Ricordati di me
*
Capitolo 19
*
Caro diario,
questo
potrebbe essere l’ultima testimonianza della mia esistenza.
Lo so, lo
so, sono molto drastica, ma ho paura che mi succeda qualcosa di brutto.
Lo stregone
ieri mi ha detto che non sarà un viaggio facile e che molte persone si sono
risvegliate in condizioni peggiori rispetto a com’erano arrivate da lui.
Ma…si c’è un
ma…c’è speranza data la mia giovane età e anche del fatto che ogni tanto
ricordi qualcosa.
Frammenti
più che altro, immagini per me senza alcun senso logico, frasi sconnesse e
apparentemente fuori contesto.
Spero che
questo viaggio valga la pena di essere affrontato, anche se fino ad ora ha dato
i suoi frutti.
Ieri sera ho
finalmente chiarito la mia situazione con Adrien e…ci siamo messi insieme, ci
amiamo, questo è innegabile e siamo fatti l’uno per l’altra.
A volte
capita nella vita di perdersi, come nel mio caso, ma l’amore che ci unisce
troverà sempre un modo per farci avvicinare.
Lo amo
immensamente…e non posso credere di non essere mai stata in grado di
confessargli quello che provo per lui, anche se qualcosa dentro di me, non so
bene cosa, mi impedisce di lasciarmi andare del tutto.
Non sto
parlando di ieri sera…cavolo…se non si fosse fermato…ma è stato meglio così, ti
immagini cosa sarebbe successo se poi per qualche strano motivo questo ricordo
mi fosse stato rimosso?
Sarebbe
stato un disastro…
Però devo
confessarti che ho avuto un po' di paura, e forse ce l’avrò quando compiremo il
grande passo, si dice che per una ragazza la prima volta sia molto dolorosa e
per niente piacevole, ma allora perché ogni tocco, ogni carezza, ogni bacio di
Adrien mi mandava in estasi?
Te l’ho già
detto che lo amo?
*
Mi ha
parlato anche di suo padre e del reale motivo per cui è stato rinchiuso nel monastero.
Era lui il
famigerato Papillon, il super cattivo che ha terrorizzato nei mesi addietro la
città di Parigi, divorato dal senso di colpa per aver perso l’amore della sua
vita.
Aveva usato
talmente tante volte il miraculous della farfalla che
alla fine questi gli aveva divorato l’anima facendogli perdere il senso logico
delle cose, facendogli quasi perdere Adrien.
Non è stato
facile per lui perdonarlo, e credo che in cuor suo ci sarà sempre qualcosa che
prima o poi gli rinfaccerà durante una litigata.
Sai…non
biasimo il signor Agreste per quello che ha fatto e non lo condanno del tutto.
Forse
anch’io se avessi perso la persona che amo avrei fatto di tutto per riportarlo
da me e se con i miraculous di Lady Bug e Chat Noir
c’era la speranza di riaverla nella mia vita gli avrei dato la caccia.
Non lo
condanno del tutto, ma come dice Adrien, avrebbe almeno potuto parlargliene.
Sicuramente
insieme lo avremo fatto ragionare e trovato un modo per farlo andare avanti e
lasciarsi alle spalle il dolore per la perdita della moglie.
Usare i due miraculous fusi insieme sarebbe stato un pericoloso, non è
un bene distogliere la realtà e modellarla a proprio piacimento, soprattutto se
non si conoscono le reali conseguenze.
Tempo fa
scrissi che il Maestro Fu era stato molto chiaro su questo punto, e che
l’universo ha sempre bisogno di equilibrio.
Quindi,
ammettendo che Gabriel fosse riuscito nel suo intento di riportare in vita
Emilie, questo significava che qualcun altro doveva spirare…e se fosse toccato
ad Adrien??
No, non ci
voglio pensare…e credo che il signor Agreste non abbia preso in considerazione
questa eventualità.
*
Hanno appena
bussato alla mia porta.
E’ Adrien che è venuto a chiamarmi per
la colazione.
Devo
andare…dimmi in bocca al lupo.
*
Marinette aprì la porta, e come sospettato
era Adrien con in mano una rosa rossa.
“Buongiorno,
milady. Dormito bene?” Gliela porse da vero gentiluomo.
La corvina
sorrise “Buongiorno a te, chaton. Diciamo che
avrei dormito meglio se ti avessi avuto al mio fianco.”
Adrien
gonfiò il petto “Mmm…sai bene che non avresti chiuso
occhio perché saresti stata tutta la notte ad osservare incantata il mio
fisico.”
Colpita e
affondata, ma questo Marinette non lo avrebbe mai
ammesso davanti a lui, e di sicuro non gli avrebbe dato questa soddisfazione.
Marinette si avvicinò pericolosamente al suo
volto “Ma se quello che non mi staccava le mani di dosso eri tu.”
“La colpa
era solo tua, sei così…così…” Adrien non riusciva a trovare un aggettivo
adatto, gli sembrava che ogni parola non andasse bene e che non esprimesse
appieno la bellezza della sua ragazza.
La sua
ragazza.
“Vuoi forse
continuare da dove abbiamo lasciato?” Gli stampò un bacio sensuale a fior di
labbra.
Un bacio
all’apparenza insignificante, ma che gli mandò subito lo stomaco in subbuglio
facendogli scoppiare le farfalle che fino a quel momento se n’erano state zitte
e buone.
“Tu scherzi
con il fuoco, ragazza…” Le sussurrò dolce e sensuale ad un orecchio facendo
diventare di gelatina le ginocchia di Marinette.
Marinette si staccò da lui con velocità
rovinando quel momento magico che si era creato.
“Hai
ragione…dobbiamo concentrarci su altro oggi.” Iniziò a percorrere quel
corridoio ondeggiando sui fianchi, poi si voltò di scatto “…ma finita questa
storia ti prometto che non mi sfuggirai.”
