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Autore: OrderMade96    13/06/2021    0 recensioni
Stiles cerca di parlare con Derek attraverso l'unico altro mezzo che conosce che non riguardi le parole e il linguaggio delle sopracciglia.
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Ogni capitolo è basato su un fake screenshot di chat che ho trovato su Pinterest e salvato perché mi ricordano troppo i personaggi. Così ho deciso di farne una raccolta. I capitoli avranno più o meno nesso tra loro, ma non tutti seguiranno la trama canonica. Sarà più un au in canon. E un pretesto per scrivere su di loro. Il rating potrebbe variare.
Genere: Angst, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Derek/Stiles, Il branco, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Capitolo 12


 

Sopravvivere ai Ghost-riders è solo la goccia che serve a far traboccare il vaso. 

Stiles deve allontanarsi da Beacon Hills e avere un assaggio di vita normale o giura che finirà per impazzire. Se non lo ha già fatto. 

Ha finito di correre per fuggire dal nemico di turno, di escogitare elaborati piani per salvare la sua vita e quella dei suoi amici o di rincorrere persone che evidentemente non vogliono far parte della sua vita e preferiscono sparire senza una parola da un giorno all’altro.

Il diploma sembra l’occasione giusta per iniziare quella sorta di percorso riabilitativo alla normalità.

Ora che a Beacon Hills pare regnare la pace, Stiles ha finalmente una scelta. 

Ed è facile scegliere di andarsene.

Una volta aveva pensato che avrebbe pianto quando suo padre lo avrebbe accompagnato in aeroporto, che sarebbe stato tormentato dal pensiero di lasciarlo e avrebbe esitato finchè lo sceriffo non sarebbe stato costretto a spingerlo a forza oltre il controllo bagagli per farlo imbarcare sul volo. 

Invece è più semplice di quanto immaginasse allontanarsi dall’abbraccio dell’uomo che lo ha cresciuto e che ama più di ogni cosa al mondo. Non ci sono lacrime di dispiacere o saluti struggenti a suggellare la separazione dei due Stilinski. 

C’è solo un immenso sollievo per Stiles mentre sale sull'aeroplano che lo porterà lontano dal loop infernale di ansia e ipervigilanza in cui ha vissuto negli ultimi anni. 

Un enorme respiro liberatorio lascia le labbra del ragazzo quando finalmente l’aereo prende quota. È come se il peso dell’universo gli fosse stato appena tolto dal petto. 

Razionalmente sa che probabilmente tra massimo un paio di mesi inizierà a sentire la mancanza dei suoi amici, ma per ora si crogiola nel dolce senso di liberazione che sta invadendo tutto il suo essere. 

Stiles è dove è sempre voluto essere.

A Quantico, seguendo l’addestramento per diventare un perfetto agente dell’FBI.

Ha sempre voluto entrare in polizia per seguire le orme di suo padre, ma ha deciso di entrare nell’FBI il giorno del suo decimo compleanno. 

Stava guardando una delle tante repliche di un vecchio telefilm poliziesco trasmesso in tv per riempire l’ennesimo pomeriggio solitario della propria infanzia dopo la morte di sua madre - mentre suo padre tentava di bilanciare il nuovo lavoro da sceriffo e essere un bravo padre andando a ritirare la torta per il suo compleanno mentre tornava a casa dalla centrale, il tutto provando a metabolizzare il lutto senza perdersi dentro una bottiglia di whisky - quando qualcosa era scattato nella sua piccola mente di bambino.

Sarebbe diventato un agente federale. 

I poliziotti gestiscono reati di ogni tipo, dai semplici atti vandalici all’omicidio, ma sono gli agenti dell’FBI quelli che risolvono i casi più contorti e spinosi. 

Quelli che a lui piace risolvere. 

Arrestare un piccolo criminale è gratificante, ma mettere dietro le sbarre qualcuno che si è macchiato di reati penali gravi e impedirgli così di commettere altre azioni efferate, lo è anche di più. 

Mentre siede in aula tra la piccola élite di ragazzi selezionati per il corso, sa che sta facendo il primo passo per realizzare il proprio sogno e freme di energico entusiasmo, dovendosi costringere a star fermo sulla sedia per evitare di passare sin da subito per quello strambo di turno. 

