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Autore: LadyHeather83    15/07/2021    4 recensioni
Quell’appuntamento improvvisato con Marinette lo stava destabilizzando parecchio e una boccata d’aria con annessa chiacchierata con Plagg, era d’obbligo giunto a quel punto.
Chiuse dietro di sé la porta del bagno e fece uscire Plagg da sotto la sua camicia.
“Mi dici che stai facendo?” Gli chiese l’essere petulante.
“Niente, perché?”
“Dille quello che provi e basta, no? Dovrebbe essere facile.”
“Ma, ma io non provo niente…Marinette è solo un’amica.”
“E allora perché balbetti?”
“Lo fa anche lei…”
“E non ti chiedi perché?”
“Che intendi?”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CHI LA FA…L’ASPETTI

*

Il piede ticchettava nervosamente addosso la gamba della sua scrivania mentre apponeva l’ultimo risultato con la biro blu al compito assegnatole per casa.

“Fatto!” Esclamò stiracchiandosi e lasciando cadere nel quaderno a quadretti la penna.

“Molto brava, Marinette! Ora hai tutti il pomeriggio libero.” Si complimentò Tikki sorridendole.

La corvina sbuffò guardando le lancette dell’orologio che segnavano appena le quindici in punto.

Diede una fugace occhiata fuori dalla finestra.

Il solo splendeva contro ogni previsione metereologica che a detta loro, oggi sarebbe stata una giornata caratterizzata da rovesci più o meno intensi.

“Pomeriggio libero e nessuno che esca con me.” Sospirò affranta portandosi le mani sulle gote appoggiando i gomiti sul balcone.

Alya e Nino avrebbero studiato assieme, Kim aveva palestra, Max si sarebbe portato avanti con altro studio e il resto erano a far prove.

“Guarda il lato positivo, puoi fare tante altre cose che hai lasciato indietro.” Indicò la scrivania da riordinare che pullulava di stoffe, aghi e lustrini gettati alla rinfusa.

Naa…non ho voglia di mettermi a sistemare quel casino” Marinette fece subito marcia indietro tornando nella posizione di prima.

Prese poi il cellulare per controllare se ci fossero messaggi da parte dei suoi amici, magari qualcuno nel frattempo aveva cambiato idea.

Niente.

Sbuffò seccata.

Almeno ci fosse stato un attacco akuma…così giusto per passare il tempo.

“Perché non chiedi ad Adrien di uscire?” Propose Tikki assottigliando gli occhi.

Marinette balzò all’indietro spaventata a morte e facendo cadere sul pavimento di legno il cellulare che per fortuna non si scheggiò.

Ahhhh! C-cosa? I-io io chiedere ad A-Adrien di uscire?” Balbettò.

Tikki annuì come se quella fosse la cosa più naturale del mondo “Esatto…fatti coraggio e chiamalo.” Tirò su il telefono da terra e glielo porse.

“N-no Tikki. Non sono pronta, e poi mi direbbe di sicuramente di no.”

“Se non glielo chiedi non lo saprai mai!”

“Sarà sicuramente impegnato con lezioni private di cinese o pianoforte, non mi va di disturbarlo.”

La kwami della creazione si schiaffeggiò da sola la faccina rossa pensando che la sua portatrice, a volte, era proprio imbranata.

Marinette però ebbe poi un’idea notando la sacca della piscina accanto alla chaise long, abbandonata lì sotto.

Accese lo schermo del suo pc e controllò sul web gli orari della vasca per il nuoto libero, dopo ovviamente aver ammirato con un’espressione ebete lo screen saver con impresso Adrien.

“Perfetto!” Esclamò puntando le mani sulla scrivania e allontanandosi trascinando la sedia a rotelle.

Recuperò la borsa e si precipitò di corsa giù in salotto.

Salutò sua madre Sabine che stava sorseggiando una tazza di tè, uno sfizio che di solito si toglieva prima di scender giù in negozio ed iniziare il pomeriggio lavorativo.

“Vado in piscina!” La informò di corsa mentre sbatteva la porta.

