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Autore: Freez shad    11/07/2021    1 recensioni
Ogni cosa nella propria realtà ha un suo orologio. Un ciclo d'esistenza perfetto e collaudato da migliardi di anni d'esistenza.
Troppi per un qualcuno che, per arroganza o pura pazzia, ha intenzione di modificare e rinnovare...tutto, partendo da zero.
Ciò porterà a terribili conseguenze e toccherà ai nostri famosi eroi impedire che questo accada, ma le difficoltà saranno molte e non solo esterne.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaze the Cat, Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai era da parecchio che il riccio blu stava correndo. O meglio, fuggiva a perdifiato. 
Il sole aveva già oltrepassato da tempo il suo punto di zenit, entrando di fatto nella propria fase calante dove, a poco a poco, lievi striature dorate miste ad arancio avevano cominciato a tingere i piccoli ammassi di cumulonembi, comparsi con l’arrivo della prima brezza che antecedeva la sera. 
Sebbene al riccio non fosse mai dispiaciuto dilungarsi nella corsa, dovette ammettere che un certo senso di spossatezza stava iniziando a coglierlo; la mancanza di un pasto in quel pomeriggio, e di conseguenza di un apporto di sostanze nutritive che il proprio rapido metabolismo necessitava, stava mettendo a dura prova la sua resistenza. Inoltre, lo scemarsi dell’adrenalina scaturita dall’ira della sua inseguitrice non lo stava certamente aiutando nel mantenersi attivo. 
Specie da quando il roboante rumore delle mazzate che andavano a schiantarsi al suolo, ogni volta che si trovava a tiro del martello della rosa, aveva smesso di minacciarlo. 
In quei frangenti Sonic aveva persino avuto la malaugurata idea di fermarsi e approfittare di qualche pianta da frutto trovata nel suo percorso per rifocillarsi, speranzoso nella resa della riccia, solo per scontrarsi contro un’inevitabile realtà. Amy non aveva affatto preso bene tutte quelle informazioni e sembrava essere particolarmente desiderosa di comunicarglielo con tutta sé stessa.  
Inoltre, a creargli ulteriore fretta, vi era la piacevole scoperta di un notevole incremento della velocità che la rosa, nonostante il peso del martello Piko, aveva sviluppato; sapere della possibilità di un ulteriore corridore con cui confrontarsi lo ringalluzziva, come unica nota positiva in tutto questo, sebbene non gli rappresentasse attualmente una reale sfida. Al momento, almeno.         
Comunque, ora era davvero tempo di fermarsi, anche solo per un singolo istante, per dare al proprio organismo ciò che l’incessante brontolio allo stomaco richiedeva. 
Diede un’ultima occhiata alle sue spalle, cercando di lanciare lo sguardo oltre l’orizzonte delineato dalle fronde d’erba alta, accertandosi di aver finalmente raggiunto una distanza rassicurante da lei o, ancora meglio, di non averla più al suo inseguimento; grazie ad un poderoso slancio, il blu balzò in aria fino a raggiungere la cima di una palma, pianta sempre presente sulle coste di Green Hill, ed afferrare un intero casco di banane. 
Non sarebbero state corroboranti e gustosi quanto un fumante chili-dog, ma abbastanza nutrienti da permettergli di quietare i morsi della fame. Lo divorò ad una rapidità quasi paragonabile a quella raggiunta nella corsa, prima di spiegarsi alla base della stessa pianta e godersi di quel breve momento di relax per riposare e lasciare che la digestione facesse il suo corso. 
Un piccolo pensiero volò in ultimo su Amy e sulla sua improvvisa rinuncia, avvenuta in totale assenza delle solite veementi minacce o rimproveri di sorta urlati alla sua persona che normalmente ne seguivano, che lo lasciò interdetto sul dove si trovasse al momento. 
Il suo ultimo ricordo, infatti, s’interrompeva ai ringhi emessi dal lei al momento in cui si ritrovarono a passare per una certa vallata, non troppo lontana da dove adesso si trovava lui, che lo aveva raggiunto e convinto ad aumentare ulteriormente la velocità. 
 
