Anime & Manga > Lupin III
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Autore: tbhhczerwony    06/09/2021    1 recensioni
[jiglup, un po' one-sided | accenni alla ot3 | leggermente introspettivo]
dal testo:
Quante volte i tre si sarebbero voluti dire ciò che pensavano al momento giusto, ma quel momento non arrivava mai. Perché avevano paura, anche di quello stesso momento.
«Ne avevamo bisogno» rispose Jigen, «Ma sembriamo dei ragazzini che vogliono dirsi i loro segreti»
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Goemon Ishikawa XIII, Jigen Daisuke, Lupin III
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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sapevo che non avrei potuto resistere. credo che questa sia la prima fanfic effettiva che posto in questo fandom (sennò avrei continuato a scrivere senza postare) e sì... sono quasi le sei del mattino e sto postando. non che abbia nulla di meglio da fare alle quattro, le persone normali dormono e io (e qualche autore sicuramente mi capirà) scrivo. questa one-shot si basa sul fatto che... ho molti headcanon, sono affezionato a questo anime e in particolare a jigen sin da quando ero un bimbo e avevo bisogno di lasciare che le parole uscissero da sole avendo l'ispirazione giusta. non è un granché ma io spero vi possa piacere comunque!
huge edit (04/11/2021): ho scritto questa oneshottina prima che uscisse l'episodio 0 della parte 6 (che ho amato, devo ancora vedermi gli altri episodi, ma già sto adorando questa parte) e mi sono reso conto che è completamente diverso, ma sono contento comunque, perché l'episodio 0 ha dato il giusto angst che cercavo (ho pianto tanto però, sigh)
 




Forse è meglio così


 

Solamente diverso tempo dopo la discussione avuta riguardo ritiro, Jigen si rese conto del peso di quelle parole dette a Lupin. Era difficile che quest’ultimo, dopo tanti anni di lavoro, si ritirasse con leggerezza; ma allo stesso tempo il pistolero pensava che erano arrivati tutti e tre ad un punto in cui non c’era altro da fare. Zenigata aveva i suoi superiori alle calcagna perché non riusciva a catturare i tre ladri dopo molti anni, nonostante li conoscesse a fondo, fino ad arrivare al punto in cui gli agenti lo accusavano di collaborare con loro.

Era ormai un caso perso, sia per l’agente che per la banda di ladri. Nonostante Lupin avesse negato l’idea del ritiro, ci stava comunque pensando—come d’altra parte Zenigata stava pensando di chiudere il caso e lasciar perdere tutto, per tornare alla sua ordinaria amministrazione da ispettore. In quel caso cosa sarebbe successo? Che l’arresto di Lupin sarebbe stato negato?

Forse no, forse sì. Non lo sapevano nemmeno loro.

«Sei silenzioso da stamattina, non è da te»

Lupin alzò lo sguardo verso Jigen, che gli stava porgendo una tazza di tè fumante appena preparata da Goemon. 

«Lo so, scusatemi» disse semplicemente, prendendo la tazza tra le sue mani, ringraziando l’amico successivamente, «Jigen, come ti era venuta in mente quella proposta?»

«Di quale proposta stai parlando?» Jigen alzò le sopracciglia da sotto il cappello, «Oh, no. Non starai di nuovo pensando alla discussione di qualche giorno fa?» gli chiese, «È per questo che ultimamente non facciamo che battere la fiacca? Ci stai pensando sul serio?»

Lupin non rispose.

«Sai benissimo perché te l’ho detto, ma tu mi hai detto che per te era fuori discussione» continuò, «Infatti pensavo che tutto questo non cambiasse niente»

«Però ho pensato che… beh, probabilmente hai ragione tu» il ladro si voltò verso di lui, «Voglio dire, ormai siamo stati ovunque, abbiamo rubato, guadagnato, ma anche perso. Ha senso continuare se abbiamo già fatto tutto?»

Goemon alternò lo sguardo tra i due, sorseggiando il tè.

