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Autore: Dalybook04    30/06/2021    0 recensioni
Il vasto impero dei Vargas un tempo si estendeva su metà del globo. L'intero Westeros, da Grande Inverno al mare, era proprietà di un unico uomo.
Romolo Augusto Vargas. Un re che, con le sue forze e la sua intelligenza, era riuscito ad assogettare tutto il mondo conosciuto, ad eccezione giusto della sconfinata Essos.
Un uomo che poi era stato brutalmente ucciso dal suo stesso amante, insieme a tutta la sua famiglia.
Tutta la sua famiglia, tranne due bambini, che furono portati via, lontano, dove neanche il loro nonno grande e forte era riuscito ad avventurarsi.
Ora il maggiore dei due fratelli si ritrovava sulle sue spalle di giovane uomo appena sedicenne il compito di riprendersi ciò che era suo. E per farlo doveva fare dei sacrifici.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Arthur continuava a fare avanti e indietro per la sala del trono, riflettendo.
I suoi fratelli lo osservavano in silenzio, forse anche un po' invidiosi. Il notaio, al contrario, sembrava scocciato.
-in che senso io?
-gliel'ho già detto, Vostra Maestà. Sul testamento risulta il vostro nome.
-ma...
-piantala di scavare solchi sul pavimento- lo interruppe Allistor, scocciato -sei tu il re. Congratulazioni.
-non serve usare tutto questo sarcasmo.
-non sono sarcastico, sono risentito.
-non è colpa mia! Se vuoi infierire sul cadavere di nostro padre fai pure, anche se ora come ora non ho idea di dove cazzo sia, ma non prendertela con me.
-che palle bro- commentò Alfred, imbronciato -almeno posso fare da primo cavaliere?
-non voglio essere re! Volete la corona? Prendetevela. Abdico subito, ditemi solo dove cazzo devo firmare e...
-smettila di fare il santarellino, sai anche tu che vuoi il potere ancora più di noi- replicò Allistor.
-quello che voglio- ringhiò Arthur -è una vita tranquilla in campagna, senza rotture di coglioni- e con Francis aggiunse una vocetta fastidiosa. Stai zitta.
-oh, ti prego- Allistor alzò gli occhi al cielo -smettila con questa stronzata della povera vittima costretta dal padre.
-non è...
-sì invece. Qui dentro sei sempre stato quello più interessato alla politica, alla storia e compagnia bella. Pensi che fossi il favorito di papà per il tuo bel faccino? Solo che ti piaceva fingerti alternativo per non so che stronzata adolescenziale e per scoparti quel rivoluzionario di Francis con la coscienza a posto.
Arthur strinse i pugni -non nominarlo. Non farlo.
-vedi? Vuoi vendetta. Tu vuoi sederti su quella sedia più di chiunque altro, e sei quello più portato per farlo.
-penso di sapere quello che voglio più di te.
-ah, davvero? E cosa vuoi?
-te l'ho detto poco fa. Sei così vecchio da avere già problemi di memoria?
-ne sei davvero così sicuro?
-sì.
-e tutte quelle lezioni di oratoria? Tutte le ore passate a leggere libri di orazioni, a studiare l'arte della politica e della guerra, tutte le volte che ti sei intrufolato nel concilio ristretto per sentire che stavano combinando?
-mi interessavo di attualità. Ci vivo in questo paese.
-no. Cercavi di imparare come fare.
-tu che ne sai?
-sono tuo fratello, idiota. Ti ho visto crescere, ti conosco. Fino a un paio di anni fa non ammettevi di volere il trono per non dare la soddisfazione a papà e per non inimicarti il resto della famiglia, poi hai cominciato a fotterti Francis e ti sei dimenticato di tutto per pensare al culo di quello lì.
Arthur si sentì ringhiare -ti ho detto di non nominarmelo.
-ma non mi stai dando torto.
-fottiti.
-me lo dici spesso- replicò, per niente infastidito -ma continui a non darmi torto.
Arthur emise un gemito frustrato -e va bene, prendo 'sto cazzo di trono. Contento?
-no. Ma per ora mi reputerò soddisfatto.
-però tu sarai la mano del re.
-col cazzo.
Arthur inarcò un sopracciglio, con le mani sui fianchi. Allistor sbuffò.
-e va bene. Ma mi prendo la libertà di assentarmi come e quando mi pare.
-sopravviverò a questa condizione- e si strinsero la mano.
Il resto della famiglia sospirò di sollievo: i litigi tra quei due fratelli in particolare erano sempre tremendi, e raramente si concludevano con una pace.
-vado a organizzare tutto per l'incoronazione- annunciò la neo mano del re.
-vengo con te. Dobbiamo posticipare il matrimonio con Belle Tyrell.
-con che scusa?
-siamo troppo occupati con la guerra per pensarci. Non riveliamo ancora che sappiamo dei Bonnefoy, possiamo usarlo a nostro vantaggio.
-a volte hai persino delle idee intelligenti.
I due si allontanarono parlottando.

