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Autore: luvsam    22/07/2021    0 recensioni
Quella mattina il buonumore di Dean gli stava dando veramente ai nervi e Sam avrebbe dato qualsiasi cosa per farlo tacere, ma papà era ancora arrabbiato per la scenata del giorno prima e non poteva certo permettersi di iniziare un combattimento anche con suo fratello.
E dire che fino a poche ore prima si era sentito davvero felice perché il coach Maverick aveva diramato le convocazioni per la finale di calcio under 16 ed era dentro, non poteva crederci. Era stato su di giri per tutta la giornata discutendo con i suoi compagni degli avversari, di schemi ed eventuali rigoristi, e già si immaginava a correre sul campo.
Uscendo da scuola aveva visto l’Impala e aveva riconosciuto subito suo padre. Era una rarità che andasse a prenderlo alla fine delle lezioni e aveva pensato che ne avrebbe approfittato subito per chiedere il permesso per andare ad Austin con la squadra, ma qualcosa nella postura rigida del genitore lo aveva messo in allarme. Si era avvicinato e aveva riconosciuto il signor Rhodes e da lì tutto era andato storto.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Famiglia Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“No, papà, non andrai senza di me. Non mi importa cosa dice Fedora o come cazzo si chiama! Come puoi solo pensare che resti qui e non ti guardi le spalle da un demone che ha preso mio fratello e che ti vuole fare a pezzi?”
Le urla di Dean riempirono di nuovo la casa di Bobby e l’uomo guardò in direzione della porta della biblioteca, che John si era preoccupato di chiudere prima di parlare con suo figlio maggiore. Sentì la voce del suo amico e poi la risposta furiosa del ragazzo:
“Non ti ho mai disubbidito, papà, mai, ma questa volta non prendo ordini. So che ti sto deludendo in questo momento, ma quello che mi stai chiedendo non succederà. Ci penserà Bobby, lui ci riporterà indietro perché io vengo con te”.
Lenora sorseggiò lo scotch che aveva chiesto al padrone di casa e commentò:
“La sta prendendo bene”
“Con tutto il rispetto, signora, ma che cosa ti aspettavi? Sono i Winchester e se uno salta, saltano anche gli altri”
“Anche il più piccolo del clan?”
“Sam può volere qualcosa di diverso dalla caccia, ma non mettere in discussione la sua lealtà nei confronti della sua famiglia, non esiterebbe un attimo nel lanciarsi nella mischia per difendere suo padre e suo fratello”
“Sembra che tu li conosca bene”
“Da quando Sam portava i pannolini e Dean era un soldo di cacio”
“E’ sempre stato così legato a suo fratello?”
“Quei due sono due gemelli nati a quattro anni di distanza. Non dimenticherò mai la prima volta che sono venuti qui, Dean era un falco e non mi ha permesso di avvicinarmi a Sam per settimane. Aveva solo quattro anni, ma uno sguardo da killer quando, secondo il suo giudizio, ero troppo vicino a suo fratello”
(inizio flashback)
“Dad”
John sbarrò gli occhi al primo richiamo di suo figlio maggiore e si voltò immediatamente verso di lui.
“Dean, che succede? Hai fatto un brutto sogno?”
“No”
“Devi andare in bagno?”
“No”
“Hai sete?”
“Nemmeno”
“Allora che c’è?”
“Tu mi hai detto che, se c’è qualcosa che non va, io posso venire da te e dirtelo”
“Sì, Dean, è così. E’ qualcosa di molto importante o me ne puoi parlare domani mattina?”
“E’ importantissima”
John si passò stancamente una mano sul viso, poi disse:
“Okay, se è importantissima, allora ti ascolto. Dimmi tutto”
“Papà, chi è questo signore e perché siamo a casa sua?”
L’ex marine si disse che doveva spiegare a suo figlio la differenza tra le cose urgenti e quelle che non lo sono, ma rispose comunque alla domanda.
“Bobby è una persona che mi sta aiutando e visto che avevamo bisogno di un posto dove stare, ci ha ospitato”
“Non mi piace”
“Perché?”
