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Autore: betty58    14/08/2021    1 recensioni
Elizabeth Gray è una studentessa della Beacon Hills High School e a tutti è nota la sua mente brillante. La sua vita cambia drasticamente quando, una notte, si avventura con i suoi due migliori amici, Scott e Stiles, nel bosco. Qui tante cose succederanno, come per esempio vedere la persona più importante per lei venire morsa da un lupo mannaro diventandolo a sua volta. Da questo momento, Beth verrà catapultata in un nuovo mondo sconosciuto e surreale, che solo nei libri aveva mai letto. I suoi sentimenti, il suo amore, la sua devozione la porteranno a compiere particolari e pericolose azioni pur di salvare chi ama, anche allearsi con un misterioso e spaventoso licantropo, Derek Hale.
*Personaggi e battute completamente prese da Teen Wolf. Ho semplicemente aggiunto un personaggio, ma la storia seguirà perfettamente la serie, o quasi. Buona lettura! :)*
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Lydia Martin, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Personaggi e battute completamente prese da Teen Wolf. Ho semplicemente aggiunto un personaggio, ma la storia seguirà perfettamente la serie, o quasi. Buona lettura! :)*


Oggi è sabato, ciò vuol dire niente scuola. Ieri sera appena tornati a casa, sono corsa in camera rifugiandomi nel mio caldo letto, evitando completamente i miei genitori. Non so davvero come affrontare tutta questa situazione. È troppo. È tutto così surreale, questo periodo è tutto così strano. È tutto così opprimente, soffocante. Sono confusa, non so più come reagire a determinate situazioni. Non so più come comportarmi, che atteggiamenti avere. Non so più cosa fare, non so cosa voglio, non so di cosa ho paura. Forse di tutto. Non so da che parte andare. Non so più cosa dire. Non so più nemmeno sfogarmi e finisco sempre per passare notti intere a rigirarmi nel letto. Perché sì, non riesco più neanche a dormire, non che sia una novità in fondo. Non so gestire lo stress, e ultimamente ce n'è davvero troppo. Non so più neanche da che parte scappare, ma in un modo o nell'altro scappo sempre. Non so più chi sono. Non so più cosa ripetermi per dirmi che vada tutto bene, mentre in realtà sento di star perdendo tutti i pezzi più importanti. Un sacco di cose sono cambiate con l'inizio di questo nuovo anno scolastico, diciamo che sto tentando molto lentamente di assimilarle. Resto ancora nel letto, aspettando il momento giusto per non beccare i miei genitori. Non sono ancora pronta. Più che altro non so cosa dire. Solo quando sento il silenzio più totale in casa, decido di alzarmi e scendere per mettere qualcosa sotto i denti. Non ho cenato ieri e il mio stomaco sta brontolando da non so quanto. Entro tranquilla in cucina, mentre leggo tutti i messaggi che mi ha lasciato Scott. Diciamo che si alternano tra scuse e vari argomenti per tentare di sdrammatizzare la situazione. Ovviamente non rispondo a nessuno di quelli e mi blocco vedendo i miei bere il caffè.
"Elizabeth, tesoro, possiamo parlare?" mi chiede mio padre, mentre poggia il giornale sul tavolo.
"Riguardo?" rispondo restando vaga, dirigendomi verso la macchina del caffè e dando così le spalle ad entrambi.
"Lo sai..." inizia a parlarmi mio padre, ma lo blocco subito. Sono stanca delle bugie, se dobbiamo proprio affrontare l'argomento voglio che mi dicano tutto.
"No, non lo so papà. Credevo che facessi l'avvocato e invece vengo a scoprire che nascondi una pistola nel giacchetto. E nella macchina. E chissà dov'altro. Per non parlare della valigetta sotto il letto. Perché sì, ci sono andata a sbattere con il piede e l'ho trovata. Quindi se volete parlare, ditemi la verità" finisco il discorso incrociando le braccia al petto, ma non per rabbia o altro. Spero solo che possano attutire in qualche modo la conversazione che stiamo per intavolare. Si scambiano una piccola occhiata, per poi concentrare su di me la loro massima attenzione.
"Ne parli come se sapessi qualcosa. Devi dirci qualcosa?" mi domanda sospetto mio padre. No, questa volta non mi freghi. Siete voi che nascondete qualcosa di troppo grande per essere tenuto segreto.
"So solo che da quando avete cambiato lavoro siete cambiati. Siete molto più strani, più opprimenti, più misteriosi. Giocate a fare gli 007 e uscite a notte fonda per andare ad aiutare una persona che conoscete da una settimana. Se questo vi sembra normale, abbiamo due concetti totalmente diversi di 'normale'" rispondo utilizzando sempre un tono calmo, ma ricambiando lo sguardo di mio padre. Come quella famosa notte, mia madre si avvicina e mi posa dolcemente le mani sulle spalle.
"Elizabeth, tutto quello che facciamo è per il tuo bene. C'è un mondo intero là fuori, fatto di orribili cose che fanno cose orribili. Tentiamo solo di proteggere chi non può proteggersi da solo, inclusa e soprattutto tu. Con gli Argent è una lunga storia, ci conosciamo da anni. Ci hanno aiutato a superare un difficile momento e siamo sempre rimasti in contatto. Ora che si sono trasferiti qui, stiamo solo recuperando il rapporto" mi dice con quel tono che potrebbe ammaliare chiunque.
"Stai facendo un lungo discorso per non arrivare mai al punto. Quali 'orribili cose'? Proteggermi da chi, da cosa? Quale momento difficile? Perché nascondete armi ovunque?" non stacco neanche per un secondo gli occhi da quelli di mia madre, i quali noto cambiare totalmente di intensità. Prima erano preoccupati e dolci, ora sono quasi arrabbiati. Sono stanca di questi loro cambiamenti di umore.
"Non capiresti, sei troppo piccola ancora. Quando sarà il momento ti diremo tutto. Ora vai a fare la spesa, questa è la lista e le chiavi della macchina sono sul tavolino all'ingresso" mi ordina allontanandosi per raggiungere suo marito. Resto a fissarli ancora per qualche secondo, mentre tranquilli ritornano alla normalità di un qualsiasi sabato mattina. Li amo, non posso dire il contrario. Mi hanno cresciuta e mi hanno saputo dare tanto amore, tutto quello che sono oggi lo devo a loro. Non potrò mai scordarmi dei bellissimi momenti passati insieme e anche quelli più brutti mi hanno comunque insegnato una lezione. Ma non posso credere a quello che stanno nascondendo, a tutto quello che fanno alle mie spalle e a tutto il male che causano. Mi piacerebbe tanto sapere come sono venuti a conoscenza del mondo sovrannaturale, perché hanno preso la decisione di attaccare e uccidere quelle persone, come hanno conosciuto gli Argent e se sono davvero responsabili dell'incendio di casa Hale. Come sempre, tanti punti di domanda, ma nessuna certezza. Senza aggiungere altro ritorno in camera e, dopo essermi lavata e vestita, mi dirigo velocemente verso il supermercato. Non prima di fermarmi nel bosco per una commissione.

*************************

Che palle! Odio fare la spesa. Mi perdo ogni volta tra quei maledetti scaffali e i commessi sono del tutto inutili e soprattutto maleducati. Per non parlare della fila infinita alla cassa. La prossima volta ci vanno da soli a comprare la roba, io posso sempre arrangiarmi con il cibo d'asporto. Come apro la porta del parcheggio, mi trovo Scott nascosto dietro alla mia macchina e, di sottofondo, un gran casino di antifurti.
"Che cavolo stai facendo?" gli chiedo confusa restando ferma sempre nello stesso punto. Lui si gira di scatto verso di me e si guarda attorno.
"Betty, vattene. Scappa!" mi ordina cercando di utilizzare un tono basso. Nel mentre sento il mio telefono squillare e subito decido di ignorare il mio amico, dando attenzione al messaggio di Lydia. Mi invita a casa sua questo pomeriggio e ciò vuol dire che non starò in casa con i miei genitori. Grazie al cielo. "Arrivo per le 15" le scrivo semplicemente. Un forte rumore mi distrae dall'oggetto nelle mie mani e, alzando lo sguardo, vedo Derek tenere Scott per il collo. Sul cofano della mia macchina.
"Sei morto" gli dice con tono arreso e scocciato.
"No, tu sei morto se mi ammacchi il cofano. Hai idea di quanto costi ripararlo? Me li dai tu i soldi?" guardandolo leggermente contrariata. Lui ricambia la mia occhiata, ma poi fa scendere il mio amico che subito gli dà contro. 

