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Autore: IlBellArmando    30/08/2021    4 recensioni
L'inserimento di un nuov* tenente nell'organico del JAG scatena imprevedibili reazioni.
One shot dal punto di vista di Bud Roberts.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bud Roberts
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Cattivissimo me, cattivissimi in tre!
 
Disclaimer: tutti i personaggi menzionati nel corso della narrazione non sono di nostra proprietà. Il gruppo di scrittura collettiva denominato IlBellArmando se ne serve senza scopo di lucro.
 
NdA: Favorite, guagliò! Grazie a chiunque ci dedicherà un po’ del suo tempo per leggerci, anche se decidesse poi di omaggiarci di un sonoro peto… purché se ne parli!
 
 
 
Una nuova giornata iniziava nell’arioso edificio a mattoncini rossi, nel centro storico di Legolandia.
No, no, no! Non è Legolandia!!! Come si chiama quel locus amoenus? Bellosguardo, er Pincio, Opicina… Avrò un attacco di Alzheimer precox dopo l’ultima sessione al bar.
Ordunque, al solito ci stavamo radunando tutti a Falls Church, presso il Quartier Generale del Judge Advocate General, l’ufficio governativo della Marina di Zio Sam dove io e la mia moglière ci guadagniamo l’onesta pagnotta per i nostri numerosi figlioli.
Dalle varie bettole e stamberghe della bassa valle del Potomac, tutti convergevamo sul posto di lavoro, ufficiali e subalterni.
L’augusto capitano Rabb, il mio amatissimo mentore, aveva appena parcheggiato la sua mitica Corvette e il Colonnello, la nostra Venere in kaki, scendeva dalla macchina facendo uno strano movimento. “Ma che fa? S’aggiusta il reggicalze? No, Bud, non guardare! Tu sei un uomo sposato e lei è il Colonnello! L’incarnazione perfetta del Diritto Militare”.
-Buuud, che cucino per cena? – mi addimandava la mia dolce metà, e dire che mi aveva appena fatto ingurgitato la colazione: 4 uova sane sane di pancake. Perché questi discorsi? Dei giorni mi trattava come se fossi inappetente, ma i bottoni di questa camiscia taglia 58 mi stavano per saltare come petardi a Piedigrotta.  
- Enrichetta mia, fijetta bella. Basta che se magna… A fine giornata andiamo a ispirarci all’Iper. Mo’ annamo a fatica’, che se arriviamo tardi pelatone Ciringomma ci decurta lo stipendio!
Gneek…
“Dobbiamo chiamare Giustino Aggiustatutto: la porta della sala riunioni cigola come manco quella dell’allegra casetta dei fantasmi…”
L'ammiraglio ci stava già aspettando, con una faccia nera come poche. Pareva che stesse lì imbalsamato dai tempi della guerra del Vietnam, e al suo fianco, all’impiedi e altrettanto impagliato, stava il solito scendiletto-iraniano-simpatia-portami-via-Tiner. Almeno lui non aveva l’espressione accigliata, ma quel solito e invariabile viso da minus habens con cui ogni dì ci dava il benvenuto a Legolandia (sic). Completava il quadretto Coates, che saltellava come un capriolo sotto acido e roteava la treccia a destra e a manca, colpendo a turno in piena faccia Ciringomma e l’attendent-cretino, che le rispondevano questo con risatine isteriche, quello con sonorissimi paccheri. La bambina del JAG (“Ma dove l’abbiamo raccattata questa? Simpatica sì, ma fuori come un terrazzo…”) era tutta euforica poiché sapeva che un nuovo ufficiale si sarebbe aggiunto all'allegra brigata organico.
Il Capitano entrò con il suo solito passo deciso e baldanzoso e prese posto vicino al suo vecchio compare di Accademia, il Colonnello davanti al suo ammore – lo sapevamo tutti che i due erano sentimentalmente appiccicati con la supercolla -, mentre io e l’Enrichetta ci sedemmo in un angolino del tavolone. Meglio dare poco nell’occhio, perché la mia deliziosa consorte non l’abbozzava di cantilenarmi nell’orecchio le offerte speciali di Conad, Coop, Despar ed Esselunga (licentia poetica, perché in Italia si mangia cibo vero e non plastica come qua tra noartri Yankees), e io non volevo pigliarmi un lisciebusso di primo mattino.
- Finalmente ci siamo tutti!- fece l’Ammirato Ammiraglio Pelatone Ciringomma. Era infiammato all'ennesima potenza, poco ci mancava che si sparasse in orbita.
- Colonnello, a lei la difesa del tenente O'Malley, e l'accusa a lei, Roberts.
“Mammima, MacDigesto mi farà morbido in aula!”
-Sì, signore – bofonchiai fantozzianamente tra i denti.
… e per il caso di molestia sessuale, la difesa a Rabb e l’accusa a Turner!
- Sì, signore – risposero i due capitani all’unisono, con una risolutezza e una pienezza di armonici che mi fecero vibrare le vene, i polsi e pure il pericardio.
-E voi, Sims e Coates, dovrete fare gli onori di casa al nuovo ufficiale che sta per arrivare! Avrete già sentito parlare di lei, anche dai giornali e dalla TV. È il tenente Jordan "Jane" O’Neill, già analista dell’NCIS e prima donna a essere integrata nei Navy Seal.
“Noooo! Soldato Jane no! Ci mancava solo lei in questo nosocomio sperimentale Basaglia”.
Non feci in tempo a formulare questo pensiero, che tutti fummo distratti da un improvviso e fortissimo rumore. [E caddi come corpo morto cade (If V 142)]. (Nooo, sarà anche l’anno di Dantone Nasone, ma questa è un’altra story line. Harmandus Pulcher expunxit). La porta della sala riunioni si scardinò, ruinando sul pavimento di marmo con un pesante tonfo. La tomella di rovere massiccio aprì a terra una voragine, che dico, uno sbalanco (licentia camilleriana, un omaggio al sommo Andrea Empedocleo) di due metri per tre. Una fossa da morto comoda comoda.
I nostri sguardi si volser unanimi all’impreveduto accidente: tra quanto restava delle opere murarie, in mezzo al fumazzo polveroso dei calcinacci che volteggiavano per ogni dove, si palesò una strana figura “Ma che è? ‘na donna mascherata o Rambo Puffo?”, in tuta mimetica estiva, testa rasata e bicipiti in bella mostra.
-Signori, vi presento il tenente  O’Neill.
La mia Enrichetta era sconvolta, e non aveva torto. La MacKenzie la squadrò con disgusto, e io mi accodai, caninamente fedele al mio Colonnello. Anche i colleghi maschi non mi sembravano tanto entusiasti di dover interagire con quell’ermafrodito costruito a tavolino dai politicanti. Solo Coates continuava a saltellare come una cavalletta oligofrenica e ad agitare la treccia, ben contenta di aver conservato indenne la sua rigogliosa capigliatura.
-E ora, rompete le righe!
L’Ammiraglio Ciringomma sembrava compiaciuto di quell’inserimento. Chissà, forse da oggi non avrebbe più avuto il complesso del calvo in un microcosmo di BelliCapelli.
 