Non è più al liceo, dove tutti lo conoscevano come il ragazzo nerd con l’ADHD e l’incapacità di tenere chiusa la bocca. Può permettersi di costruirsi la reputazione che vuole. 

Sarà un ragazzo normale. Non il figlio dello sceriffo che stranamente si trova sempre sulle scene del crimine senza apparente motivo o il ragazzo che è stato rinchiuso in manicomio dopo un crollo psicotico. 

Passerà inosservato, decide. 

Dopo essere vissuto a Beacon Hills e aver visto ogni genere di stranezza soprannaturale, si penserebbe che nulla al mondo potrebbe più sorprenderlo. 

Eppure la vita riesce ancora ad essere imprevedibile. 

Stiles è totalmente scioccato nel vedere Derek Hale, tra tutte le fottute persone, correre a torso nudo nel video che il suo istruttore sta mostrando alla classe.

Santa merda. 

Esclama mentalmente, tappandosi la bocca dopo aver spruzzato acqua contro il compagno seduto di fronte a lui. 

Alla faccia del passare inosservato. 

Non sa come, ma in qualche modo sopravvive alla giornata senza insospettire i propri superiori. Riesce anche a raccimolare alcune preziose informazioni, seppur non sufficienti ad avere un quadro chiaro della situazione in cui Derek si trova. 

E non può di certo chiedere spiegazioni al diretto interessato, visto che lo sta ignorando da mesi. 

Ma sa già chi potrebbe aiutarlo. 

 

Da Stiles: Lo sapevi che tuo fratello è ricercato dall’FBI per omicidio? 

Da Cora: K

Da Stiles: Bene, il potassio è davvero un bel elemento.

Da Stiles: Davvero reattivo.

Da Stiles: Al contrario della risposta che hai appena dato.

Da Cora: Cosa volevi rispondessi?

Da Cora: Non sarebbe la prima volta che Derek viene accusato ingiustamente per un reato che non ha commesso. 

Da Stiles: … giusta osservazione. 

Da Stiles: Quindi non gli è capitato di uccidere nessuno recentemente, vero? 

Da Cora: No Stiles. Ma io potrei pensare di farlo, se continui a fare certe insinuazioni su mio fratello. 

Da Stiles: Stavo solo chiedendo!

Da Stiles: Quindi hai intenzione di raccontarmi quello che sta succedendo oppure no?

Da Cora: Cosa ti fa pensare che io lo sappia? Non sento Derek da settimane.

Da Stiles: Bhe, io non lo sento da mesi. Sei un passo avanti. 

Da Cora: I vostri problemi di cuore non mi riguardano.

 

Stiles sbuffa. 

Sa a che gioco sta giocando Cora. 

La lupa sa chiaramente qualcosa ma le è stato detto di mantenere il segreto, per questo motivo sta cercando di sviare il discorso. 

Non si farà dissuadere dai suoi giochetti. 

 

Da Stiles: Quello che ha un problema è Derek. 

 

Corregge, pronto a non demordere. 

Passa qualche minuto prima che riceva una risposta. 

 

Da Cora: Dovresti starne fuori, Stiles. 

 

Stiles sospira. 

Cora non ha tutti i torti. 

Stiles sa che avrebbe dovuto far finta di nulla, se condurre una vita normale è ciò che realmente desidera.

Ma non può chiudere gli occhi e voltare le spalle al problema. 

Non quando questo coinvolge Derek Hale.

Deve fare qualcosa, non solo perché nutre sentimenti confusi per il ragazzo più grande, ma perché conoscendo il lupo mannaro, sa che preferirebbe farsi uccidere piuttosto che chiedere aiuto. 

 

Da Stiles: Derek ha bisogno di aiuto. 

Da Cora: Sa cavarsela benissimo da solo. Ha un piano. 

 

Stiles alza gli occhi al cielo leggendo il messaggio. 

 

Da Stiles: Stiamo parlando di Derek, Cor. Davvero bravo quando si tratta di prendere a pugni lo stronzo di turno, ma non il massimo quando si tratta di escogitare piani efficaci. 

