Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
Ricorda la storia  |      
Autore: Kyoko_09    21/08/2021    8 recensioni
Quando si era piazzata davanti al televisore aveva cominciato a denigrarla, com’era solito fare, ma si era spento non appena Kaori aveva cominciato a parlare ed era rimasto con il telecomando a mezz’aria, posizione che in realtà non aveva abbandonato. No, perché se non aveva ancora perso tutte le rotelle, ed era consapevole di non averle perse, Kaori gli stava chiedendo un appuntamento.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ROUTINE

 

Come diavolo si era ritrovato in quella situazione?
Fino a due secondi prima stava guardando il notiziario delle otto per informarsi degli ultimi avvenimenti del paese o, per meglio dire, ascoltava le notizie pronunciate dalle belle labbra della giornalista Azuko e, all’improvviso, aveva visto l’immagine oscurarsi e venir coperta dalla silhouette della sua socia che si era piazzata davanti al televisore. Kaori Makimura aveva deciso di non guardarlo in volto preferendo di gran lunga puntare gli occhioni color nocciola su un punto imprecisato del pavimento, era in forte imbarazzo, poteva notarlo dal lieve rossore che aveva colorato le sue guance e dal modo in cui giocherellava con le mani, perciò, la domanda che ne era seguita lo aveva decisamente colto alla sprovvista.
Dunque … cosa gli stava chiedendo?
-Cosa?-
Kaori sospirò e finalmente riuscì a puntare gli occhi in quelli di lui -Sì Ryo, hai capito … l’ultimo lavoro ci è andato molto bene dal punto di vista economico, se ci prendiamo una giornata per noi non cambierà molto. Sabato … sabato avrei delle commissioni da svolgere, mi potresti accompagnare e poi- tornò a giocherellare con le dita per qualche secondo prima di terminare la frase -Hanno aperto un ristorante molto carino non lontano da qui, potremmo cenare fuori per una volta-
Ryo strabuzzò gli occhi più volte cercando di capire cosa effettivamente la sua socia stesse cercando di dire visto che spesso erano rimasti senza lavoro per un numero indefinito di giorni. Quando si era piazzata davanti al televisore aveva cominciato a denigrarla, com’era solito fare, ma si era spento non appena Kaori aveva cominciato a parlare ed era rimasto con il telecomando a mezz’aria, posizione che in realtà non aveva abbandonato. No, perché se non aveva ancora perso tutte le rotelle, ed era consapevole di non averle perse, Kaori gli stava chiedendo un appuntamento. In un modo un po’ particolare a essere sinceri, non era certo nel suo stile esporsi in quel modo, ma l’invito a passare un’intera giornata insieme non poteva che definirsi appuntamento. D’altronde, gli appuntamenti non erano forse alla base di una relazione? E loro non erano una coppia? Beh, non proprio una coppia a tutti gli effetti e non certo per colpa sua questa volta.
-Va … va bene- aveva concesso guardandola con un’espressione perplessa.
Kaori aveva sorriso e i suoi occhi si erano illuminati, rendendo di riflesso felice anche lui. La vide allontanarsi verso la cucina per finire di preparare la cena, canticchiava un motivetto che conosceva fin troppo bene visto che in radio ormai non si ascoltava altro. Sospirando, si ricordò della giornalista e si fiondò sul televisore per baciarne la bella figura ma fu colto dal disgusto quando si rese conto che la giornalista era stata sostituita da un uomo sulla cinquantina che non sembrava curarsi molto del suo aspetto fisico.
-Oh la bella Azuko è già andata via e io ho perso tempo a guardare un mezzo uomo!- conscio di ciò che aveva appena pronunciato, spinto più dall’abitudine che dalla voglia di offendere la sua socia, si portò una mano davanti alla bocca e si buttò dietro al divano nel vano tentativo di nascondersi. Il martello da 400tn non tardò a colpirlo e a conficcarlo nel pavimento
-Ryo Saeba, ti giuro, se sabato provi a inseguire anche solo una gonnella, io ti faccio fuori in modo definitivo! - sbraitò la sua socia che dopo l’ennesimo insulto aveva deciso di fregarsene della dolcezza e guardarlo in cagnesco. Quando lasciò nuovamente la stanza, con fatica Ryo si liberò del martello e rimase sul pavimento a gambe incrociate, osservandola mentre armeggiava in cucina
-Ah Kaori, Kaori- sospirò mentre un sorriso sornione si affacciava sul suo volto.

-Buongiorno mia dolce Miki- dopo il tintinnio dei campanelli che annunciavano l’arrivo dei clienti nel Cat’s Eyes, Ryo si fiondò in volo sulla proprietaria del locale incurante di quello che di lì a pochi secondi sarebbe accaduto. Kaori, alzando gli occhi al cielo ormai esausta di quella tiritera, si accomodò al solito posto davanti al bancone, sapeva perfettamente di non dover affatto intervenire in quel caso, per buona pace dei suoi sensi. Miki non si mosse, semplicemente lo sweeper venne fermato a mezz’aria dallo schiantarsi di un vassoio sul suo volto che ne calcò la forma e lo fece finire rovinosamente a terra. Kaori sorrise pensando che quello fosse il posto giusto dove avrebbero dovuto trovarsi gli scarafaggi come lui, ma restò in silenzio e sorrise cortesemente a Umibozu che, occupatosi del suddetto scarafaggio, tornò a dedicarsi alle sue tazzine.
-Buongiorno Kaori- salutò Miki mettendole una tazza di caffè fumante sotto il naso, per poi prepararne uno anche per il socio della sua amica che si stava sistemando accanto a lei -Buongiorno Saeba. Allora, siete già stati alla stazione? Nuovi incarichi in vista?-
Kaori scosse il capo mentre cominciava a sorseggiare il suo caffè, voleva godersi la sua bevanda prima di comunicare all’amica che per quella mattina il lavoro sarebbe stato completamente escluso dalle loro vite, non avrebbe fatto neanche la consueta capatina alla stazione, dubitava di trovare qualcosa ad essere sincera, ma difficilmente saltava un controllo. Se proprio qualcuno avesse appuntato un bel XYZ sulla lavagna, avrebbe atteso.
-No, non siamo andati in stazione. Per un giorno City Hunter si rilassa. Passeremo la giornata insieme a non fare nulla-
-Oh! Un appuntamento! - esclamò la barista unendo le mani sognante come se fosse lo scoop del secolo e subito dopo le due donne furono attirate da un tonfo assordante, Ryo era caduto nuovamente a terra e si muoveva a scatti.
