Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: ValeDowney    03/08/2021    1 recensioni
Un principe. La sua storia. Uno stretto legame con il presente gli farà compiere un viaggio in un mondo non suo, riscoprendo un lato di sè che non sapeva di avere
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Beneath the ashes


 
Capitolo V: Piovuto dal cielo


 

Raevin stava dormendo pacificamente quando sentì una voce in lontananza. Si voltò dall’altra parte pensando che molto probabilmente stesse solo sognando. Ma poi la sentì ancora e, successivamente, avvertì un forte pizzicotto al braccio.
Si svegliò e, accendendo la luce sul comodino, si girò, trovandosi di fronte Selene: “Sei impazzita?! Stavo dormendo così beatamente” le replicò.
“Avresti preferito che ti gettassi un secchio di acqua fredda?” domandò Selene.
“No. Mi è già bastato una volta al campus” rispose. Guardò l’orologio per poi replicare: “Perché mi hai svegliata alle quattro del mattino? Mi ero addormentata neanche due ore fa.”
“Il Dottor Green ci vuole entrambe all’ospedale. Ho preferito venirti a chiamare, prima che lo facesse lui” le rispose.
“Digli che arriverò tra un’ora” disse Raevin, mettendosi il cuscino sopra la testa.
“Lo sai che non ama chi è in ritardo, Su, dai, alzati e vestiti. E poi non sei curiosa di sapere perché ci abbia chiamate?” disse Selene e Raevin sbuffò.
Poco dopo arrivarono all’ospedale. Raevin faticava a tener aperti gli occhi e, prima che raggiungessero il Dottor Green, Selene la spintonò leggermente: “Cerca di rimanere sveglia.”
“Non sono abituata a svegliarmi a quest’ora. Il mio corpo è qui, ma la mia mente è ancora a letto” replicò.
“Be’, vedi di portarla qua, perché il Dottor Green ci vuole concentrate. Vuoi perdere il posto dopo una settimana?” disse Selene.
“Non può cacciarmi, visto che quei macchinari sono qua grazie a me” disse.
“Cosa?” le domandò incredula.
“Te lo spiego un’altra volta” tagliò corto.
Il Dottor Green si voltò verso di loro: “Alla buon’ora. Stavo per chiamare i rinforzi.”
“Siamo curiose. Di cosa si tratta?” chiese Selene.
“Vorrete dire, di chi si tratta. Un poliziotto stava facendo la sua ronda notturna non molto distante da qua, quando ha visto un uomo, in un cratere, che parlava in modo strano e non si reggeva in piedi. L’ha portato qua e l’uomo continuava a dire di essere un principe e che noi eravamo solo degli infimi esseri. Lo abbiamo sedato e incatenato al letto” spiegò il Dottor Green.
Le due ragazze entrarono nella stanza, per vedere effettivamente un uomo, con lunghi capelli neri e vestito in modo strano, con mani e piedi incatenati.
“Visto così fa pensare a certe cose” disse Raevin.
“Non è il momento. Sarà spaesato e impaurito. Quando si sveglierà dobbiamo farlo stare a suo agio” disse Selene.
“Andate a cambiarvi e poi potrete pensare e fare tutto ciò che vorrete con lui. Ma niente cose strane. Siamo pur sempre in un ospedale” disse il Dottor Green.
Selene e Raivin si cambiarono e, con il Dottor Green, si affiancarono al paziente.
“Che cosa dobbiamo fare?” chiese Selene.
“Spogliatelo e poi mettetegli la camicia dell’ospedale. Io, nel frattempo, preparo i macchinari” spiegò il Dottor Green.
Selene iniziò a svestirlo, mentre Raevin se ne stette lì. Il Dottor Green la guardò: “Metta da parte i suoi ormoni e si dia da fare.”
“Non so a cosa alluda” disse la ragazza, non distogliendo lo sguardo dal paziente.
Il Dottor Green le si avvicinò e, nell’orecchio le sussurrò: “Non creda che non abbia capito che con l’arrivo di tutti questi macchinari c’entri anche lei. Ma non per questo sarà privilegiata. È alla pari di tutti gli altri. Veda di mettere in pratica ciò che ha studiato all’università e forse non la caccerò” e se ne andò.
Raevin sospirò, per poi aiutare l’amica.
Poco dopo, eseguirono parecchi esami e, stranamente, l’uomo non si era ancora svegliato.
“Per curiosità, quanto sedativo gli è stato dato?” domandò Selene.
