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Autore: MilaEdwards    30/05/2021    2 recensioni
La mia fanfiction è liberamente ispirata alla storia di Can­dy, dell'autrice gia­pponese Keiko Nagita.
"Liberamente" perché ne riprende la sto­ria e gli avveniment­i, ma non tutti.
E anche laddove gli avvenimenti sono ripresi dalla storia originale, sono stati sviluppati in mani­era diversa, secondo una mia personale visione e impostazione narrativa, verosim­ile, ma senza perdere di vista i sogni e le ambizioni dei personaggi, e i sogni di noi amanti di questa bellissima storia.
L'ambientazione è collocata negli anni '20, gli anni del dopoguerra, in cui si sviluppò certame­nte, secondo fonti storiche, una maggiore apertura verso il nuovo, l'emancipazio­ne e l'anticonformis­mo, nella vita socia­le, nel lavoro e nel­la moda, specialmente in una città cosmo­polita come New York.
I nomi dei personaggi sono quelli del racconto originale, benché in Italia il personaggio di Terry sia noto e conosciuto attraverso l'anime solo con il nome di Terence, che non esiste invece nella versione originale.
Enjoy the reading!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era il 23 dicembre. L'ultimo giorno di lezioni e tirocinio, e poi gli studenti che ne avevano la possibilità sarebbero stati liberi di tornare a casa per le feste.

Candy era felicissima. Non riusciva tanto a concentrarsi durante quell'ultima lezione, ma un po' tutti i suoi compagni erano stanchi ed euforici allo stesso tempo.

Quando cominciò a preparare la sua valigia, in stanza con lei c'era Melania, la ragazza con cui divideva la camera e con cui aveva instaurato un rapporto di amicizia e rispetto.

- Allora torni a casa, Candy? - le disse mentre anche lei stava riordinando le sue cose in una piccola valigia.

- No... vado a stare da... è un po' difficile da spiegare, ma a New York ho rivisto per caso un ragazzo della mia adolescenza e... abbiamo deciso di darci un'altra possibilità. Lui vive qui, così... vado a stare da lui.

- Capisco. Beh, l'unico modo per scoprire se tra di voi può funzionare è proprio frequentarlo. Anche io vado a stare dal mio fidanzato. La mia famiglia vive in California ed è un viaggio troppo lungo per una settimana soltanto. Allora buon Natale Candy - disse Melania, sorridendo e abbracciando la sua compagna.

- Buon Natale a te - rispose Candy ricambiando il suo abbraccio.

Anche Melania andava a trascorrere le feste dal suo fidanzato, poiché lontana dalla sua famiglia. Candy poté vedere una somiglianza con la sua storia, e constatare quanto la cultura newyorkese fosse diversa da quella di altre città americane, in cui la morale era più dominante.

Si sentì felice di poter assecondare i suoi desideri senza essere giudicata. Non che le importasse molto del giudizio altrui fine a se stesso, ma sapere di essere in una città liberale che le permetteva di fare tante nuove e diverse esperienze, utili per la sua crescita, la faceva sentire autonoma e più aperta mentalmente ai cambiamenti.
 

Un'altra sera era calata sulla città, e Terry si stava preparando per andare a prendere Candy.

Lei avrebbe trascorso le festività a casa sua, una settimana intera, e ancora non gli sembrava vero di poterla avere tutta per sé. Anche se sarebbero state giornate intense di lavoro in teatro, sapere di trovarla a casa al suo rientro lo rendeva felice.

Si guardò velocemente nello specchio e si mise a pensare che la vita gli aveva regalato una seconda opportunità con Candy. E che lui aveva finalmente deciso di coglierla.

Si chiese se la meritava... se lui meritava l'amore.

Non aveva avuto un'infanzia felice, perciò questi dubbi lo attanagliavano ogni tanto.

- Tutti meritiamo amore - disse nella sua mente, pensando di esserne certo e concludendo i suoi tormenti.

Quando ritornò a casa con Candy, ebbe la sensazione di aver chiuso il mondo fuori, e che tutto ciò che desiderava era lì, davanti a lui.

