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Autore: FrancyF    26/06/2021    1 recensioni
Zac Efron sta passando un periodo complicato e vuole solo prendersi del tempo per stare da solo con sè stesso. Vanessa Hudgens, invece, vuole solo stare vicino al suo fidanzato, e sperare che la felicità tanto conquistata a fatica non la lasci mai. Ma il destino ha altri piani per loro, e presto i fili rossi dei due giovani finiranno nuovamente per ingarbugliarsi e li legheranno come mai prima d’ora.
Secondo la tradizione orientale ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. Il filo ha inoltre la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone sono destinate, prima o poi, a incontrarsi e a sposarsi.
“Fate is pulling you miles away and out of reach from me. But you're here in my heart, so who can stop me if I decide that you're my destiny?” - “Rewrite the stars” The Greatest Showman
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vanessa Hudgens, Zac Efron
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questo è il penultimo capitolo. Il prossimo sabato pubblicherò l'ultimo capitolo e, dopo ben 35 capitoli, questa ff long finirà. E' stato  un piacere immenso potere pubblicare questa ff, perchè significa tanto per me e ho impiegato più di un anno per scriverla. Buona lettura! A sabato prossimo con il gran finale! - Fran 

So tell me
When it's not alright
When it's not okay
Will you try to make me feel better
Will you say alright? (Say alright)
Will you say okay? (Say okay)
Will you stick with me through whatever?”
- “Say Ok” Vanessa Hudgens
 
Il cimitero “Forest Lawn Memorial Park” sulle verdi colline di Los Angeles  era silenzioso a quell’ora del mattino. Vanessa strinse forte a sé Greg, che riposava beato nel suo marsupio, e sentì la mano di Zac unirsi alla sua.
-Sei pronta piccola?- sussurrò lui – ricorda che non dobbiamo farlo se tu non vuoi. Possiamo tornare indietro-.
Lei scosse la testa con forza. No, aveva anche aspettato troppo. Glie lo doveva, doveva farlo perché se faceva ancora passare anche solo un minuto non sarebbe stata in grado di farlo mai più. Lei e Zac erano tornati a Los Angeles solamente la scorsa settimana. Zac l’aveva fatto a malincuore, ma sapeva che non potevano nascondersi in eterno in Oregon. I paparazzi li avevano tormentati parecchio in quei giorni, ma i ragazzi potevano contare su una magnifica rete di supporto famigliare. Vanessa era grata di essere tornata a casa, ma c’era stata una cosa che aveva continuato a rimandare: visitare suo padre. Da quando Greg Hudgens era morto la giovane donna non era stata ancora in grado di andare al cimitero. Ma adesso aveva un figlio e voleva in qualche modo che Greg legasse con il suo nonno omonimo.
Con le mani che tremavano spinse delicatamente il cancello di ferro battuto ed entrò nel cimitero.  Un senso di inquietudine la pervase: erano poche le volte nelle quali era stata in un cimitero, sebbene avesse quasi ventotto anni. I suoi nonni paterni erano entrambi morti quando lei era nata ed erano stati sepolti in Illinois: Vanessa ci era state rare volte. Si ricordava invece della morte di suo zio Bruce, avvenuta nell’estate del 2004, ma anche lui era stato sepolto in Illinois perciò l’’unica volta che Vanessa ricordava di essere andata in un cimitero era pochi mesi prima.   Ed era strano pensare che l’ultima volta che ci aveva messo piede era stato per il funerale di Lori, quasi un anno e mezzo prima.  Nella sua mente quei ricordi erano impressi per sempre. Aveva desiderato dimenticare così tante volte quel giorno e adesso se lo ricordava perfettamente. Si ricordava la faccia pietrificata del suo ex ragazzo e tutto il suo dolore. Mesi fa credeva di non potere sopravvivere a quel dolore. E ora… e ora era tutto cambiato. Aveva Zac e aveva Greg accanto a sé e assieme a loro sapeva di potere affrontare tutto, anche quel dolore sordo  che era arrivato con la morte di suo padre.
