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Autore: genxha    03/09/2021    0 recensioni
La fanfic che state per leggere è il seguito di "you're mu best friend". Questa (anche in questo caso il titolo viene da una canzone) si svolge circa un anno dopo la sua conclusione, ma dovreste poterla leggere anche indipendentemente dall'altra.
Marinette ed Adrien hanno scoperto le rispettive identità segrete ed i sentimenti che provano l'uno per l'altra. Decidono di formare una coppia ma di tenere questo fatto segreto.
Naturalmente continueranno ad essere Ladybug e Chat Noir e combattere contro Papillon, che non ha ancora rinunciato al suo progetto di prendere i loro Miraculous.
Miraculous: le storie di Ladybug e Chat Noir - Zagtoon, Method Animation, Toei Animation, SAMG Animation, De Agostini Editore, Nelvana, Cartoon Network Studios Tutti i diritti appartengono ai rispettivi proprietari.
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Kagami Tsurugi, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12

Quella mattina, pochi minuti dopo l’apertura della pasticceria di Tom e Sabine, un’anonima utilitaria bianca arriva e viene parcheggiata a pochi metri dal negozio, sulla strada dal lato della Senna. Non ci sono passanti, vista l’ora, quindi nessuno nota che l’autista non scende dall’auto e rimane ad osservare l’edificio della pasticceria e in particolare il terrazzo e la mansarda.

L’autista, verso le nove, vede una sagoma scura saltare sul terrazzo e scomparire dalla vista. Subito prende il telefono, compone rapidamente un messaggio e lo invia. L’uomo tenta di vedere cosa succede all’interno della mansarda, ma le tende chiuse dietro la finestra rotonda impediscono di vedere all’interno.

Mezz’ora dopo la stessa sagoma, che altri non è che Chat Noir, esce sul terrazzo e salta su un tetto in direzione sud. L’autista compone un altro messaggio e, col cellulare ancora in mano, sta per accendere il motore per seguire l’eroe, sente bussare al finestrino.

Fuori dall’auto c’è un corpulento ufficiale di polizia “Sa che è in divieto di sosta, vero?”

L’altro abbassa il finestrino, notando solo allora di aver parcheggiato con una ruota sulle strisce pedonali, e cerca di giustificarsi “N-no non lo avevo notato, agente… “ balbetta, infilando un dito nel colletto delle giacca a vento per allargarlo

“Brigadiere!” lo interrompe l’altro “Come non lo sapeva, è sulle strisce pedonali!”

“Mi dispiace, scusi, Brigadiere! Mi sono fermato per rispondere al telef..” prosegue l’autista

“AH!” sbotta il poliziotto “Stava usando il telefono alla guida?”

il Brigadiere Raincomprix, prendendo dalla tasca il blocchetto delle contravvenzioni e una penna, pronto a compilare una contravvenzione.. L’altro sbianca “No, no, non lo stavo usando, mi sono fermato proprio per poter chiamare e… “ si giustifica ancora

Il Brigadiere lo guarda di traverso, sfiorando il cofano dell’auto “Hmmm, sicuro che è appena arrivato? Non mi prenda in giro o finirà in guai grossi!”

L’altro si morde il labbro. “D’accordo, mi scusi ancora! Vado via subito!”

Il corpulento poliziotto lo guarda, fa due passi indietro e sospira “Per questa volta passi, è Natale, ma faccia attenzione, la prossima volta non sarò così permissivo! Se ne vada! E metta via quel telefono!” lo redarguisce il poliziotto, rimettendo in tasca il blocchetto delle contravvenzioni.

L’altro si affretta a chiudere il finestrino e mettere in moto, ripartendo immediatamente verso sud. “E guidi con prudenza!” gli grida Raincomprix.

 

Nathalie rimette in tasca il telefono “Signore, abbiamo la conferma che Chat Noir e la signorina Dupain-Cheng si frequentano. Cosa pensa di fare?”

Gabriel, dietro la sua postazione di disegno, alza un sopracciglio “Tutto faceva pensare che Chat Noir e Ladybug fossero innamorati. Ma finché possiamo sfruttare le debolezze di quei ragazzini” lo stilista fa una smorfia e prosegue “a nostro vantaggio, ben venga. Vedo che è una delle finaliste” spiega, mentre sullo schermo appare l’immagine dell’abito disegnato da Marinette e una fotografia presa da Instagram della ragazza sorridente stretta tra Adrien e Alya “E sta un pò troppo vicina ad Adrien” aggiunge.

