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Autore: eddiefrancesco    10/09/2021    1 recensioni
Quando scopre che la nonna, eccentrica gentildonna con il vezzo del mecenatismo, ha una nuova dama di compagnia, Marcus, conte di Hawkridge, si precipita nel Devon.
Gli basta un'occhiata per capire che la ragazza in questione non è la solita approfittatrice, ma questo non significa che la giovane non abbia qualcosa da nascondere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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«Buonasera, signora Chantry.» «Aaagh!» Amy si girò di scatto e andò a sbattere contro la porta. Sfortunatamente, nella confusione del momento, non aveva avuto modo di chiuderla. La porta cedette sotto l'impatto. Lei si sentì cadere all'indietro ed emise un suono allarmato. Un braccio muscoloso la afferrò per la vita e la attirò in salvo contro un poderoso corpo maschile. Solo che 'in salvo' non fu la prima definizione che le venne in mente. Hawkridge la lasciò prima che lei potesse abbandonarsi completamente contro di lui. Una mano sul cuore, gli occhi chiusi, Amy riuscì a trovare un filo di voce. «Grazie, milord.» Poiché lui non rispondeva, si costrinse ad aprire gli occhi. Sotto lo sguardo di fuoco di lui, si eresse in tutta la sua altezza. «Così, ora ha aggiunto alla lista la voce 'sorprendere alle spalle le signore!'. Hawkridge si ficco' i pugni in tasca. «Lista?» «Non importa» sbotto' lei. Si staccò dal muro e si avviò alle scale. Con un po' di fortuna, la gelatina di cui erano fatte le sue gambe si sarebbe rappresa prima di arrivare ai gradini. Le sarebbe stato più difficile togliersi dalla mente l'intensità dello sguardo di Hawkridge. Per un attimo, la maschera di civiltà era scivolata e le era apparso come il brigante che era. «Mi spiace se l'ho spaventata» disse lui, che non pareva affatto dispiaciuto. «Intendevo chiederle se fosse stata inaspettatamente colpita da qualche malattia, dato che non ha mantenuto il nostro appuntamento al villaggio.» Le lanciò un'occhiata ironica. «Varicella, forse?» Amy non era in vena di sarcasmo. «Appuntamento?» «Si. L'appuntamento che avevamo preso prima che consegnasse i suoi biglietti, signora Chantry.» «Oh, cielo, forse non ho sentito, signore! Se ricordo bene, in quel momento stava passando la carrozza della signora Mayhew. Deve aver coperto le sue parole.» Sentendosi un po' più forte per il fatto che lui non contestava quella debole scusa, Amy riuscì a fargli un sorrisino cortese. «Spero che non abbia aspettato a lungo.» «Per niente» sussurro'. «Sono stato dietro di lei per tutto il tragitto fino a Hawkridge.» Lei degluti', sentendosi formicolare la schiena come se la stesse ancora pedinando. «Davvero? Mi sorprende che non mi abbia raggiunto per continuare l'interrogatorio.» Le sorrise ancor più cortese. «Per la verità, era mia intenzione farlo, ma mi son lasciato distrarre dalla vista.» Lei inciampo' su un gradino. «La vista?» Hawkridge la sostenne. «Si, era un incanto.» Amy inarco' le sopracciglia. «Avrei detto che fosse abituato al panorama, milord. È vissuto qui fin da bambino.» «C'è sempre qualcosa di nuovo da vedere, non trova? Ma non si preoccupi. Se è decisa a restare qui, signora Chantry, non mancheranno le opportunità di passeggiate conviviali fino al villaggio.» «Passeggiate conviviali...» Amy strinse i denti. «Molto bene, signore. Spero, tuttavia, che si tratterà dall'interrogarmi, almeno in salita.» «La prossima volta prenderemo i cavalli» assicurò lui, e chino' il capo prima di cederle il passo nel salottino dove la famiglia tradizionalmente si ritrovava prima di cena. Dopo aver sorriso a lady Hawkridge, seduta accanto al fuoco a leggere il Morning Post, Amy prese in mano la tovaglia che stava orlando e conficco' l'ago nel lino. «Sono qui per lavorare, milord, non per andarmene a spasso...» Le mancò la voce, come se qualcuno l'avesse colpita alla gola. Il suo sguardo era fisso sul quotidiano. Tra un battito del cuore e il successivo, il salottino di Hawkridge Manor