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Autore: runami_ lu99    16/07/2021    4 recensioni
STORIA AD OC (ISCRIZIONI CHIUSE)
Fiore è nel caos da 500 anni, un perfido sovrano con un oscuro segreto mantiene il controllo su di esso con la violenza e la sottomissione, ma un gruppo di maghi riuniti dal destino riuscirà a riportare il regno alla bellezza di un tempo?
[Dal prologo]
"Se tu che stai leggendo queste righe, credi che il bene trionfi sempre sul male, ti conviene cambiare storia, perché questa non è una favola e quindi non esiste un lieto fine"
[Dal 34° capitolo]
"Il fischio dell'arma che fendeva l'aria vibrò nelle orecchie di 78 facendogli venire i brividi, e per un attimo quel sibilo gli sembrò come parole sussurrate provenienti da un'oscura creatura che di terreno non aveva nulla. Il medico abbassò lo sguardo soffermandosi sulla lama e, come a volersi beffare di lui, questa emise un tenue e lontano bagliore rossastro al di sotto dello strato di bende, proprio un attimo prima che il corpo del nemico venisse nettamente tranciato a metà."
[Dal 35° capitolo]
"I colori caldi del tramonto che prima brillavano in tutta fierezza, parvero spegnersi di colpo quando vennero in contrasto con le sue iridi gelide come il ghiaccio."
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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TRENTUNESIMO CAPITOLO:
SAGA DI KARETAO LAB: SALVATELA






Le orecchie fischiavano e la testa gli doleva in un modo allucinante, era ancora steso a terra ricoperto di schegge di vetro. Sentiva il suo stesso cuore rimbombare nella cassa toracica, ciò che però non riusciva a sentire era il resto dei rumori attorno a lui, con una mano si tastò un orecchio come a controllare che fosse ancora attaccato al resto del corpo, si guardò le dita meccaniche ricoperte di sangue e poi di colpo alzò lo sguardo dorato verso i compagni, verso Velvet.
–Velvet– sussurrò Nicolash vedendo la ragazza ancora bloccata alla croce di metallo in quella che una volta era una di quelle vasche cilindriche.
–Che cazzo è successo?– chiese Alèk risollevandosi da terra cercando di non barcollare: il frastuono che c'era stato poco prima aveva rimbambito tutti quanti, a causa di questo il loro senso dell'equilibrio era come scomparso.
–Ragazzi state tutti bene?– domandò Alexis inginocchiata mentre controllava le condizioni di Milah la quale aveva sofferto quel frastuono più di tutti. Tyson scosse la testa con un espressione di fastidio in volto.
–Più o meno– rispose tenendosi la fronte per il dolore. Priscilla si mise a sedere e intanto si toglieva alcuni pezzi di vetro dalle gambe imprecando per il male. Nicolash si alzò di scatto dirigendosi verso Rockbell, ma scivolò sul pavimento e barcollando in avanti cadde nuovamente a terra conficcandosi alcuni pezzi di vetro negli avambracci, fece leva su di essi per rialzarsi di nuovo e arrivò di fronte a Velvet, le tolse la maschera e la guardò. Dall'orecchio le scendeva un fiotto di sangue che ora le colava seguendo il profilo della mascella per poi sgocciolare all'altezza del mento. Anche Tecla si avvicinò preoccupata per la sorte della ragazza, così come tutti i compagni.
–Tiriamola giù svelti– disse il medico facendosi aiutare, Nicolash allargò le braccia per accogliere il suo corpo tra di esse e la posò a terra, le sollevò la testa con una mano e lei lo guardò stanca. Tecla si portò una mano al mento pensante.
–Avevi detto che l'avresti fatta tornare come prima– sbottò Neviski con tono alterato voltandosi verso di lei.
–Infatti stava andando tutto bene finché la vasca non è esplosa, in questo momento non ha recuperato neanche un quarto della sua magia, per lo meno ha riacquistato conoscenza e il problema ora è un altro...– si guardò attorno preoccupata scrutando il paesaggio attorno a lei.
–... Ora non c'è rimasta neanche una vasca intatta e senza quelle lei non può recuperare la sua magia– concluse dando la brutta notizia, i compagni si guardarono allarmati: cosa potevano fare adesso?
