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Autore: Chiccaxoxo    17/07/2021    1 recensioni
Ester, diciannove anni appena diplomata, figlia di uno scienziato di fama mondiale. Sia lei che i suoi amici sono irresistibilmente attratti dal lavoro di suo padre e dalle sue spettacolari invenzioni, nell'arco di un'estate, in un piccolo paesino, non potranno resistere alla tentazione di provarne alcune. Ho cercato di immaginare come potrebbe essere il mondo nel 3007.
Genere: Avventura, Science-fiction, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ester e Andrea discussero a lungo arrivando alla conclusione che le conseguenze del mancato attentato di Sarajevo non erano gravi, in fondo tutto si era risolto con la presenza di Ginni, anche se i due ragazzi non capivano come avesse fatto un attentato sventato due secoli prima a far nascere una persona in più due secoli dopo, per giunta in un paese diverso e in un contesto del tutto differente.

“Se ci pensi bene noi ci abbiamo guadagnato” disse scherzando Ester “Ci siamo ritrovati con un’amica in più.”

Ester era felice che tutto si fosse concluso nel migliore dei modi. Dopo l’esperienza vissuta con Giovanni e Jessica, aveva convinto suo padre a far iniziare i lavori per mettere sotto il controllo di Peter anche l’ottavo piano del Centro di Ricerca Koller. Gli scienziati si erano accorti che c’era stato un intruso e lei aveva sollevato la questione. Per quanto riguardava Jessica e Giovanni sembravano aver fatto pace ed essere tornati al loro rapporto di sempre, la ragazza ora sembrava un po' distaccata dal resto del gruppo, Ester aveva intuito che si sentiva in colpa per la sua azione impulsiva, ma se avesse voluto chiare lei sarebbe stata disposta ad ascoltarla d'altronde la prima a commettere azioni avventate era stata lei stessa. Ultimamente Jessica e Giovanni erano soliti starsene da soli, forse volevano semplicemente smaltire la tensione accumulata negli ultimi tempi. Ester si dedicò finalmente un po' allo studio, aveva deciso di ripassare i temi trattati nell'ultimo anno di superiori per questo decise di partire dalla Seconda guerra mondiale. Non è che magari sotto sotto sto ancora indagando? Non voleva distrazioni, era corsa allo scaffale dove teneva i dischetti di storia scacciando ogni pensiero dalla testa. Frugò dappertutto ma i dischetti non c’erano, Ester si passò un momento una mano tra i capelli pensando a dove poteva averli messi, cercò in salotto, nello studio dei suoi genitori, in camera di Cris, ma nessuno sembrava aver preso i suoi dischetti di storia. Rientrò in camera sua e guardò persino dentro l’armadio, era incredibile, i suoi dischetti sulla Seconda guerra mondiale erano spariti, eppure li aveva sempre tenuti insieme a tutti gli altri.

Alla fine decise di ricorrere all’aiuto del supercomputer: “Argon, sai dove sono i miei dischetti sulla Seconda guerra mondiale?”

Argon tacque qualche secondo, l'immaginazione di Ester lavorò facendole vedere i suoi circuiti che operavano, poi affermò: “Ripetere, prego, non conosco il termine Seconda guerra mondiale.”

La ragazza sospirò ripetendo la frase mente l'ansia iniziava a serpeggiare dentro di lei, il computer, come prima, fece passare qualche secondo ribadendo che non conosceva quell’evento storico.

“Argon, i tuoi circuiti sono tutti in perfetto stato?”

“Sì” rispose il computer “Non rilevo nessun dispositivo in avaria.”

Eppure, pensava Ester, il computer doveva essersi guastato, non era possibile che non ricordasse delle parole e poi non avvertisse di avere dei circuiti in panne, tutti i supercomputer erano programmati per avvisare se qualcosa in loro non funzionava.

“D’accorso, Argon, chiama mamma in ufficio.”

Enrichetta, pochi istanti dopo, era in comunicazione con la figlia.

“Ciao, Ester, dimmi pure”

“Volevo chiederti se qualcuno di voi ha preso i miei dischetti di storia, non riesco più a trovarne alcuni.”

“No, che io sappia” le rispose la madre “Comunque ora devo lasciarti, ho un sacco do lavoro da portare a temine.”

“Avverti papà che Argon ha qualcosa di strano, deve essersi guastato qualcosa.”

“Va bene” affermò Enrichetta sorridendo, poi salutò la figlia con un gesto della mano e interruppe la comunicazione.

Nessuno sapeva niente di quei dischetti, Ester uscì in giardino per parlare con Cris.

“Hai preso tu i miei dischetti sulla Seconda guerra mondiale?” domandò al fratello.

“Su cosa?” fece Cris aggrottando la fronte “Ma dico, Ester, hai trovato un nuovo passatempo, ti inventi le parole?”