“Non mi piace e basta”
“Non è una gran risposta, ma, se mi dici che cosa c’è che non va, posso provare a migliorare le cose”
“Voglio andare via”
“Dean, ho bisogno di Bobby in questo momento e lui è stato molto gentile a darmi un lavoro e un tetto. Dovresti essergli grato e non arrabbiarti con lui”
Il bambino sospirò, poi gettò un’occhiata al fagotto che dormiva tra lui e il padre.
“Non piace nemmeno a Sammy”
L’uomo sorrise e chiese:
“E come lo sai? Tuo fratello non parla ancora”
“Io lo capisco e mi ha detto che gli sta antipatico”
“Dean”
“Andiamo via, papà, per favore”
“Lo faremo appena possibile, promesso”
“Domani?”
“No”
“2 giorni?”
“Dean, smettila”
Il tono un po' più alto dell’uomo fece svegliare il suo bambino più piccolo, che spalancò gli occhi e prese ad agitarsi.
“Diglielo, Sammy, dì a papà che non vuoi il latte da quel tipo”
“E’ questo il problema, ragazzo? Sei arrabbiato perché Bobby si è offerto di dare la bottiglina a tuo fratello mentre io finivo di riparare quell’auto?”
“Non lo deve toccare, Sammy non è suo”
“Certo che non è suo, è tuo fratello, ma Bobby voleva solo dare una mano”
Quasi come se capisse di essere il soggetto della conversazione, il bambino si agitò di più e iniziò a piagnucolare in attesa che qualcuno gli desse le giuste attenzioni.
“Ehi, cucciolo, che c’è? Papà e Dean stanno parlando troppo forte e tu non riesci a dormire?”
John si fece afferrare un dito dalla manina di suo figlio minore e gli sorrise.
“Tranquillo, va tutto bene”
“Come è piccolo”
“Crescerà”
“E giocherà con me?”
“Sono sicuro che lo farà”
“Papà?"
“Che c’è?”
“Non voglio che quel signore gli dia da mangiare e non lo deve nemmeno prendere in braccio”
“Ti ho già detto che quel signore si chiama Bobby e tu devi comportarti bene perché sei in casa sua. Se ti infastidisce che si avvicini a Sam, allora gli chiederò di non farlo, ma resto del parere che sia una brava persona e non si merita le tue occhiatacce. Ti ha portato anche dei dolcetti stamattina e mi è sembrato che ti piacessero”
Dean fissò suo padre e poi ammise:
“Sì, erano buoni e volevo farli mangiare anche a Sammy, ma continuava a buttare fuori dalla bocca quello che mettevo dentro”
“Tuo fratello non può mangiare il cibo dei grandi”
“Lo so, gli ho dato delle briciole piccole piccole”
“Sono sicuro che tu l’abbia fatto, ma è davvero troppo presto per fargli mangiare i dolcetti”
“Gli zuccherini gli piacevano”
Sam confermò le parole del fratello maggiore con un ampio sorriso e John disse:
“Sembra che sia d’accordo con te”
“Dirai davvero a Bobby di star lontano dal mio fratellino?”
“Domani mattina gli parlerò”
“Papà?”
“Che c’è ancora?”
“Adesso ho un po' sonno”
“Allora chiudi gli occhi. Buonanotte, ometto”
L’uomo fece per alzarsi, ma suo figlio maggiore lo afferrò per un braccio.
“Dove vai?”
“Sammy ha gli occhi spalancati e non credo che tornerà a dormire molto presto, quindi pensavo di portarlo a fare un giretto in macchina”
“Vengo anche io”
“Dean”
“Mi addormento con Sammy, promesso. E poi lo sai che è abituato ad avermi vicino a lui quando viaggiamo”
John sorrise e disse:
“Okay, allora famiglia Winchester in marcia”
L’uomo tirò su suo figlio minore e lo avvolse in un plaid, poi diede la mano a Dean e gli fece cenno di tacere mentre lasciavano la stanza.
Dopo pochi minuti Sammy era sistemato nel suo seggiolino e ridacchiava per le boccacce che gli faceva suo fratello e l’aspirante cacciatore avviò il motore.
Iniziò a girare senza meta nei dintorni di Sioux Falls sperando che il sonno avrebbe raggiunto presto i suoi bambini perché era molto stanco, ma entrambi sembravano avere altri progetti.