"Posso sapere che fai?" gli chiede infatti seccato, ignorandomi completamente. Grazie amico!
"Te l'avevo detto che ti avrei istruito" gli risponde velocemente, facendomi sorridere. Era proprio questa la "commissione" nel bosco. Ha così bisogno di lui, ma è troppo testardo e orgoglioso per chiederglielo.
"Tu sei pazzo! Mi hai spaventato a morte" enuncia, mentre sia io che Derek ci fermiamo a guardarlo. No, sano come un pesce.
"Bhe, sei ancora qui di fronte a noi. Quindi direi che ancora non sei morto" rispondo tentando di sdrammatizzare un po' la situazione, ma ricevo solo una brutta occhiata dal più grande e una confusa dal mio amico. Okay, sto zitta.
"Okay, ma sono stato veloce no?" domanda tentando di usare un tono sicuro, ma non gli riesce molto bene.
"Non abbastanza" replica infatti Derek.
"Però la tattica degli antifurto è stata efficacie" continua Scott ormai con tono rassegnato.
"A parte quando ti sei messo a chiacchierare" lanciando questa volta uno sguardo nella mia direzione.
"Siamo in un supermercato, cosa ti aspetti? Poi dovreste essere felici che sia uscita io da quella porta e non una qualsiasi altra persona, o peggio ancora mio padre. Ora, se non vi dispiace, vi lascio ai vostri discorsi da lupi e porto la spesa a casa" pronuncio facendo loro segno di sposarsi dalla mia macchina. Carico velocemente le buste nel posto del passeggero e, prima di salire, mi giro verso i due che stanno ancora discutendo.
"Non fate casini, okay? Non vorrei vedere i miei genitori uscire di corsa di casa" mi metto al volante e, senza aspettare risposta, metto in moto e parto.

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Questa mattina mi hanno accompagnato a scuola i miei genitori. Vogliono assicurarsi che entri sana e salva a scuola, come se da un momento all'altro potessi scappare o essere attaccata da un grande Alpha rabbioso. Spero che questa non diventi la nuova quotidianità d'ora in poi, come respiro altrimenti? Mi avvicino al solito muretto di tutti i giorni dove, con grande gioia, noto già Stiles seduto.
"Che palle!" esclamo buttando lo zaino ai nostri piedi e appoggiandomi di fianco al pelato.
"Buongiorno anche a te Beth" risponde sarcastico, mentre si volta verso di me "Cosa è successo adesso principessa?" continua.
"Ieri ho quasi discusso con i miei per tu sai cosa, di nuovo. Mi fanno tante pressioni, tanti 'signorina il mondo non è rosa e fiori come credi, ci sono cose orribili che fanno cose orrende'. Pretendono di sapere tutto quello che mi accade, ma sono i primi a stare zitti. Scott mi ha baciato. In più mi trattano come se fossi una bambina di cinque anni, che ha ancora bisogno di essere accompagnata a scuola. Poi non è che vanno a lavorare o ritornano a casa, no ovviamente. Aspettano, appostati nel parcheggio, che io entri. Incredibile! E Scott si è fidanzato con Alison" mi sfogo, parlando così veloce che a fine discorso mi manca il fiato.
"Prova a fare il loro stesso gioco" mi consiglia Stiles guardandomi strano per i miei commenti di troppo.
"Ci ho già provato, rigirano la frittata a loro piacimento" ribatto puntando gli occhi verso la macchina dei miei, nascosta tra le altre parcheggiate.
"Allora coglili sul fatto. Non possono far altro che dirti la verità e questo permetterà a noi di sapere ancora più informazioni per aiutare Scott. Solo non lasciare che ti facciano il lavaggio del cervello. Sono cacciatori, sono esperti, sanno esattamente cosa dirti per farti passare dalla loro parte" mi raccomanda questa volta, facendomi zittire. Ha perfettamente ragione, parlare con loro a tavola aperta potrebbe portare più danni che altro. Loro sanno molto di più rispetto a me, potrebbero farmi mille giri di parole pur di avere ragione. Potrebbero mentirmi, omettere informazioni, dirmi solo quello che vogliono loro. Ho bisogno di una bella lezione sul mondo sovrannaturale prima di intavolare una conversazione di questo genere con loro. Una lezione che sia veritiera almeno. Oggi pomeriggio farò dei giri da chi ne sa più di me.
"E non penso che Scott si sia fidanzato con Alison. Me ne avrebbe parlato, o almeno mi avrebbe detto che prova qualcosa per lei. Voglio dire... spero che me ne parli. E poi Scott ti ha baciato? Quando? E perché non è una bella cosa?" continua, ma ancora non riesco a trovare le parole giuste da usare. No, mi correggo: non ne voglio ancora parlare. Lo guardo ancora qualche secondo, per poi buttarmi tra le sue braccia. Ho un disperato bisogno di un suo abbraccio. Mi mancano. Mi mancano le serate, fatte di cazzate e risate, del nostro trio. Mi manca il nostro trio. Con tutto quello che sta succedendo, non abbiamo tempo di goderci la nostra amicizia, le nostre giornate, la nostra adolescenza. È come se fossimo stati costretti a crescere tutti in una volta, lottando e scoprendo cose troppo grandi per ragazzi di 16 anni. Voglio vivermi più momenti, di questo genere, possibili. A volta abbiamo bisogno di ritornare con i piedi per terra e ricordarci che siamo solo degli adolescenti.
Lo sento stringermi forte a sé, per poi allontanarsi di poco e posarmi le mani sulle spalle.
"Io entro, vieni con me?" mi chiede guardando qualcosa dietro di me.
"Certo!" rispondo semplicemente e, dopo aver preso le nostre cose, ci dirigiamo verso l'entrata. Girandomi noto Scott venire verso di noi, ma, come ci vede sugli scalini d'ingresso, si ferma sul posto guardandoci da lontano. Come siamo arrivati a tutto questo? Perché dobbiamo farci questo? Siamo cresciuti insieme, eppure ora siamo così distanti. E odio sentirmi così. Odio il fatto che tutto quello che vorrei fare è correre verso di lui e abbracciarlo, baciarlo, parlargli di tutto ininterrottamente. Perché tanto so che lui resta lì a osservarmi e ascoltarmi. So che mi guarderà con quei bellissimi occhi, così meravigliosamente dolci e profondi, facendomi sciogliere tutte le budella, per poi sorridermi, mandandomi totalmente in tilt il cervello e il corpo. So che mi darà uno dei suoi soliti consigli che all'inizio sembrano tanto stupidi, ma alla fine sono sempre la cosa giusta da fare. So che mi riempirà di battute insensate solo per farmi ridere e distrarmi dai mille pensieri. E se queste non dovessero bastare, so che mi ucciderà di solletico e mi ripeterà, come sempre, "quanto sei bella mentre ridi". E se lo dice lui, io ci credo davvero. So che poi ordinerà il mio cibo preferito e finiremo per mangiare sul divano guardando il nostro film preferito. Odio stargli così lontana, devo parlarci assolutamente. Non posso più aspettare.
La prima lezione di oggi è letteratura e vi prego uccidetemi. È così noiosa e inutile, come si fa a non addormentarsi? Ringrazio solo il mio ottimo studio a memoria, che mi permette di avere la media più alta. Ci sediamo negli unici posti vicini in seconda fila e, dopo aver tirato fuori i libri, mi giro verso di lui.
"Grazie per prima" gli dico semplicemente. All'inizio mi fa uno sguardo confuso, ma poi sembra capire dopo voglio andare a parare e mi regala un piccolo sorriso.
"Finché riusciamo a resistere, bisogna farlo sentire un po' in colpa" mi risponde facendomi l'occhiolino per poi zittirsi, visto che in classe è entrato il diretto interessato. Ci fissa per qualche secondo e poi si siede nel banco dietro al mio. Okay Elizabeth, prova del 9, puoi farcela! Come ha detto Stiles, bisogna solo fargli capire com'è la situazione. Sappiamo tutti che prima o poi ritornerà tutto a posto.
"Ancora non volete parlarmi? Almeno Stiles dimmi se tuo padre sta bene. È solo un livido vero? Qualche costola rotta, niente di grave? Sono davvero mortificato" inizia a parlare velocemente Scott, mentre sia io e che il pelato, dopo una veloce occhiata tra di noi, teniamo lo sguardo fisso di fronte a noi. Per questo lui continua "D'accordo... e se vi dicessi che sto cercando di risolvere il problema e ho chiesto a Derek di aiutarmi?" facendomi sorridere. Sono contenta che abbia ascoltato il mio consiglio.
"Se ti parlassi ti direi che sei un'idiota a fidarti di lui. Ma ovviamente io non ti parlo" risponde prima Stiles, con tono ancora più duro se possibile. Tuttora non capisco da dove venga questo risentimento nei suoi confronti.

