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Autore: fefi97    26/05/2021    6 recensioni
[sterek; hp AU; auror sterek; Stiles serpeverde, Derek tassorosso; Derek licantropo]
-Fammi capire. Secondo Argent il tuo... lupo interiore ha trovato il suo compagno. Il suo compagno per la vita. E sta facendo il pazzo per emergere e trovare il suo compagno, marchiarlo e stare con lui per sempre. E più reprimi il tuo lupo interiore più questo fa il pazzo scatenando in te la tua parte animale, spingendoti a comportamenti violenti e strani? -
Derek fece una smorfia, ma non lo contraddisse.
Sapeva che Stiles sarebbe scoppiato a ridere prima o poi, ma questo non gli impedì di trucidarlo con lo sguardo.
-Oh mio Dio! Il tuo lupo è un piccolo ribelle! - ghignò – Sono sicuro che sia un serpeverde. E che mi adora perché riconosce in me un suo pari. -
Questo spiegherebbe molte cose, pensò Derek amaramente.
ps: leggete le note!
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, Cross-over, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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10


Veritaserum e verità

 

 

-Stiles, ne sei assolutamente certo? -

-Fidati di me, Tassorosso.-

Derek lo fissò per un po', poi sospirò sconsolato.

-Va bene. Facciamo questa cosa.-

Sollevò il braccio per poter bussare alla porta di Argent, ma Stiles la aprì semplicemente, ignorando l'occhiataccia di Derek.

Anche Argent gli lanciò un'occhiataccia dalla sua scrivania, ma questo non scoraggiò Stiles.

-Signore! Possiamo entrare? - domandò, praticamente già dentro.

Derek lanciò una breve occhiata di scusa a Argent, mentre entrava e chiudeva la porta.

Argent sollevò un sopracciglio e posò la propria tazza di tè sulla scrivania.

-Spero abbiate una buona ragione per interrompere il mio tè pomeridiano.-

-Un'ottima ragione, signore! - cantilenò Stiles allegro, lasciandosi cadere su una delle due sedie davanti a Argent.

Derek prese posto su quella libera, molto più riluttante. Lanciò una veloce occhiata apprensiva alla tazza vuota di Argent, sperando che Stiles sapesse quel che stava facendo.

Argent stava fissando con insistenza il collo di Stiles e Derek si ritrovò a sperare che non facesse nessuna domanda imbarazzante sulla faccenda “compagni di vita”.

Conoscendo Argent, adesso che Derek non era più un pericolo, era più probabile che avrebbe continuato a fare finta di niente per i prossimi vent'anni.

-Signore, se permette una domanda... - cominciò Stiles, sorridendo amabile – Quali sono i suoi pensieri su Lady Gaga? -

Derek spostò velocemente lo sguardo su Argent, in apprensione.

Per un attimo, sembrò che Argent stesse per mandarli al diavolo.

-Penso che Lady Gaga sia un dono di Dio e la miglior cantante mai esistita al mondo – rispose invece Argent, atono.

Ci fu un denso momento di silenzio, in cui Stiles parve esaltato, Derek ansioso e Argent semplicemente orripilato.

Lanciò un'occhiata alla sua tazza, poi fulminò Derek e Stiles.

-Stilinski. Hale. Avete messo del veritaserum nel mio tè? -

-Mentre Finstock era distratto – confermò Stiles allegramente – E abbiamo appena provato che funziona. Allison era una chiacchierona a Hogwarts, sa? E non dovrebbe cercare di tenere segreta la sua passione per Lady Gaga, signore, è davvero un'ottima cantante, niente di cui vergognarsi. Qual è la sua canzone preferita? -

-Poker face. Stilinski, sto per ucciderti – sibilò Argent, mortifero, facendo il gesto di alzarsi dalla sedia.

-Signore, possiamo spiegare – intervenne Derek, in tono urgente, mentre lanciava un'occhiata alla “avevi promesso che non ne avresti approfittato” a quell'idiota di Stiles – Abbiamo un piano per incastrare la setta dei mangiamorte, ma dobbiamo sapere di poterci fidare di lei. -

-Signore, lei è un ferale assassino che odia i babbani ed è fissato con la purezza del sangue? - domandò Stiles, senza nessun tatto.

Argent lo fulminò.

-No.-

-E c'entra qualcosa con la setta dei mangiamorte? -

-Assolutamente no. -

Stiles guardò Derek, sembrando soddisfatto.

-Direi che possiamo procedere. -

-Signore, abbiamo bisogno che lei dica sia a Allison che a Kate che i fratelli Dalton, Mike e Maggie, si trovano a casa di Stiles – disse Derek, guardando con serietà il loro capo.

Argent aggrottò la fronte.

-Perché dovrei fare una cosa del genere? -

-Abbiamo modo di credere che una delle due sia coinvolta nell'omicidio dei Dalton. Vogliamo tendere una trappola facendo credere che Mike e Maggie siano ancora da me. Quando il responsabile si presenterà con l'intenzione di uccidere i ragazzi, Derek ed io saremo pronti a catturarlo – spiegò Stiles.

