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Autore: The Blue Devil    15/06/2021    4 recensioni
Eccoci all’ultimo, credo e spero, tentativo di dare un senso a tutto quello che circola in rete, una sorta di extrema ratio.
Tanto tempo fa, in una vallata lontana lontana…
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), William Albert Andrew
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Eccoci all’ultimo, credo e spero, tentativo di dare un senso a tutto quello che circola in rete, una sorta di extrema ratio.
 
Non è uno scritto a scopo di lucro alcuno per cui non si infrangono Copyrights.
I personaggi presentati, nomi e situazioni, sono di proprietà degli aventi diritto: Kyoko Mizuki (Keiko Nagita) per il soggetto; Yumiko Igarashi per la resa grafica dei personaggi; Toei Animation Co., Ltd, per la serie TV e Kappalab per l'edizione italiana dei romanzi di Kyoko Mizuki/Keiko Nagita.

 
Buona lettura
 
 
Tanto tempo fa, in una vallata lontana lontana…
 
GUERRE ALBERTARI
 
"Signor Stewart, apra un canale, sentiamo cosa ha da dirci quel fantoccio".
"Canale aperto capitano, può parlare".
Il capitano, un ragazzo alto, dai lunghi capelli d’oro e gli occhi blu del mare al mattino, iniziò a parlare, con la sua voce gentile:
"Allora, chi sei e cosa vuoi? Come vedi siamo venuti all’appuntamento. Ti ascoltiamo".
Una voce, falsamente gentile, rispose:
"L’aspettavo, capitano, ora le invio le immagini".
Sul grande schermo, posto nella plancia di comando della grande nave spaziale "Hill Prince", comparvero delle immagini che scioccarono i presenti.
Mentre osservava cinque ragazzi che, in cima ad una collina, con le mani legate dietro la schiena, erano minacciati da due loschi figuri armati di pistole laser, il capitano pensava:
"Io questa voce la conosco… però forse manca di profondità…".
Il signor Jorge, l’ufficiale in seconda, esclamò:
"Capitano Albert, sono cinque dei nostri!".
Il capitano Albert, sempre più perplesso, chiese al misterioso interlocutore, che non era apparso nel video:
"Che significa tutto ciò? Cosa diavolo vuoi?".
Quello rispose:
"Massì diamoci del tu… come vedi, capitano, ho qui cinque ostaggi: consegnami la tua nave unitamente all’arma più potente e ti prometto che non sarà loro torto un capello. Altrimenti li farò fuori uno alla volta, ogni ora".
"Signor Stewart, chiuda il canale audio", ordinò il capitano, prima di rivolgersi al suo secondo:
"Jorge, non possiamo consegnargli la potente Bagpipe shot-snail that crawl! È un’arma potentissima, nelle mani sbagliate, sarebbe un disastro!".
In quel momento, il signor Stewart attirò l’attenzione del capitano: il misterioso nemico era apparso in video e scuoteva il capo. Il capitano fece riaprire l’audio:
"Eh, no Albert, così non si fa; hai fatto chiudere l’audio, vuoi forse fregarmi?”.
"Ecco chi sei! Il vento, le foglie secche… lo sapevo, maledetto Terrus!".
"Ti vedo poco convinto; ti do una mano a decidere".
Ad un cenno di Terrus, uno dei due che minacciavano gli ostaggi, spinse in avanti l’ultimo di essi a sinistra, una ragazza, e aprì il fuoco: trapassata dal laser, la ragazza cadde in ginocchio e poi a faccia in giù, senza neanche un gemito.
"Tra un’ora ne faccio ammazzare un altro… oppure mi consegni quel che ti ho chiesto! E non fare scherzi, se tenterai una qualsiasi azione, li ammazzo tutti", concluse Terrus, prima di chiudere il collegamento.
"La situazione è grave, capitano…".
"No, Jorge, non lo è più di tanto. Tenteremo una sortita…".
"Ma, capitano, ha visto…", lo interruppe il secondo, venendo a sua volta bloccato:
"L’eliminazione dell’ostaggio? Non era uno dei nostri, si trattava di Irizella di Laggan. Non è stata una gran perdita. Gli altri sono al sicuro per ora, tiene troppo alla Bagpipe e senza ostaggi…".
"D’accordo, ma… allora chi farà questa sortita?".