Adrien la
guardò con la bocca spalancata dallo stupore “Quanto amo questa ragazza!”
Sospirò al soffitto.
*
Adrien e Marinette dopo la colazione si diressero verso l’ala
indicata da Su Han il giorno prima, mano nella mano.
Entrambi
tremavano, solo che Adrien lo nascondeva meglio della compagna, tutto merito
delle doti di attrice ereditate dalla madre prematuramente scomparsa.
Arrivarono
davanti ad una porta alta, marrone di legno intarsiata di illustrazioni di
vario genere.
Tirarono i
pomi d’ottone verso di loro quando ebbero l’autorizzazione a passare da parte
dello stregone al suo interno.
“Benvenuti”
Li accolse con un’espressione seria e austera mentre con circospezione si
avvicinava a loro.
Entrambi i
ragazzi si guardarono intorno.
La stanza
non era grandissima, ma era ben illuminata da quattro porte finestre
drappeggiate di rosso.
Attaccate
alle pareti bianche c’erano dei dipinti molto antichi che raffiguravano
esorcismi e guerre.
In uno
Adrien riconobbe Plagg e Tikki
ed in mano avevano una sfera bianca e nera, simbolo dello yin e lo yang, dietro
di loro una fortissima luce, quasi bianca.
Tutto
attorno correvano dei divanetti di velluto rosso, sembravano nuovi.
In centro
della stanza c’era un calderone nero acceso che ribolliva e intorno erano stati
posizionati dei puff scarlatti e uno della grandezza
di Marinette.
Nell’aria
aleggiava odore di patchouli, incenso e qualcos’altro di indefinito.
“Sei pronta,
Marinette?” Le domandò il Grande Guardiano Su-Han
facendole segno di accomodarsi al suo posto.
Lei non
rispose, ma volse uno sguardo spaventato verso Adrien che la guardò a sua volta
volgendole un bellissimo sorriso.
A dire la
verità tutti i suoi sorrisi, tutte le sue espressioni, erano bellissime.
Marinette esitò qualche istante, ma fu quando
Adrien le disse che non l’avrebbe lasciata da sola nemmeno un secondo che prese
coraggio e si sdraiò su quel talamo.
Il biondo si
accomodò accanto a lei.
Lo stregone
infine le porse una tazza di legno con dentro un liquido dalle sembianze di
thè.
“Bevi, per
favore”
Marinette lo portò alle labbra e storse il
naso quando il vapore e conseguente odoraccio le entrò nelle narici, ma obbedì
buttando giù tutto d’un sorso.
La ragazza
svenne poco dopo sorretta da Su-Han che si preoccupò di adagiarla più
comodamente.
Adrien si
era alzato di scatto per aiutarla a sua volta.
Non sapeva
bene cosa aspettarsi, o cosa con precisione le avrebbero fatto, sapeva solo che
aveva promesso a Marinette che sarebbe stata al suo
fianco.
Per questo
quando lo Stregone aiutato da Su-Han gli aveva comunicato che doveva
assolutamente uscire da quella stanza, il biondo iniziò a sbraitare che non
aveva intenzione di andarsene, che lo aveva promesso.
“Ci
dispiace, ma la tua presenza non è necessaria” Gli comunicarono.
“Perché?”
Aveva bisogno di una spiegazione immediata e plausibile.
Non gliela
diedero, solo quando intervenne Plagg sbucato da
chissà quale angolo Adrien ubbidì senza obiettare nulla.
Aveva notato
in lui uno sguardo strano, come se volesse dirgli qualcosa.
*
Quando
Adrien chiuse la porta, questa svanì nel nulla senza lasciare alcuna traccia.
Il biondo
toccò la parete convulsivamente in cerca di un marchingegno per aprire un
varco.
“E’ tutto
inutile moccioso!”
“Vuoi stare
zitto e darmi una mano…hanno imprigionato Marinette!”
“Se mi
ascoltassi una volta tanto” Plagg gli porse una
collana con un oggetto a forma di corno nero.
“Che cos’è? Marinette me ne ha dato uno simile, mi ha detto che è un
regalo che Tikki le aveva fatto durante il loro
incontro” Mise mano dentro una tasca frugandola per bene e tirando fuori un
oggetto uguale identico ma di colore rosso.
“Un kawatama!”
“Kawa…che?”
Plagg sbuffò rassegnato.
“Kawatama.” Precisò “…è un oggetto potentissimo che ti
permette di aprire varchi in altre dimensioni”
“Lo può fare
anche Bunnix questo”
A Plagg servì una grande forza di volontà per non
schiaffeggiare Adrien con un cataclisma.
“Bunnix può andare avanti e indietro nel tempo.”
“Pegasus allora” Fece spallucce.
“Pegasus apre portali, non dimensioni. NON DIMENSIONI! La
sai la differenza tra le due cose?” Scimmiottò il piccolo dio della
distruzione.
“Adesso che
hai urlato si!” Adrien dovette tapparsi le orecchie per non ascoltarlo, anche
se qualcosa gli diceva che doveva farlo “…quindi mi stai dicendo che unendo i
due kawatama posso varcare questo muro.”
A Plagg stava per partire un embolo, sapeva che il suo ex
portatore non brillava particolarmente di acume e che la verità o la
spiegazione gliela devi mettere sotto il naso.
“Che cos’hai
promesso a Marinette?”
“Che l’avrei
mai lasciata da sola durante questo suo viaggio”
Adrien
sbarrò gli occhi mentre ripeteva quella frase “…quindi significa che…”
“Esatto,
gattino…ottima intuizione”
“Sapevo che
non l’avrei potuto abbandonare”
“Che stai
aspettando allora?”
*
continua