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Autore: Atenah    17/06/2021    0 recensioni
Avete mai pensato che il mondo che conosciamo non è altro che un fascio di storie? Esse si intrecciano fra di loro, annodandosi, confondendosi l’una con l’altra e non c'è nessuno che le possa conoscere nella loro interezza.
Vi narrerò quindi una storia di Inganno e Fedeltà che, come potrete immaginare, parlerà anche di caos e tempeste, essendo ciò veramente inevitabile quando si uniscono due opposti.
Loki x Sigyn
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Sigyn, Thor
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ᛚᛁᚦ ᛋᛄᚪᚢ - Lið sjau

(Continuo settimo)

 

Sigyn bruciava. La sua pelle, le sue labbra e persino le punte dei suoi capelli formicolavano, ma dove sentiva maggiormente il fuoco era al suo interno. Era una calore piacevole, bellissimo, come quando si sta troppo a lungo al sole e le guance si riempono di lentiggini e la Principessa si stupiva scoprendo di non scottare effettivamente.

Lo amava. Non aveva mai pronunciato le parole, eppure le dichiarava a sé stessa ad alta voce nei suoi pensieri e si sentiva più libera che mai.

Si trovavano come ladri, complici nella rapina di tempo prezioso e sparivano fra le foreste, l’erba delle ampie lande o gli scogli che costeggiavano il mare e si rubavano sospiri a vicenda, bruciando sotto al sole e fra i loro baci.

Alcune volte tornava tornavano le preoccupazioni accompagnate dalla malinconia e Sigyn si svegliava di soprassalto da un’immaginaria festa di nozze che in realtà sarebbe ben presto stata non solo nel mondo dei sogni. Non pensarci, si diceva da sola ed alcune volte. Quando il volto di Theoric veniva ad occupare la sua mente troppo a lungo, si avvolgeva nell’incantesimo che Loki le aveva insegnato e si dirigeva a passi quieti verso le sue stanze.

Era diventata brava ad utilizzare quel tipo di magia e così nessuno si accorgeva di lei, solo lui percepiva sempre la sua presenza e la accoglieva nel suo letto baciandole le labbra, cancellando tutti i pensieri che voleva tenere lontano.

ᛚᛋ

Loki si svegliò avvolto da un profumo di fiori di campo e miele, il profumo di lei. La Vanir aveva il capo appoggiato sul suo petto ed i suoi capelli di luna gli solleticavano la pelle nuda. Si accorse di averla tenuta stretta a sé per tutta la notte e che la posizione era ancora quella nella quale avevano fatto scivolare i loro corpi dopo aver fatto l’amore.

Il Principe mosse leggermente la testa per guardare i loro corpi intrecciati, come se stesse studiando uno strano fenomeno.

Aveva avuto molte donne, eppure la sensazione di svegliarsi con qualcuno fra le braccia era nuova, non lasciava mai che le ragazze passassero la notte nelle sue stanze.

Quattro giorni, si disse ed assaporò quasi con soddisfazione il sapore amaro che gli provocò quel pensiero. Il matrimonio si avvicinava con pericolosa velocità. Nei giorni successivi molto probabilmente non avrebbe potuto vedere Sigyn, sarebbe stata impegnata in riti preparativi per la cerimonia nuziale e dopo… eventualmente sarebbe comunque riuscito a rapirla alle grinfie del marito di tanto in tanto, ma l’idea di dover condividere Sigyn con un altro uomo gli provocava uno spiacevole fastidio.

Ridicolo, decise quindi e si alzò dal letto facendo attenzione a non svegliare la Principessa. Le lasciò qualche runa su pezzo di pergamena “Sparisci prima di mezzo giorno o ti vedrà la serva che spolvera il mio studio.” e poi si dileguò verso la sala del consiglio; tempo di chiarire la mente con faccende effettivamente utili.

ᛚᛋ

Prima ancora di aprire gli occhi seppe che Loki non c’era. Percepiva nettamente il torpore che lui le aveva lasciato sulla pelle, ma il lenzuolo vicino a lei era solo ancora tiepido.

