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Autore: hermy09    04/09/2021    0 recensioni
"Chloe io non so molto della vita, so solo che mi ritrovo a quasi 15 anni a sapere moltissime cose sulla morte, e alcune di quelle che bastano per sopravvivere. So che dovevo morire insieme a mia madre e a mia sorella, eppure sono qui e loro no, e spesso penso che non dovrebbe essere così. Una cosa però mi sento di potertela dire. La vita che hai protegila finché puoi, anche se non ti interessa. Se non per te stessa fallo almeno per chi ti vuole bene".
Crono è stato sconfitto e per il campo è l'inizio di un cambiamento. Molti semidei stanno arrivando e gli altri ragazzi del campo dovranno rapportarsi per la prima volta con i figli degli dei minori. Proprio tra loro Nico, costretto dal padre a tornare al campo, potrebbe trovare qualcuno per cui restare.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Connor Stoll, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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(NICO)

Finalmente arrivarono al punto di partenza.
Travis stava sgridando Eve e Christie per essersi separate.
-Quando vi diamo delle precise istruzioni, c'è sempre un motivo per cui vanno seguite. Non bisognava tornare da soli.
Eve continuò a protestare contro il figlio di Ermes. Chloe stava un passo indietro a loro e si voltò verso Nico. Si guardarono per qualche secondo ma lei si girò di nuovo.

La cosa che più non sopportava dello stare al campo erano i pasti. Nico doveva sempre sedersi da solo. Mentre mangiava della pasta cominciò a guardarsi attorno. A quanto pare non era l'unico escluso.
Eve se ne stava da sola al tavolo di Eris, così come un'altra ragazza dai capelli rossi che continuava a guardare verso un tavolo dove stavano tre ragazzi dall'aria assonnata. Riconobbe i tavoli di sempre: Ermes, Afrodite, Efesto, Demetra, Ares... molto più affollati di quanto ricordasse.
In quello che doveva essere il tavolo di Ecate c'era Chloe insieme a, due ragazze bionde. Non trattene molto lo sguardo su di lei per timore di essere visto, ma lei non si girò mai, o comunque non lo diede a vedere. Aveva spostato l'attenzione verso il tavolo di Ares, dove Clarisse parlava ad alta voce di un certo scontro avvenuto quella mattina, quando vide Percy dirigersi verso di lui. Il solito sorriso confidenziale, nessuno sguardo compassionevole o intimorito. Percy era una delle poche persone con cui Nico si sentiva a suo agio.
-Ehi- lo saluto con un cenno.
Nico ricambiò.
-Allora sei tornato, ti fermerai molto?
-In teoria dovrei restare più del solito- sperò non gli chiedesse il motivo, ma era sempre Percy...
-Come mai questo cambiamento?
Sembravi molto deciso quando hai detto di non voler restare.
-Forza maggiore- si limitò a rispondere Nico. Non gli andava di sbandierare quanto fosse sotto gli ordini del padre mentre lui poteva tranquillamente obbligare gli dei a riconoscere i loro figli.
Mentre parlavano notarono che Chirone aveva cominciato ad osservarli. Percy cambiò discorso
-Stavo pensando che dovremmo parlare con Chirone per quanto riguarda i tavoli. Ce ne sono tanti vuoti... potremmo cambiare un po' le regole.
-Potresti provare a parlargliene, ti ascolterebbero.
-Veramente pensavo anche a te, sei bravo in queste cose.
-Io?- gli chiese scettico Nico.
-Beh hai letteralmente fatto salire tuo padre dagli inferi per aiutarci, che sarà mai un tavolo.
Nico sorrise, forse la stima che aveva per Percy era reciproca.
Un satiro suonò la conchiglia
Chirone aveva qualcosa da dire.
-Occhi a me semidei- battè gli zoccoli per avere ulteriore attenzione da parte di tutti
-La cabina degli oggetti smarriti è stata nuovamente, misteriosamente riempita di vestiti, quindi se qualcuno fosse interessato può cercare qualcosa della sua taglia. Ed a chi non interessano vestiti e cianfrusaglie non reclamate di seconda mano, ci sono delle armi nuove pronte per voi, da usare all'arena di combattimento.
Seguirono urla entusiaste dal tavolo di Ares.
-Cabina di che?- chiese Nico rivolto a Percy.
-Ci finisce qualunque cosa non venga reclamata trovata in giro per il campo, ma tutti sanno che i figli di Afrodite la usano per disfarsi di ciò che non usano più.- gli rispose Percy.
Nico guardò scettico verso il tavolo di Afrodite.
-Nonostante non prenderei mai dei jeans stretti da Malcom, la scorsa volta qualche felpa era semi accettabile.- li difese Percy.

