Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: All_I_Need    16/06/2021    4 recensioni
Vi ricordate di quel mercoledì che John ha dimenticato perché Sherlock gli ha messo qualcosa nel té? John non lo ricorda. Però torna a sconvolgere la sua vita.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mary Morstan, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: AU, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3

Baker Street, dolce casa

Capitolo 3

 

John se n'era andato di nuovo, era corso fuori come una furia senza dire un’altra parola.

Sherlock rimase in soggiorno, con il rumore della porta sbattuta che ancora gli rimbombava nel cervello, e si chiese quanto tempo ci sarebbe voluto affinché John tornasse.

Guardò le carte sul tavolino da caffè.

John aveva appena scoperto del loro matrimonio e già voleva il divorzio. Beh, forse  non avrebbe dovuto essere così sorpreso. Ma poi di nuovo, nel profondo del proprio essere, aveva sperato che John lo avesse ricordato. Dopotutto, non era come se lui lo avesse obbligato a sposarlo.

Notò che la firma di John sui fogli era piuttosto malferma. Doveva averli firmati  subito dopo che erano stati stampati o durante il viaggio in taxi fino al 221b. Quindi - o in un momento di rabbia o mentre il veicolo era in movimento, come se non valesse nemmeno la pena di prendersi il tempo per firmare in modo corretto. Solo una stupida formalità. Sherlock tentò di non farsi ferire da questa circostanza e fallì.

Certo il fatto che John non riuscisse nemmeno a ricordare il loro matrimonio era un po' deludente, lo era stato fin dall'inizio, ma Sherlock non aveva mai pensato di parlarne nemmeno in seguito. Erano sposati e vivevano insieme e questo gli bastava. Solo dopo la sua presunta morte aveva compreso che aveva bisogno che fosse qualcosa di più e aveva passato due anni a vivere per il momento in cui avrebbe potuto tornare a casa da suo marito e chiedigli di essere proprio questo: suo marito. Invece, era tornato per trovare John che stava per fare la proposta di matrimonio a una donna noiosa e scelta a caso.

Nessuno gliene aveva mai parlato? Né Mycroft, né la signora Hudson? Come era possibile che John fosse riuscito a non scoprire del loro matrimonio per così tanto tempo?

Ci fu un colpo alla porta e un attimo dopo la signora Hudson infilò dentro la testa: "Hoo-hoo, Sherlock caro. Stai bene? Ho sentito sbattere la porta e qualcuno che correva per le scale e ho pensato che avrei fatto meglio a vedere come stessi. Non vogliamo che si ripeta ciò che è successo con il tuo ultimo cliente arrabbiato."

"Sai, quello che ti ha picchiato fino a farti perdere i sensi," lei non lo aggiunse, ma lo pensarono entrambi.

Sherlock trasalì: "Non era un cliente, signora Hudson. Era... era John."

La donna si portò una mano alla bocca: "John?! Dio! E non mi ha nemmeno detto ciao.”

"Non ha detto ciao neanche me, se la fa sentire meglio, – mormorò Sherlock, sprofondando nel divano – O arrivederci."

La signora Hudson si sedette accanto a lui e gli posò una mano sulla schiena. Lui non avrebbe accettato un simile gesto prima, ma in questi giorni l'affetto della signora Hudson era stato tutto ciò che gli aveva permesso di arrivare alla fine delle giornate: "Oh, il mio povero ragazzo. Pensi che tornerà?"

"Di sicuro, – sospirò Sherlock – non ho firmato."

"Firmato che cosa? Perché John dovrebbe volere che tu firmassi qualcosa?"

Sherlock indicò il tavolino da caffè: "Beh, vuole il divorzio."

La signora Hudson prese i documenti: "Un divorzio?! Beh, è un po' inaspettato, non credi? Sono passati due anni e mezzo. Certo, sei stato morto per la maggior parte del tempo, ma sul serio. Sono sicura che potrai parlargli quando tornerà. Il divorzio! Be’, che mi venga un colpo!”

Sherlock chinò la testa: "Temo che sia una situazione abbastanza senza speranza, signora Hudson. Lui lo vuole così potrà sposare quella sua ridicola fidanzata, – tirò su col naso – Non... non si ricordava nemmeno che ci fossimo sposati dopotutto."

La signora Hudson, in uno dei suoi soliti momenti di empatia, lo abbracciò.

 

*****

 

John chiuse dietro di sé con un sospiro la porta dell'appartamento suo e di Mary e si appoggiò al legno per un momento. Due anni e quattro mesi dopo la sua morte, lui e Sherlock avevano avuto la più bizzarra conversazione nella storia della loro amicizia, se si poteva ancora chiamarla così.