UN-DUE! UN-DUE! AVANTI PAPPAMOLLE! SIETE LA MARINA DEGLI STATI UNITI, MICA UN GRUPPO DI EDUCANDE!
Erano passati solo tre giorni dall’arrivo della serial killer mascherata da Navy Seal, ma io avevo i nervi a pezzi. E NON SOLO QUELLI.
Anche il Capitano Rabb  stava perdendo il suo inossidabile sorriso e mi lanciava occhiatine molto eloquenti. Enrichetta si era data alla macchia con la scusa del congedo parentale “Il prossimo lo partorisco io” mi andavo ripetendo per non perdere del tutto la noce del capocollo che stava per spezzarsi. Coates e Tiner – beata gioventù oppure fortunata insipienza – non facevano una piega: di sicuro non avevano ancora capito che di quel passo sarebbero morti di insufficienza coronarica prima di raggiungere il quarto di secolo. Turner, uomo all’apparenza duro e inscalfibile, se l’era battuta anche lui, con la scusa della Legge 104: il reverendo aveva un’enciclopedia di malattie croniche da prendersi in carico e la badante uzbeko-coreana era in vacanza alle Bahamas. In quanto figlio unico, il Capitano Ulysses “Sturgis” era l’unico familiare abile e arruolato in grado di prestare amorevole assistenza di base al suo vecchio genitor (eh no, Francesco Maria P., questo non è plagio… il “vecchio genitore” è una iunctura che usiamo tutti, quando andiamo dall’assistente sociale del Comune a chiedere la Valutazione Geriatrica per i’babbo.). Ma la più nera, arrabbiata, che trasudava indignazione da tutti i pori era il mio caro Colonnello. Povera MacDigesto! Rompiscatole sul lavoro, maestrina precisina come la Sessuologa del Trio Marchesini-Solenghi-Lopez, ma io l’ammiravo tanto e in fondo al mio cuore di panna le volevo di molto bene. Non come al Capitano Rabb, il mio amico elettivo e fratellone d’o’core, che mi aveva preso in simpatia fin dal nostro primo incontro, quando lui era già un eroe di guerra e io un semplice guardiamarina CalimeroPulcinoNero. Ma le volevo bene davvero.  
UN-DUE! UN-DUE! FORZA MAMMOLETTE! LA VOSTRA CICCIA FLACCIDA MI VA VENIRE IL VOMITO!
-Ciccia flaccida a chi? – sussurrò indignato e ansimante il Capitano, cercandomi a tentoni nel buio per trovare conforto.
Erano le 0700 ZULU e nel piazzale di Legolandia non si vedeva a un centimetro dal naso.
Quello era il nuovo corso stabilito immantinente da Ciringomma: addestramento obbligatorio di quattro ore prima dell’inizio dell’orario d’ufficio, per mantenerci tonici e in forma. Io avevo già la forma del tabbuto (grazie Andrea Camy, è più icastico del volgarissimo “bara”) e avevo firmato chilometri di cambiali al mafioso delle pompe funebri che la mia povera vedova avrebbe dovuto onorare dopo il mio ormai prossimo decesso.
-Buud, tu che sei il più arguto del JAG, trova un modo per liberarci di questa valchiria nana! - mi diceva dall’altro lato il Colonnello.
-Signori, non so voi, ma questi saltelli mi stanno sgretolando l’apparato urogenitale. Ho già avuto quattro figlioli per la patria, però per un’altra quarantina d’anni vorrei evitare di avere un tubo nell’uretra!
-Povero Bud! – fece MacDigesto tutta compassionevole, cercando di non stramazzare anche lei al suolo.
ZITTI! STATE ZITTI! RISPARMIATE IL FIATO PER LA GRANDE AMERICA! NOBILI COMPITI VI ATTENDONO!
Lo starnazzare sopranile da gallina era quasi più insopportabile delle serie di saltelli, flessioni e giri-di-Legolandia-in-ottanta-secondi a cui eravamo coatti.
-Cosa facciamo? Un altro giorno così e sono da TSO! – bofonchiò il Capitano con l’ultimo centimetro cubo di ossigeno.
