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Autore: Francyzago77    05/08/2021    5 recensioni
Questa storia nasce come seguito de "La figlia di Georgie". Sono passati diversi anni, quelli che erano bambini sono ormai cresciuti e coltivano sogni, desideri, amori e sentimenti che s'intrecceranno con le vite dei loro genitori.
Dopo più di un anno che era nel cassetto ho deciso di pubblicare questo racconto...consiglio di leggere "Georgie il sequel" e "La figlia di Georgie" dato che questa ne è la prosecuzione.
La maggior parte dei personaggi presenti non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Izawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ecco qua – disse Arthur portando in casa di Georgie l’ultima cassetta piena di verdura – con questa sono cinque e poi c’è la scatola con il formaggio ancora nel carro.
-Vado subito a prenderla, grazie – esclamò Georgie uscendo indaffarata.
-Ti aiuto a sistemarle? – domandò lui vedendola un po’ stanca.
-Non disturbarti – sorrise Georgie – quando Abel tornerà dal porto, ci penserà lui. Tu avrai da fare alla fattoria e Maria ti aspetterà per il pranzo.
-Oh no – rise Arthur – si è fermata al villaggio con Eric e Daisy, erano invitati dal dottor Dewy e sua moglie.
-Quindi – aggiunse Georgie – Maria si è tranquillizzata sul conto di Daisy, mi sembra le piaccia molto, non è vero?
-Sì – rispose Arthur – finalmente ha scacciato le sue paure e non è più così apprensiva.
-Daisy piace tanto anche a me – gli confidò Georgie – è graziosa, educata e qui in casa mia è discreta e poi è una bellissima ragazza. 
Stavano andando verso il carro, Georgie continuò:
-Secondo me, però, ha soggezione di Abel.
-E perché mai? – chiese Arthur ridendo.
-Ho questa impressione. E Abel invece non ha mandato giù il fatto che io l’abbia presa in casa. Non me l’ha detto ma l’ho capito da me.
-Georgie – disse allora Arthur –perché pensi questo?
-Non lo so ma mentre io e Sophie abbiamo immediatamente legato con la ragazza lui non ci è riuscito.
-Daisy sarà stata catturata dal fascino di Abel! – sentenziò divertito Arthur.
-Ma potrebbe essere suo padre! – ammise Georgie sbalordita.
-Sto scherzando – disse Arthur – sciocchina! Piuttosto Abel ha ben altro cui pensare in questo periodo, c’è la casa di Sophie da costruire.
-Già – ammise Georgie – è spesso dal padre di Peter per questioni economiche. Stasera saremo a cena da loro, Sophie ora è in sartoria ma dopo andrà subito lì.
Arthur era salito sul carro ma l’espressione di Georgie lo colpì, capì che non era serena.
-Sei preoccupata per Sophie? – le domandò.
-Non riesco a nasconderti niente Arthur – rispose – sì, sono un po’ in ansia per lei. Il matrimonio la spaventa, le ho promesso che non m'intrometterò più di tanto ma diverse cose devono essere organizzate da ora ed io voglio aiutarla. 
Arthur scese dal carro per tornare accanto a lei, le disse:
-Ascolta Georgie, Sophie secondo me vuole emergere, ha un potenziale dentro che deve esprimere. Hai visto com'è brava a dipingere, è quasi meglio di suo nonno!
-Nessuno le vieta di continuare a farlo – disse Georgie – è un bel passatempo.
-Potrebbe diventare un lavoro – le suggerì lui – è una brava sarta, unendo la sua dote del dipingere all’attività di realizzare abiti …
Georgie sembrava interessata, Arthur continuò:
-Sai, anch’io avevo sempre pensato che Eric volesse lavorare in fattoria poi, quando ho capito che le sue ambizioni erano altre, l’ho assecondato.
-Ma Eric è un ragazzo! – ammise Georgie – Sophie a cosa può ambire di più oltre che a sposarsi e a farsi una famiglia? Il lavoro di sarta può bastarle.
-Se ha talento deve coltivarlo – disse subito lui – parlatene.
