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Autore: I_Want_Wonderland    02/06/2021    1 recensioni
Raccolta di One-Shot sui nostri amatissimi EXO (OT9)
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Il colore dei titoli indica il rating delle One-Shot.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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STRARRY NIGHT – SUHO

 


NOTA: QUESTA ONESHOT SI SVOLGE NEL FUTURO E TUTTO QUELLO CHE DESCRIVO NON CORRISPONDE A FATTI CHE POTREBBERO ACCADERE.  LA COPPIA CHE VIENE DESCRITTA NELLA STORIA SARÁ UN B-SIDE COUPLE DI UNA MIA FUTURA STORIA.




Certi amori non finiscono
fanno dei giri immensi e poi
ritornano
[Amici Mai -Antonello Venditti]

Seoul, Giugno 2022

 

Quando Junmeyon aprì gli occhi, il sole non era ancora presente in cielo, il suo letto era vuoto e per un attimo ne fu sollevato. La sua compagna di quella notte, conosciuta per caso in un locale, aveva pensato di abbandonarlo poco dopo il loro ennesimo amplesso.
Erano passati mesi dall'ultima volta che aveva toccato una donna, in realtà aveva quasi totalmente dimenticato il sesso.

Si sporse verso il cuscino al suo fianco annusandolo. Un profumo nuovo invase le sue narici, facendogli storcere leggermente il naso. Era un buon profumo, sicuramente costoso, ma non era il profumo della sua donna.
Il giovane uomo si alzò dal suo comodo letto per poi affacciarsi alla finestra, vide nel cielo apparizione di luce dorata con sfumature rosee e ramate.

Aurora...

Sussurrò, per poi asciugarsi una lacrima, una piccola gemma di acqua salata che raccoglieva tutto il sentimento che provava per la ragazza.
Aveva avuto una persona meravigliosa al suo fianco, paziente, dolce e allegra, e lui era riuscito pian piano a farla allontanare. Non avrebbe mai voluto lasciarla, procurandole quelle sgradevoli sensazioni di dolore e tristezza che aveva provato in passato.
Ma dopo l'ennesimo rumor diffamatorio e un attacco da parte di una sassaeng, la paura aveva preso possesso del leader, portandolo a prendere quella decisione.
Lui che aveva sempre difeso a spada tratta i suo compagni quando avevano una relazione, aveva finito per distruggere la propria.
«Sei un coglione» gli ringhiò contro il suo adorato Sehun, mentre Baekhyun e Minseok gli chiedevano cosa diavolo gli era passato per la testa, quando informò il gruppo di aver lasciato la sua ragazza, la donna che avrebbe voluto sposare e che aveva giurato di amare per sempre.
Tutti ne rimasero sconvolti e addolorati. Si perchè Junmeyon e Aurora erano la coppia perfetta, nonostante le loro culture e modi di vivere fossero completamenti diversi.

Aurora... sospirò nuovamente, mentre i raggi del caldo sole gli illuminavano il viso.

Si girò verso il letto dove le pareva di rivedere immagini della sua vita passata con lei. Le dolci notti d'amore, le battaglie con i cuscini e le risa quasi isteriche della ragazza per il solletico, le cure reciproche quando ognuno di loro stava poco bene.
Per inerzia, e con poca voglia, si diresse nella cabina armadio; iniziò a frugare in un angolo recondito di quel guardaroba trovando tutti i vesti costosi che in quegli anni aveva regalato alla ragazza. Uno gli saltò agli occhi. Il vestito che aveva la prima volta che la incontrò.