I due si accorsero che, mentre parlavano, un’altra persona si era presentata in plancia; si voltarono e il nuovo arrivato fece il saluto militare. Si trattava di Anthon Star della Rosa Rossa (anche se, dopo aver conosciuto una certa biondina, si faceva chiamare "Anthon della Rosa Bianca"), dalla rosa che portava sempre nel taschino della giubba.
"Andrò io, disse il nuovo arrivato", sfoderando un sorriso e una voce gentili.
"E perché tu? È troppo pericoloso…".
Senza rispondere, Anthon spiccò un salto con capriola, atterrando a pochi centimetri da Albert; poi sferrò un colpo col pugno, sfiorando il viso del capitano, gridando:
"Uatà!".
Nel momento in cui si era trovato in volo, tutto si era fermato e in sovraimpressione era apparsa una scritta, in caratteri rossi indecifrabili; una voce fuori campo aveva spiegato:
"Colpo della Rosa d’acqua di Ardel! Un solo errore nell’esecuzione di questo colpo provocherebbe la distruzione dell’intero Universo!".
"Notevole, veramente notevole", fu il commento di Albert, che poi aggiunse:
"Però…".
L’esitazione di Albert diede ad Anthon la possibilità di replicare:
"So perché si preoccupa; lei non è un semplice capitano. Vero, zio?".
Non appena ebbe pronunciate queste parole, Anthon estrasse da sotto la giubba una barba finta ed un paio di occhiali da sole, li lanciò in aria e li centrò con la rosa bianca del taschino; il tutto si conficcò nella parete, accanto allo schermo.
"Ah!", esclamò Albert.
"Sì, tu sei il grande Willy Albert di Ardel, Gran Maestro della Divina Scuola di Ardel, nonché Principe e capitano della Hill Prince e possessore della mitica Bagpipe shot-snail that crawl! In sintesi, sei mio zio".
"Sì, io sono tuo zio! Ma come hai fatto a… ?".
"Scoprirlo? Beh, a parte gli indizi di prima, guardati: sei identico a me, stessi occhi, stessi capelli, stessa voce gentile, stesso sorriso, pure gentile; a volte mi confondo e non so più chi sia io e chi sia tu…".
Albert obbiettò:
"I miei capelli hanno un colore più acceso di quello dei tuoi e poi… sono lunghi".
Anthon lanciò una seconda rosa che artigliò i capelli di Albert inchiodandoli accanto al resto delle "prove".
"Una parrucca", spiegò il giovane, "Come vedi, ora, sei identico a me!".
"Sempre più notevole… e sia, sarai tu a comandare la squadra di sbarco".
"No, andrò solo, così avranno meno possibilità di individuarmi".
Il signor Stewart e Jorge esclamarono all’unisono:
"Anthon Star, solo tu li puoi salvar!".
"Sì, ci manca solo il maialino portafortuna e siamo a posto…", pensò il capitano.
Ora si poteva iniziare a studiare un piano.
Fu osservato che, essendo la collina a forma di ciambella, chi vi si trovava in cima non poteva accorgersi della presenza di qualcuno alla sua base.
"Vedi, Anthon, quella casetta strana ai piedi della collina con le due signore sulla porta che salutano? Terrus non la può scorgere dalla collina".
"Sì, le vedo… una vecchietta e una suora. Possiamo colpirle con un missile, che mi distraggono coi loro sorrisi ebeti?".
"Anthon, sii serio!".
Fu notato anche che Terrus possedeva un rivelatore di energia, quindi niente pistola laser.
"Anthon, non potrai portare con te armi con fonti di calore; dovrai calcolare da solo, concentrandoti, l’esatto punto da dove iniziare la scalata per poi trovarti alle spalle di Terrus; dovrai essere preciso al millimetro e, una volta in cima, dovrai agire con estrema velocità e precisione, lanciando il tuo attacco al marrano. Se sbaglierai, non avrai una seconda opportunità. Niente visori, calcolatrici e pistole: affidati solo al potere della Rosa! Va’, fatti onore e torna vincitore, Anthon della Rosa Rossa!".
"Bianca!", puntualizzò il ragazzo.
"Vabbè, bianca. Mentre ti avvii distrarrò il maledetto. Che il potere degli Ardel sia con te!".
Albert fece aprire un canale e si ritrovò collegato con Terrus.
"Allora, Terrun…".
Subitaneamente l’altro si adirò:
"Come ti permetti, capitano! Vabbè, è vero che l’Inghilterra sta a sud della Scozia, ma io non sono un terrùn".
"Bravo zio, fallo arrabbiare, sarà più facile prenderlo di sorpresa! La rabbia annebbia i sensi", pensò Anthon, che aveva udito quello scambio di battute.
 