 Tuttora non capisco da dove venga questo risentimento nei suoi confronti

"Se ti parlassi, interverrei dicendo 'finalmente'. Sono contenta che tu abbia ascoltato il mio consiglio che, non per dire, ma è la cosa giusta da fare. In più ti direi che potrei essere passata da lui e potrei avergli chiesto di aiutarti. Ma ovviamente io non ti parlo" gli dico velocemente, per poi guardare totalmente altrove aspettando la loro reazione.
"Tu cosa hai fatto? Perché?" mi chiede immediatamente Stiles alzando di poco il tono di voce e attirando l'attenzione su di noi. Mi giro verso di lui e, con la coda dell'occhio, vedo Scott stupito quanto il pelato.
"Perché voi non l'avreste mai fatto e abbiamo una certa urgenza di sapere. Perciò uno di noi doveva fare la prima mossa. Alla prossima luna piena non manca tantissimo e vorrei evitare che uno dei due venisse sbranato. Perché aspettare mesi per capire da soli come risolvere la situazione, quando possiamo farcela in qualche settimana?" un po' mi vergogno a ribadire nuovamente che l'ho fatto per Scott, sembra che lui sia sempre al centro dei pensieri. Il che è vero, ma di certo non mi va che tutti lo vengano a sapere. Stiles mi guarda ancora contrariato dalla mia decisione per questo continuo "Non mi odiare, per favore" con un tono simile a quello di una bambina che tenta di farsi perdonare dai genitori per un qualche casino commesso. Grazie al cielo la campanella suona e, mentre vedo gli ultimi studenti entrare in classe, inizio a pensare a cosa gli possa aver dato Derek come consiglio. Sono troppo curiosa di saperne di più, voglio davvero entrare in questo mondo e trovare la giusta strada per aiutarli. Stiles, come a leggermi nella mente, si gira verso di lui in contemporanea a me.
"Che cosa ha detto?" gli chiede diretto, mentre Scott ci sorride.

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Finalmente questa interminabile lezione è finita. La campanella è appena suonata e abbiamo circa 10 minuti prima della seconda classe. Il neolupo ha provato a raccontarci quanto Derek gli ha detto, ma la professoressa ci riprendeva ogni 5 minuti. Infatti spero di aver capito male, perché non penso che gli abbia consigliato di fare ciò che noi stiamo disperatamente cercando di evitare, aka: farlo arrabbiare.
"Quindi vuole che ti arrabbi e che tiri fuori il tuo lato animalesco?" chiede ancora Stiles mentre insieme usciamo dall'aula. Questa è tipo la quinta volta che glielo domanda, cercando appunto un'ulteriore conferma al racconto di Scott, il quale risponde con un secco "".
"Correggimi se sbaglio, ma quando lo fai cerchi di uccidere qualcuno e di solito sono io" continua il pelato spostandosi a lato del corridoio.
"Lo so! Lui mi ha detto che è l'unico modo per insegnarmelo. Devo controllarmi da solo" aggiunge il lupetto alternando lo sguardo tra me e Stiles.
"E come ti insegnerà a farlo?" domando bloccando i miei occhi nei suoi.
"Non lo so, credo che neanche lui lo sappia" mi risponde avvicinandosi di poco a me. Mamma mia, ma perché deve essere così bello?
"Okay, quando devi rivederlo?" interviene il pelato fissandoci con le mani sui fianchi. Oh no, questo vuol dire solo una cosa.
"Mi ha detto di non parlarne e comportarmi normalmente" indugia Scott, spostando lo sguardo su di me per evitare quello del nostro amico.
"Quando?" insiste Stiles parandosi di fronte a lui.
"Oh no, qual è il tuo piano?" mi intrometto cercando di decifrare la mente del pelato, anche se so già che è un'impresa impossibile.
"Mi passerà a prendere alla clinica dopo il lavoro" ammette confuso il moro al mio fianco.
"Dopo il lavoro, bene. Questo vuol dire che ho ancora tempo" continua Sherlock, parlando più con sé stesso che con noi.
"Per fare?" chiede Scott guardandolo preoccupato.
"Per insegnarti una cosa" ci comunica per poi allontanarsi, immerso nei suoi innumerevoli pensieri.
"Dovrei avere paura?" si rivolge a me il moro, mentre entrambi osserviamo il nostro amico sparire tra gli altri studenti.
"Sì, temo comporti dolore fisico" gli rispondo sinceramente, dandogli poi la mia massima attenzione e notando, con mia grande sorpresa, che lui già aveva posato i suoi occhi su di me.
Mi posa una mano sulla spalla sinistra, facendola scendere lentamente per tutto il braccio e intrecciando alla fine le nostre mani. Abbasso lo sguardo seguendo ogni sua piccola azione, che seppur semplici causano in me un mix di emozioni incredibili. Come riesce, ogni volta, a farmi provare così tanto con così poco? Devo smetterla di illudermi e dovrei proprio staccare le nostre mani, ma cosa mi blocca?

 Come riesce, ogni volta, a farmi provare così tanto con così poco? Devo smetterla di illudermi e dovrei proprio staccare le nostre mani, ma cosa mi blocca?

"Ci sono così tante cose che vorrei dirti, non so da dove iniziare" mi dice, tirando poi un lungo sospiro.
"Non penso che questo sia il luogo adatto" rispondo incrociando, finalmente, i nostri sguardi.
"Già, anche io lo penso. Facciamo un giro oggi pomeriggio?" mi propone donandomi un piccolo sorriso.
"Ho un impegno subito dopo scuola. Tu devi andare alla clinica, giusto? E poi ti viene a prendere Derek. Ehm... provo a liberarmi prima e magari ti do uno strappo a lavoro" suggerisco dopo averci pensato un po'.
"Ci sto! Ma cosa devi fare?" mi chiede mentre, sempre con la mia mano stretta nella sua, ci dirigiamo verso la prossima lezione.
"Ricerche" ribatto vaga guardando dritta avanti me e vedendo una indecifrabile rossa venire verso di noi. Mi farà una qualche ramanzina? Probabile. Mi racconterà qualche aneddoto di sesso tra lei e Jackson? Molto più probabile. Mi farà venire coniati di vomito? Le statistiche non riescono a calcolare questa grande quantità di probabilità. A un tratto mi sento tirare e la mano, che prima mi stringeva dolcemente, ora mi ha stretto più forte facendomi girare verso il mio migliore amico.
"Se sono ricerche per aiutarmi, voglio partecipare" mi comunica una volta che sono andata a sbattere contro il suo petto. Le cose sono due: o sono prevedile da fare proprio schifo; o faccio davvero schifo a nascondere i miei sentimenti. La parte ancora più terribile è che, probabilmente, sono entrambe le cose.
"Per quanto io tenga a te e ti voglia bene, il mondo non gira attorno a te" uso un tono piuttosto sicuro, ma la cosa che mi frega sono i miei stupidi battiti accelerati. Comunque non è affatto giusta tutta questa situazione: mi sta togliendo la possibilità di mentirgli. Tutti hanno bisogno di qualche piccola bugia innocente e, soprattutto con lui, mi servono. È ovvio che tutto ciò che faccio, è legato in qualche modo a lui. Ma non per questo voglio che lui lo sappia. Non ora che sta con Alison. Non voglio circostanze strane. Peccato per me, sembra accorgersi della mia minuscola frottola, per questo continuo "Okay, potrebbe centrare con la tua... con il tuo... con quell'altro te, ma è una questione tra me e i miei genitori. Prima la risolvo, meglio è per tutti, e per farlo ho bisogno di sapere" gli confido dopo aver ricevuto un'occhiata storta da parte sua. Sì, più storta della sua mascella che, tra parentesi, mi fa impazzire. Passerei ore a lasciarci mille piccoli baci, per poi arrivare alla sua così soffice bocca. Stare stretta tra le sue braccia, mentre ci coccoliamo. Elizabeth, focus! Mi risveglio dai miei pensieri e noto che ha appena finito di parlare. Il problema è che non ho capito una singola parola. Che situazione imbarazzante! Lo vedo sorridermi e piano piano lo percepisco sempre più vicino. Oh no, cosa vuole fare? Baciarmi? Qui? Alison potrebbe essere nei paraggi. Perché fa così? Nella sua posizione non può comportarsi così. Se fossi nella mia amica, lo prenderei a calci nel suo bellissimo culo. A salvarmi (o rovinarmi?) da questo momento è Lydia, la quale si piazza di fianco a noi prendendomi per il polso libero.
"Beth ho bisogno di te. Andiamo!" esclama guardando in modo sospetto il moro di fronte a me, per poi trascinarmi via. Nel mentre tento di mimare a Scott che lo avrei chiamato, dopotutto oggi pomeriggio dobbiamo vederci. Lui in risposta mi fa un cenno con la mano e l'ultima cosa che vedo, prima di girare l'angolo con la mia amica, è il suo bellissimo sorriso che ha decisamente migliorato tutta la giornata.

