Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Elix94_    05/06/2021    0 recensioni
Bologna, 2020
Riccardo ha perso la testa per Chiara nel momento stesso in cui l'ha vista, non c'è stato neanche il tempo di presentarsi, sapeva già che quella lunga chioma rossa gli avrebbe mandato a puttane tutto quanto. Più la guardava e più capiva che sarebbe rimasta sempre impressa nel suo cervello, per quanto potesse essere insopportabile, viziata e testarda, ogni volta che si trovava nel suo stesso spazio vitale era come una droga. Riccardo non lo avrebbe mai ammesso, ma era pazzo di lei.
Chiara odiava Riccardo con tutta se stessa, odiava la sua arroganza e la sua presunzione, odiava anche i suoi occhi neri come la notte, ma soprattutto odiava il fatto che ogni volta che si avvicinavano, lei non capiva più niente. Lo conosceva da anni ormai, e non riusciva a spiegarsi per quale diavolo di ragione non riuscisse a stargli lontano per più di qualche giorno, anche se passavano tutto il tempo a scannarsi. Chiara non lo avrebbe mai ammesso, ma la presenza di Riccardo nella sua vita era fondamentale.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Capitolo 6












RICCARDO

Prima di decidere effettivamente di prendere la macchina e andarmene, mi rendo conto che se me ne fossi andato, Chiara avrebbe visto qualcosa che a questo punto della serata non aveva più il ben che minimo senso.

Ritorno dentro con ancora l’alcol che mi scorre nelle vene, ma con abbastanza facoltà mentali per ricordarmi come si cammina, e corro dritto verso il tavolo dei regali.
 

CHIARA

Nel momento in cui rientriamo sento lo sguardo di tutti gli invitati bruciarmi addosso, ma forse è solo l’alcol in circolo e le emozioni forti appena provate. Vedo in lontananza Giulia che cerca di sorreggere una Francesca barcollante verso i divanetti e quasi mi pento di non essere rimasta a divertirmi con loro. Se non fosse stato per la scenata di Riccardo, probabilmente anche io mi sarei divertita altrettanto.

Mi avvicino a loro con la mano di Matteo stretta alla mia e quasi non me ne rendo conto, ma diventa lampante quando lo sguardo di Giulia si posa sulle nostre mani intrecciate facendomi arrossire dall’imbarazzo.

<< Ci stavamo chiedendo tutti dove fossi finita, però immagino che non stessi sentendo molto la nostra mancanza >> dice facendomi l’occhiolino. Alzo lo sguardo verso Matteo e vedo che mi sta già guardando con un sorriso da ebete stampato in faccia.

<< In realtà mi è dispiaciuto abbandonare la festa a metà, avrei voluto vedere Francesca scolarsi un litro di Vodka Lemon in dieci minuti >> Francesca mi fa un sorriso gigantesco dai divanetti, fingendo di stare bene quando probabilmente sta vedendo tre versioni di me.

Giulia si avvicina per sussurrarmi qualcosa all’orecchio, ma la musica è troppo forte quindi si trova costretta comunque ad urlare.

<< Ma Riccardo? Ero convinta che fosse con te, è sparito anche lui da più di un’ora e nessuno lo ha più visto >>

Mi si stringe lo stomaco al ricordo delle parole di Riccardo quando mi ha visto con Matteo.

<< Non ho idea di dove sia, e sinceramente non mi interessa >>

Giulia mi guarda storto, anche lei è abituata alle nostre liti continue, ma non è mai capitato che io non sapessi dove fosse anche dopo esserci detti le peggio cose l’uno contro l’altra.

Non voglio davvero sapere dove se ne sia andato, la macchina è ancora qui quindi non deve essere lontano. Potrebbe averlo portato via Giulio, viste le condizioni in cui si ritrovava, ma cambio subito pensiero quando lo vedo attaccato a Jessica totalmente ignaro di dove potrebbe essere il suo migliore amico. Il mio primo istinto è quello di andare da lui a urlargli in faccia e chiedergli perché lo abbia lasciato da solo, visto come era messo. Poi mi rendo conto che una persona che dà della troia ad un’altra completamente a caso non merita un briciolo della mia preoccupazione. Così stringo i denti per la frustrazione e decido di andare a ballare e divertirmi insieme a Matteo e alle mie amiche.