Argent sembrava profondamente depresso.

-E posso sapere dove invece si trovano quei due poveri ragazzi che hanno avuto la sventura di incontrarvi? -

Derek e Stiles si scambiarono un'occhiata, poi il serpeverde scosse piano la testa e Derek sospirò, tornando a concentrarsi su Argent.

-Preferiamo di no, signore. La prudenza non è mai troppa. Sappia solo che sono al sicuro con mio zio. Non penso che lei lo conosca, ma è un ottimo mago, davvero. -

-Conosco suo zio fin troppo bene – rispose Argent sotto l'impulso della pozione, per poi chiudere gli occhi come se rimpiangesse il giorno in cui era stato messo al mondo.

Derek aggrottò la fronte, ma prima che potesse anche solo metabolizzare quelle parole, Stiles gli parlò sopra, curioso.

-In che modo lo conosce? -

Era chiaro che Argent non volesse rispondere nel modo più assoluto, ma nemmeno lui poteva opporsi al veritaserum.

-In modo intimo. Molto intimo. -

Ci volle qualche secondo prima che entrambi recepissero l'esatto significato di quelle parole.

-Lei è andato a letto con mio zio?- quasi urlò Derek, orripilato.

Argent aveva la morte negli occhi quando rispose.

-Parecchie volte. -

-Oh mio Dio! - esclamò Derek, scostandosi un po' con la sedia.

-Oh mio Dio! - rise Stiles, assolutamente deliziato.

-Oh mio Dio – mormorò Argent, prendendosi il volto tra le mani – Io vi licenzierò, lo giuro. Fosse l'ultima cosa che faccio. -

-E quante volte esattamente... - cominciò Stiles, allegro, ma sia Argent che Derek lo fulminarono.

-Stiles, quello è mio zio. Ti prego contieniti – sibilò Derek, che aveva la sgradevole sensazione di essere arrossito.

-Stilinski, fammi anche solo una domanda sulla mia intimità, e giuro che di te non troveranno nemmeno le ossa. -

Stiles sollevò le mani, senza smettere di sorridere.

-Farà quello che le abbiamo chiesto, signore? - domandò Derek, ancora profondamente turbato.

Perché improvvisamente guardare Argent negli occhi era così difficile?

E perché non riusciva a smettere di pensare a lui e a suo zio in posizioni compromettenti?!

-Lo farò – rispose Argent in tono piatto, gli occhi stretti su di loro e lampeggianti d'odio – Solo perché ho fatto un giuramento quando sono diventato auror e credo in quello che faccio e sono tenuto a prendere in considerazione ogni possibile pista. Ma dubito fortemente che mia sorella o mia figlia c'entrino qualcosa in questa faccenda. -

-È quello che ci auguriamo tutti signore – lo assecondò Stiles, con uno sbrigativo gesto della mano – Parlando di cose serie. Lei e lo zio di Derek... -

-Stiles! - urlò Derek, fulminandolo.

Stiles gli rivolse un finto sguardo innocente.

-Che c'è? Non è colpa mia se Argent è praticamente il tuo zio acquisito!-

-

-Argent non è il mio zio acquisito! - protestò Derek con forza. Lanciò un'occhiata a Argent, implorante – Giusto? Non si vede ancora con mio zio, vero? -

Lo sguardo di Argent era indecifrabile, ma Derek non dubitava che li avrebbe volentieri uccisi lentamente e dolorosamente.

-No. Non so nemmeno dove abiti. Non lo vedo da ventitré anni. -

-Che è esattamente l'età di Allison – considerò Stiles.

Improvvisamente, la verità si presentò a Derek in tutto il suo orrore.

-Era lei! - esclamò, sconvolto – Era lei il suo compagno! Lo ha lasciato quando sua moglie è rimasta incinta di Allison! -

-Woah, cosa? - intervenne Stiles, guardando Argent sconvolto – Lo ha abbandonato anche se sapeva che sarebbe, mh, tipo impazzito? -

Argent si alzò di scatto in piedi, sbattendo i pugni sulla scrivania.

-Scegliere Victoria è stata la decisione più difficile della mia vita, ma non mi aspetto che due ragazzini con il latte alla bocca come voi possano capire. E, no, non sapevo che sarebbe potuto impazzire, non finché il lupo di Hale non ha cominciato a fare il pazzo e mi sono documentato come si deve. In ogni caso non ha importanza, perché non riesco a rintracciarlo e comunque dubito che voglia sentirmi dopo tutti questi anni. E adesso siete pregati di uscire dal mio ufficio e di non farvi più vedere fino a quando non avrete risolto il caso. -

Sia Stiles che Derek non ebbero il coraggio di disobbedire. Si alzarono di scatto in piedi, praticamente correndo verso la porta.

