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Autore: smartiess    14/08/2021    1 recensioni
Fluff; Hurt/ comfort ; Generalmente ambientata anni dopo il finale della serie, ma può essere letta anche senza aver visto gli ultimi episodi.
Dean trema di fronte al proprio riflesso: Sta invecchiando
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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ciao a tutti/e :))) vi giuro non chiedetemi il perché ma ho scritto questa one-shot prima in inglese, pubblicata su Tumblr alla cazzo e poi non avendo pubblicato nulla su wattpad/efp da mesi ho deciso di tradurla in italiano e aggiungere cose. 

ho tipo 193629€218 idee per scrivere qualcosa ma non riesco a scrivere, i swear. infatti non so quanto questa possa piacere but anyway here you have it.

boh piango mi mancano tanto. spero stiate tutti/e bene. tanti baci





«Cas, sono vecchio?» chiede Dean una mattina di metà novembre guardandosi allo specchio, le braccia stese lungo il corpo ed accenni di grigio camuffati tra i capelli.

È un sussurro quello che esce dalla sua bocca, piccolo ed insicuro.

Castiel è steso sul letto - il torso nudo nonostante l’aria gelida che riempie la stanza, i capelli disordinati sulla testa e le lenzuola che lo coprono vagamente - ed alle parole dell’altro si volta leggermente, inclinando il collo e osservandolo per qualche attimo.

« Che succede, Dean?» chiede quindi, le labbra che risentono del sonno ed incespicano le parole fra loro.

La bocca di Dean, strette in una dura, ferma e seria linea, trattiene un sospiro prima di rispondere. 

Respira, piano, accarezza nervosamente la nuca ed i capelli corti  che sostano a quell’altezza e sbuffa una risata che è tutto tranne tale.

«Nulla. È solo che— Nulla. Non è nulla»

«Dean» dice Castiel come sempre - serio, apprensivo, affettuoso- e si alza dal materasso del letto su cui è ancora steso, le lenzuola che piano scivolano sul suo addome, sulle sue caviglie, abbandonando il suo corpo e cadendo fievoli sul pavimento freddo di legno sottostante, che scricchiola sotto i suoi passi.

Un brivido gli percorre il corpo e si avvicina, piano e senza fretta, abbraccia Dean da dietro e fa collidere il suo petto caldo con la schiena coperta dell’altro. Bacia via la tensione dalla spalla dell’altro e fa scorrere lo sguardo dinanzi a sè. Lo vede osservare il suo stesso riflesso, incerto.

«Sei bellissimo, Dean» gli sussurra allora con semplicità perché è vero, perché finalmente ha la possibilità di dire queste cose, perché Dean merita di sentirsele dire.

E Dean sembra contrarsi nel suo abbraccio, inasprirsi d’un tratto. Sospira, ancora e in silenzio una mano cerca la sua, abbandonata penzoloni sopra il suo petto e la sfiora quasi dovesse reggersi ma non avesse la forza di farlo, quasi dovesse avere almeno un altro punto di contatto che non sia il petto nudo dell’altro che preme contro il tessuto della propria maglietta.

E il cuore di Castiel, al gesto così gentile, così vulnerabile, si spezza un poco.

Lo bacia ancora, stavolta sulla nuca.

Quando Dean parla di nuovo, la sua voce è roca ed aspra.

« Compio cinquant'anni quest’anno, Cas»

«È così che funzionano i compleanni, Dean»

risponde Castiel, guadagnando una piccola gomitata da parte dell’altro, la voce comunque intrisa di una accenno di risata «Stai passando troppo tempo con Sam. Non posso sopportarne due di sarcastici e fastidiosi so tutto io»

Castiel camuffa una risata e lascia un bacio sulla guancia di Dean. Le sue braccia si stringono sul corpo dell’altro. Il freddo della stanza sembra dipanarsi in ogni angolo che non sia il loro.

«Il fatto che tu compia cinquanta anni non determina la tua bellezza, Dean. O qualsiasi cosa ti stia preoccupando al momento»

«Non sono preoccupato, solo— non importa» sbuffa nuovamente, lo sguardo fisso nel suo riflesso. La sua mano destra - quella che non accarezza il polso di Castiel- traccia i lineamenti del proprio corpo, le curve, le cicatrici. Una smorfia trattiene un sorriso dal nascere sulle sue labbra.

«È solo che... La mia pancia. Ho sempre avuto degli addominali definiti e tutto il resto e adesso è.. morbida»

Castiel lo guarda per qualche attimo e Dean sembra rimpicciolirsi sotto il suo sguardo:Abbassa gli occhi un poco,si gratta distrattamente un braccio, copre piano la parte del suo corpo che ha appena nominato.