Kaori fece spallucce -Oggi è attratto dal pavimento-
-Miki, ma quale appuntamento! - sbottò lo sweeper issandosi da terra e poggiando un braccio sul bancone, lo sguardo truce che le rivolse non era affatto rilassante ma all’ex-mercenaria non fece né caldo né freddo. Non aveva certo paura dei modi scontrosi di Ryo -Dobbiamo svolgere delle commissioni- presa una sigaretta dalla tasca interna dalla giacca si diresse verso l’uscita -Ti aspetto fuori, fa in fretta- sospirò con il mozzicone tra i denti prima di lasciare il locale in direzione della partner.
Quando fu andato via, Miki tornò a dedicarsi alla sua cliente preferita -E’ un appuntamento!-
-Si- sospirò Kaori con lo stesso sguardo sognante -Approfitterò di questa mattina per farmi aiutare nelle compre di casa, siamo rimasti a secco di qualsiasi bene lì dentro- sospirò leggermente sconsolata -Ma oggi pomeriggio ho intenzione di passare del tempo con lui, ho prenotato in quel ristorante che mi hai indicato e a lui sembra stare bene- concluse, non con lo stesso entusiasmo che aveva avuto all’inizio della conversazione.
-Ma?- chiese la barista sentendo la voce leggermente incrinata della ragazza.
-Non credo che abbia intuito si tratti di un appuntamento-
Miki si portò una mano alle labbra per trattenere una risata, Kaori le faceva molta tenerezza. Era così ingenua quella ragazza! -Non ha importanza- la consolò -Sarà una bella giornata, vi farà bene e vi avvicinerà ulteriormente. Non si vive di solo lavoro per una coppia-
Kaori ricambiò il sorriso e annuì più convinta, poi si alzò salutando entrambi i proprietari e raggiunse Ryo.
-Idiota!- sbuffò impercettibilmente Umibozu quando la sweeper lasciò il locale.
-Non è una novità che sia un’idiota- rise Miki guardando il suo uomo intento a sistemare le tazzine al loro posto, tutto brillava grazie a Falcon e lei ne era immensamente felice pensò, rimirando prima la fece del marito e poi la propria -Ma capitolerà anche Saeba-

Da circa venti minuti Ryo e Kaori camminavano per le strade di Shinjuku per raggiungere il centro commerciale, uno al fianco dell’altra. Guardandosi intorno Kaori notava, come sempre del resto, che molte coppie si tenevano per mano oppure le ragazze stringevano il braccio del proprio compagno e si chiese se anche lei ne avesse il diritto. La mano destra di Ryo, quella che si trovava al suo fianco e che durante quella passeggiata aveva sfiorato per errore involontariamente, penzolava fuori dalla tasca a differenza della sinistra, a differenza delle altre volte a dire il vero. Era un modo carino e indiretto di Ryo di dire che poteva stringerla? Ne aveva, dunque, il diritto?
Forse.
Due settimane prima, all’incirca, Ryo le aveva detto qualcosa di importante in quella radura e non si era fermato lì come aveva supposto all’inizio. Per quanto continuasse a fare lo stupido davanti a tutti, dietro le quinte abbandonava la maschera del maniaco incallito per mostrarsi un po’ più gentile, benché non mancassero frecciatine poco carine nei suoi confronti che la mandavano in bestia. Doveva anche considerare che il suo compagno ci aveva provato spudoratamente un paio di volte nei suoi confronti, ma lei si era prontamente ritirata.
Perché?
Non sognava forse da anni di essere considerata come donna dall’uomo che amava?
Ora che ne aveva l’opportunità perché continuava a fuggire?
Semplice, aveva paura e si sentiva inadatta.
Magari però era giunto il momento di provarci, di essere un po’ più propensa ad un avvicinamento anche se poteva essere quello banale di stringergli la mano durante una passeggiata. Così, con un po’ più di sicurezza, decise di afferrargli la mano, ma quando tentò di farlo si ritrovò tra le dita solo l’aria. Voltò la testa verso di lui e vide che l’uomo non era più al suo fianco, era corso poco più avanti dove una ragazza sembrava essere stata aggredita da tre strani uomini. Questi ultimi scapparono via non appena videro chi si trovava davanti ai loro occhi e del canto suo Kaori, leggermente delusa, decise di raggiungere la ragazza che sembrava scioccata e spaventata.
-Ehi tutto bene?- Chiese non appena le fu vicina.
-S … si, solo … per fortuna il signor Saeba mi ha aiutata! - Farfugliò la ragazza.
La sweeper lanciò una brutta occhiata al suo partner che non aveva perso un solo secondo per presentarsi, ma poco male, perdere una trentina di minuti ad aiutare una ragazza in difficoltà non avrebbe tolto nulla alla loro giornata, Kaori sorrise affabile e tese la mano.
-Mi chiama Kaori, ti va di sederti da qualche parte e prendere un tè? -
La ragazza ricambiò il sorriso e la stretta di mano -Molto volentieri Kaori. Io sono Megumi, Megumi Ayame -
Mentre sorseggiavano il loro tè, Megumi sembrava riprendere sempre più colore e sembrava rilassarsi sempre di più chiacchierando insieme a lei, di contro Ryo continuava a guardare e a importunare le cameriere. Come al solito con lui poteva fare solo brutte figure, ma non aveva voglia di fare scenate in quel locale, perciò decise di prestare attenzione solo alla ragazza.
- Va meglio? -
La ragazza finì di bere la sua bevanda e annuì con più soddisfazione -Devo dire che quegli uomini mi hanno spaventata parecchio, ma ora sembra andare meglio -
Ryo afferrò le mani della ragazza e l’attirò verso di sé -Megumi, cara, se hai bisogno di rilassarti conosco dei posticini adatti non troppo lontani da qui, potremmo rilassarci insieme -
-Rilassati da solo, idiota – sbottò Kaori buttandogli addosso quello che le restava del suo tè bollente che finì tutto sul cavallo dei pantaloni del suo socio. Ryo cominciò a saltellare da una parte all’altra soffiandoci sopra e mentre Megumi restava sbigottita di fronte a quella scenetta,  Kaori la rassicurò di stare tranquilla, poichè era tutto nella norma. Pagato il conto, i tre uscirono dal piccolo bar e si salutarono, Megumi ringraziò più volte i suoi salvatori e poi corse via, verso il centro della città. Ryo, dopo aver acceso l’ennesima sigaretta della giornata, guardòava pensieroso la strada che aveva preso la ragazza, sembrava assorto in pensieri profondi. Dopo due boccate si rivolse direttamente a lei, ma senza perdere di vista la sua traiettoria -E’ necessario andare al centro commerciale?-
-Sì, abbiamo delle compre importanti da fare e … -
-Allora ti raggiungo dopo – lo sguardo serio, Ryo buttò la cicca a terra e la calpestò sotto i suoi piedi prima di andare via, lasciandola lì sola. Kaori sbatté le palpebre più volte non comprendendo bene quello che il collega volesse dire, poi sbuffando decise di seguirlo. Aveva il passo veloce lui benché stesse solo camminando, quindi lei dovette affrettarsi un po’ per stargli dietro e ad un certo punto le sembrò addirittura di perderlo tra la folla -Ryo, aspetta!- soffiò, prima di andare a sbattere contro la schiena di qualcuno. Si coprì il naso dolorante con la mano destra pronta a rimproverare chiunque le si fosse messo davanti quando si rese conto che si trattava proprio della schiena del suo socio. Curiosa del suo atteggiamento, cercò di sbirciare nella sua stessa direzione. Cominciava a credere che quella giornata sarebbe finita male. Cosa aveva visto?