Non parlarono finché non furono al sicuro nel proprio ufficio e poterono scambiarsi uno sguardo allibito.

-Non posso credere che Chris Argent, il nostro capo, facesse cosacce con tuo zio! - sussurrò Stiles, quasi reverente nel suo sconvolgimento.

Derek gemette e si coprì il viso con le mani, consapevole che quell'immagine lo avrebbe tormentato per il resto dei suoi giorni.

 

 

Derek aveva fatto centinaia di appostamenti con Stiles negli ultimi quattro anni.

Ma era la prima volta che gli sembrava che la Camaro, riparata e resa invisibile da un incantesimo, fosse troppo piccola per entrambi.

Ormai era notte fonda e aspettavano sotto casa di Stiles da tutto il giorno, sperando che Kate o Allison cadessero nella loro trappola.

Stiles era visibilmente nervoso, continuava a tamburellare le dita sul volante in un ritmo frenetico.

Anche Derek era nervoso, ma non solo per il caso.

Le parole di Jackson continuavano a turbinargli nel cervello.

Eri Derek Fottuta Meraviglia Hale per lui. Beh, lo sei ancora.

-Sei sicuro che il tuo piano funzionerà? - domandò, perché aveva bisogno di distrarsi.

Stiles continuò a perlustrare la via buia con gli occhi, senza guardarlo.

-Diciamo che sono fiducioso. Valeva la pena tentare. Se non altro dopo tutto il casino che abbiamo fatto con il veritaserum. -

Derek sbuffò, anche se era un po' divertito.

-Vuoi dire il casino che tu hai fatto con il veritaserum. -

Stiles ridacchiò e Derek lo osservò attentamente.

-Come te lo sei procurato, a proposito? -

Stiles si strinse nelle spalle.

-Me lo ha dato Lydia. -

Derek inarcò le sopracciglia, riportando lo sguardo davanti a sé e cominciando ad avvertire anche il lupo innervosirsi.

-Lydia? E perché avrebbe dovuto farlo? Non si possono ritirare pozioni come il veritaserum senza il permesso scritto di un superiore. -

-Beh, le ho detto che mi serviva per il caso dei mangiamorte e che Argent non doveva saperlo. E visto che mi aveva già dato una mano a portare Maggie e Mike a casa mia, mi ha aiutato ancora. -

Derek si girò così di scatto che si fece male al collo.

-Cosa?! Lydia sapeva che avevi portato i ragazzi da te? Lo ha sempre saputo? -

Stiles gli lanciò una rapida occhiata, sembrando niente di meno che perplesso e facendo infuriare Derek ancora di più.

-Sì. Voglio dire, i ragazzi erano sotto la sua custodia quella sera. Nemmeno lei voleva che finissero in delle pidocchiose case sicure, separati. Così mi ha aiutato e ha giurato di non dire niente né ad Allison né ad Argent. -

Derek lo fissò, sentendosi tradito e ferito come non mai.

-Lo hai detto a Lydia e non a me? Ti sei fidato di lei e non di me? -

-Woah, aspetta un attimo! - esclamò Stiles, finalmente girandosi a guardarlo, sconvolto e arrabbiato insieme – Non metterla così, cazzo. Non è giusto. Non è vero. -

-No? - incalzò Derek, sarcastico – E allora perché io l'ho saputo solo quattro giorni dopo? Evidentemente non ero affidabile quanto la tua preziosa Lydia Martin. -

Stiles assottigliò gli occhi e Derek seppe di avere esagerato.

-Vaffanculo Derek. Non so perché stai facendo lo stronzo e non ho tempo per questo adesso, ma sai che le cose non stanno così. Mi fido di te, mi fido di te in un modo incredibile, non potrei mai fidarmi di Lydia così. Ma mi serviva una mano per portare via i ragazzi e in quel momento Lydia mi era più utile di te. Tutto qui. Poi se vuoi trasformarlo in un dramma da tassorosso, accomodati. -

-Un dramma da tassorosso? - ripeté Derek velenoso, incapace di fermarsi, di dominarsi. Non ora che era stato fatto il nome di Lydia, non dopo una giornata passata in preda a domande, dubbi e rimorsi terribili – Sei proprio l'ultima persona che può parlare in fatto di drammi amorosi, Stiles. -

Visto che mi hai tenuto nascosto per anni il fatto che ti piacessi, pensò, ma non lo disse.

Stiles lo fissò, confuso ed esasperato.

-Derek non ti sto seguendo. Sei geloso o cosa? Perché se sei geloso, sappi che sei molto carino e mi lusinga, ma non ce n'è bisogno. -

Suo malgrado, Derek sentì la propria espressione arrabbiata ammorbidirsi, mentre i suoi battiti aumentavano.

-Non ce n'è bisogno? -

Stiles d'un tratto sorrise, un sorriso esasperato e affettuoso, mentre scuoteva la testa.