Entrambi avevano detto cose di cui John non era soddisfatto. Avrebbe potuto gestire meglio la situazione, questo era certo. Doveva aspettarsi che Sherlock sarebbe stato sulla difensiva e contrario.

"John? Va tutto bene?"

Giusto. Mary.

Si tolse le scarpe e la giacca ed entrò nel salotto, dove Mary era seduta sul divano, guardandolo in attesa.

"È tutto ok."

Lei sorrise: "Quindi l'hai risolto, allora?"

"Io... no. Non ancora. Si è rifiutato di firmare."

Il sorriso le sparì dal viso: "Davvero?"

"Ha detto che non ero nella posizione di pretenderlo, – le spiegò John, sprofondando sul divano accanto a lei – Ammetto che avrei potuto comportarmi in modo diverso. Quindi lo lascerò sbollire per un po' e tra un giorno o due firmerà i documenti."

Mary non sembrò convinta: "Ma non può tenerti in ostaggio in questo modo."

John sbuffò: "Non è così. Non mi sta certo tenendo in ostaggio, Mary."

"Beh, ti sta tenendo alla sua mercé e non ti lascerà andare. In quale altro modo lo definiresti?"

John pensò al lampo di gioia apparso sul viso di Sherlock per la sua apparizione nell'appartamento e non poté evitare di pensare che avrebbe potuto essere molte cose, ma alla mercé di Sherlock non era una di queste: "Li firmerà, – ripeté, più sicuro di quanto si sentisse in realtà – Non è una persona cattiva. Farà la cosa giusta. A volte gli ci vuole solo un po' per capire quale sia."

E con molta enfasi non pensò: "A volte gli ci vogliono due anni.” Perché non voleva aspettare altri due anni affinché Sherlock si comportasse come un essere umano decente. Non voleva di certo aspettare altri due anni prima che lui e Mary potessero sposarsi. Aspettare non si confaceva al vorticoso romanticismo della loro relazione. Aspettare poteva costringerlo a fermarsi e a pensare, il che era qualcosa che John aveva evitato di fare da quando Sherlock era morto.

"Beh, amore, tu lo conosci meglio, – ribatté Mary, prendendogli la mano e intrecciando le loro dita – Forse dovresti... non so... provare a essere di nuovo suo amico? Sono sicura che una volta che avrà visto quanto siamo felici, firmerà i documenti per te. È tuo amico, giusto? Di sicuro lui vorrà che tu sia felice."

"Sì, – mormorò John – Forse questo funzionerà."

Lei gli appoggiò la testa sulla spalla, sollevando le gambe sul cuscino del divano: "Come è successo, comunque? Che vi siate sposati, voglio dire."

John sbatté le palpebre: "Io... non lo so. Non lo ricordo affatto. Ma lui non sembrava sorpreso, quindi deve averlo saputo."

"Non l'hai chiesto?"

"Ero troppo occupato a convincerlo a firmare i documenti del divorzio per pensare molto al motivo per cui ne avevo bisogno in primo luogo. Suppongo che dovrò chiedere, prima o poi. Perché diavolo non riesco a ricordare?"

"Non pensi che ti abbia costretto a farlo, vero? Che ti abbia somministrato il GHB, ti abbia reso suggestionabile e poi..." Mary si interruppe, ma lui sapeva che cosa intendesse e odiava quella conclusione. Gli fece scorrere un brivido freddo lungo la spina dorsale e tutto il suo essere si ribellò contro di essa. Sherlock era molte cose, ma non avrebbe mai fatto una cosa del genere.

"No, – ribatté – Non so che cosa sia successo, ma sono sicuro che non avrebbe fatto una cosa così."

"Ma avresti detto la stessa cosa se qualcuno ti avesse suggerito che lui avesse simulato la sua morte per due anni, – disse Mary a bassa voce – Forse non lo conosci bene come ti piace pensare."

Aveva ragione e quel pensiero gli diede una stretta al cuore.

"Gli parlerò di nuovo domani, – stabilì – Forse hai ragione e tornare ad essere amici potrebbe fargli prendere la decisione giusta.”

 

 

NdT

Le posizioni sono proprio contrapposte, ma non ci si può aspettare altro, dato il punto di partenza. La fiducia tradita è una brutta bestia, ma quanto colpisce qualcuno che ha sempre avuto grossi problemi ad avere fede nel prossimo, allora la sfiducia diventa uno scudo praticamente insormontabile e indistruttibile.

 

Grazie a chi stia leggendo questa traduzione e ad arcobaleno2014, garfield73, T’Jill (la mia fantastica Beta) e amy holmes_JW per le recensioni.

A mercoledì prossimo.

Ciao ciao.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: All_I_Need