Nicolash abbassò lo sguardo guardando la compagna con occhi pieni di rammarico: si erano dati tanto da fare per cosa? Per vederla mentre rimaneva in quelle condizioni tutta la vita? Se fosse stato per lui si sarebbe mangiato il fegato dalla frustrazione. Era arrabbiato con se stesso per non essere riuscito a fermarla, ma soprattutto era arrabbiato con lei, perché a causa della sua testa dura e il suo orgoglio era finita in quella situazione di merda, serrò la mascella e chiuse il pugno sentendosi impotente.
–Velvet...– la richiamò Alèk, lei schiuse le labbra livide e sospirò lievemente.
–Vi avevo detto di non venire– disse flebilmente, tutti voltarono lo sguardo verso di lei stupiti nel sentirla parlare. Tyson si fece avanti con le braccia incrociate al petto e la guardò serio.
–E invece eccoci qua– il suo era un tono duro e fermo, tanto che Velvet capì che quella volta l'aveva combinata grossa.
–Tu ci puoi cacciare, ci puoi minacciare tutte le volte che vuoi, ma noi non ce ne staremo seduti a fare niente mentre tu ti fai ammazzare. Lo capisci Velvet? Noi correremo sempre da te se avessi bisogno di aiuto, siamo compagni merda!– esclamò leggermente alterato, la ragazza non disse niente si limitò solamente a guardare tutti i maghi attorno a lei e poi abbassò lo sguardo seriamente dispiaciuta per tutto quello che gli aveva fatto passare.
–So che vi ho fatto finire nei guai, ma la mia intenzione era esattamente l'opposto, volevo sistemare questa situazione da sola e invece ho peggiorato tutto, sono solamente riuscita a mostrarmi debole davanti a tutti voi– sussurrò: tutti sapevano che Velvet non aveva detto quelle parole solo per essere commiserata, ma perché le pensava veramente. Nicolash aggrottò le sopracciglia, in disaccordo con ciò che aveva appena sentito, delicatamente mise una mano sotto il suo mento e le voltò la testa verso di lui guardandola ad un palmo dal naso.
–Chiedere aiuto non significa essere deboli, significa conoscere i propri limiti– le disse fissandola intensamente negli occhi, lei rimase immobile qualche secondo immergendosi in quelle profonde iridi dorate e abbassò lo sguardo subito dopo, poi però Nicolash rimase di sasso quando lei le afferrò un braccio e si morse un labbro tremante, con l'altro stinse la sua maglietta all'altezza del petto. Tyson ebbe un brivido lungo la schiena e si rizzò dritto in piedi proprio di fronte a lei.
–Allora vi prego, Saph...– disse con tono disperato, alzò lo sguardo lucente, alcune lacrime si accumularono agli angoli dei suoi occhi poi colarono lente e inesorabili segnandole le guance con una scia brillante.
–... Salvatela– singhiozzò, a quelle parole qualcosa percorse il corpo di tutti i compagni come una scarica elettrica, Tyson serrò la mascella e inspirò profondamente sentendo l'adrenalina accumularsi all'altezza della gola. Si piegò sulle gambe raggiungendo la sua altezza e delicatamente posò un pugno chiuso sulla sua spalla.
–Contaci– rispose con un mezzo sorriso.
–Finalmente l'hai capito eh– disse Alèk incrociando le braccia al petto.
–Sei veramente una brutta testa dura lo sai?– la stuzzicò Priscilla.
–Volevamo sentirtelo dire da tempo– parlò Alexis contenta aiutando Milah ad alzarsi.
–Ora mettitelo bene in testa– disse quest'ultima sorridendo, la ragazza li guardò tutti spiazzata, poi si voltò verso il ragazzo che le teneva stretta.
–Lascia fare a noi– la rassicurò con espressione che trasudava sicurezza, per la seconda volta a Velvet si riempirono gli occhi di lacrime che però rispedì indietro e in seguito fece un cenno deciso con la testa.
