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Autore: Joy2000    10/06/2021    0 recensioni
Olivia è stata arrestata...e ci eravamo lasciati lì. Dal testo:" Non posso crederci. Chi ha osato toccare il mio pub? Chi si è permesso di darlo in pasto alle fiamme?"
TOM POV
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thomas Shelby
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Olivia non sarebbe mai e poi mai venuta con noi. Anche Ada sarebbe rimasta a casa e così Polly e non tanto per il fatto di essere donne, quanto perché non voglio mettere nessuna di loro in pericolo. Ho già la coscienza piena di morti e rimorsi, non me ne servono altri. Vado subito da Charlie per comunicargli il piano, in modo che possa occuparsi dell’armeria. Poi vado al campo zingaro e ordino a Johnny Dogg di arruolare uomini fidati. Infine vado a parlare con la mia famiglia.
“No e poi no! Non se ne parla, ma che ti salta in mente?!” inveisce  furiosa e isterica Polly, appena un istante dopo aver sentito il mio discorso. Non retrocedo e continuo per la mia strada
“Il piano è questo, imboscata a Westminster, sabato, salviamo Margaret e uccidiamo Kimbell” insisto, anche se in realtà  non so se ammazzarlo…potrebbe tornarmi utile.
“Thomas, vuoi ucciderci tutti?!” continua lei
“Tu, Ada e Lily non verrete con noi. Io, John, Arthur e gli altri andremo a Londra, pronti con le armi. Coglieremo i Birmingham boys alla sprovvista: in chiesa saranno disarmati” le spiego con pazienza, fermamente convinto del mio piano che non aveva falle o buchi in cui inciampare.
Polly accenna un sorriso che poi sfocia in una risata divertita e molto rumorosa. Scambio uno sguardo interrogativo con Ada, ma anche lei sembra stranita.
“Noi, dovremmo rimanere qui? Quando l’hai pensato questo piano di merda Tom, mentre cagavi?”  domanda sarcastica e infastidita. La mia cara zia non vuole mettersi da parte, vuole combattere al nostro fianco, ma non capisce i rischi che correrebbe, è troppo spavalda e forse John ha ereditato indirettamente da lei questo lato.
“Questi sono gli ordini, non si discute” le intimo puntandole il dito contro ma lei  in tutta risposta alza gli occhi al cielo seccata.
“Non sei più in guerra Tom, noi verremo con te!” si impunta lei, come una bambina capricciosa, che in fondo fa parte del carattere di Polly. Sto per replicare, ma interviene Arthur:
“Polly, ti prego, se noi non dovessimo tornare sarai tu a mandare avanti gli affari di famiglia, proprio come durante la guerra” il suo tono calmo e pacato e i suoi occhi chiari e malinconici convincono la zia a non rispondere e ad accettare la mia organizzazione, nonostante non approvi. Ringrazio con uno sguardo mio fratello, che annuisce.
“Okay ragazzi abbiamo due giorni per predisporre il necessario, seguite ciò che vi dico, come al solito, e tutto andrà bene!”
 
Torno a casa da Olivia che trovo ancora stesa sul letto della mia camera. Spero si sia calmata, il suo comportamento ribelle in questo momento non aiuta. Sono io il capo e so io cosa è giusto e cosa è sbagliato per la mia famiglia. E lei ormai ne fa parte, pertanto deve adeguarsi alle mie scelte. Mi levo la giacca e la cravatta mentre lei mi ignora di proposito e osserva il pavimento a sguardo basso, come se fosse più interessante di me. Come mia zia, anche lei fa la bambina capricciosa, ma forse è un comportamento che usano tutte le donne quando non si dà ascolto a ciò che dicono. Tuttavia non gliela do vinta, ed esco dalla stanza in silenzio, mentre sbircio una sua reazione che però non arriva. Andasse al diavolo anche lei, mi sto solo preoccupando della sua incolumità e lei mi ignora. Ottimo inizio per una relazione. Scendo di sotto e mi siedo sulla poltrona del salotto dopo essermi riempito un bicchiere di whiskey. Bevo subito un sorso, mentre il sapore forte dell’alcol mi solletica le papille gustative per poi precipitare giù per la gola lasciandomi una lieve ma piacevole sensazione di bruciore. Poi poggio la testa al cornicione della poltrona. Mi accendo una sigaretta e aspiro. Infine chiudo gli occhi, assaporando il miscuglio di tabacco e whiskey miei fedeli compagni nei momenti di sconforto. Nella mia mente stracolma di problemi, non facevo che ripensare ai passi del mio piano e a mettere un’immaginaria spunta su ciò che già avevo organizzato. Solo una cosa manca all’appello, e forse è la più importante. Voglio scrivere una lettera alla mia piccola Olivia, nel caso in cui non dovessi tornare vivo da Londra, ma proprio mentre penso a come cominciarla, Lily piomba vicino a me chiamandomi bruscamente. Apro gli occhi spaventato e colto alla sprovvista.