Sabine non fece tempo a ricambiare la cortesia, ma si limitò a guardarla stranita.

*

Marinette arrivò inaspettatamente in perfetto orario.

Troppo perfetto.

Perfetto come il fisico di Adrien in quel momento.

Un attimo, cosa?

Scosse la testa un paio di volte e si stropicciò gli occhi per accertarsi che quella non fosse il frutto malato della sua mente contorta.

Rimase ad ammirarlo mentre si tuffava dal trampolino e una volta in acqua Marinette schizzò a gran velocità dentro il primo spogliatoio libero.

Tikki! Questo è un disastro! Adrien in piscina…penserà che lo pedini e che sia una maniaca. Mi denuncerà alle autorità competenti e non potrò più sposarlo, avere i tre bambini, la nostra casa e il criceto di nome…”

La kwami zittì la sua padrona perché stava decisamente parlando troppo e correndo con la fantasia.

“Non potreste avere avuto semplicemente la stessa idea?”

“In circostanze normali, si.”

Marinette, questa è una circostanza normale.”

“Cosa dovrei fare?”

“Quello che sei venuta a fare e cioè nuotare e rilassarti.” Tikki entrò dentro la borsa estraendo il costume da bagno.

“Sarà un disastro!” Sospirò iniziando a tremare come una foglia accarezzata dal vento.

*

“Posso farcela, la vasca è grande e non mi avrà di certo notata!” Continuava a ripetersi nella mente mentre si dirigeva verso l’unica corsia libera, che guarda il caso, proprio quella accanto ad Adrien.

Era rimasta libera appositamente per dare un po' di privacy al modello, infatti non appena Marinette si avvicinò, il Gorilla la bloccò invitandola ad andarsene lasciandola interdetta.

“E’ tutto apposto!” La voce cristallina di Adrien intervenne a salvarla da quella situazione spiacevole.

Il Gorilla dovette lasciarla passare facendole un segno di assenso per ritornare poi dietro la colonna da dove si era appartato.

Adrien si sedette lungo il bordo della piscina ed attese l’amica.

“Che sorpresa! Non sapevo ti piacesse nuotare!”

“Ma si si certo che mi piaci. Ehm volevo dire che mi mi piace l’acqua e…e avevo bi-bisogno di rilassarmi…” Balbetto mettendo insieme delle frasi sconnesse.

“Sono contento che abbiamo avuto la stessa idea.” Le sorrise per poi avvicinarsi ancora di più a lei in modo che il Gorilla non potesse sentire i loro discorsi.

Marinette avvampò e iniziò a irrigidirsi quando Adrien le sfiorò il braccio.

Il suo cuore iniziò ad accelerare credendo che avrebbe avuto un infarto da un momento all’altro.

Ma fu quando sentì il fiato caldo di Adrien entrarle in un orecchio mentre le sussurrava qualcosa, che le ci volle una forte forza di volontà per non svenirgli tra le braccia, o peggio ancora cadere in acqua e annegare.

Rimase impietrita come una statua, anzi le avrebbe fatto pure invidia.

Oddio…mi sta davvero chiedendo di scappare con lui?

“Allora che ne pensi?”

“P-penso di che?”

“Scusami, devo aver parlato troppo piano prima…ti ho chiesto se ti va di andare al museo delle cere a vedere le nuove statue di Lady Bug e Chat Noir!”

Si, gli aveva chiesto un appuntamento e Marinette non se lo fece ripetere due volte.

“Ehm…si si certo! Domani va bene?”

“Veramente vorrei andarci ora!”

Marinette strabuzzò gli occhi “O-ora? Ma c’è la tua guardia del corpo, come farai con lui?”

“Non ti preoccupare…vediamoci all’entrata principale tra dieci minuti ok?” Ammiccò sghembo.

“O-ok!” Riuscì solo a dire prima di scivolare in acqua mentre si alzava, Adrien le sorrise pensando che aveva avuto una bella idea con quel diversivo per non destare sospetti sul loro piano.

*

Non era pronta, ma non lo sarebbe mai stata, quindi meglio cogliere la palla al balzo.

