Durante la serata, mi faccio annotare da JARVIS che raggiungendo elevati livelli di altitudine si creano dei problemi nell'armatura, ovvero inizia a congelarsi. Devo risolvere questo problema al più presto. Mentre continuo ad apportare delle modifiche all'armatura, alla televisione una giornalista inizia a parlare di una festa e red carpet e la cosa non mi piace. Io che non sono stato invitato? Mmm.. qualcosa non va. Ehi, la festa porta il mio nome e io non sono li? Okay, qui davvero qualcosa non quadra. La giornalista parla dell'ultima conferenza a cui ho partecipato e di stress post- traumatico e non so cosa e, ovviamente, dice che nessuno si aspetta la mia presenza a quella festa. Bene, questo stuzzica la mia mente. L'armatura è quasi completa ma tutta di oro non mi sembra un gran che cosi, guardando una delle macchina davanti a me, chiedo a JARVIS di aggiungere un po' di rosso. Quando il prototipo al computer è pronto, JARVIS mi avverte che ci vogliono cinque ore per la fabbricazione. Così, gli dico di non aspettarmi sveglio. Mi alzo, mi cambio e prendo la mia bellissima macchina dirigendomi nel luogo dove non si aspettano la mia presenza. Arrivo, lascio la macchina a un giovane ragazzo e mi avvicino alla folla di giornalisti e invitati. Ovviamente, trovo Obadaiah circondato da flash ma che parla con un giornalista e quindi, mi avvicino.
-Non trovi che sia curioso entrare di straforo alla propria festa?
-Guarda chi c'è!- dice anticipando le sue parole con una fintissima risata.- Ma che bella sorpresa.
-Ci vediamo dentro.- dico sorpassandolo ma lui mi ferma e si avvicina al mio orecchio.
-Oh, senti. Vacci piano credo di aver portato il consiglio di amministrazione dove vogliamo noi.
-Senz'altro. Avevo un po' di claustrofobia.- dico avviandomi all'ingresso e la prima cosa che faccio e quella di avvicinarmi al bar. -Mi dia uno schotch, sto morendo.
-Subito.- dice il cameriere
-Signor Stark.- mi chiama il tizio al mio fianco e stranamente non mi è estraneo.
-Si?
-Agente Coulson.- dice lui
-Oh, si si si si! E è quello del..- mi interrompo ma lui continua.
-Strategic Homeland Intervention, Enforcement and Logistics Division.-
-Accidenti, vi servirebbe un nome nuovo.
-Si, me lo dicono spesso.- dice lui senza scomporsi.- Senta, so che questo non è il momento migliore per lei ma a noi serve un suo rapporto..-continua ma io non lo ascolto decisamente più. Davanti a me trovo la donna più bella che io abbia mai visto e mi sorprende questa cosa perché di donne io ne vedo e ne incontro tante ma lei.. non l'avevo mai notata così bella o forse, è solo perché sono stato influenzato dal suo regalo di oggi ma.. è stupenda. La signorina Potts è magnifica dentro quel vestito blu chiaro. Il vestito, le scopre tutta la schiena ma lei lascia i capelli sciolti come mai avevo visto. Quando si mette di profilo, posso notare il suo splendido sorriso.
-Le dico.. che ha ragione.- dico porgendo la mano all'agente senza però aver capito una parola di quello che ha detto.- assolutamente ragione. Senta, vado dalla mia assistente e .. fissiamo un appuntamento.- dico per poi lasciarlo li dove sta. -E' uno schianto. Non l'avevo riconosciuta.
-Cosa ci fa lei qui?- chiede leggermente sorpresa.
-Evito agenti governativi.
-E' venuto da solo?
-Dove ha preso il vestito?- chiedo evitando la sua domanda e squadrandola un po'.
-Io.. oh, è un regalo di compleanno.- dice lei sorridendo.- da parte sua, veramente.
-Sono un esteta.- dico ammirandola.
-Si.- sorride lei.
-Le va di ballare?- chiedo senza distogliere lo sguardo dal suo.
-Oh, no. Grazie.
-D'accordo.- dico trascinandola con me.
-No.. - dice lei ma mi segue. Ci mettiamo al centro della pista e la stringo a me. Lei sembra molto impacciata all'inizio ma cerca di non darlo a vedere. Si vergogna di me? Non stiamo facendo niente di male.. e lei è.. così bella.
-Morbida.- le dico per farla sciogliere un po'. Lei mi guarda e mi sorride in modo timido. -La sto mettendo in difficoltà?
-Ah?.. Oh, no no. E' che mi dimentico sempre di mettere il deodorante e.. sto ballando con il mio capo davanti ai miei colleghi di lavoro con un vestito con le spalle scoperte.- dice lei impacciata.