(CHLOE)
-Forse vanno bene- disse Eve.
Erano nella cabina degli oggetti smarriti. Eve si stava provando un paio di pantaloni dietro la tenda di un camerino improvvisato. Chloe nel frattempo frugava distrattamente dentro una cesta.
La tenda si scostò
-Come li vedete?- chiese Eve
-Un po' lunghi ma potresti fare i risvoltini- le disse Eve mentre riappendeva una felpa ad una gruccia.
-Piuttosto li taglio senza nemmeno ricucire l'orlo- rispose la ragazza richiudendosi dentro.
Chloe guardò in una cesta piena di magliette. Arrivando prima sperava di riuscire a trovare qualcosa prima che rimanesse solo roba così rovinata, che non sarebbe stata mai reclamata da nessuno
-Vorrei anche capire cosa se ne fa qualcuno dei tacchi al campo- disse Eve prendendo un paio di décolleté neri con la punta graffiata.
Chloe guardò su degli scaffali. In un contenitore trovò una collana di conchiglie scheggiata, uno zaino con una spalla che stava per staccarsi, degli orecchini spaiati. Per lei che aveva più di due buchi ai lobi potevano tornare utili, se li mise in tasca e prese la collana. -Che ne pensi?- disse mostrandola ad Eve.
La ragazza la prese studiandola.
-Se riesco a sciogliere il nodo posso riutilizzarla.
Chloe diede un'occhiata ad un appendiabiti di quelli usati nei negozi per esporre i vestiti. Vide un giubbotto di finta pelle nera semplice, forse non era troppo grande. Lo prese da una manica ma sentì tirare l'altro lato della giacca.
-Non mi importa l'ho preso io per prima- e provò a tirarlo verso di se.
-Non vi litigherete mica il giubbotto spero-. Era la voce di Connor.
Una mano sbucò dalle giacche appese scostandole.
-Chi...- stava per chiedere Chloe, ma si interruppe. Appena la notarono, due occhi ricambiarono lo sguardo truce.
Chloe lasciò la manica nera
-Non preoccuparti, è tutto tuo- disse a Nico prima di tornare dalle amiche.

(NICO)

-Ma cosa le è preso?- chiese Connor.
-A saperlo. È da quando si è presentata nella foresta che fa così- rispose Nico.
-Connor se non ti dispiace io sto andando via, sto poco bene- disse Nico.
Non lasciò al figlio di Ermes il tempo di seguirlo ed uscì.

(CHLOE)

Le dispiaceva fare la maleducata con Connor ma per istinto si allontanò il più in fretta possibile. Stava cercando di sembrare il più arrabbiata possibile con Nico, ma in realtà era spaventata.
Traditrice.
Quella era la parola che le risuonava in testa da quando era arrivata al campo.
I fratelli delle persone che vedeva ogni giorno erano morti con onore, per difendere la propria famiglia.
Lei era scappata, e poi si era rifugiata dagli stessi che aveva combattuto. Aveva tradito chi l'aveva protetta, e non era sicura che sarebbe riuscita a proteggere quel poco che era rimasto della sua famiglia, se Nico avesse parlato.
-Che hai?- Evanna la riportò alla realtà.
-Nulla- rispose Chloe. -Hai trovato qualcosa?

(NICO)

Nico si buttò sul suo letto. Aveva mille pensieri in testa, ma ruotavano tutti attorno ad una persona.
Non sapeva cosa pensare di Chloe. In verità non credeva che avrebbe mai dovuto porsi questo problema.
Con tutto ciò che era successo dopo la guerra non ci aveva più pensato, ma ricordava molto bene.
Stava combattendo, in mezzo ai mostri c'era anche un grande gruppo di semidei nemici. Aveva sentito qualcosa di strano... come quando lui stesso usava i viaggi d'ombra, ma diverso. Ad un certo punto aveva visto qualcosa, forse fumo, delle ombre, non riusciva a capire, strisciare velocissime verso una direzione. Le aveva rincorse, continuando ad allontanarsi anche quando furono sparite.
Arrivato in un vicolo, la vide.
Accasciata a terra e... senza vita, c'era una ragazza in armatura. Accanto a lei un'altra ragazza più giovane piangeva scossa da tremiti e singhiozzi.
Si accorse di lui e si volto. Si guardarono per qualche secondo e poi decise di andarsene. Sebbene non la conoscesse e facesse parte dei nemici, si sentì di troppo. La prima cosa che aveva pensato rivedendola al campo era che Il volto di Chloe, rigato dalle lacrime e gli occhi gonfi, sembravano appartenere ad un'altra persona.
Si chiese se non fosse così che lo vedevano Percy, Annabeth e chi lo aveva conosciuto quando c'era Bianca.
Si passò le mani sul viso e sui capelli. La stanchezza per non aver dormito abbastanza cominciava a farsi sentire, e poco dopo si addormentò.

 

   
 
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