Non era mai stata così veloce nel prepararsi, o meglio nell’asciugarsi i capelli e passarsi un filo leggero di trucco.

Per quanto sia, stava sempre uscendo con Adrien Agreste, se solo l’avesse saputo prima si sarebbe potuta vestire in maniera adeguata.

S’incontrarono all’ingresso principale e Marinette non si aspettava di certo che il bel modello la prendesse per mano ed iniziasse a correre lasciando il Gorilla attonito mentre osservava i due ragazzi, o meglio Adrien, sfuggirgli via e girare l’angolo.

“Andiamo, il museo non è lontano da qui!” La incitò andando a nascondersi dentro un vicolo.

“Se mi dicevi che dovevamo correre mi sarei messa le scarpe da ginnastica.” Lo canzonò.

“Credimi, sei perfetta così!”

Caldo…improvvisamente molto caldo.

Adrien vide la berlina grigia passare piano e il Gorilla che scansionava ogni angolo alla sua ricerca, si abbassarono per non essere visti.

Attesero ancora qualche minuto prima di uscire dal nascondiglio e camminare verso il ponte al di là della strada.

“Sai sono contento che sei venuta in piscina, mi sarei di certo annoiato a restare da solo.”

“Se volevi uscire con me potevi chiedermelo!” Si portò una mano alla bocca per zittirsi da sola perché aveva appena detto quello che stava pensando. “Come amica…incontrarsi come amici, perché è questo che siamo no?” In un batter d’occhio era ritornata la solita svampita Marinette.

“Già…” Ma anche se stava sorridendo, Adrien sentiva dentro di sé che erano più di questo e la vicinanza alla ragazza lo destabilizzava, soprattutto in quel momento che erano vicini, molto vicini.

Sentì una strana vibrazione dentro lo stomaco, la stessa sensazione che prova quando sta vicino a Lady Bug.

“Il museo è di là se non ricordo male.” Marinette c’era già stata e ricordava bene lo scherzo stupido che Adrien le aveva fatto.

Non stupido perché odia gli scherzi, ma perché per colpa della sua burla gli aveva quasi confessato quello che effettivamente provava per lui, e quel giorno Marinette aveva scoperto che Adrien era innamorato di una ragazza.

Lei pensò subito che si trattasse di Kagami visto che poco dopo si erano pure messi insieme, ma allora perché era finita tra di loro?

Ma Marinette non era intenzionata a chiederglielo, magari il ragazzo ci stava ancora male visto che era stata la stessa Kagami a porre fine al loro rapporto.

Meglio non infierire, anche se non si capacitava di come fosse possibile, del resto chi si sognerebbe mai di lasciare Adrien Agreste? Solo un folle lo potrebbe fare.

*

Con qualche gioco d’astuzia erano riusciti a seminare la guardia del corpo e ad arrivare poco dopo al Museo delle Cere, che purtroppo avevano trovato chiuso con grande delusione per entrambi.

“Mannaggia, l’unico pomeriggio di chiusura l’abbiamo beccato noi” Mormorò Marinetta affranta.

Adrien prese il telefono e compose un numero presente nella sua rubrica.

“Chi chiami ora? La guardia del corpo che ti venga a prendere?”

La zittì con un dito appoggiandolo delicatamente sulle sue labbra rosee.

“Ti ho promesso che ti avrei portata al museo e lo farò. Mantengo sempre la promessa.” Ammiccò.

“Non è necessario…” Avrebbe voluto dirgli che era felice così, che il solo averlo incontrato per caso in piscina era già un enorme regalo, e avventurarsi con lui tra le strade di Parigi verso la loro meta era stato grandioso.

Il solo prendergli la mano era grandioso.

“Colette? Ciao, sono Adrien Agreste. Sono davanti al museo delle cere che purtroppo è chiuso…ok faccio il giro.” Chiuse la telefonata e mise in tasca il cellulare prendendo per mano per l’ennesima volta Marinette.

“Andiamo…”

Lei non protestò, anzi senza farlo apposta intrecciò le dita in un gesto naturale.

