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Autore: fandani03    02/08/2021    0 recensioni
E se Stefan non avesse preso la verbena e Damon avesse potuto soggiogarlo? Cosa sarebbe successo?
Dall'introduzione:
"Caro diario, [..] in questo giorno di ventidue anni fa perdevo i miei genitori, in questo giorno di ventidue anni fa il corso della mia vita è stato modificato irrevocabilmente. Ed oggi mi trovo qui a tirare le somme. Mi chiamo Elena Gilbert…ero un Vampiro…e questa è la fine della mia storia."
Dal testo:
"..la sua seconda opportunità era fuori dalla porta ogni giorno, ad ogni sorgere del sole. Voleva scoprire se stesso in questa nuova veste e aveva passato l’ultimo anno a cercare di accettare che, per far provare a lui l’emozione di una vita umana, Damon si era sacrificato e aveva rinunciato a tutto."
Elena e Stefan...sopravvissuti, lacerati, ciascuno in cerca della propria strada. Per i nostri protagonisti ogni giorno rappresenta un piccolo passo verso la Rinascita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Elena Gilbert, Jeremy Gilbert, Matt Donovan, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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16 - Decisioni

- “Non ci credo, ho capito bene? Non vuoi più fare il medico?” -
- “Non ne ho alcuna intenzione!” -
- “Ma sei sicura di star bene? E’ da più di un anno che sei iscritta alla facoltà di Medicina, hai già sostenuto più di un esame…” -
- “Certo, lo so, e certamente non saranno mai sprecati. Ma non è ciò che voglio… “ -
- “E sentiamo, signorina Gilbert.. visto che da quando sei tornata insieme a Stefan cammini a due passi da terra e sembra che la vita ti sorrida ogni giorno, raccontami queste certezze dove ti stanno portando…” -
- “Ci sto ancora pensando, sto cercando di capire alcune cose che ho in testa da tempo, forse da sempre. Ma la cosa di cui sono più che certa, ora, è che fare il medico era un desiderio di mio padre, non il mio. Sai, quando stavo con Damon ricordo che quella decisione mi era parsa la più naturale. Ma ero un vampiro, utilizzavo la specializzazione medica anche per migliorare il mio autocontrollo. Forse sono persino brava, ma non è la passione che fa battere il mio cuore.” -
- “Beh, questo è comunque ragionevole!” -
- “Grazie!” - rispose ironica Elena dopo aver passato l’ultima mezzora tentando di spiegare a Caroline per quale ragione, per il momento, non sarebbe tornata al Whitmore.
- “Ad ogni modo….mmm..” -
- “Non si lasciano le frasi a metà. !” -
- “Ad ogni modo sei certa che questa decisione non abbia niente a che vedere con il nostro bell’eroe ombroso!” -
- “Che diamine, Caroline, ovvio che ha a che fare anche con lui… ma non è come credi tu. E’ per ragioni diverse. In questi ultimi giorni ho avuto modo di vedere e capire cose sulle quali, ultimamente, non mi ero più soffermata. Ho riflettuto su me stessa, sui miei sentimenti, su ciò che desidero per la mia vita. E queste ultime settimane con Stefan mi hanno solo fatto andare più a fondo. Voglio di più…” -
- “Di più che fare il medico?” -
- “Oh andiamo, Caroline, la vita non è una gara per chi ha la professione migliore. Dopo tutto quello che abbiamo visto, quello che abbiamo passato, credo che tu ed io sappiamo bene quali siano le cose che contano. Io voglio solo essere felice a questo punto… forse me lo merito.” - affermando questo abbassò di poco lo sguardo, volgendo l’attenzione verso le piccole attività che stava volgendo sul tavolo di cucina della Scuola Salvatore.
- “Sì, Elena, hai vinto tu. Certo che te lo meriti, ce lo meritiamo tutti in fondo. E credo che tu e Stefan vi meritiate a vicenda, che questa sia la sola cosa giusta che poteva succedere, a questo punto… e quindi Ok! Ti appoggerò in qualunque decisione vorrai prendere per la tua vita!” -
- “Grazie, sei sempre la migliore!” -
- “Questo lo sappiamo da tempo, giusto?” -
Elena strizzò un occhio all’amica. - “Mi raccomando, per ora non dire nulla a Stefan. Non gliene ho ancora parlato esplicitamente. Credo l’abbia capito ma preferisco aspettare di aver definito ogni cosa..” - - “Va bene, un altro segreto da mantenere, ormai è il mio mestiere!” - Stefan arrivò silenzioso alle loro spalle, poggiando una mano sulla spalle di Caroline e schioccando un bacio sula guancia di Elena, stringendola a sè con un braccio intorno alla vita.
- “Quindi avete dei segreti? Sentiamo..” - “Sono segreti, Stefan. Quindi non credo tu debba fare altre domande!” - - “D’accordo, d’accordo. Dopotutto sono venuto qui per altre ragioni…“ - Si avvicinò ad Elena e la baciò nuovamente con enfasi. - “Il tempo a mia disposizione è terminato, ok ok… vi lascio soli piccioncini!” -
- “Ma cosa dici, Caroline? Non siamo due adolescenti!” -
- “Ah no? Da quanto sento raccontare in giro, beh….due adolescenti in piena regola! Ahahah” - una risata di tutto cuore le uscì.
La giovane coppia rimase in silenzio senza osare replicare. Si guardarono e si resero conto.
Dalla sera in cui la casa di Stefan era andata a fuoco, il ragazzo aveva continuato a soggiornare nella sua vecchia casa, in attesa che si completassero i lavori di ristrutturazione della piccola villetta di periferia.
Elena di rado rientrava a casa sua, ma per lo più sostava giorno e notte nella camera di Stefan.
Si resero conto che non passava momento senza che si fermassero in un angolo per un bacio. Forse due. Forse per dei baci molto più appassionati di quanto sarebbe stato opportuno in un corridoio di una scuola di giovanissimi ragazzi.
Le chiacchiere divertite delle ancora piccole gemelle e di molti altri studenti, alcuni un poco più grandi, raccontavano tutte la stessa cosa.
Si baciano ovunque, ieri erano in cima alle scale e non si staccavano.
L’altra notte sono passato davanti a quella stanza ed era abbastanza chiaro cosa stesse accadendo lì dentro.
Io invece li ho visti in giardino, osservavano romanticamente la luna piena! Aahh, quanto sono carini!