- Sentiti libera di fare come se fossi a casa tua, Candy - le disse lui, per non farla sentire un'ospite.

- Grazie Terry - rispose lei sorridendogli, apprezzando ancora una volta la sua gentilezza nell'accoglierla a casa sua, mentre entrambi si toglievano i cappotti.

- Che profumino! Hai cucinato tu? - disse lei per stuzzicarlo.

- Certo... e chi altri se no? Io sono un self made man... - disse lui ironizzando, ma dicendo qualcosa di assolutamente vero.

- Sono orgogliosa di te - disse, avvicinandosi a lui e dandogli un bacio sulla schiena.

Lui si voltò dolcemente e la strinse a sé, baciandola lentamente sulle labbra e rendendo quel dolce bacio sempre più audace.

Dopo, restarono a guardarsi un momento negli occhi, poi Candy, ancora stordita per tutta quella felicità e quell'amore che provava, si guardò intorno e per provare ad alleggerire quel momento in cui sentiva il suo cuore troppo carico di emozioni disse a Terry, sorridendo: - Non hai fatto l'albero di Natale? 

- No, non ho avuto tempo... e forse nemmeno voglia - rispose lui, che pure si sentiva travolto da emozioni intense.

- Domani ne compro uno e lo decoro... se ti fa piacere - disse lei, immaginando come potesse sembrare un finto abete natalizio in un angolo dell'appartamento di Terry, dove aveva già immaginato di posizionarlo.

Lui sorrise. - Sì... ma fai in modo di farti consegnare la merce a casa, non puoi portarlo qui da sola. Vai all'Emporio che si trova all'angolo in Bedford Street, loro mi conoscono, domani passo di lì per dire di mettere la spesa sul mio conto.

- Va bene, come vuoi - disse lei, accomodandosi sul divano. 

- Miss Pony e Suor Lane staranno preparando i loro dolcetti per Natale. Posso sentire il profumo, nei miei ricordi - disse lei, appoggiando la testa sullo schienale del divano.

- Ti mancano? - chiese lui.

- Sì, un po'. Ma sto bene qui a New York... devo essere sincera, ho rivalutato questa città.

- ...Ti piacerebbe restare a New York dopo il corso? Potresti trovare lavoro qui... e stare insieme a me - disse lui, che si teneva a distanza, abbassando un attimo lo sguardo.

- Sì... mi piacerebbe - rispose Candy. - Troverò delle opportunità dopo la specializzazione. Vorrei continuare a vederti... tutti i giorni. Ma hai detto che a gennaio partirete in tournée... quindi non sarà possibile vedersi ancora - disse lei, guardandolo negli occhi, con un'espressione seria e intensa del viso.

- No... - disse Terry. - Non sarà possibile. E mi dispiace moltissimo. Ma spero che questo non cambi le cose... tra di noi - aggiunse lui, ricambiando il suo sguardo nella stessa intensità.

- Non credo che cambierà le cose... tu lo pensi? - disse lei, con un tono basso e pacato.

- ...Io posso parlare per me... e la mia partenza non cambierà i miei sentimenti - rispose, avvicinandosi lentamente a lei e sedendosi accanto, sul divano, mentre il fuoco nel camino ardeva e riscaldava confortevolmente la stanza e l'atmosfera.

- Anche io posso parlare soltanto per me... e ti aspetterò, Terry - disse lei, guardandolo in viso e poi abbassando lo sguardo.

La guardava anche lui, quell'atmosfera diventata confortevole non gli evitò di sentire la pelle d'oca.

Restarono un attimo in silenzio. 

Poi Candy riprese a guardarlo, si avvicinò lentamente e gli diede un bacio sulle labbra, staccandosi subito dopo e restandogli abbastanza vicina per poterlo guardare negli occhi... quegli occhi blu che sapeva leggere molto bene, e in cui anche lei si perdeva.

​Pieno di passione, Terry cominciò a baciarla sul collo. Aveva un profumo delicato, si sentiva inebriato. Si sentiva così coinvolto che stava perdendo il controllo della situazione.