I due giovani passarono una fila di vecchie lapidi prima di arrivare davanti alla tomba di Greg. Gina li aveva meticolosamente tracciato il percorso su una cartina. Il cimitero era immenso, ma Greg non aveva voluto sentire ragioni: non voleva essere sepolto con il resto della sua famiglia in Illinois, voleva riposare sopra le verdi colline di Hollywood per essere più vicino a sua moglie e alle sue figlie.   Greg Hudgens così riposava diversi metri dopo l’ingresso del cimitero in un immenso prato verde ed era la sesta lapide sulla sinistra. La lapide commemorativa era modesta con una decorazione floreale laccata in oro. La scritta commemorativa risaltava in grandi lettere dorate.
 
“Gregory Thomas Hudgens: 22 giugno 1950 – 30 gennaio 2016. Amato marito e padre”
Vanessa sentì la presa di Zac farsi più debole, fino a lasciarla del tutto. Così la ragazza si inginocchiò sul prato e accarezzò delicatamente ogni lettera della lapide. Provava una dolore sordo dentro il petto, lo stesso dolore che aveva provato il giorno della morte di suo padre. Tuttavia ora quel dolore era attutito dalla vita che stringeva al petto. Il piccolo Greg si era svegliato e osservava con i suoi profondi occhi blu quel luogo a lui sconosciuto, contento solamente di essere vicino a sua madre. Zac era qualche passo dietro di loro. Voleva tenersi in disparte e voleva dare a sua moglie una parvenza di privacy. In qualche modo sapeva che quello era giusto per Vanessa: aveva diritto di potere salutare suo padre senza che lui intervenisse e doveva essere lei a presentare a Greg Hudgens il piccolo Greg Efron. La osservò depositare i fiori freschi che avevano comprato davanti alla tomba, assieme ad una foto di loro due con Greg appena nato.
-Hai visto papino? Ti ho portato Greg. Volevo che lo conoscessi… è… è straordinario, davvero. E’ molto di più di quello che potessi desiderare-.
Zac la vide chiaramente asciugarsi una lacrima e baciare la testolina di loro figlio prima di voltarsi verso di lui.
-Zac- gli porse la mano e Zac la aiutò a tirarsi su, stringendola a sé e baciando prima al fronte di Vanessa e poi quella di Greg.
Stettero qualche minuto in silenzio, ognuno perso nei ricordi.
-Spero che tu sia felice papà. Ovunque tu sia- disse Vanessa con voce acquosa, mentre grosse lacrime le bagnavano il volto. Non voleva piangere, ma non poteva farci niente. Vedere la tomba di suo padre, sapere che lui era fisicamente sotto i suoi piedi e che lei non poteva raggiungerlo la faceva stare dannatamente male.  Poi Zac sentì di dovere dire qualcosa.
-Ehi signor Hudgens…. voglio dire Greg..-
-Zac non devi dire per forza qualcosa- gli sussurrò Vanessa in un orecchio –non sentirti obbligato-
-No… no, Van davvero, lasciami parlare. Voglio davvero farlo. Insomma- si schiarì la voce –volevo solo dirle Greg che le prometto che mi prenderò cura di loro. E se sarò bravo anche solo la metà di quanto era bravo lei beh, allora potrò ritenermi soddisfatto. Amo lei e Greggy più della mia stessa vita, può starne certo. Starò accanto a loro anche senza le sue famose paternali e minacce di morte annesse. E se per caso sarò così idiota da ferirli in qualche modo, sono sicuro che Gina e i miei genitori mi rimetteranno sulla retta via. Può strane certo-.
Vanessa si strinse di più a lui e gli sorrise, premendo leggermente le sue labbra alle sue in un piccolo bacio. Greg gorgogliò, facendoli sorridere.
-Ti amo Zachary Efron- disse lei tenendo ancora gli occhi chiusi contro il suo viso –e amo quello che abbiamo costruito-.
Il ragazzo le sorrise di rimando, ma c’era un’ombra di preoccupazione nei suoi occhi color zaffiro. Voleva assicurarsi che lei stesse bene.
-Stai bene?- chiese guardandola profondamente negli occhi.
