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Autore: bathtubreadings    07/09/2021    5 recensioni
[3608 parole]
[Chenle/Jisung]
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Renjun avrebbe sicuramente raccontato di quel giorno. Doveva. Era, tipo, obbligato da forze superiori. Anche se non era lui il protagonista della vicenda.
Per raccontare, però, come si è arrivati esattamente a quel momento, bisognava tornare indietro di qualche giorno. Una settimana, per l’esattezza.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Chenle, Jisung, Mark, Renjun
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Vi sono mancato?
È un sacco che non pubblico niente, questi mesi sono stati pieni e non ho avuto modo di scrivere niente (o niente che mi piacesse abbastanza, comunque). Questa è la prima one shot che riesco a concludere dopo un periodo di stallo, quindi spero vi piaccia!!
Per xlx fan di How I Met Your Mother, l'idea per questa one shot mi è venuta in mente ieri sera a cena mentre guardavo una puntata, infatti il prompt generale è preso da lì, anche se poi me lo sono rigirato a mio piacimento :P
Buona lettura ^^

 







Ci sono poche esperienze, nella vita di una persona, che possono essere definite mitiche. Si possono contare sulle dita di una mano, molto spesso, una Top 5 di aneddoti da raccontare ai tuoi nipoti una volta anziano.

Renjun avrebbe sicuramente raccontato di quel giorno. Doveva. Era, tipo, obbligato da forze superiori. Anche se non era lui il protagonista della vicenda.

Per raccontare, però, come si è arrivati esattamente a quel momento, bisognava tornare indietro di qualche giorno. Una settimana, per l’esattezza.

Chenle e Jisung erano una coppia da che Renjun avesse memoria, il che significava da quando Renjun aveva introdotto Jisung a Chenle, il primo anno di università. Era stato amore a prima vista. O a seconda vista, in realtà: Renjun non ne aveva la più pallida idea ma, apparentemente, Chenle e Jisung si erano conosciuti ai tempi delle medie durante una competizione a cui Renjun, in classe con Chenle e suo migliore amico, per qualche motivo non aveva partecipato; non erano rimasti in contatto per qualche motivo, ma non era importante, vista la semplicità con cui avevano recuperato tutto il tempo perso e anche di più. Jisung si era persino trasferito nell’appartamento di Chenle dopo solo un anno dall’inizio della loro relazione e, dopo altri due anni, andava ancora tutto a gonfie vele!

Era felice per loro, erano una coppia fantastica, affiatata e semplicemente perfetta, in realtà. Renjun a volte era un po’ invidioso del loro rapporto. Solo un po’. Non cercava una relazione in quel periodo storico della sua vita.

Magari fra qualche anno però…

Tornando a Chenle e Jisung.

Tutto era iniziato quando Chenle era tornato a casa dopo le lezioni, trovando Jisung e Renjun sul divano, incollati davanti alla TV con i telecomandi della Wii in mano, impegnati a completare tutti i mondi di New Super Mario Bros. in un pomeriggio solo. Non stava andando esattamente bene, erano bloccati a metà del quarto mondo e Jisung passava tre quarti dei livelli all’interno della bolla perché non sapeva giocare, lasciando fare il duro lavoro a Renjun. Si stavano divertendo, almeno.

«Non indovinerete mai cos’è successo oggi!» esclamò Chenle, eccitato. Non ricevette risposte di senso compiuto, solo un vago “mh” da Renjun e un “a-ha” dal suo ragazzo, troppo concentrati a non perdere per l’ennesima volta quel livello. Da quant’è che ci stavano provando, ormai? Mezz’ora?

Chenle sbuffò rumorosamente, Renjun vide dei movimenti alla sua sinistra con la coda dell’occhio, ma non si rese conto di quello che stava effettivamente succedendo finché qualcosa non bloccò loro la visuale. Chenle bloccò loro la visuale, parandosi davanti al televisore e impedendogli di vedere dove Mario e Luigi stavano nuotando. Una serie di insulti esclamazioni – che Renjun preferiva non ripetere – vennero rivolti a Chenle, il quale non fece mezza piega, se ne stava semplicemente lì con le mani sui fianchi in attesa che Renjun e Jisung la finissero. Dalla tele risuonò il motivetto del game over, Mario e Luigi erano stati mangiati da uno dei pesci.

