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Autore: EleWar    20/08/2021    12 recensioni
C'è sempre una Sera Prima, un'attesa, un evento che deve succedere... e questa volta cosa dovrà accadere ai nostri amati sweeper? Quale avventura si stanno preparando a vivere?
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Miki, Ryo Saeba, Umibozu/Falco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Sono tornata con una shottina dedicata ai miei amori numero 1 e cioè Ryo e Kaori, manco a dirlo. Avevo bisogno di dolcezza stasera e m'è venuta così, spero che la vostra glicemia non si alzi in maniera preoccupante.
A breve un'altra mini-fic
Eleonora




LA SERA PRIMA…

 
 
 
Umibozu se ne stava immobile, con le braccia incrociate sul petto possente, granitico dietro i suoi sempiterni occhiali scuri, una gamba accavallata sull’altra.
Sembrava in attesa, o comunque perfettamente a suo agio, lì sul quel divano messo tatticamente davanti alla porta, nella penombra della stanza da letto di Ryo Saeba.
 
“Senti, Lucciolone, hai intenzione di startene lì tutta la notte, per caso?” piagnucolò Ryo, trincerato dietro il lenzuolo che reggeva con entrambe le mani, quasi a proteggersi da quello sguardo impenetrabile.
 
“Se sarà necessario, sì!” rispose Falcon, lapidario “Quando c’è di mezzo una bella donna perdi la testa, ed io t’impedirò con tutti i mezzi di andare ad importunarla e farle la tua solita visita notturna!”
 
“Sei un cerbero, inumano, insensibile” strepitò ancora lo sweeper “Io sono un giovane di vent’anni, nel pieno della giovinezza, che ha bisogno di…”
 
“Smettila di frignare!” l’interruppe il mercenario “Ho detto di no e basta. Cerca di dormire piuttosto, che la giornata che ti aspetta domani sarà impegnativa”
 
“… sei una bestia…” mormorò Ryo; e poi: “Miaoooo, miaoooo…” iniziò a fargli il verso del gatto.
 
“Ho detto smettilaaaaaaaaaaaaaaa” tuonò il gigante, facendolo ribaltare all’indietro sul letto, con i capelli sparati sulla testa.
 
 
 
 
In un’altra parte della casa…
 
“Miki, allora io vado un attimo in bagno. Tu spegni pure la luce, tanto ci vedo benissimo al buio…” disse Kaori, con un sorriso radioso, all’amica che quella sera avrebbe dormito con lei.
 
“Non preoccuparti per me, ti aspetterò volentieri per fare due chiacchiere fra donne” rispose la bella barista.
 
Ma appena giunta nella stanza da bagno, la ragazza tirò un lungo sospiro di sollievo:
 
“Fiuuuu! Certo Miki è adorabile, ma leggermente asfissiante. Mi controlla a vista!”
 
“Kaori, Kaori sei tu?” la voce di Ryo giunse ovattata da… da fuori?
 
“Ryo?” chiese allora la socia, avvicinandosi al bocchettone per il ricambio dell’aria del bagno “Ma che ci fai lì fuori?” domandò stupita, ma anche emozionata.
 
“Quel bestione di Umibozu non mi lasciava andare, sono riuscito a neutralizzarlo recuperando il gatto dei vicini e gettandoglielo addosso. È stramazzato a terra schiumando saliva, ma non credo che l’effetto durerà a lungo!”
 
“Aspetta un attimo!” disse allora la ragazza, dirigendosi al cassettino del lavabo e frugando freneticamente dentro.
 
“Trovato!” la si sentì esclamare.
 
Poi corse nuovamente al bocchettone e, aiutandosi con una limetta per unghie, svitò le quattro viti che tenevano saldamente ancorata la piastrina a lamelle all’apertura sul muro.
In men che non si dica riuscì a rimuoverla e le apparve la faccia sorridente di Ryo.
 
Kaori, divertita ed elettrizzata dalla prodezza del socio, allungò una mano e gli accarezzò il viso; manco a dirlo che lui era penzoloni con una corda legata alla ringhiera della terrazza.
Si era calato giù proprio con la speranza di poterle parlare.
 