La yakuza?
Qualcuno in pericolo?
Un nuovo nemico pronto a sfidarlo?
Si alzò leggermente in punta di piedi per vedere oltre la sua spalla e poi si portò una mano davanti agli occhi esasperata. La bella Megumi stava chiacchierando allegramente con un ragazzo, suo coetaneo probabilmente, davanti ad un love hotel e stavano entrambi per dirigersi al suo interno.
-Ma guardala, non accetta il mio invito e poi ci va con un figlio di papà qualsiasi. - soffiò Ryo con vero risentimento nella voce. Si era naturalmente accorto di Kaori che lo aveva seguito, così come si era accorto di lei che aveva sbattuto contro la sua schiena e si era reso conto, di conseguenza, anche di come fosse preoccupata e si fosse messa a sbirciare, quindi non fu difficile immaginare di averla fatta davvero irritare -E’ tornata la donna del brutto tempo- sospirò prima di essere colpito da una martello di 250tn, attirando su di loro gli sguardi indiscreti e spaventati dei passanti.
-Sei la vergogna del Giappone Ryo!- tuonò Kaori – Non ti scomodare, ci vado da sola al centro commerciale, idiota! -
Kaori si allontanò velocemente, mentre Ryo cercò di liberarsi del martello, si scusò con tutti i presenti e le corse dietro chiamandola più volte.

Rincasarono intorno alle quattro circa, Ryo aveva subito preso posto sul divano incurante di aiutarla a sistemare la roba comprata e preferendo di gran lunga leggere le sue solite riviste. Riviste che lei avrebbe volentieri bruciato, ma si trattenne dal rimproverarlo com’era solita fare. Ryo si era comportato bene per quella mattinata, esattamente come le aveva promesso. Non si era buttato all’inseguimento di nessuna gonnella, era stato composto per tutto il tempo aiutandola nel portare le varie buste degli acquisti, non lo aveva sentito lamentarsi neanche una volta, cosa che non aveva rovinato il suo buon umore. L’unica pecca, forse, che l’aveva leggermente infastidita, era stata l’insistenza nel voler entrare in un negozio di abbigliamento intimo, ma solo perché per un attimo aveva avuto il timore che i suoi atteggiamenti da maniaco le avrebbero fatto fare l’ennesima brutta figura.
Se avesse rubato qualche capo di biancheria?
O se ci avesse provato con la commessa? Magari chiedendole di provare qualche abbigliamento?!
Alla fine aveva acconsentito ed era entrata, lui aveva semplicemente gironzolato qui e là per poi scegliere un completo e le aveva chiesto in modo insistente di comprarlo. Nell’imbarazzo totale, sotto lo sguardo divertito della commessa (che non toglieva gli occhi dal suo socio a dire il vero) Kaori aveva stretto tra le mani il suddetto completo intimo, completo che Ryo voleva che lei comprasse per poterlo indossare in futuro a sua detta. La commessa aveva anche chiesto se volesse provarlo visto che lei non si azzardava a dire nulla, ma Ryo aveva scosso la testa e aveva semplicemente detto che la taglia era quella giusta, accompagnato da una strizzata dell’occhio. Pur di uscirsene da quella situazione, Kaori alla fine aveva passato l’indumento alla commessa per poterlo pagare, voleva andare via da quel reparto il più velocemente possibile. Mentre pagava, da uno degli spogliatoi era uscita Megumi con circa cinque capi di abbigliamento tra le mani, la ragazza sembrava allegra e tranquilla a differenza del loro primo incontro e lì salutò non appena li vide. Si erano anche fermati a chiacchierare per alcuni minuti prima di separarsi nuovamente e tornare ognuno nella proprio abitazione, il tutto era accaduto senza assalti o frasi sconveniente da parte del socio.
-C’è qualcosa che non va? - la voce di Ryo la riscosse dai suoi pensieri, probabilmente l’uomo si era sentito osservare con insistenza visto che lei lo stava guardando da un po’.
-Oh no, nulla- rispose molto velocemente, le guance si erano imporporate leggermente -Vado … vado a prepararmi, ho prenotato il ristorante per le nove, ma vorrei fare un giro prima-
-Okay -
Kaori si affrettò a raggiungere la sua stanza, le sembrò anche che Ryo soffocasse una mezza risata, ma ultimamente la sua testa stava viaggiando troppo con la fantasia e pensò che fosse frutto della sua immaginazione. Aveva voglia di una doccia calda, veloce ma al contempo rilassante. Per fortuna non si era stancata molto, Ryo aveva deciso di pranzare nelle vicinanze del centro commerciale. Si erano mantenuti leggeri ma almeno aveva evitato di cucinare anche per il pranzo. Si, decisamente Ryo si stava comportando più che bene per quella giornata. Non che dubitasse della serietà del suo socio, in alcune occasioni o, meglio ancora, quando Ryo le faceva una promessa la manteneva sempre, ma d’altra parte lo conosceva così bene che temeva sempre in una fregatura dietro l’angolo.
Quando terminò di lavarsi, lasciò la doccia e avvolse il suo corpo in un asciugamano, mentre con un secondo cominciò a frizionare piano i capelli per poi dirigersi verso la sua stanza, ma prima di entrare sentì la voce di Ryo e le sembrò che sembrava stesse chiacchierando con qualcuno. Incuriosita, raggiunse il salotto e notò che il suo partner conversare a voce bassa al telefono, l’uomo salutò e lei alzò un sopracciglio.
-Saeko?-
Ryo sembrò spaventarsi, mise la cornetta giù e finalmente si voltò a guardarla annuendo distrattamente, ma portò subito le mani avanti quando notò lo sguardo arrabbiato della collega -Non oggi, mi contatterà nei prossimi giorni -
-Sarà meglio! - Kaori tornò nella sua stanza, lasciandolo lì da solo.