- “Ok, chiaro, abbiamo recepito!” -
- “Ecco, credo la cosa ci sia sfuggita di mano…” - sorrise imbarazzata Elena.
- “Forse dovremmo, ecco…” -
- “Dovrei dormire più spesso a casa mia forse…” -
- “Ma no, non dire sciocchezze, in fin dei conti nessuno dei ragazzi entra nella vostra stanza, non sono ancora tutti adulti ma sono pur sempre treghe e vampiri. Impareranno presto come va il mondo! Non possono esserne per certo destabilizzati, neppure le mie figlie! Certo è pur vero che….” - si interruppe.
- “Cosa?” -
- “Credo sarebbe più giusto per voi se aveste uno spazio tutto vostro. Non è a noi che date fastidio, forse siamo noi a dar fastidio a voi, insomma, avete bisogno di privacy, avete bisogno di un luogo dove far crescere il vostro rapporto…” -
Cadde il silenzio. Nessuno sapeva cosa aggiungere esattamente.
- “Credo che ci penseremo, giusto Elena?” -
- “Certo… ora, però, che ne dici se andiamo a fare quella commissione prevista?” -
- “Ok ragazzi, vi lascio, torno nel mio ufficio! Elena, prima di andare a svolgere la tua…commissione…potresti finire questo, per favore?! Grazie!” - concluse sarcasticamente e maliziosamente.
Caroline Forbes si volatilizzò e la cucina divenne improvvisamente silenziosissima.
- “Uuuh, cavolo. Dimmi, cosa stavate facendo?” -
- “Stavano scegliendo degli addobbi…” - disse Elena sollevando le spalle e gli occhi al cielo.
- “Di nuovo, è incredibile, dal Ballo del Liceo sembra passato un attimo, eppure sono trascorse settimane!” -
- “Già, siamo ad Agosto ormai. Ad ogni modo, questa volta, per Caroline è davvero importante.” -
- “Cosa ci sarà di diverso? E’ entrata nella commissione per eleggere la reginetta?” -
- “Ma no, non si tratta di Miss Mystic Falls… stavolta è un evento nuovo, potrebbe segnare l'inizio di una nuova tradizione per MYstic Falls. E poi, come è accaduto per la festa dei Fondatori, è èrobabile possa fare la sua comparsa Klaus. Perlomeno così le ha promesso, o forse l’ha promesso a Hope, non lo so. Fatto sta che Caroline credo abbia davvero desiderio di incontrarlo ancora…” -
- “Beh, non posso dire di saltare dalla gioia al pensiero che Caroline frequenti Klaus, anche perché vorrei fosse felice e non è certo un Originale con tutti i guai che ha a poterla far stare bene…però..” -
- “Però forse le dà ciò di cui ha bisogno, ora. Caroline è un vampiro, come ben sai. Il suo tempo per trovare la felicità certamente non terminerà domani..” -
- “D’accordo, hai ragione. Assecondiamola, cosa devo fare?” -
- “Oh nulla di impegnativo…solo piegare questi cartoncini…” - lo sguardo di Elena lasciava trasparire una chiara rassegnata insofferenza. E Stefan si adeguò.
- “Credo di farcela!” - le sorrise con l’aria di colui che per lei farebbe qualunque cosa, anche piegare cartoncini un po’ kitch da infilare in delle buste.
- “Credo di non aver capito che tipo di evento stia organizzando Caroline…” -
- “E’ una specie di inaugurazione della Scuola Salvatore, solo con più di un anno di ritardo……ma è una sorta di raccolta fondi.” -