“Ehi, Dean”
“Sì, papà”
“Avevi detto che avresti dormito”
“E’ Sammy, continua a ridere e non ci riesco”
“Forse ride perché tu gli fai le smorfie?”
“Mi piace quando ride”
“Piace anche a me, ma sono le tre del mattino e dovremmo tutti essere a letto”
“Okay, papà”
“Ti metti giù e chiudi gli occhi?”
“E chi guarda Sammy?”
“Lo faccio io, puoi stare tranquillo”
Dean sbadigliò e si stese suscitando l’immediato disappunto di suo fratello, che sputò via il ciucciotto e prese a sgambettare nel sediolino.
“Sammy, sono qui”
Il bambino si tirò di nuovo su e chiese:
“Mi vedi adesso, peste?”
“Giovanotto, cerca di dormire”
“Okay, buonanotte, papà, ‘notte, Sammy”
“Buonanotte, Dean”
L’ex marine guidò ancora per circa venti minuti, poi ritornò nel cortile del Singer Salvage. Spense il motore e si voltò a guardare i suoi figli addormentati sul sedile posteriore sentendosi, nonostante tutto, un uomo fortunato. Scese dall’auto e andò a sganciare le cinghie del sediolino del più piccolo. Lo prese in braccio, poi si chinò a raccogliere anche l’altro figlio, che in automatico si arrampicò sul padre appoggiandogli la testa sulla spalla.
“Funziona sempre, eh?”
“Scusa, ti ho svegliato”
“No, tranquillo. Vuoi una mano?”
John esitò un attimo, poi rispose:
“Grazie, ma ce la faccio”
(fine flashback)
Bobby sorrise a quel ricordo mentre Lenora finiva il suo scotch.
“John ci sta mettendo troppo tempo”
“Lo convincerà, vedrai”
“Non posso aspettare che plachi i capricci di suo figlio”
Lenora si alzò e irruppe nella biblioteca.
“Ascoltami bene, ragazzo, la situazione è semplice: più tuo fratello resta con Abyzou, più le nostre possibilità di successo calano. Ammiro il tuo attaccamento alla tua famiglia, ma, come ho spiegato prima a tuo padre, servono due persone per riportarci indietro. Se tu venissi con noi e rimanesse solo Bobby, dovrebbe scegliere chi salvare e chi far morire e tralasciando me perché sarei la prima dei non eletti, in ogni caso non potrebbe aiutare te e tuo padre contemporaneamente”
“Ci deve essere un altro modo”
“Non c’è! Ti concedo ancora qualche minuto e poi voglio una risposta”
Lenora si voltò e ritornò a sedersi accanto al camino.
Il silenzio tornò sovrano e dopo poco John ricomparve in salotto. Attraverso la porta aperta il padrone di casa intravide Dean con i gomiti appoggiati alle ginocchia e la testa fra le mani e chiese:
“Ha ceduto?”
“Sì, ci raggiunge tra un attimo in modo che tu possa spiegarci il tuo piano. Sam è ancora tranquillo?”
“Sì, ma dobbiamo muoverci! Ragazzo, aspettiamo te, datti una mossa”
“Dagli tregua, Lenora, è molto difficile per lui”
“Sarà molto più difficile per Sam resistere ancora a Abyzou”
L’uomo sospirò e tornò da Dean per sollecitarne la presenza in salotto.
“Ho sentito, papà, arrivo”
Il giovane si alzò dal divano e seguì il genitore. Incrociò lo sguardo con Lenora, poi chiese:
“Che cosa devo fare?”
“Per il momento nulla, voglio prima provare a svegliare Sam, poi, se non ci dovessi riuscire, passeremo al piano B. Venite sopra con me, ma devo chiedervi di non fermarmi, anche se quello che vedrete non vi piacerà”
“Che cosa vuoi dire?”
“Voglio carta bianca da tutti e due”
John si voltò verso il figlio maggiore e gli disse:
“Se non te la senti, puoi…”
“Sarebbe meglio che venissi invece, conto molto sul legame tra te e tuo fratello. Sentire anche la tua voce potrebbe convincerlo a reagire”
“Va bene, papà, ce la posso fare, voglio aiutarti”
Il cacciatore regalò una veloce carezza al figlio e poi gli disse:
“Andiamo a riprenderci Sammy”
Dopo qualche minuto i tre erano di nuovo al capezzale del ragazzo e la donna si sedette sul lato sinistro del letto accanto a lui. Chiuse gli occhi e gli prese la mano.