«Amo la tua pancia, Dean» Castiel mormora piano, senza distaccare lo sguardo dagli occhi di Dean che ora luccicano nel riflesso. La sua mano segue quella di Dean e si posa sulla poca pelle in eccesso che precede i fianchi.

«Mi piace poggiare la testa lí. Di sera, quando leggiamo i nostri libri o quando guardiamo un film in televisione — sai, uno di quelli che ti piacciono tanto. Mi piace baciarti lí, vederti arrossire per le mie dimostrazioni d’affetto»

Dean rimane silenzioso per qualche secondo, poi: «Io non arrossisco»

Castiel rotea gli occhi, un gesto che ha imparato guardando gli esseri umani e che trova incredibilmente  utile quando si tratta di stare accanto ai fratelli Winchester.

Castiel bacia la clavicola di Dean- una, due volte- e sente l’altro rilassarsi un poco nell’abbraccio.

«I miei capelli.. Sono-»

Castiel non esita ad interromperlo: «Poche linee di grigio che colorano i tuoi capelli sul lato, sopra e dietro la tua testa. Li ho anche io, Dean e mi piacciono molto. Sembra che tengano traccia della tua permanenza sulla terra.  Quando ne crescono di nuovi sembra quasi una conferma del fatto che tu sei davvero qui e che stai bene. Che stiamo bene, giusto, Dean?»

Castiel conosce la risposta. La conosce da tanto tempo. É nelle sere quando cercano di incontrarsi nel buio della camera da letto, intimi e vulnerabili, e parlano piano in mormorii e sussurri, gambe intrecciate che cadono un poco dal letto, mani che sfiorano con leggerezza il corpo dell’altro, baci piccoli che si scambiano di tanto in tanto.

È nelle mattine e nel silenzio che condividono, nell’attraversare il corridoio dell’abitazione in passi pesanti e trascinati, talvolta insieme, guardarsi tra espressioni ancora scontrose e stanche eppure affettuose; talvolta da soli, arrivare in cucina e trovare già l’altro al bancone con un piccolo sorriso sul volto ed una tazza fumante di caffè in mano, un’altra sul tavolo già pronta per l’altro.

È negli occhi di Dean, così verdi che si fissano nei suoi, nella noia che condividono e nel “Caaaaaaaas” trascinato che esce dalla bocca dell’altro quando Castiel è  impegnato a leggere un libro e Dean vuole fare qualcosa; è nello sbuffare di Dean, ancora e nel posare la testa sulle sue gambe, una mano di Castiel che gli accarezza i capelli.

È nel sesso e nella dolcezza e la disperazione che li accompagna ogni volta, nel mormorare ancora di tanto in tanto “Sei qui, sei qui, sei qui” tanta è l’incredulità per la presenza dell’altro fra le proprio braccia.

È negli incubi e nei ricordi e segreti che condividono e che giurano nel silenzio di non aver mai confessato a nessun altro. È nei baci e negli sguardi. È in tutto quello che sono e in niente meno di questo.

 

«Certo che lo siamo, cretino» risponde Dean, alzando gli occhi verso il cielo. E poi: «I miei-»

«Dean» Castiel gli intima «Girati»

E Dean lo fa. 

Castiel gli offre una mano a mezz’aria. Dean la sfiora a palmo aperto per qualche attimo prima di intrecciare lentamente le dita con le sue. Castiel lo accompagna verso il letto e lo fa stendere sotto di lui. Il materasso affonda sotto il loro peso mentre Castiel bacia ogni parte che riesce a raggiungere mentre parla.

«Hai delle piccole rughe che si formano attorno ai tuoi occhi quando sorridi, adesso. Le amo» mormora e bacia gli angoli dei suoi occhi, le rughe sulla sua fronte, le tempie ed il naso e le lentiggini che lo contornano. «Mi piace vederle comparire perché mi piace vederti sorridere e ridere e ghignare»

Dean sorride leggermente - le guance rosse  per i  baci - ed i suoi occhi brillano sotto lo sguardo dell’altro. Castiel non desidera altro.

 «Mi piace il tuo essere meno definito, la morbidezza dei tuoi lineamenti in alcuni punti del corpo» mormora ancora e scende e solleva di poco la maglia di Dean per baciare la sua pancia. Lo sente irrigidirsi e contorcersi  sotto il suo tocco. Avverte la durezza dei suoi sospiri, l’imbarazzo che gli colora il viso ed in risposta lo bacia in quello stesso punto finché non lo avverte lasciarsi andare. 

Sale nuovamente. Accarezza con le dita  il suo viso, lo sfiora, lo tocca con dolcezza. 

