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Autore: Kharonte87    14/07/2021    0 recensioni
Prima parte delle avventure del giovane cavaliere, ed aspirante paladino Æthelweard! Il Cavaliere Devoto è solo l'inizio di una serie di avventure del giovane umano nel mondo di Azeroth...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Miei cari compatrioti, lasciate che vi dica quale onore sia questa sera per me avervi come ospiti, qui nella mia tenuta. Alcuni di voi potrebbero pensare che sia una mancanza di rispetto celebrare i nostri eroi caduti a Draenor per dare la caccia a quegli immondi orchi e salvare il nostro mondo. Eppure, io sono dell’idea che l’eroismo vada celebrato e non commemorato. Per questo, ho voluto indire questo banchetto ed avere qui voi tutti, lord, dame e cavalieri. Cosicché tutti possiamo rendere omaggio ai nostri prodi salvatori. Agli eroi di Lordaeron e dell’umanità!”

Lord Titus Rivendare si era alzato dal suo scranno per fare quel discorso che diede il via al banchetto di commemorazione, o celebrazione come aveva detto lui. Ser Æthelweard doveva ammetterlo, il cibo era davvero squisito, ne era sicuro, o almeno quello che vide portare alla pedana degli alti lord. Riconobbe petto d’anatra, cervo di Quel’thalas, pesce del lago Lordamere, e poi frutta di prima qualità e vino speziato. A lui l’avevano relegato nella parte più esterna della sala dei ricevimenti, insieme agli altri semplici cavalieri. Æthelweard non aveva mai visto in tutta la sua vita tanta sfarzosità. La tenuta di lord Rivendare era un maniero di tutto rispetto. Non paragonabile alla capitale di Lordaeron certo, ma era imponente fuori ed elegante dentro. Quella sala in particolare aveva lasciato il giovane cavaliere particolarmente basito. Il colore bianco la faceva da padrone ovunque. Risplendeva nel pavimento, nel marmo delle statue raffiguranti i grandi sovrani della storia dell’umanità, nelle colonne dai capitelli intarsiati. Appesi alle mura c’erano arazzi con scene di battaglia, paesaggi, ritratti di lord e dame. Tutto era meraviglioso, di un qualcosa che si poteva trovare solo all’interno della corte di un lord.
‘Non che io ci sia mai stato’, pensò Æthelweard mentre sollevava la sua coppa di vino per il brindisi dopo le parole di lord Titus.
“Agli eroi di Lordaeron e dell’umanità!” rispose di rimando, alla sua voce se ne unirono almeno un altro centinaio. Oltre a quelle dei cavalieri come lui seduti al suo stesso tavolo, almeno una quindicina, si udirono anche quelle dei Barov, la nobile casata di Caer Darrow, lì rappresentata da lord Alexei, lady Illucia e la loro figlia Jandice. Æthelweard svuotò la coppa di vino. Ma subito dopo, un attendente gliela riempì di nuovo.
“Al Re!” Fu il nuovo brindisi proposto dal figlio di lord Titus, Aurius.

“Io berrei volentieri alla salute di quella lady laggiù” annunciò Ser Thomas Thomson sghignazzando. La sua affermazione fu accolta dalle risate del tavolo dei cavalieri.

“Quella non se ne fa niente di te, Tom!” esclamò ser Duncan Brightflame, un cavaliere dai vispi capelli rossi che aveva prestato servizio presso il regno di Alterac qualche anno prima. “Al massimo potrai fare lo schiavo del lord suo padre!” Altre risate.

“Chiudi il becco Duncan o ti ficco la spada in gola!” ruggì ser Thomas di rimando. “Che ne vuoi sapere tu? L’ultima volta che hai visto una donna è quando sei nato!” La lady di cui si parlava era una giovane umana, minuta, dalla pelle chiara e dalla chioma lunga e liscia. I suoi neri capelli erano luminosi alla luce delle lanterne della sala. Lady Katrana Prestor era arrivata alla tenuta di lord Rivendare insieme a suo padre, lord Daval, e suo fratello, Victor. Il primo era un uomo di mezza età bellissimo, alto e ben piazzato, con luminosi capelli neri. Indossava abiti eleganti ed Æthelweard aveva notato, durante il tragitto che aveva fatto da Andorhal verso la tenuta, che Lord Prestor portava una spada ornata di pietre preziose. Il figlio Victor era invece un ragazzo dalla corporatura possente, con una corta barba scura e dei baffi ordinati.

‘Non si può certo dire che la bellezza non sia una caratteristica di famiglia’ pensò Æthelweard. Ma doveva ammettere che lady Katrana fosse davvero una bellissima donna. In quell’occasione indossava una lunga veste rossa, con una scollatura che ne metteva in risalto le forme generose. Un fermaglio in argento a forma di testa di drago teneva insieme a stento le parti destra e sinistra della sua veste. Ai piedi calzava degli eleganti sandali, ed al collo portava una collana di perle azzurre. Durante il viaggio da Andorhal, Æthelweard aveva fatto ben più di un pensiero su lady Katrana.

‘L’avranno fatto tutti’ rimuginò un giorno durante il viaggio, quando aveva visto, da lontano, la nobildonna ridere ad una battuta di Aurius. ‘Tutti vorrebbero portarsela a letto.’ I Prestor non erano molto conosciuti nel regno, e per questo partecipavano a tutti gli eventi mondani che si tenevano tra i lord e le lady. Lord Daval affermava di essere un lontano parente di Aiden Perenolde, l’ultimo Re di Alterac che aveva tradito l’Alleanza durate l’ultima guerra contro l’Orda.
‘Vorrà rivendicare il regno’ pensò Æthelweard. ‘Questi lord vivono per la politica ed i loro regni. Che ne sanno loro della guerra, della battaglia, del timore che ogni istante possa essere l’ultimo. Siamo noi cavalieri che facciamo i regni, non loro nei loro palazzi dorati.’ Intanto sia Æthel che gli altri ospiti avevano svuotato un’altra coppa di vino e di nuovo gli attendenti le avevano riempite.
“Al Kirin Tor!” esclamò un uomo in abiti viola dai capelli insolitamente lunghi.

