Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: MsLucry94    06/08/2021    0 recensioni
Albion e Onore sono il nome di una daga e una spada donate a una bambina dorniana con i capelli argentati e gli occhi viola da parte di due padrini speciali: Lewyn Martel e Arthur Dayne
Questa storia parlerà di Game of thrones da prima della Ribellione di Robert alla fine della serie ma dal un punto di vista diverso. Quello di una bambina.
Si vedranno tutti gli avvenimenti principali e spero che possa piacere
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Gli ultimi giorni alla capitale sono stati tesi. Le persone sono ancora in lutto per le perdite della battaglia del Tridente e l’atmosfera è tesa, ma soprattutto il problema principale sta nelle notizie che arrivano via via dal fronte. A quanto pare l’avanguardia di Robert Baratheon, comandata da Eddard Stark, sta arrivando il più velocemente possibile perso le nostre mura per cingerci d’assedio, forse pensando di evitare una possibile fuga della famiglia reale a Roccia del Drago, ma soprattutto finalmente si hanno notizie di lord Tywin Lannister. Pur rimanendo neutrale per tutta la durata della ribellione adesso a quanto pare sta marciando verso di noi con un’armata di diecimila uomini. Nessuno sa quali siano le sue intenzioni, si spera solo che voglia darci una mano e non tirarci un brutto scherzo, ma in molti propendono per la seconda. Lord Tywin non è persone da schierarsi con i perdenti, come purtroppo ormai noi sembriamo, e quindi sembra molto più facile che voglia unirsi alle forze dei ribelli. Non si sa che fine abbia però fatto Robert Baratheon. Qualcuno dice che sia morto per le ferite riportate nello scontro contro il principe Rhaegar, altri che sia solo stato ferito troppo severamente per continuare una marcia instancabile come quella a cui ha sottoposto l’esercito ribelle quel pazzo di lord Stark, che sicuramente spera di arrivare prima dell’esercito di lord Tywin. L’arrivo dei vessilli di Castel Granito mette a dura prova i nervi già tesi del concilio ristretto, che non sa come comportarsi. - Sire, non possiamo fidarci di lord Tywin. Non ha mai preso posizione in questa battaglia per più di un anno. – - Sire, lord Tywin è sempre stato un ottimo alleato della corona e per molti anni vostro primo cavaliere. Ha portato diecimila soldati freschi. Dobbiamo aprirgli le porte. Saranno un valido aiuto contro l’avanguardia ribelle che è a meno di una giornata da qui. – Il gran maestro Pycelle sembra quasi un avvoltoio. La sua devozione alla causa della corona è sempre sembrata dubbia nonostante il suo giuramento di maestro. - Sire, non potete pensare seriamente ad aprire le porte, potrebbe benissimo essere una trappola. – Le parole di Varys sembrano quasi profetiche. Di solito il re da grande importanza alle parole del suo maestro delle spie, ma questa volta sembra combattuto. Forse anche lui pensa che non sia perfettamente chiaro come mai solo adesso lord Tywin si sia presentato, ma dall’altra è consapevole che così come è messa la capitale non può pensare di resistere ad un assedio per più di qualche giorno. Le scorte di cibo sono ai limiti per via della guerra e di uomini pronti a combattere ne sono rimasti veramente pochi, con invece moltissime donne e bambini che non sono utili per un assedio. - Mandate un messaggio a lord Tywin. Che si presenti subito alla fortezza per discutere dell’imminente assedio ed aprite le porte. Sono arrivati dei preziosi alleati a darci una mano. – Alla fine ha prevalso quell’avvoltoio del maestro Pycelle e le cose non potrebbero essere più pericolose. I discorsi di questa mattina non mi sono piaciuti per nulla. Conosco fin troppo bene mio padre e so che non è uomo da schierarsi con i perdenti, quindi sono più che propenso a pensare che lui sia qui per tirare un brutto scherzo al re, del quale non si fida più da molti anni. Se fosse stato chiesto il mio parere penso proprio che sarei stato d’accordo con Varys, ma ovviamente nessuno chiede il parere di una Guardia reale e adeso devo riuscire a correre ai ripari. Sono sicuro che mio padre sarà spietato contro la città e ci andranno di mezzo gli innocenti, compresi quelli rifugiati qui nella Fortezza Rossa. Non posso fare nulla, purtroppo, per la principessa Elia e i principini figli di Rhaegar, sono troppo sotto il controllo del re che li disprezza come poche persone, ma posso cercare di fare qualcosa per Nymeria. Da quando è morto suo padre è sempre rintanata dentro la cappella a pregare, come se potesse essere di qualche utilità, ma non sarebbe risparmiata anche se fosse trovata lì dentro ed io non lo posso permettere. Come tutte le altre Guardie reali anche io mi sono affezionato a quella bambina. Il suo atteggiamento così sincero verso