-Sei proprio un caso umano, Sourpuff. Sono venuto a letto con te, mi sono fatto mordere da te, ho acconsentito a iniziare una relazione con te. Cazzo, sei il mio compagno. E tu ti preoccupi ancora se due mesi fa ho detto a Lydia di Mike e Maggie? -

Visto che Derek manteneva uno sguardo diffidente, Stiles gemette esasperato, buttando la testa indietro.

-Visto che mi costringi a dirtelo esplicitamente...Non devi essere geloso di Lydia. Perché tutto ciò a cui riesco a pensare ultimamente sei tu, Derek. -

Sollevò un sopracciglio, mentre Derek lo fissava, il cuore che batteva rapido.

-Abbastanza sdolcinato per te? Ora puoi smetterla di essere strano durante un appostamento? -

Derek non disse nulla, ma sorrideva impercettibilmente. Cercava di non farsi troppe aspettative sulle parole di Stiles, era ovvio che pensasse a lui, cazzo erano appena stati a letto insieme, ma non poteva impedirsi di sperare, sperare che ci fosse qualcosa di più.

Stiles scosse la testa e, brontolando insulti, si sporse per lasciargli un bacio veloce sulle labbra.

Derek capì che ci fosse qualcosa che non andava dal modo in cui Stiles si era irrigidito contro di lui. Staccò appena la bocca dalla sua, rimanendo vicinissimo, gli occhi fissi sul finestrino alle spalle di Derek.

-Non ti muovere – sussurrò, pianissimo, e Derek si immobilizzò all'istante, obbediente – C'è qualcuno lì fuori. -

-Riesci a colpirlo da qui? - mormorò Derek, le labbra che sfioravano quelle di Stiles.

-Ci provo. Sta fermo, non voglio colpirti. -

Derek obbedì, sentendo la bacchetta di Stiles sfiorargli l'orecchio sinistro. C'era solo una minuscola fessura nel finestrino, era quasi impossibile prendere la mira con precisione, ma Derek sapeva che se qualcuno poteva riuscirci quello era proprio Stiles. Derek non lo sentì pronunciare l'incantesimo, ma dal tonfo proveniente dall'esterno capì che l'incantesimo di pietrificazione di Stiles era andato a buon fine.

Insieme si precipitarono giù dall'auto, mentre Stiles illuminava la strada buia con la bacchetta.

Fu Derek a raggiungere per primo il corpo inerme, caduto proprio davanti al primo gradino del portone di Stiles. L'individuo era caduto prono, il cappuccio del lungo mantello nero gli copriva ancora la testa. Derek lo girò, abbassando in contemporanea il cappuccio. Riconobbe il viso pietrificato ancora prima che Stiles lo illuminasse.

Gli occhi azzurri di Kate Argent, l'unica parte del suo corpo che riuscisse a muovere, li stavano fissando con autentico odio.

-Te lo avevo detto, Derek – disse Stiles, cupo.

Derek si limitò a deglutire, gli occhi che non riuscivano a staccarsi dal viso della donna che aveva ucciso i genitori di Mike e Maggie.

Kate Argent, la sua ex amante.

 

 

-Questa è un'enorme stronzata! - sbraitò Stiles, entrando nel loro ufficio come una furia.

Derek lo seguì, intellegibile.

-Siamo stati noi ad avere l'idea, noi abbiamo catturato quella figlia di puttana, il caso è nostro! Perché devono essere Jackson e Lahey a condurre l'interrogatorio?! -

-Lo sai perché – rispose Derek piatto, lasciandosi cadere stancamente sulla sedia davanti alla sua scrivania – Argent dice che siamo troppo coinvolti. -

-Vaffanculo, io non sono coinvolto! - urlò Stiles, guardandolo con rabbia – Voglio solo far soffrire quella stronza con la maledizione cruciatus finché non mi chiederà pietà! E non mi fermerò finché non mi pregherà di ucciderla, proprio come lei ha ucciso Richard, Emily e Susan Dalton! -

Derek si prese la fronte con le mani, esausto. Stava ancora cercando di metabolizzare che Kate Argent, con cui aveva condiviso parecchie notti appassionate, fosse anche la persona che al momento odiava di più in tutto il mondo.

-Vedi, è per questo che Argent non fa condurre l'interrogatorio a noi. Quella è sua sorella, nonostante tutto. E tu sei completamente fuori di testa. -

Derek sollevò di scatto il viso quando sentì un rumore sordo. Stiles aveva rovesciato il cestino con un calcio e adesso lo stava guardando furioso, standosene in piedi tra le cartacce e i loro avanzi di cibo.

-Sì, sono fuori di testa e lo saresti anche tu, se te ne fregasse qualcosa di Mike e Maggie! -

Come guidato da una forza invisibile, Derek si alzò di scatto in piedi, livido.