«Mi piacciono i tuoi capelli, i pochi ciuffi di grigio, le lentiggini che sembrano aumentare di giorno in giorno su ogni parte del tuo corpo» sussurra e bacia ogni piccola macchia che riesce a scovare. Dean ride sotto il suo tocco. Castiel gli bacia gli angoli della bocca, bacia il suo sorriso, bacia le sue labbra ancora, ancora e ancora.

«Amo le cicatrici che stanno guarendo» dice mentre con una mano sfiora le increspature sopra il corpo dell’altro. «Odio che tu le abbia e che tu abbia dovuto affrontare così tanta sofferenza. Ma le hai, Dean e va bene così»

Dean evita il suo sguardo e si gira da un lato. Il suo corpo, sotto quello dell’altro, trema un poco «Va bene essere ricordati ogni giorno di quanto forte e determinato tu sia stato. Di quanto forte e determinato tu sei, anche ora» gli sussurra e cerca lo sguardo dell’altro ancora girato e che sospira piano.

Quando Dean finalmente incontra il suo volto, Castiel non crede di essere capace di decifrare la profondità dell’espressione che ha sul viso.

«Amo tutto ciò che segna il tuo crescere in età perché per me è un segno che questo, tutto questo, é reale, che tutto quel sta succedendo davvero, che tu stai invecchiando e stai vivendo la tua vita proprio come ti meriti. Che stai bene e sei al sicuro e sei -spero che tu lo sia- felice e sereno. E che tu sia e ti senta amato» mormora con un sorriso e bacia la lacrima che corre sulla guancia di Dean.

«Non c’é cosa» gli dice «che desidero più di questa»

E Dean è perso e i suoi occhi sono aperti e lo guardano fisso, e la sua gola si increspa nell’atto di deglutire e la sua bocca si stringe quasi ad evitare di mettere alcun suono. «E più, più di tutto questo, Dean, la tua anima è bellissima» dice, ancora e ancora e ancora. «Pura luce che brilla ogni volta che ti guardo e so che ti stai giudicando solo in base al tua fisicità- è qualcosa che gli umani sono soliti fare ma oh, Dean» mormora, carezzandolo «se solo vedessero...se solo tu potessi vedere quanto incredibile e puro e pulito e meraviglioso sei. Se solo tu potessi vederti una volta, solo una volta, dalla mia prospettiva... Vedere come ti vedo io, come ti percepisco»

Bacia le sue guance, le sue cosce, il torace, le spalle, le braccia, le gambe, piano, amorevolmente e il sospiro di Dean è pesante sotto il suo sguardo. Sembra spezzarsi ad ogni gesto e ad ogni parola e Castiel lo ricompone con ogni gesto e con ogni parola. 

E Castiel continua ad essere gentile così come ha imparato ad essere da Dean, ad amare e ad essere amato ed allora bacia le sue palpebre ed il suo mento e la sua fronte e non desidera fare nient’altro. 

«Passerò» giura solenne, intenso, vero come ogni parola che ha pronunciato fino ad ora«ogni giorno restante della mia vita su questo pianeta ripetendoti quanto tu sia bello, Dean, finché non sarai capace di realizzare e accettare quanta bellezza sia racchiusa nel tuo cuore» mormora. 

Dean non parla, non crede di esserne capace «Sei bellissimo, Dean. Ancora e sempre. Assolutamente etereo e io sono così innamorato di te»

Dean, ancora, non parla, ma il suo corpo trema e i suoi occhi sono lucidi ed avanza un poco le braccia verso Castiel, evitando di guardarlo negli occhi. Castiel sorride teneramente e cade nel suo abbraccio e lo stringe forte e gli parla piano e gli sussurra elogi e parole nell’orecchio mentre Dean affonda il viso nel collo dell’altro e si nasconde lí per un tempo indeterminato. E Dean si spezza e si spezza e si spezza. Ma è con Castiel. È al sicuro. E può lasciare che si spezzi.

 

«Dean.. io» mormora Castiel minuti dopo, un’incertezza nella propria voce sentendo le insicurezze espresse dall’altro «Non è un problema il fatto che io stia invecchiando, vero?» chiede allora.

«Non c’è mai stato nessuno, non c’è nessuno e non ci sarà mai nessuno  con cui preferirei passare il resto della mia vita e diventare dei vecchi decrepiti che con te, Cas» mormora Dean senza sollevare la testa dal corpo dell’altro.

« E poi» aggiunge con un ghigno, alzandosi quanto basta per incontrare il suo sguardo «Amo i tuoi capelli grigi. Ti fanno sembrare un dilf»

«Dean»

 

   
 
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