-Sì. Sono felice di essere qui con te. Con te, Greg e papà. Lui… lui l’avrebbe adorato. Avrebbe adorato tutto di nostro figlio-.
Zac gli sorrise ampiamente, mentre stendeva sul prato accanto alla tomba una coperta di lino.
-Lo penso anche io piccola-.
Si sedettero comodamente sulla coperta. Vanessa tolse Greg dal marsupio e lo mise sdraiato tra lei e Zac. Sentendosi finalmente libero il piccolo emise una serie di gorgogli soddisfatti, facendo sorridere entrambi i genitori. Vanessa si chinò su di lui e gli mise un dito sul naso, facendolo ridere nuovamente mentre lasciava che le sue piccole manine si agitassero in aria e le afferrassero i capelli.
-Sei un piccolo adulatore- sorrise lei -proprio come tuo padre-.
Zac non resistette e si sdraiò supino, accanto a suo figlio, beandosi della vista di Vanessa che li guardava con il volto pieno di orgoglio.
-E’ così tranquillo qui- sussurrò Zac- dovremo farlo ogni anno. Fare sì che sia una nuova tradizione-
-Già dovremmo farlo- Vanessa lo baciò e si voltò nuovamente verso la tomba di suo padre. Non c’era niente di strano nello stare lì per lei. Sapeva che ormai quel posto le apparteneva perché suo padre era lì, a pochi metri da loro. E Vanessa voleva tenacemente che quel posto diventasse famigliare per suo figlio. Poi si voltò nuovamente verso Zac che adesso stringeva Greg al proprio petto. La donna sentì il desiderio irrefrenabile di baciare nuovamente il marito, ma si dovette fermare. Di sicuro quello non era il luogo adatto ad iniziare quello che aveva in mente, ma non ci poteva farci niente. In qualche modo era il suo modo per ringraziare Zac di tutto quello che aveva fatto per lei in quei mesi. D’altronde nessuno aveva offerto a Zac una spalla su cui piangere. Erano stati tutti troppo occupati a confortare Gina, Vanessa e Stella. Eppure Zac era stato la sua roccia. Aveva affrontato anche lui un bel po’ di cambiamenti dal divorzio dei suoi genitori alla morte di Greg e non aveva mai esitato nel portarle conforto, aveva dato al precedenza ai bisogni della donna che amava e non ai suoi. Come avevano potuto evitarsi per così tanto tempo?
-Sai a volte penso… penso che sono stato un codardo a non lottare subito per riaverti con me- disse Zac così come se niente fosse. Lo sguardo dell’uomo era fisso sulla tomba del suocero, come se si vergognasse a sostenere lo sguardo della moglie.
La ragazza lo fissò senza capire.
-Se io ti avessi avuta prima… tuo padre forse sarebbe stato in compagnia di Greg per più tempo di quello che ha avuto oppure non sarebbe mai morto perché… non lo so…-
-Perché per qualche strana ragione tu lo avresti impedito?-.
Il solo pensiero era talmente assurdo per lei: Zac viveva di sensi di colpa, ma lui in tutto quello non centrava.
-Zac non sei Dio. Non hai questo potere-
-Sì, ma se noi non ci saremmo mai lasciati forse i miei non avrebbe neanche divorziato. Lo so’ che è folle pensarlo, ma a volte mi chiedo davvero a come sarebbe stata la nostra vita se non ci fossimo mai lasciati-.
-Io no- Vanessa gli passò una mano nei capelli, come per riportalo sul pianeta Terra. –Greg è qui per una ragione e non possiamo cambiare il passato. Ci è servito stare separati per un po’-.
-Già- lo sguardo dell’uomo indugiò su moglie e figlio, poi si sporse per baciare teneramente la donna sulla fronte –come al solito hai ragione V. Andiamo a casa-.
 
Il giorno dopo la visita al cimitero Zac si alzò di buon ora per andare a dare un’occhiata agli uffici della sua casa di produzione. Non ci metteva piede da ben tre mesi  e Dylan l’aveva avvertito che la pila di documenti presenti sulla sua scrivania aveva raggiunto dimensioni troppo alte per rimandare ulteriormente la data di rientro a lavoro. Vanessa ne aveva così approfittato per invitare a casa le sue migliori amiche, presentare loro Greg e passare in tutta tranquillità una giornata tra sole donne.