- Bisogna pensare a qualcosa di astuto! – soggiunse il Colonnello.
- Sì, signori.
Toccava a me trovare una soluzione, l’avevo capito. I miei superiori contavano su di me, come al solito, del resto. Non sarebbe stata né la prima né l’ultima volta che li avrei tolti d’impiccio. Ero un peritissimo caldarrostaio, oramai.
Finita la destruente sessione di pratiche sgretola-umani, mi aggrappai alla fontanella del corridoio, quella vicino all’inclita Sala Riunioni. Non avevo più un millilitro di acqua in corpo ed ero quasi spacciato. Nella confusa lucidità dell’agonia, vidi qualcosa che mi colpì Es, Io, SuperIo, Ying e Yang, neuroni e nefroni, muscoli e tendini, Cip e Ciop che mi cantavano nella testa, kài tà loipà… affogai bramoso sotto lo zampillo e quando mi riebbi vidi la luce.
[La Banda!!!
No, ho rubato la battuta a Jake Blues dei Blues Brothers.]  (Harmandus Pulcher expunxit per intervalla ebrietatis).
Eh sì, vidi la luce. Nell’America delle Grandi Opere, le maestranze che dovevano riparare quel piccoooolo danno erano rimaste invescate nella trappola della burocrazia e la voragine generatasi alla caduta della porta era ancora lì, semplicemente circondata da un nastro segnaletico da cantiere.
-Davvero, Bud? – mi chiese il Colonnello.
-Certo, signora, è un piano perfetto! Attirerò il tenente O’Neill chiedendo chiarimenti sul nuovo programma Fitness e lei e il Capitano farete il resto.  
- Bravo, Bud! Lo sapevo che sei una garanzia. Non ti preoccupare, parlo io con Harm, ehm… con il Capitano Rabb.
Anche lui sarebbe stato della partita, poiché aveva chiaramente fatto capire che non c’era posto per un altro gallo nel pollaio, per di più per uno con le poppe siliconate.
Nella pausa processuale, l’occasione si presentò da sola. Mentre io e il Colonnello ci ricreavamo in corridoio, ci balenò davanti la O’Neill con il suo passo marziale e il suo sguardo di sfida.
-Tenente, due parole, se permette… - la attirai atteggiandomi a tappetino.
-Che cosa vuole, Roberts? – replicò lei con fare sprezzante e maleducato.
-Un semplice chiarimento sull’allenamento Navy Seal. Non mi è chiara la differenza tra squat e addominali – ero un vero scendiletto: che prova da attore! Parevo fresco fresco di Actor’s Studio. Strizzai l’occhio al Colonnello e attirai verso la Sala Riunioni Miss Navy Seal che si beava dei suoi muscoloni e non vedeva oltre. Nonostante tutta la sua prosopopea e il battage mediatico che ancora l’accompagnava, non era certo un’aquila.
-Com’è possibile che non capisca? – non aggiunse “cretino”, ma la tonalità era quella.
-Ma lo squat si fa piegando le ginocchia, sì o no?
Io insistevo nell’intermezzo tragicomico, con un’aria così frescona che s’era congelato il Potomac, anche se era giugno inoltrato. Con la coda dell’occhio intravvidi sia il Colonnello che il Capitano che convergevano sull’obiettivo. Io e la mia fanatica interlocutrice eravamo giusti giusti davanti alla voragine.
-Bud Roberts, lei non solo ha la tonicità muscolare di un budino…
Mi feci da parte con un balzo felino, per lasciare ai miei complici l’onore e l’onere di completare quel capolavoro di astuzia, ma anche per controllare che il corridoio fosse sgombro da qualsivoglia importuno testimonio.
“Via libera” mimai ai miei due favolosi compagni di merenda.
-… ma è anche un perfetto idiotaaaa.Aaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!
Il Capitano Rabb le aveva assestato un potentissimo calcio là dove batte il sole. Un micidiale calcione d’acciaio, come quelli di Baiardo-l’epicocavallo-chenonperdona.
 
