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Autore: kanejvibes    12/09/2021    0 recensioni
In un mondo post apocalittico, dove il controllo è stato preso con la forza da una grande corporazione, Nina si ritrova a dover lottare per sopravvivere e proteggere i suoi fratelli minori, mentre il suo gemello è scomparso. E proprio quando pensa di essere al sicuro, un misterioso sconosciuto entra nelle loro vite, scombussolandole.
Tratto dal testo:
La verità era che era stato e sarebbe sempre stato un egoista.
Nel suo cuore, James lo sapeva.
Accettò quella verità e le sorrise appena per cercare di farla tranquillizzare.
"Non posso perderti, Nina".
Moriranno tutti al bunker? Sì.
Tuo fratello diventerà una cavia da laboratorio? Sì.
Ma tu sarai viva.
Chiuse per un attimo gli occhi e quando tornò a guardarla lei aveva quell'espressione di rabbia che spesso gli rivolgeva. Rabbia e odio. Ma un odio temporaneo, un odio che nascondeva tutt'altro.
Genere: Commedia, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 19

Nina venne separata dai due ragazzi e rinchiusa in una stanza buia per alcuni minuti, che le sembrarono interminabili. E rimase nell'ombra, ammanettata ad una sedia, in silenzio ad aspettare. Quando, poi, finalmente, qualcuno la raggiunse, un'intensa luce la rese cieca per un attimo.
Strizzò gli occhi, poi riconobbe l'immagine sfocata di Lucien e trasalì, mentre i suoi occhi lo mettevano a fuoco.
"Non preoccuparti, non ti farò del male. Voglio solo chiacchierare...", iniziò lui, mettendo le mani dietro la schiena.
La fissò un secondo in silenzio, poi riprese.
"Cos'è che vuoi?".
Nina non rispose, si mosse, cercando invano di liberarsi dalle manette.
"Perché tornare qui a rischiare le vostre vite?", provò ancora lui, piegando la testa di lato e fissandola con l'interesse di chi sta studiando qualcosa di nuovo, e ancora non ebbe risposta.
"Vuoi il siero dei gemelli, giusto?".
Nina schiuse le labbra, scrutandolo, e smise di divincolarsi.
"Già...ho visto che il chip di tuo fratello ha ripreso a funzionare...ha smesso di essere attivo in qualche modo quando vi ho inietatto il siero...ma adesso che non è più nel vostro sistema...".
"Puoi vedere se il chip è attivato?".
"Sì, sfortunatamente non posso rilevarne la posizione, però. Una cosa che dovrò correggere", rispose Lucien, alzando le spalle.
"Sfortunatamente", ripeté la ragazza, sarcastica.
Lucien la ignorò e tirò fuori una siringa da un cassetto, insieme ad una boccetta dalla sua tasca.
"Ti darò il siero", disse, avvicinandosi.
"Mi darai il siero?", ribatté lei, aggrottando la fronte.
"Sì...", rispose lui, facendo una pausa calcolata attentamente mentre faceva qualche passo per la stanza.
"L'ho creato per te, dopotutto. Vedi, questo è un siero molto speciale. Migliorato. Ovviamente in cambio mi dovrai fare un piccolissimo favore".
Nina scosse la testa e non riuscì a trattenere una risatina sarcastica.
"Cosa?", chiese comunque, scrutandolo.
Lucien si fermò e sorrise.
"Dimmi dove si trova tuo fratello".
Nina rise, scuotendo la testa.
"Dimmi dov'è e il siero è tuo", riprovò Lucien, guardandola.
"Sì e cosa me ne faccio se tu lo hai di nuovo sotto il tuo controllo?", sbottò lei, assottigliando gli occhi.
"Non mi importa che sia deeta. Tu e lui vi offrireste come miei collaboratori in alcuni esperimenti".
"Come cavie, intendi. No, grazie".