La discesa di Anthon sul pianeta fu un successo. Ora si trovava ai piedi della collina: calcolare l’esatto punto di scalata non era certo cosa facile, ma, affidandosi al "Potere della Rosa", Anthon vi riuscì. Cominciò così la salita. Giunto quasi a metà vide volare giù dalla collina, sibilando sopra la sua, una testa:
"È già passata un’ora? Quella era la testa di Aster X Cornelius, uno dei leggendari Fratelli Cornelius. Aster sarai vendicato!", pensò il nostro eroe.
 
Albert e Jorge, che continuavano a punzecchiare Terrus, furono stupiti dalla comparsa in video di un’altra persona: una ragazza minuta, dai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri; costei indossava una mantellina rossa.
"E questa chi diavolo è adesso?", si chiese Albert.
Fu Jorge a riconoscere l’individua:
"Ma io la conosco! È Susy Marlououol, meglio conosciuta come Susy Marantega! È un’attricetta da due soldi, l’ho vista su alcuni cartelloni pubblicitari del teatrino della parrocchia".
"E non possiamo neanche avvertire Anthon...".
 
Anthon si trovava finalmente sotto il bordo della collina a forma di ciambella, assorto nella massima concentrazione. Facendo leva sulle braccia si issò, spiccò il suo salto e atterrò sul terreno collinare; durante il volo, con una rapidissima occhiata, aveva compreso di aver centrato esattamente il punto stabilito: si trovava in linea perfetta con Terrus, che gli dava le spalle! Un sorriso gentile di soddisfazione si disegnò sulle sue labbra: non gli restava che lanciarsi su Terrus col suo "Colpo della Rosa d’acqua di Ardel" e annientarlo. Ma si verificò un evento imprevisto – Miss Pony lo dice sempre "Non sai mai cosa ti aspetta dietro l’angolo" – che rischiava di vanificare tutta l’operazione: nel momento in cui Anthon aveva toccato il suolo, i suoi piedi erano affondati in una sostanza molliccia e appiccicosa, che gli impediva di spiccare il volo e di lanciare il suo attacco. Anthon affondò un dito in quella sostanza e se lo portò alla bocca:
"Mi sembra... confettura di albicocca! Porca miseria, questa collina non è una ciambella, è un biscotto!", esclamò il ragazzo, che condivise questa presa di coscienza con l’equipaggio della Hill Prince.
Con una velocità di pensiero eccezionale, guidato dal potere della Rosa di Ardel, Anthon afferrò la sua rosa bianca e la scagliò contro Terrus... fu la Marantega, gettatasi su di lui, a salvare il marrano: la rosa di Anthon centrò in pieno la gamba destra di Susy, sotto il ginocchio, e se la portò via giù dalla collina, staccandola di netto.
Terrus ebbe così il tempo di mirare e sparare verso Anthon, nel momento in cui uno degli ostaggi, la bionda Candya White di Ardel, si girava e lo vedeva, gridando il suo nome.
La scena cui assistettero l’equipaggio della Hill Prince e gli ostaggi fu terrificante: Anthon, indietreggiato a fatica fino al bordo del "biscotto", fino ad un punto dove non c’era la confettura, avrebbe anche potuto ritentare il suo attacco ma, distratto da Candya, alzò la mano in segno di saluto e cadde dalla collina, in concomitanza con lo sparo di Terrus. Lo sfortunato eroe andò a battere la testa proprio su una delle due uniche pietre che si trovavano sul terreno del pianeta, altrimenti friabile e innocuo.