“Non mi risulta che io stia inventando” la ragazza incrociò le braccia al petto guardando fisso il minore “Dimmi dove hai messo quei dischetti.”

“Io non ho preso nulla” replicò Cris “E’ inutile che cerchi informazioni su guerre che non esistono, come hai detto, Seconda guerra mondiale? Scommetto che ti è venuta in mente bevendoti qualche drink sottobanco al Gigawatt, certo che ne hai di fantasia!”

Ester rientrò in casa sbuffando, sentiva le gambe un po' molli e scosse da un lieve tremore. Entrò in camera sua e cercò di rimettere insieme tutti i pezzi del puzzle, il punto era: la Seconda guerra mondiale. I dischetti che trattavano di essa erano scomparsi, Argon e Cris non l’avevano mai sentita nominare, o almeno così dicevano. Ma lei aveva le prove che qual periodo storico era esistito, almeno avrebbe chiuso la bocca a suo fratello. Si trattava delle fotografie che aveva scattato a Berlino nel 1938, un anno prima che si verificasse l'evento storico. Ester estrasse le fotografie da dietro la spalliera del letto, le aveva nascoste lì il giorno in cui aveva usato StoriaJou – 01 e non le aveva più neanche guardate. La prima era quella che aveva scattato all’automobile, bene, quella c’era ma ancora non poteva considerarsi una prova, la seconda immagine ritraeva alcune persone con i vestiti dell’epoca, ancora però non dimostrava nulla sulla guerra. La terza foto era quella che aveva fatto alla Porta di Brandeburgo mentre si stagliava contro il cielo nuvoloso illuminata dal sole, certamente una bella immagine ma ancora non poteva essere considerata una prova. Passò oltre, si ritrovò tra le mani quella fotografia che ritraeva il balcone dal quale pendeva la bandiera con la croce uncinata, o meglio, questo era quello che si sarebbe dovuto vedere. La terrazza c’era ma non esisteva traccia della bandiera. Ester si avvicinò esterrefatta la fotografia agli occhi, non riusciva a crederci, aveva immortalato quel balcone a causa della bandiera e ora di essa non si vedeva nemmeno l’ombra. Sconvolta, la ragazza passò in esame le altre fotografie, esse avrebbero dovuto mostrare la sfilata di uomini e mezzi avvenuta nell’immenso viale, invece si notava che la strada era completamente deserta, la calca di persone urlanti non esisteva, c’era solo qualche passante isolato e un paio di vetture dell’epoca. Nessun soldato, nessun carro armato, vuoto totale. Ester credette di impazzire, quella non era la Berlino che aveva visto lei, era sicura di non aver fotografato per ben tre volte un viale deserto e un balcone spoglio. Da quelle immagini si deduceva che del nazismo non c’era stata neanche l’ombra. La ragazza ricordava benissimo i quattro uomini armati che l’avevano inseguita fino alla macchina del tempo, eppure quelle fotografie dimostravano che tutto ciò non era mai accaduto. La Seconda guerra mondiale non era mai scoppiata, a questo punto era chiaro. Il mancato attentato di Sarajevo aveva causato molti più sconvolgimenti, la nascita di Ginni non era che la punta dell’iceberg. Forse, alla fine, potrebbe essere stato anche un miglioramento. Ester si mise a frugare tra i suoi dischetti di storia per scoprire quali altri cambiamenti erano avvenuti . Quello che apprese fu sconcertante, non c’erano mai stati neppure la Prima guerra mondiale, la Guerra fredda, l’unica cosa negativa era stata la presenza del regime fascista in Italia che era finito nel 1960 anziché nel 1945. Tutto questo era accaduto solo per aver spostato una tegola. Ester si sentì un poco sollevata, alla fine la storia aveva preso una piega ben più positiva, sorrise decidendo di dare la notizia ad Andrea. Piombò tutta felice a casa sua trovando lì anche Giovanni. Ester fece guardare i dischetti ai due ragazzi, mentre lo facevano notò che Andrea era totalmente preso dalla gioia come lei al contrario di Giovanni che non faceva trapelare nessuna emozione e se ne stava pensieroso con il mento appoggiato sulla mani destra.

“Nessuno ha mai sentito parlare dei fatti che conoscevamo prima” disse Ester raggiante: “Questa volta siamo finiti po' con il sistemare le cose, dovremmo dirlo a Jessica magari smetterà di sentirsi in colpa, ma questo non significa che siamo autorizzati a usare la macchina del tempo a sproposito tutte le volte che desideriamo, è stata solo fortuna.”

“Ragazzi, non so se vi rendete conto, stavolta siamo finiti col compromettere seriamente il corso della storia” affermò Giovanni pensieroso.

“Beh, ma alla fine, la mia sbadataggine ha finito per salvare molte vite” rispose Andrea.