Rimase in silenzio per una manciata di minuti, poi scosse la testa e disse:
“John, vieni qui”
“Che cosa devo fare?”
“Prendigli l’altra mano e chiamalo, non riesco sentirlo”
“Che vuol dire che non lo senti?”
“Percepisco solo Abyzou”
“Che vuol dire? Sammy è morto?”-urlò John
“No, è ancora vivo, ma non mi risponde quando lo chiamo e non è un buon segno. Parlagli, fallo reagire”
L’uomo inspirò profondamente, poi strinse forte la mano di suo figlio e disse:
“Sammy, mi senti? Sono papà. So che sei spaventato e ferito, ma quello che ti ha detto quel demone non è vero. Io voglio che ti svegli e torni da noi”
“Di che cosa stai parlando?”
“Ne discuterete dopo-disse Lenora lanciando un’occhiataccia a Dean- ora dobbiamo concentrarci su tuo fratello”
“Sammy, ti prego, torna da me”
Il più anziano dei Winchester provò a lungo a far reagire il suo ragazzo, ma quest’ultimo rimase incosciente nonostante il fatto che anche il fratello avesse iniziato a chiamarlo senza sosta.
“Lo senti?”
“No, non ancora”
Dean si inginocchiò accanto al padre e tentò di nuovo.
“Sammy, devi reagire, devi combatterla”
Passarono ancora alcuni minuti, poi Lenora sorrise e disse:
“Eccoti, finalmente. E’ confuso e debole, John, Abyzou  gli ha tolto molte energie”
“Dai, figliolo, non mollare”
“Svegliati, fratellino, andiamo”
Improvvisamente la donna impallidì e mormorò:
“No, è tornata, Abyzou lo sta attaccando”
“Sammy”
Il ragazzo si irrigidì e ricominciò a urlare.
“Lasciatelo, John, interrompete il contatto”
“Cosa?”
“Ci ha sentiti, smettete di chiamarlo”
L’uomo fece immediatamente quello che gli era stato detto imitato dal suo primogenito, poi fissò inorridito la copiosa emorragia dal naso del figlio minore. Prese un fazzoletto e glielo mise sotto le narici tentando di contenere il sangue.
“Aiutalo, ti prego- implorò Dean-farò tutto quello che vuoi”
La donna guardò i due Winchester, poi appoggiò la mano sulla fronte del ragazzo steso davanti a lei e come era accaduto in precedenza, riuscì a riprendere in mano la situazione. Si chinò su Sam e iniziò a sussurrargli all’orecchio parole di conforto. L’adolescente ansimò per un po', poi iniziò a calmarsi e si rilassò.
Lenora interruppe a sua volta il contatto e si voltò verso John:
“L’abbiamo fatta incazzare. Ha capito che cosa stavamo cercando di fare ed è tornata alla carica”
“E’ ancora con Sam?”
“No, è lontana. L’ho di nuovo respinta, ma non posso continuare a farlo, potrei uccidere tuo figlio”
Lenora accarezzò l’adolescente e disse:
“Non abbiamo scelta, John. Sam non troverà da solo la strada per tornare, dobbiamo andare a prenderlo”
“Sono pronto”
“Non lo sei, credimi. Ti devo preparare perchè avremo una sola possibilità e non possiamo commettere errori”
“Puoi essere più specifica?”
“Venite giù con me”
John e Dean si scambiarono un’occhiata e Lenora capì al volo che cosa stavano pensando.
“So che non vorreste lasciarlo, ma dovete farlo. Vi assicuro che al momento Abyzou è tranquilla, deve ricaricare le batterie!”
“Lenora, io…”
“Lo capisco, John, so bene che cosa stai provando, ma non posso darvi più di cinque minuti”
“Grazie”
Non appena furono soli, l’uomo riprese tra le braccia il figlio incosciente e Dean gli ripulì il viso dal sangue.
“L’emorragia si è fermata?”
“Sì”
John guardò entrambi i suoi ragazzi, poi li strinse in un forte abbraccio e mormorò:
“So che non ve lo dico spesso, ma vi voglio bene”
   
 
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