<< Tutto bene? >> mi domanda il bel romano.
<< Sì, perché? >>
<< Ti vedo distratta, se preferisci andare in posto tranquillo per me non c’è problema. >>

Lo sguardo male, convinta che intendesse fare altro, ma me ne pento subito perché mi rendo conto che davanti a me non c’è Riccardo e i suoi modi da bastardo per portarmi a letto.

Gli rispondo dandogli un altro bacio appassionato in mezzo alla pista, fregandomene del giudizio di tutti gli altri nel vedermi attaccata ad un perfetto sconosciuto. Conosco gente là in mezzo che ha fatto ben di peggio.

Poi, però, si sente un frastuono e il mio sguardo annebbiato si ferma su una figura in fondo alla sala. Ci metto un po’ a riconoscere Riccardo e a rendermi conto che ha appena fatto cadere una bottiglia di ottimo Whiskey frantumandola in mille pezzi.
 

RICCARDO

Mi si ferma il battito per un secondo, e non solo perché questa dannata bottiglia ha fatto un rumore infernale quando si è rotta. Lo ha fatto davvero, si è fatta davvero quel coglione spettinato davanti a tutti come se niente fosse. E non si è nemmeno preoccupata di venire a vedere dove diavolo fossi finito, sono sparito non so neanche per quanto. Sono andato a prendere una bottiglia d’acqua per riprendermi, poi però le mani di quello lì su Chiara mi sono tornate in mente e mi sono ritrovato a prendere una bottiglia intera di Whiskey.

Cazzo, era buona. Guardo per terra e vedo più pezzi di quanti in realtà ce ne siano. Un po’ del liquido è andato a depositarsi sulle mie scarpe da 300 euro, ma non mi importa. Rialzo lo sguardo e tutta la sala ha gli occhi puntati su di me, mi sento un cazzo di fenomeno da baraccone. Perdo per un secondo di vista Chiara e quando la rivedo si sta facendo spazio tra la gente per poi sparire dietro ad una porta.

Il coglione non la segue, non gli do il tempo di farlo. Mi ritrovo catapultato dentro al ristorante in mezzo agli altri clienti che non hanno niente a che fare con quella festa e una parte di me sente la stessa cosa. Non ho idea di dove sia Chiara, l’ho persa di vista un po’ di tempo fa e non so nemmeno se sto andando nella direzione giusta. Credo di essere davanti ai bagni, ci sono due porte e due figure che indicano un uomo e una donna, quindi deve essere così. Faccio per aprire la porta del bagno delle donne, ma è chiusa. Sento dei singhiozzi provenire dall’interno e ci metto un secondo a riconoscerla.

<< Chiara apri questa porta >> le ordino. Non ricevo risposta e mi infurio ancora di più << Se non apri giuro che la butto giù >> probabilmente sto biascicando, sento la bocca tutta impastata e riesco a stare in piedi solo perché sono appoggiato allo spigolo << Lo sai che sono in grado di farlo, non sfidarmi. >>

Chiara spalanca la porta rossa in faccia, urlandomi qualcosa che all’inizio non capisco.

<< Eh? >> le chiedo
<< Che cazzo vuoi? Chi ti ha detto di venire qui? >> è così arrabbiata che stringe la porta con le nocchie bianche.
<< Nessuno, ti ho visto andare via e ti ho inseguito >>
<< Perché? Cosa ti dà il diritto di venire a umiliarmi ancora una volta? >>
Però non è arrabbiata. Comincio a notare il trucco disfatto e gli occhi gonfi per le lacrime, e mi sento mancare il respiro.
<< Perché stai piangendo? >> domando ingenuo
<< Che cosa? Sei serio? >> scoppia a ridere e per un secondo mi sento meglio << Mi chiedi perché sto piangendo dopo avermi letteralmente rovinato la festa? >>
<< Rovinato la festa? Sei tu che sei sparita per Dio solo sa quanto con quel coglione! >>
<< Smettila di chiamarlo così! Non lo conosci, lo hai visto stasera per la prima volta e non hai nessun diritto di trattarlo così! >> la sua incoerenza mi fa incazzare ancora di più.
<< Anche tu! Quanto ci hai messo a capire che fosse l’amore della tua vita? Trenta secondi? Forse sono anche troppi >> mi rendo conto che siamo chiusi in bagno e non mi ricordo nemmeno come ci siamo finiti.
<< Non ho capito proprio niente, però hai ragione, mi ci sono voluti trenta secondi a farmi realizzare che con lui sto bene, quando con te ne bastano anche cinque per farmi incazzare. >>

Mi fermo qualche secondo a guardarla. Cammina avanti e indietro in quel bagno minuscolo e questo mi fa ridere, perché mi rendo conto che ha le gambe abbastanza corte per fare comunque più di due passi. La spingo contro al muro per fermare quella follia, ma non mi accorgo di essermi letteralmente incollato e stavolta è lei ad avere il fiato corto.