"Sareste al sicuro, con tutto ciò che potreste desiderare", insistette il ragazzo, guardandola come se fosse inconcepibile rifiutare quell'offerta, ma lei continuò a scuotere la testa.
"No", disse, risoluta.
"Pensaci bene, non dovreste più vivere nella paura, sotto la mia protezione".
"Sei tu quello da cui dobbiamo proteggerci".
Una vena sul collo di Lucien si tirò e lui fece schioccare la lingua, decisamente meno eccitato da quella conversazione.
"E se promettessi di non fare del male a Liam e all'altro tuo amico?", aggiunse, con tono irritato. Evidentemente, non si era aspettato tutta quella resistenza da parte della ragazza.
"Probabilmente li stai facendo torturare mentre parliamo", ribatté lei, gelida, stringendo i pugni. 
Pregò che non fosse così, anche solo il pensiero che Nick e James stessero soffrendo per causa sua le stava facendo girare la testa.
"Incentivo in più per accettare, allora", commentò lui, mettendo le braccia dietro la schiena.
"Voglio parlare con loro".
Lucien prese un lungo respiro, poi le si avvicinò velocemente e si appoggiò ai braccioli della sedia, arrivandole a pochi centimetri dal viso.
"Così che possano convincerti a non accettare?", sbottò, persa completamente la pazienza.
Nina non cambiò l'espressione risoluta e fredda che aveva assunto.
"Se non mi ci fai parlare allora la mia risposta è un no".
Il ragazzo rimase immobile a fissarla per qualche secondo, poi indietreggiò appena, facendola respirare. E sorrise di nuovo.
"Mi piace il tuo spirito. E' impossibile da soffocare, immagino". E ridacchiò.
"Abbiamo un accordo?", fece lei, ignorando quel commento.
Lucien non rispose, ma allargò il sorriso.

"Assolutamente no! Massacrerebbe tutti quelli nel bunker!", sbottò James, smanaccando nervosamente mentre faceva avanti e indietro per la stanza dove li avevano rinchiusi.
Su richiesta di Nina, le loro catene erano state rimosse, ma adesso non era certa che fosse più una buona idea. A forza di muoversi, James le stava facendo venire il mal di testa.
Lo seguì con lo sguardo per qualche secondo prima di rispondergli.
"Ha promesso di non fare del male a nessuno".
James allargò le labbra in un sorriso forzato, scuotendo la testa.
"E gli hai creduto? Ha mentito", commentò, sbuffando, come se fosse la cosa più ovvia sulla faccia della Terra e Nina fosse stupida a non capirlo.
"E' un bugiardo?", chiese allora lei, incrociando le braccia, mentre lanciava un'occhiata a Nick, che se ne stava fermo a elaborare tutte quelle informazioni.
"Nina", riprese James, evidentemente scocciato, riservandole un'occhiata di rimprovero.
"Mi ha mentito per anni!".
"Ti ha mentito o eri troppo cieco per vedere la verità?", sbottò lei altrettanto irritata.
Finalmente, James si fermò e schiuse le labbra, cambiando espressione.
Nina abbassò appena gli occhi, sentendosi in colpa per le sue ultime parole.
"Se hai già deciso da sola, perché disturbarti a chiedere la nostra opinione?", ribatté lui, facendo schioccare la lingua.
Nina lo guardò e smise di dispiacersi. Sentì una scarica di rabbia percorrerle tutto il corpo e si alzò di scatto dal pavimento su cui era seduta.
"Sì, ho già deciso. E' ovvio che voglia essere al sicuro con i miei fratelli. In verità, è tutto quello che voglio. Se vuoi davvero saperlo, il resto non ha importanza per me. Ma è da egoisti e non voglio essere così. Ecco perché sono qui; voglio che mi facciate cambiare idea, perché se solo Lucien me l'avesse chiesto un'altra volta, avrei accettato. E lo odio. Non sono una brava persona, ma voi lo siete. Quindi...convincetemi...".
