Mi destai che non passò nemmeno un momento Da quando abbandonai il perfetto strumento "destai" si fa per dire poiché dovunque fossi riverso Una luminosa oscurità era tutto ciò che riuscissi a percepire Il barlume perverso In cuor mio non si fa più sentire Il cervello non mi lambicco Con pensieri corretti o infami Ora che di umana natura non pecco Non striscio più fra i vostri liquami Faccio un passo nel luminoso buio Rinvigorito da una nuova esistenza metafisica Senza piedi rivestiti di cuoio E pancia famelica Senza bisogno di occhi Per scandagliare i dintorni O per sorreggermi, di ginocchi O di qualsiasi abbigliamento che mi adorni Abbraccio una nuova esistenza Priva di natura corporea La mia faccia stressata, marmorea È l'ultimo frammento che ricordo con condiscendenza