 
 

A Sonic, però, erano sfuggite diverse cose. Di molte altre, invece, ne era completamente ignaro. 
La rosa, infatti, passando proprio per quello spazio, aveva scorto in lontananza la casa di Vanilla e Cream. 
La promessa che aveva fatta loro, ma principalmente a sé stessa, le ritornò alla mente per la seconda volta, ma in un modo tremendamente più violento rispetto a prima; il pensiero di essere vista da loro in quello stato, dopo i sentimenti messi in campo nell’esprimere il suo forte desiderio di cambiamento, le fecero provare un tremendo senso di vergogna che la costrinse a mettere fine a quella che si stava rivelando una autentica e patetica caccia. 
Molto probabilmente persino insensata in quanto, ricordando in quei brevissimi istanti la maniera in cui si era annunciata al suo arrivo e il momento che aveva deciso di lasciare che la rabbia prendesse il sopravvento su di lei, non aveva dato modo al blu di spiegare la situazione che le si era palesata così chiara ai suoi occhi e il motivo che aveva portato quella panda minore al doversi fermare nella sua casa. 
Ragazza che oltretutto, ripensando all’accento e al suo approccio così particolare nella sua formalità, doveva venire da lontano e alla quale dovette ammettere di non aver mostrato il minimo interesse se non quello puramente egoistico. Sicuramente, peggiore prima impressione di quella era difficile da lasciare. 
Per l’ennesima volta, non poteva meravigliarsi su quali motivi spingessero ogni volta Sonic a non volersi relazionare in modo più intimo con lei; come dargli torto. 
Le braccia le caddero lungo i fianchi mentre il grosso martello, così come era apparso, scomparve lasciando una nuvola di vapore rosato; un profondo sconforto la rivestì come un’ombra, mentre una leggera e amara lacrima le scalfì il volto. Una ferita di frustrazione e delusione. 
<< Amy... >> la chiamò una voce gentile, prendendole con delicatezza la sua mano con le proprie, 
<< Cosa c’è, Cream? >> fece la rosa, sollevando leggermente la testa per sbirciare il volto preoccupato, ma al contempo dolce, della piccola coniglietta, 
<< Mamma ha fatto della buona tisana, vuoi venire un po' con noi? >>. 
La riccia sollevò completamente il capo, aggiustandosi i rosati aculei con la mano, mentre una seconda lacrima le scivolò sulla guancia opposta. Molto più dolce rispetto alla prima. 
<< Molto volentieri! >> rispose, ricambiando la stretta della più piccola amica. 
<< Senti, Cream... >> fece nuovamente Amy, dopo qualche passo, mostrando una scintilla di risolutezza nel suo sguardo << ...pensi che tua madre possa.... >>. 
 
 
 
 
 
 
 
 