Era un comune after party di un importante awards a Tokyo.
Lei si trovò quasi per caso a quella festa, accompagnando un'amica che era stata invitata, e non sapeva chi fossero gli EXO. Nel momento in cui Junmeyon po' gli occhi sulla sua figura il tempo si fermò, convinto che l'universo l'avesse guidata verso di se. Voleva conoscerla ad ogni costo, e per tutta la sera cercò di approcciarla, cercando di essere anche molesto, ma lei era sfuggevole. Fin quando per caso non la trovò nell'ampia terrazza del locale.
Era una notte stellata, il cielo sembrava fatto di scuro velluto ornato da luminosi diamanti quali erano le stelle. La ragazza osservava le stelle con i suoi grandi occhi brillanti, quegli occhi che gli rimasero impressi nell'animo per sempre. Quella notte parlarono, in un inglese incerto e con Google traduttore alla mano, fin quando i rispettivi gruppi di amici non li richiamarono.
«Aspetta non mi hai detto il tuo nome»
«Aurora»
«Nice to meet you, Aurora. I'm Junmeyon» disse lui facendole il baciamano
«Eh? Scusa ma non ho capito, credo proprio chi mi debba scrivere come si pronuncia»
E così fece. Afferrando delicatamente la mano della ragazza la condusse con se al bar, dove chiese al barista una penna, con la quale segnò il suo nome ed un numero di telefono.

Annusò con più intensità quell'abito assaporandone il profumo. Era una lieve fragranza  fiorita, che gli ricordava femminilità e sensualità gioiosa, che a distanza di tempo aleggiava in modo molto leggero tra cassetti e armadio, che per anni avevano condiviso. Il profumo della sua donna.
Ma lei ora non c'era, e la colpa era solo sua.
Sospirò pesantemente guardandosi allo specchio, il cui riflesso mostrava una persona diversa rispetto a quella di qualche mese fa. La barba che iniziava crescere, il fisico poco tonico che non veniva allenato da settimane, e i suoi occhi sembrano praticamente spenti, in realtà non ricordava minimamente quando sia stata l’ultima volta che li aveva visti felici.

Quella mattina Jongdae passo per caso al suo appartamento, e non appena sentì il maggiore lamentarsi con i suoi soliti “ mi manca” o “ non so vivere senza di lei” , non gli risparmiò una dura paternale, facendo sentire il bel leader ancora più uno schifo.
«Beh dovevi pensarci prima. Ti sei fatto prendere da cosa? Paura? Hai rinunciato a lei, una ragazza d'oro, per un branco di pazze malate mentali che a momenti la sfiguravano con l'acido  o l'avrebbero linciata per strada, e che avrebbero chiesto la tua uscita da gruppo come fecero con me 5 anni fa? O come ha fatto recentemente Minseok? Beh noi abbiamo rischiato e abbiamo vinto. Lasciatelo dire Junmeyon come leader sei fantastico, ma come fidanzato hai fatto veramente disastri ultimamente»

«Ah sono un stupido. Ho agito d'impulso...» sospirò il leader sentendo gli occhi bruciare, segno che avrebbe potuto piangere da un momento all'altro.

«No non sei stupido, sei stato proprio stronzo! L'hai lasciata qualche giorno prima di san Valentino, dopo che lei ti ha aspettato due anni mentre tu eri impegnato con gli obblighi di leva. DUE ANNI JUNMEYON!»

«Senti la sfuriata me l'ha già la sua migliore amica e pure tua moglie... Ma sembra che nessuno abbia capito perchè l'ho fatto» disse tenendosi la testa fra le mani.

«Capisco che tu l'abbia voluta proteggere, ciò non toglie che avresti potuto parlarne con noi, anzi con ME e Minseok, prima di lasciarla. Ti avremmo aiutato a trovare una soluzione meno drastica di quella che hai preso» lo rimproverò con un'espressione rigida e seria.
Ma vedere il leader così distrutto, mosso dai singhiozzi e logorato dalle lacrime, strinse il cuore del cantante che lo rincuorò dicendo: «Beh... potresti provare a riconquistarla».

«E Come?»