–Non vorrei fare la guastafeste, ma non sappiamo dove sia sua sorella– intervenne Tecla timidamente. Rockbell cercò di sollevarsi di poco per attirare l'attenzione, anche se con fatica.
–Un tizio l'ha portata via insieme alla vasca, aveva un numero sul camice, ha detto che era lui che comandava qui e ha anche detto che se avessero avuto Saph allora io non sarei scappata quindi deve essere in questo ospedale– disse, Tyson venne attirato da quelle parole.
–Il capo eh?– chiese, poi si alzò, guardò Vanica e Serval ancora storditi per il frastuono di qualche minuto prima e fissò Nicolash.
–Tu pensa a loro, sei l'unico qui in grado di farlo, Tecla e io cercheremo questo tizio insieme a Velvet, se ha portato via Sapphire insieme alla vasca è probabile che sia l'unica ancora funzionante qua dentro, mentre per tutti gli altri...– guardò Milah e gli ritornò alla mente ciò che si erano detti qualche ora prima.
–Liberate tutti i prigionieri e fateli uscire, la maggior parte di loro non avrà magia perciò cercate di aiutarli come meglio potete, per farli tornare in sé ci vogliono le vasche che al momento non abbiamo, penseremo dopo ad una soluzione– concluse, i maghi annuirono, Nicolash caricò titubante Velvet sulla sua schiena aiutato da Tecla, Tyson vedendolo insicuro lo richiamò sottovoce.
–Tornerà normale, te lo prometto– sussurrò, il ragazzo lo guardò respirando pesantemente prima di accennare un sorriso.
–Spacca il culo a quella faccia di merda– rispose lui riferendosi al capo, Tyson fece un cenno con la testa e poi lui e Tecla partirono nella direzione indicata da Velvet. Nicolash si voltò verso i suoi due nemici facendo apparire la sua spada.
Shall we dance?– sibilò prima di partire alla carica senza lasciare loro il tempo di riprendersi.
Tyson guardò Velvet con la coda dell'occhio e la vide mentre con la testa girata scrutava il suo compagno menare fendenti contro i due avversari che si facevano sempre più piccoli e lontani.
–Non ha mai combattuto a mente lucida da quando te ne sei andata, anzi ha affrontato i suoi avversari con la preoccupazione di perderti, sfogando solamente la sua rabbia. Però ora che ti ha vista sveglia è sicuro che tu possa tornare come prima, la fiducia gli è ritornata...– Velvet si girò verso il mago dell'occulto ascoltando le sue parole.
–... Non perderà– la rassicurò serio guardando davanti a sé. La maga dell'elettricità abbassò gli occhi e l'ombra di un sorriso sembrò spuntarle in viso.
–Lo so– rispose semplicemente, poi di colpo le tornò alla mente quello che il capo di quel laboratorio le aveva detto qualche ora prima:

–Quindi devo supporre che non le interessa niente di quella maga eremita... com'è che si chiamava? Nani se non sbaglio, ora che non c'è più nessuno a proteggerla cosa le succederà se le mando contro i miei uomini–

Cominciò ad agitarsi tanto che Tyson dovette fermasi per capire cosa le stesse succedendo.
–Velvet che c'è?– domandò allarmato.
–Nani, hanno mandato qualcuno ad ucciderla, dobbiamo andare da lei– disse preoccupata per la sorte di colei che l'aveva cresciuta, ma Tyson sorrise a quelle parole e riprese la sua corsa.
–Il nostro compito è quello di cercare Sapphire– disse, la maga stava già per controbattere quando Tyson la interruppe continuando la sua frase con un tono divertito.
–Nani è più al sicuro di quanto pensi–


 
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Un paio di ore prima:

Fly my darling– la freccia di Demetra saettò contro una schiera di persone trafiggendo i primi crani che sbatterono a terra insieme al resto del corpo per poi venire calpestati brutalmente dalla mandria di persone che correva alle loro spalle.
–Tyson a prima vista non sembra uno troppo intelligente, ma dopo questa intuizione mi devo ricredere sulla parola– disse Noite accanto alla ragazza sbadigliando sonoramente.
–Può non sembrare, ma quel ragazzo è davvero furbo– rispose Ashdown.


