Anime & Manga > Bungou Stray Dogs
Segui la storia  |       
Autore: Hikari_1997    19/06/2021    0 recensioni
L'agenzia dei detective armati riceva uno strano incarico, e Dazai deve nuovamente fare i conti con i suoi passati legami alla Port Mafia, collaborandovi per risolvere il caso.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chuuya Nakahara, Nuovo personaggio, Osamu Dazai
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap. 5- Una nuova collaborazione

Port Mafia, lunedì 31 agosto.

Residenza Ozaki.

Chuuya era appoggiato allo shoji con l’inseparabile cappello calato sugli occhi.
Era in un umore nero da quando, poche ora prima, Mori gli aveva presentato una tristemente nota busta nera.
Non aveva la minima voglia di partecipare alla missione.

Purtroppo, siccome anni prima, lui e quel vagabondo avevano acquistato con successo il vaso di Amon, ora che il secondo vaso era spuntato nel commercio malavitoso era scontato aspettarsi un invito.
-Ah … - sospirò.
-Chuuya, tesoro; stai sospirando da 20 minuti-

Il mafioso alzò il cappello dal volto, scrutando la sua mentore che, come da protocollo, sorseggiava un tè arancia e cannella senza un capello fuori posto.
 -Il tuo tè è ormai freddo- constatò lei indicando la tazzina di vetro di fronte al suo pupillo.
-Ane-san-
-Lo so Chuuya, posso immaginare il tuo stato d’animo al momento; e sappi che ho cercato di oppormi in tutti i modi, ma Fukuzawa ha stretto un patto con il boss, anche Dazai si trova nella tua stessa situazione-
Chuuya gonfiò le guance.
Avrebbero potuto fingere di aver divorziato, lasciando il compito di acquisto solo allo sgombro bendato, oppure potevano inventare la scusa che la dolce Tsuki era impossibilitata a partecipare … ma a quanto pare, all’idea di “resuscitare” il duo nero anche solo per qualche ora, Mori si esaltava come quando Elise provava un nuovo abitino.

Gli occhi zaffiro di Chuuya specchiarono il proprio riflesso nel liquido aranciato –Non ho voglia di rivederlo- ammise –Non dopo … -
Non dopo i fatti successi di recente con Lovecraft, Shibusawa e i ricordi della loro recita in quanto consorti.
-Caro, stai arrossendo-
-Ane-san non rendere le cose più difficili- sbottò Chuuya coprendo il volto con le mani.
-Non sto complicando la situazione, sto solamente descrivendo ciò che vedo- spiegò pacata appoggiando la tazzina vuota sul piattino di porcellana –Ovvero, un ragazzo che ha sofferto e che ha paura di fidarsi di nuovo-
Con la coda nell’occhio Chuuya scrutò il calice di zaffiri appoggiato su un comodino di legno raffinatamente decorato con disegni di ciliegi in fiore.

“Per il tuo compleanno”

Scosse la testa cercando di scacciare la voce di Dazai dalle orecchie.
-Chuuya, il proprietario del secondo vaso ha arrecato una grave truffa all’agenzia; di conseguenza, siccome siamo in una momentanea alleanza, questo colpo risentirebbe anche gli affari della mafia-
Chuuya sospirò –Lo so, lo so … Devo solo cercare di entrare nel mood giusto per fingermi nuovamente la moglie di quella mummia ambulante-
-Oh- rispose pacata –Io sono preoccupata del contrario-
-I … in che senso? –
-Nel senso, che siete entrambi ragazzi di 22 anni impegnati a recitare una coppia di giovani sposi, e che passeranno un’intera notte nella suite di un albergo a 5 stelle-

Continuando ad ascoltare la sua mentore, Chuuya spalancò gli occhi, panico evidentemente visibile mentre lanciava un urlo che, a detta degli agenti della mafia, erano riusciti a sentire perfino Mori ed Elise all’ultimo piano della torre principale.

-CHEEEEE!!!!!????? –

*******************

-È la soluzione più ragionevole per entrambe le parti Dazai- spiegò agitato Kunikida che, reggendo il vestito di Dazai sull’avambraccio destro, continuava a fissare nervoso l’orologio sul polso sinistro.
-A quanto pare questo albergo è affiliato alla Port Mafia ed è bastato fare il tuo nome per far tremare mezza reception- Spiegò Kunikida.