“Certo signore.“ annuisce Nathalie ”Come da sua indicazione ho proibito ad Adrien di incontrarla, per evitare ogni possibile danno di immagine alla Maison.” spiega “Adrien però...” Gabriel la interrompe

“Ottimo lavoro.” commenta lo stilista

“Allora avremo la sua.. ehm.. collaborazione per farci dare i miraculous di Ladybug e Chat Noir.” borbotta

L’assistente dello stilista si schiarisce la voce “Intende akumizzarla?” chiede

“No, Nathalie, pensavo ad una tattica completamente diversa, questa volta. E avrò di nuovo bisogno di Mayura.” risponde lui, sfiorandosi il mento “Saprai tutto a tempo debito”. conclude Gabriel, uscendo dalla stanza. “Certo” concorda Nathalie, nascondendo un sospiro.

 

“Vedi, Alya… se Papillon scoprisse l’identità mia e di Chat Noir sarebbe un grosso problema. Potrebbe colpire le persone a cui siamo legati” dice Marinette, avvicinandosi all’amica mentre camminano, sentendo la tensione sciogliersi un po’

“Sì, ma.. hai detto che conosce l’identità di molti altri, eppure ci hai dato i miraculous per difenderci e non ci sono mai serviti, finora” risponde l’altra

“Ho paura che sia solo fortuna, o forse lui non pensa di poter ricavare un vantaggio. Ma l’altra cosa che mi preoccupa è…” Marinette si zittisce mentre incrociano una donna che spinge un passeggino con una bambina infagottata in un piumino. “che… Credo che Nathalie sospetti che io ed Adrien ci vediamo. E non mi piace come mi guardava ieri sera.” continua quando sono sole.

Alya la guarda “E perché dovrebbe essere un problema, scusa… Mari, siamo quasi maggiorenni, non vedo cosa…”

“Il padre di Adrien non accetterebbe mai che suo figlio si fidanzasse con… con.. con me.” sbotta la mora ”Hanno proibito ad Adrien di vedermi finché non finisce il contest per non rovinare l’immagine della Maison!” spiega, facendo una pausa per guardare a terra, a disagio “E poi c’è una cosa che non ti ho detto” Marinette abbassa la voce “Che veramente non ho detto quasi a nessuno” continua, cercando con lo sguardo, lungo il viale, una panchina in disparte.

Alya rallenta il passo, prendendo l’altra per mano “Che c’è? Mari, mi fai preoccupare così. Ne vuoi parlare?” chiede, puntando lo sguardo preoccupato negli occhi azzurri dell’amica.

Marinette distoglie quasi subito lo sguardo, portando Alya verso una panchina vuota.

Le ragazze si siedono e la rossa riprende la mano dell’amica, che sospira “Chat Noir è stato akumizzato per colpa mia. Lo sappiamo solo io e Bunnyx perché ho sistemato tutto. Adrien era... era impazzito, aveva trasformato tutto in un deserto d’acqua, aveva…” Marinette fa una pausa e rabbrividisce, stringendo la mano di Alya. “aveva ucciso Papillon. E me.” La ragazza fa un’altra pausa, poi prosegue a bassa voce:

“Non so perché è successo! Ma ha detto che è stato per il nostro amore. E io ho paura che c’entri la sua famiglia, che sapendo di noi gli facciano qualcosa, capisci?”

Alya la guarda spalancando gli occhi, poi la abbraccia.

“E lui… gliel’hai detto?” sussurra.

“Sì. qualche giorno fa. Ma dice di non preoccuparmi. Io non ci riesco. Ho ancora gli incubi, Alya! Continuo a vedere quegli occhi azzurri, continuo a sentire la sua voce che mi prega di salvarlo.” risponde l’altra.

“Ma hai sistemato tutto, no? Non è successo niente del genere,” dice Alya, per tranquillizzarla.

“io si ma... non.. non lo so. Ho paura che potrebbe ancora succedere” sussurra Marinette, staccandosi dall’abbraccio per guardare in faccia Alya..

L’altra la guarda negli occhi “Faremo in modo che non succeda. Adrien lo sa, non si lascerà akumizzare tanto facilmente. E io ti aiuterò. Non so ancora come, ma puoi contare su di me! Non per niente sono la tua migliore amica!” dice, stringendo le mani di Marinette tra le sue.