- “Ok, ho capito.. mi sembra una buona causa, se consideriamo che questa scuola porta il mio nome devo darmi da fare!” -
Sorrisero, continuando ad operare in quell’impegnativa attività.
Elena tenne lo sguardo basso per qualche minuto, intenta. Ma in breve iniziò ad osservarlo di sottecchi, sollevando lo sguardo e un sopracciglio. Lui più volte alzò a sua volta lo sguardo e le sorrise, e la ragazza cercava disperatamente di non perdersi in quegli adorabili occhi verdi.
Riabbassò lo sguardo.
- “Che c’è?” - chiese Stefan bonariamente indagatorio.
- “Niente…” - rispose evasiva.
- “Parla...” -
- “E’ solo che… sto bene, ecco!” -
Stefan sorrise. Era bello vederla così. Ma non solamente perché stare con lui, evidentemente, la rendeva serena. Soprattutto perché riusciva a vedere nuovamente gli occhi entusiasti di una giovane donna che aveva perso molto ma che stava a grandi passi riconquistando la sua vita. Era felice per lei.
-  “Anche io, sto bene….” - sorrise a sua volta - “Ma…” - aggiunse il ragazzo quasi sussurrando, accompagnandosi con un leggero colpo di tosse.
- “Ma?” -
- “Ecco, il discorso di Caroline in merito alla nostra…sistemazione. Che cosa ne pensi?” -
Elena posò ciò che aveva in mano e lo guardò in silenzio.
Non era ancora arrivata a porsi questa domanda, ma dentro di sè forse aveva già la risposta.
- “Andremo a vivere a casa mia…” - lo disse in fretta e si fermò, osservando gli occhi verdi di Stefan che la scrutavano lasciando trapelare una sentita partecipazione ma anche qualche sprazzo di imbarazzo. Non se l’aspettava di certo.
- “Se non hai nulla in contrario, ovviamente…insomma..” -
- “Non ho nulla in contrario..” - continuò Stefan, senza dilungarsi e concentrandosi sui cartoncini da piegare alla perfezione.
- “Voglio dire, in quella casa…ecco…” -
- “Ho capito, ma non è importante. Davvero.” -
- “Sei certo?” -
Stefan si voltò verso di lei, si alzò e le prese la mani per farla alzare. Poggiò le mani sulle sue spalle, si chinò e le lasciò un delicato bacio sulle labbra.
- “Elena…” - sussurrò.
- “Dimmi…” -
- “Mi ami?” -
- “Ti amo.” -
- “Allora non è necessario aggiungere altro…” -
- “Stefan!” - si strinse a lui. Come fosse passata un’eternità, come se i loro corpi non si conoscessero abbastanza. Si strinse al suo torace cercando conferma di quanto sentiva, di quanto lui gle trasmetteva, delle certezze che aveva riportato nella sua vita.
Si baciarono ancora.
- “Una cosa invece la devo aggiungere..” -
- “Cosa?” -
- “Tutto questo è incredibile…” -
- “Ti riferisci al fatto che verrai a vivere a casa mia?” - sorrise.
- “No! Non riesco a non pensare…ecco…” - esitava.
- “Sì?” -
- “Che sono felice! Poco fa ti ho detto che Sto bene! Non è vero, non sto bene, molto ma molto di più… sono schifosamente felice!” - e il suo viso si illuminò completamente, ricoperto da parte a parte da un enorme e destabilizzante sorriso.
- “E questo ti fa paura?” -