-Stai attento, Stiles – sibilò, stringendo i pugni – Compagno o non compagno, posso sempre farti molto male se continui a dire cazzate. -

-Cazzate? - ripeté Stiles, astioso, ignorando completamente l'avvertimento e la posa rigida di Derek e avvicinandosi con irruenza a lui – Chi è che non li voleva sin dall'inizio? Chi è che li ha spediti da Peter senza nemmeno pensarci mezzo secondo? -

-Eri d'accordo con me! - ruggì Derek, facendo il giro della scrivania fino a trovarsi a pochi centimetri da Stiles – Sai bene perché li abbiamo mandati via! Senti, so che sei incazzato, ma non ti permetterò di sfogarti su di me! -

Prendendo Derek completamente alla sprovvista, Stiles gli assestò un potente spintone al petto, gli occhi stravolti dalla rabbia.

-Te lo avevo detto che era Kate! Te lo avevo detto, avremmo potuto chiudere il caso da giorni, ma tu dovevi a tutti i costi proteggere la tua scopata del momento come il fottuto tassorosso che sei! -

Per un terribile e infinito momento, Derek pensò che il lupo avrebbe attaccato. Ma anche se si stava comportando da coglione, quello era il loro compagno, il loro compagno legato, e il lupo si limitò a ringhiare, rifiutandosi di fargli del male.

Ma Derek non era dello stesso avviso.

Si aprì in un piccolo sorriso cattivo, decisamente non da lui.

-Beh, tecnicamente la mia scopata del momento sei tu. -

Non lo vide neanche arrivare lo schiaffo, sentì il rumore prima del dolore. Derek rimase immobile, come pietrificato, mentre fissava Stiles, ansimante e rosso, con il braccio ancora sollevato in aria.

Lo stomaco gli sprofondò quando si rese conto che aveva gli occhi lucidi.

-Stiles – lo chiamò, con una voce che non sembrava nemmeno la sua – Mi dispiace. Ti prego. Scusa. Scusa, scusa, scusa, scusa. -

Derek sapeva che anche i suoi occhi erano diventati lucidi, perché l'espressione di Stiles cambiò appena. Abbassò lentamente il braccio, tenendosi ancora rigido e diffidente.

Derek si mosse lentamente verso di lui, senza staccare gli occhi dai suoi, come se stesse cercando di domare una tigre feroce. Stiles era ancora teso quando Derek gli passò lentamente le braccia intorno alla vita, portandoselo contro e piegandosi finché non affondò il viso contro il suo collo.

-Scusa, scusa, scusa, scusa – ripeté in un mantra senza fine contro la sua gola, dove c'era il morso di Derek, simbolo di quel legame che aveva appena denigrato in modo così stupido – Non so perché l'ho detto. Non è vero. Sai che non è vero. -

Dopo un angosciante minuto di silenzio, Stiles sospirò appena e Derek quasi pianse di sollievo quando sentì le braccia dell'altro circondargli con cautela la schiena. Anche il suo battito adesso era più regolare, l'odore meno aspro e arrabbiato.

-Sì, lo so. E lo hai detto per fare lo stronzo, ma solo perché lo stavo facendo anche io – Derek poteva sentirlo sorridere anche senza vederlo in faccia – Questa è una cosa molto serpeverde, in effetti. -

-Il mio lupo è un serpeverde – mormorò Derek, stringendolo più forte – E ti adora perché riconosce in te un suo pari. E questa è solo una delle tante cose su cui hai avuto ragione sin dall'inizio. Avrei dovuto darti retta su Kate. -

Stiles rimase in silenzio, ma Derek sentì un suo braccio spostarsi per accarezzargli con dolcezza i capelli.

-Dispiace anche a me – disse infine, sussurrando contro il suo orecchio, senza accennare a sciogliere il loro abbraccio – Non avrei dovuto dire quelle cose su Mike e Maggie, so che li ami quanto me. E non avrei dovuto colpirti. -

-Me lo sono un po' meritato – replicò Derek, ma sentì Stiles scuotere la testa.

-No. Tu sei sempre attento con me, non mi tocchi mai perché hai paura di ferirmi, anche solo per sbaglio. Anche se non sono un licantropo, non sono comunque legittimato a farti del male. Perché tu non mi hai mai fatto del male. -

Derek sollevò il viso dal collo di Stiles, senza lasciarlo andare ma allontanandosi un po' per poterlo osservare bene in viso.

-Io ho cominciato a farti del male quando avevo diciassette anni, a quanto pare. -

Gli occhi di Stiles si spalancarono e il suo odore intenso e nervoso disse a Derek che aveva capito. Fece per allontanarsi, ma Derek lo trattenne contro di sé, gentile ma fermo.

-Stiles. Penso che dobbiamo parlare. Ci sono... tante cose che devo dirti. E che avrei dovuto dirti molto tempo fa, se devo essere sincero. Ho parlato con Jackson e Erica e adesso ci sono tante cose che mi sono chiare. Tante cose per cui devo scusarmi, anche.-

Stiles si limitò ad osservarlo in silenzio, gli occhi che correvano impazziti dal suo viso alla porta, come se stesse cercando una via di fuga, il suo battito impazzito.