Georgie pensò che Arthur riuscisse a comprendere Sophie meglio di chiunque altro, erano legati da un filo invisibile e indissolubile e, mentre lui si allontanava con il carro, lei rifletteva su ciò che le aveva appena detto.
Intanto Sophie era a lavorare alla sartoria, doveva riparare diversi abiti, rammendare e aspettare alcune clienti, poi sarebbe andata a casa di Peter.
Dovevano decidere dove tenere il pranzo di nozze e ne avrebbero parlato tutti insieme quella sera.
Delle volte aveva come l’impressione di sentirsi soffocata da tutto ciò che c’era intorno, sua madre le aveva detto di calmarsi, che lei l’avrebbe aiutata nella gestione di tutto ma la paura di Sophie era un’altra. 
Non aveva detto a sua madre che voleva bene a Peter ma quel passo la spaventava e non capiva dentro di sé se non era pronta oppure se non era veramente innamorata.
Quella strana sensazione l’accompagnava da giorni e la sera, alla cena, era distratta e poco partecipe mentre tutti discutevano delle sue nozze.
-Eric sarà il mio testimone – riferì Peter attendendo il pasto – assieme a Paul, sono i miei migliori amici!
-E tua sorella? – domandò suo padre meravigliato – Dovresti considerare anche lei.
-Sarà la testimone di Sophie – rispose di getto il ragazzo – vero cara?
Come stordita da torpore la giovane esordì:
-Devo ancora chiederlo a Beth, comunque penso di sì.
-Domenica tornerà a casa – aggiunse Peter – puoi dirglielo quel giorno, ma perché non l’hai avvisata subito?
Sophie parlava a fatica:
-Non credevo fosse così urgente!
-Infatti non lo è – s’intromise Georgie – ma sono certa che ti farà piacere confidarti con la tua amica, quando verrà. Io intanto ho scritto ad Abel junior per comunicargli la data delle nozze.
-Tuo fratello – disse Peter a Sophie – sarà l’altro tuo testimone.
La ragazza annuì, Georgie annunciò con gioia:
-Sarà un’ottima occasione per riunire tutta la famiglia! 
-Peccato – esordì la madre di Peter che era entrata con una pentola fumante – per il conte Gerald, non potrà esserci!
-Con il cuore sarà con noi – disse sorridendo Georgie che intanto osservava sua figlia così silenziosa e distaccata.
-Ma io – domandò allora Tommy – non sarò il testimone di nessuno?
-Sei troppo piccolo! – lo rimproverò scherzando suo padre.
-Tu porterai le fedi! – disse Peter accarezzandogli la testa.
Tutti risero, anche Sophie, ma la sua mente era altrove.    
-Potremo organizzare qui il pranzo – disse la madre di Peter servendo la zuppa – dopo la cerimonia in chiesa riceveremo gli ospiti sotto il porticato.
-È una buona idea – ammise Georgie – naturalmente contribuiremo tutti alla preparazione del banchetto.
-Che ne pensi Sophie? – le domandò Peter prendendole la mano.
Lei si sentì addosso gli occhi di tutti i commensali che attendevano una sua risposta.
-Veramente – iniziò tentennando – se devo scegliere un posto, mi piacerebbe tenere la festa di nozze alla fattoria di zio Arthur.
Ci fu un attimo di silenzio rotto da Georgie che disse:
-È originale ma mi piace! Bisognerà chiederlo ad Arthur ma non credo ci siano problemi.
-Non male! – esclamò il padre di Peter – C’è più spazio rispetto a qui.
-Come mai questa scelta? – chiese Abel con tono serio. 
-Perché – rispose Sophie – è il posto dove ho i più bei ricordi d’infanzia. Ci sono legata, era la fattoria dei nonni che non ho conosciuto ed è il luogo che sento mio più di ogni altro.
-Se questo è il tuo desiderio – le sussurrò dolcemente Peter – voglio realizzarlo. Domani chiederemo ad Arthur cosa ne pensa ma sono certo ne sarà entusiasta!
Sophie sorrise ma dentro era veramente piena di paure.
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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