“Ha importanza?” chiese il Dottor Green, mentre osservava la cartella del paziente. Non ricevette nessuna risposta. Quindi aggiunse, dopo aver firmato alcune carte: “Bene. Il paziente è in piena salute, ma andrei con cautela. Sicuramente, quando lo sveglieremo, sarà aggressivo e dovremmo essere pronti a tutto.”
“Non penserete che sia un serial killer? Non ne ha la faccia” disse Raevin.
“Chiunque può esserlo. Anche con chi lavorate” disse il Dottor Green. Raevin e Selene si guardarono preoccupate. Il Dottore le lasciò. Selene si avvicinò all’uomo: “Però. È carino, non trovi?”
“Ne ho visti parecchi come lui. Una notte e via” disse Raevin, affiancandosi a lei.
“Non dire che…” iniziò a dire Selene, ma l’amica la interruppe: “Be’, non proprio una notte e via. Uno, se non ricordo male, è durato due giorni, ma avevo bevuto parecchio. Quando arrivai a casa mio fratello mi fece la ramanzina, ma poi scoprii che anche lui era sbronzo e ci addormentammo nel salotto. Io sul divano, lui a terra. Il mattino dopo avevo lo stomaco forza dieci e un forte mal di testa. Mi promisi di non farlo più, ma ovviamente non accadde. Non penso di essere una adatta alle lunghe relazioni. Appena questo sarà in forma, lo dimetteranno e ritornerà da dove sarà venuto.”
“E da dov’è che viene?” domandò Selene.
Le ore passavano e Raevin era rimasta da sola con l’uomo.
Se ne stava su una sedia, mentre messaggiava al cellulare o girava in rete, anche se c’era poca connessione.
Sbuffò. Si stava annoiando. Alzò lo sguardo dal dispositivo e guardò l’uomo. Appoggiò il cellulare da una parte e, alzandosi, si avvicinò al letto. Osservò le funzioni vitali e poi lo guardò. Eppure c’era qualcosa di familiare in lui. Come se lo avesse già visto da qualche parte.
Senza rendersene conto, allungò una mano verso di lui e stava per toccargli la fronte, quando qualcuno gli bloccò il polso. Abbassò lo sguardo per vedere l’uomo sveglio e che la stava guardando.
Raevin guardò verso il corridoio, sperando che passasse qualcuno ma, sfortunatamente, non vide nessuno. Riguardò l’uomo, dicendogli: “Lasciami”.
“E tu liberami” disse lui.
“Sei molto lucido per esserti appena svegliato da un potente sedativo” disse Raevin.
“Sottovaluti chi sono veramente. Potrei polverizzare questo posto con un solo cenno della mano e rendere voi miei schiavi. Liberami e prometto che non accadrà” replicò.
“E chi mi dice che non lo farai lo stesso?” gli domandò.
“Non mentirei mai a una così bella ragazza” rispose, sorridendole.
Raevin sorrise. Poi si avvicinò e, quasi come un sussurro, gli chiese: “Vuoi sapere una cosa?”
“Dimmi pure, bellezza” le rispose, ma ricevette un forte pugno sul naso. Le lasciò andare il polso e cercò di toccarsi il naso sanguinante. Poi si accorse di avere mani e piedi incatenati. Replicò: “Perché mi hai fatto ciò?! Sono un principe! Devo essere trattato tale!”
“Principe o no qua non ci troviamo nel vostro palazzo reale o dove cavolo avete dimora. Siamo in un ospedale e si obbedisce a ciò che diciamo noi” ribatté.
“Fai tanto la sbruffona solo perché sono legato, se no saresti già scappata a gambe levate” replicò.
Raevin lo guardò malamente. Poi prese una siringa e, mentre la riempiva con una provetta, l’uomo la guardò: “Che cosa stai facendo?!”
“Ti rimetto a tacere” rispose, gettando la provetta in un cestino.
“Non ci riprovare neanche, stolta terrestre! Sappi, però, che appena mi risveglierò ti verrò a cercare e per te sarà la fine!” ribatté.
Raevin non replicò. Mise la siringa dentro la flebo. Tempo pochi istanti e l’uomo perse nuovamente conoscenza.
La ragazza sospirò. Sentì dei passi, quindi, velocemente, gettò la siringa nel cestino, nascondendola, insieme alla fialetta, con tanti pezzi di carta.
Fece appena in tempo che nella stanza entrarono Selene e il Dottor Green: “Che cosa è successo? Abbiamo sentito urlare e ci siamo precipitati qua.”
“Come mai il paziente sanguina dal naso?” domandò il Dottor Green, squadrando Raevin.
La ragazza fu titubante. Poi rispose: “Si era svegliato, ma poi era diventato cattivo. Diceva cose senza senso e… ha iniziato a sanguinare dal naso. Forse causato dal trauma della caduta. Potrebbe avere lesioni interne.”
