“Pronto?”
Dall’altro capo del telefono senti gracchiare una calda voce familiare.
“Ciao, sono Gea. Non..” – Un lieve sospiro ti lascia in bilico. – “Non so se ti ricordi di me.”
Sei tentata di rispondere, ma attendi, mentre una calda sensazione si fa strada nel tuo stomaco e nel tuo ventre, le guance che avvampano, il cuore che vibra.
“Che stupida sono.” – Ridacchia, e tu senti un piccolo rivolino umido scivolarti in mezzo alle gambe. – “Lo so che sono passati quasi due anni, ma eravamo così amiche. Io ti volevo bene, Amelia.”