Ryo deglutì a fatica e si buttò sul divano, per un attimo aveva avuto il brutto presentimento di ricevere l’ennesima martellata della sua vita, si era girato per difendersi ma aveva ricevuto una botta peggiore. Non era cieco, sapeva che Kaori era molto carina, ma quella ragazza non si accorgeva di essere estremamente sexy nel suo atteggiamento innocente. Kaori era estremante pudica, per questo si era divertito a farle comprare un completo intimo al centro commerciale e mai si sarebbe aspettato di vederla in quel modo davanti a lui. L’asciugamano intorno al corpo la copriva certamente di più rispetto a quando l’aveva vista in body o in costume da bagno, eppure quando aveva visto quella gocciolina d’acqua che impertinente era scivolata da una ciocca di capelli umidi e aveva percorso con estrema lentezza il volto della donna,il suo collo per poi morire nell’incavo dei due seni, era andato leggermente in tilt. Quello sarebbe dovuto essere il suo posto, non certo quello di una stupida gocciolina d’acqua!
-Buono tu! Non è il momento-
Si alzò di fretta dal divano e si avviò verso il bagno,aveva decisamente bisogno di una doccia fredda.
Anzi, gelata!

Lasciarono casa intorno alle sette, decisero di fare una passeggiata in completa tranquillità prima di recarsi al ristorante. Ogni tanto si fermavano a guardare qualche vetrina, ridevano e scherzavano del più e del meno. Kaori ricordava perfettamente la sera in cui, in altre vesti, aveva potuto passare del tempo con lui in modo analogo  e ricordava di come avesse conosciuto un aspetto inedito del suo socio. Era consapevole che Ryo potesse essere galante e gentile, con le clienti lo era stato, con lei lo era raramente e quella serata aveva significato molto per Kaori, almeno fino a quando non si era resa conto che la finzione non poteva lasciarle nulla. Eppure, finalmente, poteva godere di quel momento in prima persona. Ryo stava uscendo con lei, stava scherzando con lei, stava passeggiando con lei e non con una Cenerentola qualsiasi.
Circa mezz’ora dopo, Ryo le chiese se volesse bere qualcosa e, dopo aver acconsentito, fu lui a portarla in un piccolo locale che conosceva. Si accomodarono ad un tavolino in disparte e subito li raggiunse la cameriera.
-Oh che bello vedervi qui!- Esclamò una voce ben nota e i due la squadrarono estremamente sorpresi.
-Megumi, tu lavori qui? - Kaori strizzò gli occhi più volte mentre la ragazza annuiva con un sorriso. Megumi si voltò verso il bancone del bar e indicò il barista che stava preparando alcuni cocktail e ai due sweeper fu facile identificarlo come il ragazzo che avevano visto con lei quella mattina davanti al love hotel.
-E’ il mio ragazzo, il proprietario. Lavoriamo qui insieme- spiegò con una certa soddisfazione -Allora ragazzi, cosa posso portarvi? -
Kaori optò per un cocktail analcolico a differenza del suo socio, poi attesero in silenzio le loro ordinazioni mentre si guardavano intorno e osservavano ciò che li circondava. Ryo in particolare sembrava concentrarsi sul fidanzato di Megumi, ma magari si stava sbagliando. Che lo conoscesse?
Non ebbe modo di chiederlo, la loro ordinazione arrivò in tempo record e Megumi si fermò alcuni minuti a chiacchierare con lei, allontanandosi solo quando giunsero nuovi clienti.
-Mmmh buono!- sussurrò Kaori dopo aver assaggiato il suo.
-Si, molto – confermò Ryo dopo aver fatto altrettanto -Ha aperto da poco, forse un paio di mesi e l’ho scoperto per caso. Carino, accogliente, sapevo ti sarebbe piaciuto- le strizzò l’occhio, facendola arrossire leggermente. Ryo era decisamente cambiato con lei in quelle ultime settimane, ma proprio non riusciva ad abituarsi. Era bello ricevere quel tipo di attenzioni, anche il fatto che lui avesse pensato a lei quando aveva scoperto quel locale la metteva di buon umore, eppure le faceva strano. Decisa a non guardarlo, si soffermò ad assaporare il suo drink e a osservare come Megumi svolgeva il suo lavoro. La ragazza si muoveva con vivacità e sempre con il sorriso da un tavolo all’altro, sembrava davvero contenta di svolgere quell’attività. Non si avvicinava molto a bancone, lasciava e prendeva le ordinazioni e, se poteva, evitava lo sguardo del suo fidanzato. Che cercasse di essere professionale?
I suoi pensieri furono interrotti dal tocco leggero delle dita di Ryo sulla sua guancia, lei si voltò a guardarlo stupita e lui le sorrise mettendole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Lei arrossì nuovamente, non riusciva proprio a comportarsi in modo normale di fronte a lui o, per meglio dire, di fronte a quelle esternazioni.
-Sei molto carina questa sera, sugar- le sussurrò piano prima si baciarla lievemente sulla fronte, poi si alzò dicendo che sarebbe andato a pagare il conto e che l’avrebbe raggiunta presto. Lo vide chiacchierare con il barman, sembrava che parlassero di qualcosa, ma era così frastornata da quella vicinanza inaspettata che non comprese bene la situazione. Quando lui la raggiunse, ancora scossa, si aggrappò al braccio che lui le porgeva senza curarsi minimamente di chiedersi se fosse giusto o sbagliato farlo, la strana atmosfera che si era venuta a creare quel pomeriggio le aveva infuso un po’ più di sicurezza in sé. Ryo le aveva detto che era carina, Ryo stava passando la giornata con lei come se fossero una coppia. Con lei, non con un’ochetta qualsiasi e quindi poteva permettersi di fare qualche passo in avanti, verso di lui. Certo, si sentiva ancora fuori luogo a ricevere quel tipo di attenzioni, ma più passava tempo con lui, più si sentiva a suo agio.

Mancava ancora un’oretta prima di recarsi al ristorante e Ryo la condusse verso il parco, non lontano dal piccolo locale in cui erano stati. Non vi era molta gente, si scorgeva di tanto in tanto qualche coppietta qua e là, ma quel posto sembrava deserto e lui la condusse verso una panchina nel posto più isolato possibile. Ryo si sedette invitandola a fare lo stesso, aveva appoggiato entrambe le braccia sullo schienale della panchina e aveva accavallato la gamba destra sulla sinistra. Il suo socio era bello, anche troppo e lei era consapevole di esserne attratta, naturalmente era consapevole anche lui di questa sua debolezza.. Deglutì a fatica e gli si avvicinò -E’ isolato questo posto-
-Non più di altri-
- … -
-Ehi- la spronò Ryo – Non starai mica pensando di saltarmi addosso e violentarmi eh? -
Kaori lo guardò in tralice, pronta ad assestargli una martellata  ma si ricordò di aver lasciato tutto a casa per non rovinare quella serata e si limitò ad assestarli una scappellotto in testa e a sedersi al suo fianco, leggermente più tranquilla -Sei il solito idiota. Non mi chiamo mica Ryo, io -
-Certo Kaori-chan, ma l’occasione fa l’uomo ladro -
-Ne vuoi un altro? -
Ryo si limitò a ridere di gusto prima di poggiare la sua testa sulle gambe della socia in modo che questa volta non avrebbe potuto trovare via di fughe.