Dazai sbuffò, sprofondando sulla poltrona in pelle rossa nella hall del prestigioso albergo Asagiri –Non ne sono sorpreso; però Kunikida-kun, vorrei far notare che il panico generale si è scaturito dopo aver pronunciato il nome di quel chi- ahi-

Qualcuno gli aveva schioccato un dito in fronte.

-Sempre a parlar male degli altri eh? –
Dazai alzò lo sguardo, notando sottosopra il volto del suo ex-partner, ora con le mani appoggiate ai lati della sua poltrona.
-Chi non muore si rivede- sbuffò il detective.
-Quella è la mia battuta- rispose prontamente Chuuya estorcendo una risatina da parte di Dazai.

-Um, odio ammetterlo ma siete in perfetto orario- disse Kunikida, sempre più nervoso, alla presenza di due esecutivi della mafia e di due dei loro migliori agenti.
Come immaginabile Akutagawa scrutò furente Atsushi, mentre Koyou si avvicinava a Kunikida per affinare i dettagli della missione.
-Il banchetto e l’asta sono tra quattro ore, tempo più che sufficiente per prepararci a dovere, Fukuzawa vi avrà informato che l’evento si svolgerà nella sala business di questo albergo, ragion per cui Akutagawa-kun e Nakajima-kun svolgeranno il compito di camerieri-
Atsushi annuì –Um … Kyouka-chan ha ritirato i vestiti in sartoria insieme al vestito di Dazai-
-Oh? Kyouka-chan? Dov’è? Non la vedo- disse Ozaki, distraendosi momentaneamente al nome della ex sottoposta.
-Um … ecco … aveva una faccenda da risolvere- spiegò pacato Atsushi.

-Senti sgombro- tutti si voltarono verso Chuuya, ancora inchinato verso l’ex-partner –Capisco la presenza del ragazzino, capisco anche la presenza del tuo partner, ma cosa ci fa lui qui? –
La mano guantata di Chuuya si spostò verso Ranpo, comodamente seduto a gambe incrociate su un divanetto mentre sgranocchiava pop-corn.
-Oh non badare a me bel cappello, sono qui unicamente per sistemare il cruccio che ha l’agenzia-
-Ranpo ha dedotto dove trovare le prove che ci servono come dimostrazione della frode- spiegò Dazai alzandosi leggermente dalla poltrona, la testa castana appoggiata sul bordo bordeaux, collidendo con lo stomaco di Chuuya.
Al contatto, il mafioso indietreggiò, guardando altrove.

-E-

Tutti si voltarono verso Ranpo –Poe–kun mi ha fornito informazioni interessanti su questi vasi, a suo detto vuole creare il prossimo romanzo nell’antico Egitto.
Si è totalmente immerso nella scrittura, sostenendo anche di voler aggiungere una nota sentimentale per rendere il tutto più drammatico … quindi sono qui anche per raccogliere materiale-
-Ranpo-san … saremo impegnati nella missione, non vedo niente di romantico in giro- disse Atsushi, cercando di non guardare l’espressione di stizza comparsa sul volto di Dazai, espressione che fece ricordare ad Akutagawa vecchi traumi di quando era sedicenne.
Per tutta risposta Ranpo sorrise mangiando l’ennesimo pop-corn.
-Tz, come volete- sbuffò Chuuya –Qual è il numero della mia camera? –

********************

-Stiamo scherzando, vero? –
Dazai e Chuuya erano entrambi in piedi di fronte alla camera della suite 604, sconcertati e schifati dalla inequivocabile presenza di un solo letto.
-Il boss ha specificato che eravate voi i clienti questa sera, ovviamente senza riferire le vostre vere generalità agli organizzatori dell’evento- spiegò Koyou.
-Perciò, seguendo le vecchie istruzioni di sicurezza, hanno prenotato solo una suite … inoltre-
-Inoltre metà del costo a notte saremo costretti a pagarlo di nostra tasca- si intromise Kunikida allungando il vestito a Dazai –Quindi non lamentarti-
-Nelle vecchie suite avevamo due letti- precisò Dazai.
-Ma Dazai-san, questo divano è abbastanza grande, uno di voi può dormirci benissimo- tentò Atsushi, avendo vissuto per strada, anche il solo pensiero di poter dormire sulla moquette di quella suite era l’Eldorado per il giovane detective.

