Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: Nisi    29/05/2021    3 recensioni
Revisione completata, pubblicazione riprende regolarmente.
'E' piuttosto improbabile che in questi boschi lei possa incontrare l’imperatore del Giappone e consorte, quindi l’abito da cerimonia non è richiesto.”
Shiori lo guardò male, agitandogli sotto il naso un maglione di pile. “Questo abbigliamento non mi dona affatto.”
Kenji si tolse gli occhiali e le diede una buona occhiata. “E’ bella lo stesso. E badi, questo non è un complimento, ma una oggettiva osservazione della realtà!”
Non è umanamente possibile che in una persona sola si concentrino tanti difetti: piattola, lagna, viziata, macigno, pallista, intrigante, nevrotica, cozza…
Ci ho pensato su e sono giunta alla conclusione che Shiori l’abbiano fatta diventare così.
Quindi quello che ci vuole è qualcuno che la rieduchi, nella fattispecie un serioso ingegnere con una spiccata tendenza alle gaffes
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I tre volti della Dea'
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 In quel breve tratto di strada che separava la macchina di Kenji dall’albergo, Shiori si rese conto cosa volesse dire avere il cuore a mille. Si sentiva leggera, euforica… in una parola, viva. Finalmente.

Per la prima volta in tanti mesi, sentì un impeto di gratitudine verso Maya Kitajima che le aveva tolto di torno quel mostro di sussiego di Masumi Hayami.
Forse era stata la Dea che ci aveva visto più lungo di lei perché sapeva che Kenji stava per affacciarsi nella sua vita.

Kenji…

Era passata solamente una manciata di ore da quando lo aveva visto per la prima volta. Lo aveva chiamato “Coso” e non si erano trovati molto simpatici. Come cambiavano le cose, visto che aveva passato le ultime tre ore ad abbracciarlo o a farsi baciare da lui o entrambe le cose. Una fitta al basso ventre le ricordò le sensazioni che aveva provato tra le sue braccia e desiderò ardentemente che le ore che la separavano da quella cena passassero alla velocità della luce.

Sarebbe andata a casa sua, da sola, a cena.

Arrossì al pensiero di cosa sarebbe potuto succedere e diventò ancora più rossa a rendersi conto di cosa lei desiderava accadesse l’indomani sera.
Si toccò le labbra gonfie e lisce, senza rendersi conto che non era mai stata tanto bella. Strinse a sé la camicia di Kenji e allungò il passo, come se accelerando l’andatura potesse far sì che il tempo passasse più velocemente. Entrò nel ryokan quasi correndo, i capelli che le danzavano sulle spalle e la camicia riabbottonata alla bell’è meglio.

L’intento era quello di andare in camera, farsi una doccia e poi cenare. Purtroppo non successe niente del genere perché non appena si avvicinò alla reception, Shiori vide una donna che riconobbe come la sua tata e quattro scagnozzi vestiti di nero che sapeva benissimo essere al soldo di suo nonno.

Rimase impietrita sul posto e tutta la felicità che aveva provato fino ad un attimo prima sembrò svanire in un lampo.

“Signorina Shiori!” chiocciò la tata e la signorina in questione pensò che mai l’aveva odiata come in quel momento. “Meno male, ci ha fatto preoccupare!”; rivolgendosi poi ai quattro nerovestiti, ordinò: “Bene, partiamo subito”. In quel momento Shiori si accorse di Trolley e Samsonite in attesa ad un angolo del bancone.
“No… aspettate, io non voglio!”
“Signorina Shiori, suo nonno l’aspetta e lei ha una brutta cera: ha gli abiti in disordine, è spettinata. Ha bisogno di riposare, altrimenti la sua salute potrebbe risentirne…Lo sa quanto è cagionevole! La cosa più saggia da fare è muoversi immediatamente, in modo da rincasare prima di sera”.

Vinta, Shiori chinò il capo: quando suo nonno ordinava qualcosa, l’unica risposta possibile era l’assenso. Però… però non voleva andarsene, non ora che aveva trovato un pochino di felicità e la Dea l’aveva presa sotto la sua protezione.