Adrien osservò le loro mani unite e sorrise.

Marinette non se ne accorse nemmeno, troppo occupata a guardarsi bene dagli sguardi indiscreti.

“Dove andiamo?”

“Ho chiamato un’amica che lavora qui al museo e per fortuna nostra sta lavorando dentro, ci apre, così possiamo andare ad ammirare le statue al suo interno.”

“Sei una continua sorpresa, Adrien.” Gli sorrise, un sorriso che gli riscaldò il cuore, vedere Marinette felice era la cosa più bella del mondo.

“A dire il vero sono sorpreso anch’io…oggi mi stanno andando tutte bene, di solito è una sfiga dietro l’altra.”

“Sei peggio di un gatto nero allora!” Scoppiò a ridere senza pensare al paragone appena fatto.

Adrien iniziò a tremare, ma non era possibile che Marinette lo avesse scoperto, così si tranquillizzò all’istante.

“Posso averti come coccinella personale?”

“Co-coccinella?” Balbettò fermandosi di fronte a lui.

“Si, coccinella. Sai portano fortuna, sono rosse a pois neri…”

“Guarda che lo so com’è fatta una coccinella.” Disse in tono leggermente seccato.

“Scusami, non volevo che ti offendessi, è solo che…”

“E’ solo che…” Lo invitò a continuare.

“…è bello stare con te.”

Marinette avvampò e potè avvertire il calore salirle dalla punta dei piedi e correre a gran velocità fino ad arrivare alla testa, non era possibile che glielo avesse detto sul serio, anche se in realtà non gli aveva detto niente di che, ma un complimento detto da lui, per Marinette valeva molto.

“Ne sono felice, Adrien.”

In quel momento la porta sul retro, in quel vicolo si aprì e l’amica di Adrien li fece entrare.

*

“Grazie mille Colette, sei stata molto gentile a farci entrare.” La ringraziò Adrien.

“Non potevo lasciarti fuori, sai che sei sempre il benvenuto qui…e vedo che non sei solo.” Ammiccò complice facendolo arrossire.

Adrien mise le mani avanti ed iniziò a muoverle nervosamente “N-non è come sembra, è solo un’amica e le-le avevo promesso che saremo venuti a vedere le nuove sculture di Lady Bug e Chat Noir.”

Colette guardò prima Adrien, poi Marinette ed infine la mano che continuavano a tenersi.

“Già…amici…”

“S-si esatto si-signora, siamo solo amici” Continuò Marinette.

“Amici che si tengono la mano in quel modo non ne ho mai visti, ma contenti voi.” Fece spallucce.

Adrien e Marinette si allontanarono l’uno dall’altro come se avessero preso una scossa.

“S-scusami Marinette, non me ne ero accorto.”

“No, scusami tu…non voglio che ti faccia l’idea sbagliata…”

“Piccioncini??? Io torno in ufficio, sentitevi liberi di girare tutto il museo, ci vediamo dopo!”

Pi-piccioncini?” Dissero all’unisono guardandosi poi.

*

Adrien e Marinette si inoltrarono nei corridoi e nelle varie stanze del museo, osservarono le sculture, fecero commenti e com’era capitato la prima volta si irrigidirono davanti alla statua di Papillon che fungeva da ingresso per la Sala degli Eroi.

Marinette si nascose dietro ad Adrien senza sapere il perché.

“E’ solo una statua, non devi spaventarti. E poi ci sono io a proteggerti, non hai nessun motivo per essere preoccupata.” Le fece un inchino.

“Che stupida che sono…”

“Non sei stupida, è inquietante questa statua.”

“Chissà chi si cela dietro alla sua maschera e soprattutto perché semina il panico tra la città di Parigi.” Si chiese Marinette scrutando meglio quello sguardo severo.

“Lo scopriremo presto…” Poi si corresse subito notando la gaffe “…intendevo che Lady Bug e Chat Noir lo scopriranno.”

“Certo, lo avevo capito…sei strano Adrien, sei sicuro di stare bene?” Chiese notando il suo nervosismo, e non era di certo da lui.