La brezza iniziale cominciò lentamente a trasformarsi in quel tiepido vento di tramontana che, spesso e volentieri, percorreva le distese verdi delle valli smuovendone la vegetazione. 
Alcuni fili d’erba, seguendo tale movimento, andarono a solleticare il corpo rilassato di Sonic, risvegliandolo da quel riposino che stava iniziando a durare forse troppo. 
Il suo nome lo aveva portato ad avere nemici d’ogni genere, con l’uovo baffuto in primis su tutti, perciò non era mai bene fermarsi troppo tempo, con la guardia abbassata come in quei frangenti, in uno spazio all’aperto e completamente alla mercè di chiunque. 
Con un colpo di reni, si rimise in piedi con uno scatto e si stiracchiò per permettere al sangue di rifluire lungo tutta la muscolatura; ispirò profondamente, accogliendo dentro di sé l’odore della natura che il vento rapiva nel suo girovagare. 
Si volse, guardandosi intorno; nella fretta di cibarsi e concedersi a quel riposo, non aveva fatto minimo caso a dove si trovasse in quel momento. 
Rimase perciò sorpreso nello scoprire come, dopo tutto quel correre, fosse giunto proprio lì dove la sua fuga era incominciata.  
Dopo un breve pensiero, dalla durata di un lampo nel cielo, il riccio blu cominciò nuovamente a correre in direzione proprio di quel boschetto per raggiungere quella fatiscente casetta nascosta che, fin dal principio, era stata la sua meta prefissata. 
Non perse nemmeno tempo in parkour tra rami e grosse radici contorte fuoriuscenti dal terreno, con conseguenti piroette giostrate a mezz’aria in esibizione delle sue numerose pose, tanta era la volontà di giungere a destinazione. 
Cosa che trovò persino strana; non aveva mai nutrito particolare attaccamento alle cose, preferendo di gran lunga quello riservato agli amici o ai compagni d’avventura più cari, ma il pensiero di poter tornare a contatto con qualcosa di privato e personale gli stava facendo provare un desiderio che mai avrebbe pensato di provare per un qualcosa di inanimato. Persino nostalgico. 
Ciò lo spinse ad accorciare ulteriormente e con ancora più energia la distanza che li separava, aumentando il ritmo dei suoi passi con una nuova accelerazione.             
Fortuna volle però che, oltre alla velocità, la natura aveva donato al riccio anche una sorprendente prontezza di riflessi. Infatti, fra i tanti pensieri che lo avevano tenuto occupato in quelle ore, si era totalmente dimenticato della possibile presenza di Xin nei pressi dell’abitazione e ciò lo costrinse, una volta che questa comparve improvvisamente nella sua traiettoria, ad una repentina decelerazione per evitare un rocambolesco e rovinoso scontro con lei. La frenata lasciò due lunghe strisce di erba sradicata dietro di sé, ma fu sufficiente a permettergli d’arrestarsi proprio dinanzi alla giovane. 
 
 
<< Oh! >> sussultò la ragazza, sorpresa per quel rapido e turbolento arrivo alle sue spalle da parte del riccio, per poi salutare con la stessa gioviale espressione che aveva riservato alla presenza del blu << Bentolnato a casa, signol Sonic! >>, 
<< Cos...? Xin?! >> esclamò meravigliato Sonic << Cosa stai... >>, 
<< È allivato giusto in tempo, sa? << lo interruppe entusiasta la panda, mostrando il secchiello di legno colmo d’acqua << Ho appena finito di laccogliele l’acqua pel plepalale la cena. >>, 
<< “Preparare la cena”? >> domandò nuovamente il riccio << Di quale cena stai parlando? >>. Essendo da che aveva memoria uno spirito errante, non si era mai particolarmente preoccupato di quale alimento gli avrebbe riempito lo stomaco durante i suoi viaggi. Si era sempre accontentato della frutta che le varie piante sparse per il mondo gli garantivano; dei pasti che amici d’ogni dove gli offrivano al suo passaggio. Mentre, in quei frangenti che desiderava soddisfare uno sfizio acquistando qualcosa, gli anelli dorati che solitamente trovava sparsi lungo i vari percorsi gli erano sempre stati sufficienti allo scopo. D'altronde, i chili-dog non costavano nemmeno tanto. 
Perciò, il sentire che qualcosa gli era stato preparato proprio per quello scopo e in casa sua, lo aveva lasciato vagamente confuso. Un qualcosa di nuovo a cui non era proprio abituato. 
<< Di quella che mangelemo stasela! >> fece contenta lei, facendo nuovamente ingresso nella casa << Olmai non manca molto, giusto il tempo pelché i noodles siano plonti >>, 
<< Senti, Xin, come mai sei... >> provò a parlare nuovamente il blu, seguendo la panda minore. 
Ad interromperlo questa volta però, non fu lei, ma ciò che trovò al suo ingresso.  
La stanza che aveva lasciato qualche ora prima, era stata completamente cambiata. La polvere e le ragnatele che vi regnavano erano state completamente rimosse, riportando la colorazione delle pareti ad uno stato più ottimale; quel poco mobilio presente e messo alla rinfusa, aveva ripreso lustro ed ora si trovava in una posizione definita e ben studiata; la muffa che ricopriva la sommità della cupola era stata rimossa; le finestre, dal legno secco e dal quale non era più nemmeno possibile vedere l’esterno a causa dell’incuria e dal vento carico di salmastro, erano state portate al loro stato originale. Persino i cigolii provenienti dal pavimento in legno e che risuonavano ad ogni singolo passo, avevano lasciato il posto al caratteristico rimbombo sordo che andava annullandosi nell’area della stanza. In definitiva, tutto aveva subito un cambiamento o una miglioria. 
 