Sulla nave il capitano Albert ordinò di alzare gli scudi e armare la Bagpipe etc.: un tremendo fascio di snails that crawl investì e spazzò via i malviventi rimasti. Ma a Terrus accadde una cosa strana: rimasto in piedi, il suo viso cominciò a creparsi e rivelò le fattezze di un’altra persona...
"Per la miseria, quello non è Terrus, è Nillo di Laggan!", esclamò il capitano, "Mi pareva che la sua voce non fosse tanto profonda".
Lo sgretolamento si propagò a tutto il corpo di Nillo che, prima di diventare un mucchietto di polvere, si esibì in una diabolica risata:
"Tornerò, tornerò, e per voi sarà finita!".
Neanche il tempo di festeggiare quella che appariva come una "vittoria di Pirro", che Candya si ritrovò una pistola laser puntata al petto.
"Muori maledetta orfana pezzente", gridò Irizella di Laggan, che evidentemente ancora viva, aveva raccolto una delle pistole laser da terra, prima di aprire il fuoco.
Un fascio di luce colpì Candya. Niente. Un secondo fascio seguì il primo. Nulla. Poi un terzo e un quarto.
"Sicuramente il potere magico del mio medaglione, da cui ella non si separa mai, l’ha protetta", pensò il capitano Albert.
Candya si fece una risata e chiese:
"Scusa, Irizella, ma da dove l’hai raccolta quella pistola?".
Irizella indicò il punto, proprio lì dove si trovava il malvivente che l’aveva colpita all’inizio.
"Ma sei scema? Quella pistola è settata sul verde, altrimenti saresti morta! Se vuoi ammazzare qualcuno devi spostare la levetta sul rosso".
"No, sei tu che sei scema! E glielo dici pure?", urlò Chibald Cornelius, buttandosi su di lei per proteggerla, mentre Irizella cercava di capire quale levetta dovesse spostare.
Albert pensò:
"E certo, laser a bassa frequenza: nessun Laggan ha quelle piccole cose tonde, che ora io ho enormi, per farsi sparare, nemmeno con un laser stordente!".
Anche questa volta il laser che trapassò Irizella, un secondo prima che la vipera sparasse ancora a Candya, la fece cadere in ginocchio con gli occhi sbarrati; dopo che ebbe vomitato sangue cadde a faccia in giù. Senza un gemito. Chibald, in seguito, rivelerà agli amici:
"Sono sicuro di averla vista leccare la confettura prima di schiattare".
Chi aveva sparato? Dietro Irizella si materializzò la figura di un ragazzo alto, scuro di capelli, gli occhi blu e un mantello nero sulle spalle. Candya rimase affascinata e sussurrò:
"Tu... tu sei Terrus! Il vero Terrus, il grande Terrus! Tu, che hai ripudiato il nome Grandecesto per farti chiamare Terrus Grimm! Sembra una favola".
"Sì, sono io", rispose lui, sfoderando il sorriso canzonatorio, che Candya tanto amava, e una voce profonda e gentile.
Questa scena, fece agitare Albert che, schiacciato contro il vetro di un oblò, tentava di farsi notare da Candya.
"Jorge sbarchiamo, non tutto è perduto; il potere magico del medaglione che le regalai quando la vidi a tre anni la condurrà tra le mie braccia".
Albert ora si trovava dinnanzi a Candya.
"Sei uguale ad Anthon, ma chi sei?", chiese la bionda.
"Ebbene, Candya... devo dirti una cosa".
"Parla dunque!".
"Io sono Albert! Il tuo amico Albert".
Candya lo guardò e non lo trovò molto somigliante all’amico, allora lui la incalzò:
"Devo dirti un’altra cosa...".
"Ah, ma allora sono due! Avevi detto una cosa".
"Ebbene sì, sono due, anche tre se occorre".