- “No, nemmeno un po’, è questo il bello. Non ho paura che questa felicità possa interrompersi da un momento all’altro, come succedeva un tempo, sono felice e basta!” -
La prese e la sollevò da terra.
- “Sono felice come una ragazzino!” -
- “Stefan!!” -
La posò nuovamente a terra.
- “Anche io, lo sono davvero! E la cosa che desidero di più è che lo siano anche tutti gli altri…” -
- “Stai pensando a Caroline?” -
- “Sì, ma non solo… a mio fratello, ad Alaric, a Bonnie… ce lo meritiamo tutti.” -
- “Bonnie…chissà cosa sta combinando!” -
- “Beh, temporeggia…” -
- “In che senso?” -
- “Non sa decidersi se tornare o meno, credo voglia tornare, ma una parte di lei è ancora persa per il ricordo di Enzo.” -
- “Oh…sì. “ -
- “Ok, credo di aver interrotto il tuo attimo perfetto di felicità.” -
- “Beh, forse devo rettificare quanto ho detto prima. Forse sarò totalmente felice solo quando avrò il totale perdono di Bonnie..” -
- “Credo ti abbia perdonato da un pezzo…” -
- “Forse, ma lo saprò solo quando la guarderò negli occhi…” - dopo queste parole un velo di tristezza coprì gli occhi verdi di Stefan.
- “Ci sono tante cose a cui dobbiamo pensare, ora. Avanti, non incupirti. Si sistemerà tutto.” -
- “Cercherò di farmi contagiare dal tuo ottimismo… e dagli slanci di cui ultimamente, se non sbaglio, sei piena…” -
- “A cosa ti riferisci? All’averti chiesto di venire a vivere a casa mia?” -
- “No, non solo. Mi sembra tu abbia le idee chiare su molte cose. Ma sei sempre stata così, anche quando ti ho conosciuto. Qualunque cosa succedesse, tu sapevi esattamente dove volevi andare…” -
- “Beh, cerco di prendere insegnamento da ciò che ci accade intorno, dalla nostra vita, cerco di non mollare, Stefan. Ma tu, invece? Hai davvero tanta confusione?” -
- “No, o forse sì. Non lo so. Vorrei sapere esattamente dove sto andando e cosa voglio diventare..” -
- “Eppure io ho la sensazione che tu lo sappia…” -
- “Tu sai sempre troppe di cose!” - le schioccò un bacio.
- “Siete ancora qui? E non siete neppure a metà dell’opera, Incredibile! Ne ero certa! Forza, filate, continuo da sola…!” - la voce sarcastica di Caroline interruppe quel flusso di coscienza che forse stava per sciogliere alcuni nodi, nell’animo turbolento di Stefan.
- “Ma no, Caroline, dai ci penso io…” -
- “Avanti, andate a farvi un giro o ciò che preferite… non ci sono problemi, ci rivediamo qui più tardi, ok?” -
- “Se proprio insisti!” -
- “E comunque, Stefan! E Elena… preparatevi a tante sorprese per la festa della Scuola Salvatore!” -
- “Sorprese?” -
- “Certo! Organizzare eventi è la mia specialità, e sono brava. Ma non sarei abbastanza brava se non sapessi organizzare anche delle favolose sorprese!” - la bionda sghignazzò senza voltarsi.
I due ragazzi si guardarono tra loro. Incuriositi, ma non volevano darle troppa soddisfazione.
- “Ok, fa la misteriosa! Andiamo, dovrà trovarsi altri due aiutanti!” -
- “Oh beh, migliori di voi non sarà difficile! Andiamo forza, levatevi dai piedi!” -