 
 

Un leggero stato d’irritazione scese sul volto del blu.  
Tutto quel cambiamento così improvviso e non richiesto gli aveva destato un senso di fastidio, come d’orgoglio ferito verso un qualcosa a cui aveva riservato la sua gelosia.      
Comunque, quel risultato non poté allo stesso tempo impedire che un sonoro fischio compiaciuto fuoriuscisse dalla sua bocca; aveva in sé come una lotta interna che si contrapponeva fra i suoi sentimenti e la consapevolezza di un lavoro bene eseguito e a cui doveva essere grato. 
<< Mi scusi se mi sono pelmessa di mettele mano alla sua casa... >> fece un po' titubante Xin, richiamata da quel fischiettio, torturandosi le dita con fare impacciato ed innocente << ...ma ha visto come è bella adesso? Mentle sistemavo, sono liuscita a tlovale anche delle lampadine. Mi semblava un peccato lasciale a liposo un così bel lampadalio >> spiegò con fierezza la panda, indicando l’oggetto che, aprendosi a fiore su gran parte del soffitto, proiettava una calda luce arancione da ognuno dei suoi larghi e sottili petali. 
In effetti non aveva per nulla torto. In tutti quegli anni, benché avesse fatto ritorno diverse volte, il blu non aveva mai quasi nemmeno notato la sua presenza. 
<< Cosa ne pensa? >> domandò quindi Xin, speranzosa in una risposta positiva, 
<< Penso che, da qualsiasi luogo uno provenga, nessuno si sarebbe permesso di entrare in casa d’altri e cambiare completamente tutto senza permesso! >> fece con severità il riccio, colpendo col suo tono il cuore della panda, incrociando al petto le braccia e battendo con fare piccato il piede al suolo in un atteggiamento che non era però propriamente suo << E penso che la cosa valga anche per te. Però... >> 
<< Ha lagione, sono plofondamente dispiaciuta! >> esordì subito Xin << Spelavo che potesse considelale questo come un modo pel linglazialla e lipagale la sua gentilezza nell’ospitalmi e a falmi da maestlo. >> fece, volgendo in basso il volto per non mostrare l’umidità che lentamente stava raccogliendosi negli occhi, cercando di mostrare una maggiore forza d’animo << Se le ho mancato di lispetto...vuole punilmi mandandomi via, lo saplò accettale....solo le chiedo di... >> continuò, cercando di conformarsi allo stato più formale a cui era stata istruita, 
<< ...Farmi finire di parlare! >> esclamò questa volta il blu, cogliendo i sentimenti della giovane << È vero che hai agito di tua iniziativa, ma hai fatto veramente un bel lavoro...quindi credo che debba essere io a ringraziare te. >> fece con semplicità Sonic, ridestando serenità nel volto della panda << Per quanto riguarda il discorso di ospitare e del maestro... >> sospirò, grattandosi la guancia con fare pensieroso << ...credo che dovrò accontentarti. >> 
 Sebbene l’idea non gli piacesse e tutt‘ora volesse evitare una responsabilità di cui non aveva intenzione di farsi carico, le parole che Shadow gli aveva rivolto, espresse con un tono ed un’espressione di una serietà diversa rispetto a quella che lo contraddistingueva, lo avevano portato a riflettere tanto fino alla resa. Se una creatura potente e oltremodo sicura di sé come il nero aveva mostrato tanta insistenza verso quell’incarico, non poteva essere senza un obbiettivo specifico. Probabilmente, l’avversario incontrato quel mattino doveva esserne un motivo più valido di quel che pensava.                 