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Da quando mi ha visto con Scott questa mattina, Lydia non mi molla un secondo. Si comporta in modo strano, è più ansiosa, agitata. Non mi ha neanche raccontato qualcosa di Jackson, anzi non l'ha ancora proprio nominato. Ogni volta che tento di farle una domanda, devia la discussione. È frettolosa nelle cose che fa e che dice. Non è da lei. Abbiamo appena finito la lezione di chimica e, grazie al cielo, ora c'è la pausa pranzo. Sto morendo di fame. Facciamo una piccola pausa trucco in bagno, poi passiamo a prendere Alison al suo armadietto, infine ci dirigiamo insieme alla mensa. Non mi ricordavo questo hamburger così buono. Da quando cucinano bene? O è solo il mio stomaco vuoto che accetta qualsiasi tipo di sostanza? Non mi è dato saperlo. Sono così persa a gustarmi questo panino, che solo in un secondo momento noto Ally tirare fuori dal suo zaino un libro piuttosto antico.
"La cosa di chi?" chiede Lydia confusa, dopo che la nostra amica ci ha introdotto l'argomento. 

"La bestia del Gévaudan. Ascoltate" risponde prontamente, mentre inizia a leggere "È un mostro quadrupede simile al lupo che terrorizzò le regioni francesi dell'Avernia e della Dordogna dal 1764 al 1767. La bestia uccise oltre un centinaio di persone, diventando tanto famigerata che il re Luigi XV inviò uno dei suoi migliori cacciatori ad ucciderla".
"Noioso" la interrompe la rossa continuando a mangiare la sua mela verde.
"Anche la chiesa alla fine dichiarò il mostro un messaggero di Satana" prosegue Alison, fermandosi poi a guardarci.
"Sempre noioso" commenta ancora Lydia alzando visibilmente gli occhi.
"I criptozoologi ritengono che si tratti di un predatore ungulato, forse un mesoniche." tutto questo è così spaventoso, troppo vagamente identico alla situazione che stiamo vivendo.
"Che noia mortale" la blocca nuovamente la nostra amica intelligentona, alternando lo sguardo tra me e la mora.
"Alcuni credevano si trattasse di uno stregone in grado di trasformarsi in un mostro cannibale" finisce di leggere con un certo tono cupo, ma allo stesso tempo eccitante. Vorrei tanto che fosse solo una storia inventata, lo vorrei tanto.
"Tutto questo che c'entra con la tua famiglia?" apro bocca per la prima volta da quando ci siamo sedute al tavolo. Forse quel libro mi può aiutare a saperne di più. Forse mi saprà dire come sono nati i lupi mannari e i primi cacciatori.
"Ecco. Si pensa che la bete fu intrappolata ed uccisa da un famoso cacciatore, il quale sosteneva che la bestia gli avesse ucciso sua moglie e i suoi 4 bambini. Si chiamava Argent" un piccolo brivido percorre la mia schiena a sentire questa frase. E se chi tento disperatamente di proteggere non sia per niente quello che penso? E se fossero solo delle cattive persone, che uccidono per il gusto di farlo? E se la mia famiglia e gli Argent facessero bene a cacciarli? Scuoto energicamente la testa, come a scacciar via questi pensieri. Non posso averlo pensato davvero. Scott fa parte di loro adesso e non è decisamente quel genere di persona.
"Un tuo antenato ha ucciso un grosso lupo. E allora?" domanda questa volta Lydia, mentre Ally continua a sfogliare le pagine alla ricerca di qualcosa.
"Non era solo questo. Guardate questa immagine" esordisce, girando poi il libro nella nostra direzione, mostrandoci la foto di quel foglio. Non è possibile. Se la mente non mi inganna, è identico al lupo che io e Stiles abbiamo visto nel video sul cellulare della rossa il giorno dopo l'attacco.
"Che cosa vi sembra?" ci chiede mentre alterna lo sguardo tra noi due, facendoci tacere all'istante. Mi volto immediatamente in direzione della rossa, notando la sua espressione preoccupata e terrorizzata.
"Lydia? Lydia?" la richiamo piano, mentre delicatamente le scuoto il braccio sinistro. Lei, come se si fosse risvegliata da un terribile incubo, spalanca gli occhi distogliendo lo sguardo dall'immagine.
"Sembra proprio un grosso lupo. Ci vediamo a lezione di storia" dice, per poi alzarsi e andarsene. Entrambe la guardiamo allontanarsi, senza però rincorrerla. Ha bisogno di stare da sola e schiarirsi le idee.
"Posso prenderlo in prestito per questo pomeriggio? Questa storia mi ha davvero incuriosita. Prometto che domani te lo restituisco" domando facendole gli occhi dolci. Lei in risposta si lascia scappare una piccola risata, allungandomi il libro.
"Tieni curiosona. Mi serve per una ricerca di storia, quindi hai 24 ore" mi dice guardandomi in modo minaccioso, ma sempre con un sorriso divertito sulle labbra. È davvero una bellissima ragazza.
"In cambio, raccontami un po' come vanno le cose" continua guardando qualcuno dietro di noi e, girandomi, noto Stiles e Scott andarsene dalla mensa.
"Con Stiles? Come dovrebbero andare le cose?! È il mio migliore amico, vanno alla grande" rispondo ignorando di proposito il fatto che si stesse rivolgendo all'altro moro.
"Sai perfettamente a chi mi riferisco. Non fare la finta tonta. Avete parlato?" continua piantando i suoi occhi nei miei. Mi mette suggestione parlare di questo con lei. Voglio dire, se sono una coppia che me lo dicano e basta senza girarci attorno. Ci sto solo che peggio così. Mi sento terribilmente presa in giro e non lo sopporto. Posso capire che non vogliano farmi soffrire e magari stiano cercando il momento e le parole giuste, ma più aspettano peggio reagirò. Per non parlare di come si sta comportando Scott in questo ultimo periodo con me.
"Dobbiamo chiarirci ancora su alcune cose e non abbiamo avuto l'occasione giusta. Alison, io gli voglio un bene indescrivibile. Farei di tutto per renderlo felice. Sempre. Ogni giorno. Sono la sua migliore amica da una vita. Perciò se avete qualcosa da dirmi. Se state insieme. Ditemelo. Se siete felici insieme. Se vi amate. Io non posso che essere contenta per voi e supportarvi in qualsiasi vostra decisione" concludo il discorso alzandomi, interrompendo così il contatto con il suo sguardo. Presto raggiunge la mia stessa posizione e prendendomi la mano mi sorride.
"Beth, se vuoi renderlo felice, stagli accanto sempre e amalo. Credimi, non desidera altro" detto questo si allontana, uscendo poi dalla mensa, lasciandomi da sola immersa nei miei innumerevoli e contorti pensieri.
Stargli accanto? Amarlo? Non riesco ad immaginare una vita in cui non faccio tutto questo. Non riesco a fare a meno di lui. Non riesco a non guardarlo. Non riesco a non difenderlo. Non riesco a non pensarlo. Forse sono stati i suoi modi di fare, forse invece solamente il suo sorriso. Come può qualcuno avere un potere così grande su di me? Come può qualcuno essere così importante ed essenziale senza sforzarsi di esserlo? Anche questa volta, non mi è dato saperlo. È successo e basta. Mi risveglio dai miei pensieri e, una volta preso il libro, esco dalla mensa alla ricerca di un posto tranquillo. Ho bisogno di pace e silenzio, dove posso riflettere e leggere, immersa nelle mie mille teorie. Fortunatamente ho un'ora buca, potrei benissimo andare in biblioteca e ripassare per la classe successiva, ma voglio sapere adesso cosa si nasconde in queste pagine. Mi metto a sedere sul pavimento, con la schiena appoggiata agli armadietti, proprio di fronte all'aula di economia che mi aspetta dopo.
Faccio appena in tempo a sfogliarlo, guardando attentamente ogni immagine, che subito vengo interrotta dalla presenza di qualcuno.
"Che stai leggendo?" mi chiede Jackson una volta seduto al mio fianco.
"Ehm... ciao. Mi sono fatta prestare un libro da Alison. Sai, la mia curiosità e il mio sapere non hanno limiti" mi accomodo meglio e, quando sento il mio ginocchio a contatto con il suo, allungo le gambe per spezzare quel breve tocco. Non voglio sembrare maleducata e nemmeno arrogante, ma non si è comportato affatto bene con me e i miei amici. Non capisco ora tutto questo interesse da dove arrivi.
"Hai un'ora di buco o...?" lascio in sospeso la domanda, notando che continua a fissarmi intensamente. È normale sentirsi a disagio in situazioni come queste?
"Oh no, è che non mi piace chimica" mi risponde abbassando lo sguardo sulle sue mani.
"Devi solo capire le basi, poi non è così complicata. Ti serve qualcosa?" continuo vedendo la sua insistenza.
"Veramente sì. Volevo parlarti. So di essere stato un idiota con te, soprattutto con Scott. E volevo dirti che mi dispiace. Sono serio" risponde fissando i suoi intensi occhi azzurri nei miei. Sembra quasi che ti ipnotizzino. Comunque sia non ci casco, qui qualcosa mi puzza. Non può aver cambiato idea da un giorno all'altro.
"In realtà non credo che tu non sia del tutto sincero" gli confido distogliendo lo sguardo da lui e sentendolo poi sospirare.
"Sai com'è essere il miglior giocatore della squadra? Essere una star? Avere tutta la gente che grida solo il tuo nome alle partite? E poi un ragazzo, un ragazzo un giorno ti ruba la scena e tutti guardano lui invece che te. Sai che cosa si prova?" mi giro nuovamente nella sua direzione per cercare di capire il succo del suo discorso, ma come sempre la sua è una faccia impenetrabile.
"Non lo so" rispondo semplicemente.
"Si ha come la sensazione che ti abbiano rubato qualcosa. Poi cominci a pensare che faresti di tutto, qualsiasi cosa, per riaverla" il suo tono è sicuro, determinato, forse quasi rassegnato e deluso.
"Non ti hanno mai detto che in squadra non sei da solo?" gli chiedo retoricamente.
"Ma io sono il migliore" commenta velocemente a tono e, vedendo la mia faccia strana, ridacchia continuando poi "Scherzavo... cavolo, devi davvero odiarmi molto"
"Non è vero" è arrogante, superficiale, egocentrico, egoista, forse anche un po' ignorante, ma non lo odio. Certo, mi danno fastidio diversi suoi comportamenti, ma l'odio è un sentimento fin troppo esagerato.
"Sei sicura? Perché io non sono cattivo. Faccio solo degli errori stupidi. Parecchi, ma non sono cattivo. Tu mi piaci molto" mi giro velocemente verso di lui, leggermente scioccata per le parole che ha usato. Sa di essere il fidanzato della mia migliore amica, vero? "E anche Scott, mi piacete molto tutti e due. Vorrei tanto piacere a voi. Vorrei potervi conoscere meglio. Allora? Che stai leggendo?" continua avvicinandosi sempre di più.