“Come hai fatto a sapere che ero qui e ora?” gli chiese la ragazza.
 
Ma non necessitava di una vera e propria risposta poiché sapeva che entrambi avevano di questi pensieri improvvisi, quasi telepatici; e infatti non si stupì quando lui le rispose, semplicemente:
 
“Me lo sentivo”.
 
Poi l’uomo si ancorò con entrambe le mani al bordo della finestrella, e guardandola teneramente, le sussurrò:
 
“Mi sei mancata…”
 
“Anche tu…” le rispose di rimando la socia. Poi, fattasi più seria, aggiunse: “Senti Ryo, è un po’ che volevo dirtelo… io … cioè… noi… non c’era bisogno che ci sposassimo ufficialmente, lo sai. Io ti amo, e ti avrei amato lo stesso anche senza…”
 
“Shhhhh” l’interruppe l’uomo “non dirlo nemmeno per scherzo! Io ci tenevo a fare le cose sul serio, te lo devo, tesoro mio, e lo volevo fermamente anch’io. Perché credi che abbia obbligato Saeko a trovarmi un’identità legale, se no?” e staccò una mano, che andò a posarsi sul volto  della sua innamorata:
 
“Ti amo troppo per non darti almeno una parvenza di normalità…”
 
“Oh,Ryo…” sospirò Kaori, portando la sua mano ad incontrare quella del suo uomo; poi si sporsero il più possibile fino a che le labbra non si incontrarono, nonostante la scomodità della posizione di entrambi: Ryo aggrappato come un geco alla parete esterna del palazzo, Kaori in piedi sul bordo della vasca da bagno.
 
Un toc toc! irruppe nel silenzio surreale della stanza.
I due City Hunter sobbalzarono con fare colpevole e si staccarono all’istante.
 
“Chi-chi è?” riuscì ad articolare la sweeper.
 
“Kaori? Tutto bene? Ti senti male?”
 
“Mi-Miki sei tu?” balbettò l’altra.
 
“Sì, visto che era da un po’ che non tornavi, mi sono preoccupata”.
 
“Ah ah ah” ridacchiò a disagio la sweeper, e guardando Ryo gli fece l’occhiolino.
 
A malincuore dovette recuperare la piastrina di plastica da rimettere nell’apertura sul muro; prima che il socio scomparisse alla sua vista, lui le inviò un bacio silenzioso, a cui lei rispose con altrettanta dolcezza.
E mentre rimetteva il supporto al suo posto, facendo attenzione a non fare rumore, con tono leggermente più forte per non farsi sentire nei suoi traffici aggiunse:
 
“Eh, sai com’è, domani è il Gran Giorno e sono un po’ agitata… l’intestino ne risente, eh eheheh…”
 
“Capisco” rispose comprensiva l’amica “Anch’io ho avuto gli stessi problemi...” e arrossì ripensando al suo matrimonio con Falcon.
Poi però, facendosi più sospettosa, aggiunse: “Ma mi è parso di sentirti parlare con qualcuno… non ci sarà Ryo lì dentro, spero!”
 
“Ma-ma che dici, sciocchina!” si affrettò a rispondere la sweeper “Ti pare? E poi come farebbe con Umi che gli fa la guardia?”
 
“Ummm… Saeba è un mago nell’escapologia, quando c’è di mezzo una bella donna. Una bella donna che in questo caso sei TU!” puntualizzò la mercenaria.
 
“Eh eh eh eh…. ma no, no…” e poi, aprendole la porta: “Visto? Non c’è nessuno! E se prima mi hai sentito parlare, era perché ripetevo ad alta voce le promesse…”
 
“Ummm… sarà! Comunque lo sai che porta sfortuna che lo sposo veda la sposa prima del matrimonio, vero?”
 
“Sì, certo, ma questo in un mondo normale. Ti pare che il nostro lo sia?”
 
“Be’, effettivamente…” mormorò perplessa Miki, portandosi una mano al mento, con fare meditabondo.
 
“Dai, su, andiamo a dormire” esordì Kaori, felice, prendendola a braccetto “che domani mi sposo!”
 
E si chiuse la porta alle spalle.
 
   
 
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