Si girò di scatto verso la signorina alla reception che la stava guardando visibilmente dispiaciuta. “La prego, la prego dica a Kenji che…”
La tata la strattonò bruscamente verso l’uscita “Signorina Shiori, andiamo. E’ già tardi e non è il caso di fare inquietare ulteriormente suo nonno”.

Shiori non svenne, non pianse, non disse niente mentre sentiva il cuore spezzarlesi nel petto e lo sconforto più nero invaderle l’anima, i quattro scagnozzi dietro di lei che seguivano ogni sua mossa, mentre l’auto partiva veloce, allontanandola da Kenji e dalla felicità.


 
*  * *

Quella volta aveva davvero superato se stesso. La cena che aveva preparato con ogni cura sembrava essere deliziosa. Aveva fatto tutto da solo, aveva solo acquistato un dolce francese perché i dessert non erano il suo forte e comunque preferiva la pasticceria europea a quella giapponese, almeno per concludere degnamente un buon pasto.

Era la prima volta che invitava una donna nella sua casa nel bosco, per una cena romantica, quantomeno. Si era sbarbato con cura, aveva indossato una camicia pulita, dei jeans nuovi che gli piacevano particolarmente. I suoi capelli erano lucidi e in ordine nella solita coda che era la sua pettinatura.

Shiori… aveva passato quel giorno quasi in agonia. Era riuscito in qualche modo a finire il lavoro per il suo cliente, ma nella sua mente in quel momento c’era spazio solamente per quella donna bruna che gli aveva rubato il cuore. Voleva vederla e quel desiderio era così forte da star male.

Erano le sei passate, per essere precisi le sei e un quarto, e Shiori non era ancora uscita dall’albergo.
Decise di entrare nel ryokan e di chiedere direttamente di lei e così fece.

Alla reception un ragazzo giovane. Dal badge che portava attaccato alla maglia si leggeva che era un nuovo assunto.

“Buonasera, sto cercando Shiori Takamiya”.
Il ragazzo lo guardò con uno sguardo un po’ stranito. “Sono terribilmente spiacente, ma in questo momento non ci sono ospiti con questo nome”.
Kenji si sentì gelare il sangue. “Mi scusi, non credo sia possibile. Potrebbe ricontrollare il registro degli ospiti, per favore?”
Il ragazzo si inchinò compitamente, poi prese a scorrere un documento a PC. “Ecco! La signorina Takamiya ha fatto il check out ieri sera.”

Kenji si sentì gelare il sangue, ancora una volta. Allora non c’era un errore, Shiori se ne era andata per davvero, solamente poche ore dopo i loro baci, le loro carezze, i loro sospiri. Sapeva benissimo di non poter aspirare a una donna come lei, però… però lui ci aveva creduto, era certo che con lei avrebbe potuto esserci qualcosa di molto bello.

Ma evidentemente si era sbagliato, non era destino. E lui doveva farsene una ragione. Prima o poi, visto che non si era mai preso una cotta del genere.
Il ragazzo alla reception mormorò: “Mi spiace, mi spiace veramente”. Doveva fargli davvero pena. Siccome non voleva la pietà di nessuno, Kenji uscì dall’albergo meditando  di scolarsi tutto il saké che aveva in casa per anestetizzare almeno un po’ il suo cuore spezzato.


* * *

Chiedo umilmente scusa per questo capitolo! E' corto e finisce in modo tremendo. Lo so che mi odiate tantissimo! Corro a nascondermi sotto al tavolo! O sotto la mia scrivania in ufficio (il mio collega mi vuole bene, mi proteggerà!).

Le scuse sono rivolte soprattutto a Tetide e a ladyathena, che ringrazio sempre di cuore e che spero di non deludere! Posso però  dirvi che il prossimo capitolo lo adoro!

Vi abbraccio tutti e vi ringrazio!
   
 
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