«Prestate attenzione a me!» urlò, e gli schiamazzi cessarono. «Oh, bene. Dunque,» mentre Renjun si accasciava di nuovo contro lo schienale del divano – non si era reso conto di essersi sporto in avanti durante il chiasso – Chenle riguadagnò il suo sorriso eccitato. «Avete presente Mark?»

Mark era un nuovo amico di Chenle. Si erano conosciuti quell’anno durante una delle lezioni che avevano in comune, anche se non si erano mai visti fino a qualche settimana prima visto che quel corso aveva più di centocinquanta studenti. Poi è capitato che si trovassero seduti vicini per qualche lezione, avevano pranzato insieme un paio di volte, da cosa nasce cosa ed erano diventati amici.

Era anche da qualche settimana che Chenle tornava a casa e raccontava a Jisung – e di conseguenza a Renjun, visto che era sempre a casa loro – quello che aveva fatto Mark quel giorno. Erano aneddoti vagamente imbarazzanti e divertenti, Mark sembrava essere una persona alquanto impacciata; spesso erano storie di come era inciampato, caduto, come si era sbrodolato con la cioccolata calda sulla maglietta bianca alle macchinette mentre parlava con uno dei loro professori; altre volte erano cose assurde, come quella volta che Chenle aveva raccontato di aver trovato Mark a fare stretching sul prato in campus, mentre ripassava qualcosa dai suoi appunti, i fogli sparsi tutt’attorno a lui, incurante delle occhiate stranite delle persone che gli passavano accanto che stava ricevendo.

Jisung non aveva mai incontrato Mark, Renjun sì e cavoli se era carino! Era stato un incontro breve, Chenle e Mark stavano correndo a lezione, in ritardo, e si erano incrociati per caso con Renjun che intanto si stava avviando verso la metropolitana. Renjun avrebbe voluto chiedere a Chenle di invitare Mark a cenare con loro qualche volta, a Renjun sarebbe piaciuto conoscerlo più a fondo.

Doppio senso incluso, sì.

Questo non c’entra con i fini della trama, però.

«Abbiamo presente, sì» rispose Renjun mentre Jisung si alzava dal divano e, dopo aver dato un bacio a stampo al suo ragazzo, si avviò in cucina per prendere una bottiglia d’acqua piena, tornando in sala un secondo dopo. «Cos’ha fatto oggi?»

«Oggi è passato davanti all’università su un camioncino dei gelati! A quanto pare fa volontariato, io non lo sapevo, e oggi che non aveva lezioni gli hanno lasciato il camioncino! Tutta l’università era in fila, prof compresi! Aah, dovevate esserci, i gelati sono finiti in meno di un’ora!» Chenle disse quasi tutto d’un fiato, lasciando Jisung e Renjun a bocca aperta.

Ma che culo! Ovviamente Mark doveva passare in università con il camioncino dei gelati l’unico giorno in cui loro erano a casa a poltrire… cazzo che sfiga, Renjun avrebbe davvero voluto esserci!

«Dovevi chiamarci, saremmo corsi là!» si lamentò Jisung, sedendosi sul divano e trascinando Chenle giù con lui. Finirono in un ammasso di arti, l’uno sull’altro, gambe e braccia intrecciate in un modo che Renjun non riusciva neanche a comprendere – dovette indietreggiare verso il bracciolo del divano per non essere colpito per sbaglio dalla gamba di uno dei due.

«Avrei voluto, ma nemmeno io ho fatto in tempo a prendere il gelato, sono arrivato troppo tardi anche io…» Chenle sospirò, sistemandosi meglio sul divano «Mark mi ha fatto fare un giro sul camioncino, però, è stato divertente anche se non me lo ha potuto far guidare.»

Il discorso morì dopo poco, parlarono un po’ delle loro giornate, poi Chenle lasciò Jisung e Renjun a giocare mentre andava a farsi una doccia.

Renjun incontrò Mark in modo serio qualche sera dopo.

Jisung non c’era, era a casa di Taehyun a lavorare con lui, Kai e Jay a una presentazione per un parziale, quindi Renjun e Chenle erano usciti con Donghyuck, Jeno e Jaemin. Renjun non sapeva ci sarebbe stato anche Mark.