****************************************

"Okay, ecco il piano: tu entri per prima e ti siederai proprio dietro Scott, mentre io continuerò e mi metterò nel banco dietro il tuo. Capito?" chiedo ad Alison, dopo la centesima volte che le spiego la mia strategia. Il senso? Non chiedetemelo. Ho bisogno di pensare a cosa dirgli questo pomeriggio. Ho un disperato bisogno di prepararmi psicologicamente. E stargli vicino non aiuta per niente.
Ci troviamo ancora davanti all'aula di economia e, sbirciando al suo interno, ho già visto Scott seduto in seconda fila con due banchi liberi alle sue spalle.
"Certo, Beth, ho capito" mi risponde la mia amica con una certa nota sarcastica, che non mi piace troppo. Per fortuna vedo Stiles sedersi nel posto che tanto cerco di evitare.
"Andiamo! Seduti seduti, dai! Abbiamo molto da fare oggi, andiamo! Veloci!" enuncia il Prof Finstock con tono stranamente serio, mentre con molta calma entriamo in classe. Mi fermo sul posto e guardo molto male la mia amica, vedendola sedersi nel banco che avrebbe dovuto essere mio. La cosa ancora più strana è Stiles che scavalca il banco, lasciando così libero il posto dietro Scott. L'unico e l'ultimo banco rimasto. Prendo velocemente posto, cercando di evitare lo sguardo del moro per cui ho perso la testa.

"Ehi Betty, ti volevo solo dire che ho cambiato il mio compagno di chimica e ora siamo insieme" pronuncia il mio amico girandosi nella mia direzione.
"Ma io sono in coppia con Stiles" ribatto molto confusa indicando il pelato alla mia destra.
"Lo so, ho chiesto anche a lui e mi ha detto che non c'è problema" continua sorridendomi, mentre con la coda dell'occhio vedo Stiles annuire.
"Non c'è problema, dice? Lo sa che sarà insieme a Josh?" chiedo con un tono di voce più alto, spostando lo sguardo sul pelato che, come pensavo, non ne sapeva nulla.
"Il tuo compagno è Josh?" domanda sorpreso e leggermente irritato a Scott.
"Non è importante chi sia il mio compagno. Stiles se la cava in chimica, io faccio davvero schifo e ho un disperato bisogno di te" risponde inchiodando i suoi occhi scuri nei miei. Stronzo! E ora come gli dico di no?
"D'accordo" dico semplicemente, venendo subito dopo interrotta dal professore.
"Ascoltate tutti! Iniziamo con un rapido ripasso della lettura di ieri. Greenberg abbassa la mano, lo sappiamo perfettamente che l'hai letta" inizia Finstock facendo alzare a tutta la classe la mano, al di fuori del moro di fronte a me.
"Vediamo... McCall!" chiama il professore, sedendosi sulla cattedra.
"Che cosa?" risponde titubante il diretto interessato.
"La lettura" ripete l'insegnate.
"Bhe... la lettura di ieri?" tenta di prendere tempo il mio amico.
"Che ne pensi della lettura del discorso di Gettysburg?" dice sarcastico l'adulto.
"Come?" domanda ingenuamente Scott, causando una risata generale.
"Ero sarcastico. Conosci il termine 'sarcasmo', McCall?" chiede Finstock, sempre con tono ironico.
"Molto bene" risponde girandosi verso Stiles, il quale gli fa una faccia compiaciuta.
"L'hai letta o no?" ritorna serio il professore, iniziando a perdere la pazienza.
"Ehm... l'ho dimenticato" replica il moro abbassando la testa. Perché ho la sensazione che non andrà a finire bene? Vedo il petto di Scott alzarsi e abbassarsi velocemente, segno che si sta agitando sempre di più.
"Bravo McCall! Come se andassi bene in questa materia. Su ragazzo, non posso tenerti in squadra con un'insufficienza. Che ne dici di riassumere la lettura dell'altro giorno?" tenta di trovare un'altra soluzione Finstock, ma anche questa volta Scott gli fa no con la testa ormai in panico "No? E invece quella prima ancora? Perché non riassumi una qualunque cosa che ti è capitato di leggere in tutta la tua vita? No? Un blog? Oppure una bella scatola di cereali? E la scritta 'vietato ai minori' sul tuo sito web preferito che vedi ogni sera? Niente? Grazie McCall, grazie" inizia ad urlare il professore, mentre si alza dalla cattedra e si avvicina al banco del mio amico. Ormai nervosa, mi giro verso Stiles in cerca di aiuto e, in compenso, lui mi mostra un telefono cellulare con l'applicazione con la quale si misurano i battiti cardiaci, mimandomi che il numero preoccupante indicato è quello di Scott. Non si mette decisamente bene. "Grazie McCall. Grazie per aver spento l'ultimo barlume di speranza che avevo per la tua generazione. Bravo sei riuscito a spegnerla, grazie. Al prossimo allenamento ti guardi un po' di schemi. Se non c'è troppo da leggere" continua e termina il professore, dando le spalle a tutti gli studenti presenti in aula. Velocemente, ma sempre senza dare troppo nell'occhio, allungo la mano sotto il banco andando a incastrarla con quella di Scott, il quale stringe maggiormente la presa. 