Subito dopo le arrivò la realizzazione di essere nella sua stanza ed aprì di scatto gli occhi immaginandosi già lo sguardo scandalizzato di un’ancella che la trovava nuda ed avvolta fra le coperte del letto del Principe. Con sollievo, l’unica cosa che trovò furono le poche righe lasciate da Loki e fortunatamente constatò che la mattina era ancora relativamente giovane, poteva sgusciare via tranquilla.

Si stiracchiò e notò che Loki aveva raccolto i vestiti che aveva perso in giro per la stanza durante la notte e li aveva appoggiati su una sedia. Li prese e si diresse nella stanza da bagno. C’era uno specchio grande e tondo, dal bordo d’oro quando Sigyn si sedette su uno sgabello per sciacquarsi il viso e districare i capelli, si fermò un attimo a guardare l’immagine riflessa del suo corpo nudo.

Crescendo non aveva mai pensato di essere veramente bella, ma d’altro canto non si era neanche mai osservata nuda allo specchio.

Aveva la pelle candida, liscia, Loki era sempre attento a non lasciarle alcun segno sulla pelle, mentre lei non riusciva a fare a meno che graffiargli la schiena o lasciare le impronte delle sue unghie sul suo petto.

Si ricordò che presto sarebbe stato qualcun altro a toccarla e si sentì quasi nauseare, inconsciamente si toccò lo zigomo, il livido era completamente svanito.

Aveva avuto ciò che voleva; la libertà bruciante prima del suo matrimonio, ma era arrivato il momento di tornare ad essere la Principessa di Vanaheimr e di fare tutto ciò che poteva per salvare il suo Regno.

Tornò ad osservarsi allo specchio come per assicurarsi di avere un corpo adatto ad una sposa. Era tradizione mantenere la verginità fino al matrimonio e poi consumarlo durante la prima notte di nozze. L’usanza valeva sia per donne che per gli uomini; sapeva che nessuno sarebbe stato in grado di provare che un marito avesse avuto altre prima del matrimonio, ma riguardo alla sposa non era sicura.

Una notte, stretti l’uno all’altra e con i corpi ricoperti di sudore dopo aver fatto l’amore, lo aveva chiesto a Loki. “Voi… gli uomini se ne accorgono se una donna ha giaciuto con altri?” aveva chiesto con un bisbiglio, imbarazzata della sua ignoranza. Lui era scoppiato a ridere facendola arrossire e l’aveva baciata prendendola in giro con le sue labbra affilate. “Non ti preoccupare, Sigyn, sei abbastanza stretta da passare per una verginella, inoltre nessuno sospetterebbe che la pudica Principessa di Vanaheimr sia andata a letto con il terribile Dio dell’Inganno. Quando sarà il momento di concederti al tuo caro sposo farai la drammatica, qualche urletto, e passerai come vergine come tutte le altre donne che hanno usato questo trucco prima di te” le aveva detto senza mezzi termini facendola diventare ancora più rossa.

Sigyn si sciacquò nuovamente il viso con l’acqua fresca come per ritornare alla realtà e calmare il formicolio che il ricordo le aveva causato. Afferrò i vestiti in fretta e si vestì tornando a volgere lo sguardo verso lo specchio per raccogliere i capelli in una pettinature semplice ma presentabile.

Quando, avvolta nell’incantesimo di velamento, era sul punto di chiudere le porte delle stanze, si soffermò un attimo ad osservare il letto disfatto dall’amore che avevano fatto. Era come se si congedasse da quel piccolo squarcio di libertà ed imprimesse tutto nella sua memoria, in modo da poterlo tenere come ricordo preferito.