Quella sera Renjun scoprì tre cose:

          1. Mark e Donghyuck erano in classe con Jaemin;

          2. Jeno, che erano un paio di mesi che stuzzicava l’interesse di Renjun, si era messo insieme a Jaemin (mannaggia, Renjun se lo sarebbe voluto fare);

          3. Mark sembrava avere una cotta per Chenle.

Renjun non era al cento per cento sicuro di quella sua terza affermazione, non conosceva Mark, magari era così espansivo con tutti. Sarebbe potuto essere espansivo con Renjun, ad esempio. Renjun era libero. Chenle no. Chissà se Mark lo sapeva. Era impossibile che non lo sapesse, Chenle nominava Jisung una volta ogni tre frasi e non si sarebbe mai sognato di tradirlo.

Renjun l’avrebbe preso a sprangate, se quello fosse stato il caso. Fortunatamente per Chenle non lo era.

Quindi sì, sembrava che Mark avesse una piccola cotta per Chenle da come lo guardava e da come gli prestava attenzione ogni volta che apriva bocca per parlare, e Chenle non se n’era accorto per niente, zero totale.

Però Mark guardava con occhioni giganti anche Jeno e Jaemin, quindi Renjun non sapeva esattamente cosa dovesse pensare. Avrebbe voluto che Mark guardasse lui con quegli occhini ma, ancora una volta, quello che vorrebbe Renjun non è rilevante ai fini della storia.

Magari era solo l’alcol…

Passarono una bella serata, tutto sommato: Mark era esilarante, Jeno e Jaemin facevano competizione a Chenle e Jisung in quanto a compatibilità, e Renjun si era divertito.

Renjun decise di affrontare la questione mentre riaccompagnava a casa Chenle.

«Maaaa…» era più facile a dirsi che a farsi.

«Cosa?» chiese Chenle, scrivendo qualcosa al telefono. Probabilmente stava parlando con Jisung «Ehi, possiamo passare a prendere Jisungie? Dice che per oggi hanno dato…»

Appunto, lol.

«Certo, metti il navigatore… no, dicevo,» Renjun prese un respiro profondo. Forza!!! «Mark ha una cotta per te?»

«Eh?» Chenle si voltò di scatto verso Renjun «Cazzo dici?»

A Renjun scappò una risata «Boh cioè, io non lo conosco, però da come si comporta con te sembra che tu gli piaccia…» Renjun lanciò un occhio al navigatore sul telefono di Chenle, non erano molto lontani da casa di Taehyun.

«Ma va, impossibile!» lo schernì Chenle, sbuffando una risata incredula «Io e Mark siamo solo amici.»

«Oh, non mi permetterei mai di accusarti di provare qualcosa per lui, non preoccuparti. Sei così innamorato di Jisung che non ti accorgi nemmeno di come la gente ti guarda,» rise Renjun, girando a destra come indicava il navigatore «Mark, però, sembra comunque avere una cotta per te.»

«Beh, può farsela passare, allora…» mormorò Chenle, guardando fuori dal finestrino, imbronciato.

«Gliela faccio passare io…» mormorò Renjun più a se stesso che a Chenle, ma l’altro sembrava averlo comunque sentito.

«Cosa?» chiese confuso Chenle. Ok, forse non l’aveva sentito.

«No, niente, niente…» gli rispose Renjun. Non era importante che Chenle sapesse. Glielo avrebbe detto in un secondo momento, magari.

O magari quando e se sarebbe successo qualcosa con Mark.

Inutile scuotere le acque per niente.

Renjun girò a sinistra, parcheggiandosi sotto il palazzo che indicava il navigatore. Jisung entrò in macchina qualche momento dopo, salutando i suoi amici con la mano. Salì nei sedili posteriori, mettendosi in mezzo e sporgendosi in avanti per baciare Chenle.

«Ehi!» Renjun richiamò l’attenzione quando vide che non si staccavano più «Niente pomiciate nella mia macchina!»

I due terminarono il bacio con una mezza risata, poi si scusarono con Renjun.

Chenle aveva un sorriso stupido stampato in faccia quando tornò a sedersi dritto sul suo sedile. Renjun vide dallo specchietto retrovisore che Jisung ne aveva uno uguale mentre si allacciava la cintura.

«Vedi, è quello che ti dicevo,» rise Renjun, mettendo in moto l’auto «sei così perso per Jisung che non ti accorgeresti di qualcuno con una cotta per te, neanche se se lo scrivessero in fronte!»