«Non me lo sarei mai aspettato detto da te» disse il samurai, «Se c’è una cosa che abbiamo in comune noi tre è che non ci confessiamo spesso i nostri pensieri reconditi. Adesso sembra tutto diverso»

Quante volte i tre si sarebbero voluti dire ciò che pensavano al momento giusto, ma quel momento non arrivava mai. Perché avevano paura, anche di quello stesso momento.

«Ne avevamo bisogno» rispose Jigen, «Ma sembriamo dei ragazzini che vogliono dirsi i loro segreti»

Lupin ridacchiò, «Perché, non siamo già stati ragazzini? Abbiamo iniziato tutto quando avevamo vent’anni. E Jigen ne aveva già ventotto…»

Con quella battuta, Lupin si guadagnò solamente una severa pacca sulla spalla. Goemon accennò una risatina.

«Bada a come parli! Mi dai del vecchio?»

«Ma no, figurati!»

 

***

 

Calata la notte, Jigen andò in cucina per aprire la finestra e prepararsi a fumare un’altra delle sue sigarette. Ripensò a quel pomeriggio, e alla discussione avuta sui loro pensieri. Goemon aveva ragione, i tre non parlavano spesso di queste cose, forse perché avevano paura. E la paura, dopo tanti anni di amicizia e lavoro, era comprensibile: ormai si consideravano una piccola famiglia, includendo persino Fujiko che molte volte andava per strade diverse.

Nonostante avessero avuto un’occasione per parlarne, Jigen non volle comunque dire come si sentiva. Non volle dire quanto in realtà amasse Lupin sin dai primi anni di collaborazione. Non volle dire che gli dava veramente fastidio quando si faceva ingannare dalle donne solo perché tali—e Jigen stesso veniva spesso accusato di odiarle, quando non era così.

«Sei ancora sveglio, eh?» riconobbe la voce di Lupin, ma non si voltò. Non subito, almeno.

«Non ho molto sonno, so che è molto tardi»

«Beh, alla fine noi siamo sempre stati notturni» 

Lupin si avvicinò alla finestra, prendendo una sigaretta dal pacchetto. La strinse tra le labbra per farla accendere da Jigen con il suo accendino, dopo di che inspirò per espirare subito dopo.

«Allora, cosa c’è?» gli chiese.

Jigen alzò un sopracciglio da sotto il cappello, «Niente, perché?»

«Non lo so, mi sembri pensieroso. È per questo pomeriggio?»

Jigen non rispose, sospirò per far uscire il fumo dalla bocca e voltò lo sguardo fuori dalla finestra.

«Un po’, ma è anche perché vorrei prendere sonno il prima possibile»

Lupin annuì, «Mhmh, sai perché a volte non si riesce a dormire? Si dice che questo avvenga perché qualcuno ti sta pensando»

«Che cazzata»

«E dai! Certo che non hai nemmeno un po’ di romanticismo»

Jigen fece per trattenere una risata, «Tu infatti sei molto romantico»

«Certo che sì!» Lupin soffiò del fumo, fingendo un broncio con le sopracciglia corrucciate, «A me capita spesso»

«Ah, davvero?» il pistolero si morse il labbro inferiore per evitare di aggiungere “per colpa mia, quindi”.

«Non lo dico spesso ma è bello essere pensati, a volte»

Jigen fece sbattere le palpebre un po’ di volte, mentre schiacciava la sigaretta ormai finita sul posacenere. Forse non avrebbe dovuto dirglielo, o magari avrebbe potuto provarci. O forse Lupin stava semplicemente cercando di estrapolare qualche pensiero da lui.

«Già» disse semplicemente.

Jigen pensava che se fosse davvero sbocciato qualcosa tra loro, questo avrebbe corrotto le loro missioni—e il fatto che i tre erano molto legati corrompeva già la regolarità delle loro missioni. I due rimasero in silenzio, Lupin posò lo sguardo su Jigen, che fece lo stesso.

Forse è meglio così.
   
 
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