Candy cominciava a sentire brividi nel ventre. Gli mise le mani tra i capelli... poi lui la baciò sulle labbra.

- Ti amo tanto - disse Candy.

- Voglio fare l'amore con te - disse lui, totalmente perso nel suo viso.

Candy lo guardò, visibilmente emozionata.

La prese per mano e andarono nella sua stanza da letto.
 
 
 
La luce rosa dell'aurora cominciava a filtrare attraverso la finestra.

Candy era appoggiata sul petto di Terry, lui aveva la mano tra i suoi capelli soffici e le accarezzava la testa.

- Vuoi restare con me per sempre? - chiese Terry, senza guardarla, per un certo timore della sua risposta.

- Per sempre? Per sempre è un bell'impegno Terry Granchester... ne sei proprio sicuro? - rispose lei, pacatamente e seriamente.

- Sono sicuro di amarti... e vorrei stare con te per sempre. E di sicuro c'è anche che non è qualcosa che ho cominciato a desiderare un'ora fa. Era dentro di me da tempo - rispose lui deciso, avendo intuìto i timori di Candy.

Lei restò in silenzio. Terry continuava ad accarezzarle i capelli.

Poi sollevò il viso per guardarlo. 

- Però... se non ci fossimo incontrati... per caso... adesso non saremmo qui.

Ora la guardava anche lui. - Cosa intendi? - disse, per farle esprimere il suo pensiero, che lui aveva già in parte compreso ma voleva che fosse lei a parlargliene.

Candy esitò un momento, staccandosi da Terry e distendendosi al suo posto nel letto.

- Se hai dei dubbi, qualsiasi cosa... vorrei che me ne parlassi Candy. Solo così potremo conoscere meglio i nostri bisogni... non ti pare? 

- Sì. Intendo che... hai detto che era qualcosa che desideravi da tempo. Ma se non ci fossimo incontrati per caso, io non lo avrei mai saputo.

- È vero. Prima di rivederti qui in città, ammetto che volevo dimenticarti. All'inizio ero proprio arrabbiato con te. Poi lentamente ho maturato delle considerazioni... su come erano andate le cose tra di noi, e ho deciso di andare avanti con la mia vita. Speravo che tu potessi essere felice... ma non volevo pensarti, non volevo parlare di te, sapere qualcosa di te... e non sarei mai venuto a cercarti, se ti riferivi a questo.

Candy lo ascoltava, senza guardarlo.

- È per questo che... dico che... il caso ha deciso per noi? Possono due persone che si amano lasciar decidere al caso? - disse lei.

- ...Hai detto bene... due persone. Anche tu mi pare che sia andata avanti con la tua vita...

Lei ora si voltò a guardarlo. Ci fu un momento di silenzio. 

- Se il caso ha deciso per noi... che ruolo hanno avuto i nostri sentimenti? - aggiunse poi lei, con un tono disilluso. 

Terry non rispose subito. Lei continuava a guardarlo, mentre lui aveva abbassato lo sguardo.

Poi sentì di volerle dire che in realtà lui dopo l'aveva cercata, e riprese a parlare: - ...Una cosa che non sai... è che quando ci siamo incontrati la seconda volta è stato perché... io ho fatto in modo di incontrarci.

- Cosa? - rispose lei con un'aria stupita e incuriosita allo stesso tempo.

- Volevo parlarti... e nonostante tu mi avessi detto che stavi frequentando un ragazzo! Non volevo essere invadente... ma dovevo vederti e parlarti. Per un introverso e orgoglioso come me, non è un atto di coraggio?

Lei sorrise, mentre lo guardava con un'espressione compiaciuta. 

- Aveva tutta l'aria di un incontro casuale, e invece... era programmato... e ti è anche riuscito, perché io non mi sono accorta di nulla... e non so nemmeno come tu abbia fatto... ma poi dovrai dirmelo - aggiunse lei con un tono suadente.

- No, questo no! - disse lui con un'espressione scherzosa di rifiuto per quella richiesta. - ...Acconténtati di sapere che ti ho cercata.