Chenle passò dall’avere un sorriso felicemente stupido ad un’espressione infastidita «Oh, dai, finiscila…»

«Chi ha una cotta per chi?» Jisung, incuriosito, si era sporto di nuovo in avanti quel poco che poteva, con la cintura che lo fermava.

«Mark ha una cotta per Chenle.» gli rispose Renjun, le proteste di Chenle un rumore di sottofondo.

«Non ha una cotta per me, è solo quello che pensa Renjun!» Chenle si era girato di lato sul sedile, la cintura tirata attorno al suo corpo, per guardare Jisung e probabilmente comunicare con lui con solo con gli occhi come facevano di solito.

Probabilmente era una cosa che facevano le coppie, dopo che ti mettevi con una persona sbloccavi la capacità di comunicare solo attraverso lo sguardo, senza dover aprire bocca. A Renjun non era mai capitato. Non che Renjun avesse mai avuto una relazione seria.

Va beh.

«Meno male che la cosa non ci tocca, allora» Jisung sorrise a Chenle, poi gli pizzicò una guancia, troppo lontani per potersi baciare – fortunatamente! Renjun non voleva vederli limonare di nuovo, era già successo troppe volte!

«Dio, come siete stucchevoli!» esclamò Renjun quasi incredulo, ridendo. Quasi, perché ormai sapeva che quei due non si sarebbero lasciati neanche sotto tortura.

Buon per loro, buon per loro.

«Non sei geloso?» gli chiese Chenle, meraviglia scritta su tutto il suo volto.

«Perché dovrei? Non ho nulla da temere.» rispose Jisung, e Renjun sapeva che Chenle lo stava guardando come se Jisung avesse preso una scala per raggiungere la Luna e regalargliela.

Vomitevole.

Anche Renjun voleva una relazione come la loro.

Renjun li lasciò davanti al loro complesso e aspettò che fossero oltre al cancello prima di ripartire.

Il giorno dopo Chenle tornò a casa dalle lezioni prima del previsto: il giovedì in genere rimaneva in campus fino a tardi, Renjun e Jisung lo avrebbero aspettato la sera dopo la fine delle lezioni per tornare a casa insieme; invece eccolo lì a mezzogiorno, arrivato poco dopo Renjun che aveva portato a Jisung il pranzo appena preso dal Burger King all’angolo. Se Renjun l’avesse saputo, avrebbe preso qualcosa anche per lui.

«Come mai già a casa?» domandò Jisung, salutandolo con un bacio a stampo, come sempre. Si rese conto che qualcosa non andava quando Chenle a stento ricambiò il bacio. Anche Renjun l’aveva notato, dal tavolo della cucina «Tutto bene?»

«Mh? Ah, ci hanno cancellato la lezione del pomeriggio…» rispose Chenle, appoggiando la sua borsa sul divano e togliendosi le scarpe. Poi guardò Renjun negli occhi. «Penso tu abbia ragione.»

«Io ho sempre ragione,» gli disse Renjun, prendendo un morso dal suo panino mentre lo raggiungevano in cucina «fhu cosa, ‘fta volta?» parlò con la bocca piena, ma fu abbastanza comprensibile.

«Su Mark che ha una cotta per me…» disse Chenle «Mi ha baciato…». Le sue sopracciglia erano aggrottate, come se stesse cercando di capire qualcosa.

«Ti ha baciato?» Renjun aveva urlato forse un po’ troppo forte, ma non gli interessava. Non l’avrebbe mai immaginato!

Il suo shock però venne messo da parte quando Jisung si mise a ridere, tirando fuori il panino dal suo involucro.

«Perché ridi? Non mi credi?» Chenle sembrava ancora più confuso. Questo giro anche Renjun lo era.

«Ceeeertoo,» il tono di Jisung era così pieno di ironia che anche a Renjun scappò quasi da ridere «guarda caso Mark ti bacia il giorno dopo che hai scoperto che ha una cotta per te, come no…»

«È vero! Perché non ci credi?» ora Chenle sembrava anche un po’ triste. Per quel che valeva, Renjun ci credeva, visto il modo in cui Mark si era comportato la sera prima. Certo, mai avrebbe pensato che di fatto Mark ci avrebbe provato così spudoratamente!

«Ok, metti che io ti creda–»

«È la verità!»