-Ah, lamentarsi è inutile- sospirò Chuuya togliendo mantello, giacca di pelle, guanti e cappello –Io prendo il bagno di destra-
-Ah ok, Atsushi vieni ad aiutarmi- disse Dazai chiudendosi insieme al nuovo sottoposto nel bagno alla sinistra.
Koyou prese il vasto borsone che si era portata appresso appoggiandolo all’interno del bagno dove Chuuya era ora impegnato a farsi una doccia.
-La vedo preoccupato detective- disse la donna appendendo elegantemente il soprabito vicino a quello di Chuuya.
Kunikida trasalì, ricomponendosi quasi subito –Si, non voglio assolutamente mancare di rispetto ma … saranno credibili? –
-Oh capisco … non si preoccupi, lo saranno eccome- rispose Koyou entrando in fretta nel bagno, giusto in tempo di notare Chuuya alle prese con i boccoli rossi.

-Chuuya, caro, lasciami aiutare-
-Ce la posso fare anche da solo lo sai? – chiese lui, non negando però l’aiuto della sua mentore.
-Lo so, ma quattro mani sono meglio di due; non preoccuparti, il vestito è perfetto per te, inoltre …- gli si avvicinò all’orecchio sussurrandogli qualcosa che lo fece avvampare.

********************

Atsushi era uscito dal bagno occupato da Dazai indossando di già la divisa da cameriere.
Un semplice completo giacca pantalone nero con una fascia grigia in vita.
Si aggiustò il colletto bianco della camicia mentre controllava il papillon con una spilla con una perla bianca.
Anche Akutagawa aveva il medesimo vestito, la perla sul papillon era però nera, segno che si sarebbe occupato del vestiario degli ospiti prima dell’asta, mentre Atsushi avrebbe dovuto trasportare vini e stuzzichini.

Adocchiò Ranpo, comodamente sdraiato sul divanetto.
-Ranpo-san, Dazai-san o Nakahara-san dovranno dormire in questo divano, non lo sporchi con i pop-corn- disse sconsolato il giovane detective.
-Oh Atsushi, non preoccuparti di queste inezie-
-Ma-
Non fece in tempo a finire la frase che le porte di entrambi i bagni si aprirono di scatto; e, fatta eccezione per Koyou che nascondeva un sorrisetto divertito e Ranpo, pronto a prendere appunti per Poe, tutti i presenti restarono a mandibola spalancata.

La camicia di Dazai era blu oltremare a righe verticali azzurre, completo e scarpe del medesimo colore oltremare della camicia mentre la cravatta era nera così come guanti e scarpe.
Le onde castane erano pettinate all’indietro, eccezion fatta per un ciuffo che ricadeva sull’occhio destro.
Il vestito di Chuuya era di un colore simile, tendente allo zaffiro, scarpe nere con tacco, i nastri del vestito si incrociavano dietro la schiena.
Le spalle più muscolose rispetto ad anni prima erano parzialmente nascosti dal giubbino in pelle.
Per nascondere il pomo di Adamo Chuuya aveva volutamente lasciato il collare, una mano guantata raggiunse le ciocche color fuoco, smuovendole sciolte intorno al viso.
Solo una molletta nera era appuntata sul lato sinistro del capo.
Alzò gli occhi verso Dazai, l’azzurro intenso delle iridi risaltava dal trucco sapientemente applicato da Koyou.
Restarono a fissarsi, senza parlare.