Fortunatamente la campanella suona, ponendo così fine a questa interminabile lezione

Fortunatamente la campanella suona, ponendo così fine a questa interminabile lezione. "Bene gli altri li interrogo la prossima volta" ci congeda Finstock. Sposto lo sguardo sul telefono che tiene ancora in mano Stiles e noto, con grande piacere, che i battiti sono tornati nella norma.
Presto l'aula di svuota e proprio mentre stavo per varcare la porta, il professore mi richiama.
"Signorina Gray, una parola" lancio una veloce occhiata ai miei due amici, facendo segno loro di aspettarmi nel corridoio. "Quello che ti sto per dire non prenderlo affatto come un obbligo o una punizione, ma in quanto insegnante devo tutelare i miei alunni. Non posso permettermi di cacciare uno dei pochi giocatori della squadra che sappia giocare decentemente e soprattutto non voglio perdere. Quindi ecco quello che ti chiedo con molta, moolta, gentilezza: saresti disposta a dare lezioni a McCall? Legalo se vuoi e costringilo a studiare, oppure riempilo di mazzate, ma ti prego fa qualcosa!" conclude il discorso appoggiandomi le mani sulle spalle e guardandomi dritta negli occhi. Okay, forse è un po' tutto troppo inquietante. Legarlo? Mazzate? Sembra a me o dietro tutto questo c'è un doppio senso sessuale? Dovrei sentirmi molestata? È senz'altro tra i migliori insegnanti che abbia mai avuto, ma è troppo strano. Vive in un mondo tutto suo e chi lo capisce è bravo. Molto bravo.
"Vedo cosa riesco a fare..." rispondo un po' stranita, schiarendomi poi la voce.
"Sei la migliore! Sapevo di poter contare su di te" detto questo mi spinge quasi fuori dalla porta, lasciandomi ancora più confusa di prima. Come ho detto: chi lo capisce è bravo.
Poco distante riesco a scorgere i miei due migliori amici parlare e, avvicinandomi leggermente, mi arresto subito quando sento l'argomento della conversazione.
"Io la amo" esordisce Scott con un sorriso immenso sul volto. Sento piano piano il mio cuore spezzarsi in mille pezzi e mi sento così stupida. In fondo iniziavo davvero a credere che io e lui potessimo diventare un "noi". Eppure a volte succede. Ci si innamora di qualcuno che semplicemente non prova lo stesso. Anche se un po' fa male sapere che ama qualcun'altro, non è nulla che già non sospettassi. Scema io che ho voluto provarci comunque. Non avrei dovuto cedere. Non avrei dovuto permettere che prendesse sempre più posto nel mio cuore, diventando così enormemente e profondamente importante. Non mi sarei mai dovuta innamorare di lui, il mio migliore amico.
"Grandioso. Stavo dicendo..." tenta di riprendere il discorso precedente Stiles.
"No no no, è vero. Sono davvero innamorato di lei" lo interrompe nuovamente il moro con gli occhi che quasi gli brillano. Non riesco a reggere ulteriormente quella conversazione e velocemente mi rifugio dentro uno dei bagni del corridoio. Le lacrime arrivano presto ai miei occhi e questo nodo alla gola mi sta sempre più togliendo il respiro. Tutto questo mi distrugge, ma devo riuscire a dimenticarlo. Devo riuscire a reprimere la delusione, la rabbia, la tristezza, l'illusione di un ormai impossibile "noi". Devo riuscire a sopprimere tutti i sentimenti verso di lui. 'È solo il mio migliore amico e tale rimarrà.' Sì, questo è quello che mi ripeto tutte le volte che mi immagino le sue labbra baciare le mie. Ma se invece ci dovessimo allontanare? Se non volesse più stare al mio fianco per le mie stupide emozioni non ricambiate? Non posso permetterlo. Devo controllarmi, posso farlo, per il mio bene. Devo cercare di resistere. Anche se l'unico mio desiderio è un suo abbraccio, nonostante tutto. Ma lui vuole altro. Lui vuole lei e io come posso anche solo immaginare che quello che desidero possa diventare reale?
Ora come ora, mi sento come se stessi aspettando qualcosa che non arriverà mai, perché adoro illudermi e sperare. Ancora una volta mi sono illusa di una felicità che non mi appartiene.

***************************

"Beth tutto bene?" mi domanda Stiles arrivando alle mie spalle e facendomi prendere un bel colpo.
"Sto bene grazie" rispondo veloce mentre lo guardo sedersi al mio fianco, per poi spostare subito la mia attenzione verso qualunque altra cosa.
"Non ho bisogno dei sensi super sviluppati di un licantropo per capire che stai mentendo, sai?!" ribatte facendomi alzare gli occhi. Possibile che ora tutto si riconduca a persone a cui magicamente crescono peli e zanne?
"Possiamo non parlare di lupi per 5 minuti? E poi cosa cavolo avete combinato tu e Scott questa volta?" chiedo con un tono abbastanza calmo, sia perché non è nulla di nuovo sia perché non voglio farlo preoccupare inutilmente per me. In fondo sono solo una bambina che mette il muso per qualche delusione d'amore.
"Potremmo essere finiti in punizione" ribatte grattandosi freneticamente la testa in uno stato visibile di imbarazzo, come se fosse già pronto alla mia ramanzina da mamma rompipalle.
"Wow! Sono sconvolta, non mi sarei mai aspettata questo comportamento da parte vostra. Voglio dire non è mai successo. Forse giusto quelle due/tre volte. Al mese. Dalla terza elementare" gli dico palesemente ironica, per poi scoppiare a ridere vedendo la sua faccia pienamente consapevole del fatto che abbia ragione.
"Dimmi solo una cosa... era proprio necessario?" continuo spostando lo sguardo su di lui, riuscendo a scorgere un ghigno divertito.
"Abbastanza! È stato esilarante, dovevo fare un video per mostrartelo" risponde ricordando sicuramente la scena, in quanto si sta addirittura tenendo la pancia dalle risate.
"
Sei proprio tremendo" mi perdo a guardarlo e mi lascio molto facilmente contagiare dalla sua felicità. Ho già detto che Stiles è una persona speciale? Perché lo è davvero. Non so davvero come farei senza la sua goffaggine, la sua spensieratezza, il suo sarcasmo, il suo istinto così protettivo, il suo essere così semplice ma al tempo stesso così tanto intrigante. Non importante che io abbia torto o ragione, lui sarà sempre dalla mia parte. Mi difenderà da tutto e tutti, anche se poi so che mi aspetterà una lunga ramanzina quando saremo solo io e lui. È la mia persona. Ormai è diventato una parte di me. Ormai è diventato un pezzo del mio cuore, della mia mente. Mi completa in ogni frase, in ogni sguardo, in ogni pensiero. Riempie le mie giornate di gioia e positività. Mi spalleggia, mi sostiene, mi incoraggia, mi porge la spalla quando ho bisogno di piangere, mi distrae quando ho bisogno di non pensare, mi fa ridere in ogni occasione possibile, anche la meno opportuna (soprattutto). Poi, chiaro, a volte mi fa anche arrabbiare e capita che escano parole dettate dal nervosismo, ma questo ci rende solo che umani. Insomma, chi non sbaglia? L'importante è accorgersi dell'errore commesso, ingoiare l'orgoglio e chiedere scusa. Per fortuna in questo siamo bravi. La verità è che certe amicizie sono indistruttibili. Resistono nonostante tutto. Al tempo, alla distanza, alla vita.
Presto, come se fosse la calamita mancante per completare il quadro finale, anche Scott ci raggiunge con una faccia abbastanza confusa ma sollevata di vederci così felici dopo giorni di forte stress.
"E così un'ora di punizione con Harris eh?!" lo prendo in giro mentre lo vedo alzare gli occhi al cielo.
"Non farmici pensare. Ancora non capisco se sono scemo io a dare sempre retta a Stiles o semplicemente sfigato" risponde esasperato, causando una reazione scioccata da parte del pelato al mio fianco.
"Sicuramente entrambe" ribatto, ricevendo un'occhiataccia da parte del moro in piedi, che aumenta solo il mio sorriso soddisfatto.
"La tua 'commissione' che fine ha fatto?" cambia discordo Scott.
"Quale commissione?" si intromette il pelato.
"Non me lo vuole dire" mi anticipa il moro lanciandomi un'occhiata di rimprovero.
"Ehi, non mi guardate così. Faccio ciò che ritengo giusto fare e mi rendo utile. O almeno ci provo" tento di giustificarmi facendo intendere loro esattamente a quale 'commissione' mi riferisco. Possono guardarmi male quanto vogliono, non cambio idea. In più dopo la nostra litigata dell'altro giorno, sono molto più comprensivi e permissivi.
"Non mi piace che vai da sola. Non sappiamo cosa aspettarci realmente" dice Scott con la sua solita apprensione, che mi scoglie ogni volta.
"Tranquilli, non è Derek il nostro problema. Bhe, almeno non il mio" rispondo con tono scherzoso, giusto per provare ad allentare la tensione che sento crearsi piano piano.
"E se invece ti attaccasse? Se ti facesse del male? Se facesse una delle sue cose da lupo cattivo? Se facesse come con Scott e ti mordesse?" inizia a domandare a raffica Stiles, mentre gesticola ininterrottamente con le mani, come ogni altra volta in cui è nervoso.
"E se invece non lo facesse? Se mi raccontasse cose importanti che potrebbero servirci? E chi ti dice che sia stato lui a mordere Scott? In più lo sapete, con la questione dei miei ci voglio andare cauta e prima di fare o dire qualsiasi cosa, voglio essere informata" tento di rassicurarli, anche se inutilmente. Finché non termino questa chiacchierata e ritorno tutta intera da loro, non molleranno mai la presa.
"Come fai ad esserne così sicura?" mi domanda retorico il pelato al mio fianco.
"Forse perché non lo minaccio ogni secondo di consegnarlo a dei cacciatori di lupi mannari e, almeno il beneficio del dubbio, glielo lascio." rispondo a tono, sapendo di aver colpito il punto giusto. Infatti non ribatte nessuno dei due.
Li vedo ancora un po' titubanti, ma poco importa. Capiranno presto che avevo, nuovamente, ragione.
"Bene, è giunto il momento della vostra fantastica e meritata punizione. Ci vediamo tra un'ora" li saluto per poi prendere le mie cose e indirizzarmi alla macchina.
"Meritata?" mi chiede sconcertato il pelato.
"Più che meritata idioti che non siete altro. Vi amo" li mando un bacio volante e ridendo salgo in auto. Direzione bosco.

