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Autore: _SbuffodiNuvola_    16/08/2021    0 recensioni
IN PAUSA
“Uno squillo.
Due squilli.
Tre squilli...
-Salve! Questa è la segreteria telefonica di Shinichi Kudo. Ora non posso risp...
Ran spense la chiamata, lasciò il cellulare sul pavimento e appoggiò la fronte sulle ginocchia strette al petto. Una lacrima calda cadde sulla sua maglietta, lasciando una piccola macchia rotonda sulla stoffa gialla.”
Dopo cinque anni di relazione, Shinichi scompare nel nulla come dopo la sera al Tropical Land e senza dare una spiegazione concreta a Ran.
Quando ritorna in Giappone, quattro anni dopo, il detective scopre che Ran ha avuto una figlia, ma non sa che quella bambina è anche sua...
Genere: Comico, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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-Buoni? -chiese Ran ad Aika. 

La bambina, che aveva la bocca piena di riso, annuì energicamente e Shinichi rise, intenerito. 

-Vuol dire che siamo stati bravi. -disse allungando un pugno, così che Ran lo facesse scontrare con il proprio. Lo facevano spesso, quando stavano insieme e facevano lavoro di squadra per qualsiasi motivo.

La karateka gli sorrise, battendogli il pugno: -Sono usciti meglio dell’ultima volta, non credi?

-In effetti sì. Sarà che, a forza di prepararli, siamo migliorati. -rispose lui ridendo.

-No, è che l’altra volta il riso era scotto e il pesce bruciato. -lo corresse lei, facendo ridere Aika.

Finirono gli onigiri e Ran prese la torta che lei e Aika avevano acquistato quel pomeriggio. Era una crostata al limone, come piaceva a Shinichi. 

-L’ha scelta Aika. -lo informò Ran mentre tagliava una fetta. 

-Ottima scelta, piccola detective. -disse l’uomo alla bambina, che arrossì leggermente.

-Mi piace tanto la torta al limone! -esclamò poi.

-Davvero? Anche a me, sai? 

Shinichi vide gli occhi della piccola iniziare a brillare e per un attimo rivide Ran quando, sul tetto del municipio ai tempi della prima elementare, l’aveva chiamata per nome invece che per cognome. Venne di nuovo assalito da quel senso di profonda nostalgia che non riusciva a spiegare, ma, d’altronde, ultimamente faceva fatica a spiegarsi tante cose. Tipo quei stramaledetti sogni che faceva di notte, con lui e Ran insieme, per mano, in spiaggia insieme alla piccola Aika che giocava con l’acqua. Oppure gli succedeva di sognare cose che dette ad alta voce gli sarebbero costate un bel calcio dove non batte il sole da parte di Ran e un pugno (se gli andava bene) da parte dello zietto.

Chissà se anche Ran provava lo stesso nei suoi confronti… lui l’amava ancora ed era ormai palese che non avrebbe mai più cambiato idea, ma lei? 

Shinichi Kudo si reputava intelligente, ma, a distanza di anni, ancora faticava a capire proprio colei che amava da una vita. Non su ogni cosa, ovviamente. Si conoscevano dall’asilo!

Però c’era sempre quella piccola percentuale di lei che rimaneva avvolta nel mistero per lui.

Forse però lei non lo considerava più in quel senso. Insomma, aveva Aika e non poteva di certo prendere decisioni che l’avrebbero fatta stare male. Aveva appena tre anni e di lì a un mese ne avrebbe compiuti quattro. Troppo piccola per soffrire così tanto. Non aveva mai visto il suo papà, poi!

Per lui non sarebbe stato un problema aiutare Ran con la bambina. Gli piacevano i bambini e Aika gli ricordava molto Ayumi. Piccola e carina, ma allo stesso tempo con un cuore grande e coraggioso.

Si diede uno schiaffo mentalmente. Ma che diamine stava pensando? Non era mica il padre, lui. Aika non lo avrebbe mai considerato tale, nonostante Ran gli avesse detto che si era affezionata a lui.

-Shinichi? Tutto bene? -chiese Ran distogliendolo dai suoi pensieri. -Sei tutto pallido…

-Eh? Ah, sì… stavo solo pensando a una cosa. -rispose lui, vago. Prese la sua fetta di torta e iniziò a mangiarla, gustandosi il sapore di limone.

Quando, una volta terminata la torta, fu il momento del caffè. il telefono di Shinichi prese a squillare. Sul display c’era il nome di Jodie Starling.

Il detective guardò Ran, che lasciò la tazzina sul tavolo.

-Rispondi. Dev’essere qualcosa di importante, no? -disse. Poi si rivolse ad Aika: -Aika-chan, vieni. È ora del bagno.