-Ah-

Entrambi vennero riscossi dalla fievole voce di Atsushi, voltandosi all’unisono verso il giovane ragazzo.
-Siete … siete veramente voi? -
Chuuya alzò dubbioso un sopracciglio mentre Dazai ridacchiò.
-Non preoccuparti Atsushi, siamo noi … vedi? Nonostante i tacchi questo chibi non raggiunge neanche il mio mento-
-Lo vuoi nell’occhio il tacco? – replicò furioso Chuuya.
-O-ho … dritto al punto eh? –
Il mafioso inspirò ed espirò un paio di volte, cercando di non adocchiare la fede al dito di Dazai.
-Non parlarmi, non respirare la mia stessa aria, non comportarti come il solito bastardo, intesi? –
Dazai fece una smorfia –Un po’ difficile Chu, d’altronde-
Si inchinò fino a raggiungere il livello nel neo/ex/ qualsiasi cosa fossero, partner.
-Ti ricordo che dobbiamo fingerci sposati- disse pacatamente, non prestando attenzione alle facce scioccate dei sottoposti e di Kunikida.
-Non ricordarmelo- espirò Chuuya toccando la fronte di Dazai con un dito per allontanarlo.

-Ehem-
Kunikida riassunse un minimo di controllo, spiegando –Io e Ranpo-san torneremo nel furgone, mentre Hirotsu-san accompagnerà Ozaki-san alla Port Mafia.
Atsushi-kun e Akutagawa si recheranno in cucina e al guardaroba come dipendenti, Atsushi presta attenzione al proprietario del vaso, ti ha visto in volto-
Lui annuì.
-Per concludere, secondo il programma dell’asta il vaso verrà esposto verso le 22, quindi più o meno verso quell’ora Hirotsu-san tornerà qui per accompagnare Akutagawa alla vostra base; per quanto riguarda voi due- continuò -posso solo chiedervi di cercare in tutti i modi di aggiudicarvi il vaso, le aste pilotate non sono nel mio ideale ma a quanto detto da Fukuzawa-dono vi sono degli agenti della vostra organizzazione a darvi man forte.
Quel che succederà alla fine dell’asta non mi interessa, cercate solo di non uccidervi a vicenda.
Domani mattina verrò a recuperarvi alle 9 in punto, ovvero quando l’albergo aprirà il caveau dove tengono i reperti ottenuti alle aste; quindi per essere puntuali cercate di svegliarvi almeno alle 7.30-
Chuuya guardava allibito Kunikida –è … è sempre così? –
-Oh sì- ridacchiò Dazai.

-Bene- disse a quel punto Koyou –Io raggiungo Hirotsu-san, buona fortuna-
Chuuya annuì alla donna, uscendo dalla suite insieme a Dazai.
-Beh, si va in scena Chibi-
Chuuya annuì, sussultando leggermente quando percepì la mano di Dazai intrecciarsi con la sua.

*********************

Ore 20.15

La sala ricevimenti era gremita di gente.

Chuuya non aveva lasciato il fianco di Dazai, seguitando a sorridere e parlare amichevolmente con tutti.
Atsushi era allibito, sembravano in tutto e per tutto una coppia di sposi, messi da parte vecchi screzi e battibecchi, stavano recitando alla perfezione.
-Non distrarti Jinko-
La voce di Akutagawa gli arrivò alle orecchie, sistemando appena l’auricolare mentre camminava cercando di non far cadere le flûte di Champagne sul vassoio argento.
D’un tratto si voltò di scatto –C’è il proprietario del vaso di Ra- disse ad Akutagawa riconoscendo il signor Okamoto che parlava col direttore dell’asta.

Anche Dazai se ne accorse, socchiudendo gli occhi quando notò la sua presenza.
-Chuuya-
Lui alzò lo sguardo verso il partner –Il proprietario del vaso sta venendo qui col signor Miura, so che ti sto chiedendo molto ma cerca di essere il più sdolcinato e amorevole possibile, ok? –
Chuuya annuì e, con grande sorpresa di Dazai –e di sé stesso- prese il braccio del detective per posarlo sul proprio fianco.

-Oh, signor Tsushima … ma che piacere rivederla- esclamò giulivo avvicinandosi alla coppia e, più precisamente, a Chuuya eseguendo un baciamano imbarazzante.
-È un piacere rivederla signor Miura- sorrise smagliante il rosso mafioso.
-Oh cara Tsuki, siete più bella di cinque anni fa-
-Voi mi lusingate troppo- esclamò lui affrettandosi a riportare la mano su quella di Dazai.
-Mi sorprende vedervi ancora insieme, so che eravate molto giovani all’epoca-
Dazai annuì sorridendo –Si, avevamo quasi 17 anni-
Chuuya colse l’occasione per sfoderare l’artiglieria pesante -L’amore vero non ha età- e dunque, alzò una mano verso il volto di Dazai, spostandogli una ciocca cioccolato dietro l’orecchio, facendo poi scorrere le dita guantate verso la mascella.
A tal gesto Dazai mosse il volto baciandogli il palmo.
Ad Atsushi, che stava passeggiando dietro di loro, corse un brivido lungo la schiena.