-Derek... non so come mai tu stia tirando fuori quella storia adesso, né cosa ti abbia detto Erica o quello stronzo di Jackson, ma non c'è bisogno di parlarne. Sono cose successe un sacco di tempo fa, io ero un ragazzino stupido e irritante. Veramente, lascia stare. -

Derek aggrottò la fronte, contrariato.

Ma prima che potesse protestare, la porta dell'ufficio si spalancò di colpo. Stiles balzò via dalle sue braccia come se si fosse scottato e Derek lo lasciò andare, cercando di sopprimere quell'opprimente senso di perdita che sentiva.

Osservò con occhi vuoti Jackson e Isaac sulla soglia, il primo sospettoso e impaziente, il secondo visibilmente imbarazzato e agitato.

-Stiles, Hale. Abbiamo la confessione. -

-Vi ha detto dove trovare gli altri? - domandò subito Stiles, facendo un passo verso l'ex compagno di casa, evitando accuratamente lo sguardo di Derek.

Jackson annuì, lo sguardo cupo.

-Sì. Muovetevi, Argent vuole che partiate subito. E, Stiles, cerca di non fare stronzate, ho dovuto praticamente scongiurare Argent di non toglierti il caso. -

Stiles annuì, per una volta senza obiezioni o ribellioni.

-Cosa ha detto sulla collana? - intervenne Derek, senza perdere di vista il compagno.

Isaac si strinse nelle spalle.

-Ci sono due collane a quanto pare. Kate ha smesso di indossare la sua quando ha scoperto che Mike era sopravvissuto. Temeva che l'avesse vista e voleva depistare i sospetti su Allison. -

-Allison come sta? - chiese Stiles, preoccupato.

Jackson grugnì, evasivo.

-Non bene. È piuttosto sconvolta, come Argent, anche se lui lo nasconde meglio. C'è Lydia con lei adesso. -

-Dobbiamo andare – concluse Isaac, lanciando un'occhiata significativa al compagno.

Derek si aspettava che Stiles lo guardasse, come faceva sempre prima di una missione, per condividere silenziosamente il loro piano. Ma questa volta Stiles uscì dall'ufficio senza guardarlo, seguendo Jackson e Isaac, e Derek si sentì solo come non mai.

 

 

Derek non era per niente concentrato.

E sapeva che questo non andava affatto bene. Non quando stavano facendo un appostamento davanti al covo della setta a cui davano la caccia da un anno.

Derek non era molto sorpreso del fatto che si trattasse di una casa nel bosco.

C'era sempre una casa inquietante nel bosco in ogni storia di cattivi.

Per un po' cercò di ripassare il piano a mente, di ricordarsi tutti i dettagli che Kate aveva rivelato durante l'interrogatorio, il numero di complici, la posizione delle uscite, i piani della casa.

Ma rimanere concentrato era impossibile.

A sua discolpa, dovevano aspettare il segnale di via libera di Isaac e Jackson prima di fare irruzione. E così erano bloccati nella Camaro, l'odore aspro e nervoso di Stiles che stava lentamente facendo uscire Derek di testa.

-Stiles – cominciò, la voce roca per il prolungato silenzio.

Stiles si irrigidì, ma non si voltò verso di lui, continuando invece a scrutare fuori dal finestrino in attesa del segnale.

-Non ora, Derek. -

-Invece ne parliamo ora – ribatté Derek, cominciando ad arrabbiarsi – Dobbiamo parlarne. -

-Non ora. Non durante una missione – ringhiò quasi Stiles, i muscoli del collo tesissimi – Ho bisogno di restare lucido. Per cui stai zitto. Per favore. -

-Dobbiamo parlarne ora proprio perché siamo in missione, una missione pericolosa. Non voglio che mi succeda qualcosa senza averti detto...delle cose. -

Stiles si voltò di scatto verso di lui e Derek sobbalzò sorpreso davanti agli occhi ardenti e furiosi dell'altro.

-Non ti succederà un bel niente. Non finché ci sono io. Ed è esattamente per questo che devo rimanere lucido. -

Derek scosse la testa, la fronte aggrottata.

-Non sappiamo come andrà. E io... mi dispiace, ma devo parlare. Dio, avrei dovuto parlare anni fa, ma sono stato troppo codardo e ora potrebbe essere la mia ultima occasione. -

-Smettila cazzo – sibilò Stiles, fulminandolo – Smettila di parlare di ultime occasioni, di rimpianto e stronzate simili. Andrà tutto bene e parleremo dopo. -

-Non era solo il lupo – sbottò Derek, ignorandolo – Non è mai stato solo il lupo. -

Stiles non smise di guardarlo male, ma Derek sapeva che ormai si era arreso.

-Di cosa stai parlando? Non era solo il lupo a fare cosa? -

Derek si passò la lingua sulle labbra, trovandole aride.