“S-si certo! Devo andare un attimo in bagno.”

Quell’appuntamento improvvisato con Marinette lo stava destabilizzando parecchio e una boccata d’aria con annessa chiacchierata con Plagg, era d’obbligo giunto a quel punto.

Chiese dietro di sé la porta del bagno e fece uscire Plagg da sotto la sua camicia.

“Mi dici che stai facendo?” Gli chiese l’essere petulante.

“Niente, perché?”

“Dille quello che provi e basta, no? Dovrebbe essere facile.”

“Ma, ma io non provo niente…Marinette è solo un’amica.”

“E allora perché balbetti?”

“Lo fa anche lei…”

“E non ti chiedi perché?”

“Che intendi?”

“Non sono io che devo gettarti in faccia la verità!” Ma inconsapevolmente lo fece.

Adrien alzò lo sguardo e strabuzzò gli occhi “Marinette è innamorata di me?”

“Complimenti per l’intuito, genio!”

“Ma noo…questo non è possibile, mi ha detto più di una volta che sono un amico per lei, e poi se lo fosse davvero me lo avrebbe detto.” Adrien sembrava deluso.

“Dici? Forse ha paura di un tuo rifiuto?”

“Perché dovrei rifiutarla?”

“Perché sei innamorato di Lady Bug?”

Adrien sospirò “Non lo so…cioè si, la amo, ma quando sono vicino a Marinette…non lo so Plagg, mi sembra di stare vicino a milady.”

Plagg chiese del formaggio nel tentativo di chiudersi la bocca tenendola occupata con altro, aveva già fatto abbastanza danni, non doveva provocare un altro cataclisma.

*

Marinette si era addentrata da sola nella Stanza degli Eroi, l’ultima volta che era stata lì non era riuscita a vederla limitandosi solo a quella che credeva la statua di Adrien, ed invece era lui in carne ed ossa.

Le venne un’idea.

Stupida a detta di Tikki.

Tikki, trasformami!” Sussurrò perché nessuno la sentisse.

Una luce rossa l’avvolse come il costume da Lady Bug.

Nascose poi la statua facendo attenzione a non danneggiarla e quando sentì la voce di Adrien che la stava chiamando, assunse la posa che aveva la super eroina oltre che a un’espressione un po' sexy, attendendo di mettere in atto il suo piano.

Lo avrebbe spaventato animandosi all’improvviso, magari quando lui era di spalle.

Sarebbe scappata e de trasformata in bagno o in un altro luogo appartato, comparendo poi come Marinette, e avrebbe avuto la sua vendetta.

E per rendere il tutto più credibile, senza destare alcun sospetto, aveva impostato un messaggio che sarebbe partito tra circa due minuti, avvisando il bel modello che la sua amica era corsa in bagno.

Piano perfetto, geniale. A detta sua.

Adrien entrò nella stanza continuando a chiamare Marinette e a guardarsi attorno.

Il telefono trillò e lesse subito il messaggio dell’amica.

Gli diceva di aspettarlo lì che era dovuta correre in bagno.

Adrien si sedette nella panchina in ferro posta davanti le statue.

Sospirò e guardò Lady Bug.

Oh…Milady…

Si alzò e le sfiorò il volto pensando a quanto fossero realistiche e ben realizzate.

Lady Bug pensò subito alla pessima idea che aveva avuto e che Tikki aveva ragione, come sempre.

Il suo cuore mancò un battito e quella situazione stava diventando davvero imbarazzante, vedeva gli occhi di Adrien scrutarla in un modo che non gli aveva mai visto fare.

Milady…cosa devo fare con te?”

Aveva capito bene? Adrien l’aveva appena chiamata Milady?

No, doveva trattarsi di uno scherzo della sua mente, non c’era altra spiegazione, ma più Adrien le parlava e più Lady Bug avrebbe voluto sprofondare in un baratro senza fine.

Si pentì subito di aver fatto quello stupido scherzo, eppure c’era passata anche lei tempo fa.