“Che c’è?” le chiedo con un tono troppo seccato rispetto a quello che ho pensato, probabilmente perché ce l’ho ancora con lei per non aver accolto la mia proposta.
“Tom, dico sul serio, io devo venire” mi dice pacata ma decisa, mentre mi prende per mano e si siede sulle mie ginocchia.  Sono spiazzato, ma capisco che vuole persuadermi usando tutto ciò che è in suo potere. In ogni caso non cederò.
“Non permetterò che tu ti faccia uccidere per la tua infantilità” sto esagerando, ne sono consapevole, ma la sua ostinazione mi fa perdere il controllo, così come la vista in primo piano del suo seno. Le faccio cenno di scendere e mi alzo in piedi, continuando a fumare. Lei apre la bocca sbalordita dal mio commento.
“Mi stai dando della bambina?!” domanda guardandomi con occhi di fuoco, infuriata per la mia accusa, mentre si avvicina a me con aria intimidatoria. Ma io sono Thomas Shelby e non indietreggio, le getto un po’ di fumo in faccia e la osservo. Lei rimane impassibile con mia grande sorpresa e non raccoglie la provocazione. Forse il bambino adesso sono io. “ Se fossi stata un uomo sarei venuta vero?!” aggiunge
“Non è questo il punto!”
“E qual è allora? Sentiamo! Sono tutta orecchie!” insiste lei. Non so se sentirmi in ansia perché in difficoltà o frustrato perché qualunque cosa le dica non mi darà mai ragione. D’altra parte l’orgoglio fa parte di lei, e Lily mi piace proprio per questo: la sua temerarietà, la sua determinazione.
“Se non avessi tenuto a te saresti venuta, uomo o donna che fossi” le spiego spegnendo la sigaretta. Lei sembra interdetta, forse perché non si aspettava una risposta del genere. Sicuramente mi ha preso per il solito maschilista e antifemminista che ostenta la supremazia dell’uomo sulla donna. Invece io ho grande rispetto del sesso opposto, motivo per cui andrebbe sempre difeso. E Olivia non è una donna qualunque, è la donna che amo, ragione in più per proteggerla. Perché quindi lei non lo capisce?
“Tom, è mia sorella, non puoi impedirmelo, ti odierò per sempre, è questo quello che vuoi?!” continua lei imperterrita, con quegli occhioni scuri che adesso si fanno supplichevoli.
“No, non vorrei mai che mi odiassi” le rispondo avvicinandomi a lei e poggiando delicatamente le mani sui suoi fianchi. Lily non si sposta e accetta volentieri il mio contatto. Forse perché pensa che io stia pian piano cedendo “Ma per proteggerti sarei disposto a farmi odiare” concludo dandole un bacio sulla fronte. Lei mi spinge via.
“Tu non decidi per me!” sbotta all’improvviso “Io ho la mia vita. Se non potrò venire con te allora parteciperò al matrimonio come sorella della sposa!” grida infine, mentre mi rivolge un ultimo sguardo contrariato. Poi corre di sopra e sbatte la porta. Ed ecco aggiungersi alla mia lista l’ennesimo problema questo però irrisolvibile, con una x calcata e indelebile, come il senso di colpa che provo in questo momento.
  
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