«Chiamo Minseok, lui ci darà una mano»


 

 

Nella periferia milanese era una notte di inizio estate, il cielo era limpido tanto che il suo manto scuro era un perfetto letto per quel milione di stelle che rispendevano come diamanti. Quella notte le riportò alla mente il momento in cui lo incontrò per la prima volta a Tokyo, o il loro primo bacio dato sotto un celo stellato in una deserta piazza Duomo.
La bella ragazza era seduta in macchina con affianco il ragazzo che stava provando a frequentare dopo la rottura con il bel cantante coreano.
Il bel moretto al suo fianco era davvero un caro ragazzo, anche se ultimamente allungava un po' troppo le mani nella speranza di andare oltre i semplicibaci. La bella Aurora si pentì di aver seguito il consiglio della sua amica Lexy di buttarsi in nuove relazioni, perciò si armò di coraggio e parlò a cuore aperto.
«Senti Marco... Io non ho testa di buttarmi in un'altra relazione, e il “chiodo schiaccia chiodo” non ha funzionato. Tu sei davvero un bel ragazzo e una persona magnifica. Ma ogni volta che tu mi baci e mi abbracci i penso a lui. Sarebbe meglio non frequentarci più...»
«Eh? Ma io non volevo una relazione seria. Cioè bona sei bona, però diciamo che volevo una cosa senza impegno, certo se saremmo andati oltre ai baci e alle palpatine non mi sarebbe dispiaciuto Cioè mi sono spiegato?»
La ragazza rise di cuore a quella velata proposta indecente. Salutò il ragazzo con un bacio sulla guancia, con la promessa di sentirsi in amicizia, e scese dalla macchina.
Ma quello che vide davanti al cancello della sua villetta il mondo si fermò.

Un ragazzo seduto sul marciapiede, vestito con un semplice jeans e una polo, con una visiere in testa (nonostante fosse l'una passata) si guardava le mani con fare nervoso. La ragazza conosceva benissimo quella persona che faceva scaturire nel suo petto emozioni contrastanti: rancore, tristezza....amore. Più si avvicinava a quella figura e più avrebbe voluto togliersi uno dei suoi magnifici tacco 12 e spaccargli la testa ed inveire contro di lui; ma allo stesso tempo sarebbe voluta morire nell'abbaccio di belle braccia forti e calde che le era mancato terribilmente.
 
Quando Junmeyon alzò lo sguardo si focalizzò sulla figura formosa di Aurora, scattò in piedi come una molla.
«Hey... come stai?» disse lui in un italiano incerto.
La ragazza 
in tutta risposta, sbuffò sorpassando la figura dell'uomo.
 
«Possiamo parlare?»

«No» rispose secca

«Perchè sei qui?»
Chiese lei mentre si accingeva 
ad aprire il cancelletto del suo giardino con fare tremante, bloccando poi l'accesso al piccolo vialetto che portava alla sua abitazione senza guardarlo negli occhi, poiché sapeva che se mai avesse incontrato i suoi occhi coloro cioccolato si sarebbe fiondata sulle sue labbra. Tuttavia il leader non rispose, dopo attimi di silenzio e con voce tremante, timoroso di sapere la verità su ciò che aveva appena visto:

«Tu e... lui state...?»
La ragazza strinse i pugni e gli occhi mormorando un "Assurdo", ma non diede alcuna risposta al coreano che continuò a parlare.

«Sei sparita. Ti ho chiamato più volte, non mi hai mai richiamato.»
«No, non sono sparita tu mi hai lasciata Meyon! Così senza motivazioni plausibili. Ed ora dopo quattro mesi mi accusi di essere sparita? Hai il coraggio di presentarti a casa mia, a casa dei miei genitori per cosa? Cosa speri di ottenere?»

«Non volevo che finisse così»

«Dimmi Kim Junmeyon come si fa a dire ti amo ad una persona guardandola negli occhi sapendo che era una menzogna, sapendo che prima o poi farai soffrire quella persona?» ringhiò lei furente, con le guance rosse di rabbia e i pugni stretti.