-Ryo ma cosa … ? -
-Shhh, ho bisogno di rilassarmi due secondi – spiegò chiudendo gli occhi.
Kaori sospirò, da cosa doveva rilassarsi? Erano due giorni che non lavoravano! L’unica a doversi rilassare era lei, che diamine!
Cercando di non aggiungere altro, osservò il viso sereno del suo collega, sembrava realmente stesse dormendo. Inconsciamente prese ad accarezzargli la folta capigliatura corvina, sorridendo quando lo sentì mugugnare, in modo impercettibile, di piacere. Le cose stavano nettamente migliorando tra di loro e questo non poteva certo metterlo in dubbio. Ci erano voluti anni, una quasi morte, ma Ryo Saeba, l’uomo che amava da sempre, le aveva dichiarato i suoi sentimenti. Quando erano rientrati a casa da Okutama, aveva temuto che lui ritrattasse tutto, Ryo sapeva rigirare gli argomenti sempre in suo favore e quella dichiarazione, posta nel modo in cui lui l’aveva pronunciata, avrebbe potuto significare tutto e niente, perciò lo aveva evitato, non si era sentita pronta ad affrontare un argomento così serio, non si era sentita pronta ad affrontare lui. Era andata in camera sua con l’idea di spogliarsi, prendere dei vestiti puliti e più comodi per i suoi standard e farsi un bel bagno rilassante. La solita sfortuna l’aveva accompagnata anche in quel momento facendo impigliare la zip del vestito e, dopo alcuni tentativi, per forze di cosa aveva dovuto chiamare lui per essere aiutata. La zip era posteriore e per quanto ci provasse non tendeva a scendere. Ryo l’aveva raggiunta annoiato e aveva acconsentito ad aiutarla sempre sbuffando un po’, gli aveva dato le spalle e aveva atteso paziente, mordendosi il labbro inferiore. L’uomo aveva forzato la zip leggermente, questa era scesa giù ma lui non si era allontanato neanche di un passo. Aveva preferito risalire la sua schiena nuda con l’indice e si era soffermato sulla sua nuca, il suo respiro caldo si era fatto più vicino e poi le aveva lasciato un piccolo bacio dietro l’orecchio. Lei si era scansata, mantenendo l’abito davanti a sé in modo che non cadesse del tutto, si era scusata ed era scappata in bagno per la sua doccia.
Qualche sera dopo, si erano ritrovati insieme sul divano a guardare un film, Ryo aveva optato per il rimanere in casa, spiegandole che non aveva nessun bisogno di fare controlli per quella serata. Lei aveva fatto spallucce e si era accomodata accanto a lui per godersi un po’ di TV e rilassarsi prima di andare a dormire, ammettendo tra sé e sé quanto fosse piacevole averlo lì. Il suo partner aveva poggiato il braccio destro sullo schienale del divano, passava dietro la sua nuca senza però sfiorarla e lei era rimasta tranquilla finché lui era stato fermo. Quando, all’improvviso, lui le aveva poggiato la mano sulla spalla, si era irrigidita, per poi scattare su come una molla nell’esatto momento in cui lui aveva cominciato a lasciarle piccole carezze sulla stessa. Ryo l’aveva guardata con un sopracciglio alzato, come se fosse rimasto perplesso dal suo atteggiamento e lei si era affrettata a spiegare che aveva sentito qualcuno bussare al campanello.
Ryo aveva sorriso -Siediti Kaori – chan, non ha suonato nessuno – aveva detto prima di incrociare le braccia sul petto facendole capire che non avrebbe fatto nulla.
Infine, qualche sera prima, Ryo era stato particolarmente gentile quando l’aveva vista stfiancata. Aveva appena finito di lavare e asciugare i piatti, si sentiva indolenzita e stanca anche a causa del lavoro appena concluso e si massaggiava la spalla sperando di trovare sollievo. Ryo l’aveva invita a sedersi sul divano, al suo fianco e aveva cominciato a massaggiarle il collo e la schiena. La prima cosa che aveva pensato é quanto fosse particolarmente piacevole il tocco della mano del suo collega, uno spietato assassino che riusciva ad essere così delicato. Si era quindi rilassata e aveva abbandonato la testa contro il suo petto, lasciando così scoperto il suo collo e dando modo a Ryo di lasciare dei piccoli e casti baci su di esso. Casti, ma sorprendetemene gradevoli. Si sarebbe lasciata volentieri andare in quel momento, quando sentì sé stessa emettere un suono di piacere, suono che l’aveva riscossa tanto da farla alzare e andarsene dopo averlo ringraziato e avergli dato la buona notte.
Stupida.
Si era sentita stupida e parecchio infantile.
Aveva oltre ventisei anni e fuggiva di fronte all’uomo che amava come una scolaretta adolescenziale. Come fargli capire che si sentiva inadatta senza farglielo pesare o senza passare per una bimba? Non voleva che interpretasse quel atteggiamento come un modo per tenerlo alla larga, temeva che così facendo Ryo si sarebbe allontanato nuovamente. Per anni si era sentita disprezzare da quel testone, tanto che questo tipo di cambiamento la metteva in grande disagio, benché fosse consapevole che Ryo non fingesse. Aveva solo bisogno di altro tempo per abituarsi a quel cambiamento delle loro vite ma d’altra parte comprendeva anche che scappare non sarebbe servito a nulla, era giunto il momento di andargli incontro, fargli capire che lo desiderava ma senza nessuna fretta. Persa nelle sue riflessioni, i suoi occhi nocciola vennero attratti dalle labbra del suo compagno, labbra che avrebbe tanto voluto baciare. La mano abbandonò i capelli e con l’indice tracciò il profilo del volto di Ryo, fino a soffermarsi proprio su di esse per poi sfiorare anche quelle, dapprima con l’indice che venne prontamente baciato dal socio con estrema delicatezza. Lei sorrise, allontanò la mano per avvicinare il suo viso e poterle finalmente assaporare. Riuscì a sfiorarle in modo lieve prima che una voce ormai familiare attirasse la sua attenzione e quella di Ryo che tornò a sedersi.