Lei gli rispose con uno dei suoi meravigliosi sorrisi, che lo affascinavano moltissimo.

Lui le si fece più vicino.

Le parlò con un tono basso e serio: - Il caso ci avrà anche dato una mano... ma io ti ho aperto il mio cuore quel giorno... e credimi che per me solitamente è molto difficile.

- Lo so - disse lei, accarezzandogli il viso. - È per questo che lo apprezzo il doppio.

Lui la guardò per qualche secondo negli occhi, poi si spostò su di lei e cominciò a baciarla lentamente dappertutto.

- Terry... mi farai impazzire... - disse Candy con un tono languido.

- Saremo in due... - rispose lui, estasiato dal contatto con la sua pelle.
 
 
 

Dopo qualche ora uscirono insieme per andare all'Emporio in Bedford Street, a concordare la consegna dell'albero di Natale e delle decorazioni. Si ritrovarono dopo a fare una passeggiata a Washington Square Park, Terry prese in una pasticceria delle Madeleine, tipici biscotti al burro francesi che Candy non aveva mai assaggiato.

- Wow Terry, sono deliziosi!

- Visto? - disse lui sorridendole.

Si erano seduti su una panchina, a godere di quella bella giornata non molto fredda che dicembre stava regalando in prossimità del Natale, e mettendo le mani nel cappotto Terry vi trovò un pezzo di carta. Lo estrasse per leggerlo e poi istintivamente, con un'espressione infastidita, lo accartocciò nella mano. 

- Cos'è? - chiese lei, mentre mangiava i suoi biscotti.

- Niente... - rispose lui, restando vago, e guardando in un punto davanti a sé.

- È un segreto? - disse Candy, acuendo leggermente il tono.

- No... non è un segreto. È che non è niente di importante - rispose, guardandosi intorno e non trovando un cestino nelle vicinanze per buttarlo via.

- Allora posso vederlo... 

Lui esitò. Poi pensò di non volerle nascondere niente della sua vita e allora decise di essere sincero.

- Certo... ma non è niente - disse mentre apriva il foglietto. 

Candy lesse in mente il contenuto. Era l'indirizzo di un'abitazione, e sotto c'era il nome di una donna, Gloria, con un cuore disegnato. La scrittura non era quella di Terry.

- Ma cosa...? - disse Candy alterandosi e smettendo di mangiare i biscotti, chiudendo il sacchetto di carta. - Questo sarebbe niente?! - aggiunse alzando un po' il tono di voce.

- Sì, non è niente perché risale a tempo fa! Tra l'altro è un appuntamento al quale non sono mai nemmeno andato, non ricordavo di averlo ancora in tasca!

- Chissà se questa "Gloria" è dello stesso parere! - disse Candy alzandosi dalla panchina e cominciando ad adirarsi. - Secondo me è qualcosa di recente, e poi perché tenerlo ancora in tasca, se non ci sei nemmeno andato?! - aggiunse, volendo spiegazioni da lui. - ...Ma Gloria è solo una delle tante... vero Terry? - concluse lei guardandolo con un'aria provocatoria.

Lui incrociò il suo sguardo, restando disorientato un attimo, non sapeva da dove cominciare per spiegarle quella parte della sua vita che aveva condotto prima di rincontrarla, e che lui le aveva soltanto accennato nei discorsi.

Poi si alzò dalla panchina e le si mise davanti, provando a spiegarsi.

- Ascolta Candy... la società è diversa qui a New York...

- Ora è colpa della società?? 

- Ma no... non voglio nasconderti niente, non ti dirò mai delle bugie... perciò ti dirò che mi è capitato e mi capita tuttora di ricevere qualche invito abbastanza chiaro. In passato qualcuno l'ho accettato, non nego di aver frequentato diverse donne... qui a New York è molto facile, specialmente nel mio ambiente. Ma quello è stato il mio passato. Adesso invece... perché dovrei accettarli? - le chiese lui con voce profonda.

- Non lo so, puoi saperlo soltanto tu! - rispose lei, ancora irritata.