-Oh ahem- commentò Miura ora rosso quanto i capelli di Chuuya –Non le ho ancora presentato il signor Okamoto Yoshifumi, è il gentiluomo che ci ha gentilmente permesso di esporre il vaso gemello sei anni dopo il vostro acquisto.
Caro Yoshifumi, questi coniugi si sono aggiudicati il vaso di Amon-

-Oh interessante, finalmente vi vedo di persona - rispose Okamoto, però, si bloccò notando Dazai.
Lui se ne accorse limitandosi ad inclinare interrogativamente il viso –Uh? Ho qualcosa in volto? –
-Oh no … mi ricordate una persona che ho visto di recente, un detective …-
Chuuya gelò all’istante.
-Avrete sbagliato persona- sorrise amichevolmente.
-Mi ripetete i vostri nomi? – continuò ad indagare Okamoto.
-Tsushima Tsuki e Shuuji- si affrettò a dire Chuuya –Come ha giustamente detto il signor Miura siamo sposati da ben 6 anni, se dovesse tradirmi per diventare un investigatore squattrinato lo saprei-
Dazai continuò a sorridere, pensando un “Touché”.

-Giusto- si affrettò a dire Okamoto –Non sono molto bravo con i nomi, ma se non mi ricordo male il nome di quel detective era Dazai-
Atsushi, la quale sfortuna lo faceva arrivare vicino al gruppo nei momenti peggiori, cercò con tutto sé stesso di mantenere tutti i nove calici sul vassoio.
-Dazai? – chiese Chuuya –Sembra lo pseudonimo di uno scrittore di bassa categoria-
Akutagawa coprì il volto mascherando una passibile risata con un colpo di tosse, mentre Atsushi cercava di non ascoltare il “PF” scappato a Ranpo che aveva sentito tramite l’auricolare nell’orecchio.
-Ah, bella e simpatica- si affrettò a dire Miura –Ora ci dovete scusare ma abbiamo molti ospiti da intrattenere-

I due si congedarono e Dazai colse l’occasione per trascinare Chuuya da parte –Scrittore di bassa categoria? –
-Ti ho salvato il posteriore, traditore suicida, vedi di ringraziarmi piuttosto- disse Chuuya facendo segno ad Atsushi di avvicinarsi e requisendogli l’ultimo calice per bere d’un colpo lo champagne.
Quando il ragazzino si allontanò per tornare in cucina, Chuuya si leccò le labbra rivolgendosi a Dazai.
-Suppongo che questa volta non avremo bisogno di piazzare un localizzatore nella cassa-
Dazai deglutì scuotendo la testa –No, ma stando alle deduzioni di Ranpo dovremo rubare la chiave per entrare nella sala computer-
-Che bisogno c’è di rubarla? L’hotel sa della nostra presenza-
-Pseudo vero Chibi, alla reception hanno segnato i nostri nomi ma non sanno che siamo qui per l’asta- spiegò Dazai –Ma la cosa non mi piace-
-Uh? Perché? Da quando ti tiri indietro nel provarci con una ragazza? –
-Da quando suddetta ragazza è un uomo che conosciamo- Dazai prese Chuuya per i fianchi voltandolo.

Il mafioso annaspò al contatto con il petto del detective, tremando quando gli avvolse il corpo con le braccia sussurrandogli all’orecchio –Guarda, sta consegnando il soprabito ad Akutagawa-
Gli occhi di Chuuya si mossero verso il sottoposto –Oh no-

Vedendo Tanaka Yuichi.

