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Autore: LadyHeather83    16/06/2021    4 recensioni
Marinette, a causa di un errore, ha dovuto rinunciare ad essere la guardiana dell Miracle Box.
E la notizia, della perdita di memoria della ragazza, rimbalzerà tra i corridoi della scuola, arrivando alle orecchie di Adrien.
Un dubbio assale la mente del ragazzo, che sia proprio lei la sua lady?
ATTENZIONE!!! Contiene spoiler sulla quarta stagione
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Ricordati di me

*

Capitolo 13

*

Adrien chiuse la porta di camera sua dietro di sé e si lasciò cadere sul suo letto a peso morto con la faccia rivolta sul materasso affondandola nel morbido cuscino.

Se ci fosse stato Plagg in quel preciso momento, sicuramente gli avrebbe detto di aver combinato un bel disastro quel pomeriggio e si sarebbe fiondato sul formaggio che custodiva gelosamente sotto chiave nell’armadietto ai piedi del letto, come niente fosse.

Come se i suoi continui tormenti non lo toccassero minimamente, e invece, avrebbe solo voluto abbracciarlo e dargli una dimostrazione d’affetto migliore di quella che si meritava.

Ma il piccolo dio della distruzione non c’era più.

Mancava da parecchie settimane e la sua assenza si sentiva ogni giorno sempre di più.

Per quanto quell’esserino nero fosse petulante e a volte fastidioso, aveva sempre una parola di conforto per tutto ed era soprattutto in grado di rendergli le giornate meno pesanti e frustranti.

Gli bastava anche solo averlo seduto accanto mentre giocava ai videogiochi o studiava, una presenza costante che lo faceva sentire meno solo.

Sospirò quando si rigirò a pancia in su ed osservò l’alto soffitto.

Sembrava non finire mai.

Nella sua testa rimbombava ancora la domanda che gli aveva rivolto Marinette a cui non era riuscito a dare risposta, e tutto perché aveva esitato.

Ne seguì poi una lunga corsa per sfuggire alle sue fan più accanite, com’erano riuscite a scovarlo in quel luogo appartato per lui rimaneva tutt’ora un mistero.

Adrien si guardò intorno attendendo che qualcuno facesse capolino davanti al suo viso facendogli incrociare gli occhi per metterlo meglio a fuoco.

Questo sarebbe accaduto qualche settimana fa.

Non lo avrebbe mai ammesso con lui, ma Plagg gli mancava tanto.

Gli mancava la sua voglia irrefrenabile di formaggio Camembert.

Gli mancava come lo scherniva.

Gli mancavano i suoi consigli.

Gli mancava quell’aria saccente che non aveva timore di usare.

Gli mancava trasformarsi in un super eroe solo per incontrare lei sui tetti.

Gli mancava Lady Bug.

Gli mancava Marinette.

Si sedette a bordo letto e si massaggiò il collo, poi si avviò verso il pianoforte ed iniziò a muovere le dita sinuosamente sui tasti cercando di comporre una melodia qualsiasi.

Sbagliò una nota, poi un’altra e un’altra ancora.

Non era il momento giusto per suonare, gli mancava la concentrazione.

“Maledizione!” Aveva imprecato chiudendo il pianoforte.

Nathalie che fino a quel momento era rimasta in silenzio sulla soglia della porta tossicchiò per attirare la sua attenzione.

“Sono un disastro!” Piagnucolò.

“No. Devi solo rimanere concentrato mentre ti eserciti.” Non si mosse di un millimetro.

“Pensavo che suonare mi liberasse la mente.”

“Dipende da chi occupa i tuoi pensieri…”

Adrien abbassò lo sguardo.

In realtà all’interno della sua testa c’era un groviglio ingarbugliato di situazioni differenti che necessitavano al più presto di essere sbrogliate prima che queste lo portassero alla pazzia.

Da una parte c’era la situazione di suo padre, ma quella sembrava ormai essere risolta, ci stavano pensando al Tempio a rimetterlo a nuovo, ancora poche settimane e sarebbe ritornato alla vita di sempre.

Senza vestire i panni di Papillon s’intende.

Una domanda però gli attanagliava il cuore: sarebbe rimasto tutto come prima o Gabriel avrebbe cambiato atteggiamento nei suoi confronti? Aveva capito che stava sbagliando con lui? Gli avrebbe lasciato più libertà o sempre confinato in una prigione d’oro?