ᛚᛋ

Quando Loki tornò alle sue stanze, esse erano vuote. Ovviamente, si rimprovererò quasi. Le aveva lasciato il messaggio e lei era dovuta andare via. Aveva pensato che fosse stato un bene dividersi così, senza un inutile e spiacevolmente romantico addio, ma in quel momento Loki avrebbe voluto un altro suo bacio. Il profumo di lei aleggiava per tutta la stanza come un vento caldo dell’estate ed il Principe si avvicinò inconsapevolmente al suo letto dove avevano giaciuto e si scocciò del sapore amaro che aveva in bocca. Si fece portare dell’idromele per sciacquarlo via.

Decise che doveva uscire dalle sue stanze, l’essenza che Sigyn vi aveva lasciato era fin troppo inebriante ed a Loki non piaceva essere condizionato da fattori esterni.

Uscì dalle porte dopo essersi cambiato tunica e si diresse verso i campi d’allenamento, la polvere dell’arena e qualche pugno ben assestato gli avrebbero schiarito la mente. Thor fu ben contento di allenarsi con lui, anche se ormai non si poteva più parlare di allenamento, i Principi di Asgard erano fra i guerrieri più temuti dell’Yggdrasil. Così la mattinata scorse fra pugni, imprecazioni e sudore, mentre un piccolo gruppetto di giovani si era radunato sulle tribune per assistere allo scontro.

Quando l’aria si era fatta troppo calda per continuare, i due fratelli si erano fermati ansanti ed avevano raccolto le loro casacche rivestendosi. Thor aveva un occhio nero, ma Loki con l’ennesimo livido sulla spalla ed un lungo graffio sanguinante che gli andava dalla clavicola fino al pettorale non era messo molto meglio.

“Sei più furioso di un lupo affamato oggi” commentò il biondo portandosi la mano al viso. “Accidenti, fratello, questa te la potevi anche risparmiare” fece poi riferendosi al suo occhio: “Questa sera farò proprio una bella figura messo così.” Loki alzò un sopracciglio: “Cause” fece indicando il suo petto: “e conseguenze” concluse con un ghigno puntando il dito alla faccia di Thor che scoppiò in una mezza risata.

Poco dopo, appena il Principe corvino si immerse nell’acqua calda del suo bagno, tutti i pensieri che era riuscito ad allontanare per un po’ tornarono ad ingombrare la sua mente. In serata ci sarebbe stato l’ennesimo banchetto e Loki sbuffò al pensiero di dover sopportare ancora un’altra volta la vista di quell’essere disgustoso di nome Theoric. Subito dopo si diede dello stupido: non ancora un’altra volta, ma un’altra volte come tutte quelle che sarebbero seguite. Strinse la mascella e si immerse completamente nell’acqua che gli levigò il viso ed i capelli.

ᛚᛋ

Quando la sera arrivò l’umore di Loki era passato da un buio al nero più assoluto della notte. L’unica cosa che lo distolse brevemente dal pensiero di strozzare a mani nude molti dei presenti fu la reazione ed il dolce rimprovero di Frigga a suo fratello quando egli si era presentato con l’occhio nero ancora ben visibile e gonfio.

Ovviamente i commenti continuarono quando Sif che dichiarò che si sarebbe rifiutata di ballare con un Principe che sembrava un troll appena uscito da una caverna. Durante una qualunque altra serata Loki non avrebbe perso occasione di unirsi agli amici per cantilenare il fratello, ma in quel momento la sua attenzione era sulle persone che riempivano la sala.

Il suo sguardo si spostava pungente su ognuna di loro in cerca della Vanir dai capelli di luna e quando la vide percepì la sua meno stringersi involontariamente in un pugno. Sigyn aveva ragione, era geloso, del resto non avrebbe dovuto esserlo? L’aveva avuta nel suo letto, conosceva a memoria il sapore delle sue labbra, eppure la Principessa era a fianco di un altro uomo che le stringeva il fianco con le sue dita grassocce.

Si sposto da un lato della sala, non aveva voglia di stare ad ascoltare i discorsi dei suoi amici quella sera. Ora era più vicina a lei. Sigyn stava parlando con due donne che Loki riconobbe come parte della delegazione proveniente da Vanaheimr, la stavano congratulando per l’imminente matrimonio. Theoric era invece impegnato a mangiare con lo sguardo la forma dei seni fasciati da seta turchese e la sua presa sul fianco della Vanir si faceva nervosa. Loki si immaginò il rumore dell’osso della mandibola spaccarsi quando gli avrebbe dato un pugno.