<< Davvelo? >> domandò incredula, prima di balzare per la gioia << Evviva, glazie-glazie-glazie! Allola il signol Shadow aveva lagione! >>, 
<< Su cosa? >>, 
<< Sul fatto che alla fine mi avlebbe lasciato limanele e mi avlebbe fatto da insegnante. >>, 
<< Credimi, pur di evitare un altro cazzotto dei suoi, avrei fatto questo e altro. >> fece con un ghigno che mal celava il dolore che quel colpo risvegliava, massaggiandosi il punto sull‘addome che il riccio di rosso striato gli aveva leso, 
<< Già, mi scusi anche pel quello che è successo oggi! >>. 
<< Allora, visto che dovremo passare del tempo insieme, mettiamo subito in chiaro un paio di cosette. >> esclamò a quel punto il blu, con un atteggiamento più autoritario e che si confaceva a quel suo nuovo ruolo, senza abbandonare la sua solita leggerezza << Prima di tutto non devi scusarti per cose che non hai fatto o che non sono dipesi da te. Conosco bene Shady e sono certo che non avrebbe insistito se non si fosse trattata di una faccenda importante >>. Cosa che, infatti, Shadow le aveva rivelato sebbene con fare criptico. 
<< Come seconda cosa, smettila di chiamarmi signor Sonic e dammi del tu. Quanti anni hai? >>, 
<< 14! >> rispose prontamente lei, 
<< Visto? Non sono tanto più grande di te, di quattro anni appena, perciò non hai bisogno di tutta questa formalità. Non sono mica uno Shadow qualunque, da pretendere tutto questo rispetto per far felice tutto quanto il mio ego. >> continuò ridacchiando, divertendo la stessa Xin << In ultimo...Quanto manca ancora per la cena? Avevi detto che non ci voleva molto! >>. 
 
 

Dopo un primo attimo di sorpresa, la panda si rinvenne, 
<< Ha lag...volevo dile, hai lagione! >> esclamò allarmata, balzando in piedi per dirigersi al piccolo fornello e concludere la preparazione del pasto. 
Dopo qualche minuto, i due si ritrovarono al tavolo. 
<< Folse non è una cucina a cui sei abituato ma...com’è? >> domandò la panda, preoccupata ed ansiosa di sapere il parere del suo eroe, 
<< Al contrario, sono passato molte volte nella vostra regione ed ho assaggiato diversi piatti della zona! >> spiegò semplice il blu, ricevendo una nuova porzione della pietanza << Devo dire però che non ho mai sentito una zuppa migliore di questa, complimenti davvero! >>, 
<< Ne sono contenta! Si tlatta di una licetta segleta che...mi ha insegnato…mia nonna...quindi è nolmale tu non l’abbia mai assaggiata! Ho usato della falina di liso...che mi polto semple dietlo pel fale i noodles...mentle le veldule le ho laccolte...celcandole qua in gilo. >> spiegò la panda, dimenandosi un po' sulla sedia, 
<< Capisco, allora complimenti anche la nonna! >> disse Sonic, per poi aggiungere con fare curioso << Tu, piuttosto, tutto bene? >>, 
<< Sì, è che sono abituata a mangiale in ginocchio e quindi usale la sedia mi tolna... >>, 
<< E dove sarebbe il problema? >> sentenziò quindi il blu, allontanando con un colpetto del tacco la sedia dietro di sé, per portarsi più distante dal tavolo ed accomodarsi a terra. 
Gesto che, se Sonic aveva eseguito con una sorniona noncuranza e semplicità, aveva scaturito sorpresa ed incredulità in Xin. Trovava incredibile la capacità mostrata dal riccio nell’accettare tutto quelle diversità, adeguandosi ad esse, senza mostrare la minima rimostranza o accigliamento di sorta. 
Probabilmente ciò doveva essere frutto del suo continuo spostarsi fra le terre di Mobius, o frutto della sua stessa natura amichevole e gioviale. Risposta che avrebbe trovato col tempo. 
<< Allora? Tu non vieni? Qui ce n’è di posto! >> la invitò infine Sonic, notando la sua sorpresa, mostrando canzonatorio l’intera area del pavimento.   
 
