Ci provi a tirare via la bocca, ma t’è impossibile, sai?
Quell’odore in grumi rossi basta a spostarti nello spazio tempo.
Annusi l’estate viva e i campi in raccolta. Agganci l’immagine della luce scorbutica del pieno sole e ti lasci toccare dai suoi raggi pieni e caldi, come l’abbraccio materno che non pensavi di ricordare più.
La punta dei denti -i tuoi disgustosi canini di bestia- vìola il primo inerme strato di pelle, mentre lei ti incita a farlo.
Lo vuole per te, lo sa che ti serve -quella piccola opportunista egoista- che senza di te non ci sa stare, che per la tua assenza afferma che ne morirebbe.
Ma che resisti a fare? Ti riconosci, ormai, in quelle creature cucite dall’oblio, perché puzzi di morte anche tu. E lottare contro te stesso non serve, ormai.
Il suo sangue ti chiama, t’avviluppa i sensi. Ne è bastata la prima infida goccia per trasformarti in un tossico, affamato e insaziabile.
Insaziabile di lei.
Per questo vai a fondo della carne tesa, alla ricerca del nettare divino che ti riporterà alla vita; per quanto tempo non lo sai.
Ma cosa importa?
Quindi affondi, stringi e succhi, vorace come un assetato disperso sull’arida terra desertica; la senti ansimare.
Lo fa nel tuo orecchio, l’odiosa.
Ti piace? No, di più. È indescrivibile quello che senti, mentre i suoi polsi così fragili scricchiolano sotto la tua presa.
Ne godi? Ancora di più. Lei arrossisce e geme e senza volerlo avvicina il corpo al tuo, sfregando senza coscienza né vergogna.
E tu vorresti solo svuotarla per chiuderla tutta dentro di te e intanto provi muta e arrogante vergogna.
Ti odi? Non è abbastanza. Come descrivere quanto schifo ti fai, per provare questo piacere così totalizzante?
Così disperato?
 
E dice che lo fa perché non ti permetterebbe mai di lasciarti andare, di incontrare la morte.
E tu la lasci fare, di offrirsi a te e di sfregare il suo corpo ancora acerbo contro il tuo.
 
Che ancor più della vita da vampiro, sarebbe innaturale privarti di lei.
Delle sue ossa fragili.
Del suo respiro docile.
Dei suoi occhi languidi.
E del suo sangue, zampillo del tuo paradiso.
 
Fra un attimo ti odierai, ma non importa, fintanto che ti prometti di non farlo più.
 
Però, a mentire, non sei stato bravo mai.
 

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Ho iniziato a leggere Vampire Knight secoli fa, non appena uscì il fumetto in Italia e poi, non so nemmeno io per quale motivo, lo abbandonai.
Giusto ieri ho cominciato a vedere la trasposizione anime su Netflix e niente è uscita fuori, dalla mia testa, questa robina qui giusto una mezz’ora fa, pensando a quello che deve aver provato Zero la prima volta che si è trovato costretto a bere il sangue gentilmente offertogli da Yuki. Spero che questo bislacco flusso di pensiero vi sia piaciuto.
 
Bri