Un paio di ore prima, poco prima di partire per Karetao Lab:

–Prima però dobbiamo accordarci su alcune cose– i compagni guardarono Tyson straniti.
–Cioè?– domandò Casper confuso.
–Qualcuno deve rimanere qui– continuò.
–Spiegati meglio– lo incoraggiò Noite.
–Se quelli che hanno incendiato il bosco stavano cercando Nani allora è molto probabile che chi li ha mandati, non vedendoli tornare, si faccia due domande e capisca che è successo qualcosa. Questa volta è stata fortunata perché siamo arrivati in tempo, ma se partiamo tutti per Karetao Lab nessuno può proteggerla e sicuramente Velvet ne soffrirebbe se le succedesse qualcosa– spiegò serio, i compagni lo guardarono.
–Ty ha ragione, non possiamo permettere a quei tipi di raggiungerla– lo spalleggiò Alexis.
–Io resto, se il luogo in cui dobbiamo andare è un ospedale preferisco starmene qui, non mi piacciono quei posti– si offrì Noite, Tyson fece un cenno con la testa e poi si voltò verso Demetra.
–Consiglio anche a te di rimanere qua– la ragazza lo guardò non capendo cosa volesse dire.
–Combattere negli spazi aperti è il tuo punto forte, la sotto non avrai molto spazio per muoverti e le tue ferite non sono guarite del tutto perciò ti conviene non rischiare– spiegò il ragazzo, Demetra ci pensò per qualche secondo.
–Io sto bene, comunque sia hai ragione, nei combattimenti al chiuso mi trovo in difficoltà, quindi rimarrò anche io– acconsentì. Si separarono subito dopo dandosi appuntamento proprio lì, una volta finito tutto. Demetra si avvicinò al ragazzo con la falce a passo felpato e lo richiamò schiarendosi la voce. Lui si voltò e la guardò.
–Non sono l'unica che deve fare attenzione. Non sapete cosa vi attenderà la sotto, non sapete quali nemici incontrerete, perciò vi prego state attenti– disse guardandolo serio, Tyson accennò un sorriso.
–Fidati, torneremo, voi aspettateci– rispose semplicemente voltandosi per unirsi al resto dei compagni e sparire tra i fitti arbusti della foresta.



–Chissà se c'è qualcuno degno di nota– disse Noite assottigliando gli occhi per scrutare meglio i soggetti che avanzavano lentamente, intanto Demetra continuava a scoccare frecce abbattendo tutta la prima fila di persone, tutte tranne una che con una nonchalance spiazzante schivò il dardo con un semplice movimento della testa e questo andò a colpire un soldato alle sue spalle. Il movimento attirò subito l'attenzione di Noite il quale sorrise divertito rigirandosi la sigaretta spenta tra le labbra.
–Quello lascialo a me– esordì voglioso di una bella lotta.
–Tu pensa agli altri– Demetra lo guardò leggermente spiazzata poi si voltò verso l'esercito che si faceva avanti sempre più in fretta.
–Saranno come minimo in seicento– disse, lui la guardò facendole un sorrisetto.
–Cos'è non ne sei in grado?– la stuzzicò, lei lo guardò di traverso con un sopracciglio alzato.
–Mi ritengo offesa dopo questa domanda– rispose caricando un nuovo attacco. Il ragazzo rise prima di scendere dall'albero su cui erano appollaiati, si diresse barcollando verso quello strano soggetto. Intanto Demetra udì il suono di passi alle sue spalle.
–Ti conviene stare in casa, tra poco la situazione si farà pericolosa qua fuori– disse la ragazza a Nani la quale si teneva le mani strette al petto preoccupata.
–Non saranno troppi?– le chiese.
–Te lo saprò dire tra qualche minuto– rispose la ragazza, strinse il suo arco e lo posizionò orizzontalmente poi scese dall'albero e afferrò una decina di frecce incoccandole aperte come un ventaglio, queste una volta lanciate si diressero contro i nemici, nessuna mancò il bersaglio e anche la seconda fila di soldati cadde a peso morto bagnando la terra di sangue. Nani guardò la scena con un misto di tristezza e dispiacere negli occhi.