Milady…non so cosa mi stia succedendo…è strano come te e Marinette siete così simili e mi scatenate le stesse emozioni quando vi sto accanto…si certo in situazioni diverse: al tuo fianco combatto quasi ogni giorno sconfiggendo le akuma, con lei trascorro la maggior parte della giornata e ho modo di conoscerla di più.”

Questo è un incubo…non può essere reale…Marinette aveva appena realizzato che Adrien era in realtà Chat Noir.

Doveva andarsene di lì e alla svelta, anche perché non sarebbe riuscita a trattenere le sue emozioni ancora a lungo, soprattutto ora che Adrien le aveva toccato la mano.

Si mosse inevitabilmente spaventando il giovane che balzò all’indietro biascicando un “Ma cosa?”

“Scusami!” Disse smontando la posa che aveva assunto Lady Bug e scappando via con le lacrime agli occhi, lasciando Adrien ancora più allucinato di prima, senza volerlo aveva appena rivelato la sua identità a Lady Bug, ma a proposito, che cosa ci faceva lì, in un museo chiuso al pubblico, e soprattutto da dove era entrata?

Ci avrebbe pensato poi, ora doveva trovare Marinette e rimettere a posto la statua vera che sbucava da dietro una colonna.

*

Marinette? Marinette sei qui?” Bussò alla porta del bagno femminile non ottenendo alcun tipo di risposta.

Visibilmente preoccupato aprì la porta con gli occhi chiusi.

“Ci sei, Marinette?” Mentre apriva la porta venne investito da un alito di vento.

La finestra era aperta.

“Ma che diavolo sta succedendo? Perché Marinette è scappata?” Si domandò affacciandosi al balcone guardando prima a destra e poi a sinistra.

“Non ci arrivi proprio, eh?” Chiese Plagg petulante volteggiando davanti al suo viso.

Marinette non vuole stare con me” Abbassò lo sguardo affranto.

Plagg si schiaffeggiò da solo.

“Per l’amor del cielo, vuoi far funzionare quel cervello che ti ritrovi? Sai non è messo lì per riempire uno spazio vuoto.”

“Smettila, Plagg…e dimmi quello che mi devi dire.”

“Io non ti devo un bel niente, gattino.” Berciò acido incrociando le zampette in segno di dissenso.

“Invece si…dimmi che Marinette è Lady Bug!”

Se Plagg avesse avuto dei coriandoli a disposizione li avrebbe di certo sparati in aria e non si escludeva anche che della musica trionfante sarebbe stata suonata.

“Ce ne hai messo del tempo…”

“Si, ma perché farmi quello scherzo.”

“Chi la fa l’aspetti…chaton.” Marinette comparve dietro di lui mentre si torturava le mani e volgeva lo sguardo altrove mordicchiandosi il labbro inferiore.

Adrien le si avvicinò prendendole le spalle “Non fare così, principessa, o ti farai male.” Le sfiorò con le dita la bocca rosea e Marinette chiuse gli occhi per imprimere bene nella sua mente quel momento.

“Credo di essermelo già fatta da sola. E’ tutto sbagliato! Non dovevamo conoscere le nostre identità segrete.” Si scrollò via di dosso le mani di Adrien e si spostò di qualche metro volgendogli le spalle.

“Non prima di aver sconfitto Papillon…” Continuò rammaricata.

“Non possiamo più tornare indietro, Marinette. E…e mi dispiace che l’aver scoperto che sono io Chat Noir ti abbia delusa.” Adrien la oltrepassò andandosene da quella stanza.

“Che fai, vai da lui…” Le intimò Tikki.

“Ma, ma i-io…n-non posso…” Le arrivò uno schiaffò da parte della kwami, appena accennato, ma che la colpì dritta al cuore.

“Mi spiace, Marinete! Ora tu vai la lui e chiarite questa storia una volta per tutte.”

“Ma…ma…Chat Blanc…”

“Vedi Alix per caso? No…allora va da lui…è la tua ultima occasione, non ce ne saranno altre!”