-Lui dov’è?-.
Georgia “G.G.” Magree fu la prima ad arrivare con una bottiglia di vino analcolico in una mano e una tuta per Greg nell’altra. Stella Hudgens, Laura New, Ashley Tisdale, Sarah Hyland, Brittany Snow la seguirono poco dopo.
-Dovere andare al lavoro ogni giorno pensando a lui è stato un tormento!- sussurrò Ashley, attenta e delicata, quando Vanessa le mise in braccio il piccolo. -E’ identico a te, Ness-
-Starla dice che è uguale a Zac invece-
-No… ha la stessa forma dei tuoi occhi, la pelle ambrata… non scura come la tua… ha… ha la tua stessa espressione quando dorme-.
Vanessa sorrise nel sentirle pronunciare quelle parole. Per lei e per tutto il resto del mondo suo figlio era uguale a Zac, ma era confortante sapere che Greg avesse ereditato anche parte dei suoi geni.
-Ashley… tieniti forte… io e Zac abbiamo pensato che tu dovresti essere la sua madrina. E Chris ovviamente sarà il suo padrino-
-Stai scherzando?-
-E quando tu avrai un figlio… perchè tu e Chris avrete un figlio beh… spero che ricambierai.
-Devi ricambiare per forza! Non vorrai mica che Greg cresca da solo!- si intromise Brittany –Oh… a proposito… dove’è Zac?-.
-Oh è andato in ufficio a dare un’occhiata… sai erano mesi che non ci tornava e credo che staccare un po’ la testa gli faccia bene-.
O forse prendere parte ad una giornata per sole donne era troppo per Zac stesso. Per quanto Vanessa fosse certa dell’amore e della devozione che suo marito provava per lei, era anche conscia del fatto che Zac mal sopportare avere a che fare con alcune delle sue amiche per un’intera giornata. Perché lei poteva dire lo stesso rispetto ad alcuni amici di Zac.
 
Vanessa sospirò nel dormiveglia e si girò su un fianco, quando sentì le forti braccia di Zac stringerla da dietro.
-Ehi…-
L’uomo sospirò e annusò l’incavo del collo della ragazza, inspirando la dolce e famigliare fragranza di coccò e lillà.
-Come è andata la tua giornata di sole donne?- Zac alzò la testa tanto quanto bastava per constatare che un terzo occupante era presente nel letto: suo figlio.
-Van…-.
Greg ormai aveva quasi due mesi e mezzo e nonostante i buoni propositi di Zac sul non crescerlo viziato, il piccolo aveva sempre dormito nel lettone con i genitori. Vanessa sentiva un bisogno primordiale di avere suo figlio sempre accanto. Fece cozzare i loro nasi e si beò della vista degli occhi blu di suo figlio, che adesso combattevano per rimanere aperti nell’oscurità della stanza. Quei due mesi con Greg accanto a loro erano stati intensi. Non c’era altra parola per definirli. Il clamore che aveva suscitato nei media il piccolo Efron infastidiva enormemente i due ragazzi, ma per il momento, erano riusciti ad evitare troppe uscite e i paparazzi non erano riusciti a fotografarli più di tanto.  La loro famiglia gli aiutava anche in questo. Gina e Starla avevano mantenuto la promessa originaria che avevano fatto a Vanessa: Starla si era trasferita da circa un mese a casa Hudgens, salvando Gina dalla solitudine. Erano nonne devote e sosteneva che Greg aveva salvato una dalle pene del divorzio e l’altra dalle pene della solitudine. Gina stava anche instillando nel nipote “l’anima filippina” e gli parlava sempre utilizzando il dialetto tagog.  Zac aveva ceduto la sua vecchia casa a Dylan e a Courtney e Stella dormiva praticamente sempre a casa di Zac e Vanessa, per stare più vicino possibile al nipotino.
