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Autore: eddiefrancesco    08/06/2021    0 recensioni
Nel periodo della Reggenza, la città gode di un clima di rilassatezza... L' ultima cosa che Verity Harcourt si sarebe aspettata era di iniziare la stagione mondana smascherando una spia... o che la spia in questione potesse essere proprio Brin, l' uomo che cinque anni prima le aveva spezzato il cuore! E scoprire che il suo misterioso contatto, un postiglione ridesta in lei emozioni violente.
Che cosa deve fare Verity ora che entrambi le hanno rubato il cuore?
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Poi Sarah Ravenhurst, rivolgendosi alla giovane ospite che incominciava a piacerle sempre di più, aggiunse: - E la prego, si senta libera di cavalcare quando vuole. Non dovrà far altro che mandare un messaggio alle stalle e Sutton le farà sellare un cavallo.- - Non la incoraggi, amica mia. Ha il brutto vizio di andare a cavallo da sola. Finirà col perdersi e a quel punto le toccherà andarla a cercare.- Commentò Brin con durezza. Verity si chiese che cosa avesse fatto per meritare un commento così pungente. Certo, da bambina era sfuggita spesso al controllo degli adulti ma senza mai spingersi troppo in là. E da quando aveva lasciato il collegio, quasi cinque anni prima, aveva sempre aderito, tranne in occasione della sua recente puntata a Frampington Bassa, alla richiesta del suo tutore di portarsi appresso qualcuno ogni volta che usciva a cavallo. Conseguentemente, le osservazioni di Brin erano del tutto ingiustificate, e sospettava che lo sapesse anche lui. Forse la stava stuzzicando di proposito, per vendicarsi dell'indifferenza con cui lo aveva trattato la sera prima. Quando era ritornata in salotto, Verity aveva notato con disgusto come le tre pretendenti al titolo di viscontessa stessero civettando con Brin. Disdegnando il gruppetto delle ammiratrici, era andata a sedersi sul divano in compagnia della signora Fenner. E quando pochi minuti dopo Brin era venuto verso di loro, si era alzata e aveva raggiunto la padrona di casa. Adesso sbircio' Brin. Trovò conferma ai propri sospetti nella sua espressione canzonatoria e solo per riguardo a Sarah non rispose per le rime. Intuiva tuttavia che la sua pazienza era prossima a esaurirsi, così si alzò da tavola e disse: - Vado a vedere se la zia si è svegliata.- Quando Brin la seguì con lo sguardo, Sarah nascose un sorriso. Dunque, era così che stavano le cose. Pur continuando a ronzare intorno a quattro fiori diversi, Brin Carter aveva già fatto la sua scelta. E lei poteva soltanto approvare. Più tardi, quando la comitiva fu partita per Oxford, Verity si diverti' a esplorare Ravenhurst. Sarah le fece conoscere Hugo e la piccola Julia, poi le mostrò le sale più interessanti. Il giro si concluse in biblioteca, una stanza calda e piacevolmente mascolina. Verity avvertì entrando una mescolanza di aromi: cuoio, brandy e tabacco. Anche Sarah sentì odore di fumo, perché si diresse direttamente alla finestra. - Brin è stato qui stamane. In Spagna si è messo a fumare, temo, e Marcus gli permette di indulgere al suo vizio qui dentro. Sono talmente amici, quei due... Come fratelli.- Sentenzio' mentre spalancava i vetri. - Il che è piuttosto strano, considerando che si conoscono da così poco. Sebbene vi siano persone che legano immediatamente. E Brin, dopotutto, ha passato qui la sua convalescenza dopo le ferite riportate a Badajoz.- Osservò Verity. - Lo sa? Naturale, Brin deve averglielo detto. Che sciocca! - - No, non è stato Brin, bensì lei.- Rise del suo sbalordimento. - Si, è stata lei a informarmi, Sarah. Ha scritto al nonno di Brin in diverse occasioni, aggiornandolo sulle condizioni del nipote. Come forse ricorderà, lo stesso Arthur Brinley era malato. Troppo malato per venire nell'Oxfordshire. Ciò che probabilmente non sapeva era che non ci vedeva quasi più. Lo andavo a trovare ogni giorno. Gli leggevo le sue lettere ed ero sempre io a rispondere.