-Non dirmi che devo provarci con quella provola-
Dazai ridacchiò –Sono il primo a cui non piace l’idea, secondo le deduzioni di Ranpo la chiave la tiene da qualche parte nella giacca-
Chuuya si lasciò scappare un commento schifato –Devo proprio? –
-Già, beh fai finta che devi rubarla a me; è un esercizio che abbiamo fatto molte volte alla mafia-
Chuuya alzò gli occhi al cielo –Sai che il mondo non gira intorno a te vero? Ho un piano, ma mi servirà l’aiuto del tuo nuovo sottoposto-
-Non spaventarlo-
-Non più di quanto non faccia tu- replicò Chuuya –Una volta che l’ho presa dove pensi di nasconderla? –
-Dalla a me, secondo lo schema di Kunikida il vaso è in vendita nella seconda parte dell’asta; userò la pausa per cercare quello che devo-
-Ok-
Si voltò afferrando il fazzolettino nel taschino di Dazai –Lo prendo in prestito-

Detto questo, a malincuore, si allontanò da Dazai per avvicinarsi ad Atsushi.

*****************

Dom Pérignon annata 1998.
A Chuuya si stringeva il cuore mentre guardava tristemente il calice pieno avanzando verso Tanaka –Sappi che mi dispiace- pensò triste sfiorando il vetro del calice.

Si fece coraggio e, “Accidentalmente” rovesciò il contenuto del calice addosso a Tanaka.
-Oh sono costernata- si affrettò a dire cercando di tamponare il liquido che macchiava il gilet col fazzoletto requisito a Dazai, fingendosi sorpreso nel vedere il viso di Tanaka.
-Tsushima Tsuki? –
-Tanaka- San? –
L’uomo, che ora mostrava qualche capello grigio alle tempie, sorrise affrettandosi a dire –Non Tanaka, Yuichi … non vi ricordate? -

Poco distante Dazai guardava la scena aggrottando le sopracciglia; era inspiegabilmente fastidioso vedere Chuuya flirtare con Tanaka.
-Dazai-san … Dazai-san- il detective si riscosse sentendo all’auricolare la preoccupata voce di Atsushi.
-Una donna vi sta fissando da 5 minuti ormai-
-Quale donna? – domandò lui.
-La signora vicino alla finestra, quella vestita di verde-

Dazai volse lo sguardo, ci mancava pure questa.
Ovviamente aveva predetto che, con molta probabilità, la donna sarebbe stata presente; però in quel momento la sua mente era un tantino occupata dall’irritazione nel vedere la mano di Tanaka sul fianco di Chuuya, ragion per cui Kadiri Ishikawa era l’ultima persona che voleva affrontare.

A malincuore le si avvicinò.

-Signor Tsushima, non credo abbiamo avuto modo di parlare cinque anni fa- la voce rauca della donna giunse sgradevolmente alle orecchie; storse il naso quando espirò una boccata di fumo troppo vicino a lui.
-Concordo, ma concorderà che non avevamo una buona ragione per parlare.
Gli affari sono affari, niente rancori, vero? – chiese giulivo.
Lei spense la sigaretta sulla ringhiera del balcone –Quando se ne è accorto? –
-Di cosa? –
-Del localizzatore- rispose lei –Ha messo il localizzatore sulla scatola dell’uovo Fabergée acquistato dal signor Tanaka Yuichi e mi ha rubato il calice di zaffiri-
Dazai sogghignò, cercando di non incrociare lo sguardo con quello stupito di Atsushi –Perché mai dovrebbe interessarmi un bicchiere con qualche pietruzza? Ammetto di aver tolto il vostro localizzatore, d’altronde stavo cercando di tutelare il mio acquisto, ma per il resto non ha nessuna prova-

Ishikawa scosse la testa –Beh, forse perché quelle pietre erano dello stesso colore delle iridi di vostra moglie; tutta la sala, quel giorno ha sentito la signora Kisaki chiedere al marito di acquistarlo per quel motivo.
Si dev’essere sentito come lui no? Regalare qualcosa alla persona amata-
Dazai strinse gli occhi –Quello che c’è tra me e Tsuki non la deve interessare-

Atsushi e Akutagawa osservavano da lontano il discorso tra Dazai e la donna,  indecisi se intervenire o meno della discussione.
Il portatore del Rashomon inarcò un sopracciglio vedendo, d’un tratto, Chuuya allontanarsi da Tanaka e, avvicinarsi al duo.
Atsushi fece per avanzare –Fermo- disse Ranpo dall’auricolare che riusciva a vedere la scena grazie alla microcamera nascosta dal giovane detective nella perla bianca.
-Ranpo-san? –
-State fermi dove siete e, già che ci siete … non guardate-
I due, per una volta, sembravano entrambi sorpresi; ma presto capirono cosa voleva intendere Ranpo.

