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Autore: Flappergiuly    16/06/2021    0 recensioni
"Un volto, un volto virile è tutto quello che vi ho scorto poco prima, ora dolce, ora fermo, deciso, timidamente sorride ed è perdutamente bellissimo, se solo fosse mio, sembra una profezia, la prendo come tale.
Vellutate le labbra, gli zigomi pronunciati, alti e pallidi come tutto il resto della pelle, i tratti erano duri e infantili al tempo stesso, stalattiti di cioccolato per capelli tintinnavano tra le folte ciglia nere quasi fossero passate scrupolosamente col mascara, un'espressione austera, ritraeva il monte Fuji in persona, tra i copiosi contrasti cromatici, un volto senza barba e dallo sguardo alquanto profondo, sembra stanco, un dannato fascino senza età".
Buona lettura ancora! :)
Genere: Fantasy, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa, Thomas Shelby
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Albachiara, ore sei calma piatta, per l'esattezza, le ore mattiniere con l'oro prezioso in bocca, quasi fosse una rosa in un ballo a due, il che è proprio vero, anch'io adesso lo gusto mentre mi attardo nel mio ultimo tra i tanti risultati culinari preso da una ricetta che non so se è più tradizionale o fai da te, sarà una variante venuta fuori col nuovo tè de tete regalatomi da mia sorella in occasione del Natale passato.
Biscotti ammucchiati in un angolo di piatto e una tazza di tè, è ciò che ogni mattina trangugio prima di tuffarmi per le strade e per i viali, le bionde madelaines alla mandorla annaffiate di tè giapponese dai gusti più raffinati che ci siano a questo mondo.
Ceruleo è il cielo, non una nuvola alcuna vi si scorge tra le sfumature metalliche, azotate e litiose al di là della finestra della sala da pranzo che sfoggia con la più audace disinvoltura lunghi drappi rosa antico di seta pregiata, costosissima e sartoriali, ancora nessun alito di sole, è quasi estate.
Danzano leggiadre le rondini nell'aera qua e là da un nido all'altro, funamboli eolici di un circo naturale, lo spettacolo è già iniziato e durerà, ancora, per diverso tempo, uno spettacolo senza biglietto e senza una destinazione precisa ma e previsto decisamente ovunque, appuntamento con lui.
È caldo ovunque, una cappa uggiosa e insopportabile intrappola come un cappio, piove una goccia di sudore brillando come una lacrima dalla fronte ancora di una tonalità piuttosto smorta, il velluto non è più indicato per la stagione, un'umida afa piombata improvvisamente senza darmi neanche il tempo di fare il cambio di guardaroba, così velocemente è giunta non aspettando nemmeno il momento del solstizio.
Farfuglio tra me e me continuamente mentre mi adagio sulla sedia della sala da pranzo, con la massima classe, poggio i gomiti sulla tovaglia turchese a colore con le pareti stuccate, tutto per quell'irrispettoso mal di schiena.
Guardo nel fondo della tazza del tè in ghiaccio, sono solita fare così, vediamo cosa mai quest'ultima mi dirà.
Hergot non è cosa mia, assolutamente.
Il destino è a parlarmi.
Lo lascio fare pure, gli presto il mio orecchio.
Mesmerizzazioni ansiolitiche si abbattono come un lampo e due sono le cose: o ti salvi o muori, è tutta una questione della sorte e senza azzardo.
Navigo in un'altra dimensione, il che è altresì arduo da spiegare e meditando, distolgo lo sguardo come per un attimo da quel punto e poi vi ritorno.
Organizzo in concetti, gruppi di parole assemblati e sospesi tutte quante nella mia mente, senza forma: mi migliora la concentrazione, nonostante salga una fitta coltre di nebbia.
Prendo la tazzina verde petrolio ritraente una fantasia floreale giapponese di sakura, bonsai e fior di loto, la afferro dal manico con soli due polpastrelli e vi avvicino il volto, mi viene più facile tutto, nel sollevarla, un colpo secco esplode, un rumore di argenteria, un bacio della tazza tra il piattino bianco e il cucchiaino nero.
Quarzi speziali depositati come detriti di un fiume a un lato della nuova ceramica tutta increspata dal cibo consumato durante la colazione che ormai è appena terminata stalattiti di briciole e polvere di limone e aromi, le lascio con me ancora per poche frazioni di tempo prima di andarle a lavare, vi colgo dentro le mie più assurde mie più assurde e criptiche sinestesie che abbia mai trovato e ne vengo risucchiata.
Rumori indistinti mi distolgono facendomi ritornare fortunatamente e non so se è giusto dirlo alla realtà ed ho un sussulto che mi attraversa e come un proiettile mi dilania nel petto, un aereo mi passa davanti lasciando la sua scia, mi costeggia e io me ne accorgo, una scia invisibile ma c'è, io la vedo, è evidente, più che mai, più di ogni altra cosa.
Sempre e comunque se si tratta di vera realtà, è qualcosa di veramente incredibile, mi sento frastornata ma sto bene, più che bene, è quello che da sempre aspettavo.
Tutto è diverso adesso, così inspiegabile, mi guardo intorno e sono io ancora intatta anche se tutto in tutti i modi mi sento tranne che tale, sarò ancora io?
Un volto, un volto virile è tutto quello che vi ho scorto poco prima, ora dolce, ora fermo, deciso, timidamente sorride ed è perdutamente bellissimo, se solo fosse mio, sembra una profezia, la prendo come tale.
Vellutate le labbra, gli zigomi pronunciati, alti e pallidi come tutto il resto della pelle, i tratti erano duri e infantili al tempo stesso, stalattiti di cioccolato per capelli tintinnavano tra le folte ciglia nere quasi fossero passate scrupolosamente col mascara, un'espressione austera, ritraeva il monte Fuji in persona, tra i copiosi contrasti cromatici, un volto senza barba e dallo sguardo alquanto profondo, sembra stanco, un dannato fascino senza età.
Zingaro Shelby dagli occhi di ghiaccio, Thomas, parlami e dimmi che sei tu, ti sto aspettando.


NdA:

Eccomi di nuovo qua, che ne pensate? [817 parole]  
   
 
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