 

Fa notare molto schiettamente. 

 

Da Stiles: Finirà per farsi arrestare. 

Da Stiles: Lo porteranno in prigione senza batter ciglio e butteranno la chiave. 

Da Cora: Prima devono prenderlo. 

Da Stiles: Oh, lo faranno. Fidati di me, questi ragazzi sanno il fatto loro. Hanno sguinzagliato ogni uomo utile sulle sue tracce. 

Da Stiles: E scommetto che non sono gli unici da cui deve guardarsi le spalle. 

 

Allude, esortando la ragazza a parlare. 

 

Da Cora: Derek sarà DAVVERO incazzato se scoprirà che ti ho coinvolto. 

 

Bingo! Stiles gioisce, lanciando un pugno in aria. 

 

Da Stiles: Sarà il nostro piccolo segreto ;)

 

Promette solennemente. 

È così che viene al corrente del genocidio di licantropi e si ritrova a proporre e partecipare all'operazione dell'FBI che mira a catturare Derek. Erroneamente accusato colpevole mentre stava indagando sui veri artefici della carneficina, ovviamente cacciatori. 

Il piano di Stiles per salvare Derek è molto semplice.
Si confonderà tra il resto degli agenti operativi nel momento in cui il caos sarà al suo culmine, troverà Derek - probabilmente ferito e bisognoso del suo aiuto - e lo trascinerà fuori dall’edificio dove ha seguito i cacciatori, prima che il lupo ci rimetta la pelle. 

La pallottola vagante che colpisce il suo piede è solo uno spiacevole imprevisto che non aveva calcolato. 

“Cosa cazzo pensavi di fare?” Ringhia Derek rimproverante, facendosi largo tra gli spari che infuriano intorno a loro. 

“Evitare la tua morte o il tuo arresto per esempio?!” Sbraita Stiles mentre lascia che il lupo mannaro lo trasporti fuori dall’edificio reggendolo in braccio stile sposa. 

Il dolore al piede è troppo acuto per pensare di protestare per la posa imbarazzante. 

Gli agenti della SWAT li lasciano passare senza fermarli, sviati dalla scritta FBI che spicca sul giubbotto di Stiles. Probabilmente pensano che Derek sia un agente sottocopertura che sta trasportando un compagno ferito al riparo. 

O forse hanno solo una gran fortuna. 

“Quindi hai pensato che lanciarsi a testa bassa in una sparatoria contro dei cacciatori, disarmato e indossando solo un giubbotto antiproiettile, fosse una buona idea?” Deride il lupo, scuotendo la testa.

“Perché indagare su un gruppo di cacciatori completamente da solo è un’idea migliore?” Ribatte il ragazzo ostinatamente. 

Derek rotea gli occhi. “So badare a me stesso.” Protesta, facendolo sedere sul sedile del passeggero della camaro non appena sono al sicuro nel vicolo in cui ha parcheggiato.

Derek si inginocchia, sfilando molto delicatamente lo scarponcino di Stiles per controllare la sua ferita.

Sanguina copiosamente ma sembra fortunatamente superficiale. 

“L’ultima volta che hai detto una cosa del genere, sei quasi morto.” Ricorda amaramente Stiles, rivolgendo uno sguardo sconsolato all’uomo inginocchiato dinanzi a lui. 

“Ma non lo sono.” Puntualizza il lupo mannaro, frugando nel cruscotto della macchina alla ricerca di qualcosa da avvolgere intorno al piede del ragazzo per bloccare l'emorragia. 

“Yey.” Esulta senza entusiasmo l’altro, mordendosi il labbro nervosamente. Il suo viso è pallido e sudato mentre cerca di trattenersi dal gemere pietosamente quando Derek stringe alla bell’e meglio una maglietta logora intorno alla ferita. “Il punto è che potresti essere morto, Derek. Che sia per mano di un cacciatore, di un altro lupo mannaro o qualunque dannata altra cosa per cui potresti morire. E io non lo saprei nemmeno, perchè sei fottutamente sparito.” Accusa apertamente. 

Una tempesta di emozioni ribolle nel suo petto. 

È così felice ma allo stesso tempo così arrabbiato col lupo mannaro. 