Nina sputò tutto così velocemente che perfino James rimase a bocca aperta. 
"Nina, non sei una brutta persona...", commentò Nicholas dopo qualche secondo, avvicinandosi appena.
"Oh, andiamo, Nick! Quante volte ti ho ferito?", sbottò lei, facendo una smorfia. Poi si voltò verso James con gli occhi lucidi.
"Quante volte ho ferito te?", chiese ancora, con meno rabbia e più rassegnazione.
"Per favore...", aggiunse, mordendosi l'interno guancia per non scoppiare a piangere.
I due ragazzi si scambiarono un'occhiata, poi James sospirò.
"Non dovresti fidarti di lui...e anche se stesse dicendo la verità...pensa a Rose e alle conseguenze di tutti gli esperimenti...".
Nina annuì e si voltò verso il moro.
"Sei d'accordo con lui?".
Il ragazzo prese un lungo respiro e abbassò lo sguardo.
"Sai che è così...", disse.

Lucien era riapparso dopo una ventina di minuti, impaziente.
Non aveva nemmeno lanciato uno sguardo a James e Nicholas, aveva concentrato tutta la sua attenzione su Nina.
"Qual è la tua risposta, dunque?", chiese, scrutandola a fondo. Il sorriso che solitamente gli si manifestava sul viso non sembrava voler fare una comparsa. Non ancora, almeno.
Nina deglutì a fatica e guardò i due ragazzi che erano stati di nuovo incatenati.
Sarebbero morti sicuramente, forse non lei per via degli esperimenti, ma loro? 
Sentì un brivido percorrerle la schiena e dovette costringersi con tutte le forze a portare gli occhi su Lucien.
"No", disse, secca.
Lei stessa si stupì della sua freddezza, dato che sarebbe volentieri scoppiata a piangere.
Lucien fece una smorfia mentre elaborava quella risposta fastidiosa, poi scattò e l'afferrò per un polso, strattonandola.
"Stai commettendo un errore", sibilò a denti stretti.
"Sono abbastanza sicura di no".
Lucien la strattonò di nuovo e la bloccò contro il muro.
Il suo volto mostrava per la prima volta la sua vera natura, sempre nascosta da una finta compostezza.
"Se non collabori ti ucciderò, vi ucciderò tutti", gridò fuori di sé, ad un centimetro dal suo volto. Nina pensò che in un attimo gli occhi gli sarebbero usciti dalle orbite.
"Allora fallo, non ho paura di morire per proteggere quelli a cui voglio bene", rispose con la stessa calma della prima volta che aveva parlato.
"Anche se significa che a morire saranno anche i tuoi amici?".
La ragazza prese un lungo respiro e incrociò prima lo sguardo di Nicholas, poi quello di James.
Nessuno dei due sembrava aver cambiato idea e non mostravano la minima paura di morire.
Nina mise su l'espressione più dura che riuscisse a fare e guardò Lucien.
"E' una decisione che abbiamo preso insieme", disse.
Il ragazzo la lasciò andare e indietreggiò di qualche passo, piegando la testa di lato, mentre riacquistava tutta la sua calma.
Si sistemò la camicia e prese un lungo respiro.
"Cosa posso fare per convincerti?", chiese, come se fosse una persona completamente diversa in una situazione completamente diversa. 
Nina si strinse nelle braccia e scosse la testa.
"Non mi fido di te", ribatté, lanciandogli un'occhiata tagliente.
Lucien sorrise appena e fece schioccare la lingua.
"Ok!", esclamò, facendo una piroetta teatrale per poi tornare a guardarla.
"Per mostrarti le mie buone intenzioni, ti darò il siero senza chiedere niente in cambio".
"Quindi ci lascerai andare con il siero?".
Una piccola risatina accompagnò la risposta dello scienziato.
