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Autore: deathinside    31/05/2021    0 recensioni
[shin soukoku; atsushi centric]
"l'estate ti soffocherebbe, lo sappiamo tutti e due; ma sono pronto a metterti in tasca un po' dell'aria profumata dei miei anemoni affinché tutto ti sia più dolce."
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsushi Nakajima, Ryuunosuke Akutagawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'irruenza estiva sembrava averti inghiottito, Ryuunosuke. Ti ho visto arrancare a fatica in queste giornate piene e sfiancanti di giugno, ti ho visto farti largo con insistenza senza riuscire mai a toccare il bordo di questa vasca. Ti sei spezzato le ossa con l'amaro in bocca, non ti sforzavi più nemmeno di sorridere e dire a tua sorella che andava tutto bene; volevi resistere, non essere un peso, ed hai finito per crollare. Marcivi da dentro e cercavi di ridipingerti sputando sangue e saliva, cucendo le poche forze rimaste su quel groviglio incapace di tenersi tenersi in piedi che restava di te. Affondavi i piedi nel terreno e non li rialzavi e riappoggiavi per camminare normalmente: la terra che cacciavi su muovendoti serviva a scavarti la tomba. M'hai sempre conosciuto meglio di tutti gli altri senza volerlo, tu; sapevi che anche se cercavo di tirarti su con le nostre solite cose, la parte più sgargiante della mia quotidianità -tanto che quei colori così vivi mi facevano male-, mi sarei presto accorto e prodigato a sciogliermi per darti nuove fondamenta. Previdente, sei stato, velandomi tanto velocemente le palpebre con lo zucchero.

Poi ti ho sentito tossire. Tossivi come un dannato, quasi sempre, e erano quelli i momenti peggiori, ché annientavi te stesso non dicendo nulla e mi sentivo morire anche io. Infine, ti ho visto scacciare il mio braccio non appena te l'ho porto. Perchè, mi chiedo, devi farmi sentire tanto irrilevante anche tu? Avrei voluto solo esserti d'aiuto, avrei voluto solo masticare al tuo posto quel dolore di cui negavi così tanto l'esistenza e invece tenevi bloccato dentro, che ti era più facile sputare sangue piuttosto di ammetterlo. Avevi gli occhi liquidi e vuoti, ti tremavano le mani e non riuscivi nemmeno a stare ben dritto. Ammazzarti così, mi dicevi dopo aver sospinto con dita scarne la mano che ti tendevo, servirà a lui, perché capisca; ma adesso sei immobile in un letto d'ospedale, Ryuunosuke, sei immobile e statico ed il battito che di notte cercavo di individuare, nella nostra stanza silenziosa per dormire tranquillo, lo segna uno schermo di cui capisco ben poco. Almeno sei sereno.

Ti ho riempito la camera di fiori. Il fioraio sotto il nostro orfanotrofio si è abituato alla frequenza con cui lo visito e si passa le mani sulla testa sconsolato, perché non dovrei essere sempre qui, qui da te. Tutti dicono che dovrei stare lontano, adesso, perché quando sarai sveglio bisognerà dirti che farti quasi ammazzare è servito a ben poco, visto che lui qui non ci ha nemmeno messo la punta del naso. Perchè tu ti sveglierai, vero? Sì. L'ha detto anche Yosano. Spero che i fiori ti piaceranno. Non sei quel tipo di persona, ma questa stanza è troppo bianca e non va bene. Che a te il bianco non è mai piaciuto e non voglio che tu debba svegliarti in condizioni simili. Ho portato anche alcuni dei tuoi libri, sembra che anche da sveglio dovrai restare qui ancora.

Fammelo sapere, se mi vorrai o meno qui da sveglio. Io resterei sempre, ma questo lo hanno capito tutti, forse perfino tu nel tuo foderarti dal mondo in attesa che lui venga a svegliarti. Continuerai a sperare che a svegliarti quando hai gli incubi, infilarti integratori nella giacca, chiederti come va sia lui, e non io; forse ti sto dando più noia che bene. Non riesco ad immaginarmi in condizioni diverse da quelle in cui sono ora, Ryuunosuke; non riesco ad immaginarmi in luoghi diversi da questo ruvido comò di legno dove ancora mi addormento aspettando tu apra gli occhi. Vorrei parlarti, sentirti anche affinché tu possa finalmente allontanare e rifiutare i sentimenti che non sono mai stato abile a nascondere; vorrei ripudiassi quest'amore così imbarazzante, le mie mani pronte a raccogliere ogni lacrima che versi di nascosto spaventato. Sono prigioniero io stesso, ma continuo a muovermi e lacerarmi i polsi con le catene che li avvolgono; anch'io sono dilaniato dall'attesa, anch'io soffro perché è difficile e fa male, fa così tanto male. Il tuo letto accanto al mio è freddo, gelido come la minestra della sera che non riesco a mangiare; ho le occhiaie, mi scava il tuo stesso dolore ma sono comunque pronto a far sì tu riempia quel vuoto con me. Vorrei anestetizzarti e sanguinare io, vorrei marcire al posto dei tuoi polmoni sulle radiografie; vorrei prendessi in mano ognuna delle orchidee che ho poggiato sulla cassettiera, e continuo ad innaffiarle anche se ormai sono settimane Yosano dice stai per svegliarti. Forse provo piacere all'essere senza speranza. Forse non è che una mia precisa tendenza, quella di invischiarmi nelle situazioni che non so risolvere.

