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Autore: Effecrivain    02/09/2021    0 recensioni
Lui è il Capitano dei Navy Seals Cristopher Lucas Adams e lei è l'infermiera della base Riley Victoria King.
Cosa succede quando non sono più il Capitano e l'infermiera ma solo Cristopher e Riley? e soprattutto cosa succede quando l'azzurro dell'oceano incontra il marrone del cioccolato?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando aprì gli occhi la mattina seguente non poteva ancora crederci, pensava di essersi immaginata tutto.

Si voltò e iniziò a guardare Cristopher fino a seguire i lineamenti del suo volto con la sua mano.

"Quest'uomo è perfetto"

Era incantata da quelle labbra così piene e grandi, da quei lineamenti così duri ma in quel momento così dolci.

Si alzò e andò nel piccolo cucinotto,

non aveva niente da mangiare visto che i pasti li consumava nella mensa della base, così mise una tazza di acqua calda nel microonde e iniziò a preparare del caffè per l'uomo che stava dormendo tra le sue lenzuola.

Mentre aspettava che Cristopher si svegliasse rimase a pensare a come iniziare una conversazione con lui, stava letteralmente morendo dall'imbarazzo soprattutto perché la sua mente era bombardata dalle immagini della notte precedente.

Sentì l'uomo muoversi e si avvicinò al letto a piccoli passi mentre il suo cuore aveva iniziato una danza tutta sua nel petto.

-buongiorno!-

Cristopher si voltò rimase qualche secondo in silenzio, controllò il suo orologio al polso e si alzò senza dire nulla.

Riley rimase spiazzata "e ora che succede?"

-va tutto bene? Ho preparato del caffè se ti va-

-no, faccio colazione alla mensa-

-possiamo parlare di quello che è successo ieri?-

-ti sei provata la febbre? Se stai ancora male rimani qui anche oggi-

-Cristhopher falla finita di parlare della mia influenza, mi dici cosa succede?-

-non succede niente, ma è sbagliato che io sia qui, adesso-

-è sbagliato? Quindi è sbagliato anche quello che è successo tra noi stanotte? Quindi mi hai presa per il culo per cosa? Perché ti sentivi solo, cosa è successo Annabelle ti ha mandato in bianco e allora sei venuto qui?-

Riley era furiosa, il fatto che fosse timida non implicava che non avesse carattere e questo piaceva ancora di più al Capitano, però la situazione era complicata e il caratteraccio dell'uomo la rendeva ancora più difficile.

-ma cosa stai dicendo? Io non mi sono pentito di nulla e sono venuto qui perché ero preoccupato per te-

-e allora perché mi tratti così?-

-volevi che ti dichiarassi il mio amore appena sveglio?-

-sei solo un idiota!-

-modera le parole, ricordati sempre che io sono il tuo capitano-

-io non modero proprio nulla perché se fuori da questa stanza sei il mio superiore qui dentro sei solo un uomo che ha dormito nel mio letto-

-cosa vuoi Riley?-

-voglio capire perché ieri sera eri in un modo e stamani sei il solito stronzo-

-è questo che pensi di me?-

-vaffanculo Cristopher, esci da qui, ci vediamo dopo-

Prese le sue cose e uscì sbattendo la porta, lasciandola in preda ad una crisi isterica.

"Se pensa che ci rinunci non ha capito niente di come sono fatta, se vuole fare i capricci scoprirà che sono molto più brava di lui in questo gioco"

Buttò il tè nel lavandino e si preparò per affrontare una nuova giornata all'inferno.

Scese al campo e incontrò Patricia

-zucchero come ti senti oggi?

-molto meglio, grazie! Alla fine era solo una frescata-

Finì di scambiare qualche convenevole con la collega e poi iniziò a preparare il materiale necessario per le medicazioni.

Verso l'ora di pranzo, Cristopher la raggiunse sotto la tenda

-come ti senti? Se sei troppo stanca puoi andare, oggi pomeriggio l'allenamento non sarà molto intenso-

Riley non spiccicò parola

-Riley? Per favore rispondimi-

Continuò ad ignorare l'uomo finché non arrivò la sua collega

-Patricia se non ti dispiace mi prendo il pomeriggio libero, il Capitano Adams mi ha detto che posso andare e ho delle commissioni da fare in città-

-certo, vai pure-

Uscì di fretta per andarsi a cambiare nella sua stanza ma Cristopher la raggiunse a metà strada, l'afferrò per un braccio e la fece voltare, occhi negli occhi.