"Adesso non diventiamo troppo avide, mmh? Ti darò il siero, tuo fratello non sarà più sotto il controllo del chip, ma tu rimarrai qui".
"E tu cosa ci guadagni?".
"La tua fiducia, spero".
I due si scambiarono una serie di sguardi, poi Lucien le porse la siringa con il siero.
"Nina, no!", intervenne James, appena lei allungò la mano per afferrarlo.
"Va tutto bene, è il siero", mormorò, osservando il lupo.
"E perché dovrebbe dartelo?", commentò Nick.
"Non è questa la ragione per cui hai rischiato tutto a tornare qui?", sussurrò Lucien, di nuovo con quel sorriso sul volto, avvicinando il siero a lei.
Nina lo guardò, incerta.
"Non ascoltarlo!", esclamò James.
Ma la ragazza decise di prendere il siero e si piantò la siringa nel collo.

Quando Nina aprì gli occhi, il sole alto nel cielo le accarezzò il volto, caldo e rassicurante. C'era una dolce brezza nell'aria e uno scacciapensieri tintinnava allegramente non molto lontano da lei.
Dean era seduto sulla ringhiera bianca del portico di una vecchia casa di campagna.
Nina aggrottò la fronte, avvicinandosi a lui.
"Dean? Dove...dove siamo?", chiese, scrutandosi attorno confusa.
Il panorama toglieva il fiato e dava una sensazione di pace che la ragazza non credeva di poter più provare.
Ondeggianti campi di grano ancora verde si estendevano per chilometri oltre l'orizzonte, c'erano alberi di un verde brillante che formavano chiazze tra il giallo di quel terreno e puntini rossi in lontananza che dovevano essere per forza papaveri. Il cielo ceruleo era macchiato dal bianco di alcune nuvolette in lontanaza.
Dean si voltò a guardarla e sorrise.
"Nina...".
"Dove...cosa?", riprese lei, confusa, ma il gemello era tornato ad osservare il paesaggio.
"Nina?".

"Nina!".
La ragazza si svegliò di soprassalto, richiamata più e più volte dalle voci, ora chiare, di James e Nicholas.
La prima persona che vide fu Lucien che la osservava con fare annoiato.
"Finalmente, non pensavo ci sarebbe voluto così tanto...", disse, afferrandola per i polsi per farla alzare.
Lei, ancora confusa, si guardò intorno cercando di capire dove fossero finiti i campi di grano, il sole e Dean.
"Stai bene? Hai perso i sensi per molto tempo", chiese Nicholas, evidentemente preoccupato.
"Come vi ho già ripetuto un milione di volte, sta benissimo", sbottò Lucien, poi tornò a concentrarsi su Nina.
"Dimmi...hai sentito, visto qualcosa mentre eri svenuta?".
Lei aggrottò la fronte, ma non rispose.
"E' sconvolta, lasciala stare!", esclamò James, furioso.
Lucien piegò la testa di lato e assottigliò gli occhi, fissandola, e sembrò realizzare qualcosa, poi si voltò verso Jaime e abbozzò un sorrisetto.
"Faremo un gioco", disse, afferrando una sedia ai lati della stanza per sedersi.
Tutti e tre lo guardarono come se fosse pazzo, ma Lucien ricambiò soltanto lo sguardo del lupo.
"Io ti farò una domanda e tu mi darai una risposta sincera e poi sarà il tuo turno. Che ne dici?", mormorò, accavallando le gambe, con tono naturale, come se fossero quattro amici intorno al fuoco in un campeggio.
James fece schioccare la lingua e alzò gli occhi.
"Inizio io. Perché te ne sei andato?", riprese il moro come se niente fosse.
James non avrebbe voluto rispondere, ma l'indignazione per quella domanda fu troppa.
"Hai davvero bisogno di chiedermelo?", sbottò, facendo tintinnare le catene ai suoi polsi.
"Ah", commentò l'altro, alzando un dito.