Marinette guarda l’amica negli occhi, poi l’abbraccia di nuovo “Grazie Alya” dice “Ti voglio bene” aggiunge, poi si scosta, asciugandosi rapidamente una lacrima, infine fa un profondo respiro e si alza in piedi “Mi sento meglio, adesso, devo tornare a casa, ho un abito da finire, domani dovrà essere perfetto!”

Alya annuisce, sorridendo “Brava, ragazza! E se ti fa stare più tranquilla, domani avrai la qui presente maestra delle illusioni a guardarti le spalle!” dice Alya, mentre Trixx fa capolino dalla sua borsetta.

“Di nuovo grazie, Alya…davvero” conclude Marinette, mentre prende sottobraccio Alya e si avviano verso la pasticceria. “Ehi, io devo tornare a casa, ho lasciato Nora a badare alle gemelle… sai com’è” dice Alya fermandosi davanti al portone della casa dei Dupain-Cheng

“Oh le conosco le tue sorelline, sono peggio della piccola Manon. Vai, non ti trattengo.” risponde Marinette guardando l’amica. “E scusa per averti fatto precipitare qui solo perché ero in panico….” aggiunge con aria triste, infilando la chiave nella toppa.

“Ehi, Mari” sussurra Alya, mettendole una mano sulla spalla e facendola voltare “non devi scusarti. Avevi bisogno e io sono venuta. Non ti lascerei mai nei guai, te l’ho detto!” poi le sorride e dopo qualche istante, vedendo che Marinette riprende la sua solita espressione, si allontana dicendo “Ora però scappo davvero… ci vediamo domani!”.

Marinette apre il portone e sale nell’appartamento, sospirando “Tikki, non so se ho fatto bene a parlare ad Alya di Chat Blanc ma… ormai è andata e mi sento meglio” commenta, una volta entrata in camera. “Marinette, non potevi tenerti dentro una cosa del genere ancora a lungo. E poi Alya ha ragione, insieme potete evitare che succeda. Ne hai parlato anche ad Adrien, quindi.. non vedo cosa potresti fare di più.” risponde la Kwami, svolazzando attorno alla sua portatrice che si sfila il cappotto.

“Cosa posso fare? Beh, battere Papillombre una volta per tutte.” la interrompe la ragazza, “Ma non so proprio come fare” conclude, lasciandosi cadere sulla sedia della scrivania.

Tikki si volta dall’altra parte, gli occhi al cielo, poi guarda di nuovo Marinette “Una cosa alla volta! Troverai il modo, mi fido di te”

“Grazie, Tikki…” risponde Marinette, spostando la sedia verso il manichino con l’abito “... ora dedichiamoci a questo. Papillombre può aspettare. L’abito invece dev’essere perfetto!” borbotta, mentre prende l’occorrente per cucire.

Marinette passa il resto della mattina a dare gli ultimi ritocchi all’abito e dopo una veloce pausa per il pranzo, nel tardo pomeriggio riesce finalmente a ritenersi soddisfatta del proprio lavoro, ammirando la propria immagine allo specchio.

“Finalmente posso dire che è finito!!” esclama la mora, girando su se stessa “Devo subito fare una foto e mandarla ad Alya!” commenta, allungando la mano per prendere il telefono dalla scrivania. La ragazza cerca di comporre l’inquadratura allo specchio e scatta qualche foto. “Marinette, ti mancano le scarpe!” fa notare Tikki, mentre l’altra alza le spalle “Beh anche le calze, se è per quello” risponde muovendo le dita dei piedi sul tappeto “Ma la foto è solo per farle vedere il vestito!” dice, mostrando il telefono alla Kwami, mentre preme il pulsante di invio. Trenta secondi dopo Alya la sta chiamando e Marinette risponde subito, attivando l’altoparlante “Ciao, parla pure, io intanto mi cambio” avvisa la ragazza appena risponde.

“Bel lavoro, Marinette, è bellissimo quel vestito. Ti sta meravigliosamente” inizia Alya al telefono “Ma ti mancano le scarpe!” aggiunge

“Anche tu?” sbuffa l’altra, coperta solo da un paio di mutandine rosa, mentre Alya al telefono non la sente e prosegue “Sfilerai scalza per una scelta di design o è per avere una cosa in meno da togliere dopo con Adrien?”