-re Arthur?!
-già, ero stupito anch'io.
-no, non hai capito. Non è possibile- Francis stava facendo avanti e indietro da quando il corvo con la notizia della futura incoronazione era giunto a destinazione -lui non vuole fare il re! Odia quelle cose!
-le odierà anche, ma pare che non si faccia tanti problemi a prendere il posto di papino- Gilbert continuò a leggere la lettera -la mano del re è un certo Alistor.
-Allistor?!
-quello che hai detto tu.
-ma come cazzo... si odiano a morte!
-come dice il detto? Tieniti stretti gli amici e i nemici ancora di più.
-allora dovrei essere con lui- brontolò Francis -non a stravaffanculo.
-perché si odiano tanto?- chiese Ludwig -potrebbe tornarci utile per separarli.
Francis arrossì leggermente, tormentandosi l'orlo della camicia -no... una vecchia storia.
-che vecchia storia?
-rivalità tra fratelli. Arthur è sempre stato il preferito e Allistor era geloso. E... uhm... una vecchia gelosia.
-che vecchia gelosia?
Francis arrossì sempre di più. A Eliza venne un sospetto.
-non dirmi che tra te e Allistor c'è stato qualcosa.
La faccia del giovane confermò tutto. Eliza sgranò gli occhi e si sporse verso di lui, con gli occhi luminosi -racconta tutto. Sembra di stare in un romanzo rosa.
-non è che ci sia stato proprio qualcosa...- si grattò la nuca, a disagio -solo un flirt. Niente di che in realtà, ma Arthur se l'è presa.
-perché tra voi c'era qualcosa?- domandò ancora Eliza.
-dobbiamo preoccuparci?- aggiunse Ludwig, zittito da un'occhiataccia della ragazza.
Francis chinò lo sguardo ripensando al loro litigio -no... non più.
-come non più?!
-ma porca troia Fran, non puoi farmi perdere soldi così!
-era solo sesso- mentì -poi Allistor ci ha provato con me, Arthur si è arrabbiato ed è finita lì.
-potremmo usare questa cosa per ingannarlo?
-non credo. Non è proprio... finita bene. Non mi va di parlarne.
Gilbert sbuffò -finirò in bancarotta così.
Eliza gli mandò un bacio -prego.
-quindi? Qual è il piano?- intervenne Antonio -gli andiamo contro?
-direi proprio di sì. Un re inesperto è più facile da battere- commentò Ludwig.
-anche noi siamo inesperti- replicò Francis a mezza voce, lugubre.
-perché Lovino non c'è?
-non stava molto bene.
-dovrebbe partecipare alle riunioni. È per lui che siamo qui, in fondo.
Antonio si fece più freddo -ho detto che non stava bene. Ne faccio io le veci- bevve un sorso di vino -e non siete qui per Lovino, comunque.
-direi di andare ancora più a sud- rifletté Ludwig -le truppe hanno il morale alto, sarà facile battere Kirkland.
-non saprei- mormorò Francis -è lui lo stratega di famiglia. È un genio militare.
-non mi pare che abbiamo avuto problemi l'altra volta.
-perché l'altra volta non c'era, ma l'idea delle tende è stata sua di sicuro. È la tipica cosa che penserebbe Arthur- si rigirò una ciocca di capelli tra le dita, con aria malinconica -adora le navi... gli sono sempre piaciute le storie di pirati.
Gli altri si scambiarono un'occhiata imbarazzata. Alla fine fu Ludwig a parlare -bene, è chiaro che sei ancora innamorato di lui.
Francis sgranò gli occhi -ehm...
-non serve negarlo- lo interruppe -si vede. Solo... questa cosa non deve essere di intralcio alla guerra, o ci saranno serie conseguenze.
Francia si morse l'interno della guancia -certo.
-molto bene. Procediamo...