- Dopo che ci siamo rivisti in biblioteca quel giorno, avrei potuto continuare la mia vita di sempre! Nessuno me l'avrebbe impedito... e di occasioni ne ho avute! Ma non sono uscito con nessuna donna da allora, e chissà se mi credi! Perché dovrei mentirti?! - disse ora lui con un tono di voce più alto.

Si guardavano negli occhi, Candy stava riuscendo a sostenere il suo sguardo, il suo era tagliente, quello di Terry penetrante.

Rimasero in silenzio, il vento smuoveva i capelli e le fronde sovrastanti dell'albero sotto cui si erano fermati.

- Io voglio soltanto te... - disse lui alla fine di quel momento, con un tono più dolce. - Non sciuperei questa seconda possibilità tra di noi per niente al mondo - aggiunse.

Candy lo guardava seria. 

Lui poté vederla assorta.

Dopo un momento di silenzio, mentre Candy si sedeva sul prato, sotto l'albero vicino, lui continuò, con tono pacato: - Credo che i tempi stiano cambiando. Ora le donne si sentono più emancipate e più al pari degli uomini rispetto al passato. Presumo dipenda da quello che abbiamo attraversato con la guerra... molte donne hanno dovuto sostituire i loro uomini... mariti, padri... partiti per il fronte.

E questo scambio di ruoli le ha rese figure più centrali... con una nuova coscienza di sé. 

Ora le donne bevono alcolici, lavorano in ufficio, guidano la macchina, praticano sport, il tennis va per la maggiore... e invitano anche gli uomini ad uscire - disse guardandola in viso e sedendosi sul prato, di fronte a lei.

- Almeno qui a New York succede.

Lo vedo anche negli spettacoli di Broadway... c'è un rinnovamento, gli abiti di scena delle ballerine, ad esempio, sono più audaci. 

Al party dopo uno spettacolo fu proprio una di loro a dirmi che sentivano che stava cominciando una rivoluzione. Che attraverso i nuovi balli e costumi stavano rappresentando la loro esigenza di libertà e di emancipazione, e quella di tutte le donne là fuori.

E che anche se la morale comune esisterà sempre, a lei e a molte sue amiche piaceva uscire la sera per andare a ballare da sole, senza necessariamente un uomo a fianco. Che non si sentivano deboli e indifese.

Ora, io non sono una donna, ma mi colpì quel suo ragionamento. Erano considerazioni giuste, e credo che nel tempo farete sempre maggiori conquiste. Li chiamano "tempi moderni". Qualcuno ha detto che "New York non resta mai la stessa per dieci anni di fila". E da quando ci vivo posso confermare che questo succede già di anno in anno.

Candy lo aveva ascoltato attentamente, era molto interessata a quell'argomento sociologico, e poi New York era la città americana da cui tutto partiva, per diffondersi in seguito altrove.

Era stata in ansia e in preda al fervore durante quel discorso sulle altre donne che cercavano Terry... ma ora sentiva di poter credere alla risposta di lui.
Riuscì a rispondergli con un tono più calmo.

- Sull'emancipazione femminile di questi tempi sono d'accordo... c'è ed è un'esigenza, io avevo già da ragazzina questa tendenza, ma vedere che adesso è qualcosa che si sta espandendo a macchia d'olio non può farmi che piacere. Il dopoguerra ha portato qualcosa di buono... anche se invitare gli uomini ad uscire credo che abbia a che fare maggiormente con il proprio carattere - disse guardandolo negli occhi.

- Sai - continuò - vorrei anche io prendere la patente. Ho messo da parte abbastanza denaro per quest'altra piccola conquista d'indipendenza.

- Ottimo!...A pensarci bene, è vero... noi due abbiamo anticipato i tempi con il nostro anticonformismo - rispose Terry, assumendo ora un'aria quasi nostalgica, e proseguendo a parlare con calma.

- Abbiamo lasciato la scuola per seguire un'altra strada. Lasciato un percorso delineato da altri per noi... per seguire invece le nostre ambizioni e i nostri desideri. 
In un certo senso siamo stati dei ribelli... in un mondo che tuttora vive di convenzioni e compromessi - continuò, provando una sensazione dolce amara legata al ricordo di quel tempo.