–Sono Vasileias, ma sono persone anche loro, non ti senti in colpa ad ucciderli in quel modo?– chiese, Demetra si bloccò per qualche secondo poi si voltò verso di lei fissandola con occhi decisi.
–La violenza chiama violenza, in questo mondo marcio fino all'osso se non sei in grado di farti forza vieni schiacciato. La pietà non è un'arma con cui puoi cambiare le cose, è solo un atto meschino fatto nei confronti di chi è troppo testardo per imparare a fare del bene, perciò qualcuno si deve sporcare le mani. E se mai dovessi essere io quella ad essere schiacciata almeno avrò la certezza di aver combattuto fino alla fine, come un vero guerriero– le sue parole trasudavano gagliardia da ogni poro e Nani si sentì come investita da un uragano di maestosità. Nelle lettere che Velvet le aveva spedito in quei giorni le aveva raccontato dei suoi compagni, aveva detto che erano tutti molto decisi e sicuri di loro stessi, ma non credeva fino a quel punto.
–Ora capisco perché Velvet ti ammira tanto– disse semplicemente, Demetra scoccò l'ennesima freccia.
–Per lo stesso motivo per cui io ammiro lei– ribatté, la donna accennò un sorriso e si voltò per dirigersi verso la sua casa come lei le aveva detto lasciandola sola contro l'esercito. Vide Noite dirigersi verso i Vasileias incurante di quelli che cercavano di attaccarlo, Demetra sbuffò quando uno di loro si lanciò contro il compagno tentando di colpirlo, mirò tra gli occhi e subito dopo una freccia sibilò accanto all'orecchio di Noite colpendo il soldato che cadde ai suoi piedi, con nonchalance il mago lo scavalcò pestandolo, incurante dello schizzo di sangue che gli era finito sulla maglia bianca.
–Che mira– commentò sorridendo, qualcun altro provò ad attaccarlo, ma nessuno riuscì a sfiorarlo, Demetra incoccava le sue armi letali colpendo ogni volta il bersaglio con una precisione millimetrica, questi non capivano neanche da dove provenissero, troppo veloci da individuare. Noite si fece sempre più vicino al suo obbiettivo e dopo pochi secondi questo gli si presentò davanti: era un uomo piuttosto gracile e di media altezza, i capelli mossi e grigi erano tirati tutti verso il lato destro, questi gli andavano a coprire un occhio dalle iridi nere come la pece, un enorme orecchino pendente argentato gli sfiorava la clavicola su cui vi era un tatuaggio tribale, vestiva con una camicia bianca e un gilet nero su cui era appoggiato un cappotto dello stesso colore che gli arrivava fino alle caviglie, un papillon nero gli decorava il colletto, aveva dei pantaloni bianchi eleganti e delle scarpe con un tacco basso di pelle nera. Si fermò davanti a Noite e lo guardò con aria rilassata e un mezzo sorrisetto, la stessa che aveva l'altro.
–Hey amico, hai una sigaretta?– domandò il God Slayer, lo sconosciuto lo studiò, poi cercò nella tasca interna del suo cappotto e ne tirò fuori un pacchetto, lo aprì diede gentilmente la prima sigaretta al ragazzo di fronte a lui e l'altra se la mise tra le labbra accendendola con l'aiuto di un accendino, in seguito fece un gesto portando in avanti l'oggetto come a chiedere se volesse usufruirne.
–No, a me interessa solo averla in bocca– rifiutò con un cenno della mano. Alcuni soldati dietro lo sconosciuto avanzarono brandendo bastoni magici e spade, ma vennero fermati da un'occhiata di quello che doveva essere l'uomo al comando.
–Signor Lift, lui è un nemico dobbiamo...– disse un soldato.
–Lo so, non c'è bisogno che tu me lo dica, ma questo è un incontro tra gentiluomini perciò non è adatto a te, stanne fuori– lo interruppe, il soldato fece per ribattere ma una freccia gli trapassò la testa fuoriuscendo proprio dalla bocca semiaperta e poi cadde a peso morto, Lift lo guardò apatico poi spostò lo sguardo verso la collinetta poco più avanti mantenendo la stessa espressione.