-Ho appena finito di allattarlo- si giustificò la donna –e sì. E’ andata benissimo. Le ragazze non la smettevano di fargli i complimenti, Greg era completamente a suo agio-.
Zac sorrise al pensiero.
-Abbiamo fatto proprio un bel maschietto-
-Sì- Vanessa sfiorò la piccola mano di suo figlio e sorrise quando sentì la presa di greg sl suo dito mignolo.
-Com’è andata la tua giornata in ufficio?-.
-Beh, sono certo che anche nostra figlia sarà straordinaria-
La donna stava morendo di sonno, ma voleva essere gentile, voleva davvero sapere come era andata la giornata lavorativa di Zac. Sapeva quanto lui odiasse stare rinchiuso dentro il suo ufficio, sommerso dalle scartoffie.
L’uomo si porse in avanti per baciare la donna e Vanessa sorrise, ma arricciò il naso.
-Zac… hai bevuto?-.
Zachary si staccò da lei e si mise seduto.
-Ho bevuto una birra analcolica piccola… e Chuck mi ha accompagnato a casa. Va tutto bene-.
Dopo la morte di suo padre Vanessa era diventata molto più apprensiva nei suoi confrontanti, ma a Zac faceva piacere. Voleva rassicurarla, dirle che sarebbe sempre andato tutto bene. Tuttavia una piccola parte di lui ne risentiva: era come se sua moglie non fosse mai in grado di rilassarsi, come se non si fidasse completamente delle persone che le stavano attorno. Quando però lo sentì nominare il loro autista, Charles, allora si tranquillizzò.
-Bene. E’ andata bene. Ci tornerò domani e il giorno dopo ancora, ma poi penso di portare te e Greg a fare una gita fuori porta a Redwood-.
Vanessa si girò nuovamente per guardarlo in faccia. Questa volta appoggiò il gomito al cuscino.
-Redwood? E’ da secoli che non adiamo in campeggio lì-.
Zac sorrise al ricordo. Non era proprio secoli, ma almeno un decennio sì. Quando erano agli inizi della loro relazione l’allora ventunenne Zac aveva faticato per convincere la sua ragazza a seguirlo in campeggio, ma alla fine era stato ripagato e l’aveva convinta a piantare una tenda nella foresta di Redwood, dove lui era solito andare da bambino. Lui e Vanessa avevano trascorso uno stupendo fine settimana in compagnia di David e Starla, di Dylan e dei vecchi amici degli Efron, i Dasonovich.
-Papà ha detto che ci sarà anche Cinthya e lei… lei vuole conoscerci, trascorrere del tempo con noi-
Vanessa lo fissò in silenzio. Era chiaro che suo marito si stesse sforzando per non distruggere la relazione che aveva con suo padre.
-Voglio che Greg possa trascorrere del tempo con suo nonno e poi non riuscirei mai ad odiare mio padre, non può decidere di quale donna innamorarsi-.
Quello era un chiaro riferimento alla loro storia d’amore. Quello che avevano lui e Vanessa era speciale e Zac ne era pienamente consapevole.
Vanessa lo guardò piena d’ammirazione e lo baciò sulle labbra.
-Penso che il campeggio sia una bellissima idea Zac-.
L’uomo sorrise. Solamente due anni prima avrebbe reagito in maniera completamente diversa ad una notizia del genere: si sarebbe ubriacato senza alcun dubbio per dimenticare che effettivamente i suoi genitori non stavano più assieme e che ora lui era solo. Ma adesso era diverso: Zac voleva davvero cercare di salvare la relazione che aveva con David per il bene del piccolo Greg. Adesso aveva lui stesso una famiglia.
-Dylan e Courtney verranno con noi e credo che ci saranno anche Will e Haley con i loro genitori…- Zac fermò il flusso dei suoi pensieri e lasciò che le mani di Vanessa si unirono alle sue.
-Starla starà bene- lo precedette lei, leggendogli nel pensiero –sarà con mamma. Sai che starà bene. E’ più forte di quanto tu possa mai pensare-.
-Già.- l’uomo la baciò nuovamente –adesso mettiamoci a dormire prima che questo diavoletto qua decida di svegliarci-.
   
 
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