-Perché? -domandò la bambina inclinando la testa di lato, curiosa.

-È tardi e domani la mamma ha un allenamento di karate importante. -rispose la karateka alzandosi dalla sedia. Sebbene controvoglia, la piccola la seguì, tenendole una mano con la propria.

Shinichi le guardò allontanarsi, poi rispose al cellulare.

-Agente Jodie? Ci sono novità?

 

 

Quando Ran tornò, tenendo Aika in braccio, Shinichi aveva appena chiuso la chiamata e osservava il cellulare, incredulo. 

-Che succede? -domandò la karateka. Lui si voltò a guardarla e balbettò, emozionato: -Hanno preso due di loro. Li stanno interrogando adesso, ma sono già emerse cose importanti che… -le sorrise. -Manca veramente poco, Ran. È questione di giorni e tutta questa storia finirà.

Lei ricambiò il sorriso e si avvicinò per prendergli una mano. 

-È il caso più grande della tua carriera da detective, Shinichi. Sono fiera di te. 

Shinichi si alzò dalla sedia e, senza nemmeno pensarci, strinse sia Ran che Aika in un abbraccio. 

Ran ricambiò la stretta con il braccio libero, poi, quando si separarono, disse: -So che vorresti festeggiare, ma domani ho un allenamento importante ed è tardi anche per Aika. Se devi andare alla centrale, vai pure.

Invece, Shinichi prese Aika dalle braccia della karateka.

-Non vado. Non senza aiutarti a sistemare. E poi mi hai detto che questa peste vuole sempre sentire una storia prima di dormire, no? Se le va bene, la posso leggere io. -guardò la piccola, che ora indossava il suo pigiamino, e le sorrise. -Posso leggerti una storia, Aika?

La bimba annuì, poi salutò Ran, che le diede un bacio sulla guancia e le augurò la buonanotte.

-Notte notte. -rispose Aika, poi Shinichi la portò nella sua cameretta.

 

 

Prima che diventasse la camera da letto di Aika, quella stanza era stata scelta come studio. Lì, Shinichi e Ran avevano messo una scrivania con un computer, delle librerie con libri e soprammobili e un divanetto.

Adesso le pareti erano state dipinte di rosa pastello e i mobili erano stati cambiati del tutto. Era diventata la classica cameretta di una bambina.

Shinichi lasciò Aika sul lettino.

-Allora, piccola detective. Cosa vuoi che ti legga stasera? -chiese.

La bambina gli fece segno di avvicinarsi e poi gli parlò all’orecchio, sussurrando: -Mi racconti di come hai detto alla mia mamma che era la tua innamorata?

Il detective si ritrovò ad arrossire. Che tipetta.

Nonostante l’avesse preso totalmente alla sprovvista, però, l’uomo sorrise: -Va bene. 

-Evviva! -Aika si sdraiò, appoggiando la testa al cuscino e osservando Shinichi con quei suoi occhioni blu, curiosa. Lui la coprì con il lenzuolo e si sedette sul materasso.

Non era molto bravo a raccontare storie che non contenessero omicidi, ma si sarebbe impegnato, per una volta. Quindi… Come rendere la storia della sua dichiarazione adatta ad una bambina di quasi quattro anni?

Mica poteva raccontarle che era stato trasformato in un bambino poco più grande di lei da un’organizzazione criminale. Non doveva spaventarla. 

Quindi decise di partire dal momento in cui era uscito dalla cabina telefonica dopo aver preso il secondo antidoto che gli aveva dato Ai, quello che avrebbe dovuto usare per tornare in Giappone.

-È successo in una città che si trova molto lontana da qui. È in un altro continente, addirittura! -iniziò a spiegare. -Ti piace Peter Pan?

Aika annuì: -Sull’Isola che non c’è? -domandò, gli occhi spalancati.

Shinichi ridacchiò: -No, piccola. È la città dove abitano Wendy e i suoi fratellini. Londra. 

-Oooooh!

-La tua mamma era lì con il suo papà e il professor Agasa. -continuò a raccontare. -Io invece ero lì per caso, sai, per il mio lavoro… 

-E hai catturato un cattivo?

-Sì. E grazie alla tua mamma anche.

-Woooow!

Il detective rise di nuovo.

-Comunque, la tua mamma era arrabbiata con me perché non le avevo detto che ero a Londra anche io. Ci siamo incontrati vicino a una cabina telefonica e lì abbiamo parlato. Lei piangeva, sai? E io mi sono sentito in colpa, perché era a causa mia. -disse, ricordando quanto si fosse sentito uno schifo nel vedere Ran piangere proprio davanti a sé. -Allora ho cercato di consolarla, ma lei era così arrabbiata con me che è corsa via. 