La libera uscita che la direttrice della scuola aveva fornito loro, li fece decidere in fretta. Si allontanarono dalla cucina e si ritrovarono a passare davanti al grande salone, in quell’orario affollato di studenti che bivaccavano, chiacchieravano, confabulavano.
Osservando quella scena, sentendosi a loro volta osservati, fu sempre più chiaro ad entrambi che quello non poteva essere il loro posto ancora per molto.
- “Andiamo” - Elena prese per mano il ragazzo. Nonostante fosse casa sua, in quell’attimo persino Stefan si sentì un estraneo.
Avevano preso una decisione apparentemente repentina, ma nessuno dei due la stava vivendo come tale. Uscirono da casa Salvatore e salirono sulla macchina di Stefan, diretti a casa di Elena. Non sapevano neppure con quale scopo, ma la fiammante auto rossa sembrò prendere quella direzione in maniera del tutto autonoma.

La stagione scolastica e universitaria erano riprese a pieno regime e il Grill non era certamente affollato come nei mesi appena trascorsi.
- “Ehi…” -
- “Ehi, eccoti finalmente, non ci si vede da un qualche giorno…” -
- “Hai ragione, ma mi stavo preparando per l’ammissione al college per il prossimo anno!” -
- “Ah giusto, hai ragione.. come è andata? Se posso chiedertelo…” -
- “Non lo so ancora, credo di scoprirlo tra non molto, dovrebbe arrivare la mia lettera al massimo tra un paio di giorni.” -
- “D’accordo, allora incrociamo le dita!” -
- “Giusto, incrociamo!” -
- “Brinderemo quando avrai il risultato!” -
- “D’accordo, brinderemo, per ora però dammi qualcosa di fresco, ti prego!” -
- “Eccoti servita!” -
Josh riempì il bicchiere della giovane Kristen, aggiungendo una piccola fetta di limone alla tonica che le aveva appena servito.
- “Bevi lentamente, è ghiacciata!” -
- “Mmmmm, premuroso!”-
- “Lo sai…” - le strizzò l’occhio.
Nelle ultime settimane i due avevano passato molto tempo insieme, si stuzzicavano, si divertivano, certamente si piacevano.
- “Hai saputo che Kevin sconterà sei mesi?” -
- “Sul serio? Se ne meritava almeno il doppio quel figlio di…” -
- “E’ vero. Ma intanto speriamo che serva a recuperare quella testa malata…” -
- “Non te l’ho mai chiesto…Cosa è successo esattamente tra voi quella sera, la sera del ballo..” -
- “Oh, in realtà niente, solo la consapevolezza di aver passato il tempo con una brutta persona. Che quella sera mi ha solo mortificato ulteriormente…ma…” -
- “Ma?” -
- “Ma non era per lui che avevo bevuto troppo quella sera…!” -
- “Ah no?” -
- “No!” - gli rivolse un’occhiata languida che certamente non lasciò il ragazzo indifferente.
Era ormai da settimane che la osservava, così bella nei suoi vestiti ricercati, ma così semplice nelle sue a volte infantili esternazioni. Lentamente la stava conoscendo meglio e, doveva ammetterlo, aveva scoperto una persona che gli piaceva parecchio. Oltre ad essere talmente bella da poter fare girare la testa a chiunque.
Persino Stefan Salvatore ci era quasi cascato. Già, Salvatore, chissà che combinavano quei due… ma poteva ben immaginarlo.
Mentre formulava questo pensiero sentì la porta del Grill aprirsi, era Jeremy Gilbert.
- “Ehi, qual buon vento…” -
- “Ciao Josh, ehi ciao Kristen, anche tu qui…anche oggi!” - non riuscì a trattenere un sorrisetto sarcastico.
- “Cosa posso servirti?” -
- “In realtà sono qui per portarti questa lista da parte di Caroline Forbes, sai…per la scuola Salvatore, per la Festa della scuola…” -
- “Ah giusto!” -
- “Santo cielo, di nuovo!” -
- “Vedo che siamo tutti entusiasti… di partecipare ad un altro evento!” -
- “E immagino che anche questo entrerà a pieno diritto negli eventi annuali di questa città…” -
- “Direi proprio che le intenzioni di Caroline siano queste, sì…” -
- “Ottimo!” - replicò Josh con un leggero sarcasmo - “Passami questa lista, avanti…” -
- “Ecco, grazie!” -
- “Non vuoi nulla da bere, quindi?” -
- “No, grazie, rientro alla base e….devo fare una telefonata…” -
- “Ciao Jeremy…”- la vocetta gentile di Kristen si era inserita, dopo essere stata svariati minuti incredibilmente in silenzio.
- “I Gilbert sono tutti misteriosi!” - commentò Josh non appena uscito Jeremy.
- “Beh, hai perfettamente ragione.” -

