Nei giorni a seguire l’argomento principale in famiglia era solo uno, il matrimonio di Sophie e Peter.
Georgie e Maria, nonostante mancasse un anno all’evento, non facevano altro che parlare di corredo, abito da sposa, lista degli invitati e sistemazione della nuova casa che doveva ancora avere le fondamenta.
Abel era spesso dal padre di Peter per discutere di soldi e proprietà ed Eric, felice di aver visto passare la sua storia con Daisy in secondo piano, si divertiva a prendere in giro il suo amico con battute d’ogni genere.
Sophie, dal canto suo, sembrava farsi scivolare tutto addosso, la mattina andava in sartoria, il pomeriggio dipingeva e la sera vedeva Peter che le parlava della casa, del matrimonio e di figli.
Un pomeriggio ritornava dal fiume con una tela in mano, era stata a dipingere uno scorcio di natura e incontrò Arthur che, col carro, andava in paese.
-Vieni – le disse – come mai a piedi?
-Volevo passeggiare – rispose lei salendo – ho dipinto questo angolo di fiume.
-Sei sempre più brava – sorrise Arthur osservando il disegno – fai bene a coltivare questa tua passione.
-Finalmente – esclamò Sophie soddisfatta – qualcuno che non mi parla di corredo e di cerimonia nuziale!
-È normale che ne parlino – rise Arthur – è la notizia della settimana!
Sophie stingeva forte i suoi pennelli ed aveva lo sguardo basso, lui capì che qualcosa la rendeva triste, dolcemente le sussurrò:
-Cosa ti angoscia cara?
Lei lo guardò con quei grandi occhi ormai pieni di lacrime:
-Nessuno si preoccupa di come sto, tutti invece mi dicono di cosa mi devo occupare… della futura casa, dell’abito da sposa, anche Peter non parla d’altro!
Arthur le accarezzò i capelli, le asciugò il viso poi le disse:
-Il matrimonio è un passo importante nella vita di una ragazza, se si vuole veramente bene all’altra persona non c’è niente di più bello che dividere le gioie e i dolori che ci riserverà il futuro. E tu sei convinta di fare questo passo Sophie?
-Certo – rispose con impeto – è questo che vi aspettate tutti da me!
-Ma non devi sposarti per fare un favore agli altri! – disse subito Arthur con rammarico – Nessuno ti obbliga.
-Non fraintendermi – lo supplicò lei –io voglio bene a Peter, è tutto il contorno che m’infastidisce.
-E allora – le spiegò Arthur con calma – parla con tua madre e dille di non intromettersi troppo.
Sophie continuava a guardarlo senza dir nulla.
-Non è solo quello, vero? – chiese lui – Non sono i preparativi che ti angosciano?
-È successo tutto così in fretta – iniziò Sophie – devo solo abituarmi ma sono felice.
Arthur la guardava perplesso, sentiva in cuor suo che la ragazza non gli aveva confidato proprio tutto e forse c’era dell’altro che la turbava.
Giunti in prossimità dell’abitazione lei disse subito:
-Ora sono arrivata, scendo qui. Grazie del passaggio, a presto!
Saltò giù e corse verso casa salutandolo con la mano.
Arthur riprese il suo cammino e pensava:
-Mia piccola Sophie, farei di tutto per vederti felice, ho sempre seguito i tuoi passi nell’ombra, per non intralciare la tua vita serena ma sappi che se ti accadrà qualcosa di spiacevole sarò il primo a difenderti, come solo un padre può fare.
E frustato più forte il cavallo corse veloce verso il villaggio.
Arrivata a casa, Sophie trovò nonno Fritz che era passato a trovarli, stava in cucina che parlava con Abel e Georgie.
-Nonno – gridò vedendolo – guarda cosa ho dipinto al fiume!
Aveva infatti in mano la tela con i pennelli.
-Sophie - la chiamò lui – ma io devo farti le congratulazioni per il matrimonio.
-Ho utilizzato i tuoi pennelli – sussurrò la ragazza mostrandogli il dipinto con orgoglio.
Fritz lo osservò ma Georgie disse subito:
-Il nonno dovrà partire, Sophie. Fra tre mesi s’imbarcherà per l’Europa e starà fuori per due anni.
-L’Europa? – domandò Sophie sbalordita – Per così tanto tempo …
-Il Governo mi rimanda a Londra – spiegò Fritz – ma per un breve periodo. Dopo dovrò viaggiare in Francia e in Italia, mi stabilirò a Roma. Sono rammaricato ma al tuo matrimonio proprio non potrò essere presente.
-A Roma – sussurrò Sophie – dall’altra parte del mondo.
-Ci scriveremo – disse il conte – e quando tornerò sono sicuro avrai già un bel bambino da presentarmi.
Sophie si era ammutolita, in quell’istante entrarono Eric e Daisy di ritorno dal villaggio.
-Il futuro dottore! – esclamò Gerald andando loro incontro.
-Nonno Fritz! – disse il giovane, poi rivolgendosi a Daisy – Per me lui è come un vero nonno.
Gli presentò la sua ragazza poi si misero a parlare tutti insieme, il conte era curioso di sapere degli studi e degli esami sostenuti da Eric durante il semestre.