"Questa è una domanda, non una risposta".
James prese un profondo respiro, poi decise di stare al gioco.
"Me ne sono andato perché tu e Adrian avete deciso di rendere il resto del mondo schiavo", disse, freddo.
"Sì, ma non te. Avresti potuto essere un re anche tu. Invece hai preferito...questo. Nasconderti come un ratto, cambiare il tuo nome, i tuoi capelli? Sembra che sia stata la decisione peggiore di sempre, a mio parere", continuò Lucien, spostandosi leggermente sulla sedia.
Lo stava fissando attentamente, come a cercare di mettersi nei suoi panni.
"E non fare tanto il santarellino, sappiamo entrambi che non c'è niente di buono in te. Hai fatto cose per me che farebbero tremare i tuoi amici, o te ne sei dimenticato?".
James non riuscì a reggere il suo sguardo o, meglio, lo abbassò per evitare di essere portato a guardare Nicholas o Nina. Non voleva sapere cosa stessero pensando e non voleva vedere le loro espressioni deluse.
"Hai fatto la tua domanda, ora è il mio turno", riprese, dopo un po', cercando di ricomporsi e non far tremare la sua voce.
"Dov'è tuo fratello?", chiese, tornando a guardare il moro.
Lucien, che fino a quel momento aveva creduto di essere in controllo, abbandonò il suo sorriso, anche se solo per qualche secondo, poi alzò le spalle.
"Oh, lo conosci, è sempre a studiare qualcosa", disse, schiarendosi la gola improvvisamente secca.
"Cosa può essere così importante da fargli perdere l'occasione di vedermi in catene? Per la seconda volta, poi. Non dirmi che...gli è successo qualcosa".
Lucien si era irrigidito come una statua sulla sedia al centro della stanza e, nonostante James fosse il prigioniero, sembrava che la situazione si fosse ribaltata.
"Hai già fatto una domanda", blaterò il moro, deglutendo rumorosamente.
James sorrise appena.
"Ma tu non hai risposto".
Lucien battè un pugno sul bracciolo della sedia e si alzò, andandogli addosso.
Strinse i pugni quando gli fu vicinissimo, poi si allontanò, rilassandosi.
"Mi hai annoiato...e visto che non avete preso la decisione giusta di dirmi dove si trovi Dean...adesso ucciderò uno dei tuoi amici. Perché non scegli tu per me?".
Il sorrisetto da bastardo gli arrivava di nuovo da orecchio a orecchio, anche se era chiaramente molto irritato e nervoso.
"Scegli o li ucciderò entrambi. Lentamente".
"Non lo farai".
"No? Perché non mi direte dove si trovi Dean e mi avete veramente stufato. Voglio che tu soffra e questa mi sembra una soluzione piacevole. Per me, ovviamente".
Ancora, James non fece un nome e Lucien scosse la testa.
"Dopo tutti questi anni pensi davvero che non lo farei? Farò quello che voglio...ti ho in pugno, Liam. E ti assicuro che non te ne dimenticherai", continuò afferrando un coltello e avvicinandosi a Nick.
"Forse gli taglierò la lingua...", mormorò per poi voltarsi verso Nina.
"O magari le caverò gli occhi dalle orbite...davvero non so quanto tempo ci possa volere perché muoia dissanguata, non mi dispiacerebbe scoprirlo".
"Basta...", sussurrò James, facendo una smorfia.
"Basta, smettila", aggiunse, più forte.
"Cosa?".
"Lasciali andare".
"E perché dovrei farlo?", rise Lucien, facendo roteare il coltello.
"Lasciali andare e ti giurerò la mia lealtà".
Lucien sorrise, soddisfatto, poi scosse la testa.