- ...Siamo diversi noi due... ma in fondo simili - concluse Terry, con un tono profondo.

- Sì... per certi aspetti ci assomigliamo - rispose Candy guardandolo in viso e notando la sua aria seriosa.

Il traffico e la gente stavano cominciando ad affollare sempre più il quartiere, Terry guardò il suo orologio.

- Ora devo andare in teatro... ci vediamo stasera, tornerò tardi... dopo lo spettacolo. Per lo spettacolo di Natale ho un biglietto prenotato per te - disse continuando a guardarla e cercando di cogliere il suo stato d'animo. Lei lo guardò e annuì con la testa, senza dire niente.

- Facciamo un pezzo di strada insieme? - chiese lui, alzandosi.

- Sì... - rispose Candy, alzandosi anch'essa e cominciando a camminare.

Non si dissero niente per tutto il tragitto. Arrivati nel punto in cui avrebbero dovuto dividersi, lui le mise le mani sulle braccia.

- Ciao... a stasera - si avvicinò per darle un bacio sulle labbra. Lei restò fredda, così si guardarono un momento e poi lui si incamminò verso il centro.
 

Quella sera fu mezzanotte quando Terry rientrò. Trovò Candy sul divano ad aspettarlo, stava leggendo un libro, la stanza illuminata soltanto da una lampada e dalle lucine di un bellissimo alberello di Natale tutto decorato.

Terry si tolse il cappotto e la raggiunse sul divano.

- Sei ancora sveglia - disse sedendosi.

- Sì, volevo aspettarti - rispose lei. - Come è andato lo spettacolo?

- Bene, stiamo andando bene. Hai fatto l'albero... è stupendo.

Lei sorrise, chiudendo il libro e poggiandolo sul tavolino.

Terry si alzò un momento per andare nell'atrio, poi ritornò a sedersi vicino a lei.

- A questo punto credo che sia già Natale, è passata la mezzanotte. Buon Natale... amore mio - disse lui porgendole una scatolina.

Candy, sorpresa, guardava lui e la scatolina, era senza parole. Poi la prese e la aprì, un solitario brillava nelle sue sfaccettature, per la luce.

- Vuoi sposarmi? 

Non era da lui prepararsi dei discorsi. Aveva deciso di regalarle un pegno d'amore. A breve, sarebbe partito e si sarebbe allontanato da lei per molti mesi. Voleva darle un motivo per restare, un segno per dimostrarle che lui faceva sul serio.

- Sì, voglio... amore mio - riuscì a dire lei, con gli occhi lucidi.

Lui le aveva infilato l'anello al dito, - È bellissimo - aveva detto Candy, ed erano rimasti abbracciati sul divano, in un'atmosfera intima e confortevole, davanti all'albero di Natale pieno di lucine e palline colorate e al caminetto acceso.

- Ci sposeremo al mio rientro. Nel frattempo... non cambiare idea - le disse serio, avvertendo un pizzico di paura nel cuore solo per aver pronunciato quella frase.

- Se cambio idea, ti mando una cartolina - disse lei ironicamente, per cercare di esorcizzare le sue paure attraverso l'umorismo.

- Potrei non riceverla - rispose lui con un sorriso, cogliendo l'ironia e apprezzando il tentativo di Candy di alleggerire le sue ansie.

Lei si strinse ancora di più nel suo abbraccio e intrecciò la sua mano con quella di Terry.

Dopo qualche minuto, Candy si sollevò dicendo - Anche io ho un regalo per te Terry, me ne stavo dimenticando - e si alzò per prendere un pacchettino che aveva lasciato sul caminetto. - Non conosco ancora bene i tuoi gusti, così sono andata sul sicuro.

- Ma Candy... grazie, non voglio che spendi soldi per me - disse lui accettando il suo regalo, mentre Candy sorrideva.

- È solo un piccolo pensiero... buon Natale - aggiunse lei.