-mi dici cosa ti prende? Stai facendo la bambina!-

-ora vuoi sapere cosa mi prende? sei tu che non sai quello che vuole e fino a che non lo avrai capito ti prego di lasciarmi in pace-

-Riley smettila! Stai scherzando con il fuoco-

-che c'è capitano? Ti scoccia se mi sono presa il pomeriggio libero? Te la prendi se non eseguo i tuoi ordini?-

-mi scoccia quando ignori quello che ti dico-

-beh probabilmente perché non mi interessa, quindi visto che ho da fare e tu non hai bisogno di me se permetti vado a cambiarmi-

Si diresse verso il suo alloggio, lasciandolo lì in sospeso, come lui aveva fatto spesso con lei e con il suo cuore.

Raggiunse la città, si comprò quello che le serviva e poi si diresse al bar più vicino, aveva bisogno di schiarirsi le idee, era disposta a soffrire così tanto pur di averlo?

"Lo sapevo di non reggere la tequila, santo cielo che schifo!"

Aveva cercato di annegare i suoi pensieri in qualche shot ed all'inizio c'era quasi riuscita ma poi la testa aveva iniziato a girare e il suo stomaco a brontolare.

Si chiuse in bagno, rigettò tutto l'alcool appena ingerito e qualche patatina, si sciacquò la bocca e prese il telefono.

Non distingueva benissimo le lettere sullo schermo ma anche in quelle condizioni quel nome lo leggeva benissimo.

5 chiamate perse da Christopher ed un messaggio

"Sei nei guai ragazzina"

Nonostante tutto sorrise.

Uscì dal bar, il solo odore di quei distillati le faceva tornare il voltastomaco e chiamò un taxi,avrebbe preferito f tornare a piedi ma non riusciva a camminare sulle sue gambe. L'alternativa era chiamare lui ma l'orgoglio la fermò appena in tempo o quasi. Decise di non richiamarlo ma rispose al suo messaggio.

"Non è il mii ordaio di lavoio. Per cios Capitano mi lasci in pace"

Un' altra chiamata che ignorò

"Sei ubriaca! Rispondimi immediatamente"

"No"

Cercò invano un taxi, così prese a camminare in direzione della base, pochi minuti dopo vide una macchina venire verso di lei. Non si accorse né del modello né di chi fosse il guidatore sentì solo la frenata e poi si ritrovò a testa all'ingiù 

-Oddio, oddio, mi lasciiii-  iniziò a dimenare le gambe

-Finiscila-

Le bastò solo quella parola per capire chi fosse.

-Christopher così mi sento male, mettimi giù-

-Peggio di così non puoi stare-

La adagiò sul sedile accanto al guidatore e non proferì altra parola.

Ma se lui stava zitto, lo stesso non si poteva dire del suo corpo.

La mascella era rigida, lo sguardo severo rivolto verso la strada e le mani stringevano il volante con una morsa letale.

Quel silenzio per Riley era assordante, inoltre la testa che ancora girava un po' non era d'aiuto.

-ti avevo detto che non c'era bisogno che mi venissi a prendere-

-sei ubriaca-

-no, lo ero. Adesso sto meglio. Ce la potevo fare da sola-

-Riley fammi il piacere di stare zitta, ora ti porto in camera tua, vai a letto e domani ne parliamo-

-voglio parlarne ora-

-non ti reggi in piedi, non sei in grado di sostenere una conversazione-

-ma io-

-basta!-

Alzò la voce

-adesso stai zitta e per una volta fai come ti ho detto-

Non fiatò più fino alla camera, poi appena aprì la porta si girò verso il Capitano

-Puoi entrare?-

-No-

-Ma...-

-Riley in questo momento sono furioso con te, prendi un'aspirina e vai a letto, domani parliamo-

Lei crollò in un sonno profondo, lui entrò in palestra.

Nemmeno la sua ultima missione gli aveva messo così tanta tensione addosso.

E pensare che poche ore prima quella arrabbiata tra i due era lei, adesso quello infuriato era lui.

Quella ragazzina gli aveva fatto provare paura.

   
 
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