«Mettiamo che io ti creda, cosa dovrei fare? Andare a picchiare Mark?» chiese Jisung e, sebbene non fosse esattamente qualcosa su cui scherzare, il suo sorriso era sempre più divertito. «Non sono geloso, e so che non mi tradiresti mai, non c’è bisogno che inventi storie. Ora, hai già mangiato?»

Anche quella conversazione morì in fretta, con Jisung che continuava a non credere a Chenle, nonostante continuasse ad affermare di star dicendo la verità, e Chenle che mangiava le patatine che Renjun aveva comprato per Jisung.

Chenle e Renjun erano andati a fare colazione al bar dell’università venerdì mattina mentre Jisung era a lezione quando, come apparso dal nulla, Mark prese una sedia dal tavolo là accanto e si sedette con loro.

«Chenle, mi dispiace!» disse in fretta, senza salutarli, senza chiedere se poteva unirsi a loro, e senza nemmeno guardare Renjun in faccia, in realtà. Renjun era vagamente offeso dalla cosa, ma riconosceva che c’erano delle priorità, in quel momento . «Non so perché l’ho fatto, non so perché ti ho baciato, non capivo niente ieri mattina, ero ancora mezzo ubriaco–»

«Addirittura?» a Renjun scappò la domanda e due paia di occhi si posarono su di lui «Non abbiamo bevuto così tanto mercoledì, come facevi a essere ubriaco?»

Mark arrossì e sì, era davvero carino, a Renjun era piaciuto farlo arrossire. Chissà se ce l’avrebbe fatta, se avesse flirtato con lui? Avrebbe dovuto provare…

Non distraiamoci, per favore.

«Voi no, però poi io e Hyuck siamo andati a casa e il nostro coinquilino, Johnny, stava bevendo con dei suoi amici e ci hanno invitato a rimanere in sala con loro. Non so quanto abbiamo bevuto, siamo stati su fino alle sei del mattino e io non ho dormito, ho solo bevuto una Monster mentre andavo in uni.» Renjun e Chenle non avevano motivo di non credergli, Mark sembrava genuinamente dispiaciuto di quello che aveva fatto «Quindi sono venuto a scusarmi con te, non avrei dovuto baciarti, non sarei proprio dovuto venire in università ieri, ti prego perdonami?»

Chenle boccheggiò un paio di volte, probabilmente a corto di qualcosa da dire. Come biasimarlo, onestamente, anche Renjun, fosse stato nei suoi panni, non avrebbe saputo come comportarsi.

«Ehm,» Chenle guardò verso Renjun, sguardo di chi cercava aiuto su cosa dire. Renjun scosse minutamente la testa, Chenle sospirò «l’ho detto a Jisung.» optò alla fine, probabilmente a corto di qualsiasi altra cosa.

«Oddio, Jisung! Devo assolutamente scusarmi con lui! Deve sapere che non era mia intenzione!» esclamò Mark, sul suo volto l’espressione più mortificata che Renjun avesse mai visto in vita sua. Se stava fingendo, era davvero un bravo attore, ma qualcosa diceva a Renjun che Mark era al cento per cento sincero e al cento per cento serio nel voler parlare a Jisung e scusarsi con lui per quello che aveva fatto.

Buon per lui che voleva a tutti i costi rimediare ai suoi sbagli, onorevole da parte sua.

Anche quell’esclamazione di Mark dovette lasciare Chenle senza parole, visto che stava di nuovo boccheggiando. Solo per poco, però, perché il suo volto si aprì in un sorriso.

Un sorriso che Renjun conosceva molto bene. Un sorriso che significava “ora dimostro di aver ragione”.

«Certo, certo, ovviamente, devi scusarti con Jisung, assolutamente, sono d’accordo con te!»

Ed è così che, venerdì sera, Renjun, Mark, Chenle e Jisung, si ritrovarono in quella situazione mitica di cui Renjun parlava prima. Per qualche motivo, anche Donghyuck, Jeno e Jaemin erano presenti. Renjun non sapeva chi li avesse invitati.

Forse era mitica solo per Renjun, visto che non era coinvolto.

Si erano incontrati tutti dopo la fine delle lezioni nel parcheggio del McDonald’s vicino al campus, Chenle era appoggiato al cofano della macchina di Renjun, Jisung era alla sua destra, Mark alla sua sinistra, e Renjun stesso stava assistendo alla scena da poco dietro Jisung.

