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Autore: LadyHeather83    08/07/2021    1 recensioni
Marinette, a causa di un errore, ha dovuto rinunciare ad essere la guardiana dell Miracle Box.
E la notizia, della perdita di memoria della ragazza, rimbalzerà tra i corridoi della scuola, arrivando alle orecchie di Adrien.
Un dubbio assale la mente del ragazzo, che sia proprio lei la sua lady?
ATTENZIONE!!! Contiene spoiler sulla quarta stagione
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ricordati di me

*

Capitolo 19

*

Caro diario,

questo potrebbe essere l’ultima testimonianza della mia esistenza.

Lo so, lo so, sono molto drastica, ma ho paura che mi succeda qualcosa di brutto.

Lo stregone ieri mi ha detto che non sarà un viaggio facile e che molte persone si sono risvegliate in condizioni peggiori rispetto a com’erano arrivate da lui.

Ma…si c’è un ma…c’è speranza data la mia giovane età e anche del fatto che ogni tanto ricordi qualcosa.

Frammenti più che altro, immagini per me senza alcun senso logico, frasi sconnesse e apparentemente fuori contesto.

Spero che questo viaggio valga la pena di essere affrontato, anche se fino ad ora ha dato i suoi frutti.

Ieri sera ho finalmente chiarito la mia situazione con Adrien e…ci siamo messi insieme, ci amiamo, questo è innegabile e siamo fatti l’uno per l’altra.

A volte capita nella vita di perdersi, come nel mio caso, ma l’amore che ci unisce troverà sempre un modo per farci avvicinare.

Lo amo immensamente…e non posso credere di non essere mai stata in grado di confessargli quello che provo per lui, anche se qualcosa dentro di me, non so bene cosa, mi impedisce di lasciarmi andare del tutto.

Non sto parlando di ieri sera…cavolo…se non si fosse fermato…ma è stato meglio così, ti immagini cosa sarebbe successo se poi per qualche strano motivo questo ricordo mi fosse stato rimosso?

Sarebbe stato un disastro…

Però devo confessarti che ho avuto un po' di paura, e forse ce l’avrò quando compiremo il grande passo, si dice che per una ragazza la prima volta sia molto dolorosa e per niente piacevole, ma allora perché ogni tocco, ogni carezza, ogni bacio di Adrien mi mandava in estasi?

Te l’ho già detto che lo amo?

*

Mi ha parlato anche di suo padre e del reale motivo per cui è stato rinchiuso nel monastero.

Era lui il famigerato Papillon, il super cattivo che ha terrorizzato nei mesi addietro la città di Parigi, divorato dal senso di colpa per aver perso l’amore della sua vita.

Aveva usato talmente tante volte il miraculous della farfalla che alla fine questi gli aveva divorato l’anima facendogli perdere il senso logico delle cose, facendogli quasi perdere Adrien.

Non è stato facile per lui perdonarlo, e credo che in cuor suo ci sarà sempre qualcosa che prima o poi gli rinfaccerà durante una litigata.

Sai…non biasimo il signor Agreste per quello che ha fatto e non lo condanno del tutto.

Forse anch’io se avessi perso la persona che amo avrei fatto di tutto per riportarlo da me e se con i miraculous di Lady Bug e Chat Noir c’era la speranza di riaverla nella mia vita gli avrei dato la caccia.

Non lo condanno del tutto, ma come dice Adrien, avrebbe almeno potuto parlargliene.

Sicuramente insieme lo avremo fatto ragionare e trovato un modo per farlo andare avanti e lasciarsi alle spalle il dolore per la perdita della moglie.

Usare i due miraculous fusi insieme sarebbe stato un pericoloso, non è un bene distogliere la realtà e modellarla a proprio piacimento, soprattutto se non si conoscono le reali conseguenze.

Tempo fa scrissi che il Maestro Fu era stato molto chiaro su questo punto, e che l’universo ha sempre bisogno di equilibrio.