Era un poema di Shakespeare, "Venus and Adonis" che Terry non doveva aver ancora letto, perché Candy aveva controllato nel suo studio e non c'era nella sua libreria. 

- Wow... Shakespeare è senza dubbio il mio autore preferito, e mi fa sempre piacere poter incrementare la mia collezione. Grazie ancora - le disse prendendole la mano e lei tornò ad accoccolarsi accanto a lui.
 
 

Durante la serata del 25 dicembre Candy assistette allo spettacolo di Terry al New Amsterdam Theater, nei pressi di Times Square, e lo trovò ancora più bravo di quanto ricordasse.

- Complimenti Terry! - disse lei alla fine dello spettacolo, avendo avuto la possibilità di raggiungerlo in camerino. - Sei sempre molto bravo, e ancora di più, se possibile.

- Grazie, amore mio - rispose lui stringendola a sé, mentre si stava struccando e togliendo gli abiti di scena. Uscendo insieme dal camerino, mentre ridevano per qualche battuta, entrambi non poterono fare a meno di notare Susanna, intenta a parlare con qualche membro dello staff, e anche lei, a sua volta, aveva notato Terry con una ragazza bionda, attratta dalle loro risa.

Candy e Terry si ricomposero e assunsero un'espressione seria. Terry la salutò, così come fece anche Candy, e passarono oltre, mentre Susanna, rispondendo al loro saluto, realizzava soltanto in quel momento che quella ragazza fosse Candy, giacché non l'aveva riconosciuta, e si voltò un attimo a guardarli di spalle andare via.

In seguito Hathaway diede conferma alla sua domanda, che quella ragazza con Terry era proprio Candy. 
Ripensò amaramente al periodo in cui lei si era invaghita di quel ragazzo. Ne era diventata ossessionata. Le sembrò una vita fa, pensò che a quei tempi era ancora una ragazzina immatura, e fu contenta di non aver realizzato ciò che lei credeva essere il suo più grande desiderio: stare con Terry. 
Allora l'incidente aveva accentuato la sua ricerca di attenzioni e il desiderio di colmare i suoi vuoti... che aveva sfogato su quel ragazzo affascinante, suo collega e partner in scena.

Pensò che lui e Candy si erano ritrovati. Se erano destinati, sarebbe successo prima o poi, come infatti era accaduto. E si sentì sinceramente felice per lui. Per loro. 

Poi arrivò Jack, il suo fidanzato e insieme uscirono sorridenti dal teatro.
 

- Non abbiamo più parlato di Susanna, rivederla ora mi ha fatto un certo effetto. Si è ripresa? Ho notato che si serviva dell'appoggio di un bastone - chiese Candy a Terry, mentre sul retro del teatro stavano aspettando che un autista li riportasse a casa.

- Sì, si è ripresa. Io l'avevo già vista in teatro un'altra volta, era passata per salutarci, si è fidanzata con un attore della compagnia e sembrano felici. Sono contento per lei, pare che riprenderà a camminare senza l'ausilio del bastone. Glielo auguro.

- Già, è una bella notizia.

- Robert mi disse all'epoca che l'incidente rientrava tra quelli sul lavoro, e Susanna ha percepito nel tempo un sussidio per le spese mediche. Lei rifiutò il mio supporto morale come amico, e mi vietò di andare a trovarla ancora, sua madre diede un ordine specifico alle infermiere per non farmi entrare nella sua stanza. Poi Karen, la mia collega che ha interpretato Cleopatra, mi disse che Susanna era ancora una ragazzina immatura, che faceva i classici capricci da attrice viziata, che si era presa una grossa cotta per me e in più tendeva ad essere melodrammatica nelle reazioni. Tutte queste cose mi aiutarono a vedere meglio la situazione e a capire che dovevo allontanarmi da lei. Per fortuna le cose sono andate per il meglio, perché lei ora sta bene e ha ripreso in mano la sua vita. 

Candy restò in silenzio. Per lei era una storia un po' contorta per provare a capirla, e si limitò semplicemente ad essere contenta per lei per la guarigione.
 