-A volerti. Ad amarti. -

Stiles rimase in silenzio, talmente immobile e imperscrutabile che Derek controllò stupidamente il suo battito cardiaco, come se avesse paura di non trovare alcun suono. Ma il cuore di Stiles batteva, fortissimo, ed era l'unico rumore nell'auto.

Derek strinse le mani sulle ginocchia, senza staccare lo sguardo da quello stralunato e fisso di Stiles.

-Io ti amo, Stiles. Ti amo dal primo giorno in cui Argent ci ha messo a lavorare insieme. Non volevo ammetterlo, ho cercato di negarlo perché mi faceva paura, perché non ho mai provato quello che provo per te per nessuno, mai. Voglio dire, sono stato innamorato, ma mai in questo modo così... così viscerale. Se non ti vedo anche solo per un giorno, sto male da cani e... non è normale, cazzo! Ma ti amo. Ti amo per un milione di ragioni e il fatto che il lupo ti abbia scelto come compagno non è tra queste. Ti amo, ti amo, ti amo. -

Stiles rimaneva in silenzio, quasi assente, e Derek continuò a parlare, un po' disperato.

-Mi dispiace per averti fatto sentire invisibile a Hogwarts, mi dispiace se ti ho fatto credere che il lupo ti volesse più di me. Mi dispiace per tutto. Ero solo un ragazzino troppo solo e troppo cieco, convinto che avrei smesso di sentirmi così odiosamente spezzato se solo fossi riuscito a far funzionare le cose con Braeden – i suoi occhi ardevano in quelli impenetrabili di Stiles – E in effetti ho smesso di sentirmi spezzato. Ho smesso nell'esatto istante in cui ho aperto la porta del nostro ufficio e ti ho trovato sdraiato sulla mia scrivania, con la tua risata irritante che ho imparato a venerare dopo circa dieci secondi. Avrei dovuto parlare chiaro subito, ma avevo paura che tu amassi Lydia e non volevo costringerti a stare con me, non volevo turbarti. Ma adesso sono qui, a dirti che ti amo e a sentirmi davvero un tassorosso scemo. E lo sto facendo perché, in qualche modo, spero che anche tu possa amarmi – Derek fece una pausa, fissando Stiles quasi implorante – È così? -

Stiles sbatté le palpebre, l'unico segno di vita che aveva dato da minuti interi. Spostò lo sguardo alle spalle di Derek, anche se il suo cuore continuava a battere veloce, troppo veloce.

-Il segnale. È ora – disse con voce roca, non da lui.

Derek si limitò ad annuire, stringendo le labbra e cercando di ricacciare il senso di amara delusione che lo stava invadendo.

Almeno aveva detto la verità, ci aveva provato. Non poteva rimproverarsi niente. E, soprattutto, non poteva costringere Stiles a ricambiare i suoi sentimenti.

-D'accordo. Jackson e Isaac entreranno dal retro, tu ed io da davanti. Io vado per primo e tu mi copri le spalle. -

Per la prima volta da quando Derek aveva cominciato a parlare, gli occhi di Stiles si rianimarono e il ragazzo sembrò tornare in sé.

-No! – esclamò, con uno sguardo feroce e risoluto a Derek – Vado per primo io. -

Derek aggrottò la fronte.

-Abbiamo stabilito ore fa che sarei andato prima io. Abbiamo un piano, seguiamolo. -

-Sì, ma adesso è diverso – esclamò Stiles, sembrando un po' disperato e sorprendendo Derek – Ora... - si interruppe bruscamente, abbassando lo sguardo.

Derek fece un sorrisetto, capendo finalmente quale fosse il problema.

-Non ti devi preoccupare. Se anche dovesse succedermi qualcosa, non ti serberei rancore per non avermi risposto. Non c'è bisogno che tu mi protegga. -

Stiles sollevò di scatto lo sguardo, arrabbiato, e sembrava in procinto di dire qualcosa, ma poi si limitò a scuotere rabbiosamente la testa.

-Va bene. Ti guardo le spalle. -

 

 

 

Derek non era mai stato colpito durante una missione.

Aveva dei sensi molto sviluppati e dove i suoi sensi non arrivavano, arrivava Stiles.

Stiles riusciva sempre a intervenire in tempo, con una naturalezza che lasciava sempre Derek stupito.

Stiles era sempre preciso, attento, entrava in azione al momento giusto, non un secondo prima né un secondo dopo.

Ma questa volta Derek sapeva che era in ritardo, perché sentì la sua voce gridargli di stare giù quando ormai il fascio di un incantesimo non verbale lo stava raggiungendo. Il corpo di Stiles impattò quasi con violenza sul suo, buttandolo a terra. Il suo intervento era stato tempestivo, ma non abbastanza. Rotolarono insieme sul pavimento, Stiles sopra di lui.