–Sono in due perciò andate a prendere chiunque si trovi lassù– ordinò ai suoi uomini i quali non fiatarono e si misero in marcia sorpassandoli. Lift guardò Noite.
–Scusa l'interruzione, è sempre un problema insegnare le buone maniere a questi decerebrati– si scusò facendo un piccolo inchino. Il ragazzo sventolò una mano in aria.
–Ah, non preoccuparti, ora se non ti dispiace io lascerei da parte i convenevoli– disse, Lift sorrise.
–Sono d'accordo– confermò, si guardarono per pochi secondi prima di scattare in contemporanea in avanti per fare il primo attacco. Noite creò una sfera di luce nella sua mano destra e gliela scagliò contro, Lift sparì all'improvviso per poi riapparire subito dopo ad un palmo dal suo naso, il God Slayer scosse leggermente la testa confuso, poi tentò di schivare il colpo nemico, ma si accorse all'ultimo di non essere più in grado di muoversi e si guardò le braccia completamente bloccate da quelle che sembravano delle bende.
–Non pensi sia elegante? Grazie alla mia magia riesco a rendere sottile il mio corpo tanto quanto un foglio di carta– disse Lift assumendo parte della sua forma originale da un estremo della benda, cominciò a stringere e il peso della morsa gravò pesantemente sulle braccia di Noite il quale accusò il colpo.
–Elegante sì, ma non è una mossa intelligente la tua, intendo quella di spiegarmi che magia usi– gli disse, subito dopo dei fasci di luce oscura fuoriuscirono dalle fessure delle bende e Lift sciolse la morsa con un grido di dolore: il suo corpo dalle spalle in giù era coperto di bruciature e alcuni vestiti erano stati rovinati.
–Se tu sei come un foglio di carta allora con la luce intensa bruci velocemente, o forse mi sbaglio?– chiese ironicamente, Lift si guardò preoccupato per il suo outfit.
–Oh no, i miei vestiti erano tutti di marca, accidenti non posso girare vestito in questo modo ora, non è per niente decoroso– si lamentò cercando almeno di soffiare sulle ferite per alleviare il dolore. Noite sorrise.
–Sai il tuo comportamento mi ricorda quello di un mio amico, sarà per questo che mi stai simpatico– gli disse.
Fendenti del Dio della Luce!– poi però non gli lasciò un attimo di respiro, infatti ripartì alla carica sfoderando le sue tecniche nel corpo a corpo. Lift reagì nell'immediato diventando sottile e quasi invisibile, schivando e sgusciando attraverso gli spazi vuoti dei suoi attacchi come un serpente.
–Hai capito che puoi ferirmi con la tua magia, ma ti ostini a combattere nel corpo a corpo, o sei recidivo o sei solo stupido– disse Lift, cominciando a colpire le sue braccia, il suo punto debole, gli indumenti che le coprivano, comprese le bende si sfaldarono lasciando intravedere sotto di esse gravi bruciature. Noite fece una smorfia di dolore, ma non si fece scoraggiare. Tentò un altro gancio destro che Lift schivò passandogli accanto: proprio ciò che il God Slayer voleva che facesse. I suoi arti cominciarono a brillare sempre più intensamente e la luce oscura che li copriva si espanse colpendo anche Lift il quale per la seconda volta si ritrovò bruciacchiato, si ritirò immediatamente con un espressione corrucciata in viso: la sua stessa magia gli si stava ritorcendo contro e questa cosa la odiava a morte. Improvvisamente il viso del nemico si illuminò e ripartì all'attacco con un'idea ben fissa nella testa. Noite portò un braccio in avanti e scagliò un fascio di luce intensa abbastanza grosso da impedirgli la visuale. L'inconveniente della magia del suo nemico era che quando l'attivava diventava praticamente invisibile, in più si muoveva con grande agilità, un motivo valido per utilizzare un attacco ad ampio raggio.