*******************************

"...My loneliness is killing me (And I)
I must confess I still believe (Still believe)When I′m not with you I lose my mindGive me a sign, hit me baby one more time
I must confess that my loneliness is killing me nowDon't you know I still believeThat you will be here, and give me a signHit me baby one more time"

Un'ora è davvero lunga quando non si ha nulla da fare. Purtroppo per me, la casa nel bosco era completamente deserta e dopo aver girato a vuoto per circa 5 minuti alla ricerca di nessuno ho deciso di andarmene. Sono passata nel mio bar di fiducia a prendermi una bella dose di caffeina, per poi guidare senza una metà precisa cantando a squarciagola le canzoni della mia dolce Britney. Conosco ogni singola parola a memoria, è una delle mie super icone da che ho memoria. Ora che ci penso è stato davvero liberatorio e alla fine non è stato così pesante come credevo.
In questo momento mi trovo nel parcheggio della scuola ad aspettare (strano) i miei due pazzi amici. Anche se onestamente non ho capito bene i nostri piani del pomeriggio. So solo che devo accompagnare Scott a lavoro, per il resto nulla. Ma anche questo non è nulla di nuovo, una cosa a cui mi sono dovuta abituare con loro è vivere le mie giornate al momento. Senza pianificazioni. In realtà ci sono pianificazioni, ma ovviamente non vengo informata. Tranquilli, è così da quando siamo piccoli. Come quando si presentavano a casa mia per giocare e puntualmente ero appena uscita dalla doccia ogni volta. All'inizio può sembrare fastidioso, ma poi diventa talmente quotidiano che neanche ci fai più caso.
Sono talmente persa a cantare il brano successivo del CD, che non noto neanche quei due guardarmi divertiti dal finestrino. Sblocco la sicura e senza perdere altro tempo salgono in macchina, Scott al mio fianco e Stiles nei sedili posteriori.
"I don't need nobody telling me just what I wanna... do about my destiny...I'm so fed up with people telling me to be someone else but me" continuo a canticchiare, mentre picchietto le dite sul volante proprio come facevo prima dell'arrivo dei miei migliori amici.
"Allora? Saputo niente?" mi chiedono in contemporanea, volendo interrompere così il mio concerto mentale.

"What am I to do with my life?How am I supposed to know what's right?I can't help the way I feel But my life has been so overprotected" proprio come se niente fosse successo, continuo imperterrita. Non posso deludere i miei fans. Soprattutto non in uno dei miei pezzi preferiti di sempre. Subito dopo parte "Everytime" e immediatamente capiscono che tutte le domande che hanno in questo momento, devono aspettare per forza la fine di questo breve viaggio. Iniziano a cantare anche loro due, accompagnandomi e aiutandomi pure con i cori. Vorrei dire che siamo così uniti. Che al primo colpo creiamo una sintonia straordinariamente forte, ma in realtà è solo grazie alle altre centocinquanta milioni di prove che abbiamo fatto. Dovete infatti sapere che più spesso di quanto si pensi, nei "nostri pomeriggi" capita che facciamo dei mini concerti e ovviamente (da come avrete ben capito) una delle protagoniste indiscusse è proprio lei.
Purtroppo per me, nell'arco di 10 minuti arriviamo a destinazione e come spengo la macchina ovviamente la musica si stoppa. Come mi giro verso i due, li trovo già inquietantemente a fissarmi, ansiosi di risposte.
"Tranquilli, niente è successo e niente ho saputo. L'ho aspettato per 5 minuti, ma non si è fatto vivo così me ne sono andata." dico semplicemente e Scott, il quale probabilmente ha ascoltato il mio battito, tira un piccolo sospiro di sollievo nel sentire queste mie parole.
"Avremo le nostre risposte prima o poi. Ce la faremo. Insieme" mi rassicura il moro di fronte a me.
"Possibilmente non da Derek" aggiunge il pelato dai sedili posteriori, facendo così interrompere il contatto visivo tra me e Scott.
"Ci vediamo dopo il lavoro" risponde il moro per poi iniziare a raccogliere le sue cose. Sembra un po' titubante sul da farsi, prima si avvicina di poco a me come a volermi lasciare un abbraccio (o un bacio?), ma poi si limita a stringermi la mano appoggiata ancora sul cambio e infine esce velocemente dalla macchina. Il pelato non ci pensa due volte e, senza neanche scendere, scavalca il sedile passando al posto del passeggiero tirandomi pure un calcio in testa.
"Ma ti sembra il modo?" gli chiedo guardandolo piuttosto male.
"Cosa sta succedendo tra te e Scott?" mi risponde tra il malizioso e il curioso.
"Cos-cosa sta succedendo? Non succede niente. Di-di cosa stai parlando? Cosa dovrebbe succedere? Perché questa domanda? Sai qualcosa? Ovvio che sai qualcosa, sei Stiles. Sputa il rospo." gli dico veloce, mentre le immagini e le parole di oggi tra i due, sul presunto amore del moro verso Alison, invadono completamente la mia mente.
"Io so qualcosa? Chi ti dice che so qualcosa? Io non so niente. Dovrei sapere qualcosa? Cosa?" okay, ora mi sta facendo innervosire. Se gli faccio delle domande specifiche è perché mi aspetto una risposta diretta. Non di certo mille altre domande che girano solo attorno al nocciolo del discorso.
"Non mentirmi. Vi ho sentito questa mattina... Di quando Scott non faceva altro che dirti quanto sia innamorato di Alison" distolgo totalmente lo sguardo dal pelato e nel frattempo accendo la macchina per ripartire.
"Okay non dovrei essere io a dirtelo, ma non potete continuare così. Scott questa mattina non parlava di Alison. Scott non è innamorato di Alison. A Scott piace un'altra ragazza. Decisamente bella , sia dentro che fuori, se posso permettermi. Scott parlava di questa ragazza" mi confessa tranquillamente, come se questa notizia possa farmi sentire meglio. E adesso chi cavolo è questa stronza? Il solito magone alla gola è peggiorato. Il respiro mi si spezza. La mia testa è in confusione, passando ogni singola ragazza della nostra scuola che possa avere avuto un rapporto con il mio moro. Le lacrime si formano piano piano, esponendo ancora una volta le mie fragilità. Stringo il volante più che posso, per tentare di nasconde il sudore che si sta formando sul palmo e il tremolio che sta prendendo possesso di entrambe le mie mani.
"E sentiamo, chi sarebbe questa ragazza?" domando quasi retorica, con la voce che cede verso la fine.
"Tu. Sei sempre stata tu Elizabeth" e se prima non avevo voglia di parlare, ora ne ho ancora meno. Tu. Io? Sono davvero io quella ragazza? Mi sono davvero data della stronza da sola? Non è che non gli credo, mi fido ciecamente di Stiles, ma se avesse capito male? O se avesse frainteso qualsiasi parola o gesto o pensiero del moro? O se fosse solo un sogno dal quale mi sveglierò presto, delusa dal fatto che nulla è reale? Senza aggiungere nulla, ingrano la retro e guido verso casa di Stiles.

*********************************

Siamo appena arrivati nel parcheggio della nostra scuola, dopo aver ovviamente raccolto Scott da casa sua. Il pomeriggio è passato in modo molto strano in realtà, con me totalmente persa in ciò che Stiles mi ha detto precedentemente in macchina e lui che cercava in ogni modo di farmi distrarre. Impresa alquanto non riuscita. Ma ehi, la colpa è sua, che si prenda le sue responsabilità. Alla fine abbiamo deciso di prendere la sua fidanzata Jeep, solo perché potrei essere passata nella corsia opposta rischiando un incidente un paio di volte oggi, e il pelato non si fidava molto a farmi guidare. Esagerato! Ma va bene, ci posso passare sopra. In più ho avuto il fantastico onore di sapere come avremmo affrontato la situazione "il lupo mannaro cattivo ci dà la caccia". Ho per caso già detto che i piani nel nostro trio fanno schifo? Bene, confermo e sottoscrivo.
"Pessima idea" ribadisco una volta scesi tutti e tre dalla macchina.
"Sì, lo so" mi dà corda Scott mettendosi al mio fianco. Bene, almeno siamo d'accordo questa volta.
"Lo faremo lo stesso?" domando guardandoli come a supplicarli di lasciar perdere questa pazzia e tornare a casa per mangiarci una buona pizza tutti insieme.
"Hai un piano migliore?" mi chiede Scott utilizzando un tono sorprendentemente sarcastico. Troppa dose di Stiles quotidiana.
"Proporrei di ignorare completamente il problema fino a quando non sparirà da solo." risponde il pelato alzando le spalle, come se quello appena detto è la risposta più azzeccata ad un problema a cui nessuno riesce a risolvere. Ricevendo ovviamente il mio appoggio. Siamo in una democrazia, la maggioranza vince giusto?
"Tu pensa a farci entrare" ribatte il moro spostando lo sguardo in direzione di una macchina che presto prende posto affianco alla nostra.
"È qui" ci informa Derek una volta uscito dal veicolo, riferendosi sicuramente all'Alpha e causandomi di conseguenza la pelle d'oca.
"E il mio capo?" chiede Scott, spostandosi più vicino a me. La sua presenza mi tranquillizza, e non poco, per questo lo ringrazio mentalmente mentre allungo la mano per afferrare il suo braccio.
"Sta dietro" risponde il più grande, facendoci tutti contemporaneamente affacciare al finestrino. La scena che ci si presenta è il veterinario di Beacon Hills imbavagliato e legato mentre dorme (o l'ha drogato?) nei sedili posteriori.
"Ah sembra che stia comodo" non si lascia scappare una battuta sarcastica il pelato.
Senza perdere altro tempo, ci indirizziamo verso l'interno della scuola. Ecco i tre moschettieri in azione. Si inizia con il piano. Che qualcuno ce la mandi buona..
"Aspetta, che fate?" ci ferma Derek guardandoci confusi.
"Sono collegato all'Alpha. Vediamo se hai ragione" risponde semplicemente Scott, ritornando presto al mio fianco.
La scuola di notte è un vero e proprio scenario da film horror e questo non promette nulla di buono. Mi sono sempre chiesta: ma esistono le telecamere in questo rottame o la gente può uscire ed entrare quando vuole?
Direi che la risposta è ben chiara. Che branco di imbecilli. Non mi sorprenderei se un giorno qualcuno entrasse per, che ne so, bruciare qualcosa o ricoprire tutti i corridoi di melma puzzolente o chissà che altro. Però sarebbe davvero esilarante.
"Okay, domanda: che fai se l'Alpha non si fa vivo?" chiede Stiles una volta entrati nella segreteria.
"Non lo so" risponde Scott posizionandosi davanti al microfono con il quale solitamente il preside ci comunica qualsiasi informazione.
"E che cosa fai se si fa vivo?" domando questa volta io, temendo abbastanza la sua risposta.
"Non lo so" ecco appunto.
"Moriremo tutti" commento mentre mi lascio cadere sulla sedia della segretaria scolastica. Cavolo, non avevo mai realizzato quanto fosse comoda. La voglio anche io, altroché quelle sedie scomode. Basta, voglio fare la regina. Datemene una.
"Okay, avete detto che un lupo ulula per segnalare la sua posizione al branco, giusto?" chiede conferma Scott alternando lo sguardo tra me e il pelato.
"Sì, ma se tu lo porti qui farai parte del suo branco?" ribatto cautamente, mentre fisso i miei occhi nei suoi come a cercare la risposta senza bisogno di dire niente.
"Spero di no" ricambiando la preoccupazione.
"Sì, anch'io" si unisce Stiles spezzando, nuovamente, il contatto tra me e il moro. "Bene, tutto tuo" continua il pelato, allungandogli il microfono. Scott si schiarisce la voce e si guarda attorno, prendendo il coraggio necessario per fare quello che deve fare. O quasi, dato che quello esce non è per niente virile.
"Andava bene. Era un ululato, no?" chiede abbastanza sicuro di sé Scott, facendomi a stendo trattenere le risate.
"Sì, più o meno" rompo il silenzio creatosi, mentre continuo a coprirmi la bocca per mascherare la mia reazione divertita.
"A voi che cosa sembrava?" continua il moro cercando una conferma in noi, che non avrà.
"Un gatto che veniva soffocato, Scott" signori e signore, ecco a voi la voce della verità. Grazie papà Noah per aver creato questo ragazzo.
"Come faccio? Ditemi che cosa devo fare" domanda alquanto esasperato il moro, facendomi sentire in colpa per aver riso di lui.
"Ehi ehi" lo raggiunge Stiles, prendendogli le spalle da dietro "Ascoltami. Stai chiamando l'Alpha d'accordo? Sii uomo, un lupo mannaro, non un lupetto. Un lupo mannaro. Coraggio!" incoraggia Scott, mentre quest'ultimo mi lancia uno sguardo incerto. Da sempre per noi funziona così. Le parole, certo, sono importanti, ma davvero un sguardo ne vale più di mille. Gli sorrido soltanto, cercando di trasmettergli tutta la fiducia che provo nei suoi confronti.
"Okay" Stiles si allontana di poco per lasciargli il giusto spazio. Il moro prende un grande respiro e, come se fosse la cosa più naturale di sempre, fa un ululato come si deve facendo tremare tutto quanto. Tutti e tre ci guardiamo soddisfatti, orgogliosi di quello che è riuscito a fare Scott.
"Amico, quello sì che era un vero ululato. Sei stato fortissimo" lo elogia il pelato, mentre tutti contenti ripercorriamo la strada per il parcheggio.
"Sì Scott, sei stato fenomenale. Avrà funzionato sicuramente, anche se sono un po' terrorizzata da questo. Voglio dire... cosa faremo se l'Alpha venisse sul serio? Scappiamo? Ma sarebbe stupido, perché abbiamo attuato il piano principalmente per questo. Gli parliamo? Ma sarebbe ancora più stupido e ingenuo da parte nostra, come se ci rispondesse davvero. L'ultima cosa che fa è uccidere, costringere Scott ad uccidere ed evitarci. Gli diamo una pacca sulla spalla? Questo è a discapito vostro, io me ne starò mooolto lontana. Già" concludo mentre tutti e tre insieme varchiamo la porta d'ingresso.
"Ci penseremo una volta che si presenterà, sempre se viene davvero" mi risponde Scott, più insicuro di quello che voleva dimostrare.
"Ottimo, un altro piano orrendo. Sapete, mi sto abituando" continuo proprio quando arriviamo di fronte ad un arrabbiato Derek.
"Ora ammazzo tutti e tre. Che cos'era? Volevate attirare tutto lo stato qui a scuola?" ci sgrida lanciandoci uno sguardo di fuoco.
"Non sapevo che fosse così forte" si giustifica il moro, mentre si gratta nervosamente la nuca,
"Sì era forte, ed era fichissimo" commenta Stiles.
"Stai zitto" lo interrompe il più grande. C'era da aspettarselo.

Improvvisamente sento un formicolio crescere sempre di più, che mi sale velocemente dalla punta dei piedi fino alla testa

Improvvisamente sento un formicolio crescere sempre di più, che mi sale velocemente dalla punta dei piedi fino alla testa. Questa inizia a farsi più pesante. La vista mi si annebbia e, come se stessi per perdere i sensi, inizio a vedere le stelle per poi lasciare spazio a un nero profondo. Il respiro mi si accorcia e sento le forze piano piano abbandonarmi. Di colpo nella mia mente si formane due puntini rossi con un mix di sangue, artigli e zanne affilate, mentre in sottofondo riesco solo a sentire delle forti urla terrorizzate. L'unica parola che riesco a decifrare in mezzo a questo casino è solo "Derek".
Faccio giusto in tempo a notare il loro sguardo posarsi su di me, per poi essere di nuovo distratti da una cosa molto più grande di noi. L'Alpha si trova proprio alle spalle del più grande e in questo momento lo sta infilzando con i suoi artigli, facendogli uscire del sangue nero dalla bocca. Non può essere...
Mi sento trascinare con forza da entrambe le mie braccia, non ho la forza di reagire. Vedo il corpo di Derek scontrarsi contro il muro della scuola, lanciato dall'Alpha credendolo sicuramente morto. Di colpo mi ritrovo racchiusa tra due possenti braccia che mi stringono forte, appoggiati alla porta d'ingresso chiusa malamente da delle tronchesi.

Derek è morto.
Non può essere.
Elizabeth, è solo un incubo. Svegliati.

  
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