Vorrebbe prenderlo a pugni sul suo viso stupidamente perfetto, ma allo stesso tempo vorrebbe stringerlo in un abbraccio stritolante per impedirgli di scomparire nuovamente dalla sua vista non appena sarà distratto.

Gli sembra passato un secolo dall’ultima volta che l’ha visto, ma Derek sembra lo stesso di sempre. 

Ridicolmente bellissimo, con quel cipiglio costante che gli fa venir voglia di punzecchiarlo solo per suscitare qualsiasi altra emozione sul viso dell’uomo. 

Indossa la stessa vecchia giacca di pelle del primo giorno in cui si sono incontrati, quando Stiles e Scott bazzicavano nella Riserva in cerca dell’inalatore di quest’ultimo.

L’unica differenza sostanziale è la barba di qualche giorno.

Derek può sentire un vortice di sensazioni confuse trasudare dal giovane a ondate mentre si prende cura della sua ferita. “Mi dispiace.” Sussurra colpevolmente, arricciando il naso all’odore pungente della tristezza che riesce a distinguere nel suo profumo. 

“Non dire che ti dispiace se non lo intendi davvero.” Schernisce acidamente l’altro. 

Il lupo mannaro aggrotta le folte sopracciglia, risentito dall’aspro commento. “Lo faccio, Stiles.” Assicura seriamente. “Dovevo andarmene. Avevo bisogno di tempo per rimettere insieme la mia vita e fare chiarezza su me stesso. Pensavo capissi.” 

Stiles lo capisce. Lo ha sempre fatto, sin da quella lontana notte in cui Derek è venuto a salutarlo prima di partire con Cora e lui è scoppiato in lacrime davanti ai suoi occhi.

Capisce che Derek abbia avuto bisogno di prendere le distanze, che sia dalla città, dalle situazioni o dalle persone, per curare le proprie ferite. 

Ciò che non capisce e assolutamente non accetta, è il modo in cui è stato chiuso fuori dalla vita del lupo mannaro.

“Anche io me ne sono andato appena ho potuto, ma non ho tagliato i ponti con tutti o fatto finta che ciò che abbiamo vissuto insieme non fosse mai avvenuto.” Rimprovera freddamente. 

Derek sospira frustrato. “Non rimpiango di aver lasciato Beacon Hills. Non mi manca. I mesi passati con Cora sono stati alcuni dei migliori della mia vita.” Sostiene. “Ma mi pento di averti allontanato.” Confessa sinceramente, allungando una mano per sfiorargli dolcemente una guancia. “Mi sei mancato.” Dichiara infine, sporgendosi senza riflettere per premere un bacio contro le labbra carnose del ragazzo.

È avventato, un gesto impulsivo dettato dal proprio istinto che gli chiede di sopperire alla necessità di contatto fisico nata dalla prolungata lontananza da Stiles. 

Derek si aspetta che Stiles si allontani, che lo respinga precipitosamente, ma dopo un attimo di shock iniziale, il ragazzo ricambia il bacio con vigore.

“Anche tu mi sei mancato, Sourwolf.” Sospira Stiles, cedendo finalmente alla contentezza di rivederlo. C’è un pizzico di senso di colpa in lui per il bacio quando il pensiero di Lydia gli passa momentaneamente per la mente, ma finisce per accantonarlo velocemente, distratto da un improvviso calore che si dirama da dove la mano del lupo mannaro è ancora in contatto con la sua guancia. “Stai facendo quella cosa strana del mojo licantropo che succhia via il dolore e ti fa sentire mezzo drogato, vero?” Domanda con un piccolo sorriso disfatto, rendendosi conto che il dolore al piede si sta lentamente attenuando.
“Hmh.” Conferma il lupo, chinando la testa per appoggiarla sul petto dell’uomo più giovane. Il rumore ritmico e costante del battito del cuore di Stiles è un suono confortante per le sue orecchie. “Credevo di averti perso.” Rivela sovrappensiero in un sussurro.

“Che intendi?” Chiede Stiles sollevando un sopracciglio. 