“Se così fosse, dovremmo fare una tac al cervello” propose Selene e guardò il Dottor Green, che disse: “Va bene. Portalo nell’altra stanza. Ti raggiungo subito.”
Selene trasportò l’uomo fuori dalla camera. Il Dottor Green si fermò di fronte a Raevin: “Bada di dire la verità, se no sei licenziata” e raggiunse l’altra ragazza.
Raevin si lasciò andare sulla sedia, portandosi una mano sulla fronte. Si rese conto solo in quel momento che quel pugno le poteva costare caro e, se fosse stata licenziata, suo fratello sarebbe andato su tutte le furie. Ma, dopotutto, lui non doveva sapere proprio tutto. Una bugia, molto probabilmente, l’avrebbe salvata ancora una volta. Ma fino a quando?
Si sentì toccare il braccio. Aprì gli occhi. Non si era accorta di essersi appisolata. Nella stanza era ritornato l’uomo e, per sua sfortuna, era sveglio. Sentì schiarire la voce. Volse lo sguardo per trovarsi di fronte il Dottor Green e Selene. Si alzò subito.
“Io…posso spiegare” iniziò Raevin, ma il Dottor Green la interruppe: “Prima che lei si inventi un’altra delle sue scuse, lasci che le spieghi: come può ben vedere, abbiamo risvegliato il paziente. Non si era addormentato a causa di un trauma subito dalla caduta, perché… non c’è nessun trauma. La tac è pulita e, visto che non mi sono mai fidato delle sue parole, ho preferito andare alla fonte. Peccato non avere telecamere in questo ospedale, perché avrei tanto voluto vedere lei sferrare un pugno a qualcuno. A proposito, la mano le fa male?”
Raevin si guardò la mano, ma rialzò lo sguardo quando il Dottor Green aggiunse: “Prenda le sue cose e non si faccia più vedere qua dentro.”
La ragazza guardò Selene, la quale aveva uno sguardo triste; poi guardò l’uomo, che invece sorrideva beffardamente. Strinse i pugni e stava per fiondarsi su di lui quando Selene riuscì a bloccarla.
“Questa è tutta colpa tua!” replicò.
“Io? Cosa c’entro? Sono solamente un uomo che si è ritrovato in questo paese sperduto, senza nessuno che lo aiutasse. Senza forze e con la paura di morire da solo” disse.
“Ah, falla finita con le lacrime da coccodrillo!” ribatté la ragazza.
“È anche per questo motivo che la licenzio. Una dottoressa deve sempre fare ciò che il paziente richiede e poi, con la sua poca pazienza, non può lavorare a mente lucida. Magari, mentre è disoccupata, può riflettere sulla sua mancanza di disciplina e trovare un passatempo che l’aiuti a non arrabbiarsi più” spiegò il Dottor Green.
Raevin lo guardò malamente, ma sapeva che aveva ragione, e perciò non poteva obiettare. Si voltò e uscì.
Selene la trovò mentre estraeva le sue cose dall’armadietto. Cautamente si avvicinò all’amica: “Senti, parlerò con la signora Ramirez, chiedendole se potrai fermarti finché non avrai trovato un altro lavoro.”
“Sei molto gentile, ma non vorrei creare altro disturbo alla simpatica vecchietta che abita sotto di noi. È vero, non ho problemi di soldi, ma non posso farmeli mandare da mio fratello o scoprirà che sono stata licenziata” disse Raevin, guardandola.
A passo veloce, Selene si fiondò tra le sue braccia: “Ti prego, ti prego non andartene. Sei l’unica vera amica che io abbia mai avuto. Non lasciarmi da sola”
Raevin appoggiò il mento contro la testa della ragazza. Socchiuse gli occhi e l’abbracciò. Rimasero così. Da sole loro due. In silenzio e senza che nessuno disturbasse quel dolce momento.

 



Note dell'autrice: E finalmente, dopo secoli, eccomi qua con il nuovo capitolo. Grazie immensamente per la pazienza. Vi sta piacendo la storia? Finalmente Loki è arrivato tra i comuni mortali. Chissà cosa combinerà
Volevo ringraziare tutti coloro che hanno recensito la storia; che l'hanno messa tra le preferite; seguite o che sono passati semplicemente da qua
Grazie, come sempre, alla mia carissima amica Lucia
Al prossimo capitolo
Buona notte a tutti

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: ValeDowney