Dazai stava ancora parlando con Ishikawa quando sentì una presa alla mano vedendo Chuuya –Oh teso-
Non fece in tempo a finire la frase perché il rosso mafioso gli afferrò la cravatta abbassandolo alla propria altezza e, sfruttando la stupita espressione sul volto di Dazai si avvicinò alla bocca aperta.
Chuuya schiuse le labbra su quelle di Dazai, la mano destra si mosse dietro la nuca affondando nei capelli castani spingendogli il capo per, finalmente, connettere le bocche.
Immediatamente Dazai fece scorrere le mani lungo la schiena di Chuuya, soffermandosi sulla pelle scoperta al di sotto del giubbino nero.
La mano destra venne afferrata dal giovane mafioso, spingendo Dazai ad allacciare le loro dita mentre scostavano delle ciocche rosse dalle spalle di Chuuya.

Ancora abbracciati seguitavano a baciarsi, in perfetta sincronia, incuranti degli sguardi allibiti che i loro vicini gli stavano lanciando.
Allibiti quanto Akutagawa –paragonabile ora ad un iceberg- e Atsushi che, rosso come un pomodoro maturo e pronto ad esplodere, sussurrò all’auricolare un fievole –Ra … Ranpo-san-
-Oh non lamentarti Atsushi, io avevo avvisato- rispose pacato Ranpo adocchiando Kunikida, ancora fermo e bianco come un cencio.

L’appassionato momento durò ancora qualche secondo, fino a quando Chuuya non si allontanò leggermente dopo aver amorevolmente mordicchiato il labbro inferiore di Dazai.
Il detective cercò di riscuotersi subito –operazione al quanto complessa quando aveva Chuuya ancora nelle sue braccia-; il mafioso si ritrasse del tutto limitandosi a commentare –Tesoro, non parlare così tanto con altre donne altrimenti mi ingelosisco- disse Chuuya mostrando il broncio più tenero e illegale della storia della Port Mafia.
Una sincera risata scappò a Dazai, sollevando nuovamente il mento di Chuuya –Certo cara- poi si voltò verso Ishikawa –Vede? Come le ho detto, quello che succede tra noi non le deve interessare-
La donna espirò oltrepassando i due dicendo –Non cercate di acquistare il vaso di Ra, glielo consiglio-

I due seguirono con lo sguardo l’egittologa dirigersi verso la sala business dove, tra breve, si sarebbe svolta l’asta.
-Non ti dà tregua eh? – chiese Chuuya, ancora inspiegabilmente abbracciato a Dazai.
-Beh ma era prevedibile, quello che non avevo preso in considerazione era la tua fantastica abilità di recitazione, Tsuki-
Chuuya saltò in aria sentendo Dazai trascinarlo sul balcone.
-Che c’è? – domandò Chuuya.
-Chibi, sappi che questa sera stai facendo molte cose fuori dal tuo solito comportamento; quindi … vedi di non lamentarti sulle conseguenze-
Chuuya voleva chiedere a cosa si riferisse, ma venne zittito da Dazai baciandolo all’improvviso.
Non era come il bacio scambiato precedentemente, era calmo, quasi tenero.
Le labbra si schiusero lentamente, Dazai si allontanò subito dopo; senza permettergli di approfondire il contatto, sorridendo al quanto divertito all’espressione sconcertata di Chuuya.
-E QUESTO PER COS’ERA? –

-Vendetta- replicò Dazai ridacchiando.

-AH? –

Dazai lo silenziò appoggiando l’indice sinistro sulle sue labbra, ancora arrossate dai precedenti baci.
-Non arrabbiarti, solo io te e la luna sappiamo cosa è successo; ora sarà meglio che vada da Atsushi, minacciava di svenire da un momento all’altro-
Chuuya vide il partner tornare nella sala, e guardando la luna piena alta nel cielo ripensò alle parole di Ane-san.

“E inoltre … vuoi stupirlo, vero?”

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bungou Stray Dogs / Vai alla pagina dell'autore: Hikari_1997