Fuori dal Grill il giovane Gilbert girò il telefono nelle mani più volte, senza riuscire a prendere una decisione.
In passato aveva certamente avuto più coraggio, e di coraggio ne aveva dimostrato da vendere in quegli ultimi anni. Ma in quell’istante non riusciva a capire quale fosse la cosa giusta da fare.
aprì la schermata del messaggio di testo e iniziò a digitare.
Qui stanno succedendo molte cose, tanti cambiamenti, sarebbe bello tu potessi farne parte…
No, che frase sciocca. La cancellò immediatamente.
Qui stanno succedendo parecchie cose, anche se forse ne sei già a conoscenza. Persino un nuovo evento che diventerà annuale: la festa della Scuola Salvatore! Non sai cosa ti perdi…

Ok, messaggio simpatico, ma forse scontato. Lo cancellò…

Ehi Bonnie… quando pensi di tornare? Ci manchi.. 

INVIATO! Ecco, era andato. Semplice, chiaro. Punto. Ormai era fatta.

Ciò che Jeremy ancora non sapeva era che quella decisione, Bonnie, l’aveva già presa.
Dopo la notte dell’incendio a casa di Stefan, e dopo la telefonata con la sua amica Elena, non ebbe più dubbi. Aveva passato molto tempo lontano da casa. Non aveva probabilmente risolto ogni cosa nel suo animo che, probabilmente, sarebbe rimasto tormentato per sempre. Enzo le mancava infinitamente ma aveva raggiunto un equilibrio. Un equilibrio che la portava a guardarsi intorno, ascoltare e ragionare in modo completamente diverso rispetto a quando era partita. Ora l’idea di Mystic Falls non la terrorizzava più. Né la terrorizzava l’idea di sentirsi sola, oppure di poter provare troppa rabbia. Troppa per poter affrontare la sua vecchia vita, i suoi amici. Stefan.
Stefan che aveva ucciso Enzo. Stefan che era tornato umano. Stefan che si era certamente redento. Stefan che amava Elena in modo incondizionato. Stefan che per lei non aveva esitato a gettarsi letteralmente nel fuoco. Quello Stefan che tutti ricordavano e amavano, che avevano amato come amici e come grande amore delle sue due più care amiche. Era di nuovo lui e le era ormai chiaro che, sebbene quel giorno non si sarebbe mai cancellato dalla sua mente, il ragazzo che era ora vicino ad Elena non era la stessa persona che aveva commesso quel gesto atroce. Ora lo sapeva. E lo sentiva in cuor suo.
E sapeva che il perdono era ormai arrivato, che forse lo doveva a lui e persino a se stessa.
Quando lesse il messaggio di Jeremy sul display non potè far altro che sorridere. L’aveva anticipata di poco. Ma era bello leggere questo da parte sua.
Jeremy….
La sera dell’incendio aveva detto ad Elena: Non devi avere paura di andare avanti…
Quelle parole le risuonarono in testa proprio in quell’istante, mentre visualizzava il messaggio e anche il volto di Jeremy.
Era il momento.
 

 

  
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