"E' penoso sapere che tu pensi che voglia ancora la tua lealtà. L'unica cosa che voglio è distruggerti. E ti prometto questo, Liam: dopo che li avrò uccisi entrambi, non mi fermerò finchè non avrò sterminato ogni singola persona che abbia mai avuto a che fare con le Ombre. Le spazzerò via da questa Terra insieme al tuo nuovo nome e alla tua memoria. Ma tu, oh, tu non morirai per molto, molto tempo. Forse un giorno deciderò di volerti far diventare un deeta o semplicemente ti farò assistere mentre conquisto il mondo e tu hai perso tutto...a cominiciare da...lei", sibilò, puntando la lama verso Nina.
Poi si avvicinò e le mise una mano sul collo e strinse la presa. Nina cercò di allontare il suo braccio, ma era sempre debole per il siero.
"Non mi supplicherai di risparmiarle la vita, Liam?"
James rimase in silenzio a riflettere per un secondo, poi guardò Lucien, calmo.
"Non la ucciderai", disse.
"Ah, no?".
"Hai bisogno di lei e Dean", continuò il lupo, con lo stesso tono.
Lucien annuì appena, poi alzò le spalle.
"Non mi serve viva".
"Stai bluffando".
"Non mi supplicherai, quindi. Che peccato, una così bella ragazza...".
Nina sussultò quando Lucien strinse più forte la presa e si ritrovò ad annaspare, mentre il ragazzo nemmeno la degnava di uno sguardo e teneva gli occhi, pieni di sfida, rivolti verso James.
"Basta! James!", esclamò Nick, divincolandosi.
A quel punto il lupo schiuse le labbra.
Avrebbe davvero fatto morire Nina per il suo orgoglio?
Supplicare Lucien era una delle cose peggiori che gli potesse venire in mente, eppure, nonostante l'istinto che fino ad ora lo aveva guidato stesse cercando disperatamente di combatterlo, voleva salvare Nina. A qualsiasi costo.
Nicholas aveva detto di nuovo qualcosa, ma James non aveva capito.
Si voltò a guardare Lucien con tutto l'odio che gli riservava stampato negli occhi.
"Non lo fare, per favore, ti supplico", disse, a denti stretti, cercando di soffocare la sua natura orgogliosa.
Lucien sorrise a trentadue denti, ma Jaime non allontanò lo sguardo.
"Adesso sì che ragioniamo", commentò il moro, soddisfatto.
"Lasciala andare ora".
"Mmh", rispose soltanto Lucien, ridacchiando.
"Hai avuto quello che volevi, no? Ti ho supplicato, sono sottomesso. Hai vinto tu", continuò James, sull'orlo della disperazione.
"J-James", blaterò Nina, mentre delle lacrime iniziavano a bagnarle il volto. A giudicare dalla sua espressione, la mano di Lucien non aveva alleggerito la pressione.
"Non lo fare, lei non ti ha fatto niente!", gridò Jaime a quel punto, osservando Nina che cercava di respirare, ma con sempre più difficoltà.
"Ah, sbagliato. E' con te", canticchiò Lucien, facendo spallucce.
"Ok, allora uccidi me".
Lucien sembrò contemplare quella possibilità, ma il suo sorriso si fece ancora più maligno.
"Ogni tuo alleato è un mio nemico", sibilò, portando anche l'altra mano alla gola della ragazza.
"Smettila! Smettila, ti prego!", fece Nick, facendo tintinnare vigorosamente le catene che lo legavano. James non lo aveva notato, ma anche il moro stava piangendo e il suo tono era risultato così disperato da commuovere perfino lui. Ma non Lucien.
L'avrebbe uccisa. L'avrebbe fatto. Glielo lesse in quegli occhi spietati e assetati di vendetta.
"Te lo dirò!", gridò, con la gola secca.
Tutti si voltarono a guardarlo, confusi per un secondo.
"Ti dirò dove si trova Dean", continuò James, aggrappandosi alle catene, non sapendo su cosa altro sfogare la sua frustrazione.
"Oh?", fece Lucien, improvvisamente interessato. Allentò appena la presa e Nina tossì, per poi scuotere la testa.