-hola, mi amor- Antonio si infilò sotto le coperte senza neanche svestirsi e si strinse alla schiena di suo marito, stanco -scusa se sono tornato tardi.
Lovino mormorò qualcosa, girandosi verso di lui lentamente e stampandogli un bacio -com'è andata?
Antonio sorrise vedendo la sua espressione assonnata e gli strinse la mano, portandosela alla bocca e stampando un bacio sull'anello -come mi aspettavo che andasse. Andremo verso sud, è cambiato il re.
-mh- sbadigliò e si strinse a lui -chi è ora?
-un certo Arthur. Ha avuto una relazione con Francis da quel che ho capito- sentì chiaramente Lovino irrigidirsi tra le sue braccia. Si mise ad accarezzargli la schiena per farlo rilassare -lo conosci?
-l'ho... l'ho visto nel tempio a Qarth- mormorò. Una parte della verità.
-oh- sospirò -non lasciarti condizionare troppo da quello che hai visto, amore. Volevano solo spaventarti.
-non lo so...- sollevò la testa e posò la fronte contro quella del più grande, stringendogli il viso tra le mani e guardandolo dritto negli occhi -promettimi che non lo sfiderai via mare.
-cosa?
-promettimi che non lo sfiderai via mare- ripeté.
Antonio si lasciò sfuggire una risata -mi amor, se mi sfida lui non posso rifiutarmi di...
-però giurami che tu non lo sfiderai per primo. Per favore.
-se questo ti farà stare più tranquillo... certo, te lo giuro- e gli stampò un bacio, tanto per suggellare il patto -ora però riposati, querido.
Lovino mugugnò qualcosa, stringendosi a lui e chiudendo gli occhi. Dopo qualche minuto il suo respiro si regolarizzò e Antonio trattenne un sorriso, Lovino mentre dormiva sembrava un angioletto.

-allora?
-allora cosa?- Francis aveva gli occhi arrossati, stava chiaramente piangendo prima dell'arrivo dell'altro ragazzo.
-che è successo con Arthur?
-non vedo come ti interessi. Tornatene pure al tuo matrimonio perfetto- replicò il biondo, acido.
-hai la faccia di uno che ne vuole parlare- Lovino si sedette accanto a lui, lasciando il debito spazio per evitare di essere mal menato -e sono l'unico che sa che la storia tra te e Arthur è ancora lì, no? Volevo solo essere gentile.
-tu? Gentile?
-va bene, non sono esattamente un maestro di finezza e non sono stato particolarmente accogliente nei vostri confronti, ma...- alzò le spalle -non sono una persona così di merda, e provando a mettermi nei tuoi panni ho capito che i tuoi panni fanno schifo e che forse ti avrebbe fatto bene parlarne.
-stai insultando i miei vestiti?
-sto dicendo che capisco che ti trovi nella merda.
Francis si lasciò sfuggire una risata. Una lacrima gli scappò, suicidandosi verso i suoi pantaloni -questo è poco ma sicuro.
-quindi? Che è successo?
-se Antonio vuole sapere digli di venire direttamente a chiedere a me.
-Antonio non ne sa niente. Gli unici che sanno che sono qui sono i miei lupi, e loro non sono molto loquaci.
Francis sbuffò una risata -cosa vuoi che ti dica?
-non lo so. Quello che vuoi dire su Arthur.
-quello che voglio dire su Arthur- ringhiò -è che è un bastardo idiota opportunista che non si è fatto problemi a buttare nel culo del suo stupido cavallo quattro anni di relazione.
Lovino fischiò -povero cavallo. Potresti essere un pochino più specifico?
Francis sbuffò -ci siamo visti... la sera prima della battaglia. Grazie della nota, a proposito. Non volevo che fosse in pericolo, così ho preso un cavallo, ho detto alle truppe di avvicinarsi e sono corso a cercarlo. Lui... lui pensava che mi aveste preso prigioniero, così stava venendo a cercarmi, e ci siamo trovati a metà strada. Ci siamo rifugiati nel bosco lì vicino e... e abbiamo fatto l'amore.
-be', buono.
-già. Peccato che il giorno dopo abbiamo litigato e mi abbia dato della volgare troia.
-oh. Perché?
-pensava che mi aveste mandato a distrarlo- mormorò, sul punto di piangere -mi ha creduto una spia e... e mi ha puntato la spada contro, capisci?! Ha detto che non mi amava più, che non dovevo più avvicinarmi a lui e... e se n'è andato come se niente fosse!
-e pensi che fosse serio?
-non lo so! Ma mi ha spezzato il cuore, capisci? Ha preso quattro anni, quattro dannatissimi anni, in cui gli ho dato anima e corpo, e ha mandato tutto a fanculo in pochi minuti! E ora scopro che è diventato re, quando mi diceva sempre di non volerlo essere, e che ha scelto come mano destra il fratello che ha sempre odiato, che odiava perché ci aveva provato con me! È un bastardo!
-uhm. Forse è ferito a sua volta e ha detto quelle cose per farti stare male? Insomma, senza offesa ma deve amarti per forza, altrimenti come cazzo avrebbe potuto sopportarti per quattro anni?
Francis lo guardò stranito -certo che mi ama.
-ma sei hai detto...
-solo che è così orgoglioso e così coglione che vorrei sbatterlo al muro! E poi come ha osato puntarmi addosso la spada?!
-sono... sono alquanto confuso. Tu parla, farò finta di ascoltarti.
-e ovviamente s'è messo a fare lo stronzo dopo che avevamo fatto sesso. Ovvio!
-perché ho queste idee di merda?