Verso l’entrata del parco Megumi era stata afferrata, con ferocia, dal suo ragazzo che non sembrava avere un aria molto felice, lei era spaventata ma cercava di divincolarsi. Ryo fece spallucce e cercò di tornare nella posizione precedente -Problemi adolescenziali, allora dove eravamo … -
-Ryo guarda- Kaori lo spinse via -La stanno portando via!- all’entrata del parco c’era un auto che stava aspettando i due, il ragazzo di Megumi era riuscito a trascinarla dentro e le urla della ragazza sembrava chiedere aiuto. Kaori si alzò per lanciarsi all’inseguimento non appena la macchina mise in moto, ma Ryo estrasse la sua Python e sparò verso la ruota destra, così che la macchina sbandasse e andasse a sbattere contro il muro di fronte, fermando la sua corsa. L’uomo alla guida saltò fuori e corse via seguito a ruota dal ragazzo di Megumi. Kaori, nel frattempo, era giunta alla macchina proprio mentre la ragazza usciva dall’auto e cercò di aiutarla, Megumi scossa e in lacrime si strinse forte a lei prima che venissero raggiunte da Ryo.
-Tutto bene Megumi? - chiese lo sweeper, lo sguardo serio e la pistola ancora in mano. La ragazza rimase abbracciata a Kaori e squadrò l’uomo ancora con gli occhi lucidi, poi guardò il volto rilassato di Kaori che sembrava cercarle di darle forza con quel sorriso dolcissimo. Si scostò e si asciugò le lacrime con il polso del braccio destro.
-Voi siete City Hunter? Il commissario Nogami mi ha detto che vi avrei trovato qui!-
Ryo annuì mentre rifoderava l’arma e la ragazza sembrò rilassarsi, Kaori scrutava il suo socio con aria confusa. Senza fare domande, accompagnò Megumi sulla panchina dove era stata seduta fino a pochi secondi prima e la fece accomodare.
-Allora Megumi, dimmi tutto-
-Ho chiesto aiuto al commissario Nogami qualche giorno fa e mi ha detto che mi avrebbe messa in contatto con City Hunter- Mgumi smise di parlare e strabuzzò gli occhi, poi indicò dietro Ryo -La sua collega non mi sembra molto contenta -
Ryo si riscosse e guardò dietro di sé, Kaori stava abbandonando il parco camminando a passo furioso verso l’uscita -Ehm, scusami un attimo- disse imbarazzato prima di raggiungere la sua socia che dovette afferrare per il polso per fermarla poichè chiamarla sembrava servire a poco.
-Kaori, che diavolo …? -
-Cosa?- sbottò lei voltandosi e mostrano il suo volto del tutto arrabbiato -Abbiamo seguito Megumi per tutto il giorno! Mi avevi fatto una promessa -
-L’ho mantenuta la promessa. Saeko mi ha chiamato solo ieri e io non potevo … -
-No, non potevi. Se Saeko chiama lo sweeper risponde, sempre – Kaori sospirò cercando di riprendere un po’ di tranquillità -Ho prenotato un ristorante tra circa trenta minuti, che fai? -
Ryo guardò la ragazza tremante seduta sulla panchina mentre si stringeva tra le braccia – Oh andiamo Kaori, siamo o non siamo City Hunter?- sorrise Ryo, sicuro di convincerla.
-No, non lo siamo. Sono stanca di essere considerata tale solo quando fa comodo a te, ci vediamo Ryo, ho un impegno da rispettare, tu fai quello che vuoi -
Kaori tornò a camminare verso l’uscita, Ryo sapeva di non poter lasciare la sua cliente da sola – Merda!- sospirò prima di tornare indietro, avrebbe risolto con Kaori più in la, avrebbe sicuramente capito.

Kaori camminava a passo veloce, per quanto i tacchi lo potessero permettere, verso il ristorante che aveva prenotato, ogni passo era un imprecazione contro il suo collega che non riusciva mai a comprendere i suoi errori. Cercava di trattenere le lacrime ma era realmente difficile e le scacciò con il polso della mano sperando di non aver sbavato troppo il mascara, non aveva modo di controllare il suo viso. Un tuono in lontananza la fece bloccare sul posto. Non era possibile!
Pochi secondi dopo la pioggia la colse impreparata e mentre cercava un riparo si bagnò da capo a piedi.
Alcuni minuti dopo, guardando l’orologio si rese conto di essere in ritardo, la pioggia stava man mano cessando e lei non sapeva bene come comportarsi. Certo sarebbe stato stupido recarsi da sola in un ristorante ... Soprattutto in quelle condizioni!

Arrabbiata più con sé stessa che con Ryo, girò i tacchi e tornò su i suoi passi, era consapevole che non li avrebbe trovati più al parco ma non sapeva dove altro andare. Quando vi giunse, notò che la macchina colpita da Ryo era ancora al suo posto e dal cofano qualcuno stava estraendo una valigetta. Si avvicinò cauta per vedere di chi si trattasse e si accorse che era il presunto fidanzato di Megumi. Si morse il labbro inferiore e si guardò intorno, poco più avanti scorse una macchina nera, accesa. Immaginò che fosse del giovane e sempre senza farsi notare si infilò sul lato posteriore, accovacciandosi il più possibile per non farsi scoprire. L’uomo salì in auto pochi secondi dopo, Kaori trattenne il respiro ma lui sembrava così spaventato e agitato che non si sarebbe mai accorto di nulla. Sudava e le mani tremavano leggermente, lo vide prendere un profondo respiro e poi mettere in moto. Quel tipo doveva essere in guai seri e cominciava a credere che in quei guai ci avesse trascinato anche Megumi.
Non riuscì a determinare per quanto tempo restò in quella posizione, sarebbero potuti essere dieci minuti o venti, non avrebbe saputo dirlo con precisione ma lasciò andare un sospirò di sollievo quando sentì l’auto fermarsi e il tizio scendere. Aspettò qualche secondo per farlo allontanare e poi abbandonò anche lei l’auto. Si stirò leggermente e cercò di individuare dove si trovasse, una villetta circondata da un ampio cancello. Gente ricca, troppo e questo significava affari spiacevoli. L ‘uomo che stava seguendo aveva oltrepassato il cancello, aveva percorso il breve vialetto ed era stato fatto entrare dal portone principale, cosa che lei naturalmente non avrebbe potuto fare. Ormai era buio, non poteva vedere benissimo, non come Ryo almeno, ma era riuscita a scorgere una rientranza dal cancello, probabilmente era vecchio. Sperando che nessuno potesse vederla, si arrampicò maledicendo quei tacchi che non le permettevano di essere agile come suo solito, ma riuscì comunque a issarsi su. Nel lanciarsi dall’altra parte però non si rese conto che la maglia si era impigliata nelle sbarre del cancello e quando si buttò giù venne strattonata leggermente così che la maglia si strappò e lei perse l' equilibrio, cadendo in questo modo rovinosamente a terra in un punto in cui la pioggia di pochi minuti prima aveva creato una specie di poltiglia fangosa. -Maledetta Saeko! - sbraitò guardando la maglia ormai a brandelli e il pantalone completamente sporco di fango -Eriko mi ucciderà, erano praticamente nuovi!-
Sospirando per quella serata disastrosa, si avvicinò alle finestre della villa sicura che non ci fossero allarmi o telecamere. Rimase bassa per non farsi scorgere ed evitò di gattonare per non sporcarsi ulteriormente, cercò il punto in cui poter vedere l’uomo che aveva seguito. Quando lo trovò, notò che stava parlando con un signore di una certa età. Doveva essere il proprietario e la sua espressione faceva intuire che non fosse contento dell'operato dei suoi uomini.