ognuno di noi è stato una benedizione ed ho paura di quello che le potrebbe succedere, ma ho un piano. Penso e spero che ci sia solo un posto dove i soldati di mio padre non andrebbero mai a cercare qualcuno ed io sono la sola persona che ha accesso a quella torre infondo. Le luci delle candele si stanno affievolendo, segno che l’alba deve essere già trascorsa. Non so neanche da quanto tempo sono nella cappella, ma non riesco ad andare via, non con quello che è successo. Non voglio che qualcuno mi veda piangere più e qui non c’è mai nessuno e posso rimanere da sola con i miei demoni. Zia Elia ha cercato spesso di convincermi ad andare avanti, a non rimanere nel passato dicendo che papà non avrebbe voluto vedermi in questo stato, ma non ci riesco, non riesco neanche a concepire il fatto che non ci sarà più, che non rivedrò il suo sorriso, che non cavalcherò più sul suo cavallo e soprattutto che non sarà lui ad insegnarmi a tenere una spada. È sempre stato il mio sogno quello di poter imparare a duellare e papà mi aveva promesso che quando sarei stata abbastanza grande mi avrebbe fatto lui stesso da mentore, ma adesso non potrà più farlo. Mi scende un’altra lacrima e passo una mano sul pugnale di zio Arthur che porto sempre con me, soprattutto in questo periodo, così mi sento più vicina a tutti loro. Una mano sulla spalla mi riscuote dai miei pensieri. -Zio Jamie, cosa ci fai qui? – - Sono venuto per te piccola, devi venire con me. – - Dove? – - In un posto più sicuro dii questo. Presto arriveranno delle persone molto cattive e non ti possono trovare qui, sarebbe troppo pericoloso. – - Perché? Cosa sta succedendo? – - Non te lo posso spiegare adesso, piccola, ma devi venire con me. Ti porto al sicuro. – - È per quello che è successo in battaglia a papà e a zio Rhaegar? – - Anche, piccola, ma dobbiamo muoverci. – Nymeria scoppia a piangere ancora una volta, ma almeno mi segue fuori da questo posto. Non posso lasciarla qui nel tempio, è troppo pericoloso, ma posso portarla dentro la torre della spada bianca. La nostra torre non verrà mai toccata dai saccheggi degli uomini di mio padre, che non si preoccuperanno di una torre vuota, e la bambina si salverà. Sarà solo dopo che è finito tutto che andrò a prenderla. Davanti alla porta della torre la faccio fermare. - Nymeria, adesso devi essere coraggiosa e fare esattamente quello che ti dico, mi hai capito? – La bambina ha ancora gli occhi rossi di pianto, ma annuisce convinta. - Qui sarai al sicuro, tutti penseranno che questa torre sia vuota e non verranno a prenderti. Voglio che tu chiuda in una delle stanze e stia al sicuro. Non uscire per nessun motivo, sarò io che verrò a prenderti. Fatti vedere solo quando sentirai la mia voce. – - Va bene. – Mi fa anche un piccolo sorriso mentre si chiude la porta alle spalle. Quando torno verso la sala del trono il peggio è già avvenuto. Il re ha fatto aprire le porte della città e mio padre ha dato l’ordine di saccheggiarla. La carneficina che i suoi uomini stanno facendo delle persone innocenti è quasi senza precedenti e il re sta completamente perdendo la poca ragione che gli rimaneva. Quando un messaggero mi dice quali sono i miei ordini per la difesa della Fortezza Rossa quasi mi prende un colpo. Avevo immaginato che sarei stato messo di guardia alla principessa Elia ed ai suoi figli, oppure di guardia alla porta della sala del trono pronto a morire per evitare che gli uomini di mio padre arrivassero al re, ma mai mi sarei immaginato di avere l’ordine di uccidere mio padre, soprattutto quando il messaggero mi dice anche che con il re in questo momento c’è il suo Primo Cavaliere, Rossart. Ormai convinto che quei due pazzi possano fare qualcosa di molto avventato, come far saltare in aria tutti i depositi di altofuoco sparsi per la città e quindi uccidere tutti quelli che si sono salvati dalla furia dei conquistatori, decido di mettere da parte il mio giuramento e probabilmente anche il mio onore. Non posso più stare a guardare mentre un re in cui non ho mai creduto mette a morte tutto il popolo che avrebbe dovuto proteggere. È un attimo prendere questa decisione, ma un attimo scaturito da anni di pazzie mal digerite e angherie di ogni genere. Non ho intenzione di uccidere mio padre, anzi ho proprio intenzione di impedire a Rossart di fare il suo dovere. Quando me lo trovo davanti, vestito da semplice soldato, capisco che le mie preoccupazioni erano purtroppo vere. Rossart sembra dirigersi verso le segrete e le sue intenzioni non lasciano dubbi. È solo un attimo e la spada è già nel mio pugno. Rossart non fa quasi in tempo a vederla che è già morto. Adesso non rimane altro che andare direttamente dal re e finire quello che ho iniziato. Quando il re vede il sangue sulla mia spada, per un attimo