era sparito e lei era stata catalpultata nel passato. «Oh, Amy, cara, si è punta un dito.» La voce della contessa le giunse da una grande distanza. Amy scosse la testa e si costrinse a tornare al presente. «Non è nulla, milady.» Si fissò il dito per non dover guardare Hawkridge. Sapeva che la stava osservando. Avvertiva l'improvvisa tensione in lui. «Vede? Non è nulla.» «Solo una gocciolina di sangue. Ma è sempre un tale fastidio... Ora, di cosa stavamo parlando? Oh, si, di passeggiate a cavallo...» continuò la contessa. Fu interrotta dal maggiordomo che annunciava la cena. Amy tirò un sospiro di sollievo. Con un po' di fortuna, Hawkridge avrebbe attribuito il suo improvviso silenzio al dolore della puntura. Sa, Amy? Parlando di passeggiate mi è venuta in mente una cosa.» La contessa sorrise affettuosamente al nipote che le scostava la sedia. «Finché c'è qui Marc che può scortarci, dovremmo uscire più spesso. Ha frequentato ben poche persone finora. Non deve condurre una vita tanto ritirata solo perché è la mia dama di compagnia. Al contrario.» «Sono vedova, signora.» «Si. Ricordi? Non conosciamo l'esatta data del trapasso del signor Chantry, nonna» mormorò Hawkridge. Fu trafitto da un'occhiataccia. «Oh, santo cielo. Sono così desolata, Amy. Avevo dedotto che, dato che non porta il lutto, la sua perdita risalisse a più di un anno fa.» si scuso' la contessa. «Riguardo a questo ha ragione, signora, ma...» «Allora non c'è motivo per cui non dobbiamo concederci qualche svago» dichiarò lady Hawkridge, un sorriso compiaciuto. «La festa di Augusta sarà un buon inizio. Niente di formale, capisce? Solo una riunione tra amici per distrarre Lucinda fino al debutto.» «Ma...» «Amy, sa quanto Augusta sarà felice di vederla. Stava dicendo proprio l'altro giorno quanto apprezzi il suo giudizio, quanto fosse colpita dal suo buonsenso, quanto...» «Molto generoso da parte di lady Nettlebed, ma...» «E non voglio sentire altre sciocchezze riguardo al fatto che è solo una dama di compagnia. Questa è semplicemente una circostanza. Lei è una vera signora. E sa come comportarsi in società. Nessuno obiettera' al fatto che prenda parte alla festa di Augusta. Non sei d'accordo, Marc?» «Nessuna obiezione» borbotto' lui. «E dato che ora ha l'approvazione della nonna in materia di svaghi, signora Chantry, non possono esserci obiezioni sul fatto che usciamo a cavallo domani mattina. Diciamo, alle dieci? Noterà che non ci sono rumori di carrozze in questa sala, perciò la aspetto puntuale.» Doveva aver avuto un'espressione alquanto allibita, perché Hawkridge inarco' un sopracciglio. «Lei va a cavallo, vero, signora Chantry?» «Ehm, no.» La contessa parve vagamente sorpresa. «Non va a cavallo, cara? Ebbene, non a tutte le signore piace.» Una risposta prosaica era la cosa migliore, e aveva anche il vantaggio di essere vera. «Non è per questo. Mia madre e io abitammo in campagna, per un po', ma io ero così piccola che lo ricordo appena. Poi ci trasferimmo in città.» «Ah, così, ha avuto una madre, signora Chantry.» «Marcus!» Sua nonna lo guardò con un cipiglio severo. «Sei stato molto scortese. Non faccia caso a lui, Amy.» «Non intendo farlo, signora.» Amy finì l'ultimo boccone e ostento' un'espressione compunta. «Ho già imparato che suo nipote non sempre si comporta come un gentiluomo.» «Si, lo so. E non c'è niente da fare al riguardo. Anche se, secondo i pettegoli, diverse signore si sono cimentate in questo compito.» «Vi sarei grato se smetteste di parlare di me come se non fossi presente» dichiarò Hawkridge. Poi inarco' un sopracciglio verso Amy. «Le mie scuse se le sono parso scortese, signora Chantry. Non era mia intenzione offenderla.» Lei lo guardò con la coda dell'occhio, un po' scherzosa. «Lo credo, milord. Ci riesce anche senza sforzarsi.» Lady Hawkridge portò il tovagliolo alle labbra per nascondere una risatina. «Oh, cielo.» Tossi' discretamente. «Quest'ultimo boccone dev'essermi andato di traverso.» Ignorando l'espressione truce del nipote, sorrise radiosa ad Amy. «Ha finito, cara? Forse