Sophie li lasciò per andare in camera sua, Georgie avendo percepito che c’era qualcosa di strano salì e la raggiunse.
La trovò sul letto a piangere.
-Che succede? – le chiese preoccupata.
-Sono triste e nervosa – rispose.
-Ma perché? – domandò Georgie – Hai ricevuto una proposta di matrimonio!
-Soltanto di quello sapete parlare! – gridò con le lacrime agli occhi – Anche il nonno … ad Eric ha chiesto degli studi e a me delle nozze.
-Tu non hai voluto continuare la scuola – la rimproverò Georgie – cosa mai avrebbe dovuto chiederti!
-Non ha neppure visto il mio disegno – sussurrò con delusione.
-Sophie – le domandò sua madre – non sei felice di sposarti?
Continuava a piangere, Georgie si preoccupò, le accarezzò la testa come quando era una bambina poi, vedendola un po’ più quieta, le richiese:
-Sei felice di sposarti?
-Sì, certo – rispose la ragazza a bassa voce.
-Vuoi che ti porti qualcosa di caldo da bere? – il tono era materno e rassicurante.
-No – rispose Sophie – sto meglio, sono solo molto stanca.
-Stanca di cosa? – le sussurrò Georgie con dolcezza.
-Mi state opprimendo – ammise la giovane – è passata solo una settimana dall’annuncio delle nozze e tutti parlate in continuazione soltanto di quello.
-È perché ne siamo felici – sorrise Georgie – ed io, come madre, voglio starti accanto in questo momento così importante per te.
-Lo so che mi volete bene – disse Sophie – forse sono solo spaventata.
-Non devi aver paura – le disse sinceramente Georgie – e se ti dà fastidio cercherò di non ossessionarti più con i preparativi.
Sophie la guardava senza parlare, Georgie si alzò dal letto e aggiunse:
-Quando vuoi, scendi a salutare il nonno?
Sophie acconsentì, Georgie uscì dalla stanza per tornare dagli altri in cucina.
Mentre Fritz parlava con Eric della facoltà e degli esami, Daisy aiutava Georgie con le stoviglie per portarle nell’altra stanza.
Quando la ragazza entrò nella sala da pranzo per sistemare tazze e bicchieri fu raggiunta da Abel che a bassa voce le disse:
-Non hai proprio intenzione di dire tutto a Eric?
-Ma sei impazzito? – esclamò lei stizzita.
-E se lo verrà a sapere? – continuò lui piano.
-Non lo saprà – rispose la giovane con vigore – se tu starai zitto non lo saprà!
Georgie e Maria, nonostante mancasse un anno all’evento, non facevano altro che parlare di corredo, abito da sposa, lista degli invitati e sistemazione della nuova casa che doveva ancora avere le fondamenta.
Abel era spesso dal padre di Peter per discutere di soldi e proprietà ed Eric, felice di aver visto passare la sua storia con Daisy in secondo piano, si divertiva a prendere in giro il suo amico con battute d’ogni genere.
Sophie, dal canto suo, sembrava farsi scivolare tutto addosso, la mattina andava in sartoria, il pomeriggio dipingeva e la sera vedeva Peter che le parlava della casa, del matrimonio e di figli.
Un pomeriggio ritornava dal fiume con una tela in mano, era stata a dipingere uno scorcio di natura e incontrò Arthur che, col carro, andava in paese.
-Vieni – le disse – come mai a piedi?
-Volevo passeggiare – rispose lei salendo – ho dipinto questo angolo di fiume.
-Sei sempre più brava – sorrise Arthur osservando il disegno – fai bene a coltivare questa tua passione.
-Finalmente – esclamò Sophie soddisfatta – qualcuno che non mi parla di corredo e di cerimonia nuziale!
-È normale che ne parlino – rise Arthur – è la notizia della settimana!
Sophie stingeva forte i suoi pennelli ed aveva lo sguardo basso, lui capì che qualcosa la rendeva triste, dolcemente le sussurrò:
-Cosa ti angoscia cara?
Lei lo guardò con quei grandi occhi ormai pieni di lacrime:
-Nessuno si preoccupa di come sto, tutti invece mi dicono di cosa mi devo occupare… della futura casa, dell’abito da sposa, anche Peter non parla d’altro!
Arthur le accarezzò i capelli, le asciugò il viso poi le disse:
-Il matrimonio è un passo importante nella vita di una ragazza, se si vuole veramente bene all’altra persona non c’è niente di più bello che dividere le gioie e i dolori che ci riserverà il futuro. E tu sei convinta di fare questo passo Sophie?
-Certo – rispose con impeto – è questo che vi aspettate tutti da me!
-Ma non devi sposarti per fare un favore agli altri! – disse subito Arthur con rammarico – Nessuno ti obbliga.
-Non fraintendermi – lo supplicò lei –io voglio bene a Peter, è tutto il contorno che m’infastidisce.
-E allora – le spiegò Arthur con calma – parla con tua madre e dille di non intromettersi troppo.
Sophie continuava a guardarlo senza dir nulla.