ha un’espressione soddisfatta, pensando che sia di mio padre, ma quando gli dico che quel sangue è di Rossart va nel panico. Si urina addosso e poi cerca di scappare verso il trono di spade, ma io sono più veloce e lo sgozzo proprio lì, sui gradini del trono. Purtroppo non faccio neanche in tempo a rendermi conto di quello che è successo che le porte della sala si aprono ed entrano lord Elys Westerling e lord Crakehall, due vassalli di mio padre, e assistono alla fine della scena. Sono entrambi sconvolti, ma lord Crakehall ha più prestanza di spirito e va a chiamare mio padre. Io, stanco e provato da tutto quello che è successo, mi siedo sul trono, aspettando chiunque venga a reclamarlo. Non mi interessa chi sarà il nuovo re, ma voglio capire fino a dove la brama di potere di mio padre voglia arrivare. Sono nella nursery con Aegon quando tutto il trambusto direttamente dentro le mura della Fortezza Rossa inizia. Sono molto preoccupata non solo per quello che sta succedendo fuori da questa stanza, ma anche per la sorte che toccherà ai miei bambini. Sono delle creature innocenti, ma rimangono pur sempre i figli del loro padre ed Aegon è tecnicamente il legittimo successore al trono di spade, per quanto ne dica il re. Ho sempre maggiore paura che lord Lannister, che non mi può vedere da quando sono diventata io la sposa di Rhaegar al posto della sua adorata bambina, voglia vendicare i vari torti che il re gli ha inflitto uccidendo i miei bambini e magari pure me, in fondo non sono quasi nessuno per lui. Stringo ancora più forte a me Aegon mentre una lacrima lascia i miei occhi e penso anche a Rhaenys, la mia piccola principessa che quasi sicuramente si sarà rifugiata nella stanza di Rhaegar, probabilmente sotto il letto, per paura non appena ha saputo di questi uomini alle porte della città. Penso anche alla piccola Nymeria, la figlia di mio zio, che non ha più una famiglia e non riesce ancora a farsene una ragione. Spero solo che ser Jamie sia riuscito a portarla in salvo dentro la torre delle spade bianche, come era sua intenzione. È venuto a riferirmi quello che voleva fare perché sperava di trovare il modo di portarci anche Rhaenys, ma siamo dovuti essere realisti. Il re ha sempre gli occhi puntati su me e i bambini e si sarebbe accorto che qualcosa non andava. Ed alla fine eccolo, il momento che ho sempre temuto. La porta della stanza viene sfondata con un calcio da quello che sembra un ragazzino enorme con un sorriso beffardo sulla faccia. Provo a mettermi davanti ad Aegon, anche se è completamente inutile. Vengo spinta da una parte con uno schiaffo sul viso che mi fa girare la testa dall’altra parte mentre vedo sempre questo ragazzo enorme che prende Aegon dalla culla e schiaccia la sua piccola testa contro la parete della stanza. Inizio ad urlare. Lo shock è talmente forte che non riesco neanche a vedere quello che sta succedendo. Vedo solo il sorriso di quel ragazzo mentre viene sopra di me, con le mani sporche del sangue di mio figlio, e inizia a fare quello che vuole. Ad un certo punto il buio che avvinghia i miei sensi è una liberazione. Ho solo un ultimo pensiero, prima di cedere definitivamente, e va a Rhaenys, preoccupata di quello che le potrebbero fare. Le urla fuori dalla stanza sono terribili. Ho cercato di chiedere aiuto a papà, ma non ha mai risposto. In effetti è tanto che non risponde alle mie richieste. Dopo aver saputo quello che è successo nella battaglia mi sono rifugiata spesso nella sua camera per cercarlo, non convinta che non potesse più tornare indietro. Non ci potevo credere alle parole di mamma e non ci voglio credere neanche adesso. Ma papà continua a non rispondere alle mie preghiere. Non torna da me e da Aegon e non uccide tutte queste persone cattive che sono arrivate qui oggi. Ho paura, e non posso fare nulla per far cessare le lacrime che mi escono dagli occhi. Se la mia septa mi vedesse in questo momento, si arrabbierebbe molto con me per via del mio comportamento non appropriato per una principessa, ma non ci posso fare nulla, non riesco a fermarle. Le urla dietro la porta della camera di papà si fanno sempre più insistenti e alla fine sento la porta cedere di colpo, come colpita da qualcosa di molto pesante e mi sento trascinare fuori da sotto il letto per i piedi. Provo ad urlare e a scalciare, ma è tutto inutile. Vedo per un solo istante la faccia di un uomo con un sorriso tremendo prima di sentire un dolore lancinante. Urlo ancora più forte, ma nessuno viene da me. Piango disperata invocando il nome di papà ma è tutto inutile. Quando sento arrivare il buio senza dolore, mi fa paura, ma lo accolgo perché non riesco più a sopportare il dolore che quell’uomo mi sta infliggendo.
   
 
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