dovremmo lasciare Marc al suo Porto. Potrebbe migliorare il suo umore.» «Ottima idea, signora.» Amy scattò in piedi. Anche Hawkridge si alzò con un sospiro. «Data la cospirazione femminile di cui sono vittima, penso che farei meglio ad accompagnarvi. Per difendermi, naturalmente.» «Se lo dici tu, carissimo.» Lady Hawkridge gli toccò una mano nel passare. «Sono sicura che Amy sarà lieta della tua compagnia. Non so perché, ma ogni volta che prendo parte a una di questa riunioni del comitato mi sento... esausta, poi... Oh, cielo...» Con costernazione di Amy, la contessa cominciò a incurvarsi. Davanti ai suoi occhi, lady Hawkridge si trasformò dalla donna energica e piena di spirito che era in una vecchietta raggrinzita. Una mano sottile e ricurva, che tremava pesantemente, si allungò verso il braccio di Amy. La sua voce tremolo' col tono di chi pronuncia le ultime volontà. «Vorrebbe chiamare la signora Gidding, per favore, Amy? Per assistermi per le scale.» «Sicuramente, signora, ma lasci che la accompagni io.» «No, no, Amy cara. Mi toglierebbe un tale peso dalle spalle sapere che tiene compagnia a Marc la prima sera che passa a casa. So di poter contare su di lei per versagli il tè, Amy cara. È così gentile... Grazie.» Amy lanciò un'occhiata disperata a Hawkridge. Lui aveva ripreso il suo posto accanto al camino, le braccia incrociate, e osservava la scena con vago divertimento. La porta si aprì e comparve la cameriera personale della contessa. Non sembrava per nulla sorpresa di trovare la sua padrona in un avanzato stato di senescenza. «Ecco, lo sapevo che sarebbe finita così dopo tutto quello spolverare. Lasci sua signoria a me, signora Chantry. La metterò a letto in un battibaleno.» «Così gentile» gracchio' la contessa, agitando una mano in un gesto di saluto. E con un ultimo sorriso trotterello' fuori della stanza, sostenuta dalla signora Giddings. Amy poté solo fissare la schiena della sua datrice di lavoro con sconcertata ammirazione finché una risatina non le ricordò che era rimasta in compagnia. «Cosa l'ha convinta che mia nonna non stesse per spirare tra le sue braccia, signora Chantry?» Hawkridge si staccò dal camino e andò a versarsi una piccola dose di brandy. «Per qualche motivo, milord, non riesco a immaginarla a bere tè. Sarebbe troppo civilizzato.» «Mi giudica poco civilizzato?» «Sono sicura che sa essere perfettamente civile, milord.» Un sorriso gli sfiorò le labbra. «Non è esattamente quello che ho chiesto.» Lei non abbocco' all'amo. Lui rise piano. «Ci riserveremo la discussione sulle mie tendenze non civilizzate per un'altra volta. Non ha ancora rispetto alla mia domanda originale. Una domanda innocua, direi.» Lei strinse gli occhi. «Dopo il primo momento d'ansia, signore, mi sono resa conto che non era affatto preoccupato per la salute di sua nonna. Né lo era la signora Giddings. La conclusione era ovvia. Tuttavia, una dama di compagnia non discute i comportamenti della sua signora.» «E lei è una buona dama di compagnia, vero?» «Spero di sì. Ma non ho alcun obbligo di fare compagnia a lei, milord, perciò le auguro buonan...» «Mia nonna le ha chiesto espressamente di restare con me, signora Chantry.» Amy si fermò. «Questo faceva parte della scena, ne sono certa.» Si girò lentamente. Lui la stava guardando, un sopracciglio inarcato, un mezzo sorriso sulle labbra. Lei degluti', tornò indietro e si sedette. «Molto bene, milord. Vedo che non sarà contento finché non avrà completato il suo interrogatorio.» «Per nulla, signora Chantry. Sto solo cercando di fare un po' di conversazione. È ciò che si fa dopo cena, sa?» «Sembra che abbia bisogno di fare un po' di pratica in quest'arte, signore.» Lui rise. Per qualche motivo, si trovò a trattenere il fiato quando lui si avvicinò al divano di fronte alla poltrona di lei e si sedette. «Facciamo pratica, allora, signora Chantry. Forse potranno assisterci le notizie di ieri.» Prese il giornale che aveva posato lì sua nonna e cominciò a leggere: «Un'altra sconvolgente rapina a Bristol. La notte