Nonostante in quel momento lo odiasse con tutto sé stesso, Adrien non vedeva l’ora che tornasse a casa, non che prima fosse una presenza costante, ma almeno sapeva che c’era. A suo modo, ma c’era.

Dall’altra parte, Marinette.

Doveva assolutamente trovare un modo per parlare con lei e convincere i suoi genitori a lasciarla partire, ma quale scusa avrebbe potuto mai usare?

Dire la verità era la cosa migliore da fare, ma avrebbero capito?

Sapeva che i signori Dupain erano persone di larghe vedute e lasciavano molta libertà a Marinette, nei limiti, ovvio, ma temeva che tutta quella situazione, il dover confrontarsi spesso con medici venuti da ogni parte del mondo per studiare il caso della figlia, li avesse destabilizzati e portati a rassegnarsi del fatto di non riavere con loro la vecchia Marinette.

Avrebbe fatto un tentativo l’indomani, con Sabine almeno, le sembrava una persona più aperta al dialogo e disponibile allo scambio di idee.

“Tante cose a dire la verità.”

“Qual è quella che non ti fa dormire la notte?” Si, perché nonostante ci siano quattro stanze che li separano, Nathalie riusciva a sentire Adrien singhiozzare la notte, a volte percepisce i suoi movimenti mentre continua a rigirarsi nel letto.

Marinette…rivoglio la ragazza di cui mi sono innamorato.”

*

Marinette addentò quel panino di segale con tacchino e insalata di controvoglia.

Non aveva fame, ma doveva mettere qualcosa sotto i denti se voleva rimanere in piedi.

Fuori faceva caldo e la scuola era quasi finita.

L’anno scolastico si sarebbe concluso quello stesso venerdì.

Oggi era martedì.

Non temeva affatto di ripetere l’anno anche perché i suoi voti erano tra i più alti, insieme a quelli di Adrien, Max e Sabrina, e le ultime verifiche lo avevano confermato.

In mensa, il vociare degli studenti era alto e a Marinette iniziava ad infastidirsi.

Tutti quei ragazzi che ridevano, che scherzavano ricordando momenti divertenti e a volte imbarazzanti, mentre per lei era tutto nuovo.

Per quanto ne sapeva poteva essere stata benissimo catapultata in una sorte di realtà parallela senza via d’uscita.

Si alzò prendendo il suo vassoio, il giardino sarebbe stato un ottimo posto dove finire di consumare il pranzo in santa pace e godersi un po' di sole.

Alya la fermò “Amica dove stai andando?”

“Scusami Alya, non mi sento bene, ho bisogno di aria fresca”

“Ti accompagno!” Glielo disse senza pensarci un secondo di più, era chiaro che non stesse bene, mentalmente s’intende.

Marinette stava per dire qualcosa quando intervenne Adrien “L’accompagno io, Alya”.

La sua migliore amica non se lo fece ripetere due volte, riprese posto vicino a Nino senza obiettare, ma limitandosi ad un accenno con il capo.

Marinette le aveva messaggiato del suo incontro avvenuto il pomeriggio precedente, omettendo però la fatidica domanda, e il suo istinto da reporter le diceva che avevano lasciato in sospeso qualcosa quei due.

Non si sbagliava.

*

Adrien seguì Marinette fuori all’aperto e presero posto all’ombra di un albero.

La brezza primaverile muoveva le fronde degli alberi liberandoli dalla calura che si stava abbattendo su Parigi.

L’estate era alle porte e presto sarebbe scoppiato il grande caldo.

“Per quanto riguarda ieri…” Iniziò lui rompendo il silenzio.

“Non è necessario che lo fai ancora…ti ho detto che non è colpa tua.”

Adrien l’aveva sentita appena ritornata a casa e si era scusato per l’orda di fan che li aveva inseguiti, lui era abituato, ma non era mai senza la sua guardia del corpo, di solito ci pensava il gorilla a tirarlo fuori da quella situazione spiacevole.

Si sentiva mortificato perché Marinette doveva avere una risposta sincera alla sua domanda e anche venire a conoscenza dell’altra questione.

Marinette…” Mormorò con voce calma e suadente, un tono che fece subito perdere un battito alla corvina che volse subito lo sguardo da un’altra parte per evitare di incrociare nuovamente i suoi bellissimi occhi verdi.

Adrien le prese la mano e Marinette la guardò.