Soffio di luce!– dalla bocca di Noite fuoriuscì un raggio di luce oscura, Lift saettò a sinistra schivando il colpo per poi aggrovigliarsi attorno ai polsi del suo avversario, serrò la presa in modo che questi arrivassero a toccarsi dietro la schiena ammanettandolo. Il God Slayer tentò di bruciarlo nuovamente con la sua magia, ma questa volta senza successo, la luce sparì e il corpo sottile di Lift era ancora intatto. Noite assottigliò gli occhi stranito, poi il nemico fasciò il suo corpo arrivando a stringergli anche il collo impedendogli di respirare. La sua testa tornò alla forma originale e si posizionò a mezz'aria proprio davanti al viso di Noite il quale lo guardò diffidente.
–Adoro vedere quella faccia sorpresa, non sei il tipo che si lascia trasportare troppo dalle emozioni vero?– non rispose alla domanda limitandosi a fissarlo, anche perché senza fiato: di solito era lui quello che gestiva le redini di una battaglia eppure in questa, la situazione si era completamente ribaltata. Guardò davanti a sé quel filo che doveva rappresentare il collo del suo nemico e improvvisamente capì.
–Vedo con piacere che ti sei accorto che ho aumentato lo spessore del mio corpo, in questo modo non puoi bruciarmi con il semplice calore se schivo i tuoi attacchi– disse Lift leggendo gli occhi avversari, Noite guardò verso il basso poi accenno un sorriso strafottente.
Soffio di luce!– l'ennesimo raggio partì dalla bocca del mago e si schiantò verso il suolo con un frastuono assordante, la potenza del colpo che impattò sul terreno creò un vortice di pressione che spedì entrambi i ragazzi in aria. Lift socchiuse gli occhi accecato e allentò la presa sui polsi dell'avversario la quale si liberò in un istante tornando a respirare. Con le mani libere ora poteva contrattaccare e così fece. Allargò le braccia e sui suoi palmi si crearono due sfere di luce oscura. Il nemico aprì gli occhi troppo tardi: vide il God Slayer piombargli addosso in un attimo e solo dopo si accorse dell'attacco dell'avversario. Noite unì i due palmi schiantando su entrambi i lati del viso di Lift il suo potente attacco, la testa del nemico, così come tutto il corpo fu avvolta da un esplosione di luce oscura che poi si dissipò un attimo dopo, lasciando solamente il corpo martoriato e fumante del nemico, questo cadde a terra con un tonfo sordo insieme a Noite, quest'ultimo si rialzò tastandosi le braccia doloranti e gli si avvicinò facendo un inchino.
–Grazie per aver combattuto con me– disse serio, con una mano afferrò la sigaretta che aveva ancora tra le labbra ormai disintegrata e la guardò un pò scocciato.
–Questa sigaretta è un pò come te– la gettò via tra i cumuli di terra nera ed erba color ocra.
–Brucia in fretta–







ANGOLO AUTRICE:

Ehm... già sta volta non so veramente cosa dire, non so nemmeno cosa fare se non scusarmi immensamente per il ritardo di... oh una settimana. Non sono sparita, sono sana sono salva e per tutti quelli che me lo hanno chiesto no, non ho intenzione di abbandonare la storia. Non è una scusa quella che vi sto per dire, ma io ho veramente pochissimo tempo per scrivere, il lavoro porta via più della metà della giornata, lavorando a tempo pieno mattina e pomeriggio anche 10 ore al giorno quando arrivi a casa l'unica cosa che hai voglia di farti è una doccia e dormire, anche se quest'ultima cosa viene meno quando io (persona furba e intelligente) al posto di farmi un pisolino o andare a letto ad un orario decente la sera mi metto a scrivere con il risultato che rileggendo il capitolo che ho scritto da mezza addormentata, trovo degli errori o meglio orrori che solo io so quali sono. Perciò se ne trovate vi prego avvertitemi perché potrebbero essermi scappati.
Comunque sia, spero che il capitolo vi sia piaciuto lo stesso!! Fatemi sapere cosa ne pensate! Il prossimo aggiornamento dovrebbe, ripeto... DOVREBBE essere il 24/25 Luglio come da programma, ma prendete questa data come punto di riferimento. Ah piccola anticipazione... alla fine di questa saga (che non manca poi tanto) dovrò fare un annuncio!! Non spaventatevi. Alla prossima!!
Hola
Lu!
  
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