 


Il pasto duro a lungo, passato tra racconti e informazioni riguardanti principalmente il potere di lei e della sua manifestazione; furono solo i primi segnali di stanchezza comparsi nel volto della ragazza che convinsero il blu ad interrompere la conversazione e lasciare che il sonno prendesse il sopravvento. D’altronde, doveva ammettere di sentire anche lui una certa spossatezza. 
<< Credo sia arrivata l’ora di andare a dormire! >> fece quindi Sonic, alzandosi da terra, per poi dirigersi nella sua stanza accennando un saluto con la mano << Buonanotte! >>. 
Il suo camminare però si interruppe allorché si accorse di essere seguito, 
<< Ehi-ehi! Dove credi di andare tu? >> domandò preoccupato, voltandosi in direzione di Xin che gli stava alle spalle, 
<< A dolmile! >>, 
<< Certo, ma quella è la mia stanza e, a meno che tu non l’abbia stravolta, c’è solo un letto...cioè un’amaca! >>, 
<< Lo so! >>, 
<< Allora...dove vorresti metterti? >>, 
<< Sull’amaca con lei! >> chiosò serenamente, come se la cosa fosse del tutto normale, 
<< Cosa? Starai scherzando, spero! >>, 
<< Assolutamente no! Da noi capita spesso che l’allievo dolma nella stessa stanza del suo maestlo e...visto che semblavi accettale le mie usanze, cledevo... >>, 
<< Fino ad un certo punto, però! >>, 
<< Pelché? Che male c’è? >> chiese con una semplicità disarmante, da spiazzare il blu, 
<< C’è che io sono un maschio e tu una femmina...capisci cosa intendo? Vorrei evitare situazioni spiacevoli, ecco! >> spiegò con imbarazzo il riccio, gesticolando nell’intento di far capire l’impossibilità della proposta mossa dalla panda, 
<< Intendi...situazioni come quella con la signolina Amy? >>, 
<< Soprattutto quella! Se lei venisse a sapere una cosa simile, non avrei luogo dove nascondermi! >>, 
<< Bastelebbe non dilglielo! >>, 
<< Sì, però...ascolta! Non possiamo dormire insieme, se vuoi puoi usare il divano, oppure facciamo al contrario e lo uso io. Diversamente è impossibile! >>, 
<< Capisco, ma il divano non è consigliabile! >>, 
<< Perché? >> chiese,  
<< I gambi di legno sono malci e non cledo possano leggele del peso pel tanto tempo >> spiegò mortificata << Me ne elo accolta già quando sono allivata qui con il signol Shadow, ma mi sono dimenticata di lipallo dulante il pomeliggio! Chiedo scusa! >>, 
<< Ti ho già detto che non devi scusarti! >> fece il blu, passandosi il palmo della mano sul viso con fare frustrato e stanco << Comunque, per stasera ti cedo la mia stanza. Domani vedremo di trovare una soluzione per questa faccenda, d’accordo? >>, 
<< D’accordo, ma...tu? >>, 
<< Farò come faccio sempre in ogni dove... >> disse Sonic, uscendo di casa, prima di balzare sopra la cupola del tetto azzurro << ...dormirò sotto le stelle! >>. 
 