Era una scena davvero mitica.

Chenle aveva un sorrisetto strafottente in volto, conseguenza del sorriso da “ora dimostro di aver ragione”; questo era il suo sorriso da “visto, che ti dicevo?”

Mark stava spiegando a Jisung tutto quello che era successo nei minimi particolari, scusandosi a frasi alterne, cercando di far capire a Jisung quanto davvero fosse dispiaciuto.

E Jisung.

Jisung aveva un sorriso dolce in volto, fin troppo dolce, mentre si toglieva la felpa e la passava distrattamente a Renjun, prendeva il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni e passava anche quello a Renjun, così come anche tutti gli anelli che si era messo quel giorno.

Renjun era l’unico ad essersi accorto di quello che stava succedendo, apparentemente, Chenle era troppo impegnato a gongolare di aver ragione, e Mark si stava ancora scusando.

Discretamente, aprì la fotocamera dal telefono di Jisung e iniziò a fare un video. Non voleva perdersi per niente al mondo quel momento e voleva un video da poter riguardare in futuro e da mandare ai loro amici.

Il pugno arrivò dal nulla.

Insieme ad esso, il sorriso di Jisung sparì completamente, rimpiazzato da un cipiglio arrabbiato.

Jisung caricò il colpo quasi alla velocità della luce mentre Mark ripeteva per l’ennesima volta quanto gli dispiacesse, colpendolo dritto in faccia. Il rumore della collisione pelle-su-pelle risuonò nel parcheggio mezzo vuoto.

Renjun stava osservando a bocca aperta il suo migliore amico perdere la calma che lo caratterizzava, colpire Mark una seconda volta sullo zigomo buono, mentre Chenle e gli altri realizzavano un secondo in ritardo quello che stava succedendo davanti ai loro occhi.

«Non toccare più il mio ragazzo, hai capito!» benché sembrasse una domanda, Jisung la urlò così arrabbiato che sembrava più una minaccia. Probabilmente l’intento era proprio quello.

Chenle fu il primo a destarsi dallo stupore: fermò Jisung da dietro, bloccandogli le braccia e allontanandolo da Mark, che nel mentre era stato soccorso da Jeno e Donghyuck. Jaemin stava facendo un video mentre rideva, come Renjun.

Gli avrebbe chiesto di mandarglielo, giusto per guardare quella mitica scena anche da un’altra angolatura.

Mark si stava tenendo la faccia con entrambe le mani, mormorando che stava bene anche se Renjun vide un rivolo di sangue colargli lungo il mento. Jisung l’aveva colpito così forte??

Renjun smise di riprenderli e si infilò il telefono di Jisung in tasca, girandosi poi per cercare i suoi migliori amici, ma li trovò a pomiciare contro la sua auto, con Chenle spinto contro la portiera che sussurrava quanto aveva trovato attraente e eccitante Jisung tra un bacio e l’altro, e Jisung appiccicato a lui, che di rimando mormorava qualcosa sul fatto che solo lui poteva baciarlo.

Ew.

Però aveva ragione.

E, di fatto, Renjun l’avrebbe ripetuto fino alla morte, era stata una scena mitica.

Renjun tornò a guardare gli altri, Mark si stava tamponando la faccia con il lembo della sua maglia – fortunatamente si era solo tagliato il labbro con i denti, e non si era rotto il naso come invece Renjun temeva – e Jeno era corso alla loro macchina per cercare un fazzoletto o una salvietta.

Renjun decise che quello era il suo momento.

O la va, o la spacca, forza Renjun!!!

«Ehi,» disse, e Mark alzò la testa di scatto per guardarlo. Renjun notò che aveva gli occhi lucidi «se ti va posso accompagnarti in bagno, magari un po’ d’acqua può aiutare…»

Mark soppesò il suo sguardo per un attimo, poi fece scorrere gli occhi lungo il corpo di Renjun, prima di tornare a incrociare i loro sguardi e annuire.

Renjun gli sorrise.

Bingo.




 


 

Hello!
Spero che questa breve storia vi sia piaciuta, anche se l'ho riletta troppo velocemente e sicuramente ci sono errori che mi sono perso qua e là.
Che dite, Renjun e Mark si metteranno insieme, secondo voi?
Fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate!

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