*

“Adrien!! Adrien!!” Lo chiamò a gran voce vedendolo allontanarsi per poi voltarsi quando udì il suo richiamo.

Marinette ansimò, non per la corsa fatta, ma perché in quel momento il suo cuore stava pompando più sangue del previsto e l’aria iniziava a mancarle nei polmoni.

“Adrien…io…io…mi dispiace se ti ho fatto quello scherzo stupido, ma volevo solo ricambiarti con la tua stessa moneta, ti avrei solo spaventato, non mi aspettavo di scoprire che tu fossi Chat Noir. Non così…non doveva andare così. E’ tutta colpa mia.” Calde lacrime iniziarono a rigarle il volto, era dispiaciuta e affranta.

Era anche consapevole della sua delusione nell’apprendere che la sbadata Marinette, la ragazza che inciampava sempre su se stessa, era in realtà la super eroina parigina che tutti acclamavano.

“…ti ho deluso lo so…tu…tu ti saresti aspettata un’altra persona a ricoprire il ruolo di Lady Bug…”

“Non potevo chiedere persona migliore al mio fianco, milady.” La interruppe prima che potesse continuare a dire altro “…e ultimamente quando ti stavo accanto sentivo che c’era più di una semplice amicizia tra di noi. Non sono deluso, sono sollevato invece, perché finalmente posso dare un volto a quella maschera che lo copriva…” Sospirò prima di dirle un’ultima frase prendendo coraggio “…e se me lo permetterai…di starti anche a fianco non solo nella lotta contro Papillon, ma anche nella vita di tutti i giorni.”

Marinette ebbe un sussulto e le gambe le diventarono presto di gelatina, sfarfallò le ciglia un paio di volte perché non poteva credere a quello che aveva appena udito.

Allora Adrien posò delicatamente le labbra sulle sue, calde e morbide, che s’incastravano perfettamente come il pezzo di un puzzle.

Marinette ricambiò al bacio stringendo di più le mani con quelle di lui.

*

Passò qualche minuto, ma nessuno dei due dava cenno di potersi fermare o staccarsi, solo un seccato “Ehm..ehm” li costrinse ad aprire gli occhi e guardare chi li aveva appena disturbati.

“Oh! Colette…non è come sembra…” Mormorò Adrien piuttosto imbarazzato grattandosi la testa in maniera convulsiva.

“Mi spiace disturbarvi, ma devo andare a casa” Disse rammaricata.

Marinette guardò l’orologio sul suo telefono che segnava le diciotto in punto “Mia madre mi ammazzerà!” Si disperò isterica iniziando a tremare. “O peggio ancora non mi farà più uscire di casa.”

“Saremo in due ad essere in punizione allora” Rise di gusto, e non sapeva nemmeno perché lo trovava divertente.

“Andiamo, o la tua amica ci abbandona qua dentro.” Marinette gli prese la mano ed insieme si avviarono verso l’uscita scortati da Colette.

Una volta fuori, Adrien chiamò il gorilla che se ne stava ancora in macchina girando e rigirando per il quartiere in cerca del ragazzo.

“Ora arriva. Ti diamo un passaggio noi fino a casa.”

“Grazie…” Un tuono squarciò il silenzio e la pioggia iniziò a scendere copiosa.

Marinette prese l’ombrello nero e lo aprì sopra le loro teste.

Si strinsero un po' di più per cercare di bagnarsi il meno possibile.

“Questo ombrello si rivela sempre utile alla fine…”

“Se non mi avessi fatto quello scherzo ora non saremo qui.”

“Non ti ci abituare, è stato il primo e l’ultimo che ti farò.”

Mmm…per quanto mi riguarda, preparati a riceverne altri…” Adrien la guardò volgendole un sorriso sghembo “…per il resto della tua vita”.

*

FINE

*

Ciao a tutti! Lo so, oggi dovevo aggiornare RICORDATI DI ME, ma dovevo assolutamente scrivere questa one shot, e spero che vi sia piaciuta, purtroppo vado di fretta e non mi posso intrattenere oltre.

Attendo le vostre impressioni in merito.

Un abbraccio, Erika

  
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