“Mi duole dirvelo, ma dobbiamo tonare nel 1914 a correggere l'errore che abbiamo commesso” affermò Giovanni sospirando mentre gli altri due lo guardavano attoniti: “ Non si può giocare con la storia, se tutti avessero una macchina del tempo e facessero come noi, nessuno sarebbe più certo del passato, esso si modificherebbe continuamente. Chi non conosce il passato è destinato a riviverlo, se noi ora neghiamo agli uomini la conoscenza di determinati avvenimenti può darsi che tutto quello che è accaduto durante quel secolo avvenga in seguito, magari anche ai giorni nostri, e con le tecnologie che ci sono ora una guerra sarebbe molto più distruttiva. Noi alla fine non siamo nessuno per cambiare la storia e modificare io destino del mondo, anche se ciò a prima vista sembrerebbe la cosa giusta da fare.”

“Hai ragione, Giovanni” fu costretta ad ammettere Ester “Papà è uno scienziato ed il primo ad affermare che usando una macchina del tempo bisogna interferire il meno possibile, e questo è quello che ha fatto lui andando in Egitto.”

Alla ragazza venne in mente quello che le spiegò una professoressa anni prima, quando si trovava ancora in terza superiore. L'insegnante affermava che la storia e l'evoluzione dell'uomo e come se avessero delle tappe obbligatorie da cui devono passare per forza o prima o dopo. Determinati avvenimenti storici, per quando sbagliati possano sembrare, a volte rappresentano la chiave per far prendere la strada giusta al futuro, anche a quello molto anteriore. Se queste tappe vengono meno sono destinate a verificarsi comunque in tempi diversi rispetto a quando avrebbero dovuto causando molti più danni e mandando l'umanità in una direzione errata. Giovanni e Andrea la ascoltarono molto interessati ma anche parecchio tristi. Prendere una decisione corretta, stavolta, avrebbe significato essere maturi, Andrea sorrise guardando l sua amica con ammirazione. Ester era tornata a casa con quell’obiettivo e con il sorriso di Andrea stampato nella mente. Il problema maggiore era raggiungere StoriaJou – 01. La macchina era sempre al Centro di Ricerca Koller e, di lì a poco, non sarebbe stato più possibile introdursi nell’edificio, se solo non avesse convinto suo padre a mettere sotto il controllo di Peter anche l’ultimo piano! Ester, quella sera mentre serviva drink ai clienti del Gigawatt ascoltando Andrea cantare, pensava a cosa poteva fare per permettere al mondo di tornare come era destino che fosse. Tutti continuavano la loro vita, ignari che quelli non erano loro e che la storia che conoscevano e la situazione attuale erano frutto di un errore, di un caso, di una tegola che non era rimasta dove doveva essere, ogni cosa, agli occhi di Ester, era come se fosse una grande illusione, una specie di realtà virtuale dentro cui si muoveva il mondo intero, escluse quattro persone. E ora era loro compito permettere al mondo di riprendere la giusta strada. Tre giorni dopo avere appreso l’incidente storico, Ester decise che era arrivato il momento di agire. Volle discutere prima il piano con Andrea e, per far ciò, i due amici si ritrovarono a casa sua.

“Dobbiamo pensare a come fare per raggiungere la macchina del tempo” affermò Andrea.

“L’ultimo piano non è ancora controllato da Peter” disse Ester “Ma io non riesco davvero ad arrampicarmi, per otto piani, aggrappata ad una grondaia.”

“Neanche io” concordò l'amico “Sinceramente non capisco come abbiano potuto farlo Giovanni e Jessica.”

“L’unico modo è entrare nel centro dalla porta, normalmente.”

“Ma ci vedranno tutti, Ester, come faremo a raggiungere la macchina del tempo ed usarla?”

“Entrare per noi non sarà un problema” spiegò la ragazza “Io ho via libera perché sono la figlia del più importante scienziato, tu perché sei mio amico, con questo sistema riusciremo a penetrare anche nel locale dove tengono StoriaJou – 01, si trova al sesto piano. A qual punto si dovrà scoprire se la macchina è sotto il controllo di Peter, magari chiedendolo semplicemente, se non è così ci saliamo sopra e partiamo senza dire niente, altrimenti dovremo inventare una scusa per indurre coloro che troveremo nella stanza a slacciare i collegamenti.”

“Comunque tuo padre verrà a sapere ciò che abbiamo fatto, sarà inevitabile.”

“Io aveva già previsto anche questo” dichiarò Ester “Ho memorizzato in Argon il contenuto dei dischetti di storia che la illustrano così come è ora, ovvero del tutto cambiata, in questo modo potrò fare vedere a mio padre come sarebbe stata la storia se noi non fossimo tornati nel 1914, a quel punto i dischetti originali saranno scomparsi ma Argon ne conserverà la registrazione. Forza, Andrea, al nostro ritorno riscopriremo il mondo che procede nella sua giusta direzione.”

 

   
 
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