“INCIDENTE AL QUARTIER GENERALE DEL JAG. INFORTUNATA SOLDATO JANE. “UN SEGNO DEL DESTINO, LASCERO’ LA MARINA”.
La celebre soldatessa, pionera nei Navy Seal, è scivolata accidentalmente in una buca”.
-Hai visto la Rambona di silicone? Ce la siamo levata di torno per sempre – commentò MacDigesto ammiccando al suo ammore che reggeva il giornale.
- Che soddisfazione – il mio caro amico Harmon Rabb jr era tutto un sorriso: gli si intravvedevano pure i boxer di Snoopy sotto il pantalone d’ordinanza.
Mi avvicinai per raccogliere la mia razioncina di onori. I quattro hamburger doppi di metà mattina non mi avevano saziato.
- Signora, signore! –  mi intromisi con cortese deferenza, ma sicuro di me. “Subalterno sì, zerbino manco morto. Senza la mia genialata, a quest’ora eravamo tutti alla Neuro!”.
-Il vecchio Bud, la mente del gruppo! – fece il Capitano dandomi una pacca sulla spalla.  
- Come avete fatto a decidere chi dovesse dare il colpo di grazia alla nostra nuova amica? – chiesi molto curioso. Per riuscire senza danni per noi, il piano prevedeva un solo ma infallibile colpo.
-Con il lancio della monetina, no? – ammiccarono i due, gli unici, insostituibili  Venere&Marte di Legolandia.
Ogni versione taroccata sarà punita a norma di legge… o di fuorilegge!
  
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