-Merda – imprecò Stiles tra i denti e Derek lo sentì rimettersi in piedi e urlare incantesimi a raffica.

Derek voleva imitarlo, ma un forte dolore alla testa lo trattenne.

Gemette, portandosi una mano sulla tempia destra. Quando se la portò davanti agli occhi, vide che le dita erano ricoperte di sangue, anche se non riusciva a capire da dove provenisse. Tutta la testa gli pulsava e gli faceva un male cane.

E pensare che stavano andando così bene fino a quel momento.

Avevano messo fuori gioco sei maghi, ne mancava solo uno seguendo le indicazioni di Kate.

E ovviamente doveva essere proprio il bastardo che aveva colpito Derek a tradimento.

-Derek! Derek ci sei? -

La voce di Stiles, concitata e urgente, era vicinissima, anche se Derek non riusciva a mettere a fuoco il suo viso, che ondeggiava pallido e preoccupato su di lui.

Cercò di forzare un grugnito di risposta, che a quanto pare Stiles ritenne una sufficiente rassicurazione.

-Resta giù! Non ti muovere! -

Derek non rispose, si limitò ad accasciarsi sul pavimento, chiudendo gli occhi. Sapeva di essere inutile al momento, ma cercò di monitorare la situazione con i suoi sensi, senza mai perdere di vista il battito accelerato di Stiles e il suono della sua corsa. Aggrottò le sopracciglia quando sentì delle urla, ma si rilassò leggermente quando si rese conto che non appartenevano a Stiles.

-Stiles! Basta così, lo ucciderai! -

Quella era la voce di Jackson, ovattata e come proveniente da un altro pianeta.

-Meglio – ringhiò Stiles, ma in quel momento le urla cessarono e Derek capì che, per fortuna, aveva fatto prevalere la lucidità sul senso di vendetta.

Derek non si sarebbe mai perdonato se Stiles fosse diventato un assassino a causa sua.

Si sforzò di aprire gli occhi quando sentì l'odore nervoso e in ansia di Stiles farsi più vicino, i suoi passi frenetici che rimbombavano nella vecchia casa.

-Derek! -

Stiles era di nuovo in ginocchio accanto a lui e Derek notò, con un po' di inquietudine, che teneva le mani sospese con cautela sul suo viso, come se avesse paura di toccarlo.

O non sapesse cosa poter toccare.

-Derek, mi senti? -

-Male – grugnì Derek – Tutto confuso. -

-Merda – borbottò Stiles, poi aggiunse in tono più alto, come se stesse parlando con qualcun altro presente nella stanza: - Dice che sente male, che è confuso! -

-Grazie al cazzo, gli hanno fatto esplodere un orecchio. -

-Jackson, vaffanculo! - urlò Stiles, senza staccare gli occhi da quelli di Derek, che aveva spalancato i suoi.

-Non ascoltarlo, Derek, è solo un coglione. E il tuo orecchio non è proprio esploso esploso. Solo un pezzetto. La punta. Beh, un po' più della punta. Ma a nessuno serve la punta dell'orecchio, cazzo, è praticamente inutile, lo sanno tutti – si premurò di rassicurarlo Stiles, con un po' di disperazione – Ho visto di peggio Tassorosso, davvero. Starai benone. -

Derek fece una smorfia, ma era troppo debole per contraddirlo.

-Lo hai preso? Hai preso quello stronzo? -

L'espressione di Stiles si fece feroce.

-Ci puoi giurare. -

Derek cercò di sollevare le labbra in un sorriso, ma non doveva essere un bello spettacolo a giudicare dall'espressione terrorizzata di Stiles.

-Bene. -

-Jackson, dobbiamo portare Derek al San Mungo, adesso. Sta perdendo un sacco di sangue! - esclamò Stiles, parlando da sopra la sua spalla.

Si voltò di scatto quando sentì il tocco leggero delle dita di Derek sulla guancia. Gli aveva lasciato una scia di sangue sulla pelle, ma a Stiles non sembrava importare.

-Ti amo – gli disse Derek in un sussurro, godendosi gli occhi di Stiles farsi spalancati e luminosi nei suoi.

Stiles mosse le labbra, formulando una risposta, ma Derek lasciò cadere stancamente la mano dal suo viso, chiuse gli occhi e svenne.

 

 

ANGOLINO

 

 

Ciaooo!

Scusate il ritardo con cui aggiorno, purtroppo sono stata immersa nello studio! Aggiorno con un po' di anticipo rispetto a venerdì per farmi perdonare!

Allora, che dire... c'è un po' di capitolo in questo angst. E anche un po' di George Weasley e il suo orecchio mozzato.

Ma, ehi, almeno hanno parlato un po'!

Grazie di cuore a chiunque impieghi un po' di tempo a leggere questa schifezzina, davvero <3

Come sempre questo capitolo è per le mie cicce, love you <3

Ci vediamo venerdì prossimo con un nuovo capitolo!

Un bacio,

Fede <3

 

  
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