-Ha un aspetto e un profumo eccezionali.- e per la prima volta dico qualcosa che penso davvero e non solo per arrivare a un certo fine. Lei sorride imbarazzata. -Potrei licenziarla, se la cosa è d'aiuto.
-Credo che lei non sarebbe in grado di allacciarsi nemmeno le scarpe senza di me.- dice divertita ma provocatoria.
-Sopravvivrei una settimana.
-Davvero? Qual è il suo numero di codice fiscale?- chiede divertita.
-5- dico dopo un leggero silenzio e dopo averla guardata nei suoi bellissimi occhi blu.
-5. Giusto. Mancano soltanto un po' di cifre qua e la.- dice con una leggera risata.
-Altre otto. C'è lei per le altre otto.- dico guardandola intensamente. Lei mi restituisce lo sguardo ma dopo poco, lo abbassa facendo un leggero sorriso. Non l'ho mai vista sorridere così tanto ma.. l'ho già detto che è meravigliosa? -Usciamo un momento?
-Si, mi serve un po' d'aria.
***************************************
-E' stato curioso.- dice lei quando siamo fuori
-Del tutto innocuo.
-Assolutamente non innocuo, oserei dire.
-Ballavamo soltanto.- cerco di sminuire anche perché non so neanche io cosa pensare di tutta questa situazione.
-Tutta quella gente con cui lavoro.. non lo so perché..- dice lei alzando leggermente la voce ma la fermo.
-Non riesce ad essere obbiettiva. Secondo me, la gente.. era solo un ballo.
-Non è vero. Non era soltanto un ballo. Lei non capisce perché lei è lei e.. tutti sanno chi è esattamente lei e come si comporta con le donne e tutto questo va assolutamente bene. Insomma, con me.. lei è il mio capo.
-Non credo a fatto che ..- ma continua a parlare agitata.- non credo affatto che sia vista in questo modo. Secondo me, sta esagerando.
-.. siamo qui e io poi.. ho messo questo vestito ridicolo e abbiamo ballato in quel modo e.. -Inizia ad avvicinarsi a me e io la guardo mentre chiude gli occhi e lei è così dolce e così bella che mi sembra troppo delicata che.. ma non so neanche io che cosa sto pensando perché il suo profumo mi circonda e .. tutto viene spazzato via da lei che apre gli occhi e .. -Vorrei bere, per favore.
-Si, subito. - dico allontanandomi da lei.
-Vorrei un vodka martini, per favore. Molto secco con olive, con molte olive. Facciamo con almeno tre olive.- mi chiede lei e io corro, quasi, al bar per ordinare i drink.
-Due vodka martini molto secchi, molte olive, molto in fretta. Uno con succo d'oliva.- dico lasciando le banconote dentro un bicchiere. Mi giro per caso alla mia destra e vedo avvicinarsi la giornalista di qualche tempo fa che mi sono portato a letto ma sinceramente la sua vista adesso mi da molto fastidio quindi faccio finta di non averla vista.
-Oh oh, Tony Stark.
-Oh salve.
-Che sorpresa vederti qui.- dice mentre io la guardo in faccia per cercare di ricordare il suo nome che, ovviamente, è così importante che non lo ricordo. -Christine.- dice lei capendo il mio dubbio.
-Giusto.
-Hai avuto una bella faccia tosta a venire qui.- dice e faccio una leggera smorfia.- Posso almeno sapere cosa provi?
-Panico. Direi che quello che provo è panico.
-Mi riferivo al coinvolgimento della tua società in quest'ultimo orrore.
-Mi dispiace, hanno messo il mio nome su quel video senza chiedermelo.
-E io c'ero quasi cascata. Me l'ero quasi bevuta.
-Sono stato fuori per un paio di mesi, forse non l'hai saputo.
-Questa è l'assunzione di responsabilità?- chiede porgendomi delle foto.- E' un paese chiamato Gulmira. Mai sentito?- chiede e al nome di quel paese la guardo in un modo che.. inizio a provare odio e sconcerto. Guardo le foto e noto tutte le armi create dalla mia società. Cazzo, che significa? Avevamo fermato la vendita di armi in tutto il mondo. Che sta succedendo?
-Di quando sono?
-Di ieri.
-Non ho approvato spedizioni.
-Beh, la tua società, si.
-Io non sono la mia società.- dico e corro fuori. La cosa mi lascia talmente sconcertato che mi dimentico anche della signorina Potts che mi sta aspettando. Cerco Obadaiah in tutto il complesso e lo trovo fuori insieme ai fotografi. Cerco di parlare con lui e gli dico che sono profondamente ferito dal doppio gioco che si fa dentro la MIA società. E cosa vengo a scoprire? Che l'ingiunzione è stata sollecitata da lui e che a modo suo l'ha fatto per il mio bene. Eh no testa di cazzo, io ti rovino.