata al suo pupazzo preferito.
Sorrise, erano così angelici quando dormivano...
Dopo aver dato loro un bacio, con Garrick scese di nuovo di sotto e il cane le si accoccolò sui piedi mentre lei prendeva a lavorare con ferri e lana.
Improvvisamente un rumore fece alzare a Garrick le orecchie. Il cane prese a scodinzolare e si avventò sulla porta.
Il cuore di Demelza prese a battere più forte, a quell'ora poteva essere solo... Solo...? Solo per LUI Garrick si comportava così...
Corse verso l'uscio e la porta si aprì. Il cuore della donna si gonfiò di gioia e anche se suo marito pareva congelato ed era pieno di neve su tutto il mantello, tutto quello che voleva fare era abbracciarlo. Gli era mancato così tanto e quella era l'ora del giorno in cui la nostalgia era più forte. "Ross" - sussurrò, emozionata come ad ogni suo ritorno. Non sapeva mai con precisione quando tornava dai suoi viaggi ed ogni volta era la più bella delle sorprese.
Lui la guardò, commosso come sempre. Santo cielo, non era Nampara la sua casa, la sua casa era lei... Sarebbe sempre stata lei... "Amore mio".
Demelza fece per avvicinarsi e stringerlo a se ma Ross la bloccò con un gesto della mano. "Aspetta".
"Ross, non mi importa nulla se sei tutto bagnato".
Lui scosse la testa, scostando il suo mantello affinché lei potesse vedere cosa nascondeva. "Non è questo. Abbiamo due ospiti inaspettati".
Demelza si avvicinò, guardò nella fascia e vide le due testoline bionde che sbucavano dalla fascia legata in vita da suo marito. Spalancò gli occhi, osservò loro e poi Ross e mentre Garrick si rannicchiava festante ai piedi del suo padrone, eruppe nella sua imprecazione più famosa. "Judas!".
  
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