-Non è solo quello, vero? – chiese lui – Non sono i preparativi che ti angosciano?
-È successo tutto così in fretta – iniziò Sophie – devo solo abituarmi ma sono felice.
Arthur la guardava perplesso, sentiva in cuor suo che la ragazza non gli aveva confidato proprio tutto e forse c’era dell’altro che la turbava.
Giunti in prossimità dell’abitazione lei disse subito:
-Ora sono arrivata, scendo qui. Grazie del passaggio, a presto!
Saltò giù e corse verso casa salutandolo con la mano.
Arthur riprese il suo cammino e pensava:
-Mia piccola Sophie, farei di tutto per vederti felice, ho sempre seguito i tuoi passi nell’ombra, per non intralciare la tua vita serena ma sappi che se ti accadrà qualcosa di spiacevole sarò il primo a difenderti, come solo un padre può fare.
E frustato più forte il cavallo corse veloce verso il villaggio.
Arrivata a casa, Sophie trovò nonno Fritz che era passato a trovarli, stava in cucina che parlava con Abel e Georgie.
-Nonno – gridò vedendolo – guarda cosa ho dipinto al fiume!
Aveva infatti in mano la tela con i pennelli.
-Sophie - la chiamò lui – ma io devo farti le congratulazioni per il matrimonio.
-Ho utilizzato i tuoi pennelli – sussurrò la ragazza mostrandogli il dipinto con orgoglio.
Fritz lo osservò ma Georgie disse subito:
-Il nonno dovrà partire, Sophie. Fra tre mesi s’imbarcherà per l’Europa e starà fuori per due anni.
-L’Europa? – domandò Sophie sbalordita – Per così tanto tempo …
-Il Governo mi rimanda a Londra – spiegò Fritz – ma per un breve periodo. Dopo dovrò viaggiare in Francia e in Italia, mi stabilirò a Roma. Sono rammaricato ma al tuo matrimonio proprio non potrò essere presente.
-A Roma – sussurrò Sophie – dall’altra parte del mondo.
-Ci scriveremo – disse il conte – e quando tornerò sono sicuro avrai già un bel bambino da presentarmi.
Sophie si era ammutolita, in quell’istante entrarono Eric e Daisy di ritorno dal villaggio.
-Il futuro dottore! – esclamò Gerald andando loro incontro.
-Nonno Fritz! – disse il giovane, poi rivolgendosi a Daisy – Per me lui è come un vero nonno.
Gli presentò la sua ragazza poi si misero a parlare tutti insieme, il conte era curioso di sapere degli studi e degli esami sostenuti da Eric durante il semestre.
Sophie li lasciò per andare in camera sua, Georgie avendo percepito che c’era qualcosa di strano salì e la raggiunse.
La trovò sul letto a piangere.
-Che succede? – le chiese preoccupata.
-Sono triste e nervosa – rispose.
-Ma perché? – domandò Georgie – Hai ricevuto una proposta di matrimonio!
-Soltanto di quello sapete parlare! – gridò con le lacrime agli occhi – Anche il nonno … ad Eric ha chiesto degli studi e a me delle nozze.
-Tu non hai voluto continuare la scuola – la rimproverò Georgie – cosa mai avrebbe dovuto chiederti!
-Non ha neppure visto il mio disegno – sussurrò con delusione.
-Sophie – le domandò sua madre – non sei felice di sposarti?
Continuava a piangere, Georgie si preoccupò, le accarezzò la testa come quando era una bambina poi, vedendola un po’ più quieta, le richiese:
-Sei felice di sposarti?
-Sì, certo – rispose la ragazza a bassa voce.
-Vuoi che ti porti qualcosa di caldo da bere? – il tono era materno e rassicurante.
-No – rispose Sophie – sto meglio, sono solo molto stanca.
-Stanca di cosa? – le sussurrò Georgie con dolcezza.
-Mi state opprimendo – ammise la giovane – è passata solo una settimana dall’annuncio delle nozze e tutti parlate in continuazione soltanto di quello.
-È perché ne siamo felici – sorrise Georgie – ed io, come madre, voglio starti accanto in questo momento così importante per te.
-Lo so che mi volete bene – disse Sophie – forse sono solo spaventata.
-Non devi aver paura – le disse sinceramente Georgie – e se ti dà fastidio cercherò di non ossessionarti più con i preparativi.
Sophie la guardava senza parlare, Georgie si alzò dal letto e aggiunse:
-Quando vuoi, scendi a salutare il nonno?
Sophie acconsentì, Georgie uscì dalla stanza per tornare dagli altri in cucina.
Mentre Fritz parlava con Eric della facoltà e degli esami, Daisy aiutava Georgie con le stoviglie per portarle nell’altra stanza.
Quando la ragazza entrò nella sala da pranzo per sistemare tazze e bicchieri fu raggiunta da Abel che a bassa voce le disse:
-Non hai proprio intenzione di dire tutto a Eric?
-Ma sei impazzito? – esclamò lei stizzita.
-E se lo verrà a sapere? – continuò lui piano.
-Non lo saprà – rispose la giovane con vigore – se tu starai zitto non lo saprà!