-Vuol dire che non l’hai uccisa?-
-Hanno sparato alla macchina, sono dovuto scappare via- spiegò il ragazzo con tono concitato, poi posò la valigetta che aveva preso sul tavolino di legno e l’aprì, Kaori ne riconobbe subito il contenuto. Droga naturalmente. -Ma quando sono tornato sono riuscita a recuperarla. Cercherò Megumi e la ucciderò-
-Vedi di non fallire … e lo scambio? -
-Su quello nessun problema, sembra che Megumi non abbia capito dove si svolgerà e quindi la polizia non è stata informata. Il punto di incontro è al molo 11, lo scambio avverrà lì come progettato-
-Almeno non siete stati così idioti! -
Kaori aveva ormai sentito ciò che le interessava e sapeva che doveva andare via di lì prima di essere scoperta, ma prima di voltarsi cominciò a sentire un ringhio dietro di sé. Chiuse gli occhi maledicendo per l’ennesima volta quella disastrosa serata, Saeko e quel cretino del suo socio, si voltò lentamente e un bel mastino nero cominciò ad abbaiarle contro. Kaori sobbalzò cercando di non urlare e cominciò a correre verso la zona da cui era arrivata, mentre il cane le era dietro abbaiandole contro.
Il ragazzo di Megumi, richiamato dai suoni, uscì dalla villa e chiese a gran voce se ci fosse qualcuno, nel frattempo aveva già estratto la pistola e non potendo scorgere bene intorno a lui, puntò nella direzione da cui proveniva il latrato del cane. Kaori sentì un colpo suonarle sulla testa, cercò di correre più veloce ma il tacco si ruppe e lei cadde a terra, slogandosi anche la caviglia dalla quale sentì emergere un leggero dolore. Il cane l’aveva raggiunta e aveva afferrato i suoi pantaloni, mentre altri colpi giungevano nella sua direzione. Con un forte strattone, lasciò che il cane restasse con metà dei suoi pantaloni tra i denti e, giunta a destinazione, si issò con difficoltà su e riuscì a buttarsi dall’altra parte. Il cane abbaiava ancora contro di lei, ma ormai non poteva più raggiungerla. Kaori cercò di respirare e riprendersi, c’era mancato poco nell’essere sbranata da quel mastino. Tolse la scarpa rotta e si avviò, a piedi, verso casa. Doveva avvisare Ryo.
Circa dieci minuti dopo vide venire nella sua direzioni due persone e i suoi occhi si illuminarono quando notò di chi si trattava, affrettò il passo verso il suo collega, incurante dell’effetto che avrebbe potuto fare. Megumi era dietro Ryo e sembrava preoccupata nel vederla così, mentre Ryo sorrideva canzonatorio, pistola in mano e la sinistra in tasca. Kaori si presentava con i capelli arruffati, mascara un po’ sparso sotto gli occhi, maglietta strappata e pantaloni sporchi di fango e del tutto lacerati. Le si avvicinò e, istintivamente, le passò l'indice sotto l’occhio per ripulirla dal mascara -Cosa stavi facendo? -
-Ti stavo cercando!-
-E mi stavi cercando in una giungla? - ironizzò lui, non sapendo bene cosa fosse successo.
Kaori scosse la testa e si allontanò leggermente dal collega – Sono tornata al parco sperando non foste già andati via ma ho visto il tuo fidanzato prendere una valigetta dall’auto a cui Ryo aveva sparato- cominciò a spiegare, Ryo sembrava attento ad ogni singola parola e il suo sguardo da canzonatorio diventava sempre più serio, aveva già capito cosa aveva combinato la sua partner e non ne era proprio contento -Sono salita nella sua auto e l’ho seguito-
-Tu cosa?- La voce di Ryo era gelida così come i suoi occhi, quello sguardo che faceva tanto paura ai suoi avversari a Kaori non provocarono nulla, lo conosceva bene ormai e quindi si affrettò a mettere le mani avanti, in modo da poter finire il suo discorso, l’avrebbe rimproverata dopo.
-Molo 11, lo scambio si sta tenendo lì. Presumo che Saeko volesse sapere questo-Ryo la guardò ancora truce, poi si voltò verso Megumi -Torniamo alla mini, avvisiamo Saeko e rechiamoci al molo- infine guardò ancora la sua collega, lo sguardo di ghiaccio non accennava a sparire -Che fai, vieni?- soffiò dopo alcuni secondi di silenzio.Kaori cercò di smorzare la tensione, sorrise -Ehi, sono City Hunter, posso mancare a questo tipo di appuntamento? - Ryo ricambiò il sorriso e poi le diede le spalle per raggiungere la mini, le due ragazze lo seguirono.

Kaori era sul terrazzo di casa, godeva di quella freschezza serale che era ancora quieta, prima che l’inverno si facesse sentire con tutta la sua prepotenza. Sospirò stanca, ricordando per l’ennesima volta quel sabato tanto desiderato e andato in malora. Le undici erano passate da poco, loro erano rientrati circa trenta minuti prima o, per meglio dire, lei era rientrata e si era fatta una doccia calda, Ryo aveva deciso di bighellonare ancora in giro e lei aveva deciso di tacere, preferiva non averlo intorno. Voleva rimanere sola, litigare con lui non rientrava proprio tra le attività di quella sera, l’avrebbe affrontato il giorno dopo e si sarebbe presa l’ennesima ramanzina. Quando sentì la porta aprirsi, capì subito che i suoi progetti per quella sera erano stati mandati nuovamente all’aria, non se la sarebbe cavata tanto facilmente.
-Disturbo?- chiese Ryo accendendosi una sigaretta.
-Direi di no, cosa vuoi dirmi Ryo?-
L’uomo tacque, inspirò del fumo e si appoggiò come lei alla ringhiera ammirando la città -Sei stata sconsiderata, come sempre – disse dopo alcuni minuti di silenzio. In realtà aveva usato un tono molto più calmo di quello che si aspettava e lei, che era pronta ad attaccare, non sapeva bene cosa rispondere.