<< Calmati, mi stai facendo innervosire con questo andirivieni. >>
<< Io faccio avanti e indietro quanto cazzo voglio. >> Solo Dio sa quanto mi fa eccitare quando dice le parolacce da incazzata. Le fisso le labbra per dei secondi che sembrano interminabili e lei le schiude, togliendomi un briciolo di quell’autocontrollo che mi impediva di prendermela in quel bagno.
<< Sei la solita donna forte e indipendente, questo è chiaro come il tuo nome. >> la vedo serrare la mascella per non ridere e decido di farlo io al suo posto
<< Sei ubriaco fradicio, puzzi da fare schifo >>
<< Allontanati, allora. >> lo vedo che non è in grado di farlo e questa cosa mi fa impazzire ancora di più.
<< Non riesco, sei appiccicato a me >>

Mi allontano apposta, ma il suo corpo mi segue come una calamita.

<< Ora sei più libera, quella è la porta. >> le accarezzo la schiena dolcemente, come ad invitarla a spostarsi e ad avvicinarsi ancora di più allo stesso tempo << Che c’è? Non ci riesci? >> Non ha più spiccicato parola da quando ho iniziato a toccarla << Tranquilla, non ci riesco nemmeno io. >>
<< Non è giusto, sei uno stronzo, mi hai dato della troia senza nemmeno pensarci >> ha la voce rotta dal pianto e vorrei sbattere la testa contro al muro per quanto ha ragione
<< Se lo pensassi davvero non sarei qui adesso, me ne sarei già andato. Non verrei da te di continuo per ogni minima stronzata e probabilmente non ti guarderei in questo modo. >> Ritorno nella stessa posizione di prima e stavolta non mi dice di andarmene
<< Però lo hai detto comunque >>
<< Però sono qui >>
<< Se questo è il tuo modo per chiedermi scusa, fa davvero schifo. E non ti farà perdonare di certo. >>
<< Davvero? E che cosa potrebbe? >> metto una mano sul suo collo e le sollevo il viso, a due millimetri dal mio. Sento che anche lei vorrebbe mettere le mani su di me, ma l’orgoglio la ferma.
<< Non lo so >>
<< Che c’è? Non riesci più a pensare? Hai la bocca secca? Le gambe molli? E vorresti solo una cosa in questo momento? >> mi avvicino al suo orecchio, le bacio leggermente il lobo e la sento sospirare. << Non lo ammetteresti mai, e ti capisco. Però hai lo stesso effetto su di me, lo sai vero? >>

Annuisce. Vorrei solo che lasciasse andare tutte quelle paranoie da finta brava ragazza per  qualche secondo, e si lasciasse andare a quello che realmente vuole, quello che anche io voglio e che non vedo l’ora di avere.

<< Riccardo..>>
<< Dimmi, sono qui >> continuo a baciarle la pelle intorno alle labbra e sul collo senza arrivare mai al dunque, e sento quanto la sta facendo soffrire.
<< Ti prego.. Non fare così >>
<< Perché? Cosa sto facendo? >>
<< Mi stai uccidendo. >>

Non sono sicuro se mi stia chiedendo di fermarmi o di continuare.

<< Devi essere più chiara, piccola. >>

Allarga le gambe per permettermi di sistemarmi al centro. Le passo la mano sotto le cosce per invitarla ad allacciarle ai miei fianchi e lei lo fa senza troppe cerimonie.

<< è sbagliato >> mi ripete, ma io ho le mani sulle sue mutande e si sta muovendo senza che io debba arrivare sotto.
<< Allora dimmi di andarmene. >> la guardo serio come per aspettare davvero una risposta, ma dopo pochi secondi non ce la faccio più e vado ad assaporare quelle meravigliose labbra carnose.

Mi bacia con la solita foga e il solito desiderio che traspare da tutti i pori e per quei pochi attimi che ci separano dalla prossima lite, mi sento più vivo che mai.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Elix94_