 
Durante quella settimana speciale, Candy e Terry cercarono di trascorrere il più possibile del tempo insieme, nelle uniche due giornate in cui Terry era libero dal teatro se ne stettero romanticamente a letto, senza fretta e senza organizzare le ore.

- Voglio tanti bambini con te - le disse Terry, mentre se ne stavano abbracciati sotto le coperte e fuori diluviava.

- Co-sa? - rispose Candy divertita. - "Tanti" che numero sarebbe?? 

- Tanti è tanti... almeno cinque... non sei d'accordo? - disse lui sorridendo e accarezzando la sua morbida pelle.

- Bisogna anche star dietro poi... a cinque bambini - continuò lei, immaginando per un attimo la sua vita futura con l'uomo che amava.

- Ce la faremo - rispose lui, dandole un bacio tra i capelli. - Peccato non poter iniziare subito. Ma non vedo l'ora.

Candy sorrise - Anche io - disse, baciandolo sul petto. - Chissà se è vero che "l'attesa porta a cose meravigliose... le cose crescono e fioriscono" - aggiunse poi, impostando la voce per citare un passo di un libro che aveva letto di recente.

- Sì, è vero... io ci credo... - disse lui con un tono languido, mentre tirando su le lenzuola si spostava su di lei e lei lo accoglieva tra le sue braccia.
 
 
La notte del 31 dicembre, dopo l'ennesimo spettacolo di quel periodo, Terry era rientrato a casa che era quasi mezzanotte, Candy lo aspettava per poter brindare insieme all'anno nuovo. Riempirono due calici di Champagne che Terry aveva comprato appositamente per l'occasione e si augurarono il meglio per l'anno a venire.

- A noi due... ai nostri sogni... alla nostra libertà... - disse lui guardandola negli occhi.

- Ai nostri desideri... non vorrei essere in nessun altro posto al mondo... in questo momento - rispose lei ricambiando il suo sguardo, mentre entrambi sorseggiavano quel vino francese spumeggiante.

- Andiamo sul tetto! Da lì si vedono benissimo i fuochi d'artificio - disse Terry prendendo Candy per mano. Presero al volo i cappotti e uscirono di casa, salendo su per le scale interne del palazzo che conducevano all'ultimo piano.

I fuochi d'artificio erano ben visibili, luminosi e potenti. Se ne stettero lì abbracciati a guardarli, affascinati e innamorati.

- Che belli... - disse Candy. Avvertiva ancora la sensazione di essere nel posto giusto. Una piccola sensazione che provava quando si sentiva molto bene con se stessa.

- Sì, molto.

Restarono in silenzio, poi Candy disse: - Sette anni fa...

- ...A quest'ora eravamo sulla nave per Londra - aggiunse subito Terry. Stavano pensando entrambi alla stessa cosa, nello stesso momento. - E ci siamo incontrati per la prima volta - continuò lui.

Lei sollevò il viso per guardarlo e sorrise. 

- Sono passati sette anni? - disse lui - ...Il tempo vola e non ce ne rendiamo conto...

- Già, sette anni... quante cose sono successe da allora. Ma adesso... a me sembra di essere abbracciata a quel ragazzo, a guardare dei suggestivi fuochi d'artificio da un tetto di New York.

Lui la strinse a sé. 

- È quello che sta succedendo, proprio adesso. Ma in verità... io non sono più quel ragazzo. E credo che nemmeno tu sia ancora la stessa di allora. In senso buono.

Lei si staccò un momento per guardarlo in viso, tenendolo ancora abbracciato.

- Mi piace molto questo Terry.

Lui accennò un sorriso - Anche a me piace molto questa Candy.

- Mi mancherai Terry.

Lui abbassò lo sguardo, per poi riprendere a guardarla. - Anche tu mi mancherai... tantissimo. Non so di preciso quando tornerò... ma spero di trovarti ancora qui, al mio ritorno.

- Ti aspetterò.

I fuochi continuarono ad esplodere nella loro forza scenica, mentre loro si scambiavano un bacio intenso.
   
 
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