Quindi, ammettendo che Gabriel fosse riuscito nel suo intento di riportare in vita Emilie, questo significava che qualcun altro doveva spirare…e se fosse toccato ad Adrien??

No, non ci voglio pensare…e credo che il signor Agreste non abbia preso in considerazione questa eventualità.

*

Hanno appena bussato alla mia porta.

E’ Adrien che è venuto a chiamarmi per la colazione.

Devo andare…dimmi in bocca al lupo.

*

Marinette aprì la porta, e come sospettato era Adrien con in mano una rosa rossa.

“Buongiorno, milady. Dormito bene?” Gliela porse da vero gentiluomo.

La corvina sorrise “Buongiorno a te, chaton. Diciamo che avrei dormito meglio se ti avessi avuto al mio fianco.”

Adrien gonfiò il petto “Mmm…sai bene che non avresti chiuso occhio perché saresti stata tutta la notte ad osservare incantata il mio fisico.”

Colpita e affondata, ma questo Marinette non lo avrebbe mai ammesso davanti a lui, e di sicuro non gli avrebbe dato questa soddisfazione.

Marinette si avvicinò pericolosamente al suo volto “Ma se quello che non mi staccava le mani di dosso eri tu.”

“La colpa era solo tua, sei così…così…” Adrien non riusciva a trovare un aggettivo adatto, gli sembrava che ogni parola non andasse bene e che non esprimesse appieno la bellezza della sua ragazza.

La sua ragazza.

“Vuoi forse continuare da dove abbiamo lasciato?” Gli stampò un bacio sensuale a fior di labbra.

Un bacio all’apparenza insignificante, ma che gli mandò subito lo stomaco in subbuglio facendogli scoppiare le farfalle che fino a quel momento se n’erano state zitte e buone.

“Tu scherzi con il fuoco, ragazza…” Le sussurrò dolce e sensuale ad un orecchio facendo diventare di gelatina le ginocchia di Marinette.

Marinette si staccò da lui con velocità rovinando quel momento magico che si era creato.

“Hai ragione…dobbiamo concentrarci su altro oggi.” Iniziò a percorrere quel corridoio ondeggiando sui fianchi, poi si voltò di scatto “…ma finita questa storia ti prometto che non mi sfuggirai.”

Adrien la guardò con la bocca spalancata dallo stupore “Quanto amo questa ragazza!” Sospirò al soffitto.

*

Adrien e Marinette dopo la colazione si diressero verso l’ala indicata da Su Han il giorno prima, mano nella mano.

Entrambi tremavano, solo che Adrien lo nascondeva meglio della compagna, tutto merito delle doti di attrice ereditate dalla madre prematuramente scomparsa.

Arrivarono davanti ad una porta alta, marrone di legno intarsiata di illustrazioni di vario genere.

Tirarono i pomi d’ottone verso di loro quando ebbero l’autorizzazione a passare da parte dello stregone al suo interno.

“Benvenuti” Li accolse con un’espressione seria e austera mentre con circospezione si avvicinava a loro.

Entrambi i ragazzi si guardarono intorno.

La stanza non era grandissima, ma era ben illuminata da quattro porte finestre drappeggiate di rosso.

Attaccate alle pareti bianche c’erano dei dipinti molto antichi che raffiguravano esorcismi e guerre.

In uno Adrien riconobbe Plagg e Tikki ed in mano avevano una sfera bianca e nera, simbolo dello yin e lo yang, dietro di loro una fortissima luce, quasi bianca.

Tutto attorno correvano dei divanetti di velluto rosso, sembravano nuovi.

In centro della stanza c’era un calderone nero acceso che ribolliva e intorno erano stati posizionati dei puff scarlatti e uno della grandezza di Marinette.

Nell’aria aleggiava odore di patchouli, incenso e qualcos’altro di indefinito.

“Sei pronta, Marinette?” Le domandò il Grande Guardiano Su-Han facendole segno di accomodarsi al suo posto.

Lei non rispose, ma volse uno sguardo spaventato verso Adrien che la guardò a sua volta volgendole un bellissimo sorriso.

A dire la verità tutti i suoi sorrisi, tutte le sue espressioni, erano bellissime.

Marinette esitò qualche istante, ma fu quando Adrien le disse che non l’avrebbe lasciata da sola nemmeno un secondo che prese coraggio e si sdraiò su quel talamo.

Il biondo si accomodò accanto a lei.

Lo stregone infine le porse una tazza di legno con dentro un liquido dalle sembianze di thè.

“Bevi, per favore”

Marinette lo portò alle labbra e storse il naso quando il vapore e conseguente odoraccio le entrò nelle narici, ma obbedì buttando giù tutto d’un sorso.

La ragazza svenne poco dopo sorretta da Su-Han che si preoccupò di adagiarla più comodamente.

Adrien si era alzato di scatto per aiutarla a sua volta.

Non sapeva bene cosa aspettarsi, o cosa con precisione le avrebbero fatto, sapeva solo che aveva promesso a Marinette che sarebbe stata al suo fianco.

Per questo quando lo Stregone aiutato da Su-Han gli aveva comunicato che doveva assolutamente uscire da quella stanza, il biondo iniziò a sbraitare che non aveva intenzione di andarsene, che lo aveva promesso.

“Ci dispiace, ma la tua presenza non è necessaria” Gli comunicarono.

“Perché?” Aveva bisogno di una spiegazione immediata e plausibile.

Non gliela diedero, solo quando intervenne Plagg sbucato da chissà quale angolo Adrien ubbidì senza obiettare nulla.

Aveva notato in lui uno sguardo strano, come se volesse dirgli qualcosa.

*

Quando Adrien chiuse la porta, questa svanì nel nulla senza lasciare alcuna traccia.

Il biondo toccò la parete convulsivamente in cerca di un marchingegno per aprire un varco.

“E’ tutto inutile moccioso!”

“Vuoi stare zitto e darmi una mano…hanno imprigionato Marinette!”

“Se mi ascoltassi una volta tanto” Plagg gli porse una collana con un oggetto a forma di corno nero.

“Che cos’è? Marinette me ne ha dato uno simile, mi ha detto che è un regalo che Tikki le aveva fatto durante il loro incontro” Mise mano dentro una tasca frugandola per bene e tirando fuori un oggetto uguale identico ma di colore rosso.

“Un kawatama!”

Kawa…che?”

Plagg sbuffò rassegnato.

Kawatama.” Precisò “…è un oggetto potentissimo che ti permette di aprire varchi in altre dimensioni”

“Lo può fare anche Bunnix questo”

A Plagg servì una grande forza di volontà per non schiaffeggiare Adrien con un cataclisma.

Bunnix può andare avanti e indietro nel tempo.”

Pegasus allora” Fece spallucce.

Pegasus apre portali, non dimensioni. NON DIMENSIONI! La sai la differenza tra le due cose?” Scimmiottò il piccolo dio della distruzione.

“Adesso che hai urlato si!” Adrien dovette tapparsi le orecchie per non ascoltarlo, anche se qualcosa gli diceva che doveva farlo “…quindi mi stai dicendo che unendo i due kawatama posso varcare questo muro.”

A Plagg stava per partire un embolo, sapeva che il suo ex portatore non brillava particolarmente di acume e che la verità o la spiegazione gliela devi mettere sotto il naso.

“Che cos’hai promesso a Marinette?”

“Che l’avrei mai lasciata da sola durante questo suo viaggio”

Adrien sbarrò gli occhi mentre ripeteva quella frase “…quindi significa che…”

“Esatto, gattino…ottima intuizione”

“Sapevo che non l’avrei potuto abbandonare”

“Che stai aspettando allora?”

*

continua

 

  
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