Kyoka è preoccupata per me. Non lo dà a vedere, sai com'è fatta, ma lo è. Anche Lucy e Tanizaki cercano di parlarmi, il poco tempo che trascorro con loro; adesso faccio solo la spola tra l'infermeria e la mia stanza, perlopiù per riposare ore in cui non sogno, sono solo sempre più spaccato a metà per te che non ti desti. Non sono buono davvero a nulla, Ryuunosuke. Ti arrabbieresti un sacco a sentirmi parlare così, ma tu ti comporti allo stesso modo quando parli di lui, ed abbondi nel torto; ma oltre a cercare di tenerti insieme con le mie mani ingenue piene di colla, come posso evitarlo? Continui a non accorgerti di me, anche se forse l'odore fin troppo di rose che emana il mio amore silenzioso è giunto fastidioso anche alle tue narici. Faccio rumore, Ryuunosuke? Ti disturbo? Basterebbe lo dicessi, abbasserei il volume e ti amerei più discretamente, magari me ne andrei perfino, ma fino ad allora posso solo tracannare caffè ed aspettarti mentre innaffio le orchidee e ti rigiro i cuscini dalla parte fredda. Sei l'unica fonte di conforto e l'unica di dolore, e mi spezzi piano non facendoci nemmeno caso. Ma forse è meglio -giusto- così: io sono irrilevante, un essere inutile finché non mi posi i tuoi occhi distratti addosso. Ryuunosuke, ogni tanto mi sorridevi perfino, mentre ti parlavo dei miei fiori ed uscivamo insieme su per la collina; divagavo sui loro significati finché il sole non era rosso e l'aria fresca profumava della notte promta a ricoprirci, e magari quando mi accorgevo di aver sbadatamente monopolizzato il discorso sollevavi gli angoli della bocca all'insù, ed io gioivo, ed ero raggiante a ricordarti di notte; anche se i tuoi erano sorrisi riciclati, magari ombre di quelli prodotti dall'aver riportato alla memoria chissà quali sue dolci parole. Però anche lì mi sto prendendo cura dei fiori. Ho solo dimenticato le rose per un po', ed ora stanno marcendo, perciò ho compensato con degli anemoni. Mi piacciono di più, devo dire, ed hanno anche un profumo migliore. Non vedo l'ora di farti vedere anche quelli. Stanno crescendo bene, senz'altro meglio di quei boccioli nati dai semi che lanciavamo da bambini ingenuamente sui fazzolettini di terra assegnatici; tu dopo un po' hai smesso, che non ti piacevano più, ma hai continuato a guardarmi mentre mi ci affaccendavo tutt'intorno pieno della felicità infantile che non mi ha mai lasciato. Forse un giorno li odierò, tutti questi fiori, ma finora sono i testimoni del mio amore. Ho visto la mia aiuola rinascere ogni primavera, mentre la terra fresca culla delle mie corolle colorate mi ha osservato perdermi e ritrovarmi nel mio sognarti le labbra e tenerti le mani, come due amici normali non farebbero mai.

Giugno adesso sta finendo, Ryuunosuke. Giugno sta finendo e le giornate presto inizieranno ad accorciarsi piano, e tu le fai scorrere lasciandomi solo al tuo capezzale. Forse preferisco saperti -seppur relativamente- nella pace che porti sul volto ora, piuttosto che sveglio, ma diamine se non mi manchi. La mia speranza si accartoccia ogni giorno un po' di più, ma so che amarti sarebbe ben più scomodo se non stessi dormendo. Mi mordo le mani mentre mi chiedo come mi guarderai una volta sveglio. Ti dispiacerà, ma non fartene una colpa se non riesci a contenermi. Amarti mi dà un posto, mi fa sentire centrato, come se finalmente stessi adempiendo ad uno scopo finale e, Ryuunosuke, è giusto così. Ti ho già detto che non saprei immaginarmi altrove. A me sta bene sapermi dipendente dai sorrisi riciclati e le nostre orchidee. Mi domando come sia per te, invece; chissà che cosa stai sognando tanto placido nell'afa di oggi. A mensa oggi c'erano le pesche. Quelle rosate, non ancora esplose per la maturazione e con la polpa un po' dura che ti piace tanto tagliarle a pezzetti irregolari; te le volevo portare, ma Kyoka le ha usate per nutrirmi. Dice che sono diventato più pallido e dimagrisco troppo velocemente, ma mi sto sgretolando già da prima e nulla può arginarmi per ora. Invecchio in un corpo non mio e mi lascio seccare sotto la calura estiva, limitandomi ad inumidire le dita solo quando riempio l'innaffiatoio in giardino.

Se ti ci portassi, ai miei nuovi fiori, ti sveglieresti? Stamattina Yosano mi ha detto che se continui a dormire ti trasferiranno altrove, per esami più approfonditi e controlli più regolari; ma preferisco che la mia speranza confluisca nell'immensa fiducia in te più che in loro. Non mi hai amato e va bene così, che non avrei mai saputo contenere qualcuno come te nel poco che sono io; ma so che mi vuoi bene, anche se ti suona difficile anche solo sorridere a volte. Sei più gentile di quanto pensi, migliore di quanto credi e per me brilleresti anche sotto gli acquazzoni che distruggono le ali delle lucciole. Dici che hai le mani troppo fredde perché tu riesca a stringere la vita, allora poggiamele sulle guance con quei baci soffici che tieni fermi sulle labbra; perché io nell'urgenza di aiutarti scotto, e non saremmo che di sollievo l'uno all'altro. Apri gli occhi, Ryuunosuke. Non voglio tu sia lontano. L'estate ti soffocherebbe, lo sappiamo tutti e due, ma sono pronto a metterti in tasca un po' dell'aria profumata dei miei anemoni affinché tutto ti sia più dolce.

   
 
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