Derek alza la testa per incrociare il suo sguardo. “Qualche mese fa ho iniziato a notare delle stranezze. Piccole incongruenze tra ciò che io e Cora ricordavamo. Continuavo inconsciamente a far riferimento a un certo Stiles, senza riuscire a ricordarmi di te. Una sera ho chiamato Scott per sapere se stava succedendo qualcosa di strano a Beacon Hills, ma non ha risposto. Il mio istinto mi urlava che qualcosa non andava, ma non sapevo cosa. È stato come perdere un arto ma continuare a sentirlo. Ho anche finito per perdere il controllo del mio lupo durante la luna piena. È stato... complicato.” Sputa fuori esplicativo. 

Stiles sbatte le palpebre, sorpreso dalla cruda onestà di Derek. 

“Wow ragazzone, sono impressionato. Non credo di averti mai sentito dire così tante parole una dietro l’altra che non fossero minacce.” Commenta sarcastico per alleggerire il momento.

“Mi devi una spiegazione.” Impone duramente il lupo. 

“Ogni cosa a tempo debito.” Promette Stiles sbrigativo. Slaccia la fasciatura di fortuna al piede e porge la maglietta insanguinata a Derek perché se ne disfi più tardi. “Devo tornare alla mia unità. Avranno iniziato a chiedersi dove io sia sparito. E tu devi scomparire dalla circolazione per il momento, perché sei ancora ricercato per omicidio.” Fa notare, cercando di alzarsi. “Probabilmente dopo questa sera potrò dire addio alla mia carriera di agente federale.” Borbotta deluso, zoppicando verso la direzione da cui sono venuti. 

“Dobbiamo tornare a Beacon Hills.” Chiarisce Derek, restio ad allontanarsi dal ragazzo ferito. 

“Lo so.” Concorda il giovane. “Hanno bisogno dei rinforzi.” 

Sconfiggere lAnuk-Ité si rivela la sfida più ardua che abbiano mai affrontato. 

Il mostro si lascia alle spalle una scia di cadaveri che va ad aggiungersi a quelli che nessuno di loro riuscirà mai a perdonarsi e per poco il branco non paga un caro prezzo per raggiungere la vittoria, ma riescono comunque a prevalere sull’entità sovrannaturale e riportare l’equilibrio a Beacon Hills. 

Gerard viene fermato e ucciso da Kate, ponendo fine al regno di terrore degli Argent e Chris può finalmente voltare pagina, lasciandosi alle spalle il fantasma di una vita che ha rinnegato. 

Ma c’è anche una nota stonata nella sinfonia del loro lieto fine. 

Monroe scompare. 

La cacciatrice riesce a fuggire nella confusione generale dei combattimenti senza lasciare alcuna traccia, trovando rifugio chissadove.

Tutti, soprannaturali o umani appartenenti o affiliati al branco, concordando unanimemente nel darle la caccia. Formano una sorta di task force che ha come obiettivo quello di catturare la cacciatrice, combattendo contro gli spietati accoliti che la seguono. 

Salvano innumerevoli vite, ma ne vedono altrettante spegnersi prima del tempo nonostante tutti i loro sforzi. 

La lotta per la sopravvivenza è logorante e non lascia molto spazio ai rapporti interpersonali. Alcuni legami si sciolgono, altri si rafforzano, altri ancora si ridefiniscono in meglio con il passare del tempo. 

L’unica cosa che non cambia mai è che ci saranno sempre l’un per l’altro. 

Dopo due lunghi ed estenuanti anni, riescono finalmente a incastrare Monroe e rinchiuderla in un carcere di massima sicurezza. 

La gioia per la sua cattura si tramuta in una settimana di festeggiamenti ininterrotti.

E non è l’unica notizia positiva che celebrano. 

Dopo i recenti avvenimenti che hanno sconvolto l’intero paese e le incalcolabili vittime, l’FBI inizia a soppesare l’idea di creare un'unità specializzata sul soprannaturale e il padre di Scott mette una buona parola per farvi ammettere Stiles.

Il giovane è al settimo cielo quando gli viene offerta l’opportunità. Partirà per Quantico tra meno di un mese, riprendendo l’addestramento esattamente da dove lo aveva lasciato. 

