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Autore: Francyzago77    09/09/2021    6 recensioni
Questa storia nasce come seguito de "La figlia di Georgie". Sono passati diversi anni, quelli che erano bambini sono ormai cresciuti e coltivano sogni, desideri, amori e sentimenti che s'intrecceranno con le vite dei loro genitori.
Dopo più di un anno che era nel cassetto ho deciso di pubblicare questo racconto...consiglio di leggere "Georgie il sequel" e "La figlia di Georgie" dato che questa ne è la prosecuzione.
La maggior parte dei personaggi presenti non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Izawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando aprì la porta di casa trovò sua madre seduta ad attenderla in cucina e suo padre che girava nervosamente per la stanza.
Anche Arthur e Maria erano rimasti ad aspettarla.
Abel la rimproverò subito a gran voce:
-Dove sei stata tutto questo tempo? Stavo per venire dai Banty, eravamo in pena per te.
-Scusate – rispose con voce tremula Sophie – ho tardato per il lavoro e ora vengo da casa di Peter.
-Sei stata da lui! – disse Georgie turbata scambiandosi uno sguardo con Maria.
-Vado in camera, non ho fame – disse Sophie guardando la tavola imbandita e scappò su per le scale.
-Devi parlarle Georgie – la esortò Maria – hai visto com’è tesa! Sicuramente è successo qualcosa con Peter.
-Lasciamola un po’ per conto suo – consigliò Arthur – Georgie avrà tutta la serata per stare con lei.
-È da troppo che sta sulle sue – disse Abel per contraddire il fratello – ci nasconde sicuramente qualcosa. 
E si mise seduto prendendo il suo pasto ormai freddo.
-Noi andiamo – disse Arthur facendo cenno a sua moglie – Sophie è tornata sana e salva a casa, questo è l’importante.
Maria si alzò e andò ad abbracciare forte Georgie sussurrandole:
-Ci vediamo domani mattina, qualunque cosa sia accaduta con Peter sono certa che a Sophie faccia bene parlare con te!
-Lo spero! – esclamò Georgie sentendo dentro di sé ancora tanta ansia.
Salutarono Abel che stava mangiando malvolentieri una zuppa fredda, fece loro un cenno e nulla più.
Stavano per uscire quando sentirono bussare forte alla porta di casa.
-Aprite subito! – gridò una voce concitata e alterata dall’altra parte.
Arthur, che si trovava lì accanto, aprì la porta e, come una furia, entrò il padre di Peter seguito dalla moglie che cercava di calmarlo.
-Dov’ è? – urlò con gli occhi rossi dalla rabbia – Dov’è quella finta santarellina che ha distrutto la vita del mio Peter! Dov’è?
-Calmati – ripeteva la moglie – andiamo via!
Abel, alzandosi da tavola, disse con sospetto:
-Che è successo? Che cosa ha fatto Sophie?
-Ha lasciato il mio Peter, stasera, così su due piedi – iniziò a raccontare l’uomo con ira – li sentivo discutere fuori al cortile, non davo loro peso, ma poi il mio ragazzo è entrato disperato in casa, piangendo. È corso nella sua stanza mentre lei andava via. Ha fatto bene a scappare ma ora l’ho raggiunta, non ci si comporta così!
E mentre parlava, agitato, gesticolava e si guardava intorno.
-L’ha piantato per un altro – continuò – per uno ricco, colto, come se il mio Peter fosse una nullità. Dio solo sa quello che ho fatto per comprare quel terreno e ora mi ridarai tutti i soldi che avevo investito sulla casa, fino all’ultimo centesimo. 
Parlando guardava Abel, il quale, sempre più perplesso, cercava di capire qualcosa da quel racconto.
-Rivoglio tutti i soldi! – continuò l’uomo ora più calmo ma amareggiato.
-Sì – balbettò Abel – sono costernato, ti ridarò tutta la somma.
-Al più presto! – tuonò il padre di Peter.
-Basta – lo supplicava la moglie - andiamo via!
Poi la donna si rivolse a Georgie:
-Sophie ha detto a Peter di essere innamorata di un altro, è stato un colpo al cuore per lui.
- Mio figlio è distrutto – continuò il marito ora in lacrime – non meritava un trattamento simile, lui era sinceramente innamorato di Sophie mentre lei preferiva divertirsi con un altro.
Georgie non riuscì a proferire parola, talmente era rimasta stupita e allibita per quelle rivelazioni.
Il padre di Peter, ancora scosso ma forse più sollevato per lo sfogo, ripetè:
-Mio figlio è distrutto, ha visto crollare i suoi sogni in un attimo. È distrutto!
Era un omone alto e robusto ma non si vergognò di aver pianto davanti a tutti.
Voleva bene a suo figlio e continuava a ripetere che Peter non si meritava di soffrire così.
La moglie riuscì a condurlo verso l’uscita e i due se ne andarono nel silenzio più assoluto.
-C’è un altro di mezzo – disse Abel furioso che poi voltatosi verso Georgie domandò:
-Ne sapevi nulla?
-No, no – singhiozzò lei – non ne sapevo niente!
-Che razza di madre sei! – l’apostrofò con ira suo marito – Possibile che non sai niente di tua figlia!
Georgie tentò di replicare ma Abel si era già diretto sulla prima rampa di scale.
Sophie! – gridò – Vieni giù immediatamente. 
Georgie piangeva mentre Arthur e Maria erano un po’ in disparte.
-Sbrigati! – urlò di nuovo suo padre non vedendola scendere.
Dalle scale allora, lentamente, scese la ragazza intimorita e sconvolta.
-Hai sentito? – esclamò Abel – Era il padre di Peter che, giustamente, è venuto a chiedere spiegazioni. E noi siamo rimasti increduli. Cos’è questa storia, parla!
Georgie si alzò dalla sedia per avvicinarsi alla sua bambina.
-Ho lasciato Peter – sussurrò Sophie guardando di sfuggita Abel e andando accanto a Georgie.
-L’abbiamo capito – ribadì lui – suo padre era furioso e ora dovrò anche restituirgli al più presto l’anticipo della casa.
-Non potevo sposarlo, non ne sono innamorata – disse lei guardando ora Arthur e Maria.
-E l’altro chi è? – domandò subito Abel con irritazione.
-Non lo conoscete – balbettò Sophie – è inglese ma è venuto qua dall’Italia, l’ho incontrato da Olivya Banty.
-Quindi è da pochissimo che lo frequenti? – chiese Abel sconcertato – E tu mandi all’aria un matrimonio per uno che conosci da poco tempo?
Abel – ora fu Arthur a parlare – questo non vuol dire nulla.
-Non intrometterti! – lo zittì immediatamente il fratello. 
-Non ero comunque sicura del matrimonio – cominciò a dire Sophie – anche prima di conoscere Percy.
-Percy? – domandò Abel – Questo è il suo nome?
-Sì – disse lei a voce più alta – si chiama Percy Gray.
Quel cognome risuonò nella stanza rimbombando come un’eco.
-Gray? – ripeté Georgie incredula alzandosi dalla sedia.
-Sì mamma – disse Sophie – i Gray del palazzo del Governatore.
-È il figlio di Lowell, sicuramente – sussurrò Georgie – se viene dall’Italia …
-Lo conosci mamma? – domandò Sophie stupita.
-Il figlio di Lowell e di Elise – s’intromise Maria – mia cugina.
-Tua cugina? – chiese la ragazza sorpresa – Questa è proprio una coincidenza!
-Tu non lo vedrai mai più – tuonò Abel che era rimasto senza parole al solo sentire quel cognome – io non te lo permetterò.
-Ma papà, perché? – lo supplicò lei – Neppure lo conosci!
-Ho conosciuto suo padre e mi è bastato – disse con fermezza Abel e intanto guardava Georgie che non parlava più ma piangeva soltanto – non ti permetterò di frequentarlo Sophie, non ti sfiorerà neanche con un dito.
-Arrivi tardi papà – gli disse la ragazza con aria di sfida – molto tardi. 
-Cosa ti ha fatto? – urlò Abel accecato dalla gelosia.
-Nulla che io non volessi, papà – rispose lei fiera.
Allora Abel non ci vide più e le diede uno schiaffo sul viso, lei sconvolta scappò in camera mentre Arthur e Georgie intervenivano per fermarlo.
-Adesso basta Abel! – urlò suo fratello – Hai esagerato.
-Io ho esagerato? – gridò tra le lacrime – Ma l’hai sentita, non hai capito? Se l’è portata a letto, ma io lo ammazzo con le mie stesse mani.
-Abel ti prego calmati – piangeva Georgie – ti prego, ti supplico.
Sophie! – gridò lui avvicinandosi alle scale – Ascolta bene, domani andrò dal padre di Peter, gli dirò che ti sei sbagliata, che eri confusa e che vuoi tornare con lui. Anzi, anticiperemo le nozze, parlerò col prete e fisseremo una data più vicina.
Dalla camera provenivano i singhiozzi della giovane che piangeva sempre più forte.
-E si fa come dico io! – urlò Abel – Altrimenti ti sbatto in convento.
Ormai stremato, uscì in cortile seguito da Arthur.
Sophie, in camera, piangeva disperata, quello schiaffo faceva male, bruciava perché mai suo padre l’aveva trattata così, la sua principessa.
 
 
 
 
 
 

 
   
 
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