- - Santo cielo! - esclamò l'altra. - E per tutto questo tempo Brin ha pensato che...! - Si zitti' di colpo quando il maggiordomo venne a dirle che il pranzo era servito e che la contessa si stava recando in sala da pranzo. Sarah e Verity non persero tempo a raggiungerla e, poiché lady Westbury era più ciarliera della figlia, il pasto si svolse abbastanza allegramente. Nel pomeriggio, Verity lasciò le signore in salotto e andò a passeggiare. Quando ebbe raggiunto il laghetto, si sedette sull'argine che lo circondava e protese il viso verso il sole. Pensò fuggevolmente al postiglione. Quando si sarebbero rivisti?, si domandò. E quando sarebbero stati liberi di frequentarsi? Certo non prima che lui portasse a termine l'attuale missione. E Verity non avrebbe davvero preteso che abbandonasse quel compito così importante per starle vicino. Non aveva mai conosciuto nessuno come il postiglione. Lo aveva trovato a tratti esasperante, d'accordo. Ma non si era mai annoiata con lui. Il che era più di quanto si potesse dire di certi gentiluomini di sua conoscenza. No, quello non era del tutto vero, si corresse. Nemmeno con Brin aveva mai sofferto la noia... Buffo! - Oh, eccola! E pensare che avevo detto a Sarah soltanto stamane che avrebbe finito col perdersi! - Girandosi, Verity vide Brin muoverle incontro. - Se fosse nato donna, e fosse vissuto un paio di secoli fa, avrebbe rischiato di morire sul rogo. Non so come faccia. Ma sembra sbucare dal nulla ogni volta che mi accade di...- Si fermò in tempo ma capì dal suo sguardo malizioso che Brin aveva indovinato ciò che era stata sul punto di ammettere. - E non so come faccia a temere che mi possa perdere quando la villa è così vicina. In ogni caso com'è stata la gita a Oxford? - aggiunse per educazione. - Interessante.- Vedendo che si sedeva e fissava il lago, lei continuò: - Corre voce che presto sarà lord e padrone di una tenuta come questa. Quali notizie ha di suo zio? - - Nessuna. Non ho mai avuto contatti con la famiglia di mio padre, nemmeno per lettura. Sono considerato indegno e non vengo mai nominato. Mio padre ha sposato una donna di condizione inferiore e contro il volere della famiglia.- - Santo cielo, Brin! A sentirla, si direbbe che sia cresciuto in un tugurio! Suo nonno era un uomo ricco. Viveva in una splendida dimora ed era rispettato da tutti.- Proruppe lei. - Da coloro che lo conoscevano, sicuro. E si è sforzato di educarmi correttamente. Mi ha mandato ad Harrow. Mi ha fatto entrare nell'esercito. Ma per la famiglia di mio padre, rimango un essere inferiore.- Concesse lui. - E le importa? - sussurro' lei gentilmente. - Mi importava un tempo. Ma ora non più.- Verity tacque. Non avevano mai parlato in quel modo. Quando lui era entrato nell'esercito, lei era stata troppo giovane e ingenua per quegli argomenti così seri. Era stata sul punto di compiere quindici anni allorché Brin era partito per la Spagna. Dopo oltre due anni di collegio, lei si era sentita una signorinella. Ma forse, agli occhi di lui, era ancora una bambina. Era davvero così strano, allora, che Brin si fosse rifiutato di darle retta quando aveva cercato di metterlo in guardia contro Angela? Era davvero così strano che il suo consiglio fosse stato visto come un dispetto infantile? O vi era stato dell'altro dietro il furioso rimbrotto che il giovane le aveva rivolto? Il suo risentimento per l'atteggiamento della famiglia paterna si era forse esteso a tutti gli esponenti di una certa classe? Verity fissò il lago. Se così era stato, Brin aveva senz'altro accantonato la propria avversione quando si era tuffato in quell'altro lago per salvarla, tanto tempo prima. - È molto silenziosa. A che cosa sta pensando? - osservò lui riscuotendola. - A quando mi ha salvato la vita.- - Le ho salvato la vita? Non ricordo? - Sembrava sorpreso. - Eravamo stati invitati a casa dei Fenner. Era il compleanno del più grande, se ben ricordo. Alcuni di noi sono scesi al lago. Ero piuttosto birichina all'epoca, così quando uno dei ragazzi ha insinuato che nessuna femmina sarebbe mai riuscita ad attraversare il lago in barca, ho raccolto la sfida. Sono salita su una vecchia imbarcazione a remi e mi sono allontanata dalla riva. Nessuno si era accorto che lo scafo era bucato. Fatto sta che, quando ho raggiunto il centro del lago, la barca ha incominciato ad affondare. Lei ha sentito le mie grida ed è venuto a salvarmi.- Brin assenti'. - Ora che ci penso, ricordo in effetti l'episodio. Ha un debito di gratitudine nei miei confronti, Verity. E un giorno potrei chiederle di ripagarlo.-
   
 
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