scorsa dei ladri si sono introdotti nella residenza di un gentiluomo, hanno legato gli occupanti mani e piedi, domestici compresi, e hanno saccheggiato la casa. Lei che ne pensa, signora Chantry? Dovrebbero essere impiccati?» Per fortuna lei aveva avuto tempo di prepararsi. Anche così, fu una lotta costringersi a ostentare un'espressione di blando interesse. «Un'esperienza spaventosa» osservò, evitando abilmente la questione dell'impiccagione. Se Hawkridge avesse sospettato che quella discussione aveva il potere di turbarla, non avrebbe avuto pace finché non avesse scoperto il perché. «Ma non c'è bisogno di attingere ai giornali per un argomento di conversazione, signore. Sono più che lieta di rispondere alle sue domande.» «Hmm.» Hawkridge accavallo' le gambe. «Perché ho la sensazione che non verrei a sapere gran che?» «Se crede che sia qui per derubare lady Hawkridge...» «No» la interruppe lui. «Avendo avuto la possibilità di osservarla meglio, signora Chantry, credo che sia sinceramente affezionata a mia nonna.» «Oh.» Amy arrossi'. La parte di lei che era sempre in guardia rilasso' le sue difese. «Grazie, signore. In questo caso...» Fece per alzarsi. «Tuttavia, mi interessa sapere come mai una signora in tenera età come lei si trova completamente sola al mondo. Non ha proprio nessuno? Niente zie, cugini di quarto grado, vecchi prozii cadenti che vivono come eremiti?» Amy dovette sorridere. «Non che io sappia, signore.» «Chi era suo padre, signora Chantry?» «Il figlio di un vicario, destinato a seguire le orme paterne» rispose lei seccamente. «Destinato? Devo dedurne che non le seguì?» «No.» Lei cambiò posizione e cercò di rilassare i muscoli che si facevano più contratti a ogni domanda. Non aveva nulla da nascondere sui suoi genitori. Non in confronto al resto. «Se non si hanno mezzi personali, la remunerazione di un curato di prima nomina non basta a mantenere una famiglia. Ma mio padre si era innamorato di mia madre e desiderava sposarla, perciò se ne andò di casa per cercare un altro lavoro. Mio nonno lo disconobbe.» «Una presa di posizione dura...» «Fuggirono di casa. La mamma mi disse che viaggiarono per un po', cercando lavoro, poi mio padre morì per una febbre un mese prima della mia nascita.» Hawkridge si acciglio'. «E sua madre tornò a casa?» «No, milord. Apparentemente, anche mio nonno materno era carente in quanto a comprensione.» Alzò il mento. «Forse perché i miei genitori non trovarono il tempo di sposarsi, durante i loro viaggi.» «Capisco.» Lui rimase in silenzio per un attimo, poi aggiunse: «Davvero sconsiderato, da parte loro.» Il gentile umorismo allevio' la tensione. Lei sorrise appena. «Nessuno dei due era maggiorenne. Senza il consenso dei genitori, un matrimonio sarebbe stato illegale.» «A differenza del suo, signora Chantry.» «Si.» Lei ebbe un suono che poteva assomigliare a una risata. «Mi sono assicurata che fosse tutto a posto.» E se n'era pentita immediatamente. Vide gli occhi attenti di lui e scattò in piedi. «Oh, è bravo negli interrogatori, signore! L'avevo notato oggi pomeriggio, ma a quanto pare non ho ancora imparato la lezione. Come osa insinuare che io abbia mentito? Che non sarei sposata affatto?» Lui le si avvicinò di un passo. «Prima che si faccia venire uno svenimento, signora Chantry, lasci che le dica che non volevo affatto insinuare...» «Oh, si, l'ha fatto! Se ha qualche dubbio, sarò felice di sottoporre il certificato di matrimonio al suo esame. Forse questo metterà fine alle sue domande!» Hawkridge le fu accanto e le afferrò il braccio sopra il gomito. Amy ansimo', poi si immobilizzo'. La mano di lui era calda, le dita forti in un modo terrificante. «Non sarà necessario, signora Chantry. Stavo semplicemente osservando che l'esperienza dei suoi genitori ha senza dubbio influenzato la sua. Non intendevo turbarla.» «Non l'ha fatto, signore. E ora, se non le dispiace...» Lui ignoro' lo strattone che lei diede al braccio. La sua voce si fece anche più dolce.
   
 
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