"Dilla".
"Ebbene Candya, io sono tuo zio!".
Candya parve sorpresa, ma ancora non troppo coinvolta...
"Porca miseria, padre, padre! Dovevo dirle Io sono tuo padre! Ma ho l’arma segreta...", pensò Albert un po’ deluso.
"Candya, io sono il Principe della ciambella".
"E tre. Quindi, hai finito?".
Albert estrasse dalla tasca un telecomando e schiacciò un pulsante rosso.
"Il potere degli Ardel, ti porterà a me, attraverso il medaglione magico che ti regalai".
Il medaglione di Candya cominciò a illuminarsi e a emettere un suono simile a quello prodotto dalla "Bagpipe".
"Chibald, scioglimi, chiese Candya all’amico".
"E come? Son legato anch’io".
Fu Jorge a slegare i tre sopravvissuti.
"Ti ho cercato tanto Principe, volevo chiederti come fare a spegnere questo marchingegno che s’illumina e suona nei momenti più sbagliati; allora è con quel telecomando che azioni ‘sto coso? Da’ qua".
Candya afferrò il telecomando e lo gettò in terra, calpestandolo, e poi, "Per sicurezza", disse, fece la medesima cosa col medaglione.
"Candya, che hai fatto?", protestò Albert, scomparendo in una nuvola di fumo.
"Che è successo? Ma è morto?", chiese la ragazza preoccupata.
"Non si preoccupi signorina", rispose Jorge, "Non era il vero Albert, ma un ologramma di una stupenda storia mai raccontata; se usa l’immaginazione, vedrà che apparirà in qualche angolo dell’Universo. Ora devo andare, devo ricondurre la Hill Prince a casa".
Candya fece per slanciarsi verso il pirata Terrus, ma si sentì afferrare per una caviglia.
"Ehi, fermi tutti, io ho perso una gamba per Terrus, spetta a me il primo premio".
"E no, carina", la informò Annina Sbraiten, la fidanzata di Chibald, staccandole la mano dalla caviglia dell’amica, "Quello per cui hai perso la gamba era Nillo di Laggan, non Terrus. Se vuoi recuperarla l’ho vista volare giù dalla collina".
Susy Marantega strisciò verso il bordo e si affacciò: stante la difficoltà a guardar di sotto, data la forma della collina/ciambella/biscotto, la sventurata si sporse troppo, scivolò e andò ad incocciare, di testa, la seconda delle due famose uniche pietre.
Candya poté abbracciare e baciare il suo Terrus e dichiarargli tutto il suo amore.
Annina e Chibald decisero di rientrare con Jorge.
"Prima, però, recuperiamo la testa di mio fratello Aster X, sennò, poi, chi lo sente!".
 
In un punto lontano lontano di una galassia lontana lontana, in un immenso salone, una vecchia signora stava seduta su un trono, quando le si materializzò davanti suo nipote.
"Willy Albert di Ardel, che fine avevi fatto oggi? Ti ho fatto cercare dappertutto. Hai fatto i compiti, hai studiato oggi? Dimmi cos’hai fatto fino ad ora".
"Zia, lascia che ti spieghi non è come credi...".
La vecchia si sporse in avanti, sempre più accigliata, e sibilò:
"Non starai mica cercando di dirmi che sei andato ancora a giocare con quei ragazzacci! Lo sai che Candya e Annina non mi piacciono".
"Zia Roy...".
"No, niente zia Roy! Fila a letto senza cena e per un mese niente pistole laser, aggeggi strani e corbellerie varie! E scordati la Hill Prince, la terrà Jorge. Ora fila, sciò".
"Va bene, zia...".
E Albert si avviò mestamente verso la sua stanza...

 
FINE
 
 
 
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