“ALYA! Ma cosa dici!” sbotta Marinette, arrossendo mentre si allaccia il reggiseno “Ovvio che indosserò le scarpe! E cosa c’entra Adrien?”

“Ma certo, Mari!” Alya scoppia a ridere “Ti stavo prendendo in giro!” dice, riprende fiato e poi continua “Ripeto, il vestito è proprio bello. Peccato che i giudici hanno solo scelto in base al disegno, se ti avessero visto indossarlo il premio sarebbe già tuo, sei bellissima!”

“Grazie…” borbotta Marinette, finendo di vestirsi “Spero che i giudici la pensino così, ci ho lavorato un sacco.”

Alya rincara la dose “Ma certo che vincerai! Sono sicura che apprezzeranno moltissimo il tuo impegno. Certo dipende chi saranno le altre ma tu sei di sicuro tra le migliori, quindi stai tranquilla e preparati a sfilare con Splendore!”

“Speriamo che non succeda niente con Nathalie e suo padre, rinuncerei subito al premio.” Marinette riflette ad alta voce “Mari? Guarda che ho sentito” la interrompe Alya “stai facendo uno dei tuoi soliti film mentali. E poi Adrien non c’entra niente con le decisioni nella Maison, quindi nessuno può accusarlo di niente.” esclama, alzando leggermente la voce “Forse hai ragione, Alya, è uno dei miei soliti film mentali…” risponde la mora, poco convinta “... penso che sarà il caso di aspettare e vedere.”

L’altra commenta, pronta “Si tratta solo di qualche giorno, dopotutto. Ti devo lasciare, sto aspettando Nino.. Ci vediamo domani!”

“Ciao… a domani..” saluta Marinette, poi chiude la chiamata.

 

Un sole tutt’altro che invernale sveglia Marinette da una notte un po’ agitata “Buongiorno, Tikki” borbotta sbadigliando, mentre si gira per ripararsi gli occhi dalla luce.

“Buongiorno Marinette” risponde la Kwami, con tono allegro “Sei riuscita a dormire? Ti sei agitata un po’...” chiede.

La ragazza si gira “Hmm.. non tanto bene, sono preoccupata per il concorso, ma soprattutto per me e Adrien. So che probabilmente esagero, quindi… devo evitare di pensarci.” fa una pausa, guardando la scatola in cui ha messo l’abito il pomeriggio precedente “Per quell’abito ho fatto del mio meglio e di più non posso fare.” “Andrà bene” la interrompe Tikki “Adesso non preoccuparti, oggi pomeriggio lo consegnerai e tra qualche giorno avrai la risposta. Ma sono sicura che sceglieranno il tuo!” la Kwami incoraggia la sua portatrice.

“Grazie, Tikki!” dice Marinette, allungando la mano per prendere la Kwami e appoggiarla alla guancia “Non so come farei senza di te” conclude, sentendosi improvvisamente triste.

“Ehi? Che succede?” domanda la Kwami, notando il cambio di espressione della ragazza

“Niente…” minimizza lei, poi “Il fatto è che…Ogni tanto ci penso e ho paura. Ho paura di dover rinunciare a tutti questi meravigliosi ricordi...“ si interrompe e guarda la scatola col diario, sulla scrivania “...per via… per via dell’essere guardiana” mentre parla sente salire un groppo alla gola e gli occhi pizzicare.

“Calma, Marinette!” la incoraggia di nuovo Tikki “Respira. Non succederà. TI ho promesso che ti aiuterò.. quando.. quando avremo sconfitto Papillon andremo al Tempio dei Guardiani in cerca di una soluzione. Nemmeno a me piace questa regola...” la Kwami vola davanti al viso di Marinette “è crudele e nei millenni ha creato un sacco di guai.”

Marinette tira su col naso e inizia a respirare lentamente cercando di non lasciarsi andare allo sconforto. Dopo qualche respiro inizia a sentirsi un po’ meglio e abbozza un sorriso. “Scusami. Non dovevo” dice a mezza voce

“Non scusarti… succede.” commenta l’altra “Stai meglio ora?”

“Sì, un po’ si..” risponde la ragazza tirando ancora su col naso “Meglio che scenda a fare colazione” borbotta, scendendo la scala del soppalco per entrare nel minuscolo bagno.