“Ma chi è quello?” chiese ser Criston Tander, un veterano della Prima Guerra dai capelli d’argento. “Si sente una donna, forse?”

“Quello è Ras Soffiogelo”, gli rispose ser Duncan. “È uno dei più promettenti allievi del Kirin Tor, si dice che sia il prediletto di lord Kel’thuzad”. Quest’ultimo era il capo della delegazione che l’ordine dei maghi aveva invitato alla celebrazione di lord Rivendare. Un mago dai poteri straordinari si diceva, ma il popolino sussurrava che si interessasse anche a materie pericolose. “Sciocchezze!”, le aveva bollate subito ser Thomas durante il viaggio. “Lord Kel’thuzad succederà a lord Antonidas alla guida del Kirin Tor, vedrai ser. È un mago brillante e talentuoso. Il più talentuoso tra noi uomini, oserei dire!”

A quello in onore del Kirin Tor seguirono molti altri brindisi. Al regno, al principe, alla principessa, alla vittoria dell’Alleanza. Æthelweard voleva smettere di bere, ma ogni volta lo stesso pensiero lo faceva continuare a svuotare la coppa. ‘Potrebbe essere l’ultimo vino per tanto tempo. Chi mi ci porta più in un castello di un lord?’ Per tutta la serata, Æthelweard aveva cercato con lo sguardo l’arciera che aveva visto ad Hearthglen, ma di lei non c’era traccia nella sala. Non era presente nella delegazione degli Alti Elfi di Quel’thalas. Il giovane paladino aveva pensato per molto tempo a quell’elfa durante il viaggio. Si era chiesto se fosse lì anche lei, con la sua treccia nera a cadere dalla sua spalla. ‘Rhenya Blackfire… Rhenya la Troppo-Bella…’

“Dai, ser Æthelweard, ora iniziano i musici!” esclamò ser Thomas ridendo. Ben presto la sala dei ricevimenti di lord Titus Rivendare fu riempita dai suoni di liuti e flauti, e furono quei suoni che accarezzarono Æthelweard, portandolo ad appoggiarsi al tavolo ed addormentarsi.

Furono degli applausi a svegliarlo dopo qualche tempo, e ad interrompere un piacevole sogno che coinvolgeva lady Katrana Prestor e Rhenya la Troppo-Bella. Aprì gli occhi, aveva la vista un po’ annebbiata dal vino. Vide dei giocolieri che avevano appena terminato uno spettacolo con il fuoco. Metà della sala si era svuotata. Si alzò.

“Scusatemi ser, vado a prendere una boccata d’aria.”‘ In realtà doveva svuotare la vescica, ma quella frase gli parve più cavalleresca. Uscì dalla sala dei ricevimenti ed iniziò la ricerca. Tuttavia, la tenuta di lord Rivendare era davvero grande, e finì per perdersi. Percorse corridoi, scese e salì scale. Arrivato all’ennesimo corridoio si guardò intorno. Alla sua destra c’era una cappella dedicata al culto della Luce.
‘Devo pisciare, non pregare.’
Lì vicino c’erano due cavalieri che stavano parlando tra di loro. Erano visibilmente ubriachi.
“Mi scoperei quella lady Prestor sul tavolo di lord Rivendare, davanti a tutti! La farei urlare fino a quando le sue grida non si sentissero fino ad Alterac!”

Æthelweard si sentiva la testa troppo leggera per capire cosa avesse risposto l’altro. E sentì pulsare la testa come un tamburo quando vicino a lui passarono una servetta che rideva inseguita da un cavaliere. Guardò a sinistra. Una siepe.
‘Quella andrà bene.’ Si accostò e si abbassò le brache. Mentre il suo corpo si liberava, iniziò a sentire delle voci. Due, erano due. Venivano da sopra di lui.

“… allora, quando arriva questo grano?” diceva la prima. Æthelweard la riconobbe subito. Era quella di lord Rivendare.
“Presto, amico mio, presto. Tu hai raccolto gli uomini? Sono pronti?”
Questa era invece una voce mai udita dal giovane cavaliere. Una voce profonda, maliziosa, arguta. “Devo stare attento o il vecchio mi scoprirà. Ma ormai è quasi ora.”

“Io voglio quello che mi è stato promesso!” affermò lord Titus, un filo di irritazione impermeava quella frase.

“E lo avrai, mio caro, non temere. Lui da sempre quello che promette, te lo assicuro…”

Poi, allo stesso modo di come si erano avvicinate, le voci si allontanarono, fino a sparire del tutto.

‘Devo aver bevuto troppo…’

Æthelweard sentì ancora la musica proveniente dalla sala dei ricevimenti, ma decise di non rientrare. Per quella sera ne aveva avuto abbastanza di lord, lady e brindisi. Si incamminò per le scale ed i corridoi, fino a raggiungere l’uscita della tenuta e la taverna dove era riuscito a prendere una camera angusta e spoglia. Sicuramente, non il tipo di camera dove avrebbero dormito lord Rivendare, o i Barov, o i Prestor o Ras Soffiogelo. Si sedette sul letto. Gli girava ancora la testa.

‘Ma loro sono lord, e vivono nei palazzi d’oro. Che ne sanno della guerra e dei campi di battaglia?’

 
 
   
 
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