L’ultimo giorno dei grandi festeggiamenti, Stiles ha talmente tanto alcool e cibo in circolo da collassare su una delle scomode sedie moderne del salone di Lydia. 

Quando riapre gli occhi, ha un mal di testa martellante, il suo alito potrebbe uccidere lAnuk-Ité a vista e non può muovere il collo senza gemere conseguenzialmente di dolore. 

Decide di aver bisogno di una doccia calda, un caffè e un’aspirina, non necessariamente in quest'ordine.

La prima che trova è l’aspirina. 

Qualcuno gli ha lasciato una confezione del medicinale con un bicchiere d’acqua sul tavolo da pranzo e lui ringrazia mentalmente chiunque sia stato. 

È poi il turno del caffè.

Stiles si prende il suo tempo per amoreggiare con la fumante bevanda calda, assaporandone il retrogusto amaro sulla lingua mentre attende che la caffeina riattivi le sue sinapsi addormentate.

Consumato il caffè, è abbastanza sveglio da pensare di riuscire a guidare per tornare a casa e fare una doccia. 

Se solo riuscisse a trovare le chiavi della sua jeep. 

Le cerca in ogni angolo della casa, frugando in ogni possibile nascondiglio. Alza tutti i cuscini del divano, guarda sotto i mobili, controlla tre volte come minimo nelle tasche dei propri pantaloni e in quelle della felpa, ma le chiavi sembrano svanite nel nulla.

Sospira pesantemente, rassegnandosi a chiedere aiuto alla padrona di casa.

Sale le scale ancora assonnato, aprendo la porta della camera da letto di Lydia senza bussare. 

“Lyds hai visto le mie…” Le parole gli muoiono in gola alla vista del culo nudo di Parrish. Lydia è stesa sul letto, altrettanto gloriosamente nuda con il vicesceriffo posizionato tra le sue gambe divaricate. “Chiedo scusa!” Esclama Stiles strillando, richiudendo rapidamente la porta. 

Beccare la propria ex ragazza, nonchè migliore amica, a letto con uno dei dipendenti di suo padre, sembra essere un rimedio migliore di qualsiasi caffè.

Stiles si strofina le mani sul viso, sentendosi improvvisamente molto sveglio.

Lydia riapre la porta un minuto dopo, avvolta in una seducente vestaglia color cipria. 

“Avevi qualcosa da chiedermi?” Domanda la banshee con disinvoltura. 

“Volevo solo sapere se avevi visto le mie chiavi.” 

“Sono appese ad uno dei ganci vicino alla porta d’ingresso. Scott le ha trovate sotto il divano questa mattina quando se n’è andato con Malia e le ha messe lì.” Informa Parrish, facendo capolino dalla porta.

“Grazie amico. Ora vado, ho bisogno davvero di una doccia.” 

E forse di altro alcool per togliermi dalla testa quell’immagine. 

“Vi lascio tornare a… divertirvi.” Farfuglia imbarazzato.

Lydia ridacchia divertita, salutando l’amico con un bacio sulla guancia. “Sai Stiles, sono sicura che ci sia un certo lupo mannaro pronto a divertirsi con te se solo voi decideste di discutere i vostri problemi sentimentali irrisolti.” Suggerisce maliziosamente.

“Consiglio debitamente annotato, Lyds.” Dichiara l’altro arrossendo. 

Mezz’ora più tardi Stiles è nella sua vecchia camera d’infanzia, disteso sul letto con ancora i capelli umidi. 

Prima di chiudere gli occhi e cadere nuovamente addormentato per un pisolino, il suo sguardo cade sul vecchio mangiasogni appeso sulla testiera del letto.

Forse è giunto il momento che lui e Derek facciano una bella chiacchierata.






Note dell'autrice: So che stavate aspettato un aggiornamento e finalmente... ECCOLO QUI! Ma non uccidetemi se è solo un preludio al chiarimento che questi due stanno finalmente per avere. Non spoilero nulla, vi dico solo che il prossimo capitolo sarà NSFW, quindi la storia potrebbe diventare rossa ;)
Come sempre mi auguro che la storia vi stia continuando a piacere e vi ringrazio per tutto l'apprezzamento dimostratomi <3 
Alla prossima! 
   
 
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