 

Marinette passa la mattinata nel negozio dei genitori, ma è un po’ distratta dalla consegna dell’abito nel pomeriggio e a pranzo mangia qualcosa distrattamente, risalendo poi in mansarda con una mela.

Aspettando Alya, Marinette si ritocca il trucco e nota sul portagioie la scatola della spilla che le ha regalato Adrien, la prende e osserva la spilla.

“Tikki, oggi userò la spilla che mi ha regalato Adrien, speriamo che mi porti fortuna!” commenta, mentre la appunta sul risvolto della giacca. Ha deciso di mettere i suoi soliti jeans aderenti, una maglia sotto la giacca nera.

“Mi sembra una buona idea, dopotutto è abbastanza piccola per non essere troppo visibile. E’ stato carino a regalartela.” approva Tikki, infilandosi nella borsa di Marinette proprio quando Alya suona il campanello.

Marinette, dopo aver indossato il suo cappotto blu scuro, scende per le scale della mansarda con tra le mani la grossa scatola dell’abito ed esce dall’appartamento, mentre Alya l’aspetta in strada.

L’aspirante giornalista indossa i consueti jeans ed un piumino arancione “A quanto pare nessuna delle due vuole far colpo sugli stilisti eh…” commenta Alya guardando l’amica chiudere il portone”

Marinette ridacchia, poi le ragazze si scambiano i due baci di saluto e si avviano verso la metro per raggiungere l’ufficio della Maison.

 

La sede del marchio Gabriel è in un vecchio palazzo anonimo, in una stradina vicino all’Università della Sorbona. Marinette ed Alya si presentano dal portiere, che indica un ascensore modernissimo, completamente fuori luogo con l’esterno del palazzo e spiega loro di salire all’ultimo piano. Le ragazze seguono le indicazioni ed escono dall’ascensore trovandosi in un grande open space ricavato sulla terrazza, con la parte centrale del soffitto di vetro, schermato da dei pannelli di stoffa.

Nel locale ci sono una dozzina di scrivanie, separate da basse pareti divisorie. lungo le pareti perimetrali sono allineati una serie di manichini da sarto, tutti senza testa, che mostrano alcuni dei capi più famosi del brand di Gabriel Agreste. In un angolo, dal lato opposto rispetto all’ascensore, c’è un piccolo bancone da bar con davanti due ragazze, intente a parlare con un uomo molto alto e una donna minuta.

Marinette ed Alya escono dall’ascensore e fanno qualche passo nella stanza. Subito una giovane donna piuttosto carina va loro incontro, è leggermente più alta di Alya, con un seno piuttosto appariscente, lunghi capelli scuri acconciati con una frangetta, in parte legati in una lunga treccina e il resto sciolti sulla schiena. Un paio di occhiali rettangolari con una montatura invisibile incorniciano due occhi scuri dal trucco molto leggero. La giovane donna indossa scarpe basse, una gonna nera appena sopra al ginocchio e una camicetta di un viola chiarissimo. Mentre la sconosciuta si avvicina, Marinette pensa che quello che indossa sia un ottimo outfit per la segretaria di uno stilista.

La donna osserva le due nuove arrivate sorridendo “Benvenute, sono Monique Dubois” si presenta “lei dev’essere la signorina Dupain-Cheng” aggiunge, porgendo la mano a Marinette che la guarda, poi osserva la scatola che ha in mano e si sente le guance avvampare.

Marinette passa la scatola ad Alya e infine stringe la mano della segretaria con un po’ esitante “s-sono io, piacere”. Monique sposta lo sguardo su Alya, porgendo la mano anche a lei, che restituisce la scatola all’amica e si presenta con un molto più pronto “Alya. Alya Césaire, piacere”, stringendo la mano della donna. Monique guarda infine la scatola e nota il lieve imbarazzo di Marinette “L’abito può darlo a me” dice, sempre con un sorriso amichevole, “vado a prendere un paio di fogli da farle compilare, nel frattempo potete aspettarmi all’angolo bar,” spiega, indicandolo “ci sono già altre due finaliste!” aggiunge, poi prende la scatola e si gira verso l’ascensore, entrandoci e premendo uno dei pulsanti.