Nell’anulare destro era ancora presente il segno dell’anello del gatto nero, Marinette l’accarezzò delicatamente con il suo pollice.

“Ti manca essere Chat Noir?” Gli chiese con un filo di voce.

Adrien inspirò ed espirò dal naso “Si, milady. Mi mancano le nostre avventure” Rispose incrociando le loro dita.

“Almeno tu le ricordi” Sciolse quella posa quasi seccata, ma doveva ammettere che il contatto con lui è stato bellissimo.

“Ti ho fatto una promessa quando sono venuto a trovarti in ospedale: ti avrei aiutato a ritornare quella di prima.”

Marinette si portò le ginocchia più vicine al petto “Nessuno può. Se nemmeno i medici possono…”

“Smettila!” Berciò in un tono del tutto inaspettato “…lo sai benissimo che i medici non risolveranno un bel niente e che la situazione ai tuoi problemi non si trova in un maledetto ospedale. Tu hai perso la memoria solo perché eri la Guardiana dei Miraculous e hai dovuto rinunciare per causa mia!”

La corvina strabuzzò gli occhi, non si era mai rivolto a lei con quel intensità, anzi con nessuno che lei sapesse.

Adrien si pentì subito di averla aggredita in quel modo, ma era stanco di sentirla parlare in quella maniera come se non ci fosse una via d’uscita “Che ne è stata della Marinette coraggiosa e fiduciosa? Che ne è stato della ragazza pronta ad aiutare sempre gli altri e che trovava soluzioni anche laddove non c’erano? Che ne è stato della ragazza di cui mi sono innamorato?” Le chiese infine non staccandole gli occhi dai suoi.

I battiti del cuore di Marinette iniziarono ad accelerare in un ritmo che le fecero tremare le mani.

Possibile che Adrien le avesse veramente detto di essere innamorato di lei? Della goffa e svampita Marinette? Eppure i suoi appunti erano molto chiari a riguardo: Chat Noir era innamorato di Lady Bug e Chat Noir era Adrien, quindi Adrien era innamorato di Lady Bug.

Un ragionamento contorto e ripetitivo che le martellava nella testa provocandole dolore, Marinette fece una smorfia e si portò i pugni a tenersela.

Adrien non sapeva bene che cosa aspettarsi dopo quella rivelazione, sta di fatto che quando la sua amica gli disse che non poteva essere innamorato di lei perché lo era di Lady Bug, lui sorrise e le tolse quelle mani che le coprivano il suo bellissimo volto.

“Tu sei Lady Bug!” La tipica frase che le avrebbe detto la sua kwami e amica Tikki.

“Non più!”

“Lo sei dentro…ricordi? Ti ho definita la nostra Lady Bug di tutti i giorni”.

Lo sapeva solo perché lo aveva letto nel diario.

“Non serve indossare una maschera per esserlo.”

“Adrien, io…” Per un attimo si perse nei meandri di quegli smeraldi che risplendevano alla luce del sole riscaldandole il cuore, ma fu quando improvvisamente si trasformarono in zaffiri freddi, terrificanti e vuoti, e lo scenario dietro di lui cambiò drasticamente rivelando un mondo totalmente distrutto, velato di bianco e coperto d’acqua, che Marinette fece marcia indietro.

*

Il nostro amore ha fatto questo.

*

“…mi dispiace!” Marinette si alzò e fece per andarsene quando la mano calda di Adrien la bloccò per un polso.

“Aspetta!”

“Non…non possiamo!” I suoi occhi erano ancora azzurri e inquietanti.

“Cosa non possiamo?” Anche Adrien si alzò.

“Stare insieme!” Tagliò corto senza troppi ma e se.

“Perché?”

Marinette non aveva il coraggio di guardarlo “Perché…”

“Mi ami, Marinette?” Ora era lui che aveva bisogno di sentirselo dire, la sua esitazione lo stava ferendo e forse averle rivelato così apertamente i suoi sentimenti in quel momento non era stata una buona idea.

La corvina deglutì il nulla, avrebbe voluto rispondergli che nonostante la perdita di memoria le avesse strappato via tutti i ricordi, quello che non si era potuto portare via era l’amore immenso che provava per lui.

Ma prima di rivelargli tutto questo doveva prima capire perché quando stava con Adrien, una sensazione di disagio si faceva strada nel suo cuore ed appariva lui, il gatto bianco dallo sguardo di ghiaccio.

“Adrien…chi è Chat Blanc?”

*

continua

  
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