 


La luce si spense. 
A discapito della stanchezza, il riccio rimase per parecchio tempo a contemplare il cielo; osservare la moltitudine di quei globi luminosi e lontani lo aiutavano a rilassarsi. 
La sua mente vagò, soffermandosi su quanto era accaduto quel giorno. Molti cambiamenti erano accaduti e un qualcosa di minaccioso, dall’improbabile nome di Vinew, sembrava essere comparso dal nulla. 
Comunque, niente che potesse destargli troppa preoccupazione. Alla fine, era sicuro, sarebbe riuscito a far fronte a quel suo nuovo incarico e tutto si sarebbe risolto nel nulla più assoluto. 
Come al solito. 
 
 
 
 
 
 


Nel frattempo, altrove, il volpino era ancora alzato e chiuso nel suo laboratorio. 
Lo scontro avvenuto il giorno precedente a Soleanna aveva procurato al suo tornado danni ben più numerosi di quello che pensava. 
<< Allora, vecchio mio... >> fece a quel punto Tails, fuoriuscendo dalla cabina di pilotaggio, ancora sporco di polvere ed olio nero << ...dovresti cominciare a stare meglio adesso! Che ne dici? >>. 
Tutto quel passare del tempo da solo, lo aveva portato spesso a parlare con le proprie macchine; aveva come creato un legame con loro, non considerandole solo del freddo metallo ma la materializzazione delle sue idee di cui andava sempre estremamente fiero. Sia quando funzionavano, utilizzandole ogni volta che Mobius o Sonic ne aveva bisogno, che quando scoppiavano in un mare di bulloni e fumo nero. 
<< Coraggio, fammi sentire se sei guarito! >> esclamò speranzoso, girando la chiave nel quadro, ottenendo solo uno sbuffo spompato << Accipicchia, come mai non parti? Eppure, il tuo motore a ioni stabilizzanti sembrava a posto! >> concluse, planando a terra con l’aiuto delle sue code << Forse hai qualche otturazione nello scarico d’energia? >>. 
<< O forse sei tu quello ad essere scarico, mio caro Tails Prower! >>esordì con tono canzonatorio una voce, 
<< Chi è? C’è qualcuno qui? >> domandò il volpino, guardando in direzione dell’entrata del garage, 
<< Certo, ci sono io e ci sei tu... >> rispose la voce, seguita da una fragorosa e stridula risata, prima che un lupo comparisse di fronte a lui << ...ma presto non ci sarai più! >> fece, colpendolo con un leggero e scherzoso buffetto sulla fronte. Un gesto innocuo, normalmente persino simpatico, ma da cui si sprigionò una forza tale da scaraventare il giallo volpino contro una delle pareti, lasciandolo semi-tramortito. 
<< Vedrai, passeremo una bella serata di divertimento insieme! >> continuò quest’ultimo a parlare, avvicinandosi con balzelli spensierati e risatine divertite << Ah, a proposito...piacere, il mio nome è Vinew...così tanto per fartelo sapere! >>. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dalla scrivania dell’autore: 
Finalmente! 
Il nuovo capitolo è finalmente concluso e adesso vediamo di entrare un nel vivo della situazione. 
Non l’ho detto in precedenza, ma in questa storia sono passati 3 anni rispetto all’età canonica dei personaggi. Ciò non comporterà sconvolgimenti di sorta riguardo al carattere dei personaggi, ma risulterà più chiaro il futuro svolgimento della storia. 
Ringrazio tutti coloro che, con pazienza stanno continuando a seguire questo racconto. 
Detto questo, vi auguro un buon proseguimento. 
 
Arrisentirci!
   
 
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