-Lo so- sussurrò, arrossendo leggermente dopo alcuni secondi di silenzio.
Tacquero nuovamente e Ryo finì la sua sigaretta, poi si stirò un po’ e le prese la mano, riconducendola dentro -D’altra parte- riprese lui -Non mi sono comportato bene neanche io -
-Avresti dovuto dirmi di Saeko – sbottò lei, perché Kaori non ci riusciva a mantenere quel controllo che ostentava stranamente Ryo. Niente ramanzina da parte sua? Bene, lei lo avrebbe aggredito invece, se lo meritava, le aveva rovinato una serata che sarebbe potuta essere perfetta. Vide Ryo soffocare una risata e questo la fece irritare ancora di più, eppure quando entrò in salotto e vide la tavola apparecchiata con due cartoni di pizza non riuscì ad aggiungere altro.
-Volevo farmi perdonare- le spiegò lui mantenendo la sua aria scanzonata che in quel momento non sapeva se amare o odiare con tutta sé stessa. - Ceniamo? Io ho fame -
Kaori annuì e si sedette al suo posto, esattamente come fece lui. Non sapendo cosa dire, si limitò a prendere la prima fetta di pizza e a morderla, lui fece altrettanto, sembrava che il rimprovero fosse terminato con quella mezza frase sul terrazzo. Ryo non avrebbe aggiunto altro, toccava a lei parlare.
-Perché? -
-Perché cosa?-
-Perché non mi hai detto di Saeko? -
Ryo morse la pizza, forse stava cercando le parole adatte per non farla arrabbiare nuovamente -Saeko mi ha chiamato dopo che ci eravamo già organizzati, ma non potevo rifiutare- nonostante lo sguardo duro di Kaori non rimangiò quello che aveva appena detto -D’altra parte avevo già accordato con te che sarebbe stata una giornata nostra, senza intromissioni di nessun genere. Devo ammettere che ero un po’ in difficoltà sul come comportarmi-
-Quindi è più facile mentirmi -
-Mentirti?- Ryo strabuzzò gli occhi -Non ho mentito, ho omesso! - specificò come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Kaori lo avrebbe seppellito volentieri sotto uno dei suoi martelli, ma pensò di farlo in seguito, si limitò a guardarlo con odio e a prendere un altro pezzo di pizza, almeno il cibo aiutava. -Che non è la stessa cosa, vero? -
-Direi di no. Volevo godermi anch’io la nostra giornata-
Kaori sospirò, poteva fargliela passare? Forse, ma … -E le altre volte che capita? Perché ometti?-
Ryo alzò un sopracciglio, Kaori aveva marcato la parola con sarcasmo -Te l’ho già detto mi sembra-
-No, non mi sembra proprio!-
-Voglio proteggerti – soffiò per poi tornare a dedicarsi alla sua pizza, le stava appena confermando quello che aveva detto alla radura, in modo più diretto.
-Non ho bisogno di essere protetta, so badare a me stessa!-
-So che ne sei capace, ma la nostra vita è comunque pericolosa-
-L’ho scelta io. Stai cercando di … -
-No! - Ryo la bloccò prima che potesse finire la frase -Non ho intenzione di allontanarti, hai fatto la tua scelta, io ho fatto la mia. Solo che tu a volte sei così sconsiderata-
-Non è vero, non lo sono affatto! - Kaori serrò i pugni e vide il volto scettico del suo partner. Non lo era stata anche quella sera? Come poteva fidarsi di lei? Forse il suo compagno non aveva tutti i torti ad ometterle alcune cose -Okay, cercherò da ora di essere meno sconsiderata- concluse mordendosi la lingua e sorridendo. Ryo ricambiò il sorriso, sembrava che l’atmosfera di fosse alleggerita -Ma non voglio più omissioni – continuò lei -Io cercherò di comportarmi meglio, ma tu promettimi di non omettere più nulla. Se siamo City Hunter, come ti piace tanto sottolineare quando ti va, non puoi escludermi! -
Ryo sospirò e annuì -D’accordo, niente più omissioni. A tal proposito- cominciò il suo collega alzandosi dal tavolo e avvicinandosi a lei, le prese nuovamente la mano e la invitò ad alzarsi, erano molto vicini -Saeko ci ha rifilato un altro incarico -
-Stai scherzando?- Kaori sembrò irritarsi nuovamente -Ma quella donna non smette mai di sfruttarci! Poi tu che non riesci a dirle mai di no, beh lei ha il suo bel caratterino ma tu sei davvero … - Kaori aveva cominciato a parlare senza fermarsi, a vanvera com’era solita fare quando qualcosa non le quadrava, in quel caso poteva essere motivata anche dalla leggera gelosia che provava per la bella poliziotta. Ryo la guardava sorridendo e optò di zittirla poggiando le sue labbra su quelle di lei. Kaori sbarrò gli occhi per la sorpresa ma non si ritrasse, chiuse gli occhi come aveva fatto lui e si lasciò trasportare da quelle nuove emozioni, quando il bacio si fece più ardito e Ryo le poggiò le mani suoi fianchi per attirarla verso di sé, Kaori sollevò le mani per accarezzargli il collo e poi risalire verso i folti capelli scuri. Quanto aveva aspettato per quello e quanta stupida paura aveva avuto quando aveva compreso che quel momento era ormai giunto? Per quella paura insensata era fuggita erroneamente come una sciocca. Aveva fatto male, molto male!
Quando si separarono, si guardarono negli occhi per alcuni minuti, fronte contro fronte, sorridevano come due adolescenti -Scusa- sospirò lui.
-Ti scusi nell’unica volta in cui non dovresti farlo? -
-Deduco che non fuggirai più -
Kaori abbassò la testa, le guance rosse per l’imbarazzo -Direi che deduci bene – sussurrò a bassa voce, sperando che lui non la sentisse. Ryo sorrise, l’attirò ancora più vicino a sé e le diede un casto bacio sulla fronte -Ah Kaori-chan!-
-Cosa? -
-Nulla … mmmh, film? Finiamo di mangiare la pizza sul divano?-
Kaori sorrise di nuovo e annuì. Era meglio andarci piano, un passo alla volta, ma poteva essere contenta di quell’inizio. Poteva essere contenta di come le stringeva la mano, di come la tenesse stretta a sé durante la visione del film e del modo in cui continuava ad accarezzarle la spalla, dandole di tanto in tanto qualche bacio sulla testa. Accoccolata a lui, Kaori pensò che da quel momento in poi la loro relazione, la loro vita insieme, potesse solo proseguire in salita.
 

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart / Vai alla pagina dell'autore: Kyoko_09