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Autore: ilaria8    31/08/2009    4 recensioni
La fine di una giornata può essere la parte migliore.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack O'Neill, Samantha 'Sam' Carter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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S L E E P

S L E E P

 

Questo mio scritto è pubblicato senza alcuno scopo di lucro.

 

Erano circa le 23 alla base SGC, e io mi aggiravo per i corridoi nel tentativo di raggiungere l’ascensore prima che un nuovo allarme di attivazione dello Stargate mi impedisse di uscire.

Passai davanti al laboratorio di Carter e mi accorsi che una leggera luce illuminava la stanza; decisi di entrare e appena misi piede all’interno, vidi la testa di Sam poggiata sulla scrivania.

Si era addormentata davanti ad un reattore Naqadah; erano più di tre giorni che non usciva fuori dal suo laboratorio per poter studiare quell’affare…a volte Siler andava a darle una mano, ma in realtà lei era l’unica a capirci qualcosa.

Mi avvicinai silenziosamente a lei e le poggiai la mano sul braccio, scuotendola leggermente.

-Carter…svegliati!- dissi sussurrando.

Non ci fu nessuna risposta; dormiva profondamente e sarebbe stato meglio se fossa andata a casa.

-Sam…sveglia!- sussurrai nuovamente e all’istante lei alzò il capo un po’ spaesata con il segno della divisa sul lato del viso dove era poggiata poco prima.

-Signore…mi sono addormentata, mi dispiace- sussurrò cercando di sistemarsi.

-Ti dispiace? Non c’è nulla di cui ti debba scusare, anzi direi che dovresti andare a casa a farti una bella dormita!- le risposi sorridendole.

-Non posso, devo stud…- provò a replicare, ma la interruppi subito.

-Non voglio sentire scuse…ora vai a casa e ti fai qualche ora di sonno. È un ordine!-

-Sì Signore!- rispose alzandosi.

Appena però si staccò dallo sgabello, le sue gambe tremarono e l’afferrai al volo cingendole la vita con un braccio per evitarle la caduta.

-Stai bene Carter?- le chiesi preoccupato.

-Sì, mi gira solo un po’ la testa!- rispose tentando di riprendere le distanze e restare in piedi da sola, ma con difficoltà.

La guardai preoccupato e sospettoso. Non era la prima volta che si addormentava nel suo laboratorio, ma non si era mai ridotta in quello stato; doveva esserci dell’altro.

-Carter…da quanti giorni non dormi?- chiesi abbassandomi per guardarla in faccia.

-Non lo so…più o meno tre giorni credo- rispose come se nulla fosse, voltandosi per prendere le sue cose.

-TRE GIORNI?? Ma sei impazzita? Avanti…vatti a cambiare che ti accompagno a casa!- le ordinai infuriato. Non potevo credere che per quel reattore Naqadah aveva passato tre notti intere sveglia, rinchiusa in questo laboratorio situato a metri e metri di profondità sotto terra.

Dopo quasi cinque minuti, Sam uscì dallo spogliatoio con indosso un paio di pantaloni neri e una maglietta bianca semi-coperta dal giubbotto, e le scarpe con un leggero tacco.

Entrammo in ascensore e mi accorsi che non riusciva a mantenere l’equilibrio, perché continuava a poggiarsi con la mano alla parete.

-Carter…ce la fai?- chiese poggiando la mia mano sulla sua schiena.

-Ho solo un terribile mal di testa, tutto qui!- rispose.

Riuscimmo a raggiungere la macchina senza nessun nuovo imprevisto, e la feci salire sul sedile del passeggero.

Partì e dopo pochi minuti di strada, parcheggiai di fronte alla casa di Sam; mi voltai verso di lei e con grande sorpresa da parte mia, mi accorsi che si era addormentata tutta raggomitolata sul sedile del passeggero, con la testa poggiata al finestrino chiuso.

Mi ritrovai a pensare che doveva essere proprio a pezzi se era crollata a quel modo; non rimandava mai nessun lavoro e si trovava a passare dagli studi in laboratorio alle missioni con lo Stargate senza neanche un’ora di riposo.

Dovetti svegliarla, e lei pian piano aprì gli occhi.

-Siamo arrivati!- la informai sorridendole.

-Oh…la ringrazio Signore. Mi sono addormentata di nuovo! Vuole entrare a bere qualcosa?- chiese stropicciandosi gli occhi.

-No grazie…ora è meglio che vai a riposarti altrimenti quel reattore al Naqadah domani chi lo studia?- le risposi sorridendo.

-Ha ragione! Grazie per tutto quello che ha fatto Signore. A domani e Buonanotte!- disse scendendo dall’auto e sorridendomi.

-Sogni d’oro Sam!-

Mi soffermai ad osservarla; raggiunse a piccoli passi la porta d’ingresso, dopo aver attraversato il giardino seguendo il vialetto; si voltò e mi fece un leggero cenno con la mano per salutarmi, poi si richiuse lentamente la porta alle spalle.

Mi diedi dello stupido da solo…non potevo innamorarmi del mio secondo in comando, e poi lei era Sam dannazione, la figlia di Jacob, colei che ha ospitato in se Jolinar e ne custodisce ancora i ricordi, colei che era stata posseduta da un’entità aliena, ma rimaneva pur sempre la mia Sam ed era per questo che l’amavo.

Misi in moto il motore e dopo aver rivolto un ultimo sguardo alla sua casa, proseguì per la mia strada, con il volto sereno che aveva mentre dormiva impresso nella mia mente indelebile come l’amore che ho per lei.

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

 

Piccolo One-Shot senza pretese scritta dal punto di vista di Jack. Spero di non essere stata troppo mielosa. Un saluto particolare a 23jo!!

Alla prossima!!!

CIAO                                                                                                                                 Ilaria

  
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