"No! James!", esclamò, con quanta più forza riuscisse a tirar fuori. Il ragazzo la guardò e il suo sguardo si addolcì. La verità era che era stato e sarebbe sempre stato un egoista. Nel suo cuore, lo sapeva. Accettò quella verità e le sorrise appena per cercare di farla tranquillizzare.
"Non posso perderti, Nina".
Moriranno tutti al bunker? Sì.
Tuo fratello diventerà una cavia da laboratorio? Sì.
Ma tu sarai viva.

Chiuse per un attimo gli occhi e quando tornò a guardarla lei aveva quell'espressione di rabbia che spesso gli rivolgeva. Rabbia e odio. Ma un odio temporaneo, un odio che nascondeva tutt'altro.
"Se parli, mi perderai comunque", sputò, velenosa, sperando che in qualche modo quelle parole bugiarde lo colpissero.
"Almeno sarai viva", riprese lui, lanciando un'occhiata a Nicholas. Sperò nel suo appoggio, ma lui non lo stava guardando, aveva gli occhi, ancora intrisi di lacrime, fissi sul pavimento e dallo sguardo spento non sembrava che stesse seguendo la conversazione.
"Non glielo dire, James! Non ti perdonerò mai se lo farai!".
"Sarai al sicuro, Nina".
"No. No. Avevi ragione tu, non sarò al sicuro e nemmeno Dean! Ti prego", singhiozzò la ragazza.
"Tick tock, Liam", si intromise Lucien, spazientito, mentre giocherellava con il suo coltello.
"Per favore, non farlo", sussurrò Nina, scuotendo la testa.
James chiuse gli occhi e abbassò il volto, cercando di schiarirsi le idee.
Solitamente riusciva ad essere freddo e sicuro e prendere una decisione del genere non era mai stato un problema, ma in quel momento non era lucido. Aveva in testa Nina, l'odore dei suoi capelli, il sapore delle sue labbra.
Avrebbe dato di tutto per non provare niente in quel momento. La completa assenza di sentimenti che aveva distrutto Rose, avrebbe potuto salvare Nina.
Fece un verso stridulo di frustrazione, poi annuì, rassegnato.
"Grazie", gli rispose la voce di Nina, roca.
James aprì gli occhi e li indirizzò nei suoi e vide quella luce brillare per l'ultima volta.
Lucien, preso da una rabbia improvvisa, tagliò la gola alla ragazza, con il coltello che aveva in mano.
Nina cadde a terra, rantolando, in una pozza del suo stesso sangue e si lasciò andare ad un ultimo respiro, con gli occhi, aperti, ma privi di vita, rivolti verso James.
Nicholas urlò di dolore e si dimenò così tanto che le catene finirono per provocargli delle ferite ai polsi.
James, al contrario, non era capace di muoversi. Schiuse le labbra, sentendo il corpo cedere. Sarebbe caduto in ginocchio se le catene non lo avessero retto.
La testa gli si fece pesante e il cuore smise di battere per un attimo.
Non si era mai sentito perso come in quel momento, nemmeno la morte di Rose lo aveva distrutto come adesso. Perfino respirare faceva male.
Lui respirava ancora. Perché? Perché lui sì e Nina invece no? 
Perché uno come lui era ancora in vita e Nina era morta?
Non esisteva una giustizia divina. Non più ormai.
Le urla di Nicholas divennero un sottofondo lontano ad accompagnare la visione del corpo minuto di Nina che non dava più alcun segno di vita.
James la fissò per qualche attimo, senza riuscire a chiudere gli occhi.
Lucien pulì distrattamente il suo coltello dal sangue della ragazza e guardò James, senza l'ombra di un sorriso sul volto.
"Lui è il prossimo", concluse, indicando Nicholas, prima di andarsene e scavalcare il corpo di Nina come se non fosse niente.

  
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