 

Le ragazze si spostano verso il bar e avvicinandosi riconoscono una delle finaliste, la loro amica Martine, vestita più o meno come al party. La ragazza si congeda dagli altri con uno “scusate!” e si precipita a dare i consueti due baci alle amiche “Marinette! Che bello! Anche tu in finale!” esclama, poi guarda Alya “significa che non ho speranze, sei troppo brava! Ma non importa, sono troppo felice che anche tu sia qui!”.

Alya ridacchia e dà di gomito all’amica “Hai proprio vinto, ragazza” le dice, poi Martine torna a rivolgersi agli altri tre “Loro sono Marinette Dupain-Cheng e Alya Cèsaire” dice, indicando le ragazze “I signori sono Monsieur Boutin e Madame Roux due dei giudici del contest, mentre lei” Martine si rivolge all’altra ragazza, una biondina magra più o meno della loro età con un tubino blu “è Sophie Acoudre, un’altra delle finaliste. In tutto siamo in cinque!”

Monsieur Boutin si presenta porgendo la mano, è un uomo molto alto dai capelli brizzolati, indossa una camicia bianca e un vistoso gilet patchwork, dei pantaloni color senape, come le scarpe. Madame Roux è una donna di mezza età alta a malapena come Marinette, con un tailleur grigio molto elegante, capelli rossicci con pettinati in un caschetto stile anni ‘60.

Terminate le presentazioni, Martine e gli altri riprendono a chiacchierare, mentre Marinette si sente decisamente fuori posto ed inizia a guardarsi attorno ammirando gli abiti esposti sui manichini.

Improvvisamente tutti gli allarmi delle auto nella piazza sottostante la palazzina iniziano a suonare e tutti i cellulari dei presenti lanciano un segnale: allerta Akuma. Marinette ed Alya iniziano a guardarsi intorno, cercando un posto dove nascondersi per trasformarsi, mentre Martine prende in mano la situazione “L’uscita di emergenza, da quella parte” esclama, indicando una porta segnalata da un cartello verde e cominciando a muoversi in quella direzione.

Il gruppetto sta attraversando la stanza quando un’ombra oscura la parte centrale del soffitto e la vetrata esplode in una pioggia di schegge. Marinette ed Alya si tuffano appena in tempo sotto due scrivanie, mentre gli altri si gettano a terra lungo la parete, facendo cadere alcuni manichini. “Tikki!” sussurra Marinette all’altra che fa capolino dalla sua borsa “non mi posso trasformare qui, c’è troppa gente!” inizia a muoversi carponi verso la scrivania accanto “Devo aspettare che si allontanino o andare altrove..”

Improvvisamente la scrivania sotto la quale si era nascosta viene scagliata via e tra le grida di sorpresa dei presenti, Marinette si trova di fronte a un manichino da sarto senza gambe e testa alto cinque metri.

Al posto delle gambe il manichino ha un bastone metallico su una base a forma di cupola rovesciata, che fluttua a pochi centimetri da terra. Le braccia del manichino hanno scagliato lontano la scrivania e il busto senza testa si volta verso Marinette. La ragazza si sbilancia, colta di sorpresa e finisce seduta a terra, poi cerca allontanarsi dal manichino muovendosi all’indietro.

Con la coda dell’occhio Marinette vede Alya allungare una mano per afferrarla, ma mentre si volta e cerca di prendere la mano dell’amica sente un fruscio e qualcosa le si avvolge strettamente attorno al corpo, togliendole il fiato.

Da ciascun polso del manichino sono appena fuoriusciti una coppia di metri da sarto, che hanno avviluppato Marinette dalle caviglie fino alle spalle e ora la sollevano da terra, attirandola verso il manichino. Lei cerca di divincolarsi, ma più si agita più la stretta aumenta ancora, impedendole perfino di respirare normalmente.

La stretta diventa immediatamente insopportabile e Marinette si rende conto confusamente che Alya e Martine stanno cercando di liberarla, ma il manichino si solleva e mentre un cupo terrore si impossessa di lei, l’ultima cosa che vede prima di perdere i sensi sono le due ragazze che si sbracciano, inutilmente, per raggiungerla.


Nota dell'autore

Scusate l'attesa, ma questo capitolo è stato molto più travagliato del previsto.
In questo capitolo ho dovuto, per cause di forza maggiore, fare a meno di un beta reading. Scusatemi in anticipo se trovate errori e magari segnalatemeli!

Si avvicina la fine di quest'avventura per i nostri eroi, mancano forse un paio di capitoli alla conclusione.

   
 
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