«Mi dispiace... Era sincero quando te lo dicevo credimi» disse lui abbassando il capo, cercando dentro di se la forza di non piangere,  il suo tono era velato dal senso di colpa, la colpa di non aver fatto la cosa giusta con la persona che amava e che l'aveva amato più di tutti, incondizionatamente.
«Ti prego ascoltami...»

«No! Non ho intenzione di ascoltarti, di illudermi, di soffrire per una persona che aveva detto di amarmi e protegermi. In questi mesi non ho mai smesso di pensarti, di amarti, ogni notte tre le lacrime mi chiedo cosa ti ha spinto a lasciarmi. Sono andata da un fottuto psicologo per colpa tua, sto faticando per riuscire a vivere senza di te, senza il tuo pensiero che mi trapana il cervello e il cuore. Perchè tu Junmeyon mi hai fatto diventare una pazza!» gli gridò in preda ai singhiozzi.

Vederla in quello stato, sentire tutto quello che le aveva fatto passare gli fece stringere il cuore, sentendosi una vera merda. Si avvicinò a lei cercando di abbracciarla, ma appena le loro pelli vennero in contatto la ragazza si allontanò da lui respingendolo con forza.

«Ti prego, Aurora, almeno ascolta quello che ho da dirti»

«Ok... avanti parla» disse lei con gli occhi rossi dalle lacrime mentre incrociava le braccia al petto.
Per Junmeyon il tempo si fermò una seconda volta, come accadde anni prima, quando quegli occhi si persero in quello sguardo intenso, fatto di lacrime e mascara sciolto.
L'uomo andò in tilt, perdendo completamente l'uso della parola. Mille pensieri gli attraversavono la mente, ma un unica parola sovrastava tutte, mostrandosi come una scritta luminosa che indica la retta via da prendere.

«Sposami»

«Tu sei pazzo...»rise istericamente Aurora, pronta a voltarsi ed entrare in casa, ma la sua corsa fu bloccata da Junmeyon, che si parò davanti a lei, tenendola delicatamente per le braccia,  bloccandole ogni via di fuga.

«Sposami Aurora. Ho intenzione di amarti per sempre» rispose lui, portandola a se e facendo unire le loro labbra.
E Aurora si arrese ai suoi sentimenti, a quel gesto tanto insensato quanto plateale che la stordì completamente, tanto da tenersi alle spalle possenti del leader per paura di essere trasportata via dal vortice di emozioni che stava provando.
Quel bacio che diventava sempre più forte ed intenso, una danza passionale tra le loro lingue, una lotta lussuriosa impossibile da fermare.
Senza nemmeno accorgersene Aurora si trovò distesa sull'erba del piccolo giardino tra i cespugli di ortensie e di lantana.

«È sbagliato...»ansimò lei tra un bacio e l'altro in cerca di fiato, rimanendo però abbracciata al fisco possente dell'uomo.

«No, è stato sbagliato lasciarti per le mie stupide paure, è stato sbagliato non proteggerti... ho sbagliato molte cose, ma ho capito che tu sei il mio sogno... Fanculo tutto il resto. La Corea, l'SM, la musica... Io ho bisogno di te!»
«Non ti chiederei mai di lasciare il tuo lavoro»

Ripresero a baciarsi senza sosta, incuranti di essere visti dai vicini curiosi o qualche passante.

«Aspetta, Aspetta....C'è un problema» parlò Aurora, allontanando il corpo muscoloso dell'altro e mandando in confusione il coreano.

«Tu sei buddista, io cattolica... mia madre collasserà al solo pensiero di un matrimonio civile!» rise gioiosa.

«Quindi è un si?»

Per tutta risposta la ragazza si avvicinò a lui, legando le braccia intorno al suo collo e incollando le sue labbra alle sue un'ennesima volta. Un bacio che sarebbe durato per sempre.

  
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