Di tanto in tanto in tanto Sigyn incrociava il suo sguardo ed indugiava nei suoi occhi giusto un attimo senza farsi scoprire. Più scuro si faceva il cielo, più cresceva in lui l’impulso di buttarsi addosso a Theoric, non necessariamente per ucciderlo, ma sicuramente per fargli molto male. Si sfregò il viso con le mani e si fece portare l’ennesimo corno di idromele, doveva uscire da lì.

Uscì sul terrazzo e si appoggiò alla balaustra osservando il mare nel quale si poteva intravvedere il debole luccichio dorato della città. L’aria della notte era piacevolmente fresca e Loki si trovò ad inspirarla avidamente. Era abbastanza sicuro di stare impazzendo, forse quella Vanir aveva lanciato qualche sortilegio su di lui. Stette lì a lungo, ordinando ai suoi pensieri di riordinarsi, mentre sorseggiava l’idromele. Poteva sentire la musica delle prime danze fuoriuscire dalla sala.

Poi improvvisamente la percepì. Sigyn si era fermata nel momento in cui lui si era girato. Stava in piedi dritta come una bambina colta in fragrante, mentre il vento del mare muoveva leggermente la stoffa del suo vestito. Arrossì: “Tutti stanno danzando. Ho detto che mi sarei rinfrescata nelle mie stanze.”

Fu da lei ancora prima che potesse finire del tutto la frase e le catturò le labbra. Lei si strinse a lui e Loki si stupì ancora una volta di quanto perfettamente combaciassero i loro corpi. I baci di Sigyn sapevano di idromele e lui ne pretese infiniti perché erano talmente dolci da far scordare tutto il resto.

Gli venne in mente come durante il primo ballo si era immaginato di intrappolarla fra sé ed una colonna ed farla sua e seppe che l’avrebbe fatto lì ed in quel momento, la voleva.

Sigyn rabbrividì quando la sua schiena toccò il freddo marmo della colonna, ma Loki continuò a darle baci brucianti scaldandola così. Il profumo della Vanir era inebriante e nella confusione della sua mente pensò che mai e poi mai l’avrebbe avuta Theoric, l’avrebbe ucciso piuttosto. Le baciò il collo candido e la clavicola esposta, questa volta incurante dei segni che vi avrebbe lasciato, e non poté fare a meno che pensare: mia. Era sua e tutti avrebbero visto i marchi lasciati sul suo bel collo e lui avrebbe reclamato la sua bella Principessa dai capelli di luna. Ah, quanto era esilarante il caos e quante bugia vi trovavano spazio.

La sollevò lasciandosi giusto il tempo di immaginare la seta turchese del vestito sfregare contro il marmo e di slacciarsi i pantaloni, poi la fece sua e Sigyn seppellì le mani nei suoi capelli gemendo. “Loki” sospirava: “Ci scopriranno!”, ma a lui non importava. Sentiva solo il tumulto del caos intorno e lei che ripeteva il suo nome ancora ed ancora. Mia, pensò quando Sigyn si tese sotto di lui e cercò le sue labbra.

ᛚᛋ

Poi un altro rumore ed improvvisamente il boato del caos svanì lasciando solo il silenzio ed il botto secco di un corno di idromele quando toccò a terra. La Vanir lo osservò cadere si sentì cadere anche lei, poi tenne lo sguardo fisso sulla pozza di liquido che si allargava come sangue sul pavimento.

Freyr, accompagnato da un’ancella che aveva fatto cadere l’idromele, era davanti a lei e la fissava con uno sguardo talmente duro che Sigyn lo percepiva anche se non osava alzare gli occhi, le girava la testa. Poi sentì il calore di Loki al suo fianco svanire e rimase sola, infreddolita e piena di vergogna.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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