-cosa stai disegnando?
Feliciano abbozzò un sorriso e si portò la matita alle labbra, mordicchiando leggermente l'estremità con un sorrisino -te.
-mh?- Ludwig si girò sul fianco per guardarlo meglio, ancora assonnato -me?
Feliciano annuì -sì.
Ludwig si mise seduto -posso vederlo?
Il ragazzo scosse la testa -no.
-perché?
-non è finito- chiuse il suo quadernetto -e se anche lo fosse non te lo farei vedere.
-dai- si alzò in piedi e gli andò incontro. Feliciano trattenne un sorrisino, Ludwig senza vestiti era uno spettacolo di muscoli che non vedeva l'ora di toccare -perché mi stavi disegnando?
Il castano alzò le spalle -eri bello e mi andava- nascose il taccuino dietro la schiena -quindi torna a dormire e fammi finire.
-non ho più sonno- replicò, con un sorrisetto divertito. Lo raggiunse e gli posò le mani sui fianchi nudi -fammi vedere- gli sussurrò, con una voce così roca che Feliciano ebbe l'istinto di spogliarsi, anche se era già nudo, e dirgli "guardami! Guardami quanto vuoi!"
-no- replicò, sottovoce.
-l'hai voluto tu- e lo sollevò, mettendoselo in spalla come un sacco di patate. Feliciano emise un urletto, aggrappandosi a lui.
-mettimi giù!
-dammi quel taccuino.
-no!- rise e si sistemò meglio sulla sua spalla, stringendo forte il taccuino tra le mani -mai!
Ludwig si mise ad andare in giro per la tenda, sballottandolo in giro -cederai.
-no!- si aggrappò al suo collo con le braccia, tenendo il taccuino il più lontano possibile -lasciami!
-fammi vedere il disegno.
-no!
-e allora non ti lascio- lo sollevò dalla sua spalla e lo prese in braccio a mo' di sposa, facendolo arrossire come una vergine la prima notte di nozze. Ludwig lo baciò, con forza, buttandolo sul letto e salendogli sopra, sovrastandolo completamente. Feliciano gli gettò le braccia al collo, trascinandolo in un altro bacio, e Ludwig fu pronto ad approfittare del suo attimo di debolezza per strappargli il taccuino dalle mani e alzarsi per esaminarlo meglio alla luce delle candele, lasciandolo lì, insoddisfatto e senza fiato.
-cosa...
-sei eccezionale- mormorò, studiando i disegni -il tratto, le linee...
-ridammi quel coso- brontolò -e vieni qui.
Ludwig non lo ascoltò e si soffermò su alcuni disegni che lo rappresentavano. In uno stava leggendo, Feliciano si era concentrato sul suo viso e sui suoi occhi in particolare, concentrati sul libro. In un altro disegno aveva invece rappresentato tutto il corpo, studiando le proporzioni e i muscoli. In un altro ancora si era dedicato alle sue mani, impegnate ad accarezzare qualcosa che non aveva rappresentato in modo gentile. Nell'ultimo, infine, aveva disegnato il suo volto addormentato, ma quella era appena una bozza.
-è così che mi vedi?- in quei disegni era forte, gentile. Le sue mani erano delicate, il suo corpo forte, i suoi occhi appassionati, la sua espressione serena mentre dormiva. Andava oltre l'apparenza inflessibile e rigida che tutti vedevano, andava ben più in profondità catturando le espressioni e i movimenti che faceva nei rari momenti di serenità che gli venivano concessi.
Feliciano arrossì -sono solo disegni.
-no, sono... sono stupendi, davvero.
Il castano sorrise -grazie Luddi!- si fece più malizioso e allargò le braccia in un chiaro invito -sai cos'altro è stupendo? Se vieni qui te lo faccio vedere.
-ce l'ho davanti una cosa stupenda- replicò, squadrandolo. Chiuse il taccuino e lo sistemò sulla scrivania affianco al letto, poi gli si sdraiò affianco, baciandolo dolcemente e lasciando vagare le mani lungo il suo corpo -ma se vuoi mostrarmi qualcosa in più...

 

   
 
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