-E poi? -chiese Aika, totalmente incantata.

-Io l’ho seguita e proprio sotto al Big Ben, l’orologio altissimo più famoso di Londra, le ho detto che era lei la ragazza che mi piaceva. -concluse l’uomo.

-E la mamma non ti ha risposto? 

-Beh, no. Non subito. Lei mi ha risposto durante una gita che abbiamo fatto con la nostra classe, alle superiori. -Shinichi si alzò dal materasso e le rimboccò le coperte. -Ma te lo racconto per bene un’altra volta, ok? Adesso è tardi, piccola detective. Buonanotte.

-Buonanotte! -Aika gli sorrise.

Il detective spense la luce del comodino e aprì la porta per uscire.

-Shinichi? 

Si voltò: -Dimmi, Aika.

-Sei ancora innamorato della mia mamma? 

Shinichi rimase senza parole. Quella bambina era veramente troppo intelligente per la sua età. E sicuramente non era una ragazza di diciassette anni rimpicciolita a causa di un farmaco!

-È una domanda a cui non so come risponderti, Aika. Te lo dirò più avanti, ok? Adesso dormi.

E il detective si richiuse la porta alle spalle.

La verità? 

Non aveva mai smesso di amare Ran. E lo sapeva benissimo. Ma non poteva dirlo ad Aika, che non aveva mai visto i suoi genitori insieme. Non voleva che il suo sogno di vedere il suo papà accanto a Ran svanisse nel nulla. Era pur sempre una bambina e aveva visto Ran soffrire per la separazione dei suoi genitori quando era poco più grande di lei.

Mentre questo pensieri gli vorticavano in testa, tornò in cucina.

-Aika è veramente una tipetta sveglia. -commentò nel varcare la soglia della stanza. -Sai cos’ha voluto sentire come storia della buonanotte? Come mi sono dichiarato, a Londra.

Ma appena finì la frase, capì che Ran non lo stava ascoltando. La karateka era in piedi davanti al lavandino, riempito di acqua e schiuma, e si guardava le mani senza vederle per davvero. O almeno, quella era l’impressione che ebbe Shinichi nel guardarla in faccia.

-Ran? -la chiamò avvicinandosi. -Tutto bene? Oh, ti sei tagliata con un coltello?

Aveva infatti notato che un dito le sanguinava. Ma lei ancora non reagiva.

-Dai, vieni. Ti metto un cerotto. -la prese per la mano non ferita e la condusse in bagno, prese la cassetta del pronto soccorso, cercò il disinfettante e i cerotti e le curò la ferita. 

-Ecco qua. Ti ho fatto male? -chiese. Ran non rispose né sembrò averlo sentito. Lui decise di non farci caso, la riprese per mano e la riportò in cucina. 

-Siediti. Ci penso io qui.

 

 

Shinichi aveva finito di lavare le stoviglie e le stava asciugando quando finalmente Ran parlò.

-Shinichi, secondo te sono una cattiva madre? -gli chiese con un filo di voce.

Il detective si bloccò sul posto e si voltò verso di lei, seduta al tavolo con lo sguardo sulle sue mani.

-Perché? -fece lui, stupefatto. Non si aspettava una domanda del genere.

-Io… ho paura di dire al padre di Aika che ha una figlia. Lei non può avere una famiglia normale per colpa mia…

Shinichi lasciò lo strofinaccio e il piatto sul tavolo e si inginocchiò di fronte a Ran per cercare i suoi occhi. Le prese le mani, che tremavano, con le sue.

-Ran. Guardami. -le disse appena notò le lacrime che le rigavano le guance. -Aika ti vuole bene e tu non sei una cattiva madre per lei. 

-Però… -balbettò lei tra i singhiozzi.

Lui si morse il labbro e le asciugò le lacrime con una mano, non sapendo che pesci pigliare. Lo aveva colto totalmente alla sprovvista con quella domanda. O forse doveva aspettarsi una cosa del genere? Conosceva Ran da una vita ormai e sapeva che, nonostante cercasse di essere perfetta, aveva troppe insicurezze.

-Ran… -la chiamò di nuovo. Lei non smetteva di singhiozzare e non osava guardarlo in faccia.

E così fece la cosa che gli sembrò più facile.

Le prese il viso e la baciò sulle labbra.







*angolo autrice*
Ehilà! Quanto sono stata brava a pubblicare ad un orario decente? 😌 E soprattutto, felici per il bacio?
Adesso inizia la parte più leggera per me che scrivo😂 non mettere scene romantiche fra Shinichi e Ran mi viene difficileeeee!
E niente, ci vediamo nel prossimo capitolo, detective!

   
 
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