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Autore: Deb    10/07/2021    0 recensioni
Raccolta di flashfic dedicate a Peeta depistato.
Dal testo:
Sento un pizzico sul collo, non riesco ad aprire gli occhi e, l'ultima cosa che ricordo, è Katniss urlare il mio nome. [...]
Poi non sento assolutamente più nulla, soltanto il vuoto.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Just a piece in their games
Losing

Dal giorno dell'intervista, le cose sono cambiate. Non nascondono più quello che mi fanno.
So che perderò tutto ciò che sono. Katniss mi tiene ancora a galla, anche se ormai diventa sempre più difficile concentrarsi su di lei, su ciò che abbiamo vissuto insieme. Quello che credo sia reale, forse non lo è. Non sono più sicuro di nulla.
Mi fanno tornare alla mente un ricordo, poi mi iniettano nel collo una sostanza ed io comincio a vedere tutto in modo confuso.
Cercano di manipolare i miei ricordi? Forse, ma va bene così, perché se lo fanno è per una buona ragione.
Katniss ha sempre cercato di ucciderti. Non è mai stata tua mia amica, ha sempre finto. È un'attrice, una manipolatrice.
Ogni tanto, cerco di divincolarmi, non collaboro, allora mi torturano. Un giorno mi hanno appeso per i polsi ad una catena e mi hanno lasciato lì per parecchie ore, altre volte mi picchiano, senza mai colpirmi il volto.
Ho capito che dovrò tornare in superficie, ma poi mi trovo sottoterra oppure è solo una mia sensazione?
«Deve collaborare, signorino Mellark».
È la prima volta che il Presidente Snow mi viene a fare visita. Lo guardo negli occhi, senza paura, non abbasso lo sguardo e credo che questo lo diverti, ma non posso esserne sicuro al cento per cento. Perché mi sta facendo questo? Glielo vorrei chiedere, ma so già la risposta, quindi sarebbe una domanda inutile.
Deve capire che non riuscirà a colpire Katniss come vuole. Lei non mi ama, non sono nessuno per lei, se l'attaccassi per ucciderla, si difenderebbe e ucciderebbe me. Mi ha solo usato, quindi tanto vale che mi uccida ora. Sarebbe meglio.
Sputo a terra e non gli rispondo, aspetto che sia lui a parlare, io non ho nulla da dirgli.
«Vorrebbe essere con Katniss? Per proteggerla?»
Socchiudo gli occhi. Perché dovrei essere con lei? Perché l'amo, lo sento in fondo al cuore. È la mia ragazza? Impossibile, ho aperto finalmente gli occhi, non sento assolutamente nulla per quell'ibrido.
Katniss non è umana. Non lo è più. Capitol City l'ha trasformata. Non l'ami.
«Allora?» Mi incita.
«Che ti importa?»
«Oh, era mera curiosità», afferma, facendo qualche passo nella mia direzione.
Se non fossi così stanco, potrei darmi uno slancio per colpirlo allo stomaco con un calcio, ma non mi muovo nemmeno di un millimetro.
«Vorrei essere con Katniss, sì», rispondo infine, godendo nel vedere di averlo preso in contropiede. Sgrana gli occhi ed io vorrei ridergli in faccia, ma continuo, «vorrei essere con lei per ucciderla». La mia voce esce fredda e tutto ciò che sento successivamente è la risata agghiacciante, ma divertita, del Presidente.
Non parla più, semplicemente, gira i tacchi ed esce dalla cella.
Io rimango ancora appeso, con il torace dolorante a chiedermi se sia la verità quello che ho detto. Vorrei essere con Katniss per ucciderla? Dopo tutto il tempo che ho passato nel volerla proteggere? Perché avrei dovuto farlo? Ah, già. Ne ero follemente innamorato per qualche arcano motivo